Tag: massimo moratti

  • Moratti deferito dalla Disciplinare per accuse arbitrali

    Moratti deferito dalla Disciplinare per accuse arbitrali

    Il presidente dell‘Inter Massimo Moratti aveva alluso alla malafede arbitrale nel post partita della gara di domenica scorsa tra Inter ed Atalanta, persa per 3-4 a San Siro dagli uomini di mister Stramaccioni, quando era apparso fortemente irritato per il rigore concesso ai bergamaschi dall’arbitro Gervasoni, reo di aver visto qualcosa di “inesistente” e di essersi preso “una responsabilità incredibile nell’assegnare un rigore all’Atalanta che non esisteva proprio” che, poi, ha avuto un peso rilevante nel determinare il risultato del campo, ossia la sconfitta maturata dall’Inter. La Commissione Disciplinare della Federcalcio ha provveduto, così, a deferirlo per “giudizi lesivi” sugli arbitri, oltre che a deferire l’Inter per responsabilità diretta. Le accuse di Moratti, dunque, non sono passate inosservate, considerando il provvedimento della Commissione Disciplinare che va a “colpire” proprio le parole orientate a dipingere la malafede arbitrale: “non credo più nella buona fede degli arbitri perchè il rigore era inesistente e ha cambiato faccia alla partita” ed, ancora, rifiutandosi di commentare la gara aveva focalizzato l’attenzione esclusivamente sul discorso-rigori, sottolineando che: “da 21 giornate di campionato che non ci danno un rigore ed è statisticamente impossibile che in tutto questo tempo non ci sia stato un episodio da rigore per noi”.

    Moratti deferito | © Claudio Villa Getty Images
    Moratti deferito | © Claudio Villa
    Getty Images

    Pertanto, la Commissione Disciplinare ed il procuratore Stafano Palazzi hanno comunicato, come era prevedibile, di aver deferito il presidente nerazzurro per aver espresso, mediante dichiarazioni pubblicate su organi di informazione,“giudizi e rilievi lesivi della buona fede e dell’imparzialità degli ufficiali di gara e, conseguentemente, della regolarità del campionato” ed, inoltre, anche la credibilità dell’istituzione Federale. La reazione del presidente Moratti alla notizia del deferimento subito non è stata affatto sorpresa e le sue parole hanno rispecchiato proprio tale stato d’animo: “il deferimento era ovvio e conseguente”.

    Si attendono ulteriori sviluppi ma, dopo il deferimento, sussiste il rischio di eventuali inibizioni o squalifiche a tempo che potrebbero compromettere l’esercizio di alcune funzioni.

  • Moratti giustifica Cassano: “E’ un artista”

    Moratti giustifica Cassano: “E’ un artista”

    Le parole di Massimo Moratti il giorno seguente alla vittoria dell’Inter contro il Catania nel turno pomeridiano della giornata domenicale, con tanto di rimonta da 2-0 a 2-3, sono frutto del buon umore connesso al risultato positivo maturato ed in tal senso inquadra e ricostruisce sotto una luce differente anche l’episodio accaduto alla vigilia della trasferta etnea, ossia la lite con tanto di urla e spintoni tra Antonio Cassano e il tecnico Andrea Stramaccioni. Se a “caldo” era inevitabile considerarlo come un episodio sicuramente da condannare, oggi il presidente Massimo Moratti minimizza la portata di quell’episodio, dipingendo Antonio Cassano come un “artista” che, per questo motivo, deve essere capito e compreso nella suo essere estroso e sopra le righe e, si sa, “fanno cose un po’ speciali”. In tal senso, le parole del presidente Massimo Moratti sembrano quasi parafrasare la canzone del cantautore Francesco Guccini, che nel brano dell’album l’ “Ultima Thule” intitolato “Gli Artisti” ne descrive e ne canta le peculiarità, l’estro e la fantasia, considerando il loro vivere nell’utopia e, ovviamente, fuori dai canoni e dagli schemi, come geni spesso incompresi dai “comuni esseri umani”, che invece “volano con piccole ali”, chiosando il suo pensiero con un’eloquente esclamazione: “ah, come invidio gli artisti!”

    Moratti giustifica Cassano: "E' un artista" | © AFP/Getty Images
    Moratti giustifica Cassano: “E’ un artista” | © AFP/Getty Images

    Su tale linea, dunque, il presidente Massimo Moratti aggiunge che – a suo avviso – è bene minimizzare l’episodio, anche perchè tutti tendono a “normalizzarlo” ed in tal senso non interverrà il presidente nel decidere un’eventuale multa per Fantantonio, lasciando ogni tipo di decisione a chi può decidere con maggiore cognizione di causa e, dunque, chi conosce la vicenda avanzerà le sue proposte. Nonostante il tutto possa, quindi, ritenersi ormai ricomposto, sembra che il presidente Moratti non abbia molto gradito il fastidio espresso dal tecnico Stramaccioni che si è lamentato per la fuga di notizie e per la diffusione di un episodio che avrebbe a suo avviso dovuto rimanere dentro le mura dell’impianto di Appiano Gentile.

