Tag: Massimiliano Allegri

  • Addio Zemalandia, la Roma cerca un traghettatore

    Addio Zemalandia, la Roma cerca un traghettatore

    Finisce Zemalandia. Con un annuncio, non proprio inaspettato, la Roma annuncia la fine del rapporto tra la società giallorossa e Zdenek Zeman. Decisiva la sconfitta interna (2-4) contro il Cagliari arrivata meno di 24 ore fa, dove sono stati evidenziati i troppi limiti difensivi della formazione capitolina e un gruppo che sembrava non seguire più le idee tattiche del boemo. Le recenti frecciatine tra la dirigenza e l’ex tecnico di Foggia e Pescara hanno fatto il resto, accelerando di fatto questo esonero. Una stagione fallimentare per la Roma (il terzo posto sembra ormai irraggiungibile), il secondo consecutivo se si prende in considerazione anche il campionato scorso (dove Luis Enrique riuscì però ad arrivare fino a maggio al comando della squadra). E adesso? Quale futuro per il club giallorosso?

    Andreazzoli (il tattico dell’era Spalletti) seguirà la squadra nei prossimi allenamenti, in attesa di trovare un traghettatore o un sostituto definitivo di Zeman. Al nome di Blanc, già circolato nei giorni scorsi, si aggiunge quello di Giampaolo (ex Cagliari e Cesena), particolarmente apprezzato dal direttore sportivo Sabatini.

    La Roma esonera Zeman © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    La Roma esonera Zeman © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    I dubbi di Blanc – L’ex commissario tecnico della Nazionale francese, nonché ex difensore centrale dell’Inter, prende tempo. Vorrebbe tornare in gioco dopo l’esperienza negativa da c.t. ma non sarebbe del tutto convinto dal nuovo progetto Roma, che sembra sempre pronto a decollare ma, i risultati sono tutt’altro che soddisfacenti. Blanc prima di accettare la soluzione giallorossa vorrebbe avere delle garanzie dal punto di vista contrattuale e soprattutto sul fronte acquisti-cessioni. I dirigenti capitolini sono molto tentati.

    Giampaolo? – Il tifoso romanista, una volta sentito circolare il nome dell’ex tecnico del Cesena, avrà sperato in una conferma di Zeman. Battute a parte, Giampaolo è nella lista del direttore sportivo Sabatini. Probabilmente dovrebbe ancora dimostrare di meritare la panchina della Roma, ma la fortuna sembra baciarlo sulla fronte e in caso di chiamata giallorossa difficilmente metterebbe delle garanzie contrattuali ed economiche, accettando anche un ruolo da traghettatore fino a maggio. La classica occasione d’oro per rimettersi in gioco.

    E Allegri? – Il nome del tecnico rossonero circola da parecchio tempo dalle parti di Trigoria. L’ipotesi di una possibile separazione a fine stagione tra Allegri e il Milan sarebbe ben vista a Roma. Purtroppo (per i dirigenti giallorossi) questo si saprà solamente a campionato concluso. Se Totti e compagni dovessero ritrovarsi fra qualche giorno con un traghettatore, l’ipotesi Allegri per giugno diventerebbe una pista concreta.

    Fallimento Zeman

    Il suo 4-3-3 non ha funzionato. Troppe partite perse o pareggiate in rimonta, troppi errori difensivi causati da una difesa giovane e poco propensa a giocare con una linea alta come quella richiesta dal boemo, un centrocampo con poco filtro e poca personalità. L’unico reparto (guarda caso) che ha rispettato le attese è stato l’attacco con Lamela protagonista nella prima parte di stagione, Osvaldo bomber vero (a parte qualche momento di black out) ed infine il capitano, Francesco Totti, protagonista di sei mesi d’alta qualità nonostante i suoi 36 anni ed un ruolo nuovo (perlomeno nel recente passato).

    La scelta Zeman ad inizio stagione, con l’arrivo di diverso giovani, era sinonimo di rischio. Ma la dirigenza romanista, nonostante le premesse, dichiarò troppo velocemente che l’obiettivo minimo era il terzo posto. Insomma, poca programmazione e risultato immediato. Tutto ciò che non serviva al boemo, abituato a partire in sordine e realizzare autentici miracoli sportivi. Come non ricordare il grande Foggia (dove nacque Zemalandia) e il recente Pescara, partito con obiettivi da centro classifica e ritrovatosi al primo posto in Serie B e una promozione inaspettata.

    Adesso la Roma deve ripartire, salvare il salvabile in questa stagione e programmare un nuovo ciclo. Blanc o Allegri, chiunque si sieda su quella panchina deve pretendere calma, pazienza e soprattutto investimenti mirati.

  • Il Milan di Balotelli è da terzo posto?

    Il Milan di Balotelli è da terzo posto?

    Adesso che Balotelli è un giocatore del Milan in tanti si chiedono se la squadra di Allegri riuscirà o meno ad agguantare il terzo posto, attualmente occupato dalla Lazio. Per carità, ancora si aspetta l’annuncio ufficiale, che arriverà dopo le rituali visite mediche di questa mattina, ma si può già parlare di una nuova era in quel di Milanello. Il grande colpo del mercato è arrivato, nonostante le smentite, anche queste di rito, da parte di Adriano Galliani e del presidente, il quale crediamo si sia guadagnato un discreto 3-4% alle prossime elezioni (almeno così dicono gli esperti). Con l’acquisto di Balotelli il Milan guadagna sicuramente in termini tecnici, fattore da non sottovalutare qui in Italia (e non solo), dove spesso a fare la differenza nei novanta minuti non è un bicipite femorale più grosso ma un piede meno ruvido, come spesso se ne vedono invece da queste parti. Basterà al Milan avere lì davanti Balotelli per centrare il terzo posto in classifica, e raggiungere così la qualificazione alla prossima edizione della Champions League?

