Tag: maurizio beretta

  • Serie A: è ufficialmente sciopero

    Serie A: è ufficialmente sciopero

    Sciopero si, sciopero no. Il tira e molla si è avviato definitivamente verso una soluzione, quella della rottura: non si gioca.

    La proposta del presidente dell’Aic Damiano Tommasi di mediare le due posizioni con un contratto temporaneo fino al 30 Giugno 2012 non è stata accolta positivamente dalla Lega, e dunque sarà sciopero, con un rinvio dell’ inizio del campionato di una settimana, al weekend del 10 ed 11 Settembre.

    Il presidente dell’Assocalciatori aveva mostrato l’intenzione di “tendere la mano”, ma il tentativo in extremis è parso come una soluzione tardiva, destinata a non essere accolta positivamente, in particolare dai presidenti di serie A. Una soluzione, quella proposta da Tommasi, che però non era da considerarsi totalmente irragionevole, poichè avrebbe dato la possibilità di discutere – con un anno di tempo – la definizione dell’ accordo collettivo.

    La delusione per il rinvio del fischio d’ inizio inizia ad essere crescente, ma il presidente dell’Aic, nonostante il grande rammarico e l’imbarazzo per la situazione in atto, spiega come, a suo avviso, sia meglio una partenza “con il piede giusto” piuttosto che una falsa partenza, che ignori le profonde problematiche in atto.

    Per ora, però, la decisione di scioperare ufficialmente sembra perlomeno “anomala” agli occhi del Paese, alle prese con difficoltà di diversa natura e senz’ altro più gravi, come ha precisato lo stesso Rocco Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport.

    Anomala, quindi, ma probabilmente necessaria, per dare un forte segnale finalizzato a sgombrare il campo dalla grande incertezza e dal clima di tensione di questi giorni.

    Ora, dunque, ci sarà molto da lavorare per dare un senso a questo stop, che con tutta probabilità verrà recuperato il 21 Dicembre, e per ricomporre le posizioni, in particolare sulla discussa questione del contributo di solidarietà.

     

  • Serie A verso lo sciopero. Tommasi allibito, Ulivieri si incatena

    Serie A verso lo sciopero. Tommasi allibito, Ulivieri si incatena

    ©Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    La serie A non partirà. E’ troppo netta, per esser recuperata in poco tempo, la differenza tra l’Associazione calciatori e la Lega Calcio anche se nel primo pomeriggio sembrava si fosse giunto ad un compromesso di un testo più morbido e condiviso. I presidenti della serie A, invece, hanno votato quasi all’unanimità la bocciatura del testo proposto dall’Aic per la mancanza di due esplicitazioni fondamentali per i presidenta al punto 4 e al punto 7. “E’ allucinante: il campionato rischia di non partire perche’ l’Assocalciatori non vuole mettere in forma scritta che i giocatori dovranno pagare il contributo di solidarietà e non accetta che gli allenamenti siano organizzati sulla base delle esigenze dei tecnici” – dice il presidente Beretta“La posizione dell’Aic sul punto 4 del contratto si commenta da sè. Il rifiuto a scrivere che il contributo di solidarietà è a carico dei calciatori autorizza a pensare che con qualche artifizio i calciatori sperano di non pagare” Istintiva e repentina la risposta di Damiano Tommasi “Ero certo che avrebbe detto così: e allora ribadisco, nessun giocatore ha mai detto che non pagherà il contributo di solidarietà della manovra. I calciatori pagheranno nei tempi e nei modi previsti dalla legge”. Singolare protesta poi di Renzo Ulivieri. Il presidente degli allenatori si è incatenato davanti alla Lega Calcio per la decisione di togliere l’obbligatorietà del patentino per allenare per prima e seconda categoria e juniores annunciando poi lo sciopero della fame.

  • Secondo extracomunitario, la serie A sorride

    Secondo extracomunitario, la serie A sorride

    Il Consiglio federale della Figc ha approvato, oggi a Roma, la regola che reintroduce il secondo extracomunitario. E’ una regola che, dalla prossima stagione, permetterà ai club della massima serie di arruolare nel proprio organico un massimo di due calciatori provenienti da federazioni straniere contro il solo extracomunitario permesso fino a ieri. La norma era già presente nel regolamento federale ma era stata cancellata un anno fa dopo la deludente esperienza ai Mondiali del 2010 in Sud Africa della Nazionale azzurra.

