Tag: Massimiliano Allegri

  • Milan a Dubai con Inzaghi e Valoti. Il programma del ritiro

    Milan a Dubai con Inzaghi e Valoti. Il programma del ritiro

    Milan, i convocati per il ritiro di Dubai e il programma del ritiro di una settimana che vedrà i rossoneri sfidare il Paris Saint German degli ex Leonardo e Carlo Ancelotti.

    Nella lista dei 29 convocati figura anche Pippo Inzaghi, dato in partenza nei frenetici giorni di calciomercato che hanno preceduto le festività natalizie. Pace fatta quindi tra il tecnico Massimiliano Allegri (nella bufera per il caso Pato) e il Pippo nazionale, che torna quindi a disposizione del mister, smentendo le voci che lo volevano lontano da Milanello. Insieme al goleador rossonero sono stati convocati anche Ibrahimovic, Robinho, Pato ed El Sharaawy. Per Cassano invece continua il periodo di stop dopo l’ictus che l’ha colpito lo scorso fine ottobre. L’altra sorpresa nella lista dei convocati è rappresentata dal lieto ritorno del centrocampista Valoti, classe ’93, considerato uno dei talenti maggiori che l’Italia ha visto crescere negli ultimi anni.

    milan | © Getty Images

    Il Milan comincerà gli allenamenti nella giornata di venerdì, quando la squadra atterrerà all’aeroporto di Dubai. Sono previste due sedute di allenamento il 30 e il giorno di capodanno. Il primo dell’anno Allegri lascerà la mattina libera ai suoi giocatori per poi ritrovarli nel pomeriggio. Nei due giorni seguenti, 2 e 3 gennaio, la truppa rossonera svolgerà nuovamente un doppio allenamento. Mercoledì 4 gennaio è prevista una seduta mattutina che precederà la sfida contro il Paris Saint German valevole per il trofeo Emirates Challenge.

    L’amichevole contro i parigini sarà un tuffo nel passato per tutti i tifosi rossoneri. Sulla panchina dei francesi siederà quel Carlo Ancelotti che ha portato il Milan al trionfo europeo nel 2003 e 2007 contro Juve e Liverpool, da più parti considerato come uno dei migliori tecnici al mondo. Sarà anche interessante vedere come reagirà il gruppo storico nel vedere il maestro del passato, per la prima volta contro la sua ex squadra. Salvo clamorosi colpi di scena sarà l’occasione di valutare l’impatto che Pato avrà nella partita, dopo le recenti incomprensioni con l’attuale tecnico Allegri.

    Conclusa l’amichevole il Milan farà ritorno in Italia, in vista della ripresa del campionato. I rossoneri sono attesi dalla difficile sfida a Bergamo contro la rivelazione Atalanta . La settimana seguente la squadra di Allegri disputerà il derby contro l’Inter, sfida che potrebbe assegnare al Diavolo il titolo di Campione d’inverno.

    Ecco la lista dei 29 convocati per il ritiro di Dubai:

    Portieri: Abbiati, Amelia, Roma, Piscitelli;

    Difensori: Nesta, Thiago Silva, Mexes, Bonera, Rodrigo Ely, Abate, Zambrotta, Antonini, Taiwo, De Sciglio;

    Centrocampisti: Van Bommel, Ambrosini, Gattuso, Aquilani, Nocerino, Boateng, Seedorf, Emanuelson, Carmona, Valoti;

    Attaccanti: Ibrahimovic, Robinho, Pato, Inzaghi, El Sharaawy.

    Rimangono a casa, oltre al convalescente Cassano, anche gli infortunati Yepes e Flamini.

  • Pato al PSG realtà o finzione? Ecco perché non si farà

    Pato al PSG realtà o finzione? Ecco perché non si farà

    Nelle ultime ore il destino di Pato sembra non sposarsi più con quello del Milan. Il richiamo parigino dai maestri Ancelotti-Leonardo sembra farlo vacillare come mai prima d’oggi. Analizziamo i pro e contro dell’affare, che se andasse in porto rivoluzionerebbe l’intero emisfero boreale calcistico.

