Tag: massimo moratti

  • Calciopoli, Lotito non è Moratti “Rinuncio alla prescrizione”

    Calciopoli, Lotito non è Moratti “Rinuncio alla prescrizione”

    All’indomani della sentenza della Corte di appello di Napoli, il presidente della Lazio ha rilasciato un’intervista fiume ad Antonello Piroso, il direttore di Blogo. Si è parlato di Calciopoli a lungo, non poteva essere altrimenti, e si è parlato in particolar modo della posizione del numero uno dei biancocelesti. La notizia è che Lotito rinuncia alla prescrizione. Questo quanto affermato dallo stesso presidente laziale, condannato ad un anno e tre mesi nella sentenza di primo grado. Lotito infatti vuole dimostrare la sua completa estraneità ai fatti, ricordando come all’epoca fosse nel mondo del calcio da soli otto mesi, e che la condanna per frode sportiva sia un qualcosa che trascende la realtà dei fatti. Ecco alcuni passi salienti dell’intervista rilasciata dal presidente della Lazio.

    VOGLIO DIFENDERMI – Sottolineando come il processo da parte dello Stato sia ormai esaurito, Lotito ha voluto ribadire “Io comunque rinuncio alla prescrizione, perchè voglio che emerga che ero totalmente estraneo”.

    LA LETTERA – Lotito prosegue sostenendo “Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perchè sennò sarebbe saltato il sistema”.

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    Claudio Lotito abbraccia la leggenda Gascoigne | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    CAPITOLO MAURI – Esaurito il discorso concernente Calciopoli, Lotito si sofferma poi sul calcioscommesse, in relazione alla figura del calciatore Stefano Mauri, assicurando l’assoluta buona fede del calciatore, arrivando persino a rivelare l’idea di un viaggio insieme al centrocampista con destinazione Medjugorje.

    VI RICORDA QUALCUNO? – In tutto questo Lotito dovrà pur ricordarvi qualcuno. D’altronde stiamo parlando di Calciopoli, e quando spunta la parola prescrizione tutti i riflettori vengono puntati su una persona ben precisa. Avete capito di chi si tratta?

    SI, MORATTI – Proprio lui, Massimo Moratti. Come già noto ormai da tempo, l’Inter e il presidente Giacinto Facchetti vennero salvati soltanto dalla prescrizione per l’accusa di illecito sportivo inerente al filone d’inchiesta rinominato “Calciopoli bis”, così come ribadito dal procuratore Stefano Palazzi lo scorso anno durante le motivazioni della sentenza per i fatti del 2006. Già, Lotito non è Moratti.

  • Sneijder infortunato? La moglie nega su Twitter

    Sneijder infortunato? La moglie nega su Twitter

    Ennesima puntata del caso Wes. Nella mattinata di ieri era infatti circolata la notizia di un Sneijder infortunato, motivo per il quale l’olandese non aveva preso parte all’allenamento con i suoi compagni di squadra nerazzurri. Tesi confermata dalla stessa società interista attraverso un comunicato sul sito ufficiale. In realtà il trequartista nerazzurro sta benissimo, secondo quanto dichiarato, o sarebbe meglio dire “cinguettato”, dalla moglie Yolanthe nella serata di ieri sul social network di Twitter. La consorte di Sneijder ha specificato come non corrispondesse al vero la notizia dell’infortunio del marito apparsa questa mattina sul sito ufficiale dell’Inter, quest’ultima poi ripresa dai maggiori siti sportivi italiani. Dunque sarebbe stata l’ennesima farsa del club nerazzurro per escluderlo ancora.

    IL TWEET– “Wes sta bene, lui non è infortunato”, così ha scritto Yolanthe Cabau sul suo profilo Twitter in serata. Messaggio inequivocabile, che ribalta nettamente la versione mattiniera dell’Inter. Se non è guerra questa.

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    Wes Sneijder insieme a Cassano ad inizio stagione | ©VINCENZO PINTO/AFP/GettyImages

    LA CENSURA – Ciò che desta maggiore sospetto è sopratutto l’avvenuta censura del messaggio appena postato, quasi come se fosse arrivato un ordine dall’alto per cancellare immediatamente quanto riportato. E così torna lo Sneijder infortunato di sempre.

