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  • Mattia Martini nuovo manager del Verona

    Mattia Martini nuovo manager del Verona

    Cambio nel mondo del calcio femminile, Mattia Martini lascia la Fiorentina per passare nelle file delle vicecampioni d’Italia del Verona con il ruolo di consulente e manager di calcio mercato.

    Già contattato in passato da “Il Pallonaro” per commentare risultati e dare un giudizio sulla stagione del calcio femminile, in questa occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare Mattia Martini per conoscere meglio le motivazioni della scelta e le sue ambizioni di fronte a questa nuova avventura.

    Ciao Mattia dopo tanti anni a Firenze, dalla prossima stagione ti vedremo lavorare nelle file del Verona, raccontaci le motivazioni che ti hanno portato a questa scelta.

    Sono state delle decisioni lucide, che mi hanno portato a scegliere uno dei club attualmente più titolati della Serie A da cui ripartire e mettermi in gioco. Al netto di altre richieste, italiane e non, il progetto di una piazza ambiziosa come Verona mi ha immediatamente interessato e coinvolto: subito il primo impegno ufficiale con la Supercoppa Italiana in ballo, la Champions League e poi una Serie A ed una Coppa Italia da giocarsi da protagonisti. Sono tutti obbiettivi di spessore e caratura, soprattutto per un giovane ventenne. Proprio alla luce di ciò vorrei ringraziare il tecnico Renato Longega, per la chiamata e la fiducia dimostrate nei miei confronti, che spererò di ripagare mettendo a disposizione del club tutta la professionalità, la cura e l’attenzione al particolare richiesti.

    Quali sono le tua ambizioni e speranze di fronte a questa nuova avventura?

    In primis mettersi a disposizione del tecnico e del club, lavorare per cercare di puntare a vincere in maniera lucida e priva di ossessioni, con la giusta tranquillità ma anche con le dovute motivazioni e l’usuale mordente. Secondo, non nascondo che vincere a Verona, oltre a svolgere al meglio il mio incarico, avrebbe un gusto molto particolare.

    Cosa porti con te della tua avventura fiorentina?

    Di Firenze porterò tutto, racchiuso in un‘unica parola: Il Viola. Non vi è termine più importante che possa condensare tutte le emozioni, le gioie ma anche i momenti negativi, che ho vissuto con il giglio. Il ringraziamento più grande, sicuramente, lo devo al tecnico Sauro Fattori: assieme a lui sono cresciuto ed è grazie a lui se, ad oggi, sono maturato calcisticamente e non solo. Un sentito e sincero “In Bocca al Lupo” al mister, al Presidente Sandro Mencucci ed a tutta la Fiorentina Women’s.

  • Calcio Femminile: l’analisi di Mattia Martini

    Calcio Femminile: l’analisi di Mattia Martini

    La stagione di Serie A di calcio femminile ha chiuso i battenti solo qualche giorno fa e per fare un resoconto sul campionato appena concluso, ci siamo rivolti a Mattia Martini, grande conoscitore del calcio femminile, manager e consulente di calciomercato in Italia ed esperto anche di calcio estero.

    Ciao Mattia, iniziamo questa chiacchierata analizzando la stagione appena conclusa. Molti lo hanno definito come uno dei campionati più belli ed intensi degli ultimi anni, il Brescia ha vinto, il Verona è in Champions, verdetti giusti?

    Uno dei più coinvolgenti, appassionanti, degli ultimi anni. Il Brescia ha legittimato tutta la propria dimensione di mattatrice italiana ed ha rinforzato il proprio profilo in ambito europeo, il Verona ha dato una prova di forza a tutta la Serie A, essendo la squadra più titolata d’Italia: chi è abituato a vincere affronta in maniera diversa certe situazioni e, pur con numerose problematiche, ha conquistato la Champions. I verdetti di un campionato sono sempre giusti.

    Quale squadra ti ha stupito maggiormente e quale invece non ha reso, a tuo parere, per le aspettative del precampionato?