    Cinquanta milioni di euro e sette milioni all’anno per il giocatore, questa l’offerta che sarebbe stata presentata a Galliani dall’ex Leonardo. Un’offerta irrinunciabile oggettivamente, sia per la società che per lo stesso calciatore. Però il Milan ci ha abituato negli ultimi anni a clamorosi colpi di scena, non dando nulla per scontato. L’esempio di Kaka docet. Esattamente due anni fa c’era stato il contatto con il City, disposto a fare follie per l’ex numero 22 rossonero. La risposta del Milan? No, grazie. Si erano mossi i tifosi in prima persona, invocando all’asso brasiliano di restare. Sembra ieri quando Kaka si affacciò alla finestra della sua casa con la maglia del Milan in mano, quasi a dichiarare amore eterno per i colori rossoneri. Una favola che nel mondo moderno non aveva precedenti. Come andò a finire? Sei mesi dopo Kaka fu il primo acquisto della campagna faraonica del nuovo presidente dei galacticos Florentino Perez. Meno soldi nelle casse milaniste e prestigio centuplicato per il trequartista.

    pato © Claudio Villa/Getty Images

    Quanto converrebbe al Milan lasciare partire a gennaio Pato? Poco o nulla. Un aspetto fondamentale della vicenda, fin qui trascurato dai media francesi e italiani, riguarda la lista Champions del Milan. In attacco figurano Ibrahimovic, Robinho, Pato e Cassano, più altri due ragazzi della Primavera. Una dirigenza esperta come quella rossonera difficilmente può cadere in errori macroscopici, come ad esempio il caso Forlan di quest’estate. Nel caso Pato si trasferisse in Francia rimarrebbero arruolabili per le partite di Coppa Campioni soltanto 2 attaccanti, visto e considerato che Cassano non tornerà prima dell’inizio della prossima primavera. Può il Milan disputare la manifestazione europea più importante con soltanto Ibra e Robinho disponibili? Pura utopia. Ecco perché i conti non tornano. L’arrivo di Tevez è ininfluente, dal momento che è inutilizzabile in Champions, avendo già giocato con il City di Mancini. El Shaarawy e Inzaghi sono esclusi, chi rimpiazzerebbe Pato? Nessuno, nemmeno Maxi Lopez, come già dichiarato lo scorso weekend da Galliani (“Tevez o nessun altro”).

    Analizzando più a fondo la vicenda restano pochi pro e numerosi contro. Nulla ci lascia escludere che in Via Turati stiano pensando a un Kaka-bis, ovvero rispedire al mittente l’offerta importante del Psg durante la finestra di mercato invernale ed eventualmente cedere il brasiliano nella sessione estiva, quando però la situazione potrebbe essere notevolmente cambiata. Sono ormai noti i dissapori tra il tecnico Massimiliano Allegri e il giovane attaccante. Chi resisterà più a lungo al Milan? Il livornese, che giorno dopo giorno sta entrando sotto il mirino del presidente Berlusconi per il gioco poco spettacolare e l’assenza di Pato nell’undici titolare, oppure lo stesso brasiliano, fidanzato da ormai oltre un anno con la figlia del numero uno rossonero, che le cronache rosa danno in dolce attesa? Tutto lascia pensare che sarà Allegri la vittima di questo intrigo che sta scaldando gli ultimi giorni del 2011.

  • Pato e Allegri, uno è di troppo

    Pato e Allegri, uno è di troppo

    Pato sta attraversando il periodo più grigio al Milan da quando è stato acquistato nel 2008. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport racconta il suo complicato rapporto con Allegri. Come reagirà la dirigenza rossonera? E l’arrivo ormai sempre più probabile di Tevez porterà ancora più tensione nello spogliatoio milanista?

    La punta brasiliana spara a zero sull’attuale tecnico del Milan. Parole pesanti che potrebbero avere conseguenze gravi all’interno dell’ambiente rossonero, la cui serenità spesso si è rivelata uno dei punti di forza del club di Via Turati. In uno stralcio di intervista il Papero dichiara:

    Se devo migliorare mi dovrebbe suggerire lui (Allegri ndr) in cosa. Un tecnico dovrebbe suggerire ai suoi calciatori il modo per correggere i difetti“.

    Il brasiliano ha invece parole al miele per l’ex allenatore Ancelotti, con il quale ha iniziato la sua avventura al Milan ed è diventato il calciatore più giovane di sempre della storia rossonera a superare le 50 reti in partite ufficiali a una media strepitosa di un gol ogni due partite. Nonostante i numerosi infortuni muscolari avuti nelle ultime stagioni, Pato rimane un giocatore fondamentale. Il patron del Milan, Silvio Berlusconi, insieme all’amministratore delegato Galliani difficilmente permetteranno che la frattura tra tecnico e attaccante diventi una bomba ad orologeria pronta a distruggere il clima di famiglia che si respira a Milanello. Se la situazione dovesse sfociare in un muro contro muro occorrerà prendere in mano la situazione e la soluzione che al momento sembra più probabile è l’allontanamento del tecnico livornese.

    Alexandre Pato | © MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images

    Tre indizi fanno una prova. Prima l’allontanamento di Ronaldinho, poi la vicenda Inzaghi e adesso le clamorose dichiarazioni di Pato. Appena una settimana fa Berlusconi aveva chiarito di voler vedere giocare la propria squadra con il 4-3-1-2, dando come imperativo la presenza di Pato al fianco di Ibra con Robinho alle spalle delle due punte. Nel caso si arrivasse al punto di non ritorno fra il Papero e Allegri, appare già scontata la posizione che assumerà il patron rossonero a riguardo.

