Tag: Massimiliano Allegri

  • Allegri recupera Robinho e conferma il 4-3-3

    Allegri recupera Robinho e conferma il 4-3-3

    Buone notizie per Allegri in vista della partita di domani che opporrà il Milan al Cagliari, l’ex squadra del tecnico rossonero. Nell’allenamento di ieri infatti si è rivisto dopo 3 settimane di stop il brasiliano Robinho, che ha svolto l’intera seduta di rifinitura, tornando così completamente a disposizione. Un recupero importante quello dell’attaccante carioca, capace di fare la differenza spesso e volentieri in passato, specialmente nel primo Milan targato Allegri. Fin qui aveva giocato soltanto i primi 60′ minuti della stagione, quando a San Siro la Sampdoria si impose per 1-0. Ennesimo infortunio muscolare, una distrazione di primo grado alla coscia destra. Assenza importante quella di Binho in queste prime giornate di campionato, sopratutto se pesata in termini di qualità.

    TRIDENTE CONFERMATO– Domani sera a San Siro il Milan proverà a conquistare i primi 3 punti in un campo altrimenti maledetto. Robinho dovrebbe inizialmente partire dalla panchina, considerando anche che il brasiliano non gioca una partita dallo scorso 26 agosto. Il suo rientro da maggiore convinzione al tecnico rossonero nell’insistere sul 4-3-3 visto a Udine nei primi minuti di gara, dove la squadra aveva stupito per freschezza e velocità di manovra, rendendosi pericolosa a tal punto da indurre gli stessi tifosi a sottolineare come quel Milan in 10′ minuti avesse tirato in porta più di ogni altra partita precedente. Pazzini sarà ancora al centro dell’attacco, che con ogni probabilità sarà composto da El Shaarawy a sinistra ed Emanuelson a destra. L’olandese rappresenta il vero jolly di questa formazione, in grado di ricoprire tutti i ruoli della trequarti, consentendo così al tecnico livornese di cambiare modulo durante la gara, qualora il risultato imponesse modifiche immediate.

    Robinho torna ad allenarsi dopo l’infortunio | ©OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages

    SCELTA OBBLIGATA – Passaggio quasi naturale, fisiologico, un tridente chiesto dai media quanto dai tifosi stessi. Quasi crocifisso all’obsoleto 4-3-1-2, Allegri si è finalmente deciso a cambiare qualcosa. Siamo convinti che quando rientrerà anche Pato, quest’ultimo potrebbe davvero estromettere Pazzini dal centro, andando così a costruire un tridente potenzialmente dirompente, con il Papero affiancato dal connazionale Robinho e il Faraone. Senza dimenticare poi Bojan, che ad oggi insieme ad El Shaarawy appare il giocatore con più qualità rispetto al resto della rosa a disposizione di Allegri.

  • Ancelotti sulla crisi Milan, Nesta bacchetta Allegri e Inzaghi

    Ancelotti sulla crisi Milan, Nesta bacchetta Allegri e Inzaghi

    In questi giorni il Milan è al centro dell’attenzione per essere la protagonista di una partenza indecente che ha attirato anche l’attenzione di Carlo Ancelotti il quale, da ex allenatore del club rossonero ha voluto spronare i suoi ex ragazzi anche se di suoi ne son rimasti davvero pochi. Durante l’intervista su Italia 2 ospite di Pierluigi Pardo a “Undici”, il tecnico del Paris Saint Germain ha avuto qualche consiglio per quasi tutte le big del campionato italiano: ovviamente il primo pensiero è andato alla sua ex squadra spiegando che non è fattibile che il Milan perde tre partite su quattro nonostante le partenze abbiano sicuramente penalizzato la squadra.

    “Non c’è la qualità dell’anno scorso ma nemmeno si può pensare che il Milan perda così brutalmente in campionato. Si può mettere in preventivo una stagione più complicata rispetto alle passate perché sono cambiati molti giocatori, sono venute a mancare le fondamenta ma bisogna ricostruirle e riuscire a mantenere la solidità della società perchè è una cosa importante. Poi ci sono i nuovi giocatori che hanno un tasso tecnico differente ma devono prendersi le responsabilità e soprattutto bisogna togliersi l’alibi delle partenze perché non può essere una scusa usata all’infinito”.