    IL PATRON – A molti sono apparse stonate le dichiarazioni di Moratti, rilasciate nella giornata di ieri, con le quali il presidente dell’Inter rilanciava la candidatura di Sneijder in nerazzurro, definendolo come il valore aggiunto per i prossimi mesi. Alla luce di quanto stava accadendo alla Pinetina le perplessità circa la reale intenzione di confermare il numero 10 da parte della società sono aumentate.

    DOMENICA – E domenica a San Siro, allerta meteo e neve permettendo, c’è il posticipo serale contro il Napoli, match chiave per la squadra di Stramaccioni, da vincere se i nerazzurri vogliono continuare a sognare lo scudetto. Questo pomeriggio dunque ci saranno le convocazioni, e difficilmente nella rosa si leggerà il nome di Wes Sneijder. Ufficialmente infatti risulta infortunato.

  • Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    L’ex Amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, ha visto confermare in Appello la sentenza di condanna in primo grado per Associazione a delinquere e frode sportiva mentre sono stati assolti tutti gli altri imputati.

    C’e’ lo sconto però per Giraudo che, dai tre anni in primo grado, è passato ad un anno e otto mesi ed ha visto anche cancellata la sua figura di “Promotore” del reato come aveva chiesto inizialmente l’accusa. Rimane la condanna per Frode sportiva riguardante la partita Juventus – Udinese 2-1 mentre sono cadute le accuse per le altre partite che avevano portato alla condanna di primo grado: Udinese – Brescia e Roma – Juve.

    Una cosa però salta agli occhi di tutti leggendo la sentenza emessa dagli emeriti giudici di Napoli: gli altri imputati, gli arbitri Pieri e Dondarini ed il presidente dell’associazione arbitri della stagione calciopoli 2004-2005 Tullio Lanese, sono stati tutti assolti. Questa è, a parer di chi vi scrive, l’ennesima dimostrazione di come Moggie soci abbiamo instaurato un sistema talmente solido ed efficace che non hanno avuto bisogno nemmeno degli arbitri per attuarlo in quanto gli stessi vengono sistematicamente assolti dalla giustizia ordinaria.

    Antonio Giraudo
    Antonio Giraudo ©GIULIO NAPOLITANO/AFP/Getty Images

    Ci permettiamo allora di dire che, ancora una volta, la Giustizia non c’e’ in questa vicenda o per lo meno non viene fatta assolutamente chiarezza perché in molti si chiederanno: “Ma come, alteravano le partite con cosa se gli arbitri vengono assolti?” e poi, “ma veramente la Juventus era la sola ad operare in questa sistema oppure di questa ingerenza con gli arbitri se ne avvalevano anche altre squadre?”. Beh, sulla prima domanda la risposta non c’e’ o meglio, è già grave che ci si ponga la domanda mentre sulla seconda abbiamo visto come altre squadre siano state condannate con punti di penalizzazione, altre siano state magicamente recuperate in Champions per poi vincerla l’anno dopo ed altre ancora (meglio dire una squadra..!!!!) si è avvalsa della prescrizione perché le intercettazioni delle sue telefonate sono apparse magicamente “solo” cinque anni dopo lo scandalo.

    I legali di Antonio Giraudo sono sconcertati dalla sentenza d’Appello ed attendono con ansia le motivazioni per ricorrere immediatamente in Cassazione mentre è apparso molto soddisfatto il Procuratore Generale Carmine Esposito per la conferma dell’impianto accusatorio in generale e glissando ovviamente sull’assoluzione degli altri imputati.

