Tag: maurizio beretta

  • Maglia Juventus 30 sul campo, la Lega approva

    Maglia Juventus 30 sul campo, la Lega approva

    La maglia della prossima stagione 2012-2013 per la Juventus probabilmente diventerà un must per i tifosi, considerando la presenza del tricolore ritrovato dopo lunghi anni di assenza, della frase ad effetto di Giampiero Boniperti, ricamata dietro il colletto, “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” ma, soprattutto, dello slogan dell’orgoglio bianconero, quello dei “30 sul campo” riferendosi, naturalmente, agli scudetti conquistati, ostentandoli “nero su bianco”, escogitando una modalità originale di sostituire le tre stelle.

    Nell’incertezza iniziale – subito dopo il trionfo scudetto – fra desiderio di rivendicazione di ciò che appartiene e che le sentenze del post-Calciopoli hanno cancellato e la volontà di lasciare il segno, il presidente Andrea Agnelli aveva annunciato una soluzione che avrebbe stupito i tifosi.

    In realtà, la rinuncia alle tre stelle inizialmente ha deluso i sostenitori più “infervorato” ma, ora, pare sia stata comunque apprezzata, anche perchè (maglie di gioco a parte) chi acquisterà la nuova maglia riceverà un kit con due speciali patch, uno con il tricolore, ed uno con la fatidica scritta “30 sul campo”, da poter applicare a piacimento oltre che la possibilità, negli Juventus Store, di applicare in aggiunta proprio la terza stella per rendere la maglia dei tifosi “un pezzo davvero unico”, come riporta il sito ufficiale del club bianconero.

    Il presidente Lega Calcio Maurizio Beretta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Una via diplomatica per evitare lo strappo con la Lega Calcio che, già subito dopo la festa scudetto bianconera, aveva intimato che le tre stelle sulla divisa ufficiale non sarebbero state “conformi”, anche se, poi, tale dibattito, si è trasformato soltanto in una sterile polemica.

    Il “30 sul campo”, invece, ha ottenuto proprio in queste ore il benestare della Lega Calcio, che, per voce dello stesso presidente Maurizio Beretta, ha annunciato l’approvazione dell’adozione del nuovo logo, su parere dell’ufficio legale.

    Il club juventino, dunque, ha subito provveduto a depositare il nuovo logo che, sempre secondo il presidente Beretta “non presenta controindicazioni”.

    Ne sarà contento il presidente Andrea Agnelli, ma anche la Nike che già si sfrega le mani in prospettiva delle prossime vendite del suo prodotto.

  • Recupero 33 giornata Serie A dissidi tra club e Lega Calcio

    Recupero 33 giornata Serie A dissidi tra club e Lega Calcio

    La scelta coraggiosa e saggia del presidente Abete di fermare per un intero week end il calcio giocato per commemorare nel migliore dei modi la tragica morte di Piermario Morosini ha per una volta messo tutti d’accordo. Giocare dopo aver visto e rivisto il video e aver appreso la notizia sarebbe stato difficile per chiunque, per chi Piermario Morosini lo conosceva e ne apprezzava le doti umane anche prima che di atlete e di chi invece ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo solo in questi ultimi due giorni scoprendo la drammatica e triste vita del giocatore. Come si suol dire in questi casi “the show must go on”, purtroppo o per fortuna infatti bisogna tornare a parlare di calcio giocato e il primo “problema” in agenda è il recupero della 33esima giornata di serie A. La finestra utile e scelta è quella del 25 aprile ma tra Lega Calcio e club sembra esserci in atto un braccio di ferro sulle modalità di recupero e per questo oggi alle 18 ci sarà un consiglio di Lega straordinario per cercar di trovare un compromesso.

    Recupero 33 giornata serie A, le posizioni. La voglia della Lega Calcio è quella di far scivolare in avanti l’intero calendario spostando a domenica prossima la giornata rinviata, quella di Milan Genoa e Cesena Juventus per intenderci e continuare poi come da calendario nelle successive giornate. Sulla proposta della Lega i club non sembrano esser tutti d’accordo in molti chiedono infatti il rispetto del regolamento recuperando la 33esima giornata il 25 aprile e riprendendo il campionato il prossimo week end con dalla 34esima giornata con Juventus Roma e Milan Bologna.

