Tag: Massimiliano Allegri

  • Milan-Inter, i precendenti. El Shaarawy per dimenticare il 2011

    Milan-Inter, i precendenti. El Shaarawy per dimenticare il 2011

    E’ tempo di derby, è tempo di Milan-Inter. I rossoneri ci arrivano in discreta salute. Nelle ultime tre partite la squadra di Allegri ha aggiustato il tiro, raccogliendo due successi (Cagliari, Zenit) ed un pareggio (Parma). Nulla di trascendentale, se consideriamo l’avvio shock di quest’anno, quanto basta però per far tornare il sorriso in casa Milan. I giocatori infortunati stanno lentamente rientrando, fra tutti Robinho (per lui si ipotizza un ingresso nella ripresa) e Pato, quest’ultimo impegnato nel pomeriggio al centro Vismara per l’amichevole della Primavera rossonera contro i pari età della Pro Vercelli (diretta su Sportitalia a partire dalle ore 15). Un derby che vedrà il Milan giocare con il 4-2-3-1 o il tridente (più facile il primo), anche se nei dintorni di Milanello si parla di un clamoroso passaggio alla difesa a 3 (voce comunque che non ha trovato riscontri).

    FARONEMilan-Inter però sarà sopratutto la partita di El Shaarawy. Il piccolo Faraone sta frantumando ogni record. Tutto è cominciato a Udine due settimane fa. Da lì in poi l’ex Padova ha sempre trovato la via della rete. L’ultima di queste è entrata di diritto nella storia del Milan, perché la più “giovane” nelle competizioni europee. Lo accostano a Neymar, per il dribbling nello stretto. Si è scomodato per lui anche Shevchenko, l’ultimo grande goleador del Milan. Nello spazio di 15 giorni El Shaarawy è diventato il top-player dei rossoneri.

    Udinese Calcio v AC Milan - Serie A
    El Shaarawy ha il Milan tra le mani | ©Marco Luzzani/Getty Images

    PRECEDENTI – Senza andare a scomodare il passato, Milan-Inter è una sfida che ha fatto la storia del calcio italiano. La scorsa stagione Ranieri prima e Stramaccioni poi fecero inghiottire due bocconi amari ai tifosi rossoneri, che uscirono con le ossa rotta dal doppio confronto con i rivali nerazzurri (cinque gol subiti e due realizzati). Stagione quella precedente che stride rispetto all’annata 2010-2011, quando la banda di Allegri (al suo primo anno sulla panchina del Diavolo) fu capace di battere l’Inter sia all’andata che al ritorno, vittorie che furono completate dal trionfo in Supercoppa qualche mese più tardi (a Pechino fu Gasperini a incappare nella sconfitta). Non prendete impegni, domani a San Siro c’è Milan-Inter.

  • El Shaarawy zar, Zenit-Milan 2-3. Allegri respira

    El Shaarawy zar, Zenit-Milan 2-3. Allegri respira

    E’ una vittoria importantissima. Zenit-Milan termina 3-2 in favore della squadra di Allegri. Per i