    Arriva Balotelli, come ti cambio il Milan

    Il Milan di Balotelli ed El Shaarawy | ©Claudio Villa/Getty Images
    Il Milan di Balotelli ed El Shaarawy | ©Claudio Villa/Getty Images

    In fatto di creste il Milan ci ha abituati fin troppo bene negli ultimi anni. Prima El Shaarawy, poi Niang, ora Balotelli, non si può dire che a Milanello l’acconciatura diventi un optional d’ora in avanti. E se ci pensiamo bene, questi tre attaccanti potrebbero giocare insieme dall’inizio, ora e sempre, almeno per una decina d’anni, sempre che a qualcuno di loro non ritorni in mente di essere stato da piccolo un tifoso dell’Inter: un precedente, anche illustre, c’è già d’altronde. Crediamo che non sia una follia ipotizzare un attacco a tre, con Supermario al centro, affiancato da Niang ed El Shaarawy, sebbene non sia da scartare nemmeno l’ex Caen al centro e Balotelli sulla fascia destra. Ovvio che il sacrificato, in ogni caso, sarebbe Giampaolo Pazzini, il quale non ha demeritato in questa prima parte di stagione se andiamo a leggere i gol fatti.

    Se c’è un merito da attribuire ad Allegri, non è lo scudetto al primo anno, anche perché avversari fatichiamo a ricordarne, bensì la valorizzazione dei giovani. Fra tutti El Shaarawy, una delle più belle sorprese del Milan. Parlando del Faraone non possiamo non vedere diverse analogie con Niang, il cui impiego in queste ultime giornate ricorda da vicino quello riservato ad El Shaarawy la passata stagione. Tutto questo per dire che al momento l’ipotesi più realistica (che poi è anche la più suggestiva) rimane proprio il trio delle creste, con l’esclusione di Pazzini, Bojan e Robinho (sempre che quest’ultimo rimanga in rossonero).

    Fatte le dovute proporzioni con le altre squadre, il Milan di Balotelli può davvero credere nella rimonta al terzo posto. Forse è azzardato paragonare il basket al calcio, ma se dobbiamo prendere un esempio di rimonta impossibile, fra l’altro proprio in questa stagione, allora non ci resta che strattonare la maglia di un certo Kobe Bryant (tifoso del Milan ndr) e dirgli: senti Kobe, ma non è che voi dei Lakers avete qualcosa in comune con il Milan di oggi? Che cosa ci risponderebbe? Qualcosa del tipo: noi siamo più vecchiotti e abbiamo meno capelli, però se ce la dovessimo fare noi, perché non dovrebbero farcela loro? Why not?

  • Blanc per il dopo Zeman. Roma si divide

    Blanc per il dopo Zeman. Roma si divide

    Nuovo giro, nuova corsa. La posizione di Zeman rimane in bilico. Dopo le parole di Sabatini nel corso della giornata di ieri, che confermava la possibilità di esonerare il boemo a causa degli scarsi risultati ottenuti, uniti ad uno spogliatoio in completa anarchia, quest’oggi ci sarà un nuovo faccia a faccia tra il tecnico giallorosso e la dirigenza capitolina. In realtà, il confronto riguarderà Zeman e Franco Baldini, due personaggi che nelle ultime ore non se le sono mandate a dire, con il primo pronto ad accusare la dirigenza di lasciare troppa libertà ai giocatori e l’ex braccio destro di Capello che replicava accusando il boemo di avere poco polso per tenere in mano lo spogliatoio della Roma. In tutto questo, a rimetterci è stata la formazione giallorossa, che nelle quattro partite del 2013 non è ancora riuscita a vincere una gara.

    Ieri è stata una giornata ricca di confronti e idee. Si è pensato al futuro della Roma, a come proseguire questa stagione e l’eventuale nuovo allenatore del club.

    Nuova idea per la panchina della Roma: Laurent Blanc © THOMAS BREGARDIS/AFP/Getty Images
    Nuova idea per la panchina della Roma: Laurent Blanc © THOMAS BREGARDIS/AFP/Getty Images

    Panchina salva? – Ieri si è salvato, ma non è detto che questa lunga giornata non porti ad una decisione importante. Secondo le ultime notizie, Zeman avrebbe la possibilità di salvare la panchina in caso di vittoria nella gara di venerdì, in casa contro il Cagliari. Ma, il faccia a faccia odierno tra il tecnico e il direttore generale del club potrebbe cambiare le carte in tavola. Il boemo dovrà accettare alcuni consigli tattici che prevedono il ritorno tra i pali di Stekelenburg, a sfavore di un non eccellente Goicoechea e soprattutto un netto riavvicinamento con De Rossi, cuore romanista, spesso finito in panchina con l’arrivo di Zeman. Se il boemo dovesse accettare queste direttive, la conferma verrà in automatica fino al termine della stagione, altrimenti amici come prima e buona fortuna per il futuro.