    La Res Roma, su tutte, penso sia stata la squadra più abile ad interpretare il campionato. Nonostante la rosa corta e quasi completamente U19 ha espresso sempre il proprio credo calcistico ed ha ottenuto esiti importanti e positivi contro Big come Verona, Mozzanica e Tavagnacco. La delusione forse un po’ la piazza bergamasca… Chi ha un attaccante davanti da oltre 30 gol a stagione è chiamato a far di più di un quarto posto.

    Vittorio Veneto e Sudtirol salutano la Serie A dopo una sola stagione, è ancora così ampio il divario tra A e B, oppure il Luserna dimostra che anche le matricole possono riuscire a salvarsi?

    Nel calcio, sopratutto in un campionato, vince, va in Champions, si salva e scende chi merita e demerita. Se parlassimo di Coppa Italia potremmo tirare in causa molti fattori, ma in questo caso non è il caso. La differenza vi è ed è netta ed importante, però tranquillamente colmabile con il minimo sforzo numerico ed economico e la massima oculatezza in sede di calciomercato.

    Proviamo a costruire una top 11 di questo campionato, schierandole con un 4-3-3, scegliendo un portiere, due difensori centrali, due esterni, tre centrocampisti e tre attaccanti.

    “Ho preso visione tra Coppa Italia, Serie A e Champions League quasi a 41 partite, per cui penso di avere un’idea chiara nell’affermare:

    Porta: Ceasar (Brescia)

    Difensori Centrali: Linari (Brescia) – Gama (Brescia)

    Terzino destro: Guagni (Fiorentina)

    Terzino sinistro: Bartoli (Mozzanica)

    Centrocampisti: Cernoia (Brescia) – Carissimi (Verona) – Ek (Fiorentina)

    Attaccanti: Girelli (Brescia) – Giacinti (Mozzanica) – Caccamo (Fiorentina)

    Il Brescia ha disputato una buona Champions arrendendosi solo al Wolfsburg nei quarti di finale. Siamo ancora distanti dalle grandi d’Europa oppure pian piano si stanno facendo passi avanti?

    Il Brescia si è rivelata una squadra di dimensione e caratura europea, che ha fatto gioire l’Italia sino ai Quarti di Finale di Champions, eliminando in prima battuta il Liverpool, mettendo K.O. il Fortuna ed arrendendosi solo alla finalista Wolfsburg. Logico che chi investe di più, chi ha maggiore gettito economico, vince quasi sempre.
    Ad oggi l’Italia non ha gli stessi budget dei maggiori club europei. È un dato appurato.

    A proposito di Champions League, saranno proprio le tedesche del Wolfsburg a giocarsi la finale al Mapei Stadium, contro il Lione. Pensì sarà il momento delle francesi per prendersi la rivincita dopo il k.o. del 2012/13 oppure il Wolfsburg proseguirà la striscia di vittorie tedesche?

    Lione è d’altra categoria: numero uno vero, difesa che scappa quando puntata ed impeccabile nei movimenti coordinati, centrocampo di qualità ed interdizione, attacco da almeno due reti a partita.
    Quest’edizione della Champions la vedo tinta dei colori francesi.

    Facciamo un salto in avanti, nell’estate 2016 si disèuterà il torneo olimpico, vedi ancora gli Stati Uniti favoriti oppure Brasile ed europee potranno recitare il ruolo di temibili antagoniste?

    USA favoriti, ma attenzione alla Francia! Ad inizio anno, nella tournee in Nord America, ci dimostrò, proprio contro un avversario come la Germania, tutte le sue potenzialità, sia di gruppo, sia per i singoli talenti.

    Ritorniamo nei confini nazionali, vista la tua esperienza, ci vuoi dare qualche nome di giovani calciatrici italiane che potranno essere protagoniste in futuro?

    Se analizziamo le U19 abbiamo numerosissimi talenti, che, ahimè, dopo il Mondiale in Costa Rica U17, non hanno trovato più molto spazio nei club. A volte addirittura, quando infortunati, messi da parte.
    Bisognerebbe puntare più su questi talenti, sono il patrimonio del nostro calcio.
    Se dovessi porre all’attenzione un nome direi Giada Greggi, classe 2000, centrocampista della Res Roma. Di certa e sicura prospettiva.

