Tag: Massimiliano Allegri

  • Milan – Sampdoria, le probabili formazioni. Robinho vice Ibra

    Milan – Sampdoria, le probabili formazioni. Robinho vice Ibra

    Alle 20:45 il Milan ospita a San Siro una Samp alla disperata ricerca di punti salvezza, i rossoneri però non possono permettersi passi falsi e in virtù della gara contro il Bari, Allegri e Galliani predicano concentrazione e cattiveria.

    L’ex tecnico del Cagliari dovrà però fare a meno di Nesta e Ibrahimovic mentre torna tra i titolari capitan Gattuso. Sarà Yepes a sostituire il difensore campione del mondo in difesa, Zambrotta viene ancora una volta preferito ad Antonini mentre il tandem d’attacco sarà composto da Pato e Robinho. Panchina per l’ex Cassano.

    Cavasin recupera Gastaldello ma il difensore dovrebbe andare in panchina. L’idea del tecnico doriano è quella di schierare un 3-5-2 compatto a protezione di Curci capace però di far male al Milan in contropiede con ripartenze repentine e micidiali. Attacco affidato a Pozzi e Maccarone, il centrocampo sarà il vero snodo con la contemporanea presenza di Dessena, Palombo, Poli e Tissone.


    PROBABILI FORMAZIONI
    MILAN (4-3-1-2):
    Abbiati; Abate, Yepes, T. Silva, Zambrotta; Gattuso, Van Bommel, Seedorf; Boateng; Robinho, Pato.
    A disp.: Amelia, Oddo, Antonini, Pirlo, Emanuelson, Flamini, Cassano. All.: Allegri
    Squalificati: Ibrahimovic (3)
    Indisponibili: Inzaghi, Ambrosini, Bonera, Jankulovski, Nesta

    SAMPDORIA (3-5-2):
    Curci; Zauri, Volta, Martinez; Dessena, Tissone, Palombo, Poli, Ziegler; Pozzi, Maccarone.
    A disp.: Da Costa, Gastaldello, Laczko, Padalino, Guberti, Biabiany, Macheda. All.: Cavasin
    Squalificati: Mannini (1)
    Indisponibili: Semioli, Lucchini

    Arbitro: Celi

  • Milan – Samp, Allegri senza Ibra e Nesta. Cavasin invoca il miracolo

    Milan – Samp, Allegri senza Ibra e Nesta. Cavasin invoca il miracolo

    Le vittorie contro Inter e Fiorentina hanno ridato tranquillità e convinzione al Milan di Allegri ma lo straordinario campionato del Napoli costringe ancora i rossoneri alla vittoria evitando cali di concentrazione in questo scorcio di campionato. Questa sera a San Siro arriva una Sampdoria allo sbaraglio con l’incubo retrocessione sempre più cocente e con Cavasin che rischia di perder il posto dopo solo tre presenze.

    Allegri conferma l’undici di Firenze con le eccezioni Gattuso che torna in mediana al posto di Flamini e Ibrahimovic fermato dal giudice sportivo per altre tre giornate, al suo posto giocherà Robinho. Ancora panchina per “papà” Cassano mentre in difesa Yepes sostituirà il convalescente Nesta. Cavasin in conferenza stampa non ha fatto mistero di invocare il miracolo per l’impresa a San Siro, il tecnico doriano vorrebbe riproporre la partita del Bari con la squadra corta a chiudere gli spazi per poi esaltarsi nelle ripartenze.

    PROBABILI FORMAZIONI
    Milan (4-3-1-2):
    Abbiati; Abate, Yepes, T. Silva, Zambrotta; Gattuso, Van Bommel, Seedorf; Boateng; Robinho, Pato.
    A disp.: Amelia, Oddo, Antonini, Pirlo, Emanuelson, Flamini, Cassano. All.: Allegri
    Squalificati: Ibrahimovic (3)
    Indisponibili: Inzaghi, Ambrosini, Bonera, Jankulovski, Nesta