    Carlo Ancelotti © BERTRAND GUAY/AFP/GettyImages

    Una frecciatina dunque quella di Carletto che si sente un po’ colpevole per aver privato i rossoneri di Ibrahimovic e Thiago Silva, di certo due calciatori che hanno saputo e sapranno fare la differenza nei prossimi anni ma, come dice lui, il Milan deve ripartire da chi ha talento soprattutto perchè ad ora la favorita è la Juve, avanti a tutte le altre anche secondo Ancelotti.

    Ma con questi continui flop il club di Silvio Berlusconi è stato preso di mira anche da un ex difensore volato oltreoceano per poter continuare la sua carriera sportiva senza dover affrontare campionati di alto livello: si tratta infatti di Alessandro Nesta il quale è intervenuto dal Canada per dire la sua riguardo al battibecco tra Allegri e Inzaghi. Il centrale dei Montreal Impact ha dichiarato che la lite dal suo punto di vista è stata una bambinata e che è successo più volte che il Milan avesse difficoltà nella parte iniziale del campionato ma che poi è sempre stato in grado di riprendersi ed ingranare la marcia. Parole che sembrano voler dare fiducia a Massimiliano Allegri anche se, come molti, pure Nesta spiega di vedere la Juventus come favoritissima alla vittoria finale.

  • Crisi Inter e Milan, San Siro è sempre più tabù

    Crisi Inter e Milan, San Siro è sempre più tabù

    Non se la passano bene Milan ed Inter in questo primo scorcio di stagione. Strano a dirsi per due società che solo 2 stagioni fa si contendevano il tricolore. Adesso le cose sono cambiate e dopo 4 giornate di campionato le milanesi hanno messo insieme 9 punti (Inter 6, Milan 3), davvero pochi se si pensa che la Juventus ne ha già 12. Se il buongiorno si vede dal mattino, a Milano quest’anno ci sarà poco da sorridere. Le situazioni deficitarie dei 2 club di Milano, hanno radici antecedenti e diverse tra loro. Ma ciò che accomuna in questo momento Milan e Inter è il rendimento a San Siro. Rendimento a dir poco disastroso per entrambi dato che l’Inter in 5 partite casalinghe ha ottenuto 2 pareggi e 3 sconfitte frutto di 5 gol fatti e 11 subiti mentre il Milan pur giocando di meno (3 partite) non ha fatto meglio anzi ha ottenuto 2 sconfitte e 1 pareggio senza mai riuscire a segnare.

    I numeri riflettono e fanno riflettere, certamente non mentono e ci dicono che Inter e Milan, per più motivi che proveremo adesso ad elencare, non riescono a fare risultato pieno tra le mura amiche. Tutto ciò non è ammissibile per 2 squadre che mirano ai vertici del campionato e non può essere spiegato dal fatto che l’Inter ha cambiato tanto oppure dal fatto che il Milan ha perso Ibrahimovic e Thiago Silva. Certamente i 2 motivi sopra citati sono veritieri ma di sicuro non sono l’unico male.

    Lo sconforto di Sneijder © Claudio Villa/Getty Images

    Partiamo dall’Inter di Andrea Stramaccioni. Squadra rinnovata all’inizio di un progetto tecnico interessante che mira a fare risultati nel breve periodo. Difficile capire se all’Inter valga più la parola progetto o risultato ma certamente il cattivo rendimento in casa può minare l’autostima del gruppo, la sintonia con i tifosi, la fiducia del presidente Moratti, tutti fattori che hanno contraddistinto i primi mesi di Stramaccioni all’Inter. I nerazzurri in casa stanno collezionando magre figure, a partire dalla sconfitta con l’Hajduk, passando per la stesa presa da Zeman, finendo con lo 0-2 di ieri marchiato Siena. In trasferta tuttavia la squadra di Stramaccioni ha dimostrato tutt’altro che fragilità e confusione andando a vincere ben 4 trasferte su 4 non subendo mai gol. Ecco allora che il disastroso rendimento casalingo sembra rispondere ad un problema tecnico-tattico, che evidentemente Stramaccioni non riesce ancora a risolvere. L’ipotesi che la prima sconfitta stagionale con l’Hajduk fosse stata frutto di un calo di concentrazione, è stata sbugiardata dai risultati a seguire ottenuti da Zanetti e compagni tra le mura amiche. L’Inter ha una doppia faccia, è cinica e spietata in trasferta ma inconcludente e fragile in casa, dove da un pò di tempo a questa parte le squadre avversarie danno sempre l’impressione di poter affondare il colpo. Il vero punto debole è il centrocampo e non la difesa come molti pensano. Non è un caso che l’Inter abbia subito molti gol nell’ultima mezz’ora di gara, conseguenza di una squadra che produce gioco ma non gol e alla distanza perde compattezza e convinzione e si riversa in avanti senza nessun acume tattico lasciando la difesa in balia delle scorribande avversarie. A Stramaccioni l’arduo compito di trovare la soluzione magari aiutato da un pò più di fortuna in attacco.