  • Il calcio femminile raccontato da Mattia Martini

    Il calcio femminile raccontato da Mattia Martini

    Giovane ma già con grande esperienza nel mondo del calcio femminile, votato dal sito Calciodonne.it, nell’ambito del premio “Golden Girls”, come miglior Addetto Stampa della Serie A per la scorsa stagione, stiamo parlando di Mattia Martini.

    Mattia ricopre il ruolo fondamentale di collegamento tra la sua società, il Firenze, ed i mass media, un ruolo certamente delicato ma che esercita con estrema professionalità e passione.

    A due giorni dal termine della stagione 2014/15 di Serie A di calcio femminile, abbiamo deciso di intervistare Mattia Martini per conoscere meglio come sia nata la sua passione e cercare di analizzare il campionato e anche nel dettaglio l’annata del “suo” Firenze.

    Mattia Martini | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini.
    Mattia Martini | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini.

    Prima di tutto ti chiediamo cosa ti ha portato a seguire il calcio femminile, come è nata la tua passione?

    Penso che, essendo cresciuto ad Agliana, sia un qualcosa di innato. Come tutti sanno il comune dove sono nato è stato fino al 2007 una delle piazze più blasonate del nostro Calcio, che nel 1995, addirittura, con Carolina Morace, vinse lo Scudetto e nel 1996 la Coppa Italia.
    Mi sono avvicinato così tanto a questa realtà in quanto, intorno al 2010, a mio padre, fotografo libero professionista, commissionarono un servizio riguardo ad uno sport poco seguito dai mass media e lui scelse proprio il mondo femminile.
    Fu così che iniziò a seguire la formazione della Real Aglianese ed io insieme a lui, per aiutarlo.
    Da piccolo andavo a vedere le partite della vecchia Air Cargo Agliana, fino a che poi non vi fu la chiusura, ed a rivivere quegli ambienti, anche se in Serie C, divampò subito nuovamente la passione.

    Come ti trovi a Firenze, qual è il tuo rapporto con la società viola?

    Dovete sapere che io ero un accesissimo fan del Firenze, prima di approdare in maglia gigliata. Se avete dubbi su ciò chiedetelo alle stesse ragazze o alla dirigenza, sono stato addirittura in trasferta a Napoli, Brescia e Verona da tifoso, incitando con megafoni ed attuando veri e propri cori da stadio, sempre logicamente nel gran rispetto della formazione avversaria.
    Mi ricordo ancora che a Brescia il pubblico delle leonesse mi fece l’applauso e Cristian Peri, loro Dg, mi chiese “Ma dove trovi tutto questo fiato?”.
    A parte tutto il mio sogno era arrivare a vestire il Viola, poter dire che Capitan Orlandi era il mio Capitano… E ci sono riuscito.
    Ricordo ancora quando il 16 luglio del 2012 il Vice-Presidente Roberto Orlandi, sostenuto dal Presidente Andrea Guagni, mi chiamò per ragionare di un possibile incarico all’A.C.F.: non mi sedetti neanche e gli dissi subito di “Si”.

    E con le calciatrici?

    Ottimo. Penso che sia molto difficile non trovarsi bene in un gruppo che ha fatto della forza del collettivo una delle sue peculiari caratteristiche, sia in campo sia fuori. Ho la più completa disponibilità nel richiedere dichiarazioni e/o interviste, nel proporre qualsiasi tipo di iniziativa, nel richiedere servizi per testate giornalistiche o per altre società nel post gara… Il mio ruolo non è semplice però certo è che sono molto aiutato dalle ragazze.

    Veniamo ad un racconto di questa stagione partendo proprio dalla tua squadra, il Firenze giunto 4°, come giudichi il campionato appena concluso delle viola?

    Non vi può essere gioia più grande di vivere un campionato da protagoniste: meritando una posizione tra le prime della classe e legittimando un quarto posto giocato alla pari contro qualsiasi avversaria della giornata.
    Il gruppo è rimasto umile, consapevole delle proprie qualità ma conscio parallelamente dei propri limiti, la squadra ha esternato una grinta ed una sana cattiveria agonistica sfumature rivelatesi veramente importanti in determinati frangenti di stagione. Cosa dire? Il 9 in pagella è il voto minimo di una stagione fiorentina strabiliante.

