Quando si affrontano il Milan e la Juventus, poco importa se la competizione è di primo livello come il campionato o la Champions, o di categoria inferiore come la Coppa Italia: la sfida è sempre sentita. Nel nostro paese poi, non si capisce il motivo, la competizione della Coppa Italia, è stata per anni snobbata, con le squadre impegnate che facevano scendere in campo le riserve per risparmiare i titolari. In partite come queste, non ci sarà tempo di far riposare i giocatori e, sul terreno di gioco, scenderanno i più adatti alla causa della vittoria. Vediamo nel dettaglio come dovrebbero schierarsi il Milan e la Juventus nella partita di domani sera valevole per gli ottavi di finale di Tim Cup. Partiamo dai padroni di casa e cioè dai bianconeri.
MILAN – Il Milan è reduce da una vittoria sofferta in campionato contro il Siena. Vincere in coppa vorrebbe dire molto per la squadra di Allegri: con il primo posto in campionato ormai distantissimo e la corsa europea che rischia di schiantarsi contro il Barcellona, ecco che la Tim Cup potrebbe essere un trofeo alla portata dei rossoneri. Per arrivare ai quarti servirà però eliminare la Juventus di Conte, allo Juventus Stadium. I rossoneri hanno già battuto i bianconeri a San Siro, ma ripetersi a Torino sarà un’impresa molto difficile. Vediamo come scenderà in campo il Milan. In porta torna Amelia. In difesa con De Sciglio, Mexes, Acerbi, Antonini. A centrocampo spazio a Montolivo, Ambrosini, Emanuelson. Boateng dietro le due punte che saranno Bojan ed El Shaarawy.
Tornato dal Brasile appena in tempo per vedere il suo Milan vincere per 2-1 contro il Siena ultimo in classifica, Adriano Galliani ha annunciato ai microfoni di Milan Channel che quest’oggi incontrerà il tecnico Massimiliano Allegri per decidere le mosse future da attuare in sede di mercato durante le ultime tre settimane di gennaio. Fin qui ha lasciato Milanello soltanto Alexandre Pato, direzione Corinthians. Nei piani della dirigenza rossonera sarebbe dovuto mancare all’appello anche l’altro brasiliano, Robinho, ma l’ex Manchester City ha detto a chiare lettere di volere solo il Santos, denigrando così le spiagge di Rio e la maestosa copacabana, sacrilegio ai più, non però per gli intenditori delle spiagge di San Paolo. E così Binho ha fatto ritorno a Milano, da dove non si schioderà fino a quando il Peixe non avanzerà un’offerta economica importante per il giocatore, sebbene l’ultimo acquisto di Montillo lasci pensare ad una fumata nera anche nei prossimi giorni, con il rischio per il Milan di perdere il verdeoro a parametro zero il prossimo anno, sempre in questi stessi giorni.
Consigli per gli acquisti
CENTROCAMPO – Nel caso non partisse Robinho quindi, in Via Turati ci penserebbero su due volte prima di acquistare un altro attaccante, dal momento che in rosa figurano già cinque calciatori in quel ruolo, con la stellina Niang pronta a brillare in questo girone di ritorno, insieme all’ex blaugrana Bojan, sbloccatosi ieri nel match contro il Siena. Va da sé che il Milan investirebbe i soldi ricavati dalla cessione di Pato in un altro reparto. Per il momento una delle urgenze più evidenti per i rossoneri è quella della diga a centrocampo, la cui casella è restata miseramente vuota dopo la partenza dell’olandese Van Bommel. Chi dunque meglio di Strootman per rimpiazzare il maestro? Il costo al momento non pare proibitivo (10 milioni, più o meno), e le finanze del Milan possono, se lo vogliono, permettersi questo investimento, dal momento che non stiamo parlando di una scommessa ma di un calciatore dal presente già importante e da un futuro ancora più luminoso.
DIFESA – Sistemato il centrocampo, arriva la difesa, che anche nella partita di ieri contro il modesto Siena ha palesato una paura difficilmente leggibile negli sguardi di altre squadre come Juve, Barcellona e quant’altro (non citiamo il Manchester United perché da quest’anno Vidic e compagnia bella si stanno prendendo vacanze piuttosto lunghe, abbonandosi al segno over fin da inizio stagione). Consigliato Strootman a centrocampo, non possiamo non esimerci dal suggerire a Galliani e Allegri il nome di Angelo Ogbonna, potenzialmente il difensore centrale più forte su cui la Nazionale di Prandelli potrà contare nei prossimi anni. Prezioso diamante del Torino, presente a Euro 2012, costo del cartellino non impossibile (siamo ai livelli di Strootman, euro in più euro in meno), Ogbonna andrebbe a raccogliere l’eredità di un certo Nesta, la cui assenza quest’anno se sommata a quella di Thiago, si è fatta sentire eccome.
