Tag: Massimiliano Allegri

  • Milan Kaka non basta. Crisi societaria e squadra senza carattere

    Milan Kaka non basta. Crisi societaria e squadra senza carattere

    La sconfitta di ieri contro la Sampdoria ha elencato difetti e lacune di un Milan formato mini. Chi si aspettava il miracolo è rimasto deluso. La diffidenza intorno alla squadra di Allegri è tanta, inutile nascondercelo. Tale disaffezione ai rossoneri deriva da mille fattori. In primis l’undici sceso in campo ieri pomeriggio al Meazza. Una difesa da brividi, un centrocampo incapace di creare un gioco e i tre “attaccanti” lì davanti ad improvvisare un altro mestiere. Vedere Boateng con la maglia numero dieci sulle spalle offrire una prestazione a tratti irritante non è stato sicuramente il massimo della vita per chi ha acquistato un abbonamento di svariate centinaia di euro (tribuna o curva è indifferente). Un Milan senza un vero numero 10 è un Milan che ha venduto, oltre l’anima, anche la sua storia al Diavolo. Si è passati dalle verticalizzazioni del primo anno, ai lanci lunghi per un Ibrahimovic che ormai è distanti migliaia di km dall’Italia. In tempi non sospetti Berlusconi ha chiesto al proprio allenatore un gioco simile a quello del Barcellona. Le direttive del presidente sono state bypassate dallo spogliatoio in qualcosa di irriconoscibile. I primi 45′ del match sono stati da “Profondo rosso”.

    Kaka non bastaLo striscione che campeggiava in Curva Sud e che invitava gli altri tifosi ad avere pazienza nei confronti di Galliani aspettando il 31 agosto lascia il tempo che trova. Non si capisce perché l’ultimo giorno d’estate venga visto come un’oasi nel deserto, come se dovesse succedere qualcosa di eccezionale. Il mondo rossonero non è più lo stesso di due anni fa. Ventiquattro mesi orsono Galliani poteva permettersi un viaggio in Spagna e convincere Ibra ad accettare un contratto da 9 milioni di euro netti a stagione. Ed oltre allo svedese si prendeva anche il lusso di mettere la ciliegina sulla torta targata Robinho con un’operazione da 18 milioni di euro. Bene, il tempo delle favole a lieto fine è terminato da tempo. Adesso il Milan può puntare a Niang, può anche prendere Kaka, ma la crisi regna sovrana.

    massimiliano allegri | ©claudio villa/Getty Images

    Scelte societarie Tifosi e tecnico hanno capito poco o niente di quest’estate rossonera. Prima la nefasta promessa sulla permanenza di Thiago Silva e Ibrahimovic, poi l’attacco frontale ad Allegri da parte di Galliani al triplice fischio dell’amichevole americana contro il Real (con annesso tormentone Solbiatese), per finire al potenziale clamoroso autogol con Ze Eduardo, altro scoglio nel magma ghiacciato tra Galliani e il livornese. Come riunire una coppia che fino a pochi mesi fa pareva indistruttibile? No, Kaka non basta.

    Una squadra vuota Kaka non basta perché i tempi di Maradona sono finiti. Un solo uomo non fa la differenza, specialmente in questo Milan. Oltre ad un problema di tecnica (la già citata numero 10 è un esempio chiarificatore), c’è un altro grande punto interrogativo intorno agli uomini scesi in campo ieri pomeriggio: chi crede allo scudetto? Boateng crede allo scudetto? Montolivo crede allo scudetto? Abbiati crede allo scudetto? Allegri crede allo scudetto? Il Milan crede allo scudetto? DOpo le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva forse non più. Magari Pellegatti continua a crederci, Serafini idem, ma chi va in campo no. E’ un male difficile da estirpare. La mente, si sa, è il motore di tutto. La paura di cadere nel baratro della mentalità da provinciale è innegabile. Più che Kaka ci vorrebbe il mago Houdini.