    Sampdoria (3-5-2): Curci; Zauri, Volta, Martinez; Dessena, Tissone, Palombo, Poli, Ziegler; Pozzi, Maccarone.
    A disp.: Da Costa, Gastaldello, Laczko, Padalino, Guberti, Biabiany, Macheda. All.: Cavasin
    Squalificati: Mannini (1)
    Indisponibili: Semioli, Lucchini

  • Lippi si rivede in Allegri. Elogi per Napoli e Prandelli

    Lippi si rivede in Allegri. Elogi per Napoli e Prandelli

    Le parole di un decano, ct campione del Mondo, vincitore di tutto il possibile con le squadre di club (la Juventus degli anni ’90 ed inizi 2000), devono avere l’eco che meritano ed il risalto che gli spetta. Marcello Lippi analizza da spettatore appassionato la fotografia del presente calcistico, in Campionato, Champions League, e Nazionale, esprimendo il suo giudizio sulle squadre coinvolte, sui principali protagonisti, vecchi e nuovi.

    In primis, non si può non partire dalla Nazionale, l’ultima panchina calcata da Lippi, quella che lo ha consacrato nel 2006 come allenatore campione del Mondo, capace di un’impresa quasi impossibile, che risvegliò d’improvviso l’amore per la maglia Azzurra, la voglia di festeggiare sentendosi Italiani. Marcello Lippi conosce bene l’importanza di quel titolo, vinto nelle difficoltà e nello scetticismo generale, ed è consapevole che il suo nome sarà sempre associato a quell’estate magica ed a quella notte trionfale del 9 Luglio, con il cielo azzurro sopra Berlino. Tuttavia, è anche ben consapevole del fallimento del succesivo capitolo targato Lippi in Azzurro, ossia la spedizione in Sud Africa che terminò già nel girone eliminatorio, ridimensionando tutto il movimento calcistico e costringendo a compiere una “rivoluzione” anche in Federcalcio.

    Da quel flop si è aperta la gestione Prandelli, iniziata con il piede sbagliato – sconfitta in amichevole a Londra con la Costa d’Avorio – ma che, gradualmente, ha saputo evolversi in qualcosa di positivo, conquistando risultati importanti, ipotecando la qualificazione ad Euro 2012, facendo esordire giovani di valore, ricompattando il gruppo Azzurro verso un obiettivo comune.

    Per tutti questi fattori, Lippi associa la Nazionale di Prandelli alla “sua” prima Italia, quella che preparava la spedizione in Germania, nelle difficoltà dello scandalo calciopoli appena esploso, che coinvolgeva direttamente molti protagonisti Azzurri. Oggi, però, non sono le difficoltà esterne a compattare il gruppo Azzurro, bensì lo spirito interno al gruppo che Cesare Prandelli ha saputo costruire, con “convizione ed entusiasmo”, nonostante molti provengano da squadre non di primissimo piano: “Prandelli è costretto a cercare giocatori italiani in squadre non di prima fascia, perché in quelle di vertice oggi ci sono troppi stranieri e il problema è l’esperienza internazionale, che non possono avere”.

    Per associazione di idee, dal discorso Nazionale si passa al discorso Buffon, capitano dell’Italia e pilastro della Juventus: altra associazione spontanea, Lippi-Juventus, la squadra che lo ha consacrato, la squadra alla quale lui ha dato tanto, non solo a livello di vittorie, ma anche di mentalità, di carattere. Le gestioni Lippi in bianconero hanno contribuito ad alimentare il “mito” della Vecchia Signora orgogliosa, mai arrendevole, solida in difesa e cinica. Caratteristiche che, nelle tempeste recenti, si sono offuscate e perse di vista, e che devono essere ricostruite.

    Partendo, ad esempio, dalla conferma di uomini fondamentali, sul campo e nello spogliatoio, come Gigi Buffon, appunto. Lippi si augura che il portierone non vada via, poichè la Juventus ha bisogno dei campioni come lui. Inoltre, l’ex ct analizza anche l’attualità bianconera, affermando come per la Juve sia doveroso provare a qualificarsi per la Champions nonostante l’impresa appaia molto complessa, dati i sei punti di ritardo dalla quarta in classifica, la Lazio, che attraversa un buon momento di forma.