    Le parole al vetriolo del brasiliano sono arrivate in risposta ad un’intervista dello stesso mister livornese durante la vigilia di Natale, durante la quale dichiarò di “avere voglia di rivedere il giocatore di qualche mese fa”. Un desiderio che potrebbe non realizzarsi mai, qualora si arrivasse ad uno strappo definitivo tra presidente e allenatore.

    La questione diventa ancora più complessa se si tiene conto del prossimo arrivo di Tevez. Già adesso la presenza del brasiliano nell’undici titolare non è così scontata come in passato, e l’acquisto dell’argentino lo farebbe retrocedere in terza fascia, alla stregua dei fantasmi El Shaarawy e Pippo Inzaghi. Dando per scontato l’utilizzo di Boateng nel ruolo di trequartista, e l’insostituibile Ibrahimovic in attacco, resterebbe libera la maglia del numero 11. In questo avvio di campionato Robinho è stato preferito al connazionale in più di una circostanza, e nonostante i suoi errori sotto porta (clamoroso quello contro il Barcellona) viene difeso a spada tratta da Allegri.

    Inoltre Galliani sta facendo di tutto per portare a Milanello l’attaccante del City, e gli sforzi del dirigente rossonero non devono passare in secondo piano. L’operazione che sta per concludere ha numerose analogie con quella che portò Ibrahimovic al Milan la scorsa estate. E’ evidente che l’acquisto di Tevez rientri nella strategia che deve reinserire il Diavolo tra le prime tre d’Europa, insieme alle due big spagnole Barcellona e Real Madrid. E’ quindi da escludere che Pato al momento possa competere per una maglia da titolare con l’argentino. Se Allegri resta con questo modulo, e ciò rappresenta una certezza quantomeno indiscutibile, la punta 22enne rischia di scaldare la panchina in tante partite. Il punto è proprio questo: il livornese resta? Da tempo il fantasma di Van Basten aleggia a San Siro. I tifosi lo venerano come se fosse un dio, Berlusconi ne apprezza il carisma. Il 4-2-3-1 non è fantascienza, con Pato e Robinho esterni e Tevez dietro Ibra, per un Milan a trazione offensiva come sogna il numero uno della società di Via Turati. Pato o Allegri, questo il dilemma.

  • Milan, Pippo Inzaghi al passo d’addio

    Milan, Pippo Inzaghi al passo d’addio

    Pippo Inzaghi è pronto a lasciare il Milan. Allegri si conferma un giudice spietato, e dopo aver silurato Ronaldinho ha deciso che il matrimonio fra Superpippo e la maglia rossonera deve concludersi. Il presidente Berlusconi era il primo tifoso dell’attaccante, riuscirà a rimanere impassibile di fronte alla scelta del mister?

    LA FINE DI UN CICLO – L’addio di Inzaghi rappresenta la fine di un ciclo, uno dei più vincenti della storia del Milan. E’ stato il protagonista durante l’era ancelottiana, quando il club rossonero guardava l’Europa dall’alto verso il basso. Presente a Manchester nel 2003, dove sconfisse i suoi ex compagni della Juventus in una finale di Champions tutta italiana. In quell’anno firmò 10 gol nella massima competizione continentale, mettendo un altro mattoncino alla sua rincorsa verso il titolo di più grande capocannoniere europeo  mai esistito. Assente ad Istanbul, in quella che verrà ricordata come l’incubo maggiore per i tifosi del Milan. Eroe due anni dopo ad Atene, nella storica rivincita contro i Reds, suoi i due gol che contribuirono all’apoteosi di una squadra considerata troppo presto fallita. La “Storia” Inzaghi mette il proprio sigillo anche nella finale del Mondiale per Club contro il Boca Juniors 6 mesi più tardi, un’altra sfida voluta dal destino che spinge i rossoneri sul tetto più alto del mondo.

    Inzaghi|©

    GIUDICE ALLEGRI – A Milanello passeggia tranquillo con le mani in tasca e sorriso a 32 denti. L’aria d’inverno deve sortire un effetto particolare a Massimiliano Allegri, irrigidendo le sue idee rendendole insindacabili. Lo scorso anno toccò a Ronaldinho, il pupillo del presidente, che in estate aveva proclamato il brasiliano come leader della squadra. Il mister decise di andare avanti per la propria strada e anche stavolta sembra fare altrettanto, forte dei risultati raggiunti la scorsa stagione. Fin qui Inzaghi ha disputato tre presenze in campionato, per un totale di 35 minuti effettivi e zero gol segnati. La Champions è costretto a guardarla seduto in poltrona. L’assenza dalla lista Champions ha ferito l’orgoglio del campione milanista, e considerato l’inesistente utilizzo in campionato, si è convinto che lasciare il Milan sia la decisione migliore in questo momento.

