Missione compiuta, l’Italia guidata da Mister Antonio Conte vince sul campo dell’Azerbaigian e conquista la matematica qualificazione ad Euro2016.
Gli azzurri dopo aver sbloccato subito il match con Eder, ha commesso le consuete distrazioni viste anche in altre gare, ed ha subito il pareggio dei padroni di casa. Per fortuna di Conte e dei suoi, l’Azerbaigian ha palesato parecchi limiti e prima El Shaarawy sul finire del primo tempo e poi Darmian a metà ripresa, hanno messo al sicuro successo e qualificazione.
C’è sicuramente da migliorare sul piano del gioco, intanto però il primo passo è stato fatto, l’Italia la prossima estate sarà in Francia a cercare di conquistare il titolo europeo.
Veniamo al racconto della gara.
Conte opta per un 4-4-2 con Verratti e Parolo a metà campo sostenuti sull’esterno da Candreva, e non Florenzi, ed El Shaarawy. In attacco coppia Eder-Pellé.
Prosinecki, ancora imbattuto in gare ufficiali sulla panchina dell’Azerbaigian, schiera i suoi con un 4-1-4-1 che vede Gurbanov unica punta.
La partenza è buona con l’Italia propositiva ed un Azerbaigian in attesa. I padroni di casa sembrano pian piano crescere ma vengono puniti al 11° da Eder che controlla un lungo e preciso lancio di Verratti, si presenta davanti ad Agayev e lo batte. La reazione degli uomini in maglia rossa non si vede e al 15° Pellé ha la chance del raddoppio, salva Agayev in corner. L’Italia sembra in controllo, l’Azerbaigian non riesce a rendersi pericoloso, al 30° però un’indecisione del duo Bonucci-Chiellini costa cara agli azzurri, la palla arriva infatti a Nazarov che lascia partire il tiro che non lascia scampo a Buffon. La nazionale di Conte si lancia in avanti, creando qualche conclusione pericolosa. Il primo tempo sembra doversi chiudere in parità ma al 43° Candreva scatta sul filo del fuorigioco, si presenta davanti al portiere, mette in mezzo il pallone che El Shaarawy spinge in rete a porta vuota.
La ripresa inizia con un’Italia che nei primi minuti parte con il piede giusto e con la giusta concentrazione. Al quarto d’ora Eder ha l’occasione per chiudere la partita ma il suo pallonetto è salvato pochi passi prima della linea. L’attesa dura solo 5 minuti perchè al 65°, dopo l’ennesimo errore in disimpegno dei difensori di casa, Darmian lascia partire il tiro che vale il 3-1. La gara scivola via con il tranquillo controllo degli azzurri. A tre minuti dal termine Giovinco s’invola verso la porta ma viene steso da Huseynov che prende il rosso. Sulla seguente punizione la Formica Atomica centra la traversa.
AZERBAIGIAN – ITALIA 1-3 (11° Eder (I), 30° Nazarov (A), 43° El Shaarawy (I), 65° Darmian (I))
Strepitosa “Manita” delle squadre italiane in Europa League. Cinque squadre su cinque qualificate agli ottavi d’Europa League e per un calcio che ha dovuto soffrire parecchio in Europa negli ultimi anni, quella di stasera ha l’aria di una grande rivincita.
Cinque qualificazioni tutte diverse tra loro. La Fiorentina partiva con ottimismo ma il Tottenham faceva comunque paura, i viola hanno saputo soffrire e alla fine vincere quasi in scioltezza. Ha sofferto più del previsto l’Inter che ha potuto tirare il sospiro di sollievo solo al 87°. Il Napoli ha fatto poco più di una passerella, visto il netto successo dell’andata. Impresa vera e propria quella del Torino che ha espugnato il San Mames in un’altalena di emozioni. Successo teso ma meritato quello della Roma che in una gara, sospesa nella ripresa per le intemperanze dei tifosi di casa, ha saputo portar a casa un successo pesante a Rotterdam nella tana del Feyenoord.