  • Milan-Sampdoria alle 18. Allegri lancia El Shaarawy

    Milan-Sampdoria alle 18. Allegri lancia El Shaarawy

    Dopo le vittorie di Fiorentina e Juventus negli anticipi del sabato tra poco meno di un’ora toccherà al Milan far il suo debutto nella stagione 2012-2013. Ospite dei rossoneri a San Siro (dotato di un nuovo e tecnologico manto erboso) la neo promossa Sampdoria cercherà il primo colpaccio approfittando dell’apparente confusione dell’ambiente rossonero. Milan-Sampdoria può aver tante chiavi di lettura ma quella più importante è senza dubbio quella emotivo-caratteriale con le due squadre alla ricerca di convinzioni e nuove motivazioni per iniziare nel migliore dei modi il campionato e nelle intenzioni delle rispettive società un nuovo ciclo di successi.

    Milan-Sampdoria, la vigilia I tifosi rossoneri e apparentemente anche la dirigenza non sono ancora in clima campionato per le distrazioni delle sirene del calciomercato ma anche dal rumore delle pesanti cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva.

    Stephan El Shaarawy | ©Dino Panato/Getty Images)
    Allegri in conferenza stampa ha sottolineato più volte come questo sia il nuovo anno zero del Milan e i giocatori senza troppe prime stelle saranno chiamati ad uno sforzo caratteriale superiore per sopperire alla minore caratura tecnica. In casa Samp si attende la prova del nove dopo l’exploit al Camp Nou contro il Barcellona, l’eliminazione dalla Coppa Italia pesa ancora come un macigno e per l’undici di Ferrara un vittoria a San Siro potrebbe unire maggiormente il gruppo facendo salire le convinzioni intorno al nuovo progetto

    Milan-Sampdoria, la chiave tattica Massimiliano Allegri senza capitan Ambrosini, Mexes e Pato vara una difesa inedita schierando De Sciglio al posto di Abate (anche lui acciaccato), Zapata e Yepes in mezzo e Antonini a sinistra. Montolivo occuperà la cabina di regia con Flamini e Nocerino ai lati, in avanti con Boateng e Robinho ci sarà Stephan El Shaawawy preferito a Pazzini. Ciro Ferrara dovrebbe adottare un accorto 4-4-2 con Estegarribia a sostegno del tandem d’attacco Maxi Lopez Eder. La supremazia a centrocampo sarà fondamentale per le sorti dell’incontro, Allegri mira a non dar punti di riferimento in avanti. Ferrara spera in qualche distrazione della nuova difesa rossonera.

    Milan-Sampdoria, le formazioni
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; De Sciglio, Bonera, Yepes, Antonini; Flamini, Montolivo, Nocerino; Boateng; El Shaarawy, Robinho. All. Allegri
    A disp.: Amelia, Zapata, Acerbi, Mesbah, Carmona, Constant, Emanuelson, Traoré, Valoti, Pazzini
    Squalificati: nessuno
    Indisponibili: Muntari, Pato, Abate, Strasser, Didac Vilà, Mexes, Ambrosini
    SAMPDORIA (4-3-3): Romero; De Silvestri, Gastaldello, Rossini, Costa; Obiang, Tissone, Poli; Estigarribia, Eder, Maxi Lopez. All. Ferrara
    A disp.: Padelli, Castellini, Berardi, Laczko, Soriano, Mustafi, Renan, Munari, Icardi, Krsticic
    Squalificati: Da Costa, Pozzi
    Indisponibili: Juan Antonio
    Arbitro: Banti

  • Antonio Cassano al vetriolo: “Ero la sesta punta del Milan”

    Antonio Cassano al vetriolo: “Ero la sesta punta del Milan”

    Conferenza stampa di presentazione all’Inter di un Antonio Cassano scatenato che tuona contro la sua ex squadra, il Milan, e soprattutto critiche a Massimiliano Allegri e Adriano Galliani.

    Non è mai bello sentire un calciatore criticare così aspramente la sua ex squadra e a maggior ragione, per quello che il Milan ha fatto per Cassano durante il suo infortunio al cuore, ci sentiamo di non condividere i toni del fuoriclasse barese che è sembrato decisamente un po’ sopra le righe.