ATTACCO – Volendoci spingere ulteriormente avanti, sebbene già i nomi di Strootman e Ogbonna possano apparire di per sé sufficienti per una seria rimonta nel girone di ritorno, consigliamo anche il nome di Muriel, gioiellino dell’Udinese tornato finalmente a risplendere dopo i problemi muscolari che l’hanno bloccato all’inizio. Il nuovo Ronaldo (quello brasiliano) della Colombia, così è stato ribattezzato in patria, per le sue movenze in campo e un’esplosività negli arti inferiori eclatante, ieri ha fatto a pezzi la difesa nerazzurra con le sue accelerazioni, costituendo con Di Natale una magnifica coppia di contropiedisti. Voi direte, con che soldi il Milan potrebbe prendere Muriel? Quelli in teoria ci sono già, basterebbe dire sì allo Zenit e allo Spartak per Abate, Acerbi, Antonini. AAA, 18-20 milioni di euro dal nulla, e la difesa ringrazia.
Inizio d’anno positivo per il Milan. La squadra di Massimiliano Allegri ha avuto la meglio sul Siena per 2-1. Tutte le reti nel secondo tempo, dopo un avvio di partita decisamente avaro di emozioni. A sbloccare l’incontro ci pensa lo spagnolo Bojan, appena entrato, che al 67′ di testa trafigge l’incolpevole Pegolo per il momentaneo 1-0. Il raddoppio con Pazzini tredici minuti più tardi, su un discusso calcio di rigore. Accorcia le distanze nel finale Paolucci. Con questo risultato il Milan resta al settimo posto a quota 30 punti, portandosi momentaneamente a due punti dalla sesta piazza occupata dalla Roma (impegnata a Napoli stasera nel posticipo) e a cinque dal terzo posto, ultima posizione utile per agguantare la zona Champions League. Il Siena resta invece ultimo in classifica, con la zona salvezza lontana ora sei punti.
SECONDO TEMPO – La ripresa vede però il Milan iniziare con un piglio diverso. Complice anche l’ingresso in campo di Bojan, i padroni di casa trovano una freschezza sconosciuta nella prima frazione di gioco. Paradossalmente però è il Siena a sfiorare il clamoroso vantaggio, con Abbiati miracoloso sulla conclusione di Rosina, prima che l’ex blaugrana trovi la rete dell’1-0 con un colpo di testa impeccabile sul cross dalla destra di Kevin Prince Boateng. Dopo svariate occasioni fallite da Pazzini ed El Shaarawy, la squadra di Allegri trova il raddoppio a dieci minuti dal termine grazie ad un generoso penalty concesso per presunto atterramento di Pazzini in area. Si incarica della battuta lo stesso ex attaccante di Samp e Inter che non fallisce, siglando così il suo ottavo centro stagionale. Nonostante il doppio svantaggio il Siena ha la forza di riaprire la partita grazie al colpo di testa di Paolucci al minuto 87, lasciato tutto solo in area dalla difesa rossonera. I brividi finali però si esauriscono in quest’ultimo gol ed il Milan conquista i primi tre punti del nuovo anno.
PAGELLE MILAN-SIENA 2-1 Bojan 7: la palma di migliore in campo va al piccolo folleto catalano, che entrato al posto di uno spento Nocerino ha impiegato soltanto dieci minuto a stravolgere il match. Si va verso il 4-2-4, con Boateng insieme ad El Shaarawy larghi e il tandem Pazzini-Bojan al centro? Abbiati 7: la parata su Rosina ad inizio ripresa è decisiva ai fini del risultato. Il giusto premio ad Allegri che lo ha voluto di nuovo titolare al posto di Amelia. Boateng 6,5: è il simbolo del pomeriggio rossonero. Opaco e nervoso nel primo tempo, sciolto e arrembante nella ripresa. Suo l’assist per il gol del vantaggio di Bojan. Neto 6,5: fisicamente straripante, l’ex centrale difensivo dei portoghesi del Madeira offre una prestazione sicura. Peccato che predichi nel deserto. Rosina 6: ha sul sinistro il pallone del vantaggio ma Abbiati si supera. Generoso nel rendersi comunque sempre disponibile per creare qualcosa di diverso lì davanti.