    Tuttavia, è inevitabile che possa accadere e, dunque, il presidente Moratti preferisce concentrare l’attenzione sul fatto che simili episodi non si ripresentino più, piuttosto che preoccuparsi dell’eventualità che tali notizie si diffondano: “è un peccato soprattutto perchè queste cose non devono succedere”.

    Per il presidente Massimo Moratti l’attenzione maggiore deve, poi, essere rivolta al campo ed ai risultati della squadra che ieri ha dimostrato di avere carattere e capacità di reazione, sintomo inequivocabile di grande personalità e qualità di collettivo, riconoscendo pubblicamente anche le capacità del suo tecnico, bravo nell’indovinare i cambi (su tutti quello dell’uomo-gol Rodrigo Palacio, ndr) che hanno dato la scossa alla squadra e le hanno permesso di cambiare marcia.

    Nonostante i meriti del tecnico, però il presidente Moratti continua ad avere un debole per gli uomini d’estro e continua a  preferire gli artisti, al contrario di Fabio Capello, cittì della Russia ed ex tecnico di Cassano ai tempi della Roma che, in questi giorni, non ha perso occasione di punzecchiare il barese con osservazioni al veleno: “speravo fosse maturato con la nascita del figlio, ma è sempre lo stesso. E’ un bravo ragazzo ma non ha limiti del rispetto e dell’educazione, se sbrocca non lo si ferma più”.

  • L’idillio è finito! Quasi rissa tra Cassano-Stramaccioni

    L’idillio è finito! Quasi rissa tra Cassano-Stramaccioni

    Per Antonio Cassano si tratta di una sorta di “costante”, che periodicamente si ripete all’improvviso, quando meno ce lo si aspetta. E’ successo ai tempi della Roma quando, ancora giovane e poco maturo, le sue “uscite” sopra le righe vennero ribattezzate “Cassanate”, è successo durante l’avventura poco fortunata al Real Madrid, è successo alla Sampdoria rompendo un idillio che sembrava inossidabile. Non si tratta, però, soltanto di un excursus di avvenimenti del passato ma di un preludio a qualcosa che si è ripetuto ancora, in casa Inter. Questa volta il litigio che ha visto protagonista Antonio Cassano ha riguardato anche l’allenatore Andrea Stramaccioni ed è avvenuto proprio alla vigilia della trasferta contro il Catania, negli spogliatoi della Pinetina di Appiano Gentile. Secondo quanto viene riportato, Cassano e Stramaccioni si sono affrontati anche fisicamente, con tanto di spintoni, urla e provocazioni, richiedendo l’intervento degli altri calciatori interisti per provare a separarli e cercare di riportare la calma anche se la lite Cassano-Stramaccioni non può passare sottotraccia.

    Lite Cassano-Stramaccioni in allenamento | © Claudio Villa/ Getty Images Sport
    Lite Cassano-Stramaccioni in allenamento | © Claudio Villa/
    Getty Images Sport

    Nervosismo indiscutibile, crepe profonde che si aprono e portano con sè diverse cause: dalla difficoltà di risultati della squadra, da alcuni nervi scoperti all’interno dello spogliatoio, con gli individualismi che prevalgono sul collettivo e sfociano in situazioni come quella che ha visto protagonisti proprio Cassano e mister Stramaccioni. Un tecnico come Stramaccioni, dalla forte personalità e dalla grande voglia di emergere, è strano si faccia coinvolgere in situazioni simili, andando a piegare il suo ruolo di “guida” della squadra a situazioni che, di certo, non risultano essere edificanti e non possono che incrinare la sua figura.

    Di certo, il presidente Massimo Moratti – che dovrebbe parlare in queste ore per chiarire la situazione – farà di tutto per ricomporre la rottura Cassano-Stramaccioni anche se, ovviamente, si tratta di una grana di difficile ricomposizione che potrebbe avere ripercussioni più gravi e più pesanti sul proseguio della stagione interista, considerando che potrebbe portare con sè quelle “scorie” che non fanno bene al clima dello spogliatoio.

    Quantomeno singolare, però, che la lite Cassano-Stramaccioni sia giunta proprio nel periodo in cui, nonostante le difficoltà stagionali, sembrava che il giovane tecnico avesse ormai ottenuto la riconferma per la prossima stagione, rimanendo il punto fermo nella rivoluzione che potrebbe riguardare la squadra (ed anche la società) nella prossima stagione, con il probabile addio al calcio giocato di capitan Zanetti e i dubbi legati alla permanenza di Cambiasso ed alla guarigione di Diego Milito, ma anche lo stesso prolungamento di Antonio Cassano che, ora, non appare affatto scontato.

