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  • Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Alla fine dopo il trambusto e le voci che si rincorrevano sul possibile esonero in casa Inter, sembra aver prevalso il buon senso, e per le stesse parole di Massimo Moratti, Ranieri dovrebbe ancora sedere sulla panchina nerazzurra. Attenzione la chiamata risolutiva tra il presidente e l’allenatore ancora non c’è stata, ma il numero uno interista ha di fatto lasciato intendere come per ora ancora non sia il momento di dirsi addio:“Non ho ancora sentito Ranieri, non ci sono riuscito, avevo altre cose da fare, c’era Consiglio Saras e non ho potuto proprio. Lo farò adesso, magari più tardi”, ha precisato il presidente, e alla domanda sulla possibile presenza di Ranieri nel prossimo turno con il Catania, Moratti ha lanciato un segnale chiaro a favore del tecnico: “Penso proprio che ci sarà”.

    Scelta molto saggia e perché no azzeccata, considerando come qualsiasi cambio nell’immediato forse non avrebbe cambiato il vento in casa Inter. C’è da considerare come le colpe del tecnico romano in questo periodo di crisi nera siano davvero limitate, e come le alternative rimaste su piazza non siano all’altezza della situazione. La soluzione interna non convince nessuno, con Beppe Baresi e Luis Figo in pole per sostituire Ranieri, considerando come il portoghese sia  totalmente a digiuno di un’esperienza sulla panchina, più che un’ipotesi sembra un suicidio calcistico.

    Claudio Ranieri | ©ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    L’altra scelta, quella che porta al nome  di Zenga, farebbe felici moltissimi tifosi nerazzurri, ma è difficilmente percorribile poiché il tecnico in forza all’Al-Nasr di Dubai non lascerebbe la sua squadra (qualificata per la Champions Asiatica) per rimanere sulla panchina nerazzurra solo fino a giugno, lasciando poi il posto a uno come Guardiola o gli altri big di cui tanto si parla.

    Ranieri rimane dunque, ma forse, solo per mancanza di valide alternative, e in attesa di tornare a vedere l’Inter vincere contro un Catania che sta disputando, grazie al suo tecnico Montella un campionato spettacolare. Oltre alla sfida contro gli etnei in campionato rimane uno snodo fondamentale per il proseguo della stagione nerazzurra, il match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Proprio in quella sfida, sempre che non saluti prima, Ranieri potrà giocarsi le sue ultime carte, avendo l’occasione di ribaltare il risultato dell’andata e portate ai quarti la truppa nerazzurra, guadagnandosi una permanenza più lunga sulla panchina interista.

  • Inter, Ranieri ha le ore contate. Moratti pensa all’esonero?

    Inter, Ranieri ha le ore contate. Moratti pensa all’esonero?

    Un dead man walking, potremmo prendere in prestito il titolo del celebre romanzo di suor Helen Prejean e portato sugli schermi cinematografici da Tim Robbins per definire in maniera metaforica la situazione in queste ore di Claudio Ranieri sulla panchina dell’Inter, con il tecnico nerazzurro nelle vesti di un Matthew Poncelet/Sean Penn condannato a morte che attende solo l’ora della sua esecuzione.

    Ranieri è vicino all’esonero più di quanto si possa pensare nonostante il presidente nerazzurro Massimo Moratti, che ancora non ha smaltito la delusione per la sconfitta di ieri a Napoli, intercettato fuori dagli uffici della Saras dove nel pomeriggio c’era stato un vertice che ha visto la presenza di Ausilio e Branca, ha ‘dribblato’ le domande dei giornalisti affemando quanto segue a chi gli chiedeva se avesse intenzione di confermare, anzi riconfermare per l’ennesima volta, la fiducia al tecnico romano:

    Stiamo pensando. Chiamerò anche Ranieri e vedremo. Credo si possa ancora andare avanti con lui, ma prima voglio sentire il suo stato d’animo e quello dei giocatori. Mi era sembrato di avvertire una ripresa dal punto di vista psicologico, ma molte volte questo non basta. La partita l’abbiamo vista tutti. Se c’è stata una ripresa della squadra? Un minimo di volontà in più l’ho vista, ma non nel primo tempo di ieri. Ipotesi in caso di cambio? Non è un gioco…“.

    Claudio Ranieri © ARLO HERMANN/AFP/Getty Images

    La situazione in casa nerazzurra è precipitata e rischia di compromettersi in maniera irreparabile, quella di ieri è stata la quarta sconfitta consecutiva in campionato, la quinta se si considera anche il ko europeo di Marsiglia e la settima nelle ultime otto gare disputate tra Serie A, Coppa Italia e Champions League. Un ruolino di marcia che non può appartenere ad una squadra del rango dell’Inter e della squadra che ancora per gran parte è quella del Triplete conquistato solo due anni fa (e forse è proprio questo il reale problema,ndr), con il serio rischio di perdere, dopo le chance scudetto, anche l’obiettivo del terzo posto, parola che era riecheggiata nelle stanze di Appiano Gentile dopo il filotto di 7 vittorie consecutive che avevano rilanciato le ambizioni nerazzurre dopo i pessimi risultati conseguiti ad inizio anno sotto la gestione Gasperini.