Torna in campo la Serie A con la 19 giornata. Grande curiosità intorno al Milan di Massimiliano Allegri, che a San Siro ospita alle 15 il Siena ultimo in classifica. E’ ancora recente l’addio di Alexandre Pato ai colori rossoneri, il cui saluto commosso ha colpito più di uno a Milanello. Tra i convocati non figura nemmeno l’altro brasiliano Robinho, giudicato non ancora pronto dal tecnico livornese sul piano fisico, preferendogli il baby Niang. Dei 21 ragazzi a disposizione del mister, compare anche il nome della giovane promessa Cristante, che insieme a Strasser si gioca un posto in panchina, nonostante la presenza di nomi altisonanti quali Muntari, Emanuelson e Flamini, tutti e tre fuori dall’undici titolare. I guai del Milan però sono da ricercarsi nel concreto in difesa, dove mancheranno Mexes (squalificato) e gli infortunati Bonera, Zapata e Yepes. Con ogni probabilità Allegri opterà per un trasferimento di De Sciglio al centro insieme ad Acerbi, riconsegnando la maglia da titolare ad Abate (di ieri la notizia di un’offerta da 10 milioni di euro giunta dai russi dello Zenit di San Pietroburgo) sulla corsia di destra, mentre dall’altra parte compare sempre l’ex Chievo Constant, preferito ad Antonini.
MILAN – A centrocampo fiducia ai tre giocatori che più offrono garanzie in questo momento, ovvero capitan Ambrosini, Montolivo e Nocerino. In attacco parte titolare Kevin Prince Boateng, dopo il controverso episodio nell’amichevole contro la Pro Patria, interrotta a metà primo tempo per i cori razzisti rivolti al numero 10 rossonero (senza dimenticare anche Muntari e Niang). Il tridente d’attacco si completa con Giampaolo Pazzini e il bomber Stephan El Shaarawy, che brama di iniziare da subito il nuovo anno così come aveva concluso il 2012. In panchina, pronti a dare una mano qualora ce ne fosse bisogno durante la ripresa, lo spagnolo Bojan e l’ex Caen Niang.
CLASSIFICA – In classifica il Milan occupa la settima posizione, a cinque punti di distanza sulla sesta, la Roma. Sono invece otto le lunghezze che separano i rossoneri dal terzo posto, ultima piazza utile per raggiungere la qualificazione ai preliminari di Champions League. Il ruolino di marcia casalingo del Milan è di cinque vittorie e quattro sconfitte, con 14 gol segnati e 8 subiti. Nelle ultime sette partite di Serie A, il Diavolo ha conquistato quattro vittorie, un pareggio e due sconfitte, l’ultima contro la Roma a fine anno.
SIENA – Dall’altra parte c’è il Siena, reduce da cinque sconfitte consecutive e attualmente ultimo nella generale a quota 11 punti, a cinque lunghezze dalla zona salvezza momentaneamente rappresentata dal Cagliari a 16 punti, sconfitto ieri sera tra le polemiche all’Olimpico contro la Lazio. I toscani giocheranno col 3-5-2. In porta Pegolo, difesa a tre composta da Neto, Paci e Felipe. A centrocampo D’agostino insieme a Bolzoni e Vergassola, esterni Angelo e Del Grosso. In attacco invece Rosina e Bogdani.
PRECEDENTI – Gli ultimi precedenti sono tutti a favore del Milan, che nelle ultime 10 partite contro il Siena, ha battuto i toscani 8 volte, pareggiando soltanto in due occasioni. Dal 2008 ad oggi i rossoneri hanno sempre sconfitto il Siena, segnando 20 gol e subendone soltanto quattro in sei partite.
Probabili formazioni Milan-Siena (06-01-2013) Milan (4-3-3): Amelia, Abate, De Sciglio, Acerbi, Constant, Ambrosini, Montolivo, Nocerino, Boateng, Pazzini, El Shaarawy. Allenatore: Allegri Siena (3-5-2): Pegolo, Neto, Paci, Felipe, D’agostino, Vergassola, Bolzoni, Angelo, Del Grosso, Rosina, Bogdani. Allenatore: Iachini
Nei giorni dell’annuncio della “ridiscesa in campo” di Silvio Berlusconi, il suo nome era stato accostato alla nuova Forza Italia 2.0, insieme a quello di altre glorie del Milan che fu: Paolo Maldini, però, non sembra affatto interessato alla politica e lo precisa in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, in cui spazia anche su altre tematiche che includono, ovviamente, il Milan del presente.