    Purtroppo come per Mario Balotelli, madre Naturaè stata troppo magnanina nel donare un talento calcistico  straordinario al giocatore di Bari vecchia ed al tempo stesso, molto avara dal punto di vista cerebrale con l’ennesima dimostrazione di una conferenza stampa di cassano in cui decisamente le parole non sono state collegate al cervello.

    Antonio Cassano ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    C’e’ da dire comunque una cosa, con cassano non ci si annoia mai, critiche aspre del nuovo numero 99 nerazzurro rivolte sia a Massimiliano Allegri ed Adriano Galliani: “Io ho iniziato a dire di voler andar via durante l’Europeo. Lo dicevo ad Allegri, che poi lo comunicava a Galliani. Ma io per Allegri contavo come il due di coppe con briscola a bastoni. Per lui ero la quinta, sesta, settima punta, non so nemmeno io. Lui mi diceva che non poteva assicurarmi niente, e allora io me ne vado. Tutti i miei compagni del Milan mi sono stati vicini, erano dispiaciuti della mi partenza. Mi fa piacere che mi vogliono bene ed io a loro. Da altre persone sms zero in un anno e mezzo, in questo periodo meno di zero ma me l’aspettavo“. Ed ancora sull’Amministratore Delegato rossonero: “Al Milan non ho sbagliato io, non hanno sbagliato i giocatori e nemmeno l’allenatore, ma qualcuno più in alto di lui. Qualcuno che faceva il furbo, che prometteva e non manteneva, qualcuno che faceva tanto fumo e poco arrosto. Quando mi prendono in giro, a me non va bene. Io devo ringraziare i tifosi che mi sono stati vicini quando stavo male, ma non lui. Da un anno si parlava di rinnovo di contratto, ma sto ancora aspettando. Se sto parlando di Galliani? Lo dite voi, io non voglio nemmeno fare i nomi. Si parla di irriconoscenza? Io devo ringraziare i tifosi che mi hanno messo gli striscioni in ospedale, Silvio Berlusconi che mi ha messo a disposizione un impero, Barbara che è stata gentile, Tavana che mi ha salvato la vita, e Tassotti con cui andavo d’accordo. Avevo un problema solo con una persona“.

    Quando Cassano arrivò al Milan disse che sopra la squadra rossonera c’era il cielo, adesso la dichiarazione d’amore verso l’Inter  ancora più superiore con l’affermazione che la squadra più “Pazza” del Mondo è addirittura sopra il cielo e con la speranza dei tanti tifosi nerazzurri che questa sia l’ultima e non la prima “Cassanata” interista.

     

  • Allegri-Galliani aria di crisi: il tecnico parla di dimissioni

    Allegri-Galliani aria di crisi: il tecnico parla di dimissioni

    La crisi tra Adriano Galliani e Massimiliano Allegri era nell’aria già dall’amichevole estiva contro il Real Madrid quando i rossoneri uscirono sconfitti con un pesante 5-1 con conseguenti numerose critiche che i vertici del Milan avanzarono verso il tecnico. Dopo le discussioni scaturite da quel risultato a dir poco vergognoso, proprio in queste ore la sintonia tra i due sembra essersi rotta completamente: la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di Allegri di chiedere a Zè Eduardo di sottoporsi ad alcuni test prima di approdare al Milan, mettendo in discussione il lavoro dell’ad rossonero.

    Non bastasse il brasiliano ha deciso di non sottoporsi agli allenamenti, cancellando così ogni possibilità di vestire la maglia del club di Via Turati. Una sorta di ripicca dunque quella di Allegri, sicuramente deluso per i troppi pezzi da novanta persi che hanno scelto di andare altrove: il tecnico dopo la partenza di Van Bommel, ha dichiarato di volere a tutti i costi un giocatore di tale calibro, annunciando di essere disposto a dare le dimissioni se questo non accadesse. A quanto pare nemmeno l’arrivo di Kakà potrebbe risollevare l’umore di Allegri il quale, in merito all’ex Pallone d’Oro, ha esplicitamente fatto capire che lo userà davanti alla difesa.