    DOVE ANDARE? – Novara e Lazio sembrano le due soluzioni più realistiche per il Pippo nazionale. In Piemonte avrebbe la concreta possibilità di giocare da titolare e raggiungere Roberto Baggio (318gol) al terzo posto dei migliori marcatori italiani di sempre, distante 3 soli segnature. Irraggiungibile Giuseppe Meazza a quota 338 gol e Silvio Piola, primo con 364 reti. Con il trascorrere dei giorni si affievolisce l’idea di vedere Filippo Inzaghi vestire la maglia biancoceleste. L’opportunità di giocare l’Europa League e di conseguenza sfidare Raul a migliore bomber europeo di tutti i tempi non è così attraente come in passato, anche perché difficilmente Edi Reja nella difficile sfida contro l’Atletico Madrid si priverà del duo Klose-Cissé.

    IL TIFOSO BERLUSCONI – E’ nota a tutti la passione del presidente rossonero per il suo giocattolo con cui è legato da un affetto indissolubile, ed è il primo a non nascondere le proprie perplessità riguardo la gestione tecnica. Nel 2010 dovette ingoiare il boccone Ronaldinho, ora è rassegnato a dire addio anche a uno degli attaccanti più prolifici della storia recente rossonera. In molti credono che il rapporto Allegri-Berlusconi possa incrinarsi da un momento all’altro. Fino a quando i risultati daranno ragione al tecnico livornese, la luna di miele proseguirà tranquillamente. Quando questi verranno a mancare, probabilmente il numero uno milanista recapiterà il conto a casa dell’allenatore, chiamando per l’occasione i due illustri camerieri, licenziati da Milanello per non aver saputo servire adeguatamente il cuoco di casa.

  • Cagliari Milan, le pagelle. Ibracadabra, sette polmoni Nainggolan

    Cagliari Milan, le pagelle. Ibracadabra, sette polmoni Nainggolan

    La differenza ieri in Cagliari Milan l’ha fatta ancora una volta Zlatan Ibrahimovic, lo svedese ha nascosto ancora una volta i difetti rossoneri caricandosi sulle spalle la squadra e portandola al nuovo sorpasso sulla Juventus capolista. Il Milan arriva alla sosta stremato con un bel bottino in campionato frutto di 9 vittorie e 2 pareggi nelle ultime undici partite e numeri da record sia in attacco che in difesa e qualche lacuna da risolvere a centrocampo e sopratutto in difesa. Ballardini invece dimostra coraggio ma viene tradito ancora una volta dai suoi attaccanti il cui rapporto con il gol è notoriamente pessimo, Cellino farebbe bene ad intervenire. Analizziamo Cagliari Milan attraverso le pagelle:

    Pagelle Cagliari
    Agazzi: 5 Poco lucido in avvio ha molte responsabilità sul gol del vantaggio rossonero. Poi si riscatta ma la frittata oramai è fatta.
    Pisano: 6 E’ costretto all’autogol poi presidia bene la sua zona
    Canini: 5 Di solito è un punto di riferimento per i compagni, ieri ha sbandato
    Astori: 5,5 Il duello con Ibra è difficile per chiunque, lui ci mette impegno ma si concede qualche svarione.
    Agostini: 6 Tanto cuore il capitano, la presenza di Bonera sulla sua fascia di competenza gli agevola il compito.
    Ekdal: 6 Primo tempo interessante, cala nella ripresa.
    Cossu: 6,5 Per decidere di arretrare di 30 metri il proprio raggio d’azione devi aver coraggio e grinta, sopratutto se di fronte c’è il Milan. Ci mette tanto cuore, fa circolare bene la palla ma quello che stupisce in positivo è l’agonismo.
    Nainggolan: 7 Che giocatore. E’ un motorino instancabile con buone qualità tecniche chi riuscirà a portarlo via da Cagliari farà un affare.
    Thiago Ribeiro: 5,5 Si presenta con un palo, poi tanto fumo e poco arrosto.
    Ibarbo: 6 Il ragazzo ha qualità notevoli appena completerà l’ambientamento in terra sarda diverrà un punto di forza.
    Larrivey: 4,5 El Bati, El Tanque in Argentina sono troppo generosi con i soprannomi importanti.