    ALLEGRI? MICA TANTO – A differenza dell’Inter, per il Milan il tabù San Siro è conseguenza di una crisi d’identità dei ragazzi di Allegri. Ai nerazzurri manca continuità di gioco e risultati, al Milan invece manca un pò tutto o più semplicemente manca Zlatan Ibrahimovic. Il fuoriclasse svedese oltre a vincere le partite da solo riusciva magicamente a tirarsi dietro tutta la squadra anche dal punto di vista psicologico. Basti pensare a Nocerino, l’anno scorso riusciva ad inserirsi perfettamente nelle aree avversarie macinando gol su gol, quest’anno invece manca proprio di convinzione anche quando deve eseguire il più semplice dei passaggi. Se a questo aggiungiamo la perdita in difesa di Thiago Silva non possiamo non essere d’accordo con la preoccupazione dei tifosi milanisti. 5 partite ufficiali per il Milan ed una sola vittoria ottenuta a Bologna grazie alla tripletta di Pazzini. 3 gol fatti e 5 subiti rendono l’idea della debacle rossonera, conseguenza anche degli addii dei vari Nesta, Seedorf, Gattuso, Zambrotta e Cassano. Il nuovo numero 10 è Boateng, ottimo giocatore ma certamente non uomo squadra. Per Allegri c’è poco tempo a disposizione per cominciare a dare al Milan una nuova identità e non è detto che un suo possibile sostituto riesca nel breve a fare meglio.

  • Galliani conferma Allegri ma al Milan c’è la lista dei sostituti

    Galliani conferma Allegri ma al Milan c’è la lista dei sostituti

    Continua la striscia negativa del Milan che, dall’avvio del campionato ha totalizzato tre sconfitte ed una sola vittoria: nella giornata di ieri è infatti arrivata anche l’Udinese a mettere il bastone tra le ruote al percorso di Massimiliano Allegri che sembra essere sempre più lontano dalla panchina rossonera. Nonostante Adriano Galliani sembri essere dalla parte del tecnico, i rumors sono tanti ed è impensabile che i vertici del club di Milano non abbiano ancora pensato a sostituire l’allenatore visti i risultati pessimi contro squadre come la Sampdoria e l’Atalanta. Nel match di ieri i miglioramenti in campo si sono visti ma di certo le partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva non potranno essere sempre la scusa a delle prestazioni sottotono e al grande nervosismo che si è creato in queste settimane, visibile agli occhi di chiunque anche per il gesto di Boateng.

    A quanto pare infatti Silvio Berlusconi avrebbe pensato da molto tempo di togliere la guida del Milan ad Allegri ma a tenerlo buono è stato continuamente Galliani che vuol dare un’ulteriore chance al tecnico che in questi anni ha comunque portato a casa dei buoni risultati. La prova del nove sarà di certo la partita di mercoledì dove tutti si aspettano una vittoria dai rossoneri: nel match contro il Cagliari è proprio impossibile pensare ad un’ennesima sconfitta anche se la fortuna ed il campo di San Siro sembrano aver voltato le spalle ad Ambrosini e compagni.

    Massimiliano Allegri © VINCENZO PINTO/AFP/GettyImages

    Si vocifera infatti che dopodomani sarà il giorno decisivo e, dietro ad Allegri sembrano esserci pronti tanti altri a prendere il suo posto: in primis c’è Mauro Tassotti, conosciuto solamente per essere stato il vice allenatore di quasi tutti quelli che sono passati dal Milan. Perde punti invece Filippo Inzaghi che, dopo la lite vera o non vera è ritornato ad allenare i suoi giovani talenti continuando la prima esperienza ai piani bassi visto anche che dovrebbe mettersi a guidare giocatori che fino al mese scorso hanno condiviso tutto e di più con lui. Il presidente è noto a tutti che vorrebbe Pep Guardiola ma, a mettere una croce sopra il nome dello spagnolo è sia l’elevato stipendio richiesto che la volontà di continuare il proprio anno sabbatico dopo l’addio al Barcellona. Per tutti queste ragioni e soprattutto visto che di allenatori d’alto livello ne sono rimasti pochi liberi, pare che Berlusconi dovrà accontentarsi o di Allegri o di Tassotti, quest’ultimo ovviamente a tempo determinato fino a conclusione di questa stagione.

