Tag: massimo moratti

  • Scudetto 2006, il consiglio si divide. La revoca diventa un giallo

    Scudetto 2006, il consiglio si divide. La revoca diventa un giallo

    Ho il timore che si decida di non decidere” con queste parole ieri il presidente Agnelli ha sintetizzato al meglio le indiscrezioni che vogliono una spaccatura in seno al Consiglio Federale con chi non vuol prendersi gli oneri di una decisione che per forza di cose provocherà nuovi asti.  

    dal web
    Dopo la ricostruzione di Palazzi la revoca dello scudetto all’Inter sembra un atto dovuto, ma c’è chi all’interno della Lega non vuol predersi questa responsabilità e pare che legali interpellati da Abete dubitino sulla competenza del Consiglio a decidere di tali argomenti. Oggi Piero Sandulli, presidente del consiglio federale ai tempi di Calciopoli, dalle pagine della Gazzetta dello Sport avvalora la tesi di Abete e crede che il consiglio possa decidere. Per Sandulli, l’errore è stato nell’assegnare lo scudetto adesso però inquadrando il procedimento come un atto amministrativo la Federcalcio può tornare sui suoi passi revocando lo scudetto divenuto illegettimo invocando il meccanismo di autotutela.   L’Inter in tal caso non avrebbe comunque il diritto di contrattidorio trattandosi di errore amministrativo ma comunque andranno le cose la Figc dovrà prepararsi alla possibilità di nuove cause. In casa bianconera infatti pare stiano preparando il ricorso alla giustizia ordinaria avendo adesso in mano le prove e chiedendo i danni. I nerazzurri dal canto loro per tutelare la propria immagine ricorrerebbero ai gradi di giudizio per impugnare la decisione presa sulla ricostruzione di un pm e senza passare attraverso i normali gradi di giudizio sportivo.

  • Monti risponde a Moratti “brutta offesa a me e alla tradizione della Gazzetta”

    Monti risponde a Moratti “brutta offesa a me e alla tradizione della Gazzetta”

    Massimo Moratti | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    L’attacco di Moratti alla Gazzetta dello Sport lanciato ieri attraverso i microfoni di Inter Channel ha stupito tutti ma ha forse ridato credibilità al maggior quotidiano nazionale in questi anni spesso additato dai tifosi della Juventus come principale grimaldello e cassa di risonanza per il propagarsi dello scandalo Calciopoli. La rosea a dire il vero veniva presa anche come punto di riferimento dal generale Auricchio per comprovare i presunti torti subiti dalle avversarie della Juventus principalmente. Oggi il direttore della Gazzetta, risponde, a Moratti rigettando ovviamente ogni accusa e accusando il presidente nerazzurro di un offesa ingiusta nei suoi confronti e sopratutto della credibilità della rosea. A Moratti, che continuo a considerare un galantuomo nonostante le accuse gravi e ingiustificate che mi riserva, chiedo solo di meditare su un passaggio delle sue dichiarazioni. Quello in cui, dopo aver evocato in toni altissimi la memoria di Facchetti, addebita a me e alla Gazzetta la paternità di un attacco “determinante, duro, duraturo e calcolato contro di noi e quindi a favore di qualcun altro”, ovvero “non un’opinione ma una politica calcolata dalla direzione del giornale”. Monti attribuisce alla rabbia per le nuove accuse lo sfogo di Moratti ma allo stesso tempo non lo giustifica in quanto una persona del suo carisma e dalla sua posizione non può permettersi questo tipo di attacchi che non fanno altro che esagitare chi si reputa tifoso ma che utilizza ogni pretesto per far sfociare nella violenza. Inevitabile poi il paragone con Andrea Agnelli, il presidente bianconero qualche giorno fa in una intervista alla Gazzetta aveva in qualche modo tirato le orecchie alla Gazzetta attribuendogli la paternità di Calciopoli. Questa, più che una sassata alla libertà di stampa – non mi impressiona, il tiro al giornalista è ormai uno sport nazionale, solo mi fa strano che venga da lui – è una brutta offesa a me e alla limpida tradizione della rosea. Per conto di chi avrei ordito la congiura? Della Juve che, per bocca di Agnelli ma con toni ben più civili, in un’intervista alla Gazzetta ha accusato la medesima di essere stata il motore di Calciopoli? Dei miei azionisti? Di Abete, di Moggi, di Palazzi, cioè di tutti quelli con cui stranamente il presidente nerazzurro non se la prende nell’intervista a Inter Channel? Il direttore della Gazzetta conclude però chiedendo a Moratti di tornare indietro almeno su un passo della sua intervista e cioè quando attribuisce alla rosea le offese alla memoria di Giacinto Facchetti “In questa brutta storia, una sola verità mi preme di ristabilire. Sulla Gazzetta non è mai comparso un rigo che abbia oltraggiato la memoria di Giacinto Facchetti o che lo abbia equiparato a Moggi sul piano delle responsabilità. Al contrario,ho e abbiamo sempre scritto che nulla potrà scalfire il suo monumentale profilo di uomo e di atleta. Su questo punto, almeno su questo, vorrei da Moratti un’onesta correzione di rotta. Dura presa di posizione anche della redazione che chiede a gran voce l’intervento della Federcalcio nel riprendere Moratti e quello della Federazione Nazionale della Stampa e di Rcs nel difendere la libertà di espressione tutelando l’immagine della testata e dei giornalisti.

  • Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Incredibile ma vero anche l’Inter rompe con la Gazzetta dello Sport. Il patron Moratti in un lungo sfogo concesso ad Inter Channel ha continuato a ribadire la sua indignazione nei confronti del procuratore Palazzi per la lunga e pesante accusa nei confronti dei nerazzurri e sopratutto di Giacinto Facchetti. Il patron dell’Inter è però andato oltre annoverando al lungo elenco di nemici del calcio italiano anche la rosea, da sempre giornale di riferimento dei tifosi nerazzurri e principale accusatore della Juventus e di Calciopoli nel 2006.

    © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    “La replica dei tifosi è stata istintiva, la cosa non è calcolata ma istintiva. Lo scudetto è un fatto fermo ma secondario, quello che è grave è che sia attaccata così una persona che non c’è più, che non può difendersi giuridicamente dall’accusa di un PM”. Moratti più che lo scudetto tiene a ribadire la totale estranietà dagli illeciti di Giacinto Facchetti persona la cui moralità non può esser messa in discussione sia da pm che dai giornali. “E’ una cosa di pessimo gusto, ciò non toglie che nei confronti di Facchetti rimarrebbero sospese queste accuse – prosegue Moratti ai microfoni di ‘Inter Channel’ -. Un colpo a Facchetti che è sbagliato, noi lo conosciamo e non c’è bisogno neanche di conoscerlo per sapere chi fosse Giacinto. Sapevamo di non avere tanti amici, ma non mi aspettavo di avere nemici da chi in città come un quotidiano rosa da sempre vicino ai tifosi dell’Inter si è schierato dall’altra parte, mentre portava da sempre avanti una battaglia pro-Facchetti con l’Inter. La Gazzetta ha fatto un attacco calcolato contro di noi, non lo leggerò più. Sarebbe di cattivo gusto da parte mia continuare a soffrire in questa maniera. Quella loro non è un’opinione, ma è una politica calcolata da una direzione del giornale, sono liberissimi di farlo ma anche io di non leggerla più. Io faccio tutto questo per i tifosi dell’Inter, non mi passa neanche per la testa di fare la vittima o abbandonare”.

  • La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    Se le indagini hanno avuto seguito e la parte nascosta delle intercettazione che ha dato vita a Calciopoli 2 è venuta fuori sostanzialmente è per merito suo, Luciano Moggi, sin dal 2006, quando per tutti era il capo indiscusso della cupola lui sosteneva invece di un sistema consolidato e condiviso da più fronti. La relazione di Palazzi toglie la coltre di fumo sotto una vicenda nata male e condotta ancor peggio da chi era chiamato ad esser giusto ed imparziale.