    Qual è la soluzione giusta? E quella giusta è anche quella migliore? Dalle indiscrezioni pare ci siano quattro club che per motivi al momento misteriosi ma sicuramente di opportunità pretendono il rispetto del regolamento mantenendo le date in calendario e recuperando il 25 la giornata non disputata. Un rinvio come quello di questa domenica è davvero un eccezione per il nostro calcio e partendo da questo presupposto forse sarebbe opportuno far l’ennesimo strappo alla regola e alla consuetudine spostando in avanti il calendario e lasciare il weekend del 14 e 15 aprile solo in ricordo di Piermario Morosini. Questa sera alle 18 a Milano è indetto un consiglio federale straordinario con la possibilità di intervenire telefonicamente per i presidenti che saranno impossibilità ad arrivare nella capitale.

  • Finale Coppa Italia, Juventus – Napoli a Roma

    Finale Coppa Italia, Juventus – Napoli a Roma

    La finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, in programma il 20 maggio, si disputerà allo stadio Olimpico di Roma. Si è risolta con una semplice telefonata dunque la querelle che durava da ieri tra il presidente della Lega Maurizio Beretta e quello del Coni Gianni Petrucci. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo la vicenda. Nella tarda mattinata di ieri infatti la Lega ufficializza la scelta di Roma come sede per la finale del 20 maggio ma non fanno i conti con il presidente del Coni Gianni Petrucci, infastidito dalle troppe diatribe tra i club riguardo alla scelta dell’Olimpico, secondo qualcuno addirittura considerando non adatto ad ospitare il match.

    Come se fosse un impianto diverso da quello che appena qualche anno fa ospitò la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United. “Stiamo pensando di non concedere lo stadio Olimpico – aveva dichiarato ieri Petrucci -. Troppi litigi, e poi non abbiamo ancora avuto la conferma”. Pronta la replica di Maurizio Beretta. “La finale di Coppa Italia è un evento di straordinario richiamo e merita uno stadio che consenta al maggior numero di tifosi di assistervi – aveva risposto -. Noi lavoriamo perchè questo si realizzi e abbiamo uno scambio formale di corrispondenza con il Coni per la disponibilità della tradizionale sede dello stadio Olimpico. Considerato lo straordinario richiamo di una sfida tra Juventus e Napoli, stiamo cercando di costruire tutte le condizioni perchè il massimo numero di tifosi assista all’evento. Mi pare evidente che la definizione di tutti questi aspetti è importante al fine della scelta. A tutela di tutti gli sportivi deve essere chiaro che nessun biglietto è ancora stato messo in vendita. Sarà la Lega ad avviare la procedura e ad annunciarla ufficialmente“.

    Gianni Petrucci © Paolo Bruno/Getty Images

    Nella mattinata di oggi, dopo le parole pepate di Beretta, Petrucci è stato protagonista di una controreplica. Una risposta che sembrava aver chiuso definitivamente le porte dell’Olimpico alla finale tra le due squadre, ironia del destino, di fronte proprio domenica sera per il match di campionato. “Per noi il discorso è chiuso, pensassero ad un altro stadio. Pensavo che le lettere di richiesta per l’utilizzo dello stadio e le riunioni svolte dalla Lega all’Olimpico fossero ufficiali, non formali. Altrimenti non avrei nemmeno risposto accogliendo le richieste. Beretta dimentica che l’anno scorso Inter-Palermo ha fatto registrare il tutto esaurito all’Olimpico. Ha voluto mettere una toppa ma non s’è accorto che è rimasto il buco” ha affermato Petrucci.