  • Udinese-Milan 2-1, Ranegie e Di Natale condannano Allegri

    Udinese-Milan 2-1, Ranegie e Di Natale condannano Allegri

    Mai così in basso Milano. Quasi in contemporanea le due squadre milanesi, Inter e Milan ripercorrono la stessa linea di sconfitte e crisi. Allegri è un dead man walking sulla sua panchina sempre più traballante. Udinese Milan termina con un 2 a 1 che condanna i rossoneri a stagnare sul fondo della classifica, fermi a 3 punti, e con un periodo nero che sembra non voler terminare mai. Con questa sconfitta il Milan incassa la terza debacle stagionale in quattro turni. I conti si fanno a maggio, ma il presente è nero, e il futuro all’orizzonte non promette bene.

    LA PARTITA

    Massimiliano Allegri come aveva promesso cambia le carte in tavola, schierando Mesbah al fianco di Mexes e rinunciando dal primo minuto a un giocatore importante come Boateng, puntando su El Shaarawy in tandem con Pazzini. Guidolin sorprende inserendo il nome nuovo Ranegie in coppia con il bomber Di Natale.

    Giampaolo Pazzini © Marco Luzzani Getty Images Sport

    Non è la giornata dei rossoneri, e si vede soprattutto nei primi 10 minuti quando il Milan propositivo sbaglia con Pazzini un’occasione unica, con l’ex nerazzurro che spreca davanti a Brkcic calciando male. Dopo una buona partenza e qualche buona occasione gli uomini di Allegri (con El Shaarawi decisamente ispirato) calano vistosamente e nel finale di primo tempo sono gli uomini di Guidolin a trovare la forza per far male alla retroguardia rossonera. Precisamente al minuto 40’ Ranegiesugli sviluppi di un calcio di punizione sfruttando l’uscita a vuoto di Abbiati, fa valere i suoi centimetri e mette in rete con uno stacco di testa che beffa tutti.

    Nella ripresa l’Udinese non cambia nessun uomo, mentre dopo nemmeno dieci minuti è Allegri a sconfessare le sue scelte iniziali e a cambiare le carte in tavola, inserendo Boateng al posto di Ambrosini. Solo pochi istanti dopo la sostituzione il Faraone El Sharaawy si inventa una rete praticamente da solo trovando una conclusione dai 25 metri che si infila alla destra di Brkcic, portando il punteggio sull’1 a 1. Al 23’ succede l’impossibile in area, con un mischione dove l’Udinese subisce il fallo di Zapata su Ranegie e al tempo stesso trova la rete con Di Natali. Celi ferma il gioco e fischia il calcio di rigore non concedendo incredibilmente la regola del vantaggio tra le numerose proteste dei friulani. Zapata già ammonito guadagna anzitempo la via degli spogliatoi e Di Natale con la freddezza di un cecchino batte Abbiati dagli undici metri portando i suoi in vantaggio per 2 a 1. Il Milan è in bambola e nel finale oltre alla seconda espulsione di Boateng con una doppia inferiorità numerica, rischia la goleada con una discesa di Coda fermata solo da una grande parata di Abbiati. Fischio finale e fischi sui rossoneri.

    PAGELLE UDINESE-MILAN

    Ranegie 7 Giornata da incorniciare, e esordio da predestinato. Gioca la sua prima in Serie A e bagna l’esordio con la rete del vantaggio, riuscendo ad essere incisivo quando conquista il rigore.

    Allan 6,5 Guidolin ci vede lungo. Allan ricambia la fiducia del suo tecnico con una prestazione maiuscola, sradicando palloni qua e là e mettendosi al servizio della squadra

    Danilo 6,5 Muro assoluto. Gli interessi delle Juventus ora sono sempre più comprensibili

    Di Natale 6,5 Cecchino dagli undici metri

    Abbiati 5,5 Incomprensibile la sua uscita folle sul primo gol dell’Udinese. Poi nel resto della partita in parte si riscatta evitando la goleada.

    Zapata 5 Nel primo tempo regge bene l’impatto emotivo contro la sua ex squadra. Nella ripresa complice la doppia ammonizione rimediata nel giro di pochi minuti rovina la sua prestazione e lascia i suoi nei guai.