    Al termine del match perso in malo modo contro il Napoli, non tanto per il risultato ma per la prestazione fornita, Ranieri nelle interviste post partita aveva dichirato che se fosse stato in Moratti si sarebbe riconfermato, in effetti la considerazione del tecnico di Testaccio non è sbagliata dal momento che le alternative non fanno impazzire il presidente men che meno la soluzione interna rappresentata dal triumvirato Figo, Baresi e Bernazzani che avrebbero il compito di traghettare la squadra fino al termine di una stagione al momento fallimentare sotto tutti i punti di vista.

    Insomma la situazione è delicata, in serata è atteso il faccia a faccia tra tecnico e presidente al termine del quale Moratti dovrà decidere se confermare o meno Ranieri al timone di una nave che sta affondando inesorabilmente verso gli abissi.

  • Moratti, fiducia a tempo per Ranieri

    Moratti, fiducia a tempo per Ranieri

    Si naviga a vista. Questo il sunto del Moratti pensiero dopo l’ennesimo tonfo anche in Europa, post Marsiglia. Il presidente nerazzurro dopo aver evitato di proferire parola nell’immediato seguito alla bruciante sconfitta in Champions League, ha di fatto rilasciato alcune dichiarazioni interessanti in merito al futuro prossimo dell’attuale tecnico interista Claudio Ranieri.

    “Ranieri? Proviamo ad andare avanti con lui, poi vedremo… E’ un momento difficile, ma passerà”.

    Poche parole ma che sanno di fiducia condizionata: ovvero si continua con il tecnico romano, ma occhio a non scivolare nuovamente nel prossimo turno di campionato contro il Napoli. Se i nerazzurri dovessero perdere nuovamente come accadde contro la Roma, evidenziando solo una pessima figura, allora la cacciata del primo capro espiatorio (l’allenatore come spesso accade) sarebbe quasi inevitabile, con le soluzioni immediate di Figo e Baresi già pronte a subentrare alla guida della rosa. La rifondazione partirà molto probabilmente a giugno, a stagione terminata con molte incognite ancora da risolvere. Quindi l’obiettivo nell’immediato è non perdere ulteriore terreno per la lotta al terzo posto, e non arrendersi per preparare una remuntada non impossibile per il ritorno degli ottavi di Champions League a San Siro.

    Massimo Moratti ©Paolo Bruno/Getty Images

    Certamente la fortuna non aiuta Ranieri che dopo aver perso Maicon, per un infortunio meno grave del previsto (si parla di un’elongazione miotendinea della zampa d’oca con tempi di recupero brevi, intorno ai 15-20 giorni) dovrà fare a meno anche di Andrea Ranocchia che ha accusato in allenamento uno stiramento fra il primo e il secondo grado dell’adduttore breve della coscia destra. Periodo assolutamente negativo per il centrale nerazzurro, considerando come dopo l’erroraccio a Bologna stava passando un momento difficile e ora con l’infortunio perderà anche la convocazione nella Nazionale maggiore. Infortuni a parte il tecnico dovrà dare una scossa alla squadra che nelle ultime 7 partite ha di fato collezionato 6 sconfitte. Come si fa a invertire un trend del genere? Affidarsi ai campioni e ai veterani, come si è visto in Champions non ha pagato, ma il cambio di modulo con il ritorno all’utilizzo di un 4-4-2 con il trequartista più le due punte ha di fatto smentito lo stesso tecnico dimostrando come la squadra possa gestire quel tipo di modulo senza soffrire in maniera evidente. Il rientro di Milito dovrebbe garantire più peso in attacco e magari più cinismo sotto porta, rompendo il digiuno del gol che dura ormai da troppo tempo.

    SOCI ARABI – Fiducia a tempo per Ranieri e per molti giocatori che probabilmente vista l’età nella prossima stagione non vestiranno la maglia nerazzurra. Tutto questo per quanto riguarda il presente e la guida tecnica, ma analizzando il futuro e l’aspetto economico emergono interessanti prospettive all’orizzonte. La Gazzetta dello Sport infatti aveva anticipato pochi giorni fa e nell’edizione odierna, come attraverso il giornale Milano Finanza ci fosse l’ipotesi dell’ingresso di nuovi soci nel club nerazzurro.

    “I rumors delle settimane scorse sul possibile ingresso di soci arabi – racconta MF – hanno lasciato spazio a qualcosa di più concreto e alcune società di consulenza sarebbero già al lavoro per capire quale potrebbe essere il valore economico nerazzurro.”

    Si parlava in principio di una sponsorizzazione forte come accade nel Barcellona o nel Milan con Qatar Foundation o Emirates, sino a vagliare nuove ipotesi, come sostiene sempre Milano Finanza valutando l’eventuale cessione di una quota (minoritaria) del capitale della società, lasciando al tempo stesso la maggioranza alla famiglia Moratti, che non mollerebbe il timone della società calcistica. Le ultime novità parlerebbe di un allargamento degli orizzonti, dove se gli interessi maggiori all’inizio erano prevalenti  in fondi degli Emissari Arabi, ora ci sarebbero nuovi appeal nell’Indonesia, nella quale i nerazzurri starebbero organizzando due amichevoli estive. Tutto ciò porterebbe denaro fresco per mettere fine al periodo dell’austerity che di fatto ha condizionato le ultime campagne di mercato e le ultime stagione nerazzurre.