    Quindi la telefonata tra i due che finalmente ha risolto il tutto: la finale Coppa Italia tra Juventus e Napoli, il prossimo 20 maggio, si affronteranno all’Olimpico, e la decisione sembra trovare concordi anche le due società. “La Coppa Italia è definita da alcuni anni Coppa del Presidente della Repubblica quindi è naturale che la sede della finale sia a Roma. Appena tre anni fa si è disputata allo Stadio Olimpico la finale Barcellona Manchester United, non si vede per quale motivo non si possa giocare Juventus-Napoli” ha dichiarato il presidente dei bianconeri Andrea Agnelli. “Io sono d’accordo con Andrea Agnelli quando dice che bisogna giocare a Roma. Per noi l’importante e’ garantire la presenza dei nostri tifosi, quelli che hanno la tessera del tifoso ma anche i tanti che non la hanno, che sono venuti a sostenerci per tutta la stagione e che sono venuti con noi in giro per l’Europa” ha poi aggiunto Aurelio De Laurentiis a Radio Marte.

  • Serie A si parte il 26 agosto, bocciata l’idea Tommasi

    Serie A si parte il 26 agosto, bocciata l’idea Tommasi

    La Serie A 2012-2013 avrà inizio il prossimo 26 agosto. Questa la decisione presa durante l’assemblea di Lega tenutasi a Milano in mattinata, che ha visto la partecipazione dei dirigenti di Milan, Juve, Inter, Napoli, Parma, Catania, Udinese, Palermo, Lazio, Cagliari e Genoa. Tra le “grandi”, assenti Roma e Fiorentina.

    Il Consiglio è stato presieduto da Maurizio Beretta, il cui incarico scade al termine di questa stagione.

    All’uscita i presidenti delle società presenti hanno definito l’assemblea odierna come fra le più costruttive degli ultimi tempi, dove hanno prevalso educazione e rispetto.

    Oltre alla data inaugurale della prossima Serie A, si è discusso anche in merito allo stadio che ospiterà la finale di Coppa Italia fra Juventus e Napoli, in programma il prossimo 20 maggio. Stavolta però nessun accordo fra i club, decisione rinviata al prossimo Consiglio.

    Adesso è ufficiale. I nastri di partenza del prossimo campionato di Serie A verranno tagliati a fine agosto, quando si giocheranno i primi due anticipi. Cade così l’ipotesi che voleva un inizio anticipato di una o due settimane, come era stato ventilato dallo stesso Damiano Tommasi, attuale presidente dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori).

    maurizio beretta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    La proposta di far iniziare la Serie A a ferragosto aveva preso piede in questi ultimi giorni, un desiderio rimasto inascoltato. L’intenzione era quella di omologarsi agli altri campionati esteri, Premier, Bundesliga e Ligue 1, affinché le squadre italiane impegnate in Europa non fossero svantaggiate rispetto alle avversarie straniere.

    Rimane tutto come prima quindi, sebbene si corra il rischio di subire cocenti eliminazioni da parte di squadre nettamente inferiori a livello tecnico ma più reattive a livello fisico, come insegna la storia recente di Palermo e Roma, entrambe eliminate dall’Europa League all’inizio di questa stagione fin dai preliminari.

    Sconfitte che magari a livello di club non comportano traumi significativi (a parte il precoce esonero di Pioli), ma pesano come un macigno nel ranking europeo. In fondo a noi italiani i grandi stravolgimenti non sono mai piaciuti, meglio adagiarsi nel passato. Un pizzico di lungimiranza in più non guasterebbe però.

  • Tregua Milan Juventus, Galliani e Agnelli insieme in Lega pro Beretta?

    Tregua Milan Juventus, Galliani e Agnelli insieme in Lega pro Beretta?

    La santa alleanza tra Milan Juventus si riduce ad una mera questione terrena. Galliani e Agnelli hanno confermato di creare un duo inossidabile all’interno dell’assemblea di Lega. Moratti e gli altri presidenti ribelli di Serie A devono digerire l’ennesimo boccone amaro. Beretta è stato riconfermato presidente fino al termine della stagione, quando sarà discusso il nuovo statuto della Lega. A margine dell’assemblea il patron rosanero Zamparini si è detto scettico riguardo la presunta crisi dei rapporti fra la società rossonera e quella juventina. Il linguaggio politichese sortisce un effetto miracoloso sui nervi scoperti di Milan e Juve.