    Mexes 4,5 è continuamente in difficoltà e su Ranegie si fa anticipare in maniera ingenua. L’addio si Thiago Silva è sempre una ferita fresca

    Boateng 4,5 Fin troppo nervoso. Si fa espellere dimostrando come non è proprio il suo momento migliore.

    Udinese (3-5-2): Brkic 5; Benatia 6,5, Danilo 6,5, Coda 6; Faraoni 5,5 (17′ st Badu 6,5), Allan 6,5, Pinzi 6, Pereyra 5,5, Pasquale 5,5; Ranegie 7, Di Natale 6,5 (42′ st Fabbrini sv)

    Milan (4-3-1-2): Abbiati 5,5; Abate 5, Zapata 5, Mexes 4,5, Mesbah 4,5; Montolivo 6, Ambrosini 5 (7′ st Boateng 4,5), Nocerino 5 (35′ st Bojan sv); Emanuelson 5 (24′ st Acerbi 5,5); El Shaarawy 6, Pazzini 5

    VIDEO UDINESE-MILAN

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  • A Udine Allegri boccia Boateng, debutto per Zapata

    A Udine Allegri boccia Boateng, debutto per Zapata

    E’ arrivato il giorno tanto atteso. Ore 15, stadio Friuli, Udinese-Milan si affrontano per la 4 giornata di campionato. Incontro già decisivo per il tecnico degli ospiti Massimiliano Allegri. Una sconfitta contro i bianconeri significherebbe esonero quasi certo. Dall’altra parte i padroni di casa non stanno meglio. Il primo successo stagionale tarda ad arrivare (fin qui è stato raccolto solo un punto), e soltanto la pazienza della famiglia Pozzo ha alleggerito la tensione in casa Udinese. Reduci entrambi dagli impegni europei, i bianconeri così come il Milan si giocheranno molto nella partita di oggi. A rischiare sono sopratutto i rossoneri, che ormai vedono la distanza dalla capolista Juventus dilatarsi a nove lunghezze. Alle ore 17 sapremo se Allegri sarà riuscito a restare in sella oppure se lo scontro con Inzaghi non sia stato soltanto l’ultimo episodio spiacevole di un 2012 da cancellare. Proprio in primavera la scorsa stagione la squadra di Allegri ottenne una vittoria fondamentale, scaccia-crisi. A volte dicono che la storia è solita ripetere situazioni e fatti già avvenuti. Udinese-Milan, adesso o mai più.

    DOMIZZI FUORI– Segnali importanti, così Guidolin ha valutato i passi avanti dei suoi ragazzi nel match di giovedì sera di Europa League contro l’Anzhi. Un punto importante per il morale, firmato Di Natale, entrato ad inizio ripresa. Il tecnico dei bianconeri cerca risposte altrettanto positive nella sfida odierna, dove vara il 3-5-2, accantonando il modulo che prevedeva il solo Totò Di Natale come unica punta. Insieme al capitano dei friulani scende in campo dal primo minuto Barreto, con il brasiliano alla sua prima apparizione da titolare quest’anno. A centrocampo bocciatura per Williams, al suo posto Allan. L’ex Gremio cerca quella continuità necessaria per esprimere le qualità che di certo non gli mancano. Sulla corsia di destra Basta sarà in dubbio fino all’ultimo, dopo il piccolo infortunio subito nella seduta di rifinitura. In preallarme Faraoni, protagonista di un’ottima prestazione tre giorni fa. Nella lista dei convocati manca all’appello Domizzi, infortunatosi proprio nella partita contro l’Anzhi. Al suo posto giocherà Coda. Tra i pali rientra Brkic, assente giovedì.

    Stephan El Shaarawy nell’ultima partita contro l’Anderlecht | ©Claudio Villa/Getty Images

    ALLEGRI NON CAMBIA – In casa Milan si era parlato di 4-3-3, o comunque una variazione tattica rispetto al marchio di fabbrica del 4-3-1-2. Anche ieri in allenamento Allegri ha provato diverse soluzioni, fra cui lo stesso 4-2-3-1, ma alla fine della fiera la sensazione è che il Milan non cambierà pelle. Uomini sì. Perché a centrocampo rientra Montolivo, e non è una novità di poco conto per la manovra rossonera che recupera l’unico uomo di qualità nella rosa a disposizione del tecnico toscano. L’ex viola giocherà sul centro-destra, con Nocerino mezzala sinistra e De Jong in mezzo al campo a fare legna. In attacco invece c’è Emanuelson dietro la coppia d’attacco che anche stavolta dovrebbe vedere Pazzini insieme ad El Shaarawy, quest’ultimo molto positivo contro l’Anderlecht in Champions. Boateng quindi dovrebbe osservare un turno di riposo, considerata la scarsa forma fisica fin qui dimostrata. Difesa nuova di zecca infine. Esordisce proprio contro la sua ex squadra Zapata. Al suo fianco Mexes. Promozione in vista per De Sciglio, che giocherà sull’out di sinistra, mentre Abate si riprende la fascia destra.