  • Filippo e il suo striscione conquistano la Pinetina

    Filippo e il suo striscione conquistano la Pinetina

    Le parole dei bambini spesso sono parole di verità, nella loro assoluta spontaneità. E’ questo il caso del piccolo Filippo, il biondo tifoso nerazzurro autore del simpatico e spontaneo striscione indirizzato ai suoi idoli dell’Inter, in cui chiedeva, con garbo e gentilezza: “Potete vincere così a scuola non mi prendono più in giro?”

    Una richiesta lecita da parte di un bambino di otto anni che, nella sua “fortunata” vita da tifoso non aveva mai avuto modo di vedere la sua squadra in difficoltà, ma, al contrario, sempre vincente, prima con Mancini e poi con Josè Mourinho in panchina. Ora, invece, dopo i due clamorosi K.O. della gestione Ranieri, contro Novara e Bologna, la situazione si è totalmente capovolta, rendendo la gara di Champions League contro il Marsiglia di Didier Deshamps, un viatico tanto delicato quanto decisivo per le sorti della panchina di mister Ranieri, più che mai traballante dopo la debacle per 0 a 3 di venerdì scorso.

    Javier Zanetti, alla pinetina ha accolto il piccolo Filippo | ©GIUSEPPE CACACE/Getty Images
    Il suo destino sembra, ormai, praticamente segnato, anche se gli errori del tecnico romano sono comunque da ripartire con le scelte sbagliate della dirigenza interista, che non è stata in grado di ricostruire una squadra equilibrata, con alcune decisioni poco accorte in fase mercato come, ad esempio, l’addio di Thiago Motta nella sessione di mercato di Gennaio, che fa da contraltare ad arrivi non propriamente all’altezza e a decisioni tutt’altro che “oculate” come l’arrivo di Diego Forlàn che non può essere schierato nelle gare di Champions League.

    Ecco, dunque, che il piccolo Filippo, con la sua tenera età, probabilmente non potrà comprendere ancora le ragioni profonde delle tante difficoltà della sua squadra, che rendono quei giocatori – fino a due anni fa campioni del Mondo, d’Europa e d’Italia – degli uomini vulnerabili, sul campo e nella testa, poco sereni e poco tranquilli.

    Si invoca il ricambio generazionale, ma è difficile salutare a cuor leggero un totem come il capitano Javier Zanetti, uno dei pochi che “ci mette la faccia” anche in un momento tanto delicato: ecco, dunque, che il capitano ha accolto alla pinetina il piccolo Filippo, regalandogli la sua maglia autografata e provando a spiegargli, con parole semplici e dolci, che l’intento dello spogliatoio nerazzurro è quello di provare a “invertire la rotta”, partendo già dagli ottavi di Champions League, ma non sarà semplice, questo è chiaro.

    Il piccolo Filippo, dunque, ha ottenuto già un piccolo successo: qualche ora insieme ai suoi idoli, che ha consolidato ancor di più il suo candido amore verso l’Inter, al punto da voler sottolineare ai microfoni delle Tv che lo hanno seguito in questa giornata dal sapore speciale per lui che “piuttosto cambio scuola, ma non cambio squadra”…

    Intanto, nel derby continuo di Milano, soprattutto in un momento in cui i cugini rossoneri sono primi in classifica, hanno battuto l’Arsenal per 4 a 0 nell’andata degli ottavi di  Champions League, e si accingono a disputare la sfida-scudetto sabato prossimo a San Siro contro la Juventus, la risposta dei tifosi rossoneri al piccolo Filippo non si è fatta attendere, con uno striscione che, all’indirizzo dei nerazzurri, recitava: “potete continuare a perdere così continuiamo a prendere in giro Filippo a scuola?” 

  • Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Dopo la serie record di 7 vittorie consecutive è arrivata con la stessa regolarità una striscia nera di risultati negativa in cui il tecnico nerazzurro Ranieri ha conquistato in sei partite un punto collezionando cinque sconfitte. L’ultima batosta in ordine cronologico ha di fatto intaccato gli equilibri all’interno dello spogliatoio e fatto perdere la pazienza a un presidente che ha lasciato anzitempo lo stadio prima del tracollo finale sul 3-0. Ranieri non si è arreso, senza nemmeno considerare per un attimo l’ipotesi dimissioni, convinto che la squadra possa ancora seguire le sue direttive, ma nel frattempo oggi al centro sportivo di Appiano Gentile si è di fatto tenuta una riunione tra i vertici societari e il tecnico.