    Giancarlo Abete | © Claudio Villa/Getty Images
    Ad annunciarlo è stato il presidente della Lega nazionale dilettanti e vice-presidente vicario della Federcalcio, Carlo Tavecchio“c’è stato il via libera al secondo extracomunitario, siamo tutti d’accordo”. Anche il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ha commentato la reintroduzione della norma: “credo che così si ritrovi una condizione importante per il recupero della competitività della Serie A”. “Su questo tema c’è stata la sintonia di tutte le leghe”.”Questo è un passo importante – ha sottolineato Beretta – nella direzione di trovare rapporti più stretti in particolare con la Lega Pro, con cui nei mesi scorsi avevamo avuto un rapporto più conflittuale”. Parole di elogio anche da parte del presidente della Figc, Giancarlo Abete: “è una norma di garanzia e siamo rimasti all’interno delle quote stabilite dal Coni”. La decisione incontra l’appoggio dei presidenti dei club di serie A come il laziale Claudio Lotito, il quale alla luce della reintrodotta possibilità vede nuove evoluzione nella propria campagna acquisti:i l mercato della Lazio non è finito. La possibilità di poter tesserare il secondo extracomunitario ci favorisce, dandoci la possibilità di fare altre operazioni”. Anche il Milan può festeggiare. Infatti grazie alla norma potrà tesserare ufficialmente il neoacquisto Taiwo. E dunque in attesa di importanti cambiamenti all’interno del calcio italiano proprio dalla Figc arriva un input importante. Non è passata così la linea del vice presidente di Lega, Demetrio Albertini, che poco tempo fa aveva sottolineato l’importanza di approvare il contratto collettivo prima di ragionare su altre tematiche come quella del secondo extracomunitario tesserabile.

  • Lega – Aic è scontro sulla firma del contratto collettivo

    Lega – Aic è scontro sulla firma del contratto collettivo

    Quello che nei giorni scorsi sembrava probabile, ora è divenuto quasi una certezza: rottura fra la Lega di Serie A e l’Assocalciatori sulla firma del contratto collettivo dei calciatori. E’ emerso dopo l’incontro svoltosi a Fiumicino fra il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ed alcuni rappresentanti dell’Assocalciatori.

    © Paolo Bruno/Getty Images
    Beretta, al termine dell’incontro, ha dichiarato che il contratto “così com’è” non verrà firmato, poichè l’Assocalciatori pare volersi fossilizzare su alcuni tecnicismi che non consentono di raggiungere il pieno accordo. Anche se l’Aic dovesse promuovere uno sciopero, secondo Beretta servirebbe a ben poco, “come sparare una zanzara con un bazooka“. L’oggetto del contendere non è legato alla questione dell’inserimento del secondo extracomunitario – anche se dovrà in seguito essere dibattuta – bensì all’articolo sette del contratto collettivo, che disciplina gli allenamenti separati: inoltre, occorre dare certezza alle date di pagamento degli stipendi, per evitare il moltiplicarsi dei contenziosi, oltre che la questione dei minimi sindacali ed, ancora, la questione delle sanzioni da comminare alle società in caso di ritardo dei pagamenti ai dipendenti. Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, dal canto suo è fermo e deciso sulle sue posizioni, dalle quali appare inamovibile: anche perchè, secondo il sindacato dei calciatori, un accordo era stato già definito e l’Aic aveva già firmato il contratto collettivo, peraltro in presenza del presidente della Federazione Giancarlo Abete. Secondo Tommasi, inoltre, sarebbero solo delle virgole ad ostacolare l’accordo: per ora l’Assocalciatori adopererà la strada della diplomazia, non organizzando scioperi, ma spinge per una risoluzione in tempi brevi.