    Tuttavia, sembra che nonostante le difficoltà all’interno dello spogliatoio e i dubbi per quello che sarà il futuro, l’intenzione comune sia quella di cercare di focalizzare l’attenzione soltanto all’impegno del Massimino di Catania, una partita già di per sè delicata e difficile, che richiederà la massima concentrazione considerando che la lotta per un posto in Champions League sarà sempre più dura ed ardua fino al termine della stagione. In tanta confusione, però, la certezza sembra essere una sola: la non convocazione per la gara contro il Catania di Antonio Cassano decisa dal tecnico Stramaccioni.

    D’altronde, era ampiamente prevedibile dopo la lite Cassano-Stramaccioni che è apparsa come un “il fulmine a ciel sereno”.

  • Emergenza Inter, Moratti si affida a Carew

    Emergenza Inter, Moratti si affida a Carew

    Carew all’Inter ormai è quasi fatta. Manca solo l’ufficialità, che arriverà subito dopo l’esito delle visite mediche di rito che dovrà sostenere il gigante norvegese. Lo stesso presidente nerazzurro Massimo Moratti, dopo l’esito del derby si era lasciato scappare un “vedremo cosa offre il mercato degli svincolati“, facendo capire come l’assenza di Milito e la pessima scelta di cedere Livaja all’Atalanta (con la prima doppietta realizzata in carriera) debbano essere colmati in qualche modo e alla svelta, per cercare di rimanere ancorati alla lotta per il terzo posto. Ma davvero il gigante Carew, o Gulliver, (suo soprannome) con alle spalle un curriculum da vero vagabondo d’Europa, riuscirà a risolvere i problemi di sterilità offensiva evidenziati dalla banda Stramaccioni? La scelta a mercato chiuso (e sbagliato visto l’addio di Livaja e l’arrivo di Rocchi) è sembrata praticamente obbligata, vista l’assenza di candidati validi, con Van Nistelrooy che avrebbe appeso gli scarpini al chiodo e Mido che non avrebbe convinto a pieno.

    John Carew | ©  Stephen Lovekin/Getty Images
    John Carew | © Stephen Lovekin/Getty Images

    Il suo score parla di 125 gol segnati in 365 partite tra Norvegia, Spagna, Francia, Inghilterra e Italia, con una breve parentesi alla Roma, (con cui ha realizzato otto gol in meno di 30 partite), ma nelle ultime due stagioni inglesi con la maglia del West Ham e dello Stoke City, Carew ha messo a segno a malapena 3 reti in circa 30 match disputati. Uno score che dimostra come la sua parabola sia assolutamente in fase discendente. C’è da considerare inoltre come l’attaccante norvegese svincolato dallo scorso luglio abbandonato il calcio giocato, si sia trasferito a Miami, dove avrebbe sfruttato la sua immagine pubblica, per entrare nel mondo della moda e dello spettacolo. Prima fotomodello aiutato dalla sua bellissima compagna, modella di professione, e in seguito nei panni di un vero e proprio attore, in un film thriller, di produzione americana. Ad oggi sarebbe pronto per lui un gettone fino alla conclusione dell’attuale stagione, di circa 300 mila euro più eventuali bonus.

    I dubbi legati all’operazione rimangono e si palesano davanti agli occhi di qualsiasi tifoso, di fede nerazzurra e non. A 34 anni, Carew con un fisico statuario, di 1,92 cm, e quasi un anno di inattività (tra un ciak e l’altro) cosa dovrebbe garantire? Solo la presenza fisica parafrasando il personaggio comico di Ruggero De Ceglie! In aggiunta rimane ancora più incompresa la partenza di Livaja che sarebbe dovuto essere sostituito da Rocchi, fermo in panchina da oltre un mese, perché sarebbe lontanissimo dalla condizione migliore per giocare. L’arrivo dell’ex capitano della Lazio rimane il mistero più buffo e incomprensibile del mercato di riparazione invernale diretto da Branca. Cercato e inseguito, fino ad essere soprannominato il vice Milito, Tommaso Rocchi, ha preso il posto inamovibile di titolare fisso sulla trequarti della panchina nerazzurra. Nel miglior stile degli Scary Movie, Branca continua a far divertire i tifosi delle altre tifoserie e rendere più appetibile il brand Inter per la creazione di barzellette comiche sul mondo del calcio.

    Rocchi più Carew, 70 anni in due per il progetto giovani che Moratti ha affidato all’unica cosa che c’è di giovane e spensierato nella rosa nerazzurra: Stramaccioni.

  • Mourinho lascerà il Real, Moratti è pronto a farlo tornare all’Inter?