    Allegri © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    La situazione diventa quindi complicata in casa rossonera, visto anche l’ennesimo infortunio di Pato che si è procurato la lesione dell’adduttore della gamba sinistra e l’obbligato stop che durerà quasi un mese: nella giornata di oggi il Milan dovrà quindi tentare di chiudere tutte le possibili trattative per portare alla corte di Allegri dei giocatori che riescano a completare la rosa. Entro il fine  settimana il club rossonero dovrebbe concludere con Niang, giovane del Caen, con El Kaddouri e con Kakà, il quale è stato messo fuori da Mourinho per la sfida di Supercoppa Spagnola contro il Barcellona.

  • Cassano all’Inter, agente Pazzini da Galliani

    Cassano all’Inter, agente Pazzini da Galliani

    Manca ormai relativamente poco alla chiusura del calciomercato, e in questi ultimi giorni di fine estate le trattative subiscono accelerazioni degne dei migliori piloti di Formula 1. Esempio? L’idea, trasformatasi in realtà dello scambio tra cugini milanesi con Pazzini al Milan e Cassano a vestire la maglia dell’Inter. Il più bel colpo di scena estivo, dopo aver che rispettivamente le due dirigenze hanno di fatto ‘illuso’ con precisi giochi di ombre i loro tifosi, con i nomi altisonanti di top player inavvicinabili come Lucas, (sponda Inter) e Dzeko e Tevez (sponda Milan) si sta materializzando con uno scambio che alla fine dei conti potrebbe, dico potrebbe accontentare tutti quanti. Cassano in primis, che ha chiesto esplicitamente di essere ceduto; Pazzini che dopo lo sfogo nel giorno della presentazione estiva si è di fatto autoeliminato da un progetto in cui per lui non c’era più molto spazio, e le due società che in questo modo colmerebbero con una ‘pezza’ un buco lasciato vuoto da un calciomercato fin qui avaro di colpi.

    Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano © Emilio Andreoli/AFP/Getty Images
    Lo scambio sarebbe stato avallato dallo stesso Galliani, e dal tecnico rossonero Allegri, che non avrebbe convocato il talento di Bari Vecchia per il match contro la Juventus nel Trofeo Berlusconi. Galliani avrebbe confermato tutto, dichiarando esplicitamente come Cassano abbia chiesto personalmente di essere ceduto, e di come la trattativa con i nerazzurri sia avviata per raggiungere un accordo con lo scambio per Pazzini. Ovviamente viste le differenti valutazioni dei cartellini dei rispettivi giocatori, l’Inter e Massimo Moratti in primis avrebbero chiesto per il benestare della trattativa un conguaglio economico vicino ai 10 milioni di euro. Il Milan sarebbe fermo sui 7 milioni, con la possibilità che l’affare dell’estate si chiuda in tempi brevissimi. In casa Inter nessun storcerebbe il naso, considerando come anche Stramaccioni avrebbe dato il suo assenso all’arrivo di FantAntonio nel club nerazzurro.

    CASSANO PAZZINI
    La domanda a questo punto sorge spontanea: “ Chi ci guadagna tra Inter e Milan in questo scambio?”
    A occhi chiusi volendo fare un’analisi tecnico tattico, il Milan ne trarrebbe assoluto vantaggio, mentre per l’Inter sarebbe un operazione più rischiosa, e forse meno utile. Pazzini in rossonero potrebbe ritrovare la sua vena del gol, da grande bomber di area, somigliando per caratteristiche all’ex di turno Pippo Inzaghi, e proprio i rossoneri orfani di una prima punta d’area troverebbe nel Pazzo un’arma in più per scardinare le difese avversarie. Mentre l’Inter alla ricerca di un vice Milito e con un’abbondanza mostruosa di seconde punte (Palacio, Sneijder, Coutinho, volendo anche Alvarez) dove collocherebbe l’estro di un giocatore come Cassano? Inoltre ci sarebbe da considerare l’aspetto psicologico di un giocatore quantomeno ‘instabile’ e meglio noto alle cronache per le sue ‘cassanate’. Dopo aver giurato amore eterno al Milan, e aver dichiarato come il suo arrivo in rossonero fosse l’ultima tappa della sua carriera calcistica, Cassano aveva precisato come non avrebbe di certo deluso le aspettative, e che se fosse andato via anche dal club rossonero l’avrebbero dovuto rinchiudere in un manicomio. Certo l’Inter è pazza, ma da qui a definirla un manicomio ce ne passa.