    Dopo Antonio Giraudo il 23 maggio sarà il turno di Luciano Moggi, infatti è stata fissata per quella data la prima udienza del processo d’Appello per l’ex Direttore Generale della Juventus e “Deus ex machina” presunto o reale di tutto lo scandalo scoppiato nell’oramai lontana estate del 2006

  • Inter, Sneijder non firma. “Voglio giocare”

    Inter, Sneijder non firma. “Voglio giocare”

    L’incontro tanto atteso è avvenuto in tarda mattinata. L’esito si può riassumere in un “Sneijder non firma per l’Inter e non firmerà mai”. Erano poche le speranze che il popolo nerazzurro riponeva sul faccia a faccia tra l’olandese e il presidente Massimo Moratti. Troppa distanza separa ad oggi il pensiero del calciatore e quello della dirigenza nerazzurra. E oggi si è scoperto che in fondo il denaro potrebbe centrare poco in tutta la vicenda. Lo stesso denaro a cui era stata data la colpa del rifiuto di Wesley nel firmare il prolungamento del contratto, sebbene la politica economica dell’Inter sia ormai chiara a tutti i calciatori nerazzurri. Chi non l’accetta è out. In estate d’altronde ne hanno fatto le spese i vari Julio Cesar, Maicon e Lucio. Con ogni probabilità la prossima vittima sarà Sneijder.

    TRASPARENZA– Una differenza però c’è ed è bene sottolinearla. Se le cessioni estive erano state più o meno giustificate con il taglio degli ingaggi, la vicenda Sneijder è tutt’altro che trasparente. In origine fu Twitter, poi gli infortuni, poi l’ingaggio, poi il modulo. Lo stesso olandese ha chiarito questo pomeriggio come Branca gli abbia riferito soltanto oggi che la sua assenza dal terreno di gioco dipenda esclusivamente da una scelta tecnica di Andrea Stramaccioni. Ma non era per il contratto?

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    Wesley Sneijder al passo d’addio | ©VINCENZO PINTO/AFP/GettyImages

    MAI INFORTUNATO – Un altro tema toccato da Sneijder è stato quello relativo ai presunti infortuni che l’hanno tenuto lontano dalla squadra in questi mesi. Il numero 10 ha voluto precisare come in realtà lui sia stato sempre bene a livello fisico.

    “SE NON GIOCO PERCHE’ DEVO FIRMARE?” Ma la vera stoccata Sneijder la piazza alla fine quando giustifica il suo mancato rinnovo. “Perché dovrei firmare se neanche gioco?” Messaggio chiaro e largamente condivisibile dal tifoso nerazzurro. Domanda alla quale la società nerazzurra troverà pochi argomenti per una risposta convincente.

  • Sneijder al Psg Pastore all’Inter, scambio possibile a Gennaio

    Sneijder al Psg Pastore all’Inter, scambio possibile a Gennaio

    La finestra di mercato invernale si avvicina, e le big d’Italia e d’Europa iniziano a pianificare possibili movimenti ed assalti che, in alcuni, casi potrebbero essere anche clamorosi come nel caso dell’ipotesi sempre più probabile di un approdo di Sneijder al Psg. In casa Inter, infatti, Wesley Sneijder è una pedina importante per il mercato di Gennaio e, cosniderando che l’olandese non ha mai goduto della piena fiducia di mister Stramaccioni, dopo un periodo buio e lontano dai riflettori del campo, sembra intenzionato a cambiare aria e, in tal senso, potrebbe realizzarsi proprio lo scambio Sneijder-Pastore, con Sneijder al Psg e Pastore all’Inter.

    Sneijder al Psg e Pastore all'Inter a Gennaio, scambio probabile
    Sneijder al Psg e Pastore all’Inter a Gennaio, scambio probabile | © Claudio Villa/Getty Images

    Qualche tempo fa, un simile scenario sarebbe stato impensabile ma, ora, l’affare ha buone probabilità di essere portato a termine, con il benestare del presidente Massimo Moratti che non disdegnerebbe la partenza dell’olandese in direzione Parigi, al Psg di Ancelotti, con il contestuale approdo in nerazzurro di Pastore che – alla luce dei problemi degli ultimi periodi evidenziati dallo stesso Ancelotti che ha parlato di “problema di fiducia” per il Flaco argentino – sarebbe lieto di tornare in Italia laddove è stato consacrato dal Palermo e, per di più, in una grande squadra. L’acquisto di Javier Pastore da parte degli sceicchi del Psg era stato un ingente investimento ma, a conti fatti, il rendimento in campo dell’argentino non ha portato i frutti sperati ed il giocatore sembra avviato sempre più verso una parabola discendente del proprio rendimento e avrebbe bisogno di “cambiare aria”.