    Mourinho lascerà il Real, Moratti è pronto a farlo tornare all’Inter?

    Che Stramaccioni non rimarrà a lungo sulla panchina nerazzurra è una scommessa troppo facile da vincere. Ma su chi sarà il suo prossimo sostituto c’è molto da indovinare. Si è parlato di Diego Simenone, ex idolo della curva, calciatore con un passato a tinte interiste e biancocelesti, con la grinta e il giusto carisma per guidare la banda argentina sin troppo irrequieta nello spogliatoio dei clan (cit. Ibra.). Poi è venuto fuori il nome dell’attuale tecnico del Napoli Walter Mazzarri, in continua polemica con tutto l’ambiente partenopeo, nonostante gli ottimi risultati avuti in questi ultimi anni, agli azzurri è mancato quel salto di qualità per diventare una squadra in grado di vincere qualcosa di importante. Il valzer delle panchine o il fantallenatori è partito prima del mercato estivo con i classici nomi già sulla bocca di tutti gli esperti di calciomercato. E se niente niente, l’amarcord italico riportasse il Vate di Setubal, l’uomo della provvidenza, lo Special One e chi più ne ha ne metta, sulla panchina dell’Inter?

    Josè Mourinho ©  CHRISTOPHE SIMON AFP
    Josè Mourinho © CHRISTOPHE SIMON
    AFP
    Sognare non è vietato, ma parlare di un ritorno di Josè Mourinho in quel di Appiano Gentile, più che di favoletta sa di pura fantascienza. Ragionando sull’attuale situazione del portoghese, è utile comunque lasciare qualche spiraglio di speranza ai tifosi nerazzurri. In primis perché l’addio del tecnico blancos dal Real Madrid è cosa ormai certa, con i quotidiani spagnoli che parlano di una decisione già presa dallo stesso Florentino Perez, (che avrebbe deciso di liquidarlo con un assegno di 10 milioni di euro come buonuscita)stanco di vedere il suo Real Madrid terzo in campionato e a meno 16 punti dal Barcellona. I rapporti pessimi con tutto lo spogliatoio avallerebbero le scelte del presidente Perez, considerando come il caso Casillas sia stato gestito malissimo da tutto l’ambiente blancos.

    A prendere il posto di Josè, sarebbe prontissimo Carlo Ancelotti, attuale tecnico del Psg, che scambierebbe volentieri la sua poltrona con il suo nemico di derby milanesi Mou, per accomodarsi al Santiago Bernabeu. Lo special one in questo modo potrebbe ritrovare in quel di Parigi un campione come Ibra, affiancato da altri giocatori di levatura altissima, e perché no magari trascinarsi dietro ( a fronte di un’offerta irrinunciabile) anche Cristiano Ronaldo dal Real Madrid.

    Questa è l’ipotesi più probabile, ma volendo andare avanti con l’immaginazione, e volendo sognare come è giusto che faccia ogni tifoso interista, si potrebbe ipotizzare un ritorno di Mourinho in abiti nerazzurri? Lo stesso tecnico del Real non ha mai negato la sua fede interista, confessando con continuità nelle interviste calcistiche la sua voglia di tornare un giorno ad allenare la SUA inter. Certamente volendo essere realisti è difficile pensare che questo possa accadere giusto per un paio di buoni motivi:1) Massimo Moratti in piena epoca austerity difficilmente potrebbe permettersi un ingaggio nemmeno vicino alla metà dell’attuale compenso del portoghese; 2) lo stesso Josè non tornerebbe mai in Italia per competere per la quarta o quinta posizione del campionato, e per l’Europa League, considerando l’attuale rosa nerazzurra, (con qualche reduce pensionabile del vecchio Triplete) e i nuovi mediocri innesti non possano dare risultati migliori.

    Sognare non costa niente, ma ricostruire una squadra crollata nel corso degli anni con dirigenti non proprio svegli come Branca e soci è un altro contro. Chiedere a Moratti.

  • Stramaccioni, il suo futuro passa dal Derby

    Stramaccioni, il suo futuro passa dal Derby

    Le premesse con cui l’Inter si era avvicinata alla trasferta con la Fiorentina non erano state certamente positive ed, anzi, avevano avuto come preludio il grave infortunio di Diego Milito che aveva turbato l’intero ambiente. Tuttavia, il viaggio in treno in direzione Firenze con il presidente Moratti e consorte che avevano deciso di star vicino alla squadra, con tanto di foto di gruppo da dedicare al Principe, sembrava un modo per cementare lo spirito di gruppo nel momento della difficoltà, e per  mostrare la stima e la fiducia del presidente nei confronti di Andrea Stramaccioni. Tutto ciò prima della debacle di ieri sera contro la Fiorentina, con un sonoro punteggio di 4-1 che non ha lasciato scampo ad alibi e scusanti, e che ha mostrato un’Inter a tratti imbarazzante nel gioco, completamente in balia della Viola di Montella al punto che la curva Fiesole ha intonato un coro ironico in cui, rivolgendosi ai calciatori nerazzurri, sottolineava che “il pallone è quello giallo”.