    CHAMPIONS LEAGUE – Tutto in stand by per il momento, con l’obiettivo di affrontare il prossimo match di Champions League contro il Marsiglia senza incrinare ulteriormente gli equilibri abbastanza compromessi. Ranieri rimane in panchina, ma navigando a vista, dove un tonfo contro i francesi potrebbe realmente rappresentare l’ultima sua presenza con le vesti di tecnico nerazzurro. Proprio oggi Ranieri alla ripresa degli allenamenti ha radunato la squadra per parlare con tutti i giocatori e in seguito ha ricevuto la visita dei massimi dirigenti nerazzurri: il direttore tecnico Marco Branca, il direttore sportivo Pietro Ausilio e il vicedirettore generale Stefano Filucchi erano tutti presenti per dare un segnale forte alla squadra.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    FUTURO? –Difficile capire quale sarà il futuro di questa Inter, ma meno oscuro è quello relativo al tecnico, poiché anche se dovesse fare bene in entrambe le sfide europee difficilmente Ranieri continuerà a sedere sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione. Nell’immediato, una sonora sconfitta in ambito europeo probabilmente aprirebbe le porte a un gestione ‘tecnica’ e temporanea della rosa, nelle mani del vice allenatore Beppe Baresi, e in quelle del ministro degli esteri nerazzurro Luis Figo. Soluzione quantomeno fantasiosa che non affascina fortemente Moratti, stufo di cambiare così spesso allenatore. Diverso il discorso per il futuro prossimo, dove continua il corteggiamento sibillino tra il presidente nerazzurro e Guardiola. Notizie dell’ultima ora confermano come il rinnovo del tecnico blaugrana stia diventando un affare più complicato del previsto e questo punto si potrebbe iniziare a fantasticare sul quella sciarpa nerazzurra portata da Pep nella sfida contro il Leverkusen.

    ALTERNATIVE – Le alternative non mancano di certo, dove dopo il si di Hiddink all’Anzhi rimane libera la casella relativa a Fabio Capello, strada però difficilmente percorribile dopo le dichiarazioni negative dello stesso tecnico in merito all’affare con l’Inter. Rimane aperta una possibilità per il sogno del presidente Moratti che vorrebbe vedere sedersi sulla sua panchina il Divin Codino Roberto Baggio. Volendo continuare non mancano le suggestioni, con l’ipotesi Villas Boas che se non dovesse andare avanti in coppa, proprio contro il Napoli, chiuderebbe di fatto una stagione deludendo ogni aspettativa di Abramovic. Rimane anche la pista che porta a un ex nerazzurro come Walter Zenga, idolo dei tifosi, ma sempre poco considerato dai vertici nerazzurri per il suo curriculum senza esperienza in una grande piazza. Lo special one Josè Mourinho rimane invece solo un sogno, per tutti i tifosi che ieri urlavano a squarciagola il suo nome, in memore dei tempi del triplete, e dell’Inter in cima al mondo.

    Prima di intavolare trattative e pensare al successore di Ranieri, come aveva già spiegato lo stesso presidente Massimo Moratti c’è ancora una stagione da disputare, e arrivati a questo punto da salvare. Marsiglia è la prima tappa, poi ci sarà la sfida contro il Napoli al San Paolo. Partite da dentro o fuori, in cui si capiranno le reali potenzialità di una squadra che potrebbe risorgere come l’araba fenice o continuare a sprofondare come mai si era visto negli ultimi anni.

  • Inter Bologna 0-3, le pagelle. Moratti abbandona come Schettino

    Inter Bologna 0-3, le pagelle. Moratti abbandona come Schettino

    È ufficialmente concluso il ciclo della seconda grande Inter della storia. Dopo Helenio Herrera, e dopo Mourinho, termina probabilmente con questa stagione il ciclo delle vittorie nerazzurre. Stagione da Zeru tituli parafrasando il Vate di Setubal, ma anche con molte inspiegabili scelte di mercato e societarie (vedere la cacciata di Oriali). I nerazzurri in Inter Bologna hanno mostrato di essere tornata la vecchia squadra del passato, un melting pot di campioni male assemblati in mezzo al campo, che rincorrevano il pallone singolarmente senza una mezza idea di gioco. Anche perché che se ne voglia dire sull’età della squadra e sugli stimoli che mancano in questa squadra, sulla carta qualsiasi giocatore dell’Inter supera di livello qualsiasi del Bologna, e soprattutto del Novara. Morale della favola, senza un progetto e un buon modo di giocare non si vince nulla. Il cerchio si chiude, l’Inter continua ad affondare e prendere batoste, Ranieri continua sempre di più ad essere il capro espiatorio con colpe importanti ma non fondamentali per il declino, e il presidente cosa fa? Emula Schettino abbandonando la nave dopo aver sbagliato la manovra nel mese di gennaio, lasciando partire Thiago Motta e facendo “l’inchino” ai francesi.

    Pagelle Inter Bologna

    Julio Cesar 5 Prende 3 gol su 3 tiri, e come nelle ultime partite non mostra quella sicurezza che l’aveva contraddistinto in passato. Soprattutto considerando come tutte le conclusioni fossero rasoterra, e le prime due sul suo palo.

    Lucio 4,5 Regge la baracca meglio del suo dirimpettaio Ranocchia, ma compie degli errori clamorosi anche lui. Prima nel primo gol facendosi saltare da Ramirez,  poi nel finale spegne la luce: blackout totale. Si scontra con Ranocchia e si lascia sgusciare via Acquafresca coadiuvato da Nagatomo prima di vedere l’ex attaccante nerazzurro segnare la pesantissima rete del 3 a 0.

    Ranocchia 4 Inguardabile. Entra di diritto in tutti e tre i gol del Bologna. Nel primo si fa imbambolare dalla finta di Di Vaio, come lo stesso Nagatomo. Nel secondo compie un errore che nemmeno in terza categoria se ne vedono di tali, dimenticandosi di aver l’attaccante alle spalle e in vista di una vena impellente di altruismo regala di petto l’assist vincente proprio a Di Vaio. Nel terzo si fa portare a spasso come i suoi compagni da Acquafresca prima della conclusione. La domanda è: ma quando torna Samuel?