  • Trofeo Berlusconi alla Juventus, battuto 3-2 un brutto Milan

    Trofeo Berlusconi alla Juventus, battuto 3-2 un brutto Milan

    E’ andato secondo previsioni il trofeo Berlusconi 2012. Vittoria meritata di una Juventus che seppur con qualche defezione di troppo ha addomesticato un Milan troppo brutto per essere vero. Che la rivoluzione estiva non facesse presagire nulla di buono lo si era capito da tempo, ma per quanto visto a San Siro contro i bianconeri la sensazione è che la strada per poter competere riguardo lo scudetto è veramente tanta. Specie dopo l’addio, annunciato da Galliani a fine gara, di Antonio Cassano. Un altro pezzo da novanta che lascia i rossoneri, apparsi contro la Juventus quasi incapaci di tenere testa alla formazione avversaria. Il gol di Robinho in apertura aveva un po’ illuso, ma la pronta risposta di Marchisio, la traversa di Vucinic e il gol di Vidal hanno ribaltato il tutto.

    Nella ripresa uno dei più attesi, Matri, in predicato di passare proprio ai rossoneri, ha tramortito i padroni di casa in gol nel finale, su rigore, con Robinho. Troppo poco per una squadra che nell’ultimo ventennio, per lungo tempo, ha dominato in Italia ed in Europa e che probabilmente per la prima volta sembra cominciare la stagione fuori dalle pretendenti per lo scudetto. Di contro c’è una Juventus che non molla mai, nemmeno quando Carrera decide di partire con diverse novità. Come Marrone, inserito al centro della difesa o Pogba in mezzo al campo.

    Entrambi, nonostante la giovane età, riescono a dire la loro più che egregiamente, in modo cosi da non far sentire troppo le assenze di Chiellini e Pirlo. Due tra i tanti, visto che mancavano anche Buffon, Caceres e Isla. Insomma, non dei novellini. Veramente poche le note liete tra gli uomini di Allegri: l’unica forse è legata a Constant, il cui contributo a centrocampo è stato veramente importante, tale da non fare rimpiangere chi è andato via. Per il resto buone prove per Montolivo, Flamini e Yepes. Per il resto, Robinho a parte, si è visto veramente poco, e sono state gli uomini di maggior talento a tradire i rossoneri: Boateng e Pato su tutti.

    La Juventus alza il trofeo Berlusconi © Claudio Villa/Getty Images

    Passando alla partita nonostante Carrera schieri una Juve rabberciata, con gli inserimenti a sorpresa di Marrone dietro, Padoin e De Ceglie laterali, fa molto meglio di un Milan che di fatto deve fare a meno di Mexes e Ambrosini, mentre Pato comincia dalla panchina. Un intervento errato di Storari su tiro di Flamini spiana la strada a Robinho per il gol illusorio. Sì perché proprio nel giro di un amen ecco che De Ceglie scodella in mezzo per Marchisio il quale in scivolata anticipa Flamini e fulmina Abbiati. Boateng gioca a nascondino e a parte Constant i rossoneri non ci fanno bella figura.

    Dall’altra parte la Juve si da da fare, con Vidal solito guerriero in mezzo al campo, Pogba che si limita a fare il compito assegnato e dunque rispettando le consegne del tecnico e un Vucinic che dopo un inizio in sordina esce allo scoperto centrando una grande traversa. Fa meglio Vidal in chiusura di frazione che sfrutta un fuorigioco applicato male dal Milan battendo col piattone destro Abbiati. Nella ripresa rivoluzione di Carrera che cambia ben 7/11 della squadra, gettando nella mischia fra gli altri Bonucci, Giaccherini, Quagliarella e Matri.