Politica – Paolo Maldini non ha dubbi e rimanda al mittente l’eventuale candidatura alle prossime elezioni di Febbraio definendo tale notizia “assolutamente falsa” sottolineando che nel presente non vi sono rapporti con Silvio Berlusconi, che ha visto per l’ultima volta alla festa per il 25 anni della sua presidenza rossonera e, da allora, “non ho più sentito” precisando che “la politica non è tra le mie aspirazioni”. Non si tratta di una preclusione assoluta da estendere all’intera categoria dei calciatori, però, semplicemente un suo punto di vista dettato dal proprio sentire personale anche perchè Maldini non vorrebbe essere considerato un “simbolo” del proprio Paese così come lo sono i suoi ex compagni di squadra rossoneri Shevchenko e Weah in Ucraina e Liberia, e la ragione è molto semplice: “In quei casi i rispettivi Paesi vivono situazioni particolari, mentre l’Italia dovrebbe essere una democrazia più solida”.
Simboli – A proposito di giocatori-simbolo, se non in riferimento alla politica Nazionale, Paolo Maldini avrebbe potuto essere per il Milan un dirigente di alto livello in virtù della sua straordinaria carriera tutta a tinte rossonere, che lo ha reso una delle ultime bandiere del calcio moderno. Così, però, non è stato nè nel Milan nè altrove, e sono ormai trascorsi più di tre anni dal suo ritiro dal calcio giocato: c’è il rischio, dunque, che il suo futuro possa essere lontano da questo mondo anche se Paolo Maldini non sembra affatto preoccupato di ciò, considerando che ha vissuto tale mondo per 31 anni e che, per ora, sembra contento di dedicarsi alla sua attività di imprenditore immobiliare.
Desideri – Dovendo immaginare un possibile ritorno nel panorama calcistico, però, Maldini non gradirebbe ricoprire un incarico dirigenziale in senso stretto, bensì qualcosa che gli permetta di sfruttare la sua esperienza di campo, alla sua conoscenza a tutto tondo di questo mondo, di cui ha vissuto l’evoluzione. L’esperienza da capitano rossonero dal 1997 in poi “mi sono serviti tanto” perchè si impara a gestire la quotidianità e si acquisisce anche la capacità di valutare gli altri: in tal senso, dunque, un incarico dirigenziale che abbia un rapporto stretto con i calciatori potrebbe essere preso volentieri in considerazione da Paolo Maldini che, invece, non gradirebbe un incarico di mera rappresentanza, “un ruolo tanto per averlo in Figc, Uefa o Fifa”.
Milan – Ed ecco che si giunge al discorso Milan, partendo dal glorioso passato di cui Maldini è stato protagonista ed artefice, al presente che sembra non essere all’altezza di ciò che fu: “il Milan si è trasformato da squadra magica a squadra normale” e, secondo l’ex capitano, la motivazione è molto semplice. Per spiegarla, Maldini ricorre al parallelo con altri grandi club quali Bayern e Barcellona sottolineando che nell’attuale club rossonero non c’è nessuno di coloro che fecero la storia che possa “trasmettere quel messaggio”. Inoltre, alla luce delle cessioni di lusso dello scorso mercato estivo, secondo Maldini nell’attuale gestione sembra esservi poca programmazione , anche perchè l’attuale dirigenza sembra essere carente nella valutazione dei giocatori e tende ad affidarsi a un procuratore di peso, come Mino Raiola. Secondo Maldini, invece, il Milan avrebbe bisogno di un direttore sportivo “puro”, che abbia le capacità necessarie ad analizzare le necessità della squadra ed a valutare i calciatori “perchè Braida ha sempre meno quel ruolo”.