    Parlando invece del campionato in generale, il Verona è campione d’Italia con un punto di vantaggio sul Brescia, a tuo parere possiamo parlare di una giusta vincitrice?

    Il detto “A volte non vince il migliore, vince solamente il più forte” in una competizione continua e prolungata com’è il campionato non si può nemmeno prendere in considerazione.
    In tali rush, infatti, vince chi se lo merita di più: chi è rimasto più concentrato, chi ha capitalizzato al meglio le occasioni di sorpasso registrate a proprio favore, chi ha stoccato più cinicamente di fioretto negli scontri diretti…Comunque sia, secondo me, Champions e Nazionale hanno influito molto nella corsa Scudetto. Se ci fate caso ogni passo falso delle leonesse è avvenuto in concomitanza di un rientro del gruppo lombardo o di atlete lombarde da tali eventi.

    Mattia Martini | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini.
    Mattia Martini | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini.

    Quale squadra possiamo definire sorpresa della Serie A?

    Il Firenze, senza dubbi. Attenzione però: sorpresa in quanto rivelazione, non accezione di casualità di risultati.
    Tutto ciò che abbiamo conquistato è frutto di dedizione e sacrificio, di un costante e crescente miglioramento, ottenuto con il lavoro sul campo e non solo.

    C’è una calciatrice, tra tutte quelle affrontate, che ti ha colpito?

    Un gol decisivo a Firenze che salvò il Verona dalla sconfitta, il 2-0 momentaneo che poi regalò un punto alle scaligere, dato il 2-2 finale all’ombra dell’Arena.
    Parafrasando un’espressione di Arrigo Sacchi: “Giocare contro Panico è come giocare contro il tempo, perché sai che prima o poi segnerà o farà segnare.”

    Se tu potessi consigliare un acquisto tra le top player mondiali, chi ti piacerebbe avere nella tua squadra?

    Pensiamo ai nostri talenti, alla valorizzazione delle nostre giovani promesse, ve ne sono tante.
    Se potessi calare il poker d’assi, in prospettiva futura, metterei sul banco le carte Lisa Boattin, Manuela Giugliano, Flaminia Simonetti e Martina Piemonte… Quattro ragazze che godono della mia più profonda stima: come giocatrici e come persone.

    Veniamo ad un argomento, ahimè critico, la competitività del calcio italiano, cosa pensi che manchi per poter competere a livello europeo e mondiale?

    Il professionismo.

    E dal punto di vista mediatico? Qual è la tua opinione sulla visibilità del calcio femminile in Italia?

    Devo essere onesto, sincero. Rispetto a quando iniziai cinque anni fa nella Real Aglianese in C, dai mass media in generale, c’è molta più attenzione al nostro Mondo ed anche più interesse da parte della gente.
    A settimana ricevo circa una decina di richieste di interviste da testate giornalistiche online o cartacee alle nostre giocatrici, spesso mi inviano anche inviti ad eventi od a programmi televisivi locali e nazionali.
    Inoltre sembrerà strano ma qualche volta anche ai bar, da persone che conosco e che sanno che sono Addetto Stampa a Firenze, mi sento dire frasi del tipo: “Allora ho visto che siete in su in classifica!”, “Mamma mia ma Gabbiadini è proprio forte!”, oppure “Ieri eravamo a casa e c’era la nazionale femminile… Caspita giocate veramente bene!” od ancora “Conosci la ragazza che gioca in porta nell’Italia?”. Tutte situazioni che non mi trovavo a vivere in passato.

    Domanda personale, quali sono i tuoi sogni ed i tuoi obiettivi per il futuro?

    Vincere lo Scudetto in Viola.

    Un’ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti, secondo te perchè i nostri lettori dovrebbero iniziare a seguire il calcio femminile?

    Penso che ogni uomo, ogni individuo, viva di rapporti umani e credo che questo Mondo ne sia permeato, intriso. Sotto questo punto di vista ci si può solo arricchire e tale arricchimento ti porta ad un coinvolgimento emotivo che difficilmente, una volta entrati, ti permette di uscirne.