Gentile presidente Moratti, sono allarmatissimo per le sorti della sua Inter. È successo difatti che le abbiate buscate più volte in quest’ultime settimane, ciò che vi era successo spesso fino a quando non eravate riusciti a sgominare nel 2006 «l’associazione a delinquere» che falsava i tornei a favore della Juve. Prima che scendessero in campo Guido Rossi, un eccellente magistrato milanese che confessava di non sapere nulla di calcio, e il tenente colonnello Auricchio, era per voi impossibile vincere: i delinquenti filo-juventini compravano tutto e tutti. E che altro potevano fare con le squadrette che si ritrovavano? Dopo che giustizia (sportiva) è stata fatta, dopo il 2006, dopo che il compito di fare i gol lo avete affidato a Ibrahimovic e non più a Recoba, è stata per voi una passeggiata trionfale. E questo fino all’anno mirabile del “triplete”, un’impresa sportiva dinnanzi alla quale non finirò mai di togliermi il cappello. Così come sempre mi sono tolto il cappello innanzi alle grandi vittorie dell’Inter di Peppin Meazza, di Giacinto Facchetti, dell’Inter dell’anno trapattoniano. Bene, e adesso che succede? Possibile che voi perdiate sul campo, che prendiate più pappine di quanto riuscite a metterne dentro? Impossibile, e a meno di una spiegazione. E cioè che l’«associazione a delinquere» moggiana ha rialzato la testa. Hanno ricominciato a telefonare a tutto spiano forti di schede svizzere o altre – ad arbitri e designatori e quant’altro, telefonate da cui si guardavano bene i dirigenti delle altre grandi squadre. Da come lei ha ripetutamente raccontato la storia del calcio italiano recente, e cioè che nei tornei in cui arrivavate quinti o anche ottavi, era tutta colpa delle malefatte di Moggi. E dunque perché non dovrebbe essere così anche oggi? Se le avete buscate è perché qualcuno ha telefonato a vostro danno. È vero che lei si è già premunito assumendo uno dei migliori allenatori italiani, quel Mister Ranieri al quale vanno i miei saluti fraterni oltre che la gratitudine per quel che è riuscito a spremere in due anni da un rinsecchito limone juventino. Ma Ranieri non basta. Ci vuole Auricchio, di cui spero che nella vostra bacheca la foto si stagli accanto a quella di “Veleno” Lorenzi e di cento altri vostri campioni. I gol che vi hanno assicurato il vostro quattordicesimo scudetto li ha fatti lui, mica Recoba. Sguinzagli Auricchio, gentile presidente. E a meno che il calcio non c’entri niente affatto con le telefonate di chicchessia a chicchessia. Forse il calcio sta semplicemente nel fatto che undici neri vanno contro undici bianchi, e ci sono anni in cui vincono i neri perché sono più forti, e anni in cui vincono i bianchi perché sono più forti. Anni in cui vinsero Luisito Suarez e Sandro Mazzola e Armando Picchi e Mariolino Corso, perché in campo non c’era nessuno alla loro altezza. L’anno in cui la Juve di Fabio Capello arrivò a 91 punti, perché non c’era squadra italiana che non venisse “asfaltata” da quei fuoriclasse che poi si giocarono in famiglia la Coppa del mondo. L’anno in cui Milito e soci hanno sommato tre grandi vittorie, e non c’era trippa per nessun altro. Succede poi nel calcio vero, non quello millantato al telefono, che le generazioni si esauriscano e restituiscano il bastone del comando. Si esaurì la generazione degli juventini campioni del mondo nel 1982. Si esaurì la generazione stellare di giocatori milanisti modellati da Arrigo Sacchi. S’è forse esaurita, gentile presidente, la magnifica generazione dei vostri campioni di questi ultimi anni. Succede. È il calcio, quello vero. E quanto a telefonate, e per quel poco che contano, sarà divertente ascoltare la telefonata tra un designatore e un arbitro alla vigilia di un memorabile Inter-Juve di alcuni anni fa. La telefonata che la difesa di Moggi esibirà al processo di Napoli nell’udienza di martedì 27. Auguri, gentile presidente. Quanto al torneo in corso, vinca il migliore. Com’è sempre stato.
E’ il tecnico perfetto per le situazioni difficili e il passato non può che dimostrarlo. Toccherà a Claudio Ranieri risollevare le sorti dell’Inter cercando di recuperare una stagione nata malissimo ma ancora decisamente recuperabile. L’ex tecnico di Juventus e Roma ha convinto Moratti sin dal primo incontro dimostrando le sue enormi qualità nel far coesistere gruppi difficili tirando fuori il meglio da ogni elemento.