    Inoltre, il passaggio di Sneijder al Psg non verrebbe ostacolato neppure dalla questione economica riguardante l’ingaggio di Wesley Sneijder considerando che la proprietà del Paris Saint Germain non avrebbe difficoltà ad elargirgli un ingaggio di primo livello o, perlomeno, pari a quello percepito dall’Inter di circa sei milioni di euro a stagione.

    Lo scambio Sneijder-Pastore, dunque, appare come una soluzione ottimale per entrambi che, nel cambio di squadra, potrebbero ritrovare i giusti stimoli per riprendersi un ruolo da protagonista in campo e sentirsi nuovamente al centro di un progetto: con una sola “mossa” entrambi potrebbero risolvere la propria crisi e metter fine ad un periodo di involuzione.

  • Sneijder rinnova? L’Inter prepara il tranello al Milan

    Sneijder rinnova? L’Inter prepara il tranello al Milan

    Ma Sneijder rinnova sì o no? Difficile sbilanciarsi apertamente verso la seconda chance, sebbene gli ultimi fatti facciano propendere di fatto verso un’unica strada, quella del divorzio. Lo Sneijder malinconico che si aggira intorno alla Pinetina somiglia più al fantasma di Canterville piuttosto che ad un calciatore capace di riscrivere la storia nel club nerazzurro (vedi il triplete targato 2010). L’olandese è guarito, clinicamente è pronto per giocare. Il problema è che non può scendere in campo, glielo vietano. Mobbing o no, non staremo a discutere di questo. Più che altro ci interessa un altro aspetto della vicenda Sneijder, quello concernente alla scelta ormai presa dalla dirigenza. Perché Moratti e Branca vogliono disfarsi di Sneijder? E’ chiaro ormai anche ai sassi di Matera che l’olandese non ha più un futuro in nerazzurro. E’ solo questione di modulo e di soldi?

    FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO – Sinceramente noi non crediamo sia colpa del 3-5-2 oppure di quel milione e mezzo che percepirebbe in meno rinnovando il contratto propostogli da Marco Branca. Noi pensiamo invece che l’inizio della fine sia da porre nell’immediato post Inter-Bayern, quando i nerazzurri aggiunsero in bacheca la seconda Coppa Campioni della propria storia e persero contemporaneamente l’artefice del triplete, Josè Mourinho. In tanti si ricordano le lacrime di Materazzi, in pochi quelle di Sneijder lo scorso anno quando rivide il vate di Setubal, lacrime andate in mondovisione.
    Che Sneijder abbia staccato la spina dopo la partenza di Mourinho è pacifico, quasi incontenstabile numeri alla mano. Tutti gli allenatori successivi, compreso anche Stramaccioni (of course), ribatezzato il nuovo Mou, gli sono scivolati addosso, come il mare ferragostiano sulla nostra pelle. La domanda se Sneijder rinnova o meno a questo punto diventa quasi retorica, se non del tutto. La risposta la sappiamo da 2 anni.

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    Sneijder rinnova o no? Domanda retorica ormai | ©VINCENZO PINTO/AFP/GettyImages

    IL TRANELLO – Ed ecco che alla società interista si presenta la grande occasione, l’ennesimo “pacco” da rifilare ai cugini del Milan, dopo lo scambio Pazzini-Cassano di quest’estate e aver involontariamente spedito alla Juve il brasiliano Lucio. Moratti conosce benissimo l’uomo Sneijder, e sa già che difficilmente abbandonerà Milano, come fra l’altro ripetuto spesso e volentieri dall’olandese. A Milano resta un’altra squadra, il Milan appunto, che è alla ricerca di uomini di qualità proprio nel ruolo di trequartista, quello più congeniale all’ex di Real Madrid e Chelsea. La tentazione, anche per un dirigente navigato ed esperto come Galliani, sarebbe fatale, un po’ come Sharon Stone in Basic Instinct.
    Perché Sneijder sarebbe un pacco per il Milan? Più che un pacco, tranello, volendo lasciare qualche spiraglio di riuscita all’operazione. Un tranello perché se mettessimo a confronto le cartelle cliniche di Sneijder e Pato dal 2010 ad oggi non noteremmo differenze sostanziali. E poi perché non siamo abituati a vedere Allegri giocare con un trequartista dalle caratteristiche di Sneijder, sopratutto adesso che la strada per il 4-3-3 sembra tracciata. In ultimo andrebbe sottolineato anche come l’olandese non arriverebbe a Milanello senza sborsare nemmeno un euro. Insomma, motivazioni per dire che Sneijder possa davvero rappresentare un tranello per il Diavolo ce ne sono eccome. Voi tifosi cosa ne pensate?