    Dopo la Juventus, si arriva a parlare delle altre squadre che il tecnico Viareggino ha allenato: Napoli ed Inter.

    Nel caso dei partenopei, Lippi legittima le ambizioni scudetto del gruppo di Mazzarri, perchè “Fanno bene a credere nello scudetto, sono in alto e può succedere di tutto”, pur considerando la forza del Milan di Allegri, allenatore toscano nel quale Lippi si rivede in pieno, poichè gli ricorda l’entusiasmo che aveva lui quando passò dal Napoli alla Juventus, portando grinta e concretezza.

    Per quanto riguarda l’Inter, data l’attualità di questa sera che propone il ritorno dei quarti di Champions con lo Schalke 04 partendo dal risultato di 2-5 di San Siro, Lippi è fiducioso nell’ “impresa” nerazzurra, che potrebbe completare il quadro delle vittorie interiste degli ultimi anni.

    Infine, Lippi parla della Sampdoria, squadra nella quale ha militato da giocatore, che versa in un momento molto delicato, nelle zone basse della classifica, suggerendo di “Non pensare a cercare i responsabili, ma concentrarsi sull’obiettivo, perchè la Sampdoria ha tutte le possibilità di restare in serie A”.

  • Berlusconi telefona da Biscardi “Cristiano Ronaldo? I sogni sono sempre leciti”

    Berlusconi telefona da Biscardi “Cristiano Ronaldo? I sogni sono sempre leciti”

    Silvio Berlusconi usa ancora una volta il telefono ma questa volta lo fa per il suo Milan e non per vicende politiche e/o personali. Il presidente, interviene in diretta al Processo di Biscardi in onda su 7Gold e parla a tutto tondo del momento rossonero incoronando ancora una volta Allegri con il quale la sintonia è perfetta “Allegri mi è piaciuto dal primo momento che l’ho incontrato. Anche come persona rappresenta bene l’identità e stile del Milan. Un presidente come me che è da tempo nel calcio magari può avere le sue idee sui singoli momenti delle partita ma non si puo pretendere che l’allenatore faccia sempre quello che il presidente vuole”.

    “Noi ci sentiamo spesso e facciamo lunghe riflessioni al telefono e ci troviamo sempre d’accordo. C’è sintonia ed è destinato ad un bel periodo come allenatore del Milan, continuando la classifica di numeri uno come allenatore credo che possa essere il quarto di questa serie dopo Sacchi, Capello ed Ancelotti”, afferma il Premier che poi conferma il tecnico: “Allegri è l’allenatore giusto per il Milan, perché da quando è con noi non c’è mai stato motivo di contrasto, nemmeno con Galliani”.

    Il caso Ibra “Ibra è in un periodo negativo, ma si riprenderà presto. Il Milan è una squadra che è uscita fuori da un periodo incidenti anche grazie alla rosa vasta che avevamo approntato e che ci ha consentito di mettere in campo una squadra agguerrita. Siamo in testa alla classifica, inseguiti da questo straordinario Napoli. Il nostro obiettivo è arrivare alla fine del campionato rimanendo in testa alla classifica”. Gli elogi poi al portiere a Nesta e Thiago Silva fino a Pato definito eccezionale.

    Berlusconi poi conferma il suo amore per Robinho “E’ un giocatore che io amo molto vedere in campo, perché sa mettere in difficoltà le difese ed anche segnare. Con Ibra squalificato credo che l’allenatore lo metterà in campo come seconda punta”

    Cristiano Ronaldo.
    “I sogni sono sempre leciti e qualche volta si trasformano in realtà. La prossima campagna acquisti se vinciamo lo scudetto ci vedrà aggiungere uno o due campioni, considerando che qualche giocatore decidera’ di lasciarci, anche se giocatori come Pirlo o Seedorf possono continuare a fare benissimo. Io spero che restino nel Milan anche il prossimo anno ma se si dovesse aggiungere Ronaldo alla nostra rosa credo farebbe piacere a tutti”.