Allegri – In tal senso, Maldini rivela che l’attuale mister rossonero avrebbe voluto coinvolgerlo nella gestione del gruppo: tutto ciò, però, sfumò improvvisamente nell’ottobre 2011 e, secondo Maldini, la motivazione di tale scelta potrebbe essere imputabile a Galliani, che sembra non gradirlo come collaboratore e, pertanto, Paolo Maldini vuol precisare di non sentirsi più uno di famiglia a Milanello. Un sentimento di “amarezza” che accomuna anche altre vecchie glorie rossonere che, però, si sposa bene con la fierezza nel sentirsi indipendente, così com’era anche da calciatore al punto da essere contestato da alcune frange ultras nella sua gara d’addio al calcio.
I migliori di oggi – Maldini non può, poi, sottrarsi dal fornire un parere ed una valutazione sul calcio di oggi a tutto tondo e, con la consueta schiettezza, snocciola i nomi “top” nei diversi reparti. Buffon in porta, Barzagli in difesa, De Rossi a centrocampo ed El Shaarawy in attacco augurandosi che rimanga umile, perchè “la testa non è un dettaglio nello sport”, e soprattutto i valori ed il senso della lealtà sono l’aspetto fondamentale, che permette di arrivare ad essere stimato indipendentemente dai colori che si vestono, un po’ come è accaduto a lui, anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.
L’urna di Nyon prima e la sono sconfitta dell’Olimpico contro la Roma hanno riportato sulla terra l’ambiente rossonero galvanizzato dal poker di vittorie ottenuto in campionato e di un ritrovato entusiasmo venuto meno in estate dopo le partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva. Il capitombolo in casa giallorossa se in qualche modo era preannunciato dalla cabala che vede il Milan far sempre difficoltà nell’ultima partita del mese di dicembre ha pero’ evidenziato ancora una volta la poca competitività della difesa capace di subire gol con estrema facilità e spesso distratta anche in fase d’impostazione. A centrocampo il ko di De Jong che non è certo Pirlo ma nemmeno Van Bommel ha evidenziato i limiti di capitan Ambrosini e l’incapacità di Nocerino e Montolivo di esser leader. Obiettivamente non ci avevamo mai creduto ad un possibile ritorno del Milan nella lotta per la Champions League e seppur con qualche dubbio sulla strategia avevamo in qualche modo approvato il nuovo modus operandi della società di via Turati.
Galliani in Brasile per trattare in prima persona la cessione di Pato e Robinho però non ci convince. I due brasiliani sono di gran lunga i due giocatori più talentuosi dell’organico rossonero, hanno l’età giusta per continuare a far parte del nuovo corso Milan ma apparentemente hanno un’improvvisa saudade per la terra carioca. Voi ci credete? Ci credete alla bufala che furono Shevenchko, Kaka, Thiago Silva a voler lasciare il Milan? Bene la strategia rossonera sembra ripetersi, il finale? Il Milan non tiene in organico giocatori contro voglia oppure il presidente Berlusconi ha fatto l’ennesimo sacrificio per far rimanere in rossonero due grandi campioni. Voi quale scegliete?
La squadra di Zeman è devastante. Roma-Milan termina con il risultato di 4-2 in favore dei giallorossi. Primo tempo che vede i padroni di casa avanti 3-0 grazie alle reti di Burdisso, Osvaldo e Lamela. Nella ripresa la musica non cambia, con la Roma che trova il 4-0 ancora con l’argentino. Troppo tardiva la reazione dei rossoneri, a segno poco prima del 90′ con Pazzini e l’ex Bojan, entrambi subentrati nel corso del secondo tempo, approfittando anche dell’espulsione di Marquinhos al minuto 78. La vittoria di ieri consente alla Roma di avvicinare il terzo posto, ora distante solo tre punti. Per il Milan invece ogni discorso legato all’Europa diventa complicato, specie se l’obiettivo è la Champions, lontana otto punti. Nel girone di ritorno servirà qualcosa di più che una semplice rimonta.
PRIMO TEMPO – Nel primo quarto d’ora la squadra di Allegri era partita bene, salvo poi essere punita dall’ennesimo calcio piazzato, con Burdisso lesto a ribadire in rete un angolo battuto da Pjanic. L’1-0 non destabilizza più di tanto i rossoneri, che hanno subito l’occasione per pareggiare con El Shaarawy. Il Faraone però spreca una ghiotta occasione di fronte Goicoechea, bravo a chiudergli lo specchio della porta. La chance fallita dal Faraone è l’episodio che cambia il match. Nel giro di sette minuti infatti la Roma vola sul 3-0. Prima è Osvaldo a siglare il raddoppio sfruttando al meglio un cross al bacio di Totti dalla sinistra. Tocca poi a Lamela sancire il 3-0 con cui si chiude il primo tempo, azione nata da un errore maldestro di De Sciglio e rifinita da un assist no look di De Rossi. Per l’argentino è il settimo gol stagionale.