    Federico Pisanu

  • Crisi Inter, colpa degli arbitri o c’è dell’altro?

    Crisi Inter, colpa degli arbitri o c’è dell’altro?

    La sconfitta di ieri a Parma getta ulteriori ombre sulla reale forza dell’Inter allenata da Stramaccioni. Dopo un filotto di dieci vittorie consecutive culminato nel successo esterno di Belgrado, la squadra nerazzurra ha raccolto un punto in quattro partite, subendo tre sconfitte (Atalanta, Rubin, Parma) e cogliendo solo nel finale il pareggio contro il Cagliari. La classifica comunque vede l’Inter in terza posizione ancora, distante quattro lunghezze dalla vetta. Ciò che preoccupa però è il (non) gioco della formazione allenata dal tecnico romano. Ad inizio stagione molti successi erano arrivati grazie a prestazioni non di certo esaltanti, nascoste soltanto dai tre punti. Forse l’unica gemma reale di questa stagione rimane la partita perfetta allo Stadium, dove però furono le motivazioni più che il gioco a spingere Milito e compagni verso quello che viene riconosciuto ad oggi essere il trionfo dell’Inter. In ogni caso i difetti sono ancora lì, messi a nudo in maniera imnbarazzante da squadre organizzate (vedi Atalanta e Parma) e dotate di grande personalità (vedi Cagliari). Dove arrivano le colpe di Stramaccioni, e dove quelle della società (leggi Sneijder)? Si ha la netta sensazione infatti che la crisi Inter non dipenda solo da un fischietto.

    FUORIGIRI– Dopo il successo contro la Juventus Stramaccioni venne ribattezzato come il nuovo Mourinho. Vuoi per il feeling con i giocatori, vuoi per gli show in conferenza di antico stampo mourinhiano, vuoi per il modo di esultare. Sì d’accordo, però dire che Stramaccioni sia abile come il portoghese sotto l’aspetto tattico equivale ad un’eresia bella e buona. Non ce ne voglia l’ex tecnico degli Allievi Roma, ma l’Inter ha dimostrato in queste prime quattordici partite di campionato di non avere ancora una qualsivoglia logica. Non dimentichiamo infatti come siano arrivate alcune di queste vittorie (vedi Catania e Milan, ma anche contro la Samp), senza tralasciare i brucianti ko casalinghi contro Roma e Siena di inizio stagione. Il cambio di modulo, il famoso 3-5-2, ha sì portato benefici dal punto di vista dell’equilibrio della squadra, ma ha reso quest’ultima paradossalmente più piatta e povera di idee lì davanti. Ed in contemporanea con le prime sconfitte è arrivato anche il classico fuorigiri. Stramaccioni ha infatti perso la bussola, proseguendo sulla falsa riga del post-partita di Torino. E con lui hanno perso la via illuminata anche i dirigenti, a partire dal presidente Massimo Moratti.

    Atalanta BC v FC Internazionale Milano - Serie A
    Crisi Inter, quante le colpe di Stramaccioni? | ©Marco Luzzani/Getty Images

    COLPA DEGLI ARBITRI? – Può rivelarsi un grave errore strategico aver riposto la colpa esclusivamente sulla classe arbitrale per gli ultimi ko subiti. Non sempre può essere colpa del Rizzoli o del Mazzoleni di turno. In campo scendono undici giocatori, e quegli undici calciatori devono trovare la forza di essere più forti di qualunque decisione arbitrale avversa. Un chiaro esempio è il match casalingo contro il Cagliari. Se infatti l’Inter fosse scesa in campo come quella famosa sera a Torino, non ci sarebbe stata partita e a quest’ora le discussioni sul rigore non concesso nel finale agli uomini di Stramaccioni sarebbero soltanto aria fritta. Moratti, invece che prendersela con il direttore di gara, si sarebbe dovuto chiedere il motivo della vulnerabilità della retroguardia nerazzurra, il motivo per il quale l’Inter è restata a guardare il Cagliari mentre giocava a calcio. Niente di tutto questo, no.