    Pazzini 4 Etereo. Rimane da accendere Rai 3 e vedere se appare nella prima fascia di Chi l’ha visto, perché stasera non è proprio sceso in campo.

    Forlan 4,5 Sostituire Eto’o con lui è davvero qualcosa che potrebbe risultare surreale anche agli occhi di un pittore come Dalì. Ma siamo matti? Stasera avrebbe avuto l’ennesima occasione di sbloccare la partita, ma prima calcia addosso a Gillet, e poi calcia in malo modo incrociando con la flemma di un bradipo addormentato.

    Di Vaio mattatore di Inter Bologna | ©Getty Images

    Gillet 7,5 Splendide le parate che tengono a galla la partita nel primo tempo e nella ripresa. Respinge di piede la schiacciata di testa di Maicon a inizio partita. Nella ripresa prima si allunga sulla conclusione sporca di Forlan, poi un vero e proprio volo d’angelo sul colpo di testa di Ranocchia. Spiderman

    Ramirez 6,5 Buona la partita dell’uruguaiano che non voleva sfigurare di fronte a sua maestà Forlan, ma se vogliamo dirla tutta gli toglie il culo dal trono! Manda fuori tempo Lucio e serve un assist d’oro per Perez che poi servirà Di Vaio nella prima rete.

    Mudingay 7 Roccioso e granitico in mediana recupera mille palloni e fa sfinire di corsa uno come Faraoni. Cerniera perfetta in mediana per permettere a Pioli di tenere davanti tre giocatori offensivi come Diamanti, Di Vaio e Ramirez.

    Di Vaio 7,5 c’è da dire che non aveva ancora mai segnato all’Inter con la maglia del Bologna, e quando gli capita un’occasione così ghiotta non se la fa scappare segnando addirittura una bella doppietta. Nel primo gol finta di sinistro manda in tilt la difesa nerazzurra e segna di destro. Nel secondo di astuzia anticipa Ranocchia addormentato e buca nuovamente Julio Cesar.

    Video highlights Inter Bologna 0-3
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  • Inter senti Vialli “Guardiola e Baggio in nerazzurro”

    Inter senti Vialli “Guardiola e Baggio in nerazzurro”

    Può una sciarpa di un colore “sbagliato” scatenare un tam tam di mercato? Vista con distacco la cosa fa strappare un sorriso ma se il personaggio in questione è Pep Guardiola e la sciarpa è di colore nerazzurro può decisamente essere un presagio. I tifosi nerazzurri ma anche la dirigenza sembrano ormai proiettati verso la prossima stagione piuttosto che nel salvare quella attuale, il presidente Moratti sogna un progetto di rinascita e per farlo pare possa azzerare l’attuale staff tecnico ma a rischiare potrebbero anche esser gli uomini mercato con Branca e Ausilio costretti ad abdicare per scelte non del tutto azzeccate e spesso dovute più all’esigenza di comprare piuttosto che ad un preciso disegno tecnico. Proviamo ad analizzare le carte in tavola allo stato attuale prendendo però in considerazione le parole di Gianluca Vialli. L’ex attaccante e adesso opinionista di Sky un po per gioco e un po per qualche piccola verità ha ipotizzato un tandem Guardiola Baggio sulla panchina dell’Inter del futuro. Ipotesi suggestiva che Moratti, estimatore di entrambi, se ne avesse la possibilità siamo sicuri che metterebbe in piedi.

    Baggio Guardiola ai tempi del Brescia
    Ranieri Inter, sarà addio? Lontano dalla vetta in campionato Ranieri ha solo una possibilità per mantenere la panchina dell’Inter: vincere la Champions League. I nerazzurri in Europa in questa stagione hanno sempre fatto meglio del campionato e concentrarsi sulla coppa, come fece il Milan nel 2007, potrebbe esser una strategia difficile ma vincente. I tifosi e i giocatori sembrano però non digerire le scelte del tecnico ritenute spesso impopolari e proiettate ad un arcaico modo di approcciare il match.

    Villas Boas o Spalletti i candidati In molti sono pronti a scommettere sull’arrivo di Villas Boas in panchina se il Chelsea dovesse fallire l’appuntamento con la Champions League. Lo Special Two vanta la stima dello spogliatoio e del presidente e riporterebbe lo stile degli allenamenti e l’approccio con i giocatori calcato da Mourinho all’epoca del Triplete. Spalleti ha appena rinnovato con lo Zenit ma difficilmente rifiuterebbe di esser al timone di un nuovo progetto nerazzurro.

    Vialli, Baggio e Guardiola. Perchè Guardiola dovrebbe lasciare il club più forte al mondo? La risposta non è cosi semplice ma il tecnico spagnolo potrebbe esser alla ricerca di nuove sfide, di nuovi stimoli e di un nuovo progetto tecnico. L’empatia con il presidente Moratti e come paventato da Vialli, la possibilità di lavorare a stretto contatto con l’amico ROberto Baggio potrebbero esser un nuovo stimolo.

  • Crisi Inter, Moratti insoddisfatto e senza un progetto

    Crisi Inter, Moratti insoddisfatto e senza un progetto

    Diversamente dal comandante Schettino che abbandonò la sua nave mentre naufragava sulle coste dell’Isola del Giglio, il presidente nerazzurro Massimo Moratti, che di fatto ha visto affondare la sua Inter contro il Novara e nelle ultime partite, rimane al timone confermando al tempo stesso la fiducia a Ranieri.