    Pato e Barbara?
    “Non ho mai maledetto o benedetto l’unione sentimentale di nessuno dei miei figli, anche perché non entro mai nei loro fatti personali visto che si sanno comportare bene”.

  • Allegri ritrova Ibra ma perde Nesta, Mihajlovic lancia Ljajic

    Allegri ritrova Ibra ma perde Nesta, Mihajlovic lancia Ljajic

    Chiuderà la 32a giornata al Franchi contro la Fiorentina conoscendo già i risultati delle rivali scudetto ma il Milan di Allegri rinfrancato dalla bella vittoria del derby il risultato ricercato sarà comunque quello dei tre punti. I rossoneri vogliono confemrare quanto di buono fatto contro l’Inter e sull’onda dell’entusiasmo vogliono chiudere la distanza per lo scudetto.

    La partita contro i viola sarà tutt’altro che semplice, Allegri recupera Gattuso e sopratutto Ibrahimovic ma dovrà fare a meno di Nesta tenuto a riposo per un problema al ginocchio. Formazione praticamente fatta, bocciato ancora una volta Antonini la difesa sarà quella del derby con Yepes per il campione del mondo. A centrocampo conferme per tutti con Seedorf, uomo derby, regista a sinistra e Van Bommel boa davanti la difesa. In avanti la coppia gol Ibra Pato.

    Mihajlovic dovrà fare a meno di Mutu squalificato e De Silvestri acciaccato, in difesa Kroldrup potrebbe esser preferito a Natali mentre Comoto giocherà sulla destra. Conferme a centrocampo per Donadel, Montolivo e Vargas in avanti sarà Ljajic il vice Mutu con Gila in avanti e Santana a supporto.

  • Rangnick “ho battuto l’Inter grazie ad Allegri”

    Rangnick “ho battuto l’Inter grazie ad Allegri”

    Ralf Rangnick è l’eroe del momento. L’allenatore dello Schalke 04 è diventato un idolo in Germania accrescendo esponenzialmente il numero dei suoi sostenitori dopo la lezione di calcio impartita all’Inter davanti agli ottantamila di San Siro.

    Rangnick si dice da sempre allievo di Arrigo Sacchi svela oggi di esser riuscito a batter l’Inter grazie alle intuizioni di Allegri nel derby “Ho fatto bene a recarmi a San Siro sabato sera per assistere al derby, mi sono reso conto che l’Inter pressava poco a centrocampo e lasciava molti spazi. Ho detto ai miei ragazzi che avevano l’occasione della loro carriera per dimostrare di essere campioni e li ho catechizzati bene sul fatto di tenere la linea difensiva alta e di pressare bene il centrocampo dei nerazzurri. E’ stata una scelta che fortunatamente si è rivelata esatta…”.

    Dopo i tanti elogi ricevuti nel post derby dal tecnico milanista arriva dunque una ulteriore promozione che non fa altro che accrescere l’autostima del tecnico e avvalora la tesi di Berlusconi che in estate silurò Leonardo accusandolo di non saper metter in campo la squadra e preparare la partita.

  • Pato ripudia Leo e consacra l’amore con Barbara

    Pato ripudia Leo e consacra l’amore con Barbara

    Solo qualche settimana lo davano alla fine del suo ciclo rossonero offuscato dalla personalità di Ibrahimovic e dalla rigidità di Allegri che alle coccole di Leo e di Ancelotti ha spesso usato la freddezza e la rigidità per pungolare il suo orgoglio.

    I numeri di Pato però non ammettano repliche, una media gol impressionante e la consapevolezza di poter ancora crescere e diventare uno dei migliori al mondo. Il derby è servito, forse, per chiudere i conti con il passato, con un matrimonio sbagliato e con un normale e fisiologico periodo di scoramento.

    Il Papero adesso non si nasconde e la dedica davanti agli ottantamila di San Siro è una presa di coscienza della propria forza e del proprio carattere. L’ufficialità del legame con Barbara Berlusconi ha poi contribuito a riportare tranquillità e adesso anche la coesistenza con Ibra sarà più semplice.