    CAPITOLO GIOVANI – Arriviamo poi ai giovani, tanto esaltati dalla dirigenza interista. I vari Coutinho, Alvarez e compagnia cantante (non citiamo quelli della Primavera) non stanno rendendo come ci si aspettava ad inizio anno. Il nuovo ciclo nerazzurro, nelle intenzioni di Moratti, doveva basarsi principalmente sull’esplosione dei giovani. E invece, fin dallo scorso anno, si è capito come gli acquisti targati Sudamerica (Alvarez e Jonathan) siano stati piuttosto insensati. A questo poi si aggiunge Coutinho, che resta di fatto l’oggetto misterioso della Pinetina. Senza parlare poi di Samuele Longo, ceduto in prestito all’Espanyol quando invece Stramaccioni aveva disperato bisogno di un’altra punta. E allora ecco che si rimane con dei ragazzi come Livaja, Garritano e Duncan, non ancora pronti al grande salto. La faccenda è resa poi grottesca dal momento che sull’altra sponda del Naviglio i cugini assistono alle prodezze di El Shaarawy e alla crescita impetuosa di De Sciglio.

    DULCIS IN FUNDO – Per non farci mancare niente c’è infine il capitolo Sneijder. La bomba ad orologeria è definitivamente esplosa. Prima il divieto di usare Twitter, ora la firma obbligatoria di un contratto che l’orange non è disposto a sottoscrivere, pena l’esclusione dalla squadra. Col senno di poi la gestione del caso Sneijder è stata piuttosto deleteria, sia per la squadra che per l’immagine del direttore tecnico Marco Branca. Wesley servirebbe come il pane a quest’Inter, che difetta in qualità nella manovra, sopratutto se manca (come a Parma ieri) un calciatore come Cassano. Siamo quindi davvero sicuri che la crisi Inter sia colpa solo degli arbitri?

    Federico Pisanu

  • “Pazza Inter” oscurato a San Siro, la Celentano ne rivendica i diritti

    “Pazza Inter” oscurato a San Siro, la Celentano ne rivendica i diritti

    Molti tifosi dell’Inter si chiederanno come mai a San Siro dal 2 settembre non echeggi più il tanto amato inno del club nerazzurro “Pazza Inter”: la risposta è molto semplice e basta tornare leggermente indietro negli anni quando per la prima volta, nell’aprile del 2007, dopo aver conquistato il 15esimo scudetto, i giocatori dell’Inter si recarono nello studio di un’emittente radiofonica italiana per registrare l’inno ideato da Rosita Celentano, figlia del celebre cantante Adriano Celentano, tifoso in prima fila del club di Moratti. Dopo quella importante vittoria, e soprattutto nell’anno del Triplete, “Pazza Inter” diventa l’inno ufficiale della squadra, nonostante prima vi fosse “C’è Solo l’Inter”scritto da Elio di Elio E Le Storie Tese, brano che proprio dal 2 settembre è tornato a farsi sentire a San Siro prima delle gare dei nerazzurri.

    Inter Milan's supporter wave flags on Ma
    Striscione interista a San Siro | © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Il motivo che ha costretto l’Inter a tornare al vecchio inno è di tipo legale: Rosita Celentano detiene infatti i diritti d’autore sul brano “Pazza Inter” ma la stessa, intervistata, ha dichiarato di non aver negato l’utilizzo dell’inno all’Inter.