    Il palazzo ripiana la rissa verbale che si trascinava dal primo tempo del big match di sabato scorso, e accende un sole che non si vedeva da tempo (oggi a Milano giornata primaverile con 24° gradi). Avrà sicuramente destato scalpore l’improvvisa riappacificazione tra Agnelli e Galliani. La sottolineatura è d’obbligo perché il Milan e lo stesso amministratore delegato rossonero hanno chiarito che si tratta di una pace  strettamente personale tra la figura del numero uno bianconero e l’ad della società di Via Turati.

    andrea agnelli | © Dino Panato/Getty Images

    Non a caso l’intesa è stata ritrovata in prossimità di un giorno strategico importante, ovvero l’elezione del nuovo presidente di Lega. La posizione di Milan e Juve è riuscita a imporsi anche oggi. Confermato il dimissionario Beretta e l’ipotesi di un presidente interno affiancato da un amministratore interno (secondo quanto dichiarato dallo stesso Maurizio Beretta al termine dei lavori odierni).

    Tra coloro che non credono alla guerra descritta dai quotidiani sportivi c’è il patron rosanero Zamparini. Quest’ultimo infatti ha espresso tutte le sue perplessità in merito alla situazione creatasi in seguito al gol-fantasma di Muntari, dichiarando in maniera esplicita che “se c’è da spartire il bottino in Lega vanno d’accordissimo”, e ricordando come le due società in questione non siano abituate a ricevere errori arbitrali.

     

  • Serie A, Galliani vuole il rinvio di Milan Napoli. De Laurentiis dice sì

    Serie A, Galliani vuole il rinvio di Milan Napoli. De Laurentiis dice sì

    Adriano Galliani ha chiesto al presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta di rinviare il posticipo in programma domenica prossima alle 20.45 a San Siro fra Milan Napoli. Motivo per il quale l’ad rossonero ha inoltrato una lettera ufficiale al numero uno della Lega le condizioni avverse meteorologiche che stanno funestando nelle ultime ore tutta la penisola, in particolar modo il Nord Italia.

    Grandi difficoltà sono state registrate anche per il turno infrasettimanale previsto quest’oggi, con due partite (Siena-Catania, Bologna-Fiorentina) rinviate a data da destinarsi, dopo il rinvio che ha suscitato numerose polemiche da ambo le parti del match di ieri sera fra Parma e Juventus, con il Tardini dichiarato non a norma dopo le copiose nevicate che hanno interessato la provincia dell’Emilia.

    adriano galliani | © Claudio Villa / Getty Images

    D’accordo con l’appello lanciato da Galliani, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis si è detto favorevole al posticipo della gara che vedrà la propria squadra affrontare i rivali rossoneri a San Siro, con una temperatura prevista tra i -8 e -10 gradi, ed il rischio gelo assai concreto, pericolo numero uno per la sicurezza in campo dei calciatori e quella degli spettatori che andranno ad assistere alla partita.

    I maligni già ipotizzano però scenari tutt’altro che riconducibili alle vicende meteo. C’è l’ipotesi che il Milan voglia rinviare la partita per arrivare al match contro la Juve di Coppa Italia (in programma fra una settimana esatta a San Siro) con forze fisiche pressoché uguali a quelle dei bianconeri, che ieri sera hanno “riposato” a causa della decisione della Lega e del Prefetto di Parma di rinviare la partita (si pensa alla data del 7 marzo come giorno ideale per il recupero del match della 21^ giornata, quando sarà tempo del ritorno degli ottavi di Champions League). Anche il Napoli è “interessato” al posticipo della partita di domenica contro il Milan, considerato l’impegno infrasettimanale di Coppa Italia che vedrà i partenopei impegnati contro il Siena del tecnico Sannino.

    Attesa entro la serata di oggi, o al più tardi domani la decisione di Maurizio Beretta in merito all’appello di Adriano Galliani, spalleggiato quest’ultimo dal presidente del Napoli De Laurentiis.