    Le dediche post derby sono per Barbara, ovviamente, per i tifosi rossoneri, quelli che gli son sempre vicini ma la stracittadina è pure una presa di distanza da Leonardo. Il brasiliano si immedesima nei tifosi rossoneri ripudiando Leo “Non è lui che mi ha scoperto. Braida mi ha portato in rossonero. Sabato l’ho soltanto salutato e non ho parlato con lui..”

  • Milan – Inter 3-0: le pagelle. Allegri abbatte Leo

    Milan – Inter 3-0: le pagelle. Allegri abbatte Leo

    Pagelle Milan:
    Abbiati: 7 Solo due interventi ma miracolosi.

    Abate: 6,5 Proprio nella partita d’andata contro Eto’o scattò la molla, questa sera si ripete con una attenta marcatura e con le consuete sfrecciate sulla fascia.

    Nesta e Thiago Silva: 7 Non ci sono più aggettivi per definirli. Tra di loro non si passa.

    Van Bommel: 6,5
    Veniva da due partite cosi cosi e con un infortunio sforna una prestazione maiuscola.

    Seedorf: 7,5 Questa sono le sue partite. Era carico sin dalla vigilia, fa un lavoro oscuro con Maicon e si mette al servizio del compagno in difficoltà. Professore.

    Robinho: 6,5
    Si divora due gol ma fa tantissimo movimento ed è prezioso nelle azioni di disturbo ai portatori di palla nerazzurri.

    Pato: 8 Senza Ibra il peso del Milan era tutto sulle spalle e il brasiliano si è preso la scena.

    Allegri: 8
    La posizione da sfavorito lo favorisce nel preparare la gara, praticamente perfetta la lettura della partita.

    Pagelle Inter
    JUlio Cesar: 6,5 Tre gol sul groppone ma senza eccessive colpe.

    Maicon: 5 A destra non sfonda e in difesa è spesso disattento.

    Ranocchia: 5,5
    Senza Lucio al suo fianco perde di lucidità. Soffre troppo la vivacità di Pato e Robinho.

    Thiago Motta: 6
    E’ il più lucido del centrocampo nerazzurro e l’ultimo a mollare.

    Sneijder: 5,5 Con i tre attaccanti davanti a lui è costretto a sacrificarsi anche in fase difensiva perdendo di lucidità.

    Eto’o: 4,5 L’errore sotto porta vale forse lo scudetto.

    Leonardo: 4 Apparentemente tranquillo ha soffre la partita da 15 giorni perdendo la consueta lucidità.
    IL TABELLINO

    MILAN-INTER 3-0
    Milan (4-3-1-2)
    : Abbiati 7; Abate 6,5, Nesta 7, T. Silva 7, Zambrotta 5,5; Gattuso 6,5 (6′ st Flamini 6), Seedorf 7,5, van Bommel 6,5; Boateng 7, Pato 8 (39′ st Emanuelson sv), Robinho 6,5 (35′ st Cassano 6). A disp.: Amelia, Yepes, Antonini, Papastathopoulos. All.: Allegri 8
    Inter (4-2-3-1): Julio Cesar 6,5; Maicon 5, Ranocchia 5,5, Chivu 5, J. Zanetti 6; T. Motta 6, Cambiasso 5,5 (26′ st Stankovic sv); Pandev 5 (10′ st Cordoba 6), Sneijder 5,5, Eto’o 4,5; Pazzini 4,5 (18′ st Milito sv). A disp.: Castellazzi, Materazzi, Nagatomo, Kharja. All.: Leonardo 4
    Arbitro: Rizzoli
    Marcatori: 1′ e 17′ st Pato (M), 45′ st Cassano (M, rig.)
    Espulsi: 9′ st Chivu (I) (fallo da ultimo uomo), 47′ st Cassano (M, doppia ammonizione)
    Ammoniti: Robinho (M), Maicon (I), van Bommel (M), Zambrotta (M), Zanetti (I)

  • Trinfo Milan, Pato annienta l’Inter

    Trinfo Milan, Pato annienta l’Inter

    Il Milan ritrova in un sol colpo grinta, gioco e motivazione schiacciando l’Inter nella tanto attesa stracittadina riprendendo il largo in vetta alla alla classifica. La partita, considerata un match scudetto, dava tanti spunti di lettura interessanti ma il principale era sicuramente la presenza di Leonardo nella veste di nemico.