    Una serata nera, dunque, una sconfitta umiliante per le modalità in cui è arrivata oltre che per il punteggio e, segnale ancor più preoccupante, tutto ciò è accaduto proprio nel turno di campionato precedente al Derby milanese: in mezzo, c’è la trasferta in Romania con il Cluj e c’è tanto lavoro da fare per compattare il gruppo e restituire serenità e stimoli, quello che ieri è mancato, insieme ad un’accettabile condizione fisica. L’Inter è parsa stanca e svogliata, e su questo avrà inciso anche l’Europa League di giovedì scorso, ma considerando l’importanza della posta in gioco di domenica prossima non sarà un alibi accettabile, considerando che anche i rossoneri saranno impegnati in questa settimana in Coppa, ed il loro impegno è certamente più ostico contro gli “alieni” del Barcellona.

    Stramaccioni, il suo futuro passa dal Derby | © Claudio Villa/ Getty Images Sport
    Stramaccioni, il suo futuro passa dal Derby | © Claudio Villa/
    Getty Images Sport

    Finora, il trend post-Europa League non è assolutamente rassicurante in tal senso considerando che nei turni di campionato successivi agli impegni europei l’Inter ha ottenuto ben cinque sconfitte. L’Europa League assorbe energie, dunque, ma dev’essere il tecnico a capire quando è necessario far rifiatare qualche calciatore, operando l’opportuno turnover e, in tal senso, mister Stramaccioni si assume le proprie responsabilità riconoscendo di aver commesso qualche errore di valutazione nella gestione delle energie dei suoi calciatori, puntando per le tre gare ravvicinate di questa settimana trascorsa sempre sullo stesso blocco che, di fatto, non ha retto a dovere.

    Un errore che “ci può stare” e che ha accomunato – in questo turno post-europeo – il tecnico interista ad Antonio Conte, ma ovviamente le pressioni e le circostanze appaiono ben differenti.

    Per questo motivo, è lecito ipotizzare che proprio il prossimo turno di campionato con il Derby milanese possa essere decisivo per il futuro di Stramaccioni sulla panchina nerazzurra, considerando anche quanto affermato dallo stesso tecnico questa mattina, a margine della sua presenza a Coverciano per la panchina d’oro: “essere allenatore dell’Inter significa stare sempre sotto esame”.

    Andrea Stramaccioni rivela, poi, quale sia lo stato d’animo del presidente Massimo Moratti dopo la figuraccia di ieri sera. Il presidente, secondo quanto affermato dal tecnico interista, è “arrabbiato e rammaricato, come lo siamo tutti”. 

    Per provare a rimediare c’è un’unica strada: vincere il Derby.

  • Inter, incontro Strama-Moratti. Le idee per il rilancio

    Inter, incontro Strama-Moratti. Le idee per il rilancio

    L’Inter non cambia guida tecnica. Dopo l’incontro tra Stramaccioni e Moratti, l’allenatore nerazzurro ha ottenuto la fiducia del patron interista che pretende però un cambiamento di rotta. Al presidente non è andata giù la sconfitta in casa del Siena (ultimo in classifica fino allo scorso week end), soprattutto per ciò che si è visto in campo. Una squadra completamente fuori condizione, senza grinta e soprattutto con poche idee tattiche. La squadra ha avuto un crollo verticale dopo la vittoriosa trasferta allo Juventus Stadium, che spinse i tifosi nerazzurri a sognare nuovamente lo scudetto. Quella partita però ha causato un rilassamento in tutta la rosa, fino al quarto posto attuale (in compagna dei cugini del Milan), a tre punti di distanza dal terzo posto, occupato dalla Lazio.

    L’obiettivo per fine stagione rimane la Qualificazione alla prossima Champions League (anche partendo dai Preliminari) e finale di Coppa Italia (e possibilmente una vittoria).

    Strama incontra Moratti. Fiducia rinnovata © FABIO MUZZI/AFP/Getty Images
    Strama incontra Moratti. Fiducia rinnovata © FABIO MUZZI/AFP/Getty Images

    L’incontro – Un chiarimento piuttosto tranquillo quello avvenuto tra Moratti e Stramaccioni, con il presidente nerazzurro ben lungi dal voler esonerare il giovane tecnico, nonostante l’ultimo periodo non brillantissimo della formazione interista. Un colloquio che ha permesso ai due di confrontarsi serenamente e cercare insieme le soluzioni per uscire da questa situazione che potrebbe compromettere la corsa verso il terzo posto.