  • Erodiani e Pirani lasciano il carcere. Beretta “più fumo che arrosto”

    Erodiani e Pirani lasciano il carcere. Beretta “più fumo che arrosto”

    Il gip di Cremona ha ieri disposto la scarcerazioni Massimo Erodiani e Marco Pirani dopo undici giorni di carcere e gli interrogatori di routine. Stando alle indiscrezioni che circolano intorno all’intricato scandalo sul calcio scommesse pare che gli inquirenti siano rimasti soddisfatti della collaborazione dei due imputatati, considerati volti principali all’interno dell’organizzazione.

    All’uscita dal carcere braccato dalle telecamere e dai giornalisti si è limitato a dire “Non posso parlare, in carcere non c’ero mai stato ed è stata durissima. Mi sento vittima? Non posso rispondere. Voglio tornare a casa dai miei bimbi, ho tolto ai miei figli 11 giorni della mia vita con loro”. Poche parole anche per Pirani “Mi sento bene e sono abbastanza tranquillo. Dell’inchiesta non posso parlare, vi spiegherò tutto dopo, quando potrò farlo”.

    Dopo esser stato risentito dal gip anche i legali di Paoloni hanno avanzato l’istanza di scarcerazione, queste le parole del suo legale “Non penso che verrà risentito, anche se non credo che il procuratore gli abbia creduto. Io intanto ho presentato l’istanza di scarcerazione. L’ho visto, stava abbastanza bene, era soddisfatto del suo interrogatori. Ho chiesto la scarcerazione perché uno dei motivi della custodia era l’interruzione dei rapporti tra soggetti indagati, ma alcuni sono andati in carcere, altri ai domiciliari, quindi l’interruzione c’è stata. Marco in questo momento è preoccupato per la sua famiglia, vuole tornare a casa dalla sua bambina e da sua moglie, vuole risolvere i problemi che ha creato”..

    Ieri in serata poi è arrivata la replica a Sky del presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, l’emittente televisa attraverso una lettera dell’amministratore delegato Tom Mockridge aveva minacciato di rinunciare ai diritti tv senza pulizia. Beretta, forse memore di Calciopoli e della sua giustizia sommaria, ha consigliato di non farsi travolgere dalle indiscrezioni “Stiamo attenti a non colpire un patrimonio di grande valore dal punto di vista sportivo, economico e di passione come è il calcio di serie A sulla base di un confuso rumore di fondo molto diverso da fatti e notizie concrete”

  • Diritti tv, vincono i peones. Galliani tuona contro Beretta

    Diritti tv, vincono i peones. Galliani tuona contro Beretta

    Il Consiglio di Lega snobba l’Alta Corte dando esecuzione alla delibera dell’assemblea per l’assegnazione a tre agenzie demoscopiche delle indagini per definire i bacini d’utenza. Per la vittoria della 15 medio-piccole è stato decisivo il voto del presidente Maurizio Beretta.

    Pochi minuti prima della votazione il presidente del Cagliari, Cellino aveva criticato il comportamento delle cinque big pur confessando di non aver interesse dalla decisione della Lega “I consiglieri delle cinque grandi si stanno rifiutando di dare esecuzione alla delibera. Ci contestano che 15 peones votano contro cinque di sangue blu. Si puo’ discutere di tutto ma vanno riconosciuti i principi democratici. Il presidente Beretta sta cercando di mediare”.

    Scuro in volto e arrabiatissimo Adriano Galliani ha tuonato contro la decisione del presidente Beretta di schierarsi “Beretta se ne assumerà le responsabilità anche patrimoniali. Smentendo se stesso, dopo essersi astenuto nell’ultimo consiglio, ora si è schierato con una delle parti. E’ un presidente – ha continuato – che da tempo lavora a Unicredit da mattina a sera e in Lega non c’è mai. Ognuno nella vita fa ciò che vuole ma si assume le responsabilità”.