    I papabili – La Roma si ritrova così a dover operare con un doppio obiettivo. Cercare un traghettatore fino a maggio, cercando di salvare il salvabile, e cominciare a pensare al prossimo “vero” allenatore del club. Per il primo caso, fino a ieri il nome di Malesani sembrava in pole, seguito a ruota da tecnico della Primavera Alberto De Rossi (padre di Capitan Futuro). Ma, in questo momento è spuntato il nome di Aurelio Andreazzoli, il tattico dell’era Spalletti, che avrebbe la possibilità di seguire la squadra fino al termine della stagione per poi lasciare la panchina ad un big.

    Ed ecco che passiamo agli allenatori per la prossima stagione. Il sogno assoluto rimane Ancelotti, ma il tecnico (che ha espresso il suo desiderio di allenare un giorno la Roma) è legato da un lungo contratto con il Paris Saint Germain. Allora spuntano le idee più accessibili che portano il nome di Massimiliano Allegri e Laurent Blanc. L’ex allenatore di Sassuolo e Cagliari difficilmente verrà confermato sulla panchina del Milan per l’inizio del nuovo ciclo e l’idea Roma lo stuzzicherebbe parecchio, mentre il francese, dopo la non brillante esperienza con la Francia è in attesa di una nuova avventura. I giallorossi avrebbero già sondato il terreno trovando l’ok dell’ex difensore dell’Inter. Meno plausibili i nomi di Panucci e Zago, troppo inesperti per portare avanti un progetto che dovrebbe portare il club capitolino a lottare per lo scudetto nel giro di qualche anno.

    Il pubblico romanista si divide. Chi preferisce ancora il boemo per il suo gioco spettacolare e sempre emozionante e chi, vorrebbe al più presto il cambio d’allenatore, anche se, il francese Blanc non sembra solleticare le fantasie del popolo capitolino.

  • Atalanta-Milan 0-1, El Shaarawy regala il quinto posto

    Atalanta-Milan 0-1, El Shaarawy regala il quinto posto

    Un gol di El Shaarawy alla mezzora del primo tempo regala la vittoria esterna al Milan sul difficile campo dell’Atalanta, reso ancora più ostico da un terreno di gioco in condizioni pessime. Il Faraone ritrova così la via della rete dopo quattro partite senza segnare, ed è un gol pesantissimo. Con questa vittoria infatti i rossoneri scavalcano la Fiorentina al quinto posto in classifica ed entrano per la prima volta quest’anno in zona Europa. La partita è stata molto combattuta, maschia, con l’arbitro Gervasoni che nella ripresa ha dovuto sventolare il cartellino giallo in dieci occasioni, fra cui la doppia ammonizione costata l’espulsione al terzino di casa Brivio al minuto 58. Da evidenziare l’ennesima prova convincente di Niang, autore dell’assist decisivo per il gol di El Shaarawy, al suo 15° centro in campionato.

    La rimonta

    El Shaarawy festeggia con Niang e Pazzini il gol vittoria | © Giuseppe Bellini/Getty Images
    El Shaarawy festeggia con Niang e Pazzini il gol vittoria | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Il tecnico del Milan Massimiliano Allegri era stato profetico quando nel mese di novembre, con il Milan distante 12 punti dalla zona Champions, aveva ribadito ai giornalisti la sua convinzione di vedere la squadra in una posizione di classifica completamente diversa nel mese di febbraio. E così effettivamente è stato. I rossoneri da lì in avanti hanno cominciato a correre, mantenendo una media di 2 punti a partita, cammino che ha consentito a Pazzini e compagni di recuperare dal dodicesimo posto fino alla quinta piazza, ultima posizione utile per la qualificazione in Europa League. Ora che la distanza dalla zona Champions (sei punti) è di fatto dimezzata rispetto a non meno di due mesi fa, i tifosi del Milan possono sperare di chiudere la stagione con una classifica ancora migliore di quella attuale.

    Crisi

    Dall’altra parte invece l’Atalanta deve fare i conti con l’ennesima sconfitta, la quinta nelle ultime sette partite disputate. Il quattordicesimo posto a quota 23 punti non è così drammatico, ma se il momento di crisi dovesse continuare anche nelle prossime settimane, i nerazzurri rischierebbero di trovarsi coinvolti in zona retrocessione, con Genoa e Palermo, distanti rispettivamente cinque e sei punti dall’Atalanta, che hanno i mezzi e le qualità per staccare le altre squadre che lottano per salvarsi.

    Le pagelle di Atalanta-Milan

    El Shaarawy 7: il 2013 era stato fin qui stregato per il Faraone, se si esclude il gol (inutile) segnato allo Juventus Stadium di Torino nei quarti di finale di Coppa Italia. Ritorna al gol, ed è sicuramente una rete pesante.
    Niang 6,5: tra i rossoneri è uno dei pochi a cercare sempre di saltare l’uomo. Quando ce la fa trova l’assist vincente per la rete dell’1-0 finale.
    Abbiati 6,5: sicuro, mai una sbavatura, l’estremo difensore del Milan sembra tornato a buoni livelli, dimostrando di meritarsi la fiducia di Allegri che gli ha ridato una maglia da titolare.
    Denis 5: doveva essere l’incubo per la difesa rossonera, sopratutto nei calci piazzati, invece in tutti i novanta minuti l’argentino non riesce mai a rendersi pericoloso.