    Pagelle Milan

    Zlatan Ibrahimovic decide Cagliari Milan | ©Getty Images
    Abbiati: 6,5 si riprende il suo posto tra i pali e mantiene la porta immacolata. Sicuro nei tiri da lontano sbaglia ancora qualche rinvio con i piedi.
    Bonera: 4,5 Allegri non pretende nulla dai lui in fase di spinta ma sicuramente chiede maggiore sicurezza alla difesa, bene distratto e svagato perde palloni ingenui e crea pericoli per il Milan anche dalle rimesse.
    Mexes: 6 Il biondo francese sta crescendo e riacquistando sicurezza.
    Thiago Silva: 7 E’ impressionante la sua capacità di guidare i reparti. Non sbaglia un solo intervento
    Taiwo: 5,5 L’avvio faceva presagire ad una svolta poi però l’ex Marsiglia cade ancora una volta nella solita timidezza che lo porta ad esser impreciso.
    Ambrosini: 4,5 Forse più di tutti gli altri ha bisogno della sosta. Il capitano non è riuscito ancora a trovare la giusta condizione, corre male e spesso a vuoto
    Aquilani: 6 Il duello con Nainggolan prima e con Cossu poi lo fanno apprezzare anche sotto il punto di vista della corsa e dell’agonismo.
    Nocerino: 6,5 Pisano gli nega la gioia del record ma lui conferma ancora una volta di esser in gran forma.
    Boateng: 5 Serata no per il Boa insolitamente lento e svogliato
    Ibrahimovic: 7,5 Si inventa un assist da prestigiatore poi concede il bis tirando fuori dal cilindro un gol dal nulla. Letale
    Robinho: 6 Alla fine son suoi i due assist nella mente di tutti resta però l’ennesimo gol mangiato.
    Pato: 6 Berlusconi lo coccola, Allegri lo pungola. Deve metterci tanto del suo per riconquistare un posto in pianta stabile.

    Tabellino Cagliari Milan 0-2
    4′ Pisano (C) autogol; 15′ st Ibrahimovic (M)
    Cagliari (4-3-3): Agazzi 5; F.Pisano 6 (34′ st Gozzi sv), Canini 5,5, Ariaudo 6 (17′ st Perico 6), Agostini 6; Ekdal 6 (34′ st Rui Sampaio sv), Cossu 6,5, Nainggolan 6,5; Thiago Ribeiro 5,5, Larrivey 4,5, Ibarbo 6. A disp.: Avramov, Dametto, Ceppelini, Murru. All.: Ballardini.
    Milan (4-3-1-2): Abbiati 6,5; Bonera 4,5, Méxes 6, Thiago Silva 7, Taiwo 5,5; Aquilani 6,5, Ambrosini 4,5 (39′ st Van Bommel sv), Nocerino 6,5; Boateng 5; Ibrahimovic 7,5, Robinho 6 (29′ st Pato 6). A disp.: Amelia, Antonini, Emanuelson, Seedorf, El Shaarawy. All.: Allegri.

    Arbitro: Orsato
    Ammoniti: Ambrosini (M), Cossu (C), Bonera (M), Larrivey (C)

    Video highlights Cagliari Milan
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  • Cagliari Milan, Ibra fa il mago. Natale da capolista?

    Cagliari Milan, Ibra fa il mago. Natale da capolista?

    Il Milan espugna ancora una volta il Sant’Elia di Cagliari effettuando un nuovo sorpasso sulla Juventus in vetta alla classifica e adesso attente il match di Udine con l’ambizione di poter passare il Natale da capolista. Cagliari Milan è una partita interessante sotto il profilo del dinamismo e dell’impegno lo è però di meno dal punto di vista tecnico con i 22 contendenti costretti a far i conti con un terreno inzuppato dal diluvio abbattutosi sul Sant’Elia nel corso del match. I rossoneri portano a casa tre punti senza entusiasmare oltremodo sfruttando al massimo un errore difensivo dopo appena 4′ minuti di partita e chiudendo la contesa con la solita giocata di fuoriclasse di Ibrahimovic. Il Cagliari gioca, è coraggioso ma non riesce mai a buttar la palla alle spalle di Abbiati confermando ancora una volta una pericolosa sterilità offensiva.