    I consigli di Moratti – Il patron nerazzurro, dall’alto della sua esperienza (resta da capire se è solo esperienza oppure anche capacità reali) ha voluto dare qualche suggerimento al giovane allenatore, invitandolo a tornare alla difesa a 4, vista la pesante assenza di Samuel, e di puntare fortemente sul nuovo talento arrivato a fine gennaio, Kovacic. Su questi due punti si è spostata maggiormente la discussione tra i due. A questo punto pare quasi scontato il passaggio al 4-3-1-2, modulo che esalterebbe le caratteristiche dell’ex talento della Dinamo Zagabria (soffiato alle big di tutta Europa), che nel ruolo di regista permetterebbe all’Inter di effettuare il salto di qualità dal punto di vista del gioco. Il passaggio alla linea difensiva a quattro invece darebbe più tranquillità ai due centrali (Ranocchia e Juan Jesus), che con l’assenza di Samuel hanno visto crollare nettamente il proprio rendimento.

    Il morale alla Pinetina sembra buono e la fiducia intorno alla squadra non è mai mancata, viste le buone individualità presenti all’interno del gruppo. Sicuramente bisognerà pazientare ancora qualche settimane per poter vedere integrati al meglio i nuovi acquisti (Kuzmanovic, Kovacic e Schelotto), nella speranza di rivedere in campo Milito, unico vero terminale offensivo della squadra (se si esclude Palacio, più seconda punta, e Rocchi…). L’unico che non sembra mai patire le sofferenze della squadra è il capitano Javier Zanetti, che alla soglia del 40 anni d’età continua a macinare chilometri in campo e prestazioni sempre sopra la sufficienza.

    A quindici partite dalla fine del campionato, ogni passo falso potrebbe risultare decisivo per la corsa al terzo posto. Con questo incontro Moratti ha voluto tranquillizzare il mister circa la sua posizione, escludendo l’esonero e caricandolo in vista del rush finale. Un altro anno senza Champions League potrebbe causare perdite importanti alla società e un conseguente ridimensionamento (più di quanto sia stato fatto negli ultimi anni) della società.

  • Inter, ora è crisi nera. Stramaccioni rischia

    Inter, ora è crisi nera. Stramaccioni rischia

    L’Inter doveva essere l’anti Juve. Lo scontro diretto vinto dai nerazzurri sul campo mai espugnato della Juventus per 3-1, secondo la maggior parte dei critici e dell’opinione pubblica, bastava per poter ritenere l’Inter una pretendente allo Scudetto. Utopia? A distanza di qualche mese possiamo, oltre che concordare sull’aspetto utopistico della considerazione, farci anche qualche risata. In Italia purtroppo siamo abituati agli estremi: o si da importanza a un fatto o si tralascia. Nel nostro caso la vittoria dell’Inter allo Juventus Stadium è stata esaltata troppo: i più catastrofisti ritenevano già finito il ciclo della Juventus con conseguente crollo in campionato. Mai ci fu previsione più errata. Col senno di poi, possiamo tranquillamente affermare che l’impresa di Stramaccioni a Torino non è stata altro che una grande vittoria fine a sè stessa. Non che sia stato un caso perchè l’Inter meritò sul campo di vincere, ma assolutamente non è neppure stato l’inizio di un ciclo vincente per l’Inter. Semmai proprio da quella partita iniziarono i guai per gli Strama Boys: troppa importanza mediatica? Troppe pressioni? Comunque sia nelle partite successive è stato evidente il calo fisico e mentale dei nerazzurri: con la sconfitta di ieri sono solo 6 i punti raccolti nelle ultime 7 gare. Roba da brividi per una squadra considerata solo qualche mese fa l’anti juve. Analizziamo meglio la situazione di crisi dell’Inter classificando le cause del declino nerazzurro in due motivi: quelli legati a Stramaccioni e alle sue scelte, e quelli legati alle valutazioni della dirigenza.

    Andrea Stramaccioni pensieroso: la sua Inter ha raccolto solo 6 punti nelle ultime 7 partite | © Gabriele Maltinti/Stringer / Getty Images
    Andrea Stramaccioni pensieroso: la sua Inter ha raccolto solo 6 punti nelle ultime 7 partite | © Gabriele Maltinti/Stringer / Getty Images