Ranieri sarà un traghettatore a meno che non riesca a portare a casa risultati entusiasmanti che gli consentirebbero di prolungare il contratto di una ulteriore stagione. Per Ranieri è un lavoro in salita, sopratutto per i continui dissidi con Mourinho nel passato.
L’accordo pressocchè annunciato è adesso al vaglio della società interista e del legale di mister Ranieri ma già in serta potrebbe esserci l’ufficialità con Ranieri pronto a guidare la sua nuova squadra sin dal primo allenamento di domani.
La tragica notte del Piola sembra aver diviso definitivamente i destini dell’Inter e di Gasperini. La prestazione dei nerarruzzi contro il Novara è stata ancor più umiliante del risultato tanto da lasciar andare il presidente Moratti a dichiarazioni eloquenti sul futuro del tecnico.
Moratti si prende una notte di tempo ma incalzato dalle domande dei giornalisti all’uscita del Piola di Novara si lascia sfuggire “non ha in mano la squadra” che sembra presagire un futuro nero per il tecnico.
Altra indiscrezione eloquente è di un summit negli spogliatoi tra Branca, Ausilio e i senatori dello spogliatoio nerazzurro con Gasperini lontano per le interviste post partita. Un altra scelta discutibile oltretutto pare ci sia stata una convergenza per un nome da proporre a Moratti per il post Gasperini.
Gettonatissimo il nome di Claudio Ranieri ma da non sottovalutare le ipotesi Figo e Baggio anche se sembra riscuotere nuovi e importanti consensi anche quello di Luis Van Gaal considerato un nome giusto sia per l’esperienza accumulata in carriera e con il temperamento necessario per domare uno spogliatoio un pò troppo sui geneneris.
I problemi per Gasperini non accennano a dimunire. Il tecnico nerazzurro sotto fuoco incrociato di stampa e tifosi per i risultati che tardano ad arrivare dovrà fare i conti con un altro caso “spinoso”. “I segugi” di Sportitalia hanno beccato ieri sera al Tocqueville, famosa discoteca di Milano, Wesley Sneijder e Diego Forlan contravvenendo al regime di preritiro imposto dall’allenatore.
Chiarisco subito, non ci vedo nulla di male tanto che la stessa emittente televisiva ha precisato la presenza per circa un ora senza far consumo di alcolici ma è il caso lampante dei problemi di casa Inter piombata ancora una volta ai tempi di Bobo Vieri e Ronaldo quando per disciplinare i giocatori la società decise di pedinarli.
Le indiscrezioni vogliono di un Moratti adirato per il nuovo caso spinoso ma nello stesso tempo distaccato per lasciar a Gasperini ampia autonomia nel gestire l’accaduto. Inevitabilmente l’ex tecnico genoano dovrà prender una decisione e seppur difficile varrà per la sua credibilità all’interno del gruppo.
Negli schemi provati ieri dal mister e dai rumors sulle probabili formazioni i due erano dati tra i sicuri titolari ma nelle prossime ore potrebbe cambiare la situazione con l’utilizzo di Zarate e Alvarez.
Si salvi chi può titolava stamane la Gazzetta Sportiva in merito alla sfida di stasera tra Inter e Roma. Considerando che siamo solo alla seconda di campionato (terza senza contare la prima da recuperare) sembra davvero folle, iniziare a pensare di parlare di crisi da ambo le parti. Ovviamente non ci si deve nascondere dietro un dito, dove i problemi sono molto evidenti sia in casa Inter che a Trigoria dove Luis Enrique ancora deve far breccia nel cuore dei tifosi, e dei risultati. Gasperini sembra essere appeso ad un filo, perché 3 sconfitte di seguito dei nerazzurri non si vedevano da un secolo, e i tempi d’oro targati Mourinho sembrano essere già un ricordo sbiadito. Incassata una fiducia ‘condizionata’ da Moratti il tecnico riproporrà molto probabilmente uno schema difensivo a 3 uomini. Mentre per quanto riguarda Luis Enrique nell’ultima conferenza stampa si è detto molto fiducioso del lavoro dei suoi ragazzi, e alla domanda che cosa mancasse a questa Roma ha riposto in maniera ironica: “Cosa ci manca? Fare un gol più degli avversari, già questo sarebbe sufficiente”.