SECONDO TEMPO – Al rientro dagli spogliatoi sono in pochi ad immaginare ad rimonta del Milan, che non fa nulla per far credere il contrario. E’ ancora Roma show. I padroni di casa raggiungono il 4-0 intorno all’ora di gioco. Un altro colpo di testa regala il gol alla squadra di Zeman, con Lamela che si fa trovare pronto sul preciso cross dalla sinistra di Balzaretti. Doppietta per l’ex River Plate, a quota otto gol in questo campionato. La partita, già morta e sepolta prima dell’intervallo, trova il suo ultimo sussulto con l’espulsione di Marquinhos nel finale. L’inferiorità numerica degli avversari e il fallo di Goicoechea consente al Milan di siglare la rete della bandiera con Pazzini su calcio di rigore. Sessanta secondi dopo è Bojan ad accorciare ulteriormente le distanze per il più classico dei gol dell’ex. Finisce così 4-2 la sfida dell’Olimpico, con la Roma che risponde presente e si candida prepotentemente per un posto in Champions League.
Pagelle Roma-Milan 4-2 Goicoechea 7: capiamo perché Zeman preferisca lo sconosciuto uruguaiano al più rinomato Stek. Tre o quattro prodezze all’interno di una partita fanno la differenza. Se poi sei in perfetta simbiosi con il resto della squadra diventa tutto più facile. De Rossi 7,5: schierato titolare, capitan Futuro offre una prestazione da leader vero. L’assist per il 3-0 è da 10 puro. Totti 7,5: continua la favola del capitano giallorosso, anche ieri autore di una prova maiuscola condita da un assist in occasione del gol di Osvaldo. Lamela 8,5: due gol per far capire a chi ancora è dubbioso il proprio potenziale immenso. Dieci e lode a Zeman che sta riuscendo a trasformarlo in calciatore dal profilo mondiale. Yepes 4: serata da dimenticare. Lui e Mexes dovrebbero quantomeno competere sulle palle alte con giocatori come Burdisso e Lamela ma la maledizione dei calci piazzati rende i colossi dei semplici cacciatori di mosche. El Shaarawy 5: non è da lui sbagliare un gol come quello di ieri quando il risultato era ancora recuperabile. Partita da dimenticare. Bojan 6,5: il migliore dei suoi ieri. Entra e mette da subito in mostra le sue qualità. Forse doveva togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ma anche i suoi ex compagni di squadra non scherzano.
In palio c’è l’Europa League. Roma-Milan è il posticipo della 18^ giornata di Serie A, ultima partita dell’anno solare 2012. Le due squadre attraversano un buon periodo di forma. I padroni di casa allenati da Zeman, nonostante il ko di Verona della settimana scorsa, sono reduci da cinque vittorie nelle ultime sei partite. Anche la squadra di Allegri può vantare un ottimo ruolino di marcia, con quattro vittorie consecutive in campionato che l’hanno rilanciata dopo un avvio di stagione disastroso. Se i capitolini otterranno i tre punti questa sera avranno l’occasione di agganciare al quarto posto la Fiorentina e portarsi a meno due dal secondo posto attualmente occupato dall’Inter. Se invece fosse il Milan ad avere la meglio nel big-match della 18^ giornata, i rossoneri guadagnerebbero il sesto posto, scalzando di fatto i giallorossi e chiudendo il 2012 con un posto in Europa.
ROMA – Diversi dubbi di formazione per Zeman. Le certezze sembrano essere tutte in difesa, con il brasiliano Marquinhos che ha pienamente recuperato e quindi sarà regolarmente in campo insieme a Burdisso e i terzini Piris-Balzaretti. A centrocampo l’eterno ballottaggio tra De Rossi e il greco Tachtsidis. Stavolta sembra essere in vantaggio l’azzurro. Al fianco di Capitan Futuro dovrebbero giocare Pjanic e Florenzi, con l’americano Bradley inizialmente in panchina. Nel reparto offensivo il tecnico boemo è intenzionato ad affidarsi all’artiglieria pesante, schierando contemporaneamente il trio Lamela-Osvaldo-Totti. Anche qui però bisognerà aspettare fino all’ultimo per scoprire se Osvaldo sfilerà la maglia da titolare a Destro.