    COLPE DI STRAMA – Andrea Stramaccioni appena un mese fa veniva elogiato e addirittura paragonato a Josè Mourinho solo per aver incanalato qualche vittoria di fila. La stampa sportiva italiana è in grado anche di fare cose simili. Quest’anno Stramaccioni aveva iniziato bene sulla panchina dell’Inter poi, complici infortuni, scelte della dirigenza e una squadra non proprio all’altezza delle aspettative, il giovane allenatore si è trovato sull’orlo del baratro. Già, perchè perdere per due volte contro il Siena -con tutto il rispetto per i toscani- e regalare 6 punti ai toscani ultimi in classifica non è impresa da tutti. Intanto Stramaccioni non è apparso sicuro nelle scelte: perchè far scendere in campo Schelotto che non è in forma e che ancora non è entrato alla perfezione negli automatismi della squadra? Perchè invece non aver puntato sull’altro arrivato, il giovane Kovacic dal primo minuto invece di inserirlo solo nella ripresa? Diciamo che Strama ha le sue colpe però non è tutto da imputare al tecnico nerazzurro. Se i giocatori sono quelli, la colpa non è di certo sua ma di qualcun’altro. La panchina del tecnico comunque inizia a traballare…

    COLPE DIRIGENZA – Arriviamo al punto critico della riflessione. Se Strama fa i suoi errori -come tutti del resto- anche la dirigenza si è impegnata in negativo. Intanto il mercato non è apparso convincente. L’Inter ha ceduto Sneijder, forse l’unico trequartista di livello che avevano in casa i nerazzurri. Adesso Stramaccioni ha dovuto reinventare Guarin trequartista togliendo un elemento di spessore come il colombiano dal centrocampo. I nuovi arrivi non hanno molta utilità, almeno nell’immediato. Forse con un po’ di pratica potranno aiutare l’Inter ma non si possono pretendere miracoli. Assurda poi la scelta di affidarsi a Rocchi, attaccante d’esperienza, per carità, ma in avanti con l’età piuttosto che confermare il giovane Livaja. La difesa, il reparto più incerto non può affidarsi a Chivu centrale e urgevano rinforzi. La colpa è di tutti ma a rimetterci è solo l’Inter.

  • Balotelli came back, nuova fiamma e disordini

    Balotelli came back, nuova fiamma e disordini

    L’arrivo di Mario Balotelli al Milan ha suscitato immediatamente l’entusiasmo dei tifosi rossoneri che, dopo aver appreso la notizia del suo atterraggio all’aeroporto della Malpensa delle ore 16.36 (ritardato rispetto a quanto previsto inizialmente a Linate a mezzogiorno a causa di problemi burocratici legati alla cessazione del precedente rapporto di lavoro, ndr) hanno iniziato a raccogliere informazioni sui programmi per la serata del neo attaccante rossonero, fino a captare la cena nel noto ristorante milanese “Giannino”, ritrovo del clan milanista, in compagnia di Adriano Galliani. Fuori dal locale, sito in Via Vittor Pisani, dunque, si sono scatenati i cori dei circa trecento presenti, che non hanno esitato a mostrare il loro entusiasmo per l’acquisto di punta della campagna di mercato. Poteva essere, dunque, una positiva manifestazione di affetto, con un simile calore nel dare il benvenuto a Mario Balotelli ma, invece, si è trasformata in una manifestazione di profonda inciviltà, degenerata ben presto in gravi disordini tra gli ultras e la polizia, con lanci di bottiglie, tafferugli, e necessità di agenti in tenuta antisommossa.

    Una vera e propria guerriglia urbana scaturita “dal nulla” e, soprattutto, senza alcuna ragione considerando che, almeno nelle premesse, la presenza dei tifosi accorsi nei pressi del ristorante doveva essere, appunto, assolutamente pacifica considerando anche il clima di “festa” in virtù del “sogno che si realizza dopo tanto tempo”, ossia l’acquisto di Balotelli, da sempre inseguito dal Milan anche in virtù della sua mai celata fede di tifoso rossonero.

    Balotelli, nuova fiamma e accoglienza turbolenta | © AFP/Getty Images
    Balotelli, nuova fiamma e accoglienza turbolenta | © AFP/Getty Images

    Il suo arrivo in rossonero, oltre agli scontri tra i tifosi e la polizia con un agente finito in ospedale perchè colpito da una bottiglia, ha provocato anche altre reazioni (tra cui anche la consegna del Tapiro d’Oro da parte di Staffelli, ndr) ed alcune caratterizzate da toni non propriamente distesi: basti pensare alle parole del presidente interista Massimo Moratti che ha espresso, con assoluta sincerità, il suo pensiero connesso all’operazione di mercato che ha portato – proprio in questo preciso momento – Mario Balotelli al  Milan, sottolineando anche le implicazioni “politiche” che possono scaturirvi: “E’ una cosa utile a Berlusconi per mille motivi”.