    La crisi c’è, ed è evidente, con i numeri riguardanti il mercato in entrata e in uscita impietosi: considerando come dal glorioso 2010 ad oggi i nerazzurri abbiano incassato 90 milioni di euro dalle cessioni e ne abbiano investiti 70 portando a casa giocatori che poco o nulla si sono inseriti nell’ossatura di gioco della squadra attuale. Ranocchia, Pazzini e Nagatomo sono gli unici a rimanere nell’olimpo dei più utilizzati, dovendo scartare la lunga lista di promesse non mantenute, tra cui Jonathan, Biabiany, Coutinho, Alvarez, Zarate, Forlan, Castaignos, etc. Il ricambio generazionale non c’è stato, e l’Inter ha continuato a cullare l’ipotesi di poter tornare sul tetto del mondo con gli stessi eroi di Madrid del 2010, a due anni di distanza, non considerando come due anni nel calcio rappresentino un’eternità. Ha prevalso la logica del presidente tifoso, e non quella dell’imprenditore che riesce a fare una pura e tecnica analisi dei pro e i contro. I risultati tirando le somme sono evidenti e per uscire da questa spirale, c’è davvero bisogno di un progetto nuovo.

    massimo moratti |© Valerio Pennicino/Getty Images

    Moratti intervistato dai giornalisti ha spiegato il momento che sta vivendo in prima persona come presidente del club nerazzurro: “È chiaro che in questo momento molto soddisfatto non posso essere, però questa è una squadra che ha vinto tanto e se ha vinto tanto, tutto diciamo, significa che i giocatori erano messi insieme bene, ma soprattutto eccezionali singolarmente e molto bravi. Ai questi giocatori ci siamo abituati, ci siamo abituati anche al lato stilistico di ognuno di loro, perciò cambiarli non è facile, perché devi trovare giocatori allo stesso livello e vorresti quasi rivedere lo stesso giocatore da giovane. Quindi è abbastanza difficile trovare un modello al quale poco a poco riesci a cambiare nei pezzi, in modo di riavere subito quello che avevi prima. Quindi puoi e devi farlo con calma e, nella calma, ci sta anche ci siano dei periodi nei quali le cose non vadano bene. Questo è il periodo attuale, come lo è stato a inizio anno”.

    COMPLICE LA SFORTUNA – Il numero uno nerazzurro conferma la fiducia all’attuale tecnico interista, spiegando come nelle ultime sfide la squadra sia stata spesso anche sfortunata:”Claudio Ranieri è una persona molto per bene, che si è trovato un po’ in difficoltà all’inizio e poi avuto modo di esprimersi meglio, caricare la squadra e avere buoni risultati. Poi adesso è arrivata anche un po’ di sfortuna, partita di Roma a parte, che non è stata per niente sfortuna, ma che è stata estremamente brutta e basta. Quella contro il Novara è stata abbastanza sfortunata, come anche quella contro il Palermo, se vogliamo. Quindi certamente Ranieri non è stato neppure aiutato da questo e noi non siamo stati conseguentemente aiutati. Però, questo non cambia quello che può essere il programma”.

    PROGETTO – Moratti continua il discorso, ma sembra quasi infastidito dalla parola ‘progetto’: “Continuiamo a parlare sempre di progetto, che è una cosa che mi fa venire in mente sempre qualcuno che ti dice qualche cosa che succederà chissà quando… Ma che progetto? Il calcio lo viviamo ogni settimana con tutta la passione, la paura, il dolore e la felicità. Quindi parlare di progetto dà sempre un po’ fastidio. Io credo che ogni giorno siamo qui a cercare di fare in modo che arrivi la fine con qualche soddisfazione in più di quelle minime che ci sta dando adesso. E soprattutto stiamo lavorando molto per cercare di capire come costruire la squadra che invece possa riportarci ad avere più fiducia ancora di quella che pensavamo di avere all’inizio dell’anno. Mi sembrava non male questa squadra, poi invece purtroppo così non è… Ma più ho fiducia ancora negli anni prossimi, portando ragazzi giovani”.

    Senza i tre punti di Bologna ai tifosi non basteranno più le promesse di un futuro migliore, questo è certo.

  • Inter è crisi nera, Ranieri unico colpevole?

    Inter è crisi nera, Ranieri unico colpevole?

    Incubo Inter titolava stamattina la rosea. È crisi nera e i numeri parlano chiaro: nelle ultime cinque partite i nerazzurri (considerando anche la Coppa Italia) hanno di fatto perso 4 volte, raccogliendo l’unico punto con il rocambolesco pari del 4-4 contro il Palermo. La peculiarità è che proprio contro il Novara all’andata, con la sconfitta per 3-1 ci fu il capolinea del progetto Gasperini, e questa nuova sconfitta proprio contro l’ultima in classifica mette in seria discussione la permanenza di Ranieri sulla panchina nerazzurra.