Vediamo nel dettaglio come le due squadre scenderanno in campo:
INTER- Gasperini vede più nero che azzurro, e in questi soli due giorni di tempo per preparare la partita dopo la sconfitta bruciante contro il Trabzonspor, ha nuovamente ricevuto una fiducia temporanea dai vertici societari e anche dal presidente Moratti stesso. È previsto dunque un nuovo cambio di modulo con il ritorno alla tanto criticata difesa a 3,con una variazione in mediana cercando di utilizzare interpreti diversi e sfruttando al massimo i giocatori disponibili, viste le assenze pesanti di Stankovic e Thiago Motta per il centrocampo e Chivu per il reparto difensivo. Tra i pali scenderà in campo il brasiliano Julio Cesar, mentre la linea difensiva che torna ad essere composta da soli 3 uomini vedrà schierati Samuel centrale e Lucio e Ranocchia ai lati dell’argentino. Le novità arrivano dal centrocampo dove sembra essere prevista una maggiore copertura al centro con un doppio mediano dove Cambiasso dovrebbe essere affiancato da Zanetti, mentre sulle corsie laterali ci dovrebbe essere l’assistenza di Nagatomo da un lato e Obi dall’altro. Ruolo da trequartista puro per Sneijder che nel progetto di Gasperini inizia a diventare davvero indispensabile, a supporto del tandem d’attacco composto da Milito e Forlan.
ROMA- Vincere a San Siro per la vecchia Roma non sarebbe stato un problema, anzi, sarebbe stato quasi un ripetersi di un’abitudine consolidata negli anni. Stasera però sarà diverso, perché le ultime uscite stagionali della nuova Roma modello spagnolo non hanno convinto e cosa più importante non hanno portato risultati utili. Luis Enrique però sembra avere dalla sua parte una fiducia societaria maggiore rispetto al collega nerazzurro, con il progetto Roma che se ancora stenta a decollare potrebbe essere solo per una questione di tempo. I nuovi proprietari americani sono stati molto chiari, il tecnico spagnolo ha piena fiducia, ma necessita del giusto tempo per raccogliere i frutti del suo lavoro. Nel dettaglio stasera il tecnico spagnolo punta ancora forte sul nuovo modulo con 3 attaccanti, considerando il gioco offensivo come un dogma. L’undici giallorosso che scenderà in campo dovrebbe essere così composto: L’olandese Stekelenburg a difendere la porta, difesa a quattro con Burdisso e Heinze centrali (Juan è ancora alle prese con l’ultimo infortunio), Cassetti e Rosi agiranno sugli esterni vista la squalifica di Josè Angel. Il centrocampo passa nelle mani di Daniele De Rossi sempre più al centro del nuovo progetto, supportato dall’evergreen Perrotta e dal nuovo talento Pjanic. Il terzetto davanti vede il capitano Totti al centro, con Bojan e l’italoargentino Osvaldo alla ricerca del suo primo gol da romanista.
INTER (3-5-2) Julio Cesar; Lucio, Samuel, Ranocchia; Nagatomo, Zanetti, Sneijder, Cambiasso, Obi; Milito, Forlan.
A disp.: Castellazzi, Faraoni, Jonathan, Alvarez, Coutinho, Pazzini, Zarate.
Gasperini ha usato la ragione cambiando modulo ed interpreti per non sfigurare in Champions League ma il risultato è stato tutt’altro che soddisfacente. Il Trabzonspor con una partita tutt’altro che modesta riesce a portar via tre punti di platino da San Siro facendo entrare l’Inter in una crisi d’identità preoccupante e di difficile lettura.
L’ex tecnico genoano accoglie le richieste della società e della maggior parte die tifosi riaffidandosi alla difesa a quattro e agli osannati Sneijder e Pazzini. Ma sono proprio loro due a tradire l’Inter sbagliando occasioni incredibili a ripetizione.
Gasp nel post partita se la prende con la sfortuna e con il momento particolare ma si dice fiducioso nel trovare la via d’uscita anche se il tempo comincia ad esser sempre meno. La squadra ha giocato con impegno notevole, in questo momento non siamo fortunati. Ho visto comunque nel gruppo una grande rabbia e voglia di reagire. Nel calcio ci sono anche questi periodi, è l’inizio della stagione e questa sconfitta deve darci la molla per continuare a fare bene. Moratti? Nei miei confronti ha dimostrato sempre grande supporto, il fatto che si parli spesso insieme non vuol dire niente. Rispetto a Palermo ho visto una reazione della squadra. Possiamo fare meglio recuperando dei giocatori importanti. Abbiamo difficoltà di rodaggio, ma l’impegno e la disponibilità dei giocatori è notevole”.
Scontento ma equilibrato è il giudizio del presidente Moratti che scagiona il tecnico per la scelta del modulo “Non aspettatevi decisioni clamorose, mi pare che la squadra fosse messa bene in campo, è mancato un po’ lo sprint. Ma probabilmente i giocatori erano anche sotto shock dopo Palermo. Non mi pare che l’allenatore abbia colpe. Squadra frenata, ha sbagliato anche delle occasioni, poi ha preso un gol. Il calcio è anche questo. Se sono deluso? Ovviamente sì, alla prima partita in Champions league perdi contro questi qui. Come fai a non essere deluso?”