Domani con i sorteggi scopriremo il destino delle nostre compagini, intanto però godiamoci a pieno una notte di rinascita del calcio nostrano.
Veniamo al racconto delle gare di oggi.
FIORENTINA – TOTTENHAM
In settimana, prima della gara, i dirigenti viola si erano raccomandati con i tifosi di non fischiarlo e lui, Neto, si è reso super protagonista e se la Fiorentina ha compiuto l’impresa dell’eliminare il Tottenham il portiere brasiliano ha tanto merito. Nel primo tempo infatti si assiste ad una viola troppo brutta che viene salvata dal proprio portiere che al 29° disinnesca un contropiede di Soldado andando ad arpionare il passaggio dell’attaccante ad un solissimo Eriksen. Nella ripresa però è tutta un altra Fiorentina, i ragazzi di Montella passano in vantaggio al 54° con Gomez che ben servito da Badelj, batte Lloris. Gli Spurs accusano il colpo e Salah al 71° piazza la rete che chiude il match. La viola non corre più rischi e il Franchi, pieno di gioia, festeggia il passaggio del turno.
L’Inter fatica più del previsto ma alla fine vince e porta a casa la qualificazione. Subito brivido in partenza con Carrizo costretto al salvataggio su Mackay-Steven. L’Inter pian piano cresce e al 36° si trova in superiorità numerica per l’espulsione di van Dijk. Il vantaggio di un uomo sembrerebbe spianare la strada per una goleada, così non è perchè il portiere Gordon si dimostra in grande serata. Il Celtic si compatta e cerca il contropiede, i nerazzurri spingono e trovano il gol che fa tirare un sospiro di sollievo ai tifosi solo al 87° quando Guarin s’inventa una gran conclusione, un missile imparabile per Gordon che vale successo e qualificazione agli ottavi.
INTER – CELTIC 1-0 (87° Guarin)
Inter (4-3-1-2): Carrizo; D’Ambrosio (80° Campagnaro), Ranocchia, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Hernanes (79° Kovacic); Shaqiri; Icardi, Palacio (88° Puscas)
Impresa granata al San Mames, in una serata ricca di emozioni, a gioire è il Torino che espugna lo stadio dei baschi e porta a casa la qualificazione agli ottavi. La gara si mette subito bene per il Toro che al 16° trova il vantaggio con un rigore, per fallo di Gurpegi su Vives, trasformato da Quagliarella. L’Athletic si butta in avanti e al 44° Iraola è abile a trovare la rete del pari. Gioia che dura poco perchè nel primo minuto di recupero Maxi Lopez trova il colpo di testa vincente per il nuovo vantaggio ospite. Nella ripresa Maxi fallisce il match point ed il destino sembra punirlo quando De Marcos al 61° riporta la gara in parità. Il cuore granata però è enorme e al 67° Darmian s’inventa un gran gol per il 2-3 che è come un colpo da ko per l’Athletic che non riesce sostanzialmente a far più paura al Torino che può così gioire.
ATHLETIC BILBAO – TORINO 2-3 (16° rig.Quagliarella (T) 44° Iraola (A), 45°+2 Maxi Lopez (T), 61° De Marcos (A), 67° Darmian (T))
Athletic Bilbao (3-5-2): Iago Herrerìn; Etxeita, Gurpegi (42° Inaki Williams), Laporte; Iraola, Beñat (70° Susaeta), San Josè, Rico (78° Unai Lopez), De Marcos; Muniain, Aduriz.
Allenatore: Valverde.
Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Gazzi, Vives, El Kaddouri (84° Farnerud), Molinaro; Maxi Lopez (73° Martinez), Quagliarella.
Allenatore: Ventura.
Arbitro: Liany.