    Le probabili formazioni di Udinese-Milan
    Udinese (3-5-2): Brkic, Benatia, Danilo, Coda, Basta, Pereyra, Pinzi, Allan, Pasquale, Barreto, Di Natale.
    A disposizione: Padelli, Pawlowski, Badu, Angella, Faraoni, Williams, Hertauz, Armero, Gabriel Silva, Fabbrini, Maicosuel, Ragenie. Allenatore: Guidolin.
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Abate, Mexes, Zapata, De Sciglio, De Jong, Nocerino, Montolivo, Emanuelson, El Shaarawy, Pazzini.
    A disposizione: Amelia, Gabriel, Acerbi, Bonera, Mesbah, Antonini, Constant, Traore, Ambrosini, Boateng, Bojan, Niang. Allenatore: Allegri.

  • Guardiola: “Io al Milan? non si sa mai”

    Guardiola: “Io al Milan? non si sa mai”

    In queste ore che precedono la vigilia di Udinese-Milan, partita chiave per la gestione Allegri, riappare come un fantasma l’ex allenatore del Barcellona Pep Guardiola. Dal suo soggiorno americano il maestro spagnolo ha se vogliamo aperto ad un probabile futuro in Italia, sulla panchina dei rossoneri, anche se questa ipotesi appare quantomeno irrealistica per mille motivi. Io al Milan? Non si sa mai nel calcio”la risposta di Pep alla domanda di un giornalista durante un’intervista rilasciata in Messico, dove si trova per una vacanza di pochi giorni, prima di tornare a New York insieme alla sua famiglia. Dichiarazioni che arrivano in un momento in cui la guida tecnica del Milan è in fortissima discussione e che sicuramente non aiuteranno psicologicamente Allegri, sempre più sulla graticola per i risultati ed il gioco espresso in avvio di stagione. Sentimento opposto invece si registra tra i tifosi del Diavolo, eccitati dall’idea che nella prossima stagione la loro squadra del cuore possa essere guidata da Guardiola.

    In realtà le possibilità che lo spagnolo approdi al Milan sono piuttosto remote. Vuoi per l’ingaggio plurimilionario che Pep chiederebbe alla società di Via Turati, le cui casse societarie ultimamente piangono. E come conseguenza diretta, vuoi per il poco sex-appeal che il club rossonero possa suscitare in Guardiola, reduce da quattro stagioni in Spagna nelle quali i soldi non sono di certo mancati. Vuoi per i giocatori non funzionali al progetto. Vuoi perché quando Guardiola osserva il centrocampo del Milan attuale e lo rapporta con quello blaugrana scappa dopo aver letto i primi due nomi. Vuoi perché Guardiola è a New York non per una gita scolastica, non perché affetto da mania statunitense, ma per uno scopo ben preciso, ovvero quello di perfezionare il suo inglese, e non di certo per allenare nel nostro Paese.

    Joseph Guardiola, sogno proibito del Milan | ©JOSEP LAGO/AFP/GettyImages

    Tutto lascia pensare che il futuro di Pep Guardiola sia già scritto, e si chiami Manchester United. E’ lui l’erede designato di Sir Alex Ferguson. La leggenda scozzese con ogni probabilità lascerà la panchina dello United per una dorata pensione al termine di questa stessa stagione, qualunque risultato sportivo verrà proclamato a maggio. Pep non ha mai nascosto la sua passione per la Premier League, che da sempre lo affascina. Tra Red Devils e Milan l’ex tecnico del Barca non dovrebbe avere dubbi, con gli inglesi nettamente favoriti. Per buona pace di Berlusconi, dei tifosi rossoneri, e di Jose Mourinho.