    Ibra decide Cagliari Milan | ©Enrico Locci/Getty Images
    Cagliari Milan, la partita. Allegri conferma per 8/11 l’undici vittorioso sabato scorso contro il Siena confermando in blocco i quattro di difesa e avvicendando Abbiati con Amelia tra i pali, Ambrosini con Van Bommel e Aquilani con Seedorf in mediana. Ballardini invece spiazza tutti schierando un Cagliari super offensivo con un generoso Cossu nel ruolo di playmaker basso e il tridente d’attacco con Thiago Ribeiro alle spalle di Ibarbo e Larrivey. L’intento dei sardi è quello di tener alti i ritmi e sorprendere il Milan con un pressing alto e Thiago Ribeiro dopo appena un minuto dà il primo squillo ad Abbiati beccando il palo esterno da posizione defilata. In difesa però i padroni di casa compiono subito un patatrack, Ibra si inventa un assist stupendo in profondità per Robinho e il brasiliano sfrutta l’indecisione di Canini e Agazzi per servire a Nocerino il pallone del vantaggio. La gioia per il centrocampista questa volta però viene in parte placata dall’anticipo di Pisano che spedisce il pallone nella propria porta. Il vantaggio non placa la voglia di gioco del Cagliari che vince praticamente tutti i duelli a centrocampo, dove è giusto ricordare mancavano due titolarissimi come Conti e Biondini, ma la gran mole di gioco non si concretizza mai in un tiro pericoloso. Larrivey è chiuso nella morsa tra Mexes e Thiago Silva, Ibarbo costruisce tantissimo ma è troppo molle nelle conclusioni e l’interessantissimo Nainggolan ha la mira sbilenca. Il Milan si limita a controllare facendo sgolare Allegri e tenendo ancora in partita il Cagliari. Nella ripresa però i rossoneri entrano con un altro piglio e costruiscono subito due grandi occasioni, sulla prima Agazzi si riscatta su Aquilani mentre sulla seconda Robinho spreca ancora una volta un gol apparentemente semplice su assist di Ibrahimovic. Prima che le cose si possano complicare è lo stesso svedese a raccogliere un assist “sporco” di Robinho e inventarsi il gol che chiude il match. La partita perde di intensità ed ravvivata dalle belle triangolazioni tra Ibra e Pato entrato per Robinho e per un piccolo malore dello svedese che ha tenuto tutti in apprensione.

    Cagliari Milan, il commento. L’errore dei sardi in avvio ha spianato la strada ad un Milan non in grande forma. se Ibrahimovic continua a far al differenza sembra soffrano ancora a centrocampo dove Ambrosini fatica a trovar il passo di un tempo e sugli esterni di difesa dove Bonera e Taiwo non offrono ampie garanzie. Il Cagliari è coraggioso e gioca bene ma necessita di una prima punta capace di farsi rispettare in area di rigore.

  • Milan Siena, Nocerino Ibra il tandem che funziona

    Milan Siena, Nocerino Ibra il tandem che funziona

    Vittoria doveva esser e vittoria è stata, Milan Siena finisce 2-0 per i rossoneri grazie alle reti nella ripresa di un sempre più decisivo Nocerino e di Ibrahimovic freddo dal dischetto per la sua decima rete stagionale. La partita come era preventivabile non è stata entusiasmante con il Siena rintanato nella propria area di rigore e i rossoneri troppo leziosi per poterli impensierire. Allegri conferma le previsioni della vigilia preferendo Bonera a De Sciglio sull’out di destra, il debutto di Mexes in difesa e Taiwo sulla sinistra. A centrocampo è invece Aquilani a restar fuori inizialmente con Seedorf schierato da mezzala destra con Nocerino su quella sinistra. Sannino schiera il Siena invece ancora più coperto lasciando in panchina il giovane Mattia Destro e avanzando Brienza a supporto di Calaiò unica punta.

    Nocerino festeggia con Boateng Milan Siena | ©GIUSEPPE CACACE/Getty Images
    Ne viene fuori una partita monotona condizionata dal grande possesso palla dei rossoneri ma senza grosse occasioni. Il Siena invece cerca di non scoprirsi mai ma va vicinissimo al gol con Bolzoni in avvio di partita. Il ragazzo, cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, sfrutta al meglio le difficoltà della retroguardia rossonera per un grande inserimento senza palla, la conclusione però ad Amelia battuto scheggia il palo esterno e va a finire sul fondo. Il Milan nel primo tempo è solo in un tiro di Boateng che impegna Brkic e in una conclusione di Ibrahimovic nata però da un rimpallo in piena area di rigore. La ripresa parte con un Milan più voglioso che spinge maggiormente sugli esterni ma che difetta nell’ultimo passaggio. Il gol del vantaggio infatti arriva sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Robinho che scarica verso Nocerino e il centrocampista trova grazie anche ad una deviazione di Rossettini il sesto centro in campionato. Il gol sblocca un pò la partita con il Siena che è costretto ad ampliare il suo raggio d’azione mostrando il fianco ai contropiedi del Milan. Il raddoppio arriva infatti da dischetto dopo che Boateng frana addosso a Brkic per un rigore apparentemente solare ma che alla moviola non convince. Nel finale il Siena prova a rientrare in partita ma va a sbattere su Amelia.

    Milan Siena la chiave tattica Rossoneri senza la spinta dei terzini bassi e sopratutto di Abate diventano troppo prevedibili accentrando il gioco e andando a sbattere con la difesa senese. Taiwo continua a non convincere mentre il centrocampo attuale non può prescindere da Nocerino ed Aquilani. Sannino cerca di imitare la tattica usata da Pioli in Milan Bologna, l’eccezione è però che Calaiò è meno dinamico di Di Vaio e Brienza non il primo tocco di Diamanti. Considerati i problemi difensivi rossoneri avrebbe potuto osare maggiormente.