    Il tabellino

    Atalanta (4-3-1-2): Consigli 6, Ferri s.v. (24′ Raimondi 5,5), Stendardo 6, Canini 6, Brivio 4, Carmona 6, Cigarini 6,5 (79′ Budan s.v.), Biondini 5,5, Bonaventura 6, Denis 5 (61′ Matheu 5,5), Parra 5,5. Allenatore: Colantuono
    Milan (4-3-3): Abbiati 6,5, Abate 6, Mexes 6, Zapata 6, Constant 6, Flamini 5,5, Montolivo 6,5, Boateng 5,5, Niang 6,5 (88′ Traorè s.v.), Pazzini 5,5, El Shaarawy 7 (85′ Robinho). Allenatore: Allegri

    Il video

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  • Atalanta-Milan, Allegri conferma il tridente

    Atalanta-Milan, Allegri conferma il tridente

    La 22^ giornata di Serie A propone al Fratelli Azzurri d’Italia il match Atalanta-Milan. Partita difficile per entrambe le squadre che arrivano alla sfida di questo pomeriggio con due diversi stati d’animo. I padroni di casa sono reduci infatti da quattro sconfitte negli ultimi sei incontri, con la vittoria che manca dallo scorso 8 dicembre, quando  i bergamaschi riuscirono a superare in casa il Parma per 2-1. La situazione in classifica si è quindi improvvisamente incupita, e i sei punti di vantaggio sulla terzultima non lasciano dormire sogni tranquilli ai tifosi della Dea. Dall’altra parte c’è un Milan di nuovo in corsa per un posto in Europa, sebbene la zona Champions rimanga ancora oggi un tabù. Più facile puntare al quinto posto occupato attualmente dalla Fiorentina, che dista due sole lunghezze. Un successo quest’oggi degli uomini di Allegri, ed una contemporanea sconfitta dei viola, consentirebbe ai rossoneri l’aggancio alla quinta posizione.

    Le ultime

    ATALANTA – Colantuono spera che il rendimento casalingo fin qui tutto sommato positivo (5 vittorie, 2 pareggi e 3 ko) prosegua anche nella gara contro il Milan, nonostante il periodo di forma attraversato da Denis e compagni non induca ad una fiducia così estrema. Per la gara di oggi il tecnico opta per un cambio di modulo, passando ad un più offensivo 4-3-1-2. In attacco la coppia offensiva sarà composta da Denis e Parra. Il tandem argentino avrà alle sue spalle il giovane talentuoso Bonaventura. A centrocampo invece Cigarini sarà aiutato dal rientrante Carmona e dall’ex Cagliari Biondini. In difesa linea a quattro con un altro ex rossoblu, Ferri, che agirà da terzino destro. Sull’out opposto Brivio. La coppia centrale sarà quella formata da Stendardo e Canini, mentre in porta giocherà regolarmente Consigli.

    Giampaolo Pazzini e Niang ancora insieme | ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    Giampaolo Pazzini e Niang ancora insieme | ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    MILAN – Dopo l’arrivo di Zaccardo e la partenza di Acerbi, il Diavolo cambia pelle in difesa, con l’ex Parma subito convocato da Allegri per l’importante trasferta di Bergamo. Abbiati sarà ancora chiamato a difendere i pali della porta rossonera e guiderà la difesa a quattro composta da De Sciglio e Constant terzini più la coppia centrale Mexes-Zapata. A centrocampo Montolivo confermato al centro, con Flamini (alla sua seconda partita consecutiva da titolare) e Boateng mezzala sinistra. Il tridente d’attacco sarà quello delle ultime settimane e vedrà Pazzini agire da boa centrale in attesa dei cross provenienti dalle fasce che saranno occupate da El Shaarawy e Niang.

    I precedenti

    All’andata l’Atalanta sorprese il Milan a San Siro grazie alla rete di Cigarini nel corso del secondo tempo, infliggendo così ai rossoneri la loro seconda sconfitta in casa dopo il ko all’esordio contro la Sampdoria. Negli ultimi cinque anni i precedenti al Fratelli Azzurri d’Italia  vedono il Milan in leggero vantaggio con due vittorie, un pareggio e due sconfitte. Lo scorso anno, sempre nel mese di gennaio, la squadra di Allegri vinse 2-0 grazie ai gol di Ibrahimovic su calcio di rigore e Boateng.

    Le probabili formazioni di Atalanta-Milan

    Atalanta (4-3-1-2): Consigli, Ferri, Stendardo, Canini, Brivio, Cigarini, Carmona, Biondini, Bonaventura, Parra, Denis. Allenatore: Colantuono
    Milan (4-3-3): Abbiati, De Sciglio, Mexes, Zapata, Constant, Montolivo, Flamini, Boateng, Niang, Pazzini, El Shaarawy. Allenatore: Allegri

  • Pazzini bum bum, il Milan vede l’Europa

    Pazzini bum bum, il Milan vede l’Europa

    Se Giampaolo Pazzini incontrasse ogni domenica il Bologna a quest’ora con ogni probabilità sarebbe in cima alla classifica marcatori in compagnia del suo compagno di squadra Stephan El Shaarawy. Il campionato però non può risolversi in un duello Milan-Bologna ed anche per questo il Pazzo conta “solo” dieci reti in stagione e la squadra di Allegri non è ancora certa di giocare in una competizione europea l’anno prossimo. In ogni caso la vittoria sui felsinei per 2-1 consente ai rossoneri di avvicinare la Fiorentina ed il quinto posto a due lunghezze, obiettivo diventato dunque alla portata di Montolivo e compagni, nonostante un avvio di stagione da brividi. Il Bologna ha poco da recriminare per questa sconfitta. Da subito infatti i rossoblu sono apparsi sulle gambe, provati dai 120 minuti disputati martedì scorso contro l’Inter in Coppa Italia, partita che ha visto gli uomini di Pioli sfiorare il colpaccio.