    La votazione anche questa volta era finita in parità 5-5 e la delibera ha avuto attuazione solo grazie alla decisione di Beretta di sconfessare se stesso prendendo una posizione. Galliani spiega poi cosa volevano le cinque big preannunciando ulteriori ricorsi “Le grandi non vogliono le indagini demoscopiche con quella definizione che danno alle piccole per sottrarre soldi alle grandi. Vogliono mettere addirittura l’Auditel. Lo fanno perche’ l’Auditel quando rileva la partita di una grande con una piccola, da un dato di ascolto. Cosi’ facendo loro lo fanno attribuire meta’ all’una e meta’ all’altra, addirittura con un coefficiente moltiplicativo dell’1.5. E’ un modo per sottrarre risorse. I tifosi sono delle grandi”. “I 6 che hanno votato a favore – conclude Galliani – non hanno dato mandato al presidente di Lega di attuare la delibera. Hanno dato mandato a Garrone, Zamparini, Lo Monaco, Ghirardi e Pozzi di attuare la delibera. Cioe’ loro con il voto del presidente hanno dato mandato a loro stessi di attuare la delibera. I prossimi round nei tribunali”

  • Extracomunitari, i club spingono per il secondo

    Extracomunitari, i club spingono per il secondo

    Nello scorso mese di Luglio, la decisione voluta dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete di ridurre il numero degli extracomunitari tesserabili dai club italiani da due ad uno, era stata assunta come possibile rimedio della crisi d’identità del calcio italiano, sull’onda del post fallimento del Mondiale di Sud Africa 2010, e sull’esigenza di dare una svolta in una situazione difficile.

    La decisione in questione, però, non è mai stata condivisa dai club, che – nelle parole di Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A – esprimevano nello scorso mese di Luglio il loro grande disappunto: “Riteniamo che questa conclusione lasci l’amaro in bocca e non risolva i problemi del calcio italiano. E’ solo fumo negli occhi e rischia di essere il cosiddetto topolino partorito dalla montagna. La nostra posizione spingeva per restare con la situazione esistente, con la volontà di varare un progetto organico a più largo respiro. Non condividiamo questo approccio, perché il mercato è già aperto e si rischia di creare problemi a diverse società. Gli extracomunitari, tra l’altro riguardano quasi esclusivamente proprio i club del massimo campionato”.

    Il provvedimento voluto da Giancarlo Abete, anche in accordo con il presidente dell’Associazione Allenatori Sergio Campana, era indirizzato ad una maggiore valorizzazione dei vivai italiani, limitando gli innesti degli stranieri nei club, per risollevare il movimento calcistico in un momento di aperta crisi. 

    Ancora oggi, però, a distanza di diversi mesi, quella decisione non pare gradita alla gran parte dei presidenti, ed in particolar modo a Maurizio Zamparini e Lotito, grandi scopritori di talenti stranieri e soprattutto sudamericani. Ma anche gli altri club continuano a criticare tale decisione, ritenendola una delle possibili cause della ridotta competitività delle squadre italiane nelle coppe Europee, problematica risolvibile esclusivamente adoperando le medesime regole degli altri club continentali, unico modo per poter duellare ad armi pari.

    In particolare, Adriano Galliani, Beppe Marotta e Pantaleo Corvino (sostenitore del completo accesso al mercato degli extracomunitari) risultano essere i più determinati contestatori della regola, ed appaiono fermamente convinti nel voler affrontare la questione e risolverla, per ritornare dalla prossima stagione alla quota di due extracomunitari tesserabili, e poter accedere, così, più agevolemente ai mercati sudamericani ed africani per rafforzare i propri organici.

    Nel prossimo consiglio federale, dunque, la questione potrebbe essere affrontata, ed i principali club appaiono ottimisti in merito ad una risoluzione positiva: infatti, fonti vicine sia al Milan che alla Juventus sostengono la fiducia in tal senso di Adriano GallianiBeppe Marotta.

    Non è casuale, comunque, la scelta della tempistica per sollevare la spinosa questione in consiglio federale. La mancanza di competività dei nostri club nelle competizioni europee appare chiara proprio in questi giorni, anche sull’onda negativa della pesantissima sconfitta casalinga dell’Inter (2-5) subita nella partita di andata dei quarti di finale della Champions League contro lo Shalke 04, ma anche constatando l’eliminazione precoce di Roma e Milan dalla Champions League (già agli ottavi di finale) e la totale assenza delle squadre italiane dalle fasi finali dell’Europa League.

    L’eliminazione o la riduzione dei paletti sugli extracomunitari potrebbe essere la chiave di volta per ritornare ad essere protagonisti del calcio europeo e mondiale come accadeva in passato? Probabilmente no, ma – nella confusione generale del nostro sistema calcio – qualunque provvedimento innovatore potrebbe apparire risolutore: anche una decisione che innovatrice non è, poichè consisterebbe nel ripristinare lo status quo della scorsa stagione.  