    Il club è quindi intervenuto per specificare che la decisione di tornare al passato è stata presa a seguito di una richiesta economica da parte della Celentano per l’uso dell’inno. La richiesta deve essere stata sicuramente elevata in quanto l’Inter ha anche cercato di trovare un accordo che non ha però portato ad alcun riscontro positivo da parte di Rosita Celentano. Alle dichiarazione del club nerazzurro  ha fatto seguito la contro risposta della figlia di Adriano Celentano che ha dichiarato:

    Sono molto dispiaciuta che i dirigenti dell’Inter stiano divulgando false notizie riguardo a mie ipotetiche, inopportune richieste economiche. Quello che sto chiedendo dal 2003 è il pagamento di quanto previsto dalla legge e da sfruttamenti pubblicitari non autorizzati. Io per prima sono sorpresa e dispiaciuta della decisione improvvisa dell’Inter di sostituire “Pazza Inter” con il vecchio Inno per normali e correnti questioni economiche, senza nemmeno considerare le preferenze dei tifosi.

    Nonostante quanto sostenuto in questa ultima frase da Rosita Celentano, sono molti i tifosi che hanno dichiarato di essere felici di sentire di nuovo cantare l’inno “C’è solo l’Inter“, soprattutto per la frase: “Io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato”.

    San Siro canta “Pazza Inter” per festeggiare lo scudetto del 2009
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  • Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Nel lunedì delle proteste arbitrali Interiste a seguito del pari interno contro il Cagliari e del rigore non concesso a Ranocchia, del “no comment” apparso sul sito della Juventus con tanto di link alla relazione del procuratore Palazzi sugli illeciti dei dirigenti nerazzurri nel periodo Calciopoli riferendosi alla non possibilità di chiedere il deferimento a causa della “prescrizione”, anche Adriano Galliani non poteva sottrarsi ad un proprio commento sulla vicenda di strettissima attualità.

    Un intervento finalizzato a sminuire le polemiche dei cugini nerazzurri e le successive pesanti illazioni sollevate dal presidente Massimo Moratti che ha tuonato contro la classe arbitrale con un inequivocabile riferimento al periodo Calciopoli, rimarcando da parte di Galliani il fatto che sia “fisiologico che le proteste avvengano quando si hanno dei danni e non quando vi sono dei vantaggi”.  In tal senso, dunque, si evidenzia come l’intento del dirigente rossonero sia proprio quello di ridimensionare la vis polemica dell’ambiente nerazzurro, nonostante le dichiarazioni siano finalizzate a “non commentare i fatti di Inter e Juventus“. Fra il dire ed il non dire, dunque, Galliani sottolinea come, ritenendo opportuno guardare in casa propria, il Milan sia stato penalizzato nel derby disputato quest’anno, “con un gol regolare annullato ed un rigore non concesso”.

    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre
    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Al problema arbitri, però, secondo Galliani non si può trovare agevolmente una soluzione, perchè non può esserci un rimedio agli errori umani, evidenziando che il Milan lo scorso anno ha subìto uno degli errori più eclatanti – riferendosi evidentemente al gol annullato a Muntari in Milan-Juventus – ma “non si è lamentato più di tanto”. 

    Alle parole di Adriano Galliani non si è fatta attendere la lapidaria replica del presidente Massimo Moratti, che – intercettato all’uscita della sede Saras di Milano – alla precisa domanda sulle affermazioni del dirigente rossonero si è limitato ad affermare: “Chissenefrega, e poi non mi sembra che abbia detto nulla di strano”, rispedendo seccamente la “morale” al mittente.

  • Moratti contro la classe arbitrale, la Juve risponde “no comment”

    Moratti contro la classe arbitrale, la Juve risponde “no comment”

    E’ bastato un rigore non concesso al 90′ di una bella partita tra Inter e Cagliari per scatenare la reazione di Moratti contro l’arbitro Giacomelli e innescare una serie di polemiche che colpiscono anche la Juventus. Ma andiamo con ordine. I nerazzurri in casa contro i sardi, si ritrovano nei minuti finali a dover cercare il gol vittoria che permetterebbe di accorciare la distanza in classifica dai bianconeri, fermati sabato sera dalla Lazio sullo 0-0. Scocca il novantesimo minuto, siamo sul 2-2, Ranocchia viene atterrato in area rossoblu da Astori, l’arbitro ci pensa e decide di far proseguire l’azione negando un calcio di rigore (piuttosto netto) ai ragazzi di Stramaccioni, espellendo l’allenatore interista per proteste e beccandosi i fischi di tutto San Siro.