    Milan-Bologna 2-1, la partita

    E’ stato un match vissuto sopratutto unicamente sui piedi di Giampaolo Pazzini, protagonisti nel bene e nel male per tutti i novanta minuti di gioco. Partito titolare nel tridente completato da El Shaarawy e Niang, l’ex attaccante di Fiorentina e Atalanta ha l’opportunità di sbloccare l’incontro già nel corso del primo tempo, quando sul cross dalla sinistra di Constant il colpo di testa viene respinto dall’estremo difensore ospite Agliardi, bravo anche in precedenza nel negare il gol ad El Shaarawy, ribattendo con i piedi la conclusione di destro della giovane punta. Il Bologna non riesce a reagire e continua ad affidarsi al suo portiere, ancora prodigioso nel dire no al Faraone poco prima che l’arbitro Davero mandi le squadre a riposo.

    Giampaolo Pazzini segna una doppietta al Bologna | ©Tullio M. Puglia/Getty Images
    Giampaolo Pazzini segna una doppietta al Bologna | ©Tullio M. Puglia/Getty Images

    Nel secondo tempo è sempre il Milan a comandare le operazioni del gioco ed è sempre Pazzini l’uomo più pericoloso del fronte d’attacco rossonero. A dire il vero i tifosi di San Siro iniziano a mugugnare quando proprio il Pazzo sbaglia una clamorosa chance in avvio di ripresa, con il risultato che rimane inchiodato sullo 0-0 e gli spettri del Marassi pronti ad impossessarsi del prato verde milanese. La svolta però arriva subito dopo l’ora di gioco, quando lo stesso Pazzini riesce a vincere fortunosamente il duello con Antonsson e siglare il gol del vantaggio.

    Continua a spingere la squadra di Allegri, intenzionata a chiudere da subito l’incontro con la seconda rete della gara, che trova quando mancano poco meno di dieci minuti al termine dell’incontro grazie ad una perla del Pazzo, bravo a superare con un sombrero Portanova e a calciare di prima intenzione col destro alle spalle del portiere Agliardi per il momentaneo 2-0. Partita finita? Neanche per sogno. A riaprirla infatti ci pensa Mexes, colpevole nel farsi trovare poco attento in occasione dell’autogol che consente al Bologna di sperare nella stessa rimonta di cinque giorni fa contro l’Inter. Stavolta però il risultato non cambia più ed il Milan si aggiudica tre punti pesantissimi in chiave Europa League, portandosi a meno due dalla Fiorentina.

    Milan-Bologna 2-1, le pagelle

    Pazzini 7,5: avrebbe meritato un otto pieno se solo fosse riuscito a mettere dentro tutte le occasioni capitategli quest’oggi. In ogni caso la doppietta basta e avanza per essere il migliore quest’oggi.

    Niang 7: ha corsa, ha qualità, ha forza e soli 18 anni. Il futuro è dalla sua parte, e anche quello del Milan, che a sinistra può contare anche su un altro classe ’92 niente male.

    El Shaarawy 6: non trova il gol solo perché di fronte a lui c’è un super Agliardi (7). Quattro partite senza trovare la via della rete possono però creare qualche tranello mentale nel quale il Faraone dovrà essere bravo a non cadere.

    Gilardino 4,5: era il grande ex dell’incontro ma la sua partita non è durata neanche 60 minuti. Zero conclusioni in porta, zero rimpianti per i tifosi del Diavolo.

    Milan-Bologna 2-1, il tabellino

    Milan (4-3-3): Abbiati 6, Abate 6,5, Mexes 4,5, Zapata 6, Constant 6,5, Flamini 6 (81′ Traorè s.v.), Montolivo 6,5, Boateng 5,5, Niang 7 (77′ Nocerino s.v.), Pazzini 7,5, El Shaarawy 6. Allenatore: Allegri
    Bologna (4-2-3-1): Agliardi 6,5, Garics 5, Portanova 5,5, Antonsson 5,5, Cherubin 5, Perez 5, Pazienza 5 (75′ Pasquato 6), Diamanti 5,5, Riverola 5 (51′ Taider 5,5), Kone 5, Gilardino 4,5 (62′ Gabbiadini 6). Allenatore: Pioli

    Video Milan-Bologna 2-1

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  • Milan con Niang all’esame Pioli aspettando Kakà