    Milan Siena video highlights
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  • World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, la rivista inglese specializzata in calcio internazionale, ha stilato – come di consueto a fine anno – le sue speciali classifiche inerenti i migliori club del mondo, in base ai risultati ottenuti durante l’anno solare, ma anche circa i mgliori tecnici, i migliori calciatori, ed i giovani più interessanti.

    Walter Mazzarri, il suo Napoli nella top ten di World Soccer | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto concerne la classifica delle migliori formazioni, ottime notizie per il Napoli di Walter Mazzarri che compare a fianco delle grandi squadre di caratura mondiale e, notizia ancor più prestigiosa per gli Azzurri partenopei, è l’unica italiana nella speciale graduatoria, occupando il sesto posto in classifica dietro il Super Barcellona, primo, la Nazionale Uruguayana, vincitrice della Coppa America, Porto, Santos e Borussia Dortmund. Il Napoli, così, precede nella top ten il Manchester City di Mancini, il Manchester United, la Nazionale Estone, e la formazione francese del Lille.

    Un risultato eccezionale, dunque, per i partenopei che dà lustro all’opera di Mazzarri e del vulcanico Presidente De Laurentiis che, dalle “macerie” della serie C ha saputo, in soli cinque anni, costruire una squadra competitiva, esuberante, determinata ed in grado, finalmente, di non porsi limiti, andandosi a giocare gli ottavi di Champions League contro il Chelsea, senza rinunciare ai sogni di gloria ed all’entusiasmo, ed alla voglia di dimostrare la propria forza.

    Nella speciale classifica dedicata ai tecnici dell’anno, altro importante riconoscimento per l’Italia, ed in particolare per Massimiliano Allegri, campione d’Italia con il Milan, presente al decimo posto dell’apposita classifica, vinta – in tal caso l’esito appariva abbastanza scontato – dal blaugrana Pep Guardiola, seguito dal ct della Nazionale Celeste Oscar Tabarez e da Sir Alex Ferguson.

    Fra i migliori giovani dell’anno 2011, invece, stravince Neymar del Santos, mentre Mario Balotelli compare al nono posto della speciale classifica: fra i giocatori già affermati, invece, ennesimo trionfo per Lionel Messi, eletto giocatore dell’anno, staccando nettamente la concorrenza di Cristiano Ronaldo, Xavi, Luis Suarez, Iniesta, Forlan, Neymar, Falcao, Ibrahimovic e Van Persie.

  • Milan Arsenal, maledizione inglese o rivincita?

    Milan Arsenal, maledizione inglese o rivincita?

    Corsi e ricorsi storici in casa Milan, nel 2007 i rossoneri guidati allora da Carlo Ancelotti ringraziarono la cabala per prendersi la rivincita sul Liverpool dopo la famosa e cocente sconfitta nella finale del 2005 che ancora è pretesto di sfotto’ per i tifosi rossoneri. La vittoria firmata SuperPippo Inzaghi fu in qualche modo una vendetta ma allo stesso tempo scatenò una sorta di maledizione per il Milan contro le squadre inglesi. Dalla stagione successiva infatti i rossoneri non son più riusciti ad aver la meglio sulle avversarie provenienti da Oltremanica capitolando la prima volta contro l’Arsenal di Fabregas a San Siro. Poi dopo una stagione di magra il Milan andò ko ad opera del Manchester United e nella scorsa stagione contro il Tottenham.

    Milan Arsenal Allegri fiducioso | © Michal Cizek/Getty Images
    L’urna di Nyon mette ancora una volta una squadra inglese sulla strada del Milan concedendogli una sorta di rivincita che in casa rossonera è quasi sempre culminata con la vittoria e il riscatto. Milan Arsenal è obiettivamente un scontro alla portata dei rossoneri che sono riuscite a scansare colossi come Real Madrid e Bayern Monaco alimentando cosi le speranze di vittoria finale. L’Arsenal di Wenger è una squadra giovane resa ancora più inesperta dalle partenze estive di Cesc Fabregas tornato al Barcellona e di Nasri accasatosi al Manchester City.