FEYENOORD – ROMA
Partita tesissima alla vigilia e tesa anche in campo tant’è che già nel primo tempo l’arbitro ha dovuto sospendere il match per qualche minuto per il lancio di una banana gonfiabile. Nella ripresa poi lunga sospensione per lancio d’oggetti, uno dei quali avrebbe colpito il direttore di gara, dopo l’espulsione di te Vrede. Veniamo al racconto della gara partono meglio gli olandesi ma è Totti a sfiorare due volte il gol, con un cucchiaio fuori di poco ed una punizione che colpisce il palo esterno. Sul finire del tempo arriva il vantaggio della Roma con Ljajic bravo a girare in rete un cross di De Rossi. Nella ripresa il fattaccio, al 54° l’arbitro mostra il rosso diretto a te Vrede e parte il lancio d’oggetti che porta alla sospensione. Si riparte e il Feyenoord in 10 contro 11 pareggia con il neo entrato Manu che s’infila nella difesa giallorossa. La Roma reagisce quasi subito e al 60° Gervinho, servito da Torosidis, realizza sottoporta il 2-1. Gli olandesi ci provano con tutto l’orgoglio ma non riescono a riaprire la qualificazione che viene ottenuta dagli uomini di Garcia.
FEYENOORD – ROMA 1-2 (45°+1 Ljajic (R), 57° Manu (F), 60° Gervinho (R))
Feyenoord (4-3-3): Vermeer; Boulahrouz (55° Manu), Van Beek, Kongolo, Nelom; Clasie, Toornstra, El Ahmadi; Karsdorp, Kazim-Richards (30° te Vrede),Vilhena (84°Achahbar) .
Tutto facile per il Napoli che partiva dalla vittoria per 4-0 ottenuta in Turchia 7 giorni fa. I partenopei hanno fatto la partita anche al San Paolo e oltre al gol siglato da De Guzman al 19°, gli uomini di Benitez hanno avuto altre occasioni per render il passivo ancora più pesante. Praticamente inesistente il Trabzonspor.
NAPOLI – TRABZONSPOR 1-0 (19° De Guzman)
Napoli (4-2-3-1): Rafael; Mesto, Henrique, Britos, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon (75° Hamsik), De Guzman (69° Gabbiadini), Mertens; Higuain (63° Zapata).
Tutto facile nella gara di ritorno del terzo turno preliminare di Europa League per il Torino che allo stadio Olimpico si è sbarazzato agevolmente per 4-0 degli svedesi del Brommapojkarna già sconfitti per 3-0 una settimana fa a Stoccolma, raggiungendo i playoff dove nel sorteggio sarà tra le teste di serie.
La serata è stata impreziosita anche dai gioielli Darmian (dentro per tutta la gara ed autore del 2-0) e sopratutto Fabio Quagliarella che entrato al posto di Larrondo nella ripresa ha trovato il modo di segnare il primo gol ufficiale nel suo ritorno in maglia granata.
Come sempre Ventura manda in campo i suoi con il 3-5-2 con Moretti, Glik e Bovo in difesa, Molinaro e Darmian sugli esterni, Benassi, Nocerino e Perez in mediana con la coppia d’attacco confermata e formata da Barreto e Larrondo.
Gli svedesi schierano un 4-5-1 con Rexhepi lasciato unica punta e supportato in fase offensiva dagli esterni Bärkroth e Åsbrink.
Si parte e la gara si mette subito bene per il Torino con Jonsson che al 4° devia nella propria porta una parata del proprio portiere su tiro di Larrondo. Il raddoppio arriva al 37° quando un tiro-cross di Darmian viene sfiorato ancora da Jonsson e finisce in rete. Senza problemi i granata gestiscono il risultato e si va al riposo sul 2-0.