    MORATTI – Inquadrato dalle telecamere, il presidente dell’Inter si lascia andare ad un “vaffa” diretto verso l’arbitro al momento del rigore non concesso alla propria squadra. Un Moratti scatenato, che a fine partita impone un silenzio stampa ai tesserati nerazzurri per protesta nei confronti degli errori arbitrali e probabilmente per evitare risposte scomode alle domande dei vari giornalisti. Ma lo stesso patron interista, all’uscita dallo stadio si ferma a parlare con i cronisti e critica con estrema durezza l’attuale classe arbitrale, rea di aver sbagliato nelle ultime tre partite a sfavore dell’Inter, riferendosi alla partita contro la Juventus a Torino (“vinta per grazie divina” secondo Moratti), contro l’Atalanta a Bergamo (per il rigore dubbio concesso ai bergamaschi) e appunto quella contro il Cagliari.

    Massimo Moratti
    Moratti, contro la classe arbitrale © Claudio Villa/Getty Images

    Ad una provocazione di un giornalista “Presidente, lei vede un disegno o dei semplici errori?“, Massimo Moratti risponde stizzito continuando a criticare l’incapacità della classe arbitrale, temendo probabilmente il ripetersi di alcune situazioni che, secondo il patron, potrebbero ricollegarsi a Calciopoli.

    INTER – Nella pagina iniziale del sito ufficiale dell’Inter è apparsa subito la foto dell’intervento tra Ranocchia e Astori. Provocazione contro la decisione di Giacomelli oppure semplice informazione giornalistica?

    LA REAZIONE JUVENTINA – Il club bianconero (forse sentendosi coivolto) decide di rispondere alle critiche del presidente nerazzurro sui torti arbitrali con un “no comment” in evidenza nella home page del sito ufficiale della squadra, invitando i visitatori a cliccare su un collegamento che permette di accedere alla relazione integrale del procuratore federale Stefano Palazzi riguardante la sentenza di Calciopoli Bis sulle intercettazioni telefoniche tra i dirigenti nerazzurri e i designatori arbitrali di quel periodo, tutto finito in prescrizione. Era necessaria questa risposta provocatoria?

    LA SFIDA INFINITA – Solite critiche e solite reazioni. Le due squadre non smettono di punzecchiarsi, tra vecchi ricordi di Calciopoli e attuali errori arbitrali. Inter-Juventus è anche la sfida tra Moratti e Agnelli, due personaggi che non riescono a rispettarsi e a trovare una tregua ed ogni occasione diventa giusta per portare avanti la propria battaglia.

    L’OPINIONE – Premettendo che da questo momento si parla in modo generico sulle big. Perché permettere ad una società, che riceve tanti soldi dalle emittenti televisive, di poter imporre il silenzio stampa? E il rispetto verso le persone che permettono questo ampio giro di soldi intorno a questo sport? Sarebbe stato più opportuno metterci la faccia ed evitare queste proteste, che colpiscono soprattutto il tifoso della squadra e magari far capire che l’arbitro ha sbagliato esattamente come ha fatto Milito a porta vuota durante la gara. Errori umani, valutazioni errate che su 38 partite di campionato, più o meno si equivalgono (soprattutto per le big). Altrimenti, cosa dovrebbero fare le squadre di bassa-media classifica, che spesso neanche vengono prese in considerazione quando subiscono dei torti arbitrali?

    A questo punto, se per ogni errore arbitrale bisogna mettere in dubbio la regolarità del campionato, robotizziamo gli arbitri e facciamo in modo che ogni partita fili liscia senza alcuna sbavatura. Attenzione però, potrebbe essere un’arma a doppio taglio e non rimarrei sorpreso nel vedere le cosiddette squadre top ritrovarsi con una decina di punti in meno rispetto ad un campionato arbitrato senza nessun aiuto tecnologico. Facile ricordarsi gli episodi a sfavore, più difficile farlo per quelli a favore!