    Nel Milan fa l’ingresso in campo Pato ma di fatto non si vedrà mai. A differenza di Matri, sempre attivo e capace di sfruttare uno svarione del Milan per calare il tris. La dinamicità di Giaccherini rischia di costare casa ai padroni di casa che negli ultimi istanti rientrano in gara dopo che Boateng si fa commettere fallo da un acerbo Masi in area di rigore. Dal dischetto Robinho segna ma non evita una sconfitta giusta. Servono rinforzi, e anche urgentemente, viceversa per i tifosi del Milan potrebbe essere una stagione avara di emozioni. Dall’altro lato continua a crescere la consapevolezza, quella del gruppo juventino, di poter dire la propria con qualsiasi formazione scenda in campo.

    La video sintesi di Milan-Juventus 2-3:
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  • Trofeo Berlusconi, occhi puntati su Zapata e Pogba. Gara particolare per Matri

    Trofeo Berlusconi, occhi puntati su Zapata e Pogba. Gara particolare per Matri

    Arriva ad una settimana dall’inizio del campionato il più classico dei tornei estivi italiani. Il trofeo Berlusconi in programma alle 21 a San Siro tra Milan e Juventus però sarà parecchio diverso dall’ultima edizione. E forse si può anche affermare che mai come nell’ultimo anno di cose, tra un’edizione e l’altra del memorial intitolato al padre del presidente milanista Luigi, ne sono cambiate. Innanzitutto per ciò che riguarda la differenza con la passata stagione: dodici mesi fa infatti l’ambiente rossonero, reduce da quello scudetto che ha interrotto la lunga egemonia dell’Inter, era molto carico, e sognava in grande per l’Italia e l’Europa.

    Dall’altro lato vi era una Juventus piccola piccola, incapace pochi mesi prima di qualificarsi perfino in Europa League, e che vedeva alla guida un Antonio Conte alla prima avventura con una grande squadra. Insomma qualche piccola speranza c’era, ma minore rispetto ai grandi timori causati dalle annate precedenti. Tra fine 2011 e inizio 2012 è successo quello che tutti sanno, ovvero la Juventus capace di ritornare sul tetto d’Italia e il Milan secondo che in estate ha praticamente smantellato una squadra, non solo per via delle clamorose cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, ma anche causa l’addio di tanti veterani, sovvertendo cosi quella che era la situazione dell’anno precedente. Stavolta infatti è la Juventus che sembra avere qualcosina in più, almeno sulla carta.

    Alessandro Matri © Valerio Pennicino/Getty Images

    Ma non sempre, storicamente, ciò viene considerata una cosa positiva al trofeo Berlusconi: nel corso degli anni infatti ha preso piede una questione scaramantica. Tantissime volte infatti chi ha perso questo incontro, ha poi vinto il campionato. E’ successo perfino la scorsa stagione, quando la Juventus usci sconfitta nonostante il gol di Vucinic, grazie ai gol rossoneri di Boateng e Seedorf. Per ciò che riguarda la condizione delle due squadre vi è da dire che sarà un match dove non ci saranno alcuni dei protagonisti più attesi. Nella squadra bianconera infatti out Chiellini, Caceres, Isla, Pirlo e Buffon. Va meglio ad Allegri che deve fare a solo di Ambrosini e Mexes.

    Al rientro dopo l’esperienza con la nazionale brasiliana Pato, ma ci sarà spazio anche per Constant e Zapata, quest’ultimo osservato speciale in vista della stagione che comincerà presto. Esordio a San Siro anche per Montolivo, mentre non ci sarà, almeno dall’inizio Cassano. Nella Juventus invece la curiosità dei tifosi è rivolta verso Pogba, talentuoso francese chiamato a sostituire Pirlo.

    Situazione paradossale invece per Matri, il quale scenderà in campo con la maglia bianconera ma che presto potrebbe trovarsi a vestire quel rossonero che in serata affronterà d’avversario. Spazio anche per un ritrovato De Ceglie oltre che per Lichtsteiner, negli ultimi giorni nel mirino del Paris Saint Germain. Per le due compagini sarà la prima volta sul campo in sintetico-misto di San Siro che l’Inter ha voluto già collaudare. Per Conte invece le ultime prove tecniche di collegamento con la panchina sulla quale siederà Massimo Carrera.