    Una formazione giovane dunque e meno esperta che però dopo un avvio di stagione difficile ha trovato in capitan Van Persie la guida giusta per risalire la china. L’olandese insieme a Walcott e Gervinho formano un temibile attacco mentre la difesa sembra esser il vero punto debole. Mister Allegri è comunque di relativamente sereno e convinto della forza del suo Milan “L’Arsenal? Non è una questione di rivalsa – afferma – Sappiamo quale è la forza della squadra inglese, si sta riprendendo in campionato, bisognerá arrivare a febbraio al meglio e con tutta la rosa a disposizione, senza infortuni, come invece ci è successo l’anno scorso”

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  • Milan a Praga chance per Mexes e Taiwo

    Milan a Praga chance per Mexes e Taiwo

    Compromesso il discorso primo posto ma con il passaggio del turno oramai in cassa forte il Milan è volato a Praga, dove domani sera affronterà il Viktoria Plzen per l’ultimo turno della fase a gironi della Uefa Champions League. Se sotto il profilo del risultato il match avrà poco da dire Allegri e i tifosi si aspettano risposte dalle cosiddette seconde linee, ma anche da Mexes che dopo essersi messo alle spalle l’infortunio cerca adesso di ritrovare il ritmo partita. Nella rivoluzionata formazione del Milan il francese dovrebbe trovare spazio al centro della difesa con il confermato Yepes, a destra a dar riposo ad Abate potrebbe esser il giovane e promettente Primavera De Sciglio mentre a sinistra ci sarà una nuova chance per Taiwo. A centrocampo out Aquilani e Van Bommel, oltre i lungodegenti Gattuso e Flamini saranno Emanuelson e Seedorf a completare il quartetto con lo stacanovista Nocerino e capitan Ambrosini. In avanti turno di riposo per Ibrahimovic con in campo la coppia Pato Robinho alla ricerca del gol perduto.

    Allegri e Ambrosini -Viktoria Milan | ©MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images

    Da segnalare oltre alla presenza di De Sciglio la prima convocazione per la Champions League del giovane portiere Pigliacelli, di Cristante ed Innocenti autore di una doppietta sabato scorso con la Primavera che è valsa la vittoria sul difficile campo della capolista Varese.

    Questi i convocati di Allegri per Viktoria Plzen Milan:
    Amelia, Roma, Piscitelli, Abate, Antonini, Bonera, De Sciglio, Mexes, Taiwo, Thiago Silva, Zambrotta, Yepes; Ambrosini, Boateng, Cristante, Emanuelson, Innocenti, Nocerino, Seedorf; Ibrahimovic, Pato e Robinho. Assenti i lungodegenti Gattuso, Nesta e Abbiati.

    Allegri in conferenza stampa ha avvisato i suoi sulla necessità di non far brutte figure e interpretare al meglio la partita “Sarà una partita come le altre e dovremo cercare di evitare brutte figure. L’Ajax ci sia da insegnamento. Il Viktoria è molto organizzato e gioca bene sugli esterni”.

    Il tecnico rossonero difende poi Robinho dall’accusa di “nuovo Calloni” “Ha fatto due buone prestazioni in queste partite, ha fornito l’assist a Ibra per il rigore, deve stare sereno perché alla fine, come l’anno scorso, conterà solo che ha fatto un grande campionato e che ha segnato 15 gol. Ormai c’è questa etichetta per Robinho, ma non è l’unico al mondo a sbagliare qualche gol”.

    Inevitabile poi toccare l’argomento campionato e la rivalità con la Juventus per il titolo “Queste tre partite sono molto importanti per chiudere l’anno solare nel migliore nei modi. Il campionato va giocato fino in fondo, non è questione di arrivare adesso davanti alla Juve per gestire il campionato. Quando una squadra dopo tredici partite è imbattuta vuol dire che ha valori tecnici, caratteriali e ha carte in regola per lottare fino in fondo. Noi dobbiamo cercare di fare il massimo in queste tre partite, abbiamo il dovere di farlo e siamo in condizioni di poterlo fare se non abbassiamo la tensione. Cerchiamo di chiudere l’anno solare nel migliore dei modi. L’Inter? E’ a 13 punti da noi e a 15 dalla Juve, sono tanti, anche perché ha molte squadre davanti, ma ha tutte le carte in regola, soprattutto quando rientreranno Sneijder e Maicon. Può fare un filotto di vittorie. Il presidente Berlusconi? E’ sereno, come lo era dopo Barcellona. Io sono stato sempre sereno, il problema del contratto per me non esiste, mi hanno fatto piacere le parole di Galliani ma non c’è stato mai nessun problema”.

    La chiusura è sul tormentone del calciomercato invernale Tevez Milan “Siamo vicini al mercato di gennaio ed è normale che si parli di Tevez e di tante altre cose. Però quello che conta è che fino al 1° gennaio la rosa del Milan è questa e io ne sono molto contento. Dovremo far bene da oggi al 20 dicembre. Il resto, vedremo. Prima di parlare di gestione, il ragazzo va conosciuto ma al Milan è più facile gestire i giocatori. Dal punto di vista tecnico è un grande giocatore, non c’è bisogno del mio giudizio per scoprire chi è Tevez”.