    Moggi con Giraudo e Capello | © Carlo Baroncini/Getty Images
    Palazzi accusa l’Inter, Facchetti e Moratti di aver cercato di ottenere favori in cambio di imprecisati regalini e con l’utilizzo assiduo delle conversazioni telefoniche nelle ore pre e post la disputa dei match. Oggi è il giorno di Luciano Moggi e l’ex dg bianconero non perde l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco l’intervista concessa a Tuttosport. Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ste co­se. La ritiene una sua vitto­ria? No, nessuna vittoria. Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmen­te mi godo il fatto che qual­cuno mi ha ascoltato. Pec­cato che sia tardi… Io certe cose le dicevo nel 2006 Moratti deve rinunciare alla prescrizione? “Io al suo posto avrei evita­to di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quel­le frasi sono ancora più stridenti alla luce della re­lazione di Palazzi. E, co­munque, se lui pensa di es­sere davvero così onesto, allora rinunci alla prescri­zione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori del­l’Inter che cantano: “vincia­mo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso” Questa nuova pagina di Calciopoli è uscita fuori per merito suo per chi l’ha fatta? Per me, è ovvio. Per i tifo­si juventini che continuano a volermi bene e che meri­tavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri dia­voli di arbitri che sono fini­ti triturati in questa fac­cenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata ro­vinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo… E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse? Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contra­rio dell’Inter, almeno se­condo quanto si legge nella relazione Palazzi… D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Ju­ventus. O quando l’assi­stente Coppola dice in tri­bunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. In­somma Lei vuol far capire che la mancata difesa della Ju­ventus fa parte di quel di­segno? No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli al­l’improvviso. E che la man­cata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggia­to l’atteggiamento giusti­zialista dell’estate 2006. A questo punto lei conti­nua nella sua battaglia: sta preparando la richie­sta della revisione ex arti­colo 39? Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tut­ta però, il pacchetto com­pleto. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti. Ma, dica la verità, si aspet­tava una relazione di Pa­lazzi così dura nei con­fronti dell’Inter dopo tut­to quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni? Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse ma­le e poi perse troppo tem­po. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a gal­la. Effettivamente sono tante le battaglie che sta com­battendo dal punto di vi­sta legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, ve­nerdì sarà a Roma davan­ti alla corte di giustizia fe­derale per l’appello con­tro la radiazione… E’ sapete una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cin­que anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano! A cosa penserà questa se­ra prima di addormentar­si? Che io ho ricevuto moltis­simo dal mondo del calcio italiano e al mondo del cal­cio ho dato anche tantissi­mo, per esempio, una na­zionale campione del mon­do costruita con i miei gio­catori. Insomma, è un pa­reggio. Alla fine vorrei pa­reggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembre­rebbe

  • Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    E’ il periodo dei colpi di scena in casa Inter, lo è stato con Leonardo passato all’improvviso dalla panchina dei nerazzurri alla scrivania del Paris Saint Germain e lo è stato ancor di più ciò che ha scritto il procuratore Palazzi nelle 72 pagine di motivazioni con cui tira in ballo pesantemente Moratti, Facchetti accusandoli di aver violato l’articolo 1 e l’articolo 6 del codice di Giustizia Sportiva.

    Giacinto Facchetti | © inter.it
    Il cauto ottimismo palesato venerdi dopo l’archiviazione per prescrizione è sfociato ieri in rabbia e amarezza tanto per il coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli quanto e sopratutto per la pesante accusa a Giacinto Facchetti. Il patron nerazzurro lascia la sua amarezza in un comunicato apparso sul sito ufficiale dove appare una gigantesca fotografia di Facchetti   “Il peso che dò io è brutto, perché mi sembra di essere tornato nel clima, nel bruttissimo clima, che vivevo quando c’era Calciopoli, quando nessuno lo sapeva o faceva finta di non saperlo. La trovo uguale come cosa. Queste accuse sono brutte. Sinceramente, ‘taglio’ la mia persona, che è di conseguenza, ma che Facchetti minimamente venga considerato così come è stato considerato è una cosa grave, offensiva, stupida. I tifosi dell’Inter lo conoscono perfettamente. I signori che saranno seduti attorno a quel tavolo per decidere, non so che cosa, lo conoscono perfettamente. Io credo che questa sia stata proprio… Non c’è nessun elemento nuovo, cose che altri avevano già giudicato come del tutto poco consistenti. Mi è sembrato un attacco molto grave, pesante, nei confronti della società: inaccettabile. Totalmente inaccettabile. E posso dire chiaramente: Palazzi si sbaglia. Si sbaglia proprio. Questo è un attacco del pm e, vabbè, senza processo, su questa cosa ognuno può dire ciò che vuole. Io non accetto nella maniera più assoluta, l’Inter non accetta questa cosa e quello che fa di tutto un cattivissimo gusto è il fatto che sia coinvolto Facchetti. E non lo faccio perché è un modo di dire, perché è stata coinvolta una persona che non c’è più, che io ammiro e stimo, per la sua onestà. Siccome, in questo momento, Facchetti viene visto diversamente, io non stimo per niente chi ha fatto questa cosa”. Come si muoverà adesso l’Inter? “Molto tranquillamente, non vi preoccupate”. Presidente, queste cose le fanno venire voglia di abbandonare questo ambiente? “Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente lì”. Pensa che la relazione di Palazzi possa avere conseguenze in merito all’esposto della Juventus? “No, quella è finita come cosa. Però adesso s’incontreranno quelli della Federazione e decideranno quello che vogliono”.