     

  • Lega Calcio, Cellino e Zamparini abbandonano “non c’è legalità”

    Lega Calcio, Cellino e Zamparini abbandonano “non c’è legalità”

    Non c’è pace nella Lega Serie A. Nell’assemblea convocata questa mattina per eleggere il vice presidente c’è stato l’abbandono del presidente del Palermo Maurizio Zamparini e quello del Cagliari Massimo Cellino. I due hanno manifestato il proprio disappunto nei confronti di una situazione “anti-democratica” (come dichiarato dallo stesso numero uno rosanero). La contemporanea assenza di Roma e Fiorentina ha fatto saltare il quorum, fissato a 14, per l’elezione del numero due in Lega, ruolo ricoperto nel recente passato da Rosella Sensi. Dopo tre tentativi, i presidenti della massima serie si sono arresi, consegnando al genoano Enrico Preziosi una vittoria di Pirro.

    Maurizio Zamparini | © Tullio M.Puglia/Getty Images

    “NON C’E’ LEGALITA” – Pesante presa di posizione da parte dei due presidenti più famosi fra gli appassionati di calcio, etichettati dalla stampa nazionale con l’epiteto di mangia-allenatori (entrambi sono primi nella speciale classifica anche durante questa stagione, grazie ai due esoneri fin qui realizzati, con buona pace per Pioli, Donadoni, Ficcadenti, Mangia). Il patron rosanero ha affermato che insieme a Cellino non torneranno più in Lega fino a quando non verrà ristabilita la legalità, la democrazia.

    IL POMO DELLA DISCORDIA – I “ribelli” si domandano il perché l’assemblea dei presidenti di Serie A non affronti la questione della presidenza, sulla cui sedia è riposta la figura virtuale di Maurizio Beretta, virtuale perché lo stesso Beretta ha presentato da alcuni mesi le dimissioni dopo l’autentica rivolta di quasi tutti i presidenti di A lo scorso novembre, i quali lo accusavano di immobilità (anche a seguito della vertenza con l’Assocalciatori per il varo del nuovo regolamento collettivo). L’ennesima occasione “sprecata” dai colleghi ha mandato su tutte le furie Zamparini e Cellino, spesso uniti nelle battaglie sindacali all’interno della Lega. Riusciranno insieme a mandare in tilt i lavori dell’assemblea e spingere dalla loro parte la maggioranza dei club ottenendo così una vittoria diplomatica storica per i club “minori” ?

  • Serie A, le nuove alleanze. Zamparini alleato di Paolillo

    Serie A, le nuove alleanze. Zamparini alleato di Paolillo

    Le esternazioni di Ernesto Paolillo di ieri sulla precarietà della posizione del presidente di Lega Calcio Maurizio Beretta dovevano per forza di dar vita ad un nuovo scontro tra i presidenti di serie A. Il consiglio federale d’urgenza convocato dal presidente Beretta ha mandato su tutte le furie l’ad nerazzurro provocando una nuova protesta tra i presidenti di serie A.

    Maurizio Zamparini | ©Getty Images

    Il primo a commentare la parole di Paolillo ieri è stato Preziosi schierandosi però dalle parte di Beretta e vedendo nelle parole del dirigente dell’Inter un tentativo per arrivare alla carica. Al momento però ad esprimersi a favore della “mozione Paolillo” sono il presidente del Siena Mezzaroma, il patron del Cagliari Cellino, Pozzo per l’Udinese, i fratelli Della Valle e quindi la Fiorentina e il presidente del Napoli De Laurentiis.

    A chieder la testa di Beretta è anche il patron del Palermo Zamparini che ha visto nella modifica della norma 22 del Noif un norma ad ok per salvare la carica del presidente Lotito.

    “Lotito si sa muovere molto bene. Io mi batto da anni su questa questione di principio, ma il fatto che venga fatto tutto in fretta per favorire Lotito, è fuori dal normale. Io ho sempre sostenuto che l’articolo 22 vada modificato, ma solo ora vengono fuori queste contrapposizioni e anche Paolillo si chiede proprio questo: perché occuparsene ora? Perché riguarda Lotito?”