Nella ripresa si parte sotto una pioggia battente, il Torino prima sfiora il tris con Barreto dopo un solo minuto. Al 70° Bovo centra il palo su punizione. Al 80° rigore per il Torino per un fallo di mano in area, anche se sul proseguimento dell’azione Martinez aveva trovato il gol. Dal dischetto va Quagliarella che trasforma. Anche Martinez trova la gioia del gol segnando al 90° su cross di Molinaro.
Nella gara d’esordio al Mondiale, nel torrido clima di Manaus, tra Italia ed Inghilterra, si è messo in luce uno di quei calciatori che avrebbero potuto soffrire la gara in quanto esordiente in una competizione ufficiale per nazionali, stiamo parlando di Matteo Darmian.
La prestazione del difensore del Torino è stata di tale livello che ha lasciato stupiti gli inglesi, che probabilmente non conoscendolo bene si solo lasciati andare ad un “Who is Darmian?”.
Chi è Darmian? Un buon esterno che grazie alla stagione molto positiva fatta con la maglia granata, agli ordini di misterVentura, si è conquistato un posto nei convocati in Brasile e anche grazie alle prestazioni nelle amichevoli si è ritagliato un ruolo da titolare confermando tutte le sue qualità nel match d’esordio contro la squadra dei tre leoni.
Oltre le qualità sul campo, Darmian ha dimostrato anche sicurezza nell’esordio e così ha parlato a fine partita, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”:
Alla fine ero cotto. Il caldo e l’umidità si facevano sentire, ma come per noi c’erano anche per loro. Abbiamo portato a casa una vittoria importantissima per nostro cammino che ci porta entusiasmo, ora andiamo avanti così. Una vittoria epica? Non so, ma certamente importante contro un avversario tosto, forte. Siamo scesi in campo con la giusta motivazione e abbiamo fatto una grande prestazione. Se me l’avessero detto 8 mesi fa mi sarei messo a ridere, era il mio sogno di bambino, ma sinceramente non ci pensavo, dal primo giorno però ho messo impegno e umiltà per migliorare, è arrivata la convocazione, ora voglio sfruttare al massimo questa opportunità. Certo, all’inizio un po’ di tensione c’era, ma tutti i messaggi d’incoraggiamento che mi sono arrivati dall’Italia mi hanno dato la carica. Occhio però, perché il passaggio del turno non è ancora ipotecato, abbiamo visto che la Costa Rica è una squadra forte che merita rispetto. La vittoria? La vogliamo dedicare a Buffon e a Montolivo, che doveva essere qui con noi.
Ed ora sono tutti pazzi per Darmian, dalla Juventus, alla Roma e c’è persino la possibilità di un ritorno al Milan che dopo averlo cresciuto nelle giovanili non ha poi creduto in lui.
Cairo però non pare così intenzionato a mollare la presa, dopo aver ceduto Immobile e con il rischio partenza di Cerci non vorrebbe privarsi del suo gioiellino.
Intanto però Darmian deve pensare alla maglia azzurra, a proseguire il cammino ben iniziato nella prima gara, per il futuro c’è ancora tempo e la vetrina mondiale potrebbe aprirgli anche altre possibilità in modo che nessuno al mondo poi si debba chiedere “Who is Darmian?”.
Continua la serie casalinga positiva del Brescia che batte di misura il quotato Torino. Un successo preziosissimo per le Rondinelle che si rilanciano sempre più per i play off. Una brusca frenata invece per gli uomini di Ventura, puniti da un’autorete di Darmian su cross di Zambelli e che dunque non riescono a sfruttare gli stop di Pescara e Sassuolo avvenuti nei giorni scorsi. Si conferma campionato imprevedibile dunque quello cadetto, con un Brescia che dopo un avvio di stagione tra alti e bassi ha definitivamente spiccato il volo. Per Calori certamente una grande soddisfazione, e a fine gara la squadra ha inteso dedicare la vittoria alla piccola Miriana, una bimba di cinque anni morta a causa della leucemia. Ha battuto ogni record di imbattibilità interna invece Arcari, il quale ha superato i fatidici 749 minuti di Peruchetti, portiere che ha militato con il Brescia negli anni ’30, ma anche quello della Serie B moderna che era di Buffon.