MILAN – Allegri ha convocato 23 giocatori per la sfida odierna. Se si esclude l’assenza di Pato, il tecnico livornese può contare su quasi tutti gli effettivi. L’unico dubbio riguarda il reparto offensivo, dove il ballottaggio Boateng/Pazzini sarà deciso soltanto nelle ultime ore. Per il resto formazione che conferma quanto visto nelle precedenti settimane. Quindi 4-3-3 con Amelia a guidare il pacchetto arretrato formato da De Sciglio, Mexes, Yepes e Constant. A centrocampo Massimo Ambrosini in mezzo insieme all’atipico regista Montolivo e Nocerino mezzala. In attacco sicuri di una maglia da titolare il partente Robinho e il capocannoniere El Shaarawy. In panchina finiscono Emanuelson, Muntari, Bojan e Niang.
PRECEDENTI – Nelle ultime venti partite giocate all’Olimpico, bilancio positivo per i padroni di casa. Sono infatti otto i successi dei giallorossi, a fronte di cinque sconfitte e sette pareggi. Durante lo scorso campionato gli uomini di Allegri si imposero per 3-2 grazie a una doppietta di Zlatan Ibrahimovic e la rete di Nesta. Due anni fa la trasferta romana fu dolce per il Milan, laureatosi campione d’Italia proprio pareggiando 0-0 all’Olimpico contro la squadra allora allenata da Vincenzo Montella. Quest’anno per lo scudetto ogni discorso è chiuso, ma l’Europa esercita comunque ancora il giusto fascino.
Probabili formazioni Roma-Milan Roma (4-3-3): Goicoechea, Piris, Marquinhos, Burdisso, Balzaretti, De Rossi, Florenzi, Pjanic, Lamela, Totti, Osvaldo. Allenatore: Zeman Milan (4-3-3): Amelia, De Sciglio, Mexes, Yepes, Constant, Montolivo, Ambrosini, Nocerino, Boateng, Robinho, El Shharawy. Allenatore: Allegri
Nella difficile stagione del Milan, iniziata con qualche difficoltà di troppo a causa di un cambiamento radicale della rosa con le cessioni di vari top player, sono esplose due stelle. La prima è quella di El Shaarawy, sempre più trascinatore della squadra rossonera mentre la seconda è quella del terzino Mattia De Sciglio. Entrambi 20enni (classe ’92). Oggi però vogliamo parlare di quest’ultimo ragazzo, entrato in punta di piedi in prima squadra nelle scorse stagioni e diventato presto punto fermo della difesa milanista, tanto da rubare il posto prima ad Antonini sulla sinistra e successivamente ad Abate. La duttilità tattica del giovane Mattia è uno dei suoi punti di forza, uniti ad una personalità d’altri tempi e una serietà che raramente si vede ai giorni nostri nei 20enni delle grandi squadre.
Le parole di Nocerino – “Ha un’immagine bellissima, sarà il prossimo capitano del Milan” parole dell’ex centrocampista del Palermo che non si tira indietro quando c’è da elogiare il suo giovane compagno. Come dargli torto? De Sciglio ha dimostrato con impegno e costanza di poter avere un ruolo da protagonista della formazione rossonera.
Erede di Maldini – Paragonarlo al Paolo Nazionale sembra quasi un’eresia, ma i media si stanno spingendo fino a questo punto. A 20 anni Maldini era già un punto fermo della squadra, diventando successivamente la bandiera del Milan, con tanto di ritiro della maglia numero 3 con la quale ha vinto tanto. Dal punto di vista della serietà e della personalità, De Sciglio non ha niente da imparare e con l’addio di Ambrosini e Abbiati si candida a raccogliere la pesante eredità della fascia da capitano.
Piedi per terra – Quello che ha contraddistinto maggiormente il giovane terzino è l’umiltà e la personalità con la quale affronta ogni partita. Sempre a disposizione del mister Allegri, in grado di garantirgli prestazioni sempre ottime sia a destra che a sinistra. Il Milan ha trovato in casa il difensore di fascia che cercava da anni grazie alla crisi economica. Non tutti i mali vengono per nuocere.
La consacrazione – Nonostante la giovane età, ha raggiunto una maturità calcistica che gli permette di offrire prestazioni sempre importanti in campo. In questa stagione ha già collezionato 17 partite (12 in Campionato e 5 in Champions) con la maglia del Milan, raggiungendo l’apice con la convocazione in Nazionale.