    Ricordiamo che il presidente Beretta è dimissionario da presidente della Lega di Serie A da diversi mese ma ancora incomprensibilmente non si è riuscito a trovare un sostituto. Lo stesso presidente poi sta rimandando ancora l’incontro decisivo per il rinnovo del contratto collettivo con l’Aic facendo temere ad una nuova serrata che farebbe perder ancor più credibilità agli occhi dei tifosi in un momento di gravi difficoltà per il paese. Pare oltretutto che il presidente del Coni Petrucci sia rimasto deluso dell’atteggiamento del presidente della Lega di Serie A in un momento in cui si cerca di riportar il sereno nell’ambiente.

  • Paolillo chiede la testa di Beretta. La Lega si spacca

    Paolillo chiede la testa di Beretta. La Lega si spacca

    Altro che tavolo politico. La Lega Calcio continua ad esser una lobby dove ogni società e presidente prova a tirar l’acqua al suo mulino proprio come avveniva prima dello scandalo Calciopoli e la dimostrazione evidente la si è avuta per la seconda volta in pochi mesi. Ernesto Paolillo apre una nuova crepa tra i presidenti di serie A divisi prima sui diritti tv si trovarono poi uniti per combattere contro l’Aic per il rinnovo del contratto collettivo per disunirsi adesso intorno al “salva Lotito”, vale a dire la modifica della norma 22 noif per far si che il presidente della Lazio possa continuare a svolgere le sue funzioni. Ma procediamo con ordine.

    Il tavolo politico chiesto da Agnelli

    Dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Napoli e l’istanza di non competenza del Tnas all’esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006. Il presidente del Coni Petrucci ha tuonato contro l’overdose di ricorsi e polemiche nel nostro calcio definendo l’intero arco temporale come una sorte di “doping legale”. La parole hanno smosso la coscienza di Andrea Agnelli che invece di paventare l’ennesimo procedimento, questa volta ai tribunali civili, ha cercato un tavolo di confronto politico per dirimere le controversie del passato e metter mano alle riforme necessario per restare ancorati ai maggiori campionati europei. L’invito accolto da Petrucciha ricevuto seppur con qualche remora l’adesione di Massimo Moratti e del presidente Abete.

    Maurizio Beretta | ©Getty Images

    Il Lega però si è distratti dal “salva Lotito”

    Da una parte i presidenti sembrano entusiasti di un tavolo di confronto e illuminato dall’altro però fanno di tutto per tenersi ben stretta la propria poltrona. Il dispositivo del giudice Casoria ha come conseguenza non solo la conferma della condanna di Moggi ma la squalifica dei fratelli Della Valle, di Mencucci e di Claudio Lotito. Proprio intorno alla poltrona di quest’ultimo è nato l’ultimo contenzioso, il presidente dimissionario Beretta ha indetto infatti d’urgenza un consiglio federale proprio per la modifica dell’art.22 delle Noif ricevendo sette voti a favore ed uno solo contrario, quello dell’Inter.

    Paolillo chiede le dimissioni di Beretta

    La conseguenza del consiglio federale d’urgenza si è avuta poi in serata quando Ernesto Paolillo, ad dell’Inter, ha tuonato contro il presidente Maurizio Beretta chiedendone la “testa”“È un gesto ad hoc per il presidente della Lazio Claudio Lotito, non può rappresentare la Lega di Serie A e sarebbe stato di buon gusto da parte sua autosospendersi in attesa dell’esame della riforma dell’art. 22 delle Noif. -Paolillo continua- “C’è una sempre più diffusa richiesta da parte delle società di cambiare il presidente per averne uno focalizzato solo sulla Lega, nella prossima assemblea vedremo cosa pensano anche gli altri club, ma è urgente che la Lega cominci a discutere dei problemi seri del calcio e non, come ha fatto per per un anno in maniera confusa e deprimente di diritti tv, e adesso delle Noif. Ieri – ha continuato – ho contestato a Beretta di aver convocato d’urgenza un consiglio per affrontare una materia di competenza dell’assemblea al solo fine di ottenere più facilmente la maggioranza, e di avere cambiato l’ordine del giorno per parlare solo del caso Lotito”.” (dichiarazioni tratte dalla Gazzetta.it)

    Le reazioni. Preziosi “Paolillo aspira alla presidenza”