    Milan – Juventus, le probabili formazioni:
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Zapata, Antonini; Flamini, Montolivo, Constant; Boateng, Robinho, Pato. Allenatore: Allegri
    JUVENTUS (3-5-2): Storari; Lucio, Bonucci, Barzagli; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Asamoah, De Ceglie; Vucinic, Matri. Allenatore: Carrera

  • “Non siamo la Solbiatese” Galliani Allegri, la coppia scoppia a New York

    “Non siamo la Solbiatese” Galliani Allegri, la coppia scoppia a New York

    Non siamo la Solbiatese, sì, ma neanche il Real Madrid. Con tutta franchezza lo sfogo di Adriano Galliani nei confronti di Massimiliano Allegri mi pare un tantino esagerato. Oggetto del contendere è ovviamente la colossale disfatta rossonera in quel di New York, un 5-1 contro i Blancos difronte a oltre 50 mila spettatori, in quello che è ribattezzato da anni come il derby d’Europa. Siamo sicuri che al termine dei primi 45′ minuti l’umore di Galliani fosse tutto sommato sotto controllo, nonostante uno schiacciante possesso palla degli avversari spagnoli contemporaneamente ad un parziale che vedeva il Milan in scia al Real (1-1). Qualcosa però evidentemente si è rotto ad inizio ripresa, quando un tranquillo Allegri ha cambiato 9 uomini su 11 (fra cui l’intera difesa ndr). Sciagura biblica.

    Mai l’avesse fatto, apriti cielo. Conseguenza immane, 4 gol durante una ripresa da incubo, nella quale appunto Galliani si è sentito più in Brianza che tra i grattacieli della Grande Mela. Una figuraccia che ha letteralmente trasformato il volto dell’ad rossonero in qualcosa di simile ai kouros di età arcaica, senza quel sorriso a 32 denti dei tempi migliori.

    massimiliano allegri | ©Jeff Zelevansky/Getty Images

    E’ forse il primo attacco frontale contro il tecnico livornese dopo 24 mesi a Milanello, per niente paragonabile al pur sempre astio provato da Galliani nel post partita di Arsenal-Milan, quando i rossoneri agguantarono i quarti di finale con la paura di sciupare in maniera ignobile il trionfo di San Siro fatto registrare soltanto due settimane prima (la migliore partita di Allegri sulla panchina dei Diavoli).

    La coppia scoppia? Fin qui il tecnico aziendalista era stato trattato con i guanti dalla dirigenza di Via Turati, in particolare dallo stesso Galliani, che l’ha difeso a spada tratta durante gli ultimi mesi del campionato scorso, quando la squadra conobbe l’autodistruzione prima in Champions e poi entro i confini nazionali. E’ stato sempre l’ad a convincere Berlusconi nel riconfermarlo anche per quest’anno. C’è però il fantasma di Zaccheroni che aleggia. L’ex friulano perse 5-1 a San Siro contro il Real nell’estate del 2000. Pochi mesi più tardi il patron Berlusconi lo esonerò senza troppi complimenti. Coincidenze?

  • Crollo Milan, il Real è di un altro pianeta

    Crollo Milan, il Real è di un altro pianeta

    Giornata in chiaroscuro quella di ieri per i tifosi del Milan. Se da una parte l’avvio sembrava essere piuttosto incoraggiante dopo l’annuncio ufficiale dell’acquisizione in prestito del forte difensore colombiano Zapata, dall’altra la notte si è trasformato in un brutto sogno di mezz’estate.  Stavolta non c’entra nulla Shakespeare. Era il derby d’Europa, così è stato ribattezzato dai media cartacei, sebbene si giocasse a New York (le coincidenze). La disfatta contro il Real Madrid, sebbene fosse soltanto un amichevole, è di quelle che assomigliano tanto a un pugno in pieno viso, stile Cammarelle o giù di lì. Il caso ha voluto che la sconfitta per 5-1 per mano del Real non sia stata vista da una folla tale da rendere necessaria una spedizione punitiva presso le terre di Colombo.