Calori schiera i suoi con il 3-5-1-1. Davanti ad Arcari trio difensivo formato da De Maio, Martinez e Caldirola. A centrocampo agiscono sugli esterni Zambelli e Vass, con Salamon, Dallamano e Mandorlini centrali. In attacco El Kaddouri gioca in appoggio a Jonathas. Ventura risponde con il 4-3-3. Davanti a Benussi ci sono Glik e Obonna, con Darmian e Parisi esterni. A centrocampo ecco Iori, Vives e Basha mentre il trio d’attacco è formato da Stevanovic, Antenucci e Meggiorini.
Inizialmente il match sembra bloccato. Ciò favorisce anche il raggiungimento del minutaggio record di Arcari, il quale non è mai in pericolo. Ci provano El Kaddouri e Jonathas, ma senza fortuna. Dall’altra parte prima Antenucci, che calcia alto, e poi Meggiori con un diagonale, sfiorano il vantaggio. Ma le squadre vanno negli spogliatoi su un pareggio sostanzialmente giusto.
Nella ripresa però lo spettacolo aumenta. A provarci, subito, è il Torino con Antenucci e Meggiorini, ma non centrano il bersaglio. Esce fuori però il Brescia che prima reclama un rigore per un fallo di mani in area di Ogbonna e poi con El Kaddouri insidia la porta di Benussi. Arrivano anche i primi cambi: Calori si gioca la carta Piovaccari. Una mossa che si rivelerà vincente. Le Rondinelle infatti sembrano avere più profondità, al contrario di un Torino che può contare su Bianchi, subentrato a Meggiorini. Brescia che dopo aver sfiorato il vantaggio su un mezzo pasticcio di Benussi, trova il gol sempre con la complicità dell’avversario: Zambelli, sulla corsia di destra, supera due avversari e mette in mezzo dove Darmian abbatte Piovaccari ma allo stesso tempo infila la palla nella propria rete. Un gol dedicato, come detto prima, alla piccola Miriana. Cordova rileva Salamon mentre Daprelà subentra a Dallamano. Dall’altro lato, nel tentativo di dare più spinta, Ventura inserisce Sgrigna e Surraco per Basha e Stevanovic. E’ Arcari, per due volte, a salvare la porta delle Rondinelle su Bianchi e Glik. Nel recupero il Brescia sfiora due volte il raddoppio con El Kaddouri e Piovaccari, ma il Torino è graziato. Alla fine, però Brescia Torino è 1-0 e la festa e è solo dei lombardi, autori di una buonissima prova in tutti i reparti.
Il Palermo è una delle società più scatenate sul mercato e grazie alle intuizioni di Sabatini e Zamparini si candida ad esser una possibile concorrente alle big per un piazzzamento Champions per il prossimo campionato. Dopo aver rinforzato con largo anticipo l’attacco con l’arrivo di Maccarone e Pinilla è passata a rimpolpare la difesa in attesa di trovar il sostituto di Kjaer.
Due operazioni intelligenti e lungimiranti hanno portato all’acquisizione di Matteo Darmian e Santiago Garcia. Il primo è un giovane di scuola Milan lo scorso anno in prestito al Padova in serie B, buon passo e ottima prospettiva lo rendono un sostituto ideale del blasonato Cassani. Garcia è un sinistro dal fisico possente, scommessa di Sabatini, nonostante i 22 anni è un punto di forza del Rosario Central.
Arriva a Palermo per una cifra vicina al milione di euro sarà il sostituto di Balzaretti a sinistra ma potrà disimpegnarsi bene anche da centrale. Si allontana invece Lucas Pezzini, bloccato da Hodgson al Liverpool potrebbe esser Toloi il rinforzo d’esperienza.