    E’ proprio il tecnico brasiliano ad esser preso di mira dai tifosi ed ha contribuito forse ad aumentare la grinta del Milan dopo il doppio passo falso con Bari e Palermo. Leo a sorpresa sceglie il tridente, mentre Allegri si affida al tandem brasiliano in attacco e preferisce Zambrotta ad Antonini in difesa.

    La Partita. Pronti, via e il Milan passa con Pato abile ad infilare Julio Cesar dopo una bella triangolazione con Gattuso e Robinho. L’Inter stenta a carburare e il movimento continuo di Pato, Boateng e Robinho mettono in difficoltà la disattenta difesa nerazzurra. All’8 il Milan potrebbe chiudere il match ma Rizzoli non si avvede di un colpo di mano di Maicon su un siluro di Seedorf.

    Il Milan sembra comandare il gioco ma al 20′ da una disattenzione Pazzini si trova davanti ad Abbiati, ma l’estremo difensore rossonero si supera. L’nter adesso sembra più pimpante ma il MIlan nelle ripartenze è micidiale, un siluro di Van Bommel con la complice deviazione di Chivu va a stamparsi sulla traversa con Julio Cesar battuto. Nell’azione successiva c’è un altro giallo un colpo ravvicinato di Thiago Motta chiama al secondo miracolo di giornata Abbiati ma resta qualche dubbio, il pallone forse aveva oltrepassato la linea.

    Prima dello scadere Eto’o si divora un gol clamoroso facendo intuire che per l’Inter è una serata sbagliata. In avvio di ripresa Pato costringe Chivu al fallo da ultimo uomo, Leo è costretto a togliere Pandev per inserire Cordoba. Ma gli spazi aumentano e il Milan va a nozze nelle ripartenze, è ancora Pato a suggellare una partita perfetta su assist di Abate. La partita è chiusa.

    Il finale è per tutto per Cassano “croce e delizia” come suo solito. Il talento di Bari Vecchia prima costringe al rigore Zanetti e lui stesso lo trasforma poi… prima ammonizione per aver tolto la maglia, la seconda per un assurdo fallo e doccia anticipata.

    Esplode San Siro, Milan questa sera è rossonera. Il Milan vola a +5 sui cugini nerazzurri e dimostra di esser in testa alla classifica con pieno merito.

  • Allegri: “è più importante per loro che per noi”. Sicuro?

    Allegri: “è più importante per loro che per noi”. Sicuro?

    Pacati ma senza peli sulla lingua Allegri e Leonardo si avvicinano alla partita dimostrando tranquillità, almeno apparente. Il tecnico rossonero però sconfessa le dichiarazioni di Seedorf assicurando che il derby non sarà decisivo per lo scudetto e comunque il Milan potrà giocare su due risultati su tre.

    Calendario alla mano e vedendo la rimonta dell’Inter non è cosi. In caso di vittoria l’undici di Moratti andrebbe in vetta e sulle ali dell’entusiasmo difficilmente butterebbe via il titolo e di contro i rossoneri dopo aver dilapidato il vantaggio con il “suicidio” di San Siro contro il Bari ed aver rialzato il Palermo in caso di sconfitta perderebbero ancora più certezze. Di seguito vi lasciamo i passi più salienti della conferenza stampa tratti da Sportmediaset:

    E’ vero che il Milan ha due risultati su tre?
    “In caso di vittoria e di pareggio le cose volgerebbero molto a nostro favore. In caso di sconfitta resterebbe tutto aperto nonostante quello che si dice in giro… Ci sono ancora tanti punti in palio, ma di sicuro il derby è più importante per loro che per noi”

    Cosa si aspetta dai tifosi rossoneri visto che giocate in casa?
    “Sappiamo che la gara è importante, anzi, straimportate per il campionato e la stagione, ma anche per la rivalitù che c’è tra le due squadre. A livello di motivazione noi ci siamo e so che anche San Siro risponderà con il tutto esaurito”

    Come arriva il Milan fisicamente e psicologicamente?