    Ciò non toglie però che la figura da parte del Milan non sia stata di quelle migliori, specialmente perché arrivata dopo discrete prestazioni, come ad esempio quella contro i campioni d’Europa del Chelsea di Di Matteo. A dire che il primo tempo si era concluso in parità, con Robinho bravo nel rispondere al vantaggio iniziale di Di Maria. Poi durante la ripresa si è assistito al naufragio biblico, mancava soltanto l’arca di Noè dove i calciatori rossoneri potessero nascondersi.

    cristiano ronaldo | ©STAN HONDA/AFP/GettyImages

    Purtroppo per loro invece hanno dovuto subire la doppietta di uno scatenato Cristiano Ronaldo, per poi perdere completamente la bussola negli ultimi 10′ minuti, quando i Blancos hanno arrotondato la serata con altri due gol. Manco farlo apposta uno dei migliori al termine della gara è stato Ricardo Kaka, autore di tre assist decisivi per i propri compagni di squadra (nei 30′ minuti di gioco concessi da Mourinho).

    Ora una domanda sorge spontanea: perché la dirigenza rossonera continua a organizzare amichevoli contro il Real in questo periodo dell’anno? Ormai si dovrebbe sapere come vanno a finire. Non più tardi di 12 anni fa i Blancos affettarono i Diavoli nell’inferno di San Siro con un identico 5-1. Sfidare il Levante no?

    Highlights dell’amichevole Milan Real Madrid (1-5)

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  • Ancora Emanuelson, Milan batte Chelsea 1-0

    Ancora Emanuelson, Milan batte Chelsea 1-0

    Seconda vittoria consecutiva per il Milan. Dopo il successo in terra europea contro lo Schalke 04, i rossoneri battono con lo stesso risultato il Chelsea (1-0), grazie alla rete di un sempre più convincente Emanuelson, match-winner anche contro i tedeschi dell’ex Huntelaar. Vittoria che non può far altro che accrescere l’ottimismo a Milanello, sebbene i tifosi del Diavolo non riescano ancora a gioire per le note vicende di mercato, che hanno strappato alla rosa due calciatori simbolo come Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic. Il nuovo gruppo appare in crescita, sia dal punto di vista atletico che sotto l’aspetto del gioco. Acerbi e Traorè, fin qui tra le note più negative del post trofeo Tim, hanno mostrato qualche lieve segnale di ripresa. Ma il protagonista è ancora lui, Emanuelson.

    Paese che vai, vittoria che trovi. Motto che, negli ultimi anni, mal si adattava ai colori rossoneri. L’estate 2012 del Milan sembra però nata sotto una stella diversa. In molti si ricorderanno la scoppola di ancelottiana memoria subita ad opera del Chelsea qualche anno fa (agosto 2008), preludio della crisi europea scoppiata negli anni a venire. Ieri invece, davanti a 57 mila spettatori made in Usa, i rossoneri hanno forse chiuso un cerchio, che di magico ha avuto ben poco.

    urby emanuelson | ©Chris Trotman/Getty Images

    Interessante la proposta tattica di Massimiliano Allegri, che per una notte d’estate è tornato al 4-3-2-1, il modulo del miglior Milan in Europa tra il 2003 e il 2007. Lasciatosi ammagliare dalla Spagna, anche il tecnico livornese si è affidato ad un falso nueve, Boateng, che spesso copriva il ruolo di attaccante con Emanuelson ed El Shaarawy pronti ad allargarsi sulle fasce per duettare con il ghanese. Lezione da prendere e portare a Milanello, come pacchetto regalo. E se vogliamo aggiungiamoci pure l’ottima prestazione di Bonera, che quest’anno rappresenta una sorta di “ultimo dei moicani”, dal momento che in difesa è rimasto l’unico ad aver alzato la Coppa Campioni in quel di Atene. Esordio convincente anche per Montolivo, schierato come playmaker basso davanti alla difesa. Prendere e portare a casa.

    GLI HIGHLIGHTS DELL’AMICHEVOLE MILAN-CHELSEA (1-0)
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