    Milan con Niang all’esame Pioli aspettando Kakà

    Reduce dal pareggio contro la Samp a Genova, il Milan torna a giocare a San Siro, dove nelle ultime tre partite di campionato ha collezionato altrettante vittorie (Juve, Pescara, Siena). L’avversario di oggi è il temibile Bologna di Pioli, che in settimana ha sfiorato la clamorosa qualificazione in semifinale di Coppa Italia venendo eliminata dall’Inter soltanto al termine del secondo tempo supplementare, dopo che i novanta minuti canonici si erano conclusi sul 2-2. I felsinei hanno ormai acquisito di diritto la fama di rompiscatole della Serie A, se non altro dopo le prove contro Napoli (sia in campionato che in coppa) e Roma, entrambe battute davanti al loro pubblico con identico risultato (2-3 ndr). Paradossalmente però proprio il ruolino di marcia lontano dal Dall’Ara è tra i peggiori della Serie A, dal momento che in dieci trasferte i felsinei hanno sempre perso, se si escludono appunto le partite contro Roma e Napoli. Con sei punti su 30 disponibili la squadra di Pioli si lascia alle spalle soltanto Siena (5) e Palermo (3).

    Niang titolare anche questo pomeriggio contro il Bologna | ©Valerio Pennicino/Getty Images
    Niang titolare anche questo pomeriggio contro il Bologna | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    MILAN – In attesa di nuove notizie dal fronte Kakà, il cui acquisto è dato come ormai cosa fatta sia in Spagna che qui in Italia, la squadra di Allegri è chiamata a riprendere il cammino dopo la non esaltante prestazione contro la Sampdoria, di fatto un occasione mancata dai rossoneri per avvicinare ulteriormente la zona europea, con il terzo posto che ad oggi continua ad essere lontano 11 punti. Come a Marassi, Allegri dovrebbe dare fiducia ancora una volta al talentuoso Niang, impiegandolo sulla corsia di destra dell’attacco composto da Pazzini (sicura la sua presenza dal primo minuto) ed El Shaarawy. Proprio sul Faraone la pressione dei media inizia a farsi pesante, con il piccolo gioiello di casa rossonera che non riesce a trovare la via della rete in campionato da 270 minuti (l’ultimo gol contro il Pescara lo scorso 16 dicembre). A centrocampo Allegri ha confermato l’utilizzo di Montolivo davanti la difesa, con Boateng mezzala e Nocerino a protezione dell’ex viola, tenendo conto dell’assenza per infortunio del capitano Massimo Ambrosini, bloccato da un problema all’adduttore che rischia di tenerlo fuori per più di un mese. In difesa l’unico ballottaggio è tra De Sciglio e Abate per una maglia da terzino destro. Al centro giocherà la coppia Mexes-Zapata, mentre sulla fascia sinistra ci sarà Constant. In porta Abbiati.

    BOLOGNA – Silvio Pioli rinuncia alla difesa a tre presentando a San Siro il 4-2-3-1, affidandosi così fino in fondo a tutto il potenziale offensivo che il Bologna attuale è in grado di offrire. L’unica punta sarà l’ex Gilardino, mentre sulla trequarti agiranno Diamanti, Taider e Gabbiadini, con quest’ultimo più defilato sulla corsia mancina. A centrocampo la diga dovrebbe essere composta da Perez e Krhin, mentre in difesa la coppia centrale Portanova-Antonsson proteggerà la corsa dei due terzini, Garics e Cherubin, con Agliardi regolarmente tra i pali. Conquistare tre punti a Milano significherebbe per la squadra di Pioli balzare in undicesima posizione a quota 24 punti, raggiungendo provvisoriamente il Chievo.

    PRECEDENTI – All’andata il Milan si impose per 3-1 in quella che era la seconda giornata di campionato. Protagonista assoluto dell’incontro Giampaolo Pazzini, autore di una tripletta che aveva illuso i tanti tifosi del Milan, fiduciosi di aver trovato un nuovo bomber dopo l’addio di Ibrahimovic, salvo però essere smentiti dalle successive partite. Se facciamo partire la nostra analisi dal 2005 in poi, il Milan a San Siro ha battuto i felsinei soltanto due volte, subendo altrettanto sconfitte  e pareggiando in un’occasione (proprio l’anno scorso nel maledetto aprile rossonero).

    Probabili formazioni Milan-Bologna (21 giornata Serie A)
    Milan (4-3-3): Abbiati, De Sciglio, Mexes, Zapata, Constant, Montolivo, Boateng, Nocerino, Niang, Pazzini, El Shaarawy. Allenatore: Allegri
    Bologna (4-2-3-1): Agliardi, Garics, Portanova, Antonsson, Cherubin, Perez, Krhin, Taider, Diamanti, Gabbiadini, Gilardino. Allenatore: Pioli

  • Berlusconi, scuse a Balotelli: strategia o buonismo elettorale?

    Berlusconi, scuse a Balotelli: strategia o buonismo elettorale?

    Non è dato sapere se sia una mossa buonista da “campagna elettorale”, ma è lecito supporlo, considerando il clima che si respira in questi giorni di arrembaggio ai punti percentuali di gradimento, nel tentativo di recuperare terreno nei sondaggi elettorali in vista del 24 Febbraio. Silvio Berlusconi dopo l’ospitata a “Servizio Pubblico” di Michele Santoro con tanto di show in perfetto stile Zelig, ieri ha partecipato alla nuova trasmissione di approfondimento di Sky Tg 24 condotta da Ilaria D’Amico, “lo Spoglio”, in cui ha affrontato le sue tematiche chiave di propaganda elettorale: dalle risposte piccate a Monti che lo aveva definito “pifferaio magico (“mi tasserebbe anche il piffero”), alla promessa di abbassare le tasse (e ci risiamo), alla battaglia ormai arcinota contro i giudici di Milano, alla volontà di cambiare la Costituzione.