    Moratti aveva tuonato dopo il clamoroso ko contro la Roma, spiegando come la stagione fosse ancora lunga, e proiettarsi ora a giugno non potesse che rappresentare un concetto antiproduttivo. Il tecnico, con gli stessi giocatori, sono tutti, nessuno escluso, sotto esame in vista della possibile rifondazione di fine stagione. Ovviamente prima di parlare di rifondazione rimane l’incognita sulla prossima partecipazione alla Champions League, poiché il rullino di marcia di questa squadra è più simile a quella di una neopromossa e fallire l’approdo alla competizione europea vorrebbe dire ridisegnare completamente tutti i possibili piani di investimento futuri.

    NOVARA DOCET – I tifosi nerazzurri vedranno nel Novara ormai la bestia nera più temibile, come lo stesso Valentino Rossi twittava nel corso del match scrivendo “ma i bianchi sono il Real Madrid non il Novara”. Puniti all’andata e affondati al ritorno, con la bellezza di 16 punti in classifica, il Novara si può permettere il ‘lusso’ di strapparne addirittura 6 solamente ai nerazzurri. Ranieri dovrà fare mea culpa e spiegare in qualche modo le continue rivoluzioni tattiche in corso di partita che di fatto ogni volta sconfessano le scelte iniziali: si parte con l’albero di natale a una sola punta e si finisce con tre punte, con un Forlan fuori ruolo, e fuori condizione a sostituire uno dei migliori in campo come Poli! Anche l’ingresso di Nagatomo ha evidenziato come sulla sinistra mancava quella spinta necessaria per la fase offensiva, considerando come l’assenza di Maicon aveva reso la fascia destra orfana delle sue classiche incursioni. L’enigma su Sneijder rimane quello più emblematico, con l’olandese che prima deve riuscire a parlare la lingua della squadra, e poi in assenza di uno come Thiago Motta e del 4-4-2 bloccato deve divenire il condottiero di questa Inter. L’ipotesi più plausibile è la partenza dell’olandese in estate con Ferguson pronto ad accoglierlo a braccia aperte.

    DI CHI LE COLPE? – A questo punto cercare il colpevole diventa un tiro al bersaglio vero e proprio, con Ranieri primo imputato in bella vista. In realtà il tecnico romano a parte gli errori su evidenziati è forse come lo stesso Gasperini il personaggio da criticare di meno. Si stanno evidenziando a lungo termine infatti, le scelte sbagliate fatte da due anni a questa parte dopo l’addio di Mourinho, che praticamente era in grado di dirigere tutto l’ambiente con poteri ampissimi. L’addio del vate di Setubal ha di fatto rotto quegli equilibri che si erano creati nella società e nello stesso spogliatoio. Il presidente tifoso Moratti è tornato quello delle vecchie stagioni nerazzurre, capace di prendere moltissime scelte sbagliate e centrare raramente l’affare in chiusura di mercato. Prima con Benitez un mercato e una progettualità assente hanno costretto Leonardo a cavalcare le ali dell’entusiasmo prima della caduta nel derby e in coppa. Poi l’anno dopo un dejà vu con la scelta in extremis di uno come Gasperini, (dopo i mille rifiuti di altri tecnici eccellenti) e un mercato fatto di seconde scelte, con l’addio di Eto’o, hanno costretto Ranieri a vestire i panni di Mr. Wolf per guarire un’Inter malata, in attesa di un mercato che di fatto ha regalato un secondo affare Forlan, dove l’ultimo arrivato Guarin non potrà essere schierato in Champions.

    Ora dopo aver nuovamente cavalcato l’ondata di entusiasmo frutto delle sette vittorie consecutive i nerazzurri sono di fatto crollati al suolo con le ultime pessime prestazioni, mostrando i limiti di una gestione che ha pensato a sistemare i conti del fair play finanziario senza scrupoli cedendo giocatori anche nell’ultima tranche di mercato, senza ascoltare la voce di chi la squadra la dirige.

    Crisi Inter, di chi la colpa?

    • Moratti (49%, 166 Voti)
    • Giocatori (39%, 132 Voti)
    • Ranieri (12%, 40 Voti)

    Totale Votanti: 338

  • Capello e l’addio all’Inghilterra. Inter a giugno?

    Capello e l’addio all’Inghilterra. Inter a giugno?

    Fabio Capello da ieri sera non è più il ct dell’Inghilterra. La porta dell’ufficio della Fa (Football Association) sta ancora vibrando, dopo essere stata sbattuta dal tecnico italiano nel tardo pomeriggio, non prima di aver rassegnato le dimissioni difronte ai vertici del calcio inglese. Una conclusione amara per una storia d’amore mai scoppiata fra Don Fabio e il Paese anglosassone. Sfilare la fascia di capitano dal braccio di Terry è stato il casus belli dell’intera vicenda, sebbene il rapporto fra l’ex tecnico di Milan e Real Madrid, e i tifosi inglesi fosse già incrinato da due anni, dopo la disastrosa spedizione in Sudafrica. Riviviamo i momenti più significativi dell’avventura di Capello in Inghilterra.

    GLI INIZI E UN GIRONE DA RECORD – Era il lontano 14 dicembre 2007 quando gli inglesi scelsero di affidare la panchina della Nazionale ad un straniero, evento unico nella storia del calcio anglosassone. Capello arrivava dalla vittoria nella Liga con il Real Madrid dei Galacticos, dopo i trionfi con Juve, Roma e Milan. Il girone di qualificazione per i mondiali del 2010 vede l’Inghilterra protagonista, con 9 vittorie (8 consecutive) in dieci incontri, che consentono ai “Leoni” inglese di essere definiti come la squadra da battere in Sudafrica. La stampa, dopo un welcome non certamente caloroso, tesse gli elogi dell’ Imperatore Fabio. 