    Ovviamente non si sono fatte attendere le reazioni. Il primo a “difendere” il presidente Beretta è Enrico Preziosi “Mi sembra ci sia una congiura verso Beretta, lui è già dimissionario, forse Paolillo ha lui ambizioni di fare il presidente della Lega. – Il patron del Genoa continua- “Ieri in Lega nessuno ha avuto nulla da dire al riguardo e poi fuori con i giornalisti si dicono delle cavolate. Forse quelli dell’Inter si sentono in debito di dire certe cose. Trovo questa uscita fuori luogo. A chi ha fatto male Beretta non si è ancora capito. Questo comportamento di Paolillo non solo non è lineare, ma mi sembra mellifluo, cioè senza ossa, non lo trovo giusto. Da lui non me lo sarei aspettato e ne prendo atto“. Dalla parte di Paolillo si schiera anche il presidente del Siena Mezzaroma “Sono convinto anche io che la Lega si debba dotare di organi rappresentativi forti. Bisogna ridare forza e voce agli elettori”.

  • Sentenza Calciopoli, il salva Lotito divide Lega e Federazione

    Sentenza Calciopoli, il salva Lotito divide Lega e Federazione

    La Sentenza Calciopoli emessa dal giudice Casoria nelle stanze del Tribunale di Napoli seppur di primo grado e quindi parziale ha delle conseguenze immediate che in questi giorni tengono banco costruendo nuovi dissapori tra i vertici del calcio italiano. Se l’esclusione dai “colpevoli” della Juventus ha perorato la causa del presidente Agnelli presentando ricorso e risarcimento danni al Tar del Lazio gli altri “colpevoli” come Claudio Lotito, i Della Valle e Mencucci dichiarano battaglia. La norma 22 bis delle Noif prevede la sospensione dei dirigenti di società in caso di condanna, anche di primo grado, per frode sportiva, sospensione che decade ovviamente in caso di assoluzione.

    Maurizio Beretta | ©Getty Images

    La Lega Calcio per salvare “i colpevoli” e sopratutto Claudio Lotito si è mossa chiedendo di rivedere la norma permettendo al presidente di mantenere gli incarichi fino a quando non sia acclarata la colpevolezza. A perorare la causa pare ci siano molti presidenti, ovviamente Andrea Agnelli, meno sicuro invece l’adesione di Galliani e Moratti ma c’è sicuramente il presidente Maurizio Beretta che da dimissionario e quasi sempre assente ha trovato il tempo di occuparsi del problema scrivendo una lettera nella quale invita la Federazione e di conseguenza il Coni invitando a modificare l’articolo per le evidenti incongruenze.

    “” L’articolo mostra incongruenze e contraddizioni: ci vuole una riflessione. Non si sa infatti cosa succede se c’è la prescrizione, e poi bisogna considerare che il calcio muove grandi interessi economici e quindi ci vogliono condizioni uguali a quelle di altri settori dove gli effetti delle sentenze diventano esecutivi solo in caso di condanna passata in giudicato. Alla luce dell’importanza economica delle imprese del calcio, è giusto allinearle a quelle di tutti gli altri settori economici: quindi è giusto che gli effetti sulle cariche dirigenziali avvengano solo a fronte di sentenze passate in giudicato”

    Come spesso accade in Italia, dunque, si cerca sempre il cavillo per non applicare una norma che, ci tengo a precisare, si conosce sin dall’ingresso del mondo del calcio e che la sua stipula è di ben 18 anni fa. Se la Lega di A tentenna mostrano più decisione quelle di B e Dilettanti avendo già provveduto alla sospensione di Lillo Foti, presidente della Reggina, e Massimo De Santis, dirigente del Palestrina.

    Di parere opposto sembra esser il presidente Abete che ha dato mandato alla Corte Federale per stabile se gli incarichi di Lotito in Federazione decadono o posson esser mantenuti ma ha tenuto a precisare “La sospensione dei dirigenti da incarichi sportivi è automatica ma è in corso un approfondimento. La Figc non è mai stata faziosa, in questo momento servono stile, coerenza e capacità di proporsi”.

    La Sentenza Calciopoli dunque continua e continuerà a far rumore perorando la certezza che il calcio italiano si porterà ancora per anni il fardello e l’incubo di questo grande scandalo.