I maligni – Eppure c’è chi rivede nell’ascesa nel numero 2 milanista, quella di un altro terzino, esploso nella sponda opposta di Milano. Parliamo di Santon, esaltato da Mourinho e finito nel dimenticatoio con Benitez, prima di prendere il volo di sola andata per l’Inghilterra.
Il Milan ricomincia dai giovani, Mattia De Sciglio, El Shaarawy ma anche il giovane Mastour saranno i giocatori fondamentali per costruire un nuovo ciclo per la squadra rossonera.
Contro il Pescara arriva la quarta vittoria consecutiva in campionato per il Milan di Massimiliano Allegri, che con i tre punti di oggi conferma il settimo posto a quota 27 punti. In virtù della contemporanea sconfitta della Roma sul campo del Chievo, la sesta posizione dista ora due lunghezze. Il risultato finale sul tabellone di San Siro dice 4-1 per i padroni di casa, parziale comunque bugiardo perché fino al momentaneo 2-1 gli abruzzesi sono rimasti in partita sfiorando addirittura il clamoroso pareggio con un palo del terzino destro Balzano, sulla cui conclusione nulla avrebbe potuto l’estremo difensore rossonero Amelia. Cristiano Bergodi può quindi ritenersi moderatamente soddisfatto nonostante la sconfitta, anche alla luce dei risultati positivi sugli altri campi.
SBLOCCA NOCERINO – Partita subito in discesa per la squadra di Allegri, che trova il vantaggio dopo 39 secondi grazie alla seconda rete consecutiva in campionato di Antonio Nocerino. L’ottima partenza è confermata anche dall’atteggiamento dei rossoneri per tutti i primi 45 minuti di gioco, durante i quali riescono a rendersi più volte pericolosi dalle parti di Perin sfruttando sopratutto la spinta sugli esterni di Constant e De Sciglio, anche oggi tra i migliori in campo.
AUTOGOL – Ad inizio ripresa arriva il 2-0 dei padroni di casa su una sfortunato autogol dell’attaccante pescarese Abbruscato, che devia nella propria porta un cross dalla sinistra di Robinho.
LA PAURA – Quando il match pare essere concluso già al 51′, ci pensa Terlizzi a far ricredere gli stessi tifosi rossoneri del contrario. L’ennesimo gol subito su calcio piazzato fa scatenare una stabile paura nei calciatori del Milan, che per poco non vengono riacciuffati sul 2-2 da un’improvvisa conclusione di Balzano che va a stamparsi sul palo. Ciò che non uccide però fortifica.
CAPOCANNONIERE – La paura passa a dieci minuti dalla fine, quando il secondo autogol del pomeriggio (stavolta è Jonathas a mettere alle spalle di Perin) consegna ai rossoneri un più tranquillo 3-1. Al minuto 82 dell’incontro arriva poi la rete del definitivo 4-1. A siglarla è ancora lui, Stephan El Shaarawy, arrivato al quattordicesimo centro in campionato, su assist di un altruista Pazzini. Per la serie, il meglio deve ancora venire.
Le pagelle di Milan-Pescara 4-1 (16-12-2012) Constant 7: l’ex Chievo continua ad impressionare piacevolmente il pubblico di San Siro con prestazioni di assoluto rispetto e personalità. Nocerino 6,5: è vero che due indizi non fanno una prova, ma la sensazione è che Nocerino si sia finalmente sbloccato e riesca in ogni caso ad essere incisivo come lo scorso anno quando lì davanti c’era Ibrahimovic. El Shaarawy 7: ci prova più volte nell’arco della partita a siglare il gol ai danni del suo amico Perin. Quando anche lui stava perdendo le speranze ecco arrivare il più facile degli assist da depositare in rete. Chi lo ferma più? Perin 6: nonostante subisca quattro gol, il portiere del Pescara ha poche colpe in tutte le azioni da gol. Si disimpegna invece bene in alcuni interventi dimostrando di avere la stoffa giusta per diventare un punto di riferimento nel suo ruolo nei prossimi anni. Weiss 4: a deludere, e parecchio, è lo slovacco Weiss, che proprio nella mattinata di oggi è stato dato vicinissimo alla firma con il Milan. Sarà stata l’emozione della prima volta a San Siro?