    Oltre ai commenti e le reazioni, l’arrivo di un personaggio discusso e sempre al centro dell’attenzione mediatica come Mario Balotelli non può passare sotto traccia neppure sul piano del gossip, considerando che la figura di Balotelli è stata a lungo protagonista dei “pettegolezzi” legati alla sua relazione con Raffaella Fico e alla nascita nel mese di Dicembre della piccola Pia, che ha preso il cognome del padre. Ora Mario Balotelli si presenta nella sua nuova vita milanese in compagnia della sua nuova fiamma Fanny Neguesha, modella e ballerina vicentina, metà italiana e metà congolese, ventiduenne molto attiva su Twitter, sbarcata in Italia insieme a Super Mario confermando quanto aveva anticipato proprio sul social network twittando “sì, andiamo a Milano”, aggiungendo, poi, che la nostra “relazione procede a gonfie vele”.

    Al momento, dunque, il ritorno in Italia di Mario Balotelli non può coincidere con il ritorno di fiamma con la ex compagna e madre di sua figlia, anche se quando si parla di Balotelli, nulla può essere escluso, e a giudicare dalle premesse del suo ritorno in Italia, non ci sarà da annoiarsi.

  • Sneijder al Galatasaray è ufficiale: 7,5 mln all’Inter

    Sneijder al Galatasaray è ufficiale: 7,5 mln all’Inter

    La telenovela del mercato di Gennaio ha avuto, finalmente, una conclusione dopo settimane di tira e molla, dubbi, dichiarazioni, ripensamenti. Wesley Sneijder lascia l’Inter e approda al Galatasaray di Terim, accettando la proposta (tutt’altro che modesta) del club turco che gli assicurerà un contratto fino al 2016 da 5 milioni e mezzo a stagione, più bonus e benefit, oltre che una casa sontuosa a sua disposizione. L‘Inter, dal canto suo, incassa sette milioni e mezzo per il cartellino dell’olandese, oltre che beneficiare di un cospicuo risparmio in termini di ingaggio considerando che, nei tre anni e mezzo di permanenza in nerazzurro, Wesley Sneijder ha percepito uno stipendio faraonoico e che avrebbe preteso anche una buonuscita. Su questo punto, però, la dirigenza nerazzurra non sarebbe stata affatto disposta ad ulteriori concessioni e, dunque, per evitare di “far saltare il banco” della trattativa per questo particolare, si è deciso di studiare una soluzione “diplomatica”, prevedendo che a Sneijder vada l’incasso dell’amichevole tra Inter e Galatasaray che verrà organizzata prossimamente.

    Il tutto è stato così definito nella giornata di ieri, con un incontro tra Sneijder ed il presidente Moratti in un hotel milanese, al termine del quale il numero uno interista aveva rivelato fosse stata “una chiacchierata riassuntiva”, un modo per fare il quadro della situazione e capire come potesse evolversi (e in che tempi) la trattativa, fermo restando che per l’Inter le intenzioni di cedere l’olandese erano già note da qualche tempo e che lo stesso Sneijder, negli ultimi giorni, aveva capito che non ci fossero possibilità di restare a Milano a causa del suo ingaggio “fuori quota” rispetto alla politica di contenimento salariale decisa dall’Inter.

    Sneijder al Galatasaray, il sì è ufficiale | © Claudio Villa/Getty Images
    Sneijder al Galatasaray, il sì è ufficiale | © Claudio Villa/Getty Images

    Sempre nella mattinata di ieri, intorno alle ore 12, un altro segnale importante di apertura alla Turchia è giunto dall’ormai noto profilo Twitter di Yolanthe, la compagna di Sneijder, che ha postato una frase in lingua turca, e subito dopo sono giunte le dichiarazioni di Sneijder, rilasciate a Sky, con cui ringraziava i tifosi interisti, “che sono sempre i migliori che ci siano, ho vinto tutto qui”.

    Quasi inequivocabilmente, parole d’addio, anche se mancava ancora la parte clou della giornata, ossia l’incontro tra Sneijder, suo padre, e la dirigenza del Galatasaray, rappresentata dall’amministratore delegato Lutfi Aribogan: al termine della riunione, fumata bianca e successiva dichiarazione alla televisione ufficiale del club turco, con la quale si è presentato alla sua nuova tifoseria usando toni entusiasti: “Sto letteralmente sognando, i tifosi turchi sono fantastici e non vedo l’ora di arrivare, di incontrare Fatih Terim e giocare il derby con il Besiktas“, con una promessa importante, “vivremo grandi anni insieme”.

    Tutto, dunque, sembra essere pronto per una presentazione in grande stile, che avverrà domani, mentre già nella giornata odierna Wesley Sneijder partirà per Istanbul con un volo privato messo a disposizione dal Galatasaray che, senza dubbio, coccolerà il suo neo acquisto nella consapevolezza che si tratti del più forte giocatore che abbia mai vestito la maglia del club, e che con il suo apporto, la squadra di Terim potrebbe compiere un vero e proprio salto di qualità, soprattutto in chiave europea.

    La telenovela, dunque, è giunta all’ultima puntata, con tanto di “the end”.