  • Tra Allegri e Inzaghi scoppia la pace “Non è successo nulla”

    Tra Allegri e Inzaghi scoppia la pace “Non è successo nulla”

    Torna il sereno in casa Milan. E’ terminata pochi minuti fa l’intervista congiunta ad Allegri e Inzaghi da parte del canale telematico rossonero Milan Channel. La mini conferenza è stata preceduta da una stretta di mano con annesso sorriso subito pubblicata sul sito ufficiale della società di Via Turati, per anticipare il concetto di pace fatta tra i due protagonisti della serata di ieri, con tanto di lite condita da insulti pesanti presso il centro di allenamento delle giovanili Vismara. Tutto chiarito quindi. Le dichiarazioni di Allegri e Inzaghi non lasciano spazio ad interpretazioni. Entrambi hanno confermato come in realtà due giorni fa non sia successo nulla, se non un semplice scambio di vedute durato neanche un minuto, rigettando così qualsiasi ipotesi di rissa verbale e tanto meno fisica, come invece era stato scritto da diversi media in serata. L’intervista si è conclusa dopo circa 15 minuti dal suo inizio, e ha visto i due tecnici stringersi nuovamente la mano.

    La mattinata invece non si era proprio aperta sotto gli auspici migliori. Da Milanello infatti arrivavano altre rivelazioni sulla lite dell’altro giorno. Parole attribuibili ad Allegri, le quali non facevano altro che peggiorare la situazione del tecnico rossonero: “non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, non sei un uomo”, rivolgendosi ad Inzaghi, colpevole di non averlo salutato. Il livornese ha poi incalzato l’attuale allenatore degli Allievi Nazionali intimandogli un minaccioso “piantala, sennò vengo a prenderti”. Dopo questa affermazione Inzaghi si sarebbe allontanato, e allora Allegri avrebbe concluso il suo show urlando direttamente ai ragazzi presenti in campo: “Questo è l’allenatore che dovrebbe insegnarvi calcio”. Se il tutto fosse stato confermato, la dirigenza non avrebbe potuto far altro che licenziare il tecnico della Prima squadra, senza dover aspettare nemmeno la partita di domenica contro Udine. Invece è giunta la smentita ufficiale direttamente dai diretti interessati, con tanto di sorrisi e stretta di mano.

    Massimiliano Allegri sorridente prima del match contro l’Atalanta | ©Claudio Villa/Getty Images

    Lo stesso Tiziano Crudeli, voce storica del Milan, questa mattina aveva ampiamente sgonfiato il caso, durante un’intervista telefonica rilasciata al portale Milannews. Crudeli ha confermato il reale incontro, con Allegri in visita al Centro Vismara accompagnato dal responsabile tecnico del settore giovanile Filippo Galli. Allegri avrebbe quindi stretto la mano ad Inzaghi e poi i due avrebbero scambiato qualche opinione. Pareri verosimilmente contrastanti, considerato che dopo 60 secondi i due si siano lasciati freddamente. Racconto di Crudeli ribadito poche ore dopo da Allegri e Inzaghi. Alle ore 15 è già tempo di allenamento per la Prima squadra. La trasferta di Udine è ormai alle porte.

  • I perché della lite Allegri-Inzaghi

    I perché della lite Allegri-Inzaghi

    In casa Milan non si parla d’altro. La lite Allegri-Inzaghi è sicuramente l’argomento del giorno. Una notizia rilanciata in esclusiva nel pomeriggio da Novastadio e diventata nello spazio di pochi minuti una bomba ad orologeria, grazie anche ad un social network come Twitter. Il portale d’informazione rossonero Milannews ha immediatamente dato risalto al “fattaccio”. Il tutto è avvenuto nel pomeriggio di ieri, quando Allegri si è presentato al Centro Vismara, dove si tengono le sedute di allenamento del settore giovanile rossonero. Il tecnico livornese, accompagnato dal responsabile dell’area tecnica Filippo Galli, era andato a salutare i colleghi di Milanello, fra cui lo stesso Filippo Inzaghi, attuale allenatore degli Allievi Nazionali. Allegri avrebbe rivolto il saluto a Superpippo, ma quest’ultimo, ignorandolo, ha continuato come se niente fosse l’allenamento (secondo una prima ricostruzione offerta dal giornalista del Corriere dello Sport Furio Fedele).