  • Carraro, “il nuovo che avanza…” Ditemi che è un sogno

    Carraro, “il nuovo che avanza…” Ditemi che è un sogno

    Maurizio Beretta il luminare a cui più o meno un anno e mezzo fa la serie A aveva affidato la presidenza della Lega Calcio sicuri di aver trovato il Messia se ne và accettando la proposta di Unicredit tornando nel suo mondo.

    A memoria non ricordo a dire il vero una decisione strategica per ridar vigore al calcio italico, ma dalle arcane polemiche arbitrali ai vetusti stadi è calma piatta. Ma se tra ambientamento e tempi fisiologici aspettavamo ancora che Beretta togliesse qualche coniglio dal cilindro, i nomi del suo ipotetico successore mi fanno rabbrividire.

    In Italia i talk show si riempono la bocca nella necessità di un ricambio generazionale ma poi, nelle scelte, si predilige sempre affidarsi alle minestre riscaldate. Se si pensa che per le Olimpiadi di Roma la prima scelta era Montezemolo e la seconda Pescante non ci possiamo meravigliare se come traghettatore spunta il nome di Franco Carraro.

    Incredibile vero? Franco Carraro un giovane 71enne pronto a rilanciarsi nel mondo del calcio. Per fortuna presidenti come Preziosi e Cellino hanno subito messo il divieto, discutibile la posizione di De Laurentiis, a parole contro il sistema ma poi possibilista nel reintegro di un burattinaio…c

  • Beretta sceglie Unicredit, la Lega Calcio cerca un traghettatore

    Beretta sceglie Unicredit, la Lega Calcio cerca un traghettatore

    La parola traghettatore è sempre più d’uso nel mondo del calcio italiano, la Roma ha scelto Montella per traghettare la società dalla presidenza Sensi a quella Di Benedetto, la Juventus cerca la medesima soluzione per sostituire l’imbarazzante Del Neri fino al termine della stagione per poi ripartire con un nuovo progetto.

    E’ di oggi la notizia che anche il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta ha rassegnato le dimissione accentando l’incarico di Unicredit. A riferilirlo è il presidente Cellino ”Maurizio Beretta ha annunciato di avere accettato l’incarico per Unicredit, quindi ora dobbiamo trovare un traghettatore che guidi la Lega di Serie A fino al 30 giugno”. Come da copione ha anticipato la ricerca di un traghettatore fino al termine della stagione. Nel calcio come nell’economia ci sarebbe bisogno di scelte am ahimè si preferisce spostare sempre in avanti l’asticella.

  • Sciopero sempre più vicino, si decide il 30 novembre.

    Sciopero sempre più vicino, si decide il 30 novembre.

    Anche nell’ ultimo incontro, tenutosi in giornata tra le parti in causa, non sembra esservi schiarita all’ orizzonte della stipula del contratto collettivo dei calciatori e lo sciopero è ormai situazione molto vicino alla realtà.

    Infatti entrambe le parti, rappresentate dal segretario generale dell’ AIC Gianni Grazioli e dal Presidente della Lega Serie A Beretta, restano ferme sui propri punti e l’ ultimo tentativo per scongiurare il tanto temuto sciopero, verrà effettuato dalla Federcalcio.

    “Lo sciopero resta dietro l’angolo e il 30 novembre prenderemo le nostre decisioni”. Così Gianni Grazioli, segretario generale dell’AIC, dopo l’incontro avuto oggi con il Presidente della Lega Serie A Beretta e il Presidente federale Abete. “La federcalcio – ha precisato Grazioli – vuol fare un ultimo tentativo ed entro la fine della settimana ci proporrà un accordo sugli otto punti di cui si è molto discusso dall’inizio delle trattative, osserveremo con attenzione il documento che ci sottoporrà Abete, ma restiamo contrari sui fuori rosa e sui trasferimenti obbligatori”.

    Con molta probabilità, quindi, il 30 novembre verrà indicata la data dello sciopero salvo miracoli da parte di Abete, presidente della FIGC.