    Ma non solo: l’ex premier ha anche parlato di calcio, del Milan e di quel che sta attorno alla squadra di Allegri, dalla questioni di mercato a Mario Balotelli che fino a qualche giorno fa veniva definito in maniera dispregiativa “una mela marcia” che avrebbe potuto “infettare” gli altri componenti della squadra. Ieri, invece, Silvio Berlusconi ha spiegato il senso delle sue parole, facendo leva sul concetto di di “presenze positive” all’interno dello spogliatoio, “ma non era riferito a Balotelli e mi scuso se può essere stata presa come frase nei suoi confronti“.

    Berlusconi scuse a Balotelli | © TIZIANA FABI/AFP/Getty Images
    Berlusconi scuse a Balotelli | © TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

    Solo un fraintendimento, dunque? A bel leggere le parole della precedente dichiarazione sembra difficile crederlo, ma stando alle parole di rettifica adoperate ieri dall’ex premier pare di si, ma non c’è alcuna possibilità che possa arrivare al Milan come lo stesso Berlusconi precisa: “Non ho mai sentito di un’apertura di trattativa con lui da parte di qualcuno della mia società e nessuno, tra Galliani e Allegri, me lo ha indicato come nostro target”, confermando di fatto anche la dichiarazione rilasciata da Adriano Galliani nel pomeriggio di ieri in cui negava fermamente ogni tipo di interesse all’attaccante del Manchester City.

    Se per Mario Balotelli non sembra esserci, quindi, alcun interessamento, per le altre trattative di mercato in corso in presidente Berlusconi non si sbottona, mantenendo il riserbo per “trattative che sono in fase delicata”, aggiungendo, poi, un retroscena che lo vede direttamente interessato. Pare, infatti, che Berlusconi stia insistendo con Adriano Galliani al fine di individuare sul mercato di Gennaio dei validi rinforzi, ma che il vicepresidente rossonero abbia imposto a Berlusconi stesso di “non far nomi” per evitare che le trattative possano esserne compromesse: “niente nomi se vogliamo riuscirci”. Un nome, però, Berlusconi lo cita, ma in questo caso non si tratta di un arrivo ma di una possibile partenza, che però il presidente esclude categoricamente:Abate resterà al Milan, è il terzino della Nazionale Italiana e vogliamo tenerlo”.

    Infine, il presidente Berlusconi parla anche del futuro del tecnico rossonero Massimiliano Allegri andando in controtendenza rispetto a quanto sostenuto nei giorni scorsi, in cui si era sottratto alle domande circa il futuro del tecnico: ora, nel tono addolcito da campagna elettorale, dà fiducia al tecnico rassicurandolo sulla sua permanenza sulla panchina rossonera anche per la prossima stagione, in virtù del contratto che lo lega al club. Promesse o realtà?

  • Il Milan giovane non sfonda. Bene Zapata, Bojan delude

    Il Milan giovane non sfonda. Bene Zapata, Bojan delude

    Sia la Sampdoria che il Milan, erano due squadre che stavano attraversando un buon periodo di forma, soprattutto i blucerchiati, reduci dall’ormai nota vittoria in casa bianconera della scorsa giornata. I rossoneri presentavano un tridente offensivo giovanissimo formato da Bojan, El Shaarawy e Niang per infrangere la retroguadia doriana. Il Milan arrivava alla sfida di Marassi dopo i fatiscosi 120 minuti disputati in Tim Cup contro la Juventus: la partita, per dovere di cronaca, finì 2-1 per i bianconeri con la squadra di Allegri eliminata dalla competizione. Le previsioni erano dunque quelle che descrivevano la sfida come ricca di gol in quanto il Diavolo è solito sì far gol ma anche di concederne e la Sampdoria poteva vantare in zona offensiva il baby talento Icardi. Non è però andata così. Il Milan per la prima volta in campionato termina una partita sul risultato di 0-0. Era già successo una volta ma in Champions League contro l’Anderlecht.

    Bojan e Niang
    Prove d’intesa tra Bojan e Niang | ©Getty Images
    FURIA SAMP – Il Milan ci mette un bel po’ di tempo prima di entrare in partita. Nei primi 15|20 minuti di gioco c’era in campo una sola squadra: la Sampdoria. I padroni di casa hanno rischiato di portarsi in vantaggio in più di un’occasione ma un Abbiati in versione super è riuscito a parare tutto. Prima ci prova De Silvestri, ma i guantoni del portiere rossonero respingono il tiro insidiosissimo dell’ex viola, poi è la volta di Poli che in due occasioni ha testato i riflessi dell’estremo difensore rossonero. Abbiati ha ben deviato in corner entrambe le conclusioni. La furia della Samp termina e il Milan può iniziare la sua partita. Nel primo, scialbo di occasioni, sono pochi i giocatori rossoneri a convincere. El Shaarawy è spaesato e non riesce mai ad accendere la luce. Bojan è costretto ad arretrare fino a centrocampo per cercare di impostare l’azione vista l’assenza di piedi buoni in mediana ma il catalano è spesso impreciso. Niang si impegna come può ma Allegri non può chiedere miracoli ad un ragazzo di diciotto anni all’esordio in Serie A. Il risultato di tutto è che il Milan non riesce a pungere e Romero non ha quasi mai da sentirsi impensierito: solo qualche conclusione da distanza siderale ma niente di serio.