    Ciò ha mandato in bestia il Conte Max, che avrebbe apostrofato in maniera poco elegante Inzaghi con un colorito “pezzo di m.”.  L’ex attaccante del Milan non si sarebbe fatto pregare, rispondendo per le rime, dopo aver trascorso gli ultimi due anni ai margini della squadra durante la gestione Allegri (senza dimenticare che fino a giugno scorso c’era un certo Zlatan Ibrahimovic in rosa). Chi ha assistito al violento diverbio tra i due tecnici, riferisce inoltre che i due sarebbero venuti quasi allo scontro fisico. L’aggravante è ovviamente che il tutto dovrebbe essere avvenuto davanti ai ragazzi allenati da Inzaghi (sebbene quest’ultimo particolare sia stato negato dallo stesso Filippo Galli).

    Filippo Inzaghi sulla panchina degli Allievi Nazionali | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Il nervosismo e la tensione alle stelle degli ultimi giorni hanno tirato un brutto scherzo ad Allegri, che sente la sua panchina traballare ad ogni nuova ora. L’atteggiamento di Inzaghi non è andato giù al livornese, lo stesso Inzaghi che i media danno in pole-position per raccogliere il posto vacante dell’ex Cagliari (ricordiamo che lo stesso tecnico degli Allievi ha compiuto un’importante apertura per la panchina della Prima squadra, offrendo la propria disponibilità). I due non si sono mai amati, complici anche le due esclusioni consecutive dalla lista Champions nell’ultima stagione.

    In serata è arrivato un comunicato stampa della società rossonera, il quale smentisce la lite tra Inzaghi e Allegri (di solito è questa la prassi). Sono quindi arrivate le stesse dichiarazioni ufficiali di Galliani, che ha raccontato di aver parlato con entrambi e che questi abbiano minimizzato l’accaduto. Come conseguenza l’allarme è rientrato. Sì, ma per quanto?

  • Maldini psicologo del Milan? Berlusconi ci pensa

    Maldini psicologo del Milan? Berlusconi ci pensa

    Maldini torna al Milan? La situazione in casa Milan è disperata e le voci sul futuro della squadra rossonera stanno iniziando a diventare incontrollabili. L’ultima trovata della carta stampata nazionale vuole Paolo Maldini come nuovo psicologo del Milan. Secondo quanto riportata dall’edizione di stamani del Corriere dello Sport, il presidente Berlusconi avrebbe individuato nel leggendario difensore del Milan una possibile soluzione per fortificare lo spirito di un gruppo che mentalmente pare a pezzi. La gestione Allegri è ormai ai titoli di coda, Udine sarà verosimilmente l’ultima tappa per il tecnico livornese, con il numero uno di Via Turati che avrebbe voluto licenziarlo già nella notte di Champions League post Anderlecht. In pole position c’è Mauro Tassotti, che insieme a Maldini andrebbe così a ricostituire un pezzo di storia del Milan, di quella squadra che nei primi anni ’90 aveva incantato l’Europa e il mondo con il maestro Sacchi e mister Capello.

    Una notizia che stride rispetto al velo della realtà rossonera. Non si può nascondere il fatto che Maldini non sia mai stato cercato dalla società di Via Turati, lui che più di ogni altro aveva contribuito negli ultimi 20 anni ad accrescere la leggenda del club e il senso di bandiera, un concetto che oggigiorno pare essersi estinto in Italia (se si esclude l’argentino Zanetti, dopo la partenza di Del Piero in Australia). Allora perché proprio adesso si parla del suo ritorno al Milan? Forse per la situazione disperata in cui versa Milanello? Più semplicemente perché forse sta cambiando qualcosa a livello dirigenziale.

    Paolo Maldini premiato da Platini nel 2009 | ©STEPHANE DANNA/AFP/Getty Images

    Non fu Berlusconi, bensì Galliani ad osteggiare fin dall’inizio l’ingresso in società di Paolo Maldini. Il motivo è rimasto ad oggi sconosciuto, anche se non è difficile individuare la causa. L’ex capitano del Milan è visto come un personaggio scomodo, fin troppo amato dal tifo rossonero, e questa popolarità potrebbe alterare in via definitiva gli equilibri già precari che si registrano in Via Turati. Galliani è sempre più soffocato dalla presenza di una certa Barbara Berlusconi, che il padre ha voluto inserire nel quadro dirigenziale lo scorso anno. Scegliere Maldini quindi sarebbe una decisione presa al 100% dalla famiglia Berlusconi, intenzionata però ad assegnare un ruolo tecnico alla bandiera rossonera e non societario, una sorta di compromesso quindi per rispetto di Galliani ma neanche silenziosa a tal punto da passare inosservata.