    “La squadra sotto l’aspetto fisico sta bene. Per quanto riguarda l’aspetto psicologico penso sia impossibile che la squadra arrivi senza motivazioni. Anzi, dobbiamo semmai cercare di rimanere tranquilli, controllare la tensione perché tanto fino a che la gara non comincia non possiamo giocarla. Ultimamente siamo passati per una squadra che non fa risultato e non credo sia vero. I numeri danno ragione a noi anche se l’Inter era la favorita a inizio stagione…”

    Si va verso l’esclusione di Van Bommel?

    “Van Bommel si è allenato bene e sta bene e deciderò entro domani se farlo giocare o meno. Due su tre tra Van Bommel, Seedorf e Flamini? Questo è sicuro”

    Tra le parole che ripete più spesso c’è “equilibrio”: è questo che serve per vincere?
    “Credo che le partite si debbano vincere giocando di squadra quando hai la palla e quando non ce l’hai. Ma non penso di inventare niente, il calcio è molto semplice e per ottenere risultati ci vuole disponibilità e sacrificio da parte di tutti. Domani è una partita particolare e ci vorrà qualcosa di più”

    Pensa che questa sosta sia stata utile?
    “Utile sicuramente perché siamo riusciti a recuperare sia Pato che Boateng. Al momento è stata positiva, vediamo domani sera”

    Ma il Milan è primo o, visto quello che si è detto, quarto, quinto o sesto…
    “La partita di domani sera è bellissima da giocare. Credo che il Milan fino a domani sera sia in testa e credo che la gara sia più decisiva per loro che per noi. Dopo il derby ci sono ancora 21 punti in palio e ci sono quindi tante possibilità per capovolgere ancora il campionato. Anche Napoli e Udinese che sono vicine a noi e all’Inter”

    Il pronostico sembra tutto dall’altra parte…
    “Forse perché abbiamo fatto un punto in due partite, ma il calcio è bello perché può cambiare tutto da un momento all’altro. Siamo in testa da 21 giornate e sapevamo che non potevamo vincere lo scudetto due mesi prima. un anno fa l’Inter ha vinto il titolo a 20 minuti dalla fine. Noi dobbiamo solo pensare a fare una bella partita, ma non possiamo credere che il derby chiuda il campionato in un senso o nell’altro. Anche dopo il Napoli e la Juve sembrava tutto facile, poi pareggi con Bari e perdi a Palermo e tutto torna in ballo. Il campionato è vinto quando la matematica ti dà ragione”

    Dubbi a sinistra: restano? Dove pensa che si decida la partita?

    “E’ una gara in cui bisognerà essere molto compatti perché l’Inter, specie in avanti, ha grandi potenzialità. Noi non siamo da meno ma dovremo giocare una partita molto valida e non concedere spazi. I dubbi? Antonini-Zambrotta e uno a centrocampo”

    Seedorf ha detto che il derby è decisivo, lei sostiene il contrario: cosa pensa?
    “E’ normale che in caso di vittoria, andando a +5, anzi +6, avremmo un bel vantaggio. E’ però altrettanto vero che in due partite abbiamo fatto un punto e gli altri ci hanno recuperato. Ma lo scudetto si vince quando lo dice la matematica. E’ inutile stare a pensare che se perdi è finita e se vinci è fatta: cos’è, se perdiamo e siamo sotto di un punto lo diamo per perso? Non credo. Non ha senso parlarne ora, pensiamo a concentrarci sulla partita”

    Che emozioni sente?
    “Più che emozioni, c’è l’attesa di giocare questa partita. Certo, sento anche emozione per una partita che è importante, ma non cambia un fatto: che dobbiamo giocare con serenità, concentrazione, voglia e sacrificio”

    Come sta Pato e cosa si aspetta da lui?
    “Sta bene. Credo che domani decisiva debba essere la squadra e non un giocatore. Dobbiamo giocare da squadra”