     

    FATTORE TERRY – Intorno alla figura del difensore dei Blues Terry, capitano della Nazionale, vivono le tappe più difficili del ciclo Capello. Agli inizi del 2010 scoppia lo scandalo che vede protagonista lo stesso difensore del Chelsea, il quale ha una relazione extra-coniugale con l’allora fidanzata dell’ex compagno di squadra e di Nazionale Wayne Bridge (trasferitosi al City). La stampa, preoccupata per le tensioni che sarebbero potute scoppiare all’interno dello spogliatoio inglese in vista dei Mondiali del Sudafrica, chiede a gran voce la revoca della fascia di capitano a Terry da parte di Fabio Capello. L’allenatore italiano rifiuta tale richiesta e prosegue dritto per la propria strada. Il primo strappo è dato, pochi mesi dopo ce ne sarebbe stato un secondo ben più grave.

    DISASTRO AFRICANO – Le aspettative per il Mondiale sono elevate, l’intero Paese spinge per la vittoria iridata che manca all’Inghilterra dal 1966 (che rimane ad oggi l’unica affermazione inglese). I “Leoni” però non riescono a ripetere le belle prestazioni delle qualificazioni, ma riescono ugualmente ad ottenere il passaggio agli ottavi di finale dopo 2 pareggi (contro Usa e Algeria) e la vittoria contro la Slovenia. Negli ottavi però Capello pesca la sorpresa Germania, che travolge gli inglesi 4-1. Stampa e tifosi sentenziano la parola fine dell’avventura di Don Fabio sulla panchina della Nazionale, ma la Federazione, prigioniera del contratto da 8 milioni di euro (con scadenza nel 2012) firmato alla fine del 2007 dal tecnico di Pieris. Mentre nel Paese si assiste ad una vera e propria sommossa popolare nei confronti di Capello, il ct non rassegna le dimissioni (auspicate dalla stessa Fa) e rimane alla guida dell’Inghilterra.

    ANCORA TERRY – Non sarà sufficiente un altro girone di qualificazione disputato a livelli altissimi, e il pass a Euro 2012 conquistato con una giornata d’anticipo sul campo di Montenegro, Capello sarà costretto a fare i conti ancora una volta con le vicende legate a Terry. Il difensore dei Blues, in occasione della partita di Premier fra Chelsea-Qpr, viene accusato di aver rivolto insulti razzisti nei confronti del difensore avversario Anton Ferdinand, accusa per la quale John Terry verrà processato in estate, ad Europeo concluso. In Inghilterra scoppia l’ennesima polemica, e questa volta è la stessa Federazione a decidere per la revoca della fascia di capitano al discusso calciatore inglese ed esortare Capello alla nomina di un nuovo leader per la squadra. Il ct però non accetta ciò che in seguito definirà “una mossa che ha leso la mia autorità all’interno dello spogliatoio”.
    Il tecnico di Pieris non ci pensa su due volte prima di andare a Wembley e rassegnare le dimissioni da ct della Nazionale inglese, sbattendo la porta al grande capo della Fa David Bernstein.  Le dimissioni di Capello vengono accolte con grande entusiasmo da parte di tutta la stampa inglese, che ora attendono con ansia Harry Redknapp alla guida dei “Leoni”, nonostante il presidente del Totthenam abbia già dichiarato apertamente la propria volontà di trattenere l’allenatore inglese.

    DON FABIO E IL FUTURO – Nel day after suonano le sirene russe, le quali potrebbero ammaliare Capello, convincendolo ad accettare la corte serrata dell’Anzhi, il club russo che ancora non è riuscito a coronare il proprio sogno di affidare la crescita della squadra ad un allenatore di fama internazionale. I russi sarebbero anche i soli a poter garantire lo stipendio che Capello percepiva in Inghilterra.
    Le dimissioni dell’allenatore italiano potrebbero aprire scenari importanti anche all’Inter. Massimo Moratti non ha mai nascosto la propria ammirazione verso Capello, avendolo già messo nel mirino durante l’estate del 2010 ed anche l’anno scorso, quando poi la scelta ricadde sullo sfortunato Gasperini. L’attuale tecnico nerazzurro è entrato in una pericolosa spirale di sconfitte, che hanno come contorno i contrasti fra lo stesso Ranieri e il numero uno di corso Vittorio Emanuele riguardo la vicenda Thiago Motta.
    E’ verosimile l’ipotesi che vede l’allenatore romano concludere la stagione con l’Inter a giugno, venendo poi cortesemente ringraziato del lavoro svolto facendo spazio ad una nuova rivoluzione estiva, che dopo l’addio di Mourinho è diventato il liet-motiv delle estati nerazzurri. Fabio Capello resta in cima ai desideri di Moratti, ma l’ex ct inglese nel recente passato ha dichiarato che non avrebbe mai allenato la squadra milanese (dopo i suoi trascorsi al Milan). Le stesse parole erano state pronunciate però ai tempi della Roma, quando gli si chiedeva circa un suo eventuale passaggio alla Juve. E proprio i bianconeri furono la meta di Capello dopo il proprio addio ai capitolini.