    ZAPATA OK – Il secondo tempo inizia così com’era terminato il primo. Il Milan è ormai entrato in partita e cerca di trovare il varco giusto per colpire i padroni di casa. La Samp, dopo i buonissimi minuti iniziali, si è spenta. Nonostante i 120 minuti sulle gambe della partita settimanale il Milan non decresce anzi, aumenta il proprio rendimento fino a confezionare una nitidissima palla gol. Bojan mette al centro un pallone tesissimo all’altezza della linea di porta. El Shaarawy non arriva all’appuntamento con il pallone, ci arriva Boateng che, solo con gran parte della porta sguarnita, calcia proprio dove Romero può far sua la sfera.  La Sampdoria comunque si difende bene, buona la prestazione di Palombo a sostituire Berardi, e il Milan non avrà più palle gol importanti. Gli stessi padroni di casa provano ad osare di più ma i rossoneri hanno in Zapata l’uomo in più: il colombiano ha praticamente annullato Icardi, pericolo numero uno della Samp. L’argentino si può mettere in mostra quando, trovatosi a tu per tu con Abbiati dopo un regalo di Mexes, potrebbe segnare il gol del vantaggio ma la conclusione è da dimenticare. Il punteggio non cambia e il pareggio è sostanzialmente giusto. Occasione sprecata per i rossoneri: buona prova della Sampdoria di Delio Rossi che colleziona un altro punto contro un’altra big.

  • Juve-Milan per i quarti di Coppa Italia. Conte e Allegri fanno turnover

    Juve-Milan per i quarti di Coppa Italia. Conte e Allegri fanno turnover

    Dopo la Lazio, che ha eliminato il Catania, Juve e Milan cercano stasera l’accesso alle semifinali di Coppa Italia. Bianconeri e rossoneri si affronteranno allo Stadium in una gara secca e piena di motivazioni visti gli ultimi precedenti sia in campionato (gol fantasma di Muntari nella passata stagione e rigore inesistente trasformato da Robinho in questa) che in coppa (lo scorso anno furono proprio i bianconeri ad eliminare il Milan in semifinale al termine dei tempi supplementari dopo che i regolamentari si erano conclusi con il medesimo punteggio di 1-2 nel doppio confronto di andata e ritorno) nonostante i due tecnici sembrano orientati a fare turnover. La Juve cerca l’immediato riscatto dopo l’inaspettato ko interno con la Samp senza aver saputo sfruttare il momentaneo vantaggio e la superiorità numerica per quasi un’ora di gioco, il Milan, dopo l’avvio di stagione shock, vuole dare continuità ai suoi risultati che hanno permesso una risalita in campionato a ridosso della zona Europa.

    Antonio Conte lascia a riposo Andrea Pirlo e Mirko Vucinic, quest’ultimo non al meglio della forma come hanno evidenziato le ultime uscite. Per il grande ex della gara invece solo panchina, al suo posto il tecnico bianconero dovrebbe scegliere Luca Marrone e non Pogba che inizialmente dovrebbe accomodarsi in panca. Mancheranno anche Gigi Buffon, al suo posto Storari, e Asamoah, partito per disputare la Coppa d’Africa, sulla mediana giocherà sicuramente Vidal che domenica pomeriggio contro la Samp è rimasto fuori usufruendo di un turno di riposo affiancato da Giaccherini che dovrebbe essere schierato come interno di centrocampo. Sulle corsie laterali agiranno Isla e Peluso mentre la linea difensiva sarà composta dal trio Barzagli, Bonucci e Caceres. In avanti coppia d’attacco Giovinco-Matri.

    Juve-Milan
    Juve-Milan quarti di Coppa Italia © Marco Luzzani/Getty Images

    Sul fronte opposto anche il tecnico rossonero Max Allegri opterà per dei cambi. Dal primo minuto si rivedrà Giampaolo Pazzini al centro dell’attacco, reparto avanzato formato inoltre dal Faraone El Shaarawy ed Emanuelson. In cabina di regia ci sarà Montolivo con Ambrosini e Boateng ai suoi lati con Nocerino in panchina. Difesa a 4 con Abate, in procinto di trasferirsi alla corte di Spalletti allo Zenit San Pietroburgo, Mexes, Acerbi e De Sciglio davanti ad Amelia che prenderà posto tra i pali. Panchina per Bojan, pronto ad entrare in caso di necessità, e il baby Niang. Non convocato Robinho sempre in trattativa per trasferirsi in Brasile.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVE-MILAN

    JUVENTUS (3-5-2): Storari; Barzagli, Bonucci, Caceres; Isla, Vidal, Marrone, Giaccherini, Peluso; Giovinco, Matri. A disp.: Buffon, De Ceglie, Lichtsteiner, Pirlo, Padoin, Pogba, Vucinic. All.: Conte

    MILAN (4-3-3): Amelia; Abate, Mexes, Acerbi, De Sciglio; Montolivo, Ambrosini, Boateng; Emanuelson, Pazzini, El Shaarawy. A disp.: Gabriel, Antonini, Carmona, Flamini, Nocerino, Traorè, Bojan, Niang. All.: Allegri