    Seedorf ha detto di chiedere a lei come mai ha giocato poco…

    “Clarence è un grande campione, che ha vinto tantissimo e ha grande esperienza e grande tecnica. Quando è stato fuori, come sono stati fuori Pato, Ronaldinho, Pirlo, Gattuso e Ambrosini è successo solo perché devo fare delle scelte”

    Ibra ha detto che il Milan non può perdere lo scudetto…

    “Siamo in testa e abbiamo il dovere di portare in fondo questo scudetto e io sono molto fiducioso. Se andrei mai ad allenare l’Inter? Sono qui da otto mesi ed è difficile passare da una sponda all’altra. Le situazioni nella vita però cambiano e non giudico Leonardo, perché se ha fatto quella scelta avrà avuto dei motivi. Per quanto mi riguarda credo sia difficile passare dal Milan all’Inter”

    Cosa siginifica giocare il derby senza Ibra?
    “Che ne gioca un altro… Ibra sta facendo la miglior stagione della sua carriera. Giocare una partita così importante in questo momento della stagione senza un giocatore come lui ma anche senza gli altri infortunati è un peccato. Ma non ho alternative…”

    Come sta Cassano? Sembra ingrassato…

    “No, assolutamente. Non ha giocato tantissimo, ma è stato molto utile alla causa del Milan”

    Che Inter si aspetta: rombo o tre punte?
    “Abbiamo preparato la partita cercando di fare il meglio. Conosciamo le caratteristiche dell’Inter e credo cambi poco che giochi con il rombo o i tre attaccanti”

    Che fioretto farebbe per lo scudetto?

    “No, non faccio fioretti. Però ci pernserò…”

    Ibra avrebbe dovuto dire: se lo perdiamo è colpa mia…
    “La partita con il Bari credo sia stata sbagliata da parte di tutti e ci siamo innervositi per una serie di episodi come i due gol annullati e il gol sbagliato da Ibra. Zlatan ha avuto questa reazione, sicuramente sbagliata e che non doveva fare, ma alla fine si vince tutti insieme. Questa squadra ha dimostrato di saper sopperire alle assenze. Penso che possa farlo ancora…”

    Gattuso ha offerte dalla Russia: cosa farà per tenerlo?

    “Credo che Gattuso in questo momento sia molto concentrato sul Milan e credo che Seedorf ieri abbia detto una cosa giusta: siamo in un momento importante per il Milan, per me e per i giocatori perché abbiamo la possibilità, io e gli altri che non hanno mai vinto uno scudetto, di vincerlo. Gli altri, che non vincono il tricolore da tempo, anche. Credo che queste due componenti debbano unirsi e portarci a giocare otto partite al massimo”

    Un anno fa la squadra era in mano a Leo che ora è il suo rivale: cos’è cambiato?

    “Il Milan è molto cambiato dall’anno scorso. E’ cambiato sotto l’aspetto tattico ed è cambiato perché sono arrivati molti giocatori. L’Inter, invece, soprattutto ultimamente, somiglia molto al Milan dello scorso campionato…”

    Chi avrà più pressioni e perché?

    “Credo che le pressioni siano 50 e 50. E’ un derby ed è importante più per la rivalità cittadina che per il campionato. Il campionato si deciderà più avanti”

    Dia un messaggio di fiducia ai tifosi rossoneri…
    “E’ vero che nelle ultime due partite abbiamo fatto un punto e giocato non benissimo, ma mi dà fastidio che si parli, da 20 giorni, di un Milan in crisi, in sofferenza e così via. Sappiamo che giocare contro l’Inter, che è una grande squadra e l’anno scorso ha vinto tutto, è difficile, ma io sono molto fiducioso sia per domani che per il campionato. E la mia fiducia viene da quello che vedo in allenamento e dalla convinzione nei propri mezzi che ha tutta la squadra. In partite così conta solo questo: giocare da squadra. Per arrivare in fondo al campionato e vincerlo bisogna vincere. Non possiamo pensare di farlo arrivando a 62 punti. Dobbiamo vincere e crederci”