  • E’ illecito sportivo. Inter e Moratti salvi per la prescrizione

    E’ illecito sportivo. Inter e Moratti salvi per la prescrizione

    Il cauto ottimismo manifestato venerdi da Massimo Moratti non era giustificato il procuratore federale Stefano Palazzi nella sua relazione infatti evidenzia la cattiva condotta di Giacinto Facchetti e Massimo Moratti. I due cercavano di condizionare l’esito delle partite facendo pressione sui designatori Bergamo e Paieretto e su altri componenti del mondo arbitrale.

    Materazzi e Moratti festeggiano lo scudetto | © Giuseppe Cacace/Getty Images
    “Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale”.     La tanto decantata rete di rapporti del sistema moggiano viene ritrovata nei legami di Moratti e sopratutto Facchetti con i designatori “Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo”“La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti”. Secondo Palazzi, “assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra”. A questo punto sembra scontato la revoca dello scudetto 2006 ma il mondo dello sport deve interrogarsi sul perchè questa parte dell’inchiesta è stata tenuta al coperto allora viziando sul nascere il nuovo campionato avvantaggiando l’Inter non solo nel 2006 ma anche nei campionati successivi. Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione Leggi le 72 pagine della relazione di Palazzi

  • Revoca Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione

    Revoca Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione

    Da quando è apparsa la nota sul sito della Figc con i risultati del lavoro di ricostruzione condotto dal procuratore federale Palazzi si è assistito ad un incredibile tam tam mediatico con notizie e titolone che attestavano tutto e il contrario di tutto. In casa Inter, per dirla con le parole di Moratti, si evince un cauto ottimismo avallato poi da un comunicato stampa di chi aveva fretta di chiudere la vicenda, dall’altro lato in casa bianconera dopo aver letto tra le righe la requisitoria di Palazzi è partito un monito alla Figc ricordando nel finale come il palmares non abbia prescrizione.

    © Fabio Muzzi/Getty Images
    Da ieri mi domando e domando a chi mi sta vicino chi ne è uscito vincitore. Poi mi sono risposto, sicuramente Zamparini e Zanzi le cui posizioni sono state archiviate per non aver commesso il fatto, poi? Nessun altro. Chi ha voluto leggere tra le righe di Palazzi ha capito che la posizione di Moratti, dell’Inter e del compianto Facchetti non era cosi diversa da quella tenuta da Milan, Lazio, Fiorentina, Reggina e Juventus e se il materiale attuale fosse stato in possesso all’epoca della prima sentenza non solo Guido Rossi non avrebbe potuto assegnare lo scudetto “dell’onestà” ma i nerazzurri si sarebbero trovati a pagare in termini di punti e magari lo scudetto a questo punto sarebbe nelle mani della Roma. La prescrizione dell’Inter e di Moratti non permette alla Federazione di chiedere il deferimento e quindi i nerazzurri non dovranno scontare nessuna pena se non quella di esser ancora sotto giudizio per quel che può valere lo scudetto del 2006. La sensazione che si ha è quella che il 18 luglio il presidente Abete comunicherà la revoca dello scudetto con buona pace di Moratti e di chi in questi anni si attribuiva meriti di lealtà ed onestà. Voglio però chiudere con una provocazione. Perchè Moratti non rinuncia alla prescrizione?

  • Archiviazione e prescrizione, le reazioni di Juve e Inter

    Archiviazione e prescrizione, le reazioni di Juve e Inter

    Il giorno tanto atteso è arrivato e come era prevedibile ha riportato in auge rancori mal celati e uno nuovo stato di insoddisfazione nel mondo dei tifosi. L’archiviazione per prescrizione decisa da Palazzi non fa una grinza dal punto di vista della giustizia sportiva tanto che da più parti era stata paventata come ipotesi più ovvia, ma lede quel famigerato codice etico con cui Guido Rossi assegnò lo scudetto all’Inter nel 2006.

    L’errore fatto da molti ieri è pensare infatti che l’archiviazione della posizione di Inter e di Moratti coincida con la non restituzione dello scudetto, in realtà per i titoli non vi è prescrizione e a decidere sarà il consiglio federale e il presidente Abete nelle sedute tra il 5 e il 18 luglio.

    Le reazioni in casa Juve e Inter sono ovviamente contrastanti, le due società hanno riversato in due comunicati il proprio stato d’animo, quello dei nerazzurri, comunque cauto in attesa di leggere il lavoro di Palazzi, è orientato al cauto ottimismo e lo stesso Moratti si dice fiducioso anche dal dibattito che si scatenerà nel Consiglio.

    La posizione ufficiale dei nerazzurri. “L’ F.C. Internazionale prende atto e comunica che la Procura Federale della Figc ha archiviato la posizione del club e dei suoi tesserati all’esito dell’indagine relativa ai fatti risalenti alla stagione 2004-2005. Resta quindi definitivamente confermato, che nessun procedimento disciplinare potrà essere promosso nei confronti dell’Inter e dei suoi tesserati per rilievi che, d’altra parte, non hanno mai trovato alcun riscontro in nessuna sede giudiziaria”. Infine Moratti ha chiuso parlando di persona: “La situazione è abbastanza definita sotto l’aspetto sostanziale, con tutto il rispetto la Federazione ne può discutere ma il caso dovrebbe essere chiuso perchè si tratta di un’archiviazione. Per me è normale, non soffro questo tipo di paure. Ho solo constatato come è andata”.

    Ovviamente di tutt’altro tenore la reazione in casa bianconera il cui comunicato è arrivato in tarda serata proprio per studiare la formula giusta ed incisiva. La Vecchia Signora chiedendo di poter aver nel minor tempo possibile il lavoro di Palazzi per capire le motivazioni di tale prescrizione ricorda che “il palmares non si prescrive” parafrasando tra l’altro una frase del presidente Abete di qualche tempo fa “l’etica non ha prescrizione”.

    Il cumunicato dei bianconeri. “Le archiviazioni disposte e notificate in data odierna dal Procuratore della Figc operano un’importante distinzione tra soggetti a vario titolo coinvolti nei fatti del 2006. Infatti per alcuni il provvedimento usa la formula di non sussistenza dei fatti contestati, mentre per altri sottolinea la non procedibilità o l’intervenuta prescrizione. In data odierna i legali della società hanno inoltrato richiesta di ricevere in via d’urgenza le motivazioni e gli atti sottostanti a tale provvedimento e inoltre di ricevere le motivazioni, gli atti e le indagini in relazione all’esposto presentato in data 10 maggio 2010. Solamente quando questi atti saranno resi noti, il Consiglio Federale e l’opinione pubblica potranno stabilire se, sulla base di una mera prescrizione, i motivi etici che furono alla base dell’assegnazione dello scudetto 2006 all’F.C.Internazionale hanno retto alla prova del tempo e delle circostanze, emerse stranamente molti anni dopo. Il palmares non si prescrive“.

    Le disposizioni di archiviazione del procuratore Palazzi si differenziano per posizioni, per Zamparini e Zanzi ad esempio non viene citata la prescrizione, evidenziando la totale estraneità dalle accuse mosse. Quella dell’Inter e di Moratti invece, parla di archiviazione per sopraggiunta prescrizione, posizioni differenti che il procuratore pare abbia circonstanziato nella sua ricostruzione e che forse avvalorerà la decisione del presidente Abete.

  • Archiviazione e prescrizione, per lo scudetto 2006 decide la Figc

    Archiviazione e prescrizione, per lo scudetto 2006 decide la Figc

    Come ampiamente previsto il lavoro di Palazzi ha partorito l’archiviazione per prescrizione nei confronti di Inter e Massimo Moratti. Le norme federali in materia erano chiare e chiaro allo stesso modo era l’utilizzo alla lettera a cui il procuratore avrebbe fatto affidamento. Quel che non cambia però è l’assegnazione dello scudetto del 2006, anche se alcune testate sportive hanno infatti titolato con “lo scudetto resta nerazzurro” o simili non è cosi, la revoca dello scudetto non ha prescrizione e a tal proposito dovrà pronunciarsi il consiglio federale il prossimo 5 luglio per poi dare un esito nella seduta del 18.

    Stefano Palazzi | © Andreas Solaro/Getty Images
    Questo il comunicato apparso sul sito della Figc Il Procuratore federale, esaminati gli atti dell’indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il Tribunale di Napoli nel noto processo penale in corso di svolgimento ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del C.G.S. vigente all’epoca dei fatti. Pertanto, con provvedimento a parte, è stata disposta l’archiviazione degli atti: 1. nei confronti del presidente del Palermo sig. Maurizio Zamparini e della Società Palermo: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare con riferimento alla condotta del presidente medesimo. 2. nei confronti del sig. Roberto Zanzi, all’epoca dei fatti, dirigente dell’Atalanta e della società Atalanta: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare. 3. nei confronti del sig. Massimo De Santis, all’epoca dei fatti, arbitro internazionale della Can A e B: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare. 4. nei confronti del presidente del Cagliari sig. Massimo Cellino e della società Cagliari: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 5. nei confronti del presidente del Chievo sig. Luca Campedelli e della società Chievo Verona: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 6. nei confronti del sig. Rino Foschi all’epoca dei fatti, dirigente del Palermo e della società Palermo: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti, con riferimento alla condotta del dirigente medesimo. 7. nei confronti del sig. Luciano Spalletti, all’epoca dei fatti, allenatore dell’Udinese e della società Udinese: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 8. nei confronti del sig. Sergio Gasparin, all’epoca dei fatti, dirigente del Vicenza e della società Vicenza: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 9. nei confronti del direttore sportivo sig. Nello Governato: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 10. nei confronti del presidente dell’Empoli sig. Fabrizio Corsi e della società Empoli: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 11. nei confronti del presidente del Livorno sig. Aldo Spinelli e della società Livorno: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 12. nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 13. nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. Giacinto Facchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 14. nei confronti del presidente della Reggina sig. Pasquale Foti e della società Reggina: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato. 15. nei confronti del sig. Leonardo Meani, all’epoca dei fatti, dirigente della società Milan e della società Milan: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 16. nei confronti dei sigg. Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, all’epoca dei fatti, Commissari Can A e B, del sig. Gennaro Mazzei, all’epoca dei fatti, Vice Commissario Can A e B e del sig. Tullio Lanese, all’epoca dei fatti, presidente dell’Aia: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

  • Revoca scudetto e prescrizione, la Lega chiude Calciopoli?

    Revoca scudetto e prescrizione, la Lega chiude Calciopoli?

    Domani è un giorno cruciale per il calcio italiano, il procuratore Stefano Palazzi consegnerà infatti il suo lavoro di ricostruzione del secondo filone dell’inchiesta a Calciopoli nata dalle intercettazioni uscite nel corso del dibattimento nelle aule del Tribunale di Napoli.

    Giancarlo Abete | © Massimo Cebrelli/Getty Images
    Il nodo cruciale è l’assegnazione dello scudetto del 2006, l’esposto presentato un anno fa dalla Juventus per mano del suo presidente Andrea Agnelli mirava e spronava la Lega Calcio ad attuare il medesimo comportamento per tutte le squadre coinvolte nello scandalo e far chiarezza sul perchè questo ramo di intercettazioni non era venuto a galla. Ricordiamo, lo scdetto vinto sul campo dalla Juventus fu assegnato “a tavolino” da Guido Rossi commissario speciale della Lega Calcio che dopo aver consultato tre saggi decise di premiare i nerazzurri per “l’assoluta trasparenza etica”. Le nuove intercettazioni però dimostrano che la deprechevole abitudine, tra l’altro non vietata, di sentire i designatori e perchè no chiedere qualche aiutino era praticata anche dai dirigenti nerazzurri che stando alle indiscrezioni adesso dovrebbero venir penalizzati con la restituzione dello scudetto, ma allo stesso tempo tutelati dalla prescrizione. La gogna mediatica che però si abbaterebbe sulla società del patron Moratti, qualora si verificazzero le indiscrezioni, obbligherebbe questa volta l’Inter a rivolgersi all’Alta Corte di giustizia del Coni, al Tar del Lazio fino al Consiglio di Stato. Ambienti vicini ai nerazzurri svelano infatti la volontà di Massimo Moratti di cedere la presidenza al figlio come protesta e per tutelare l’Inter se lo scudetto dovesse esser riscucito. Qualsiasi decisione prenderà la Lega Calcio il 18 luglio Calciopoli continuerà ancora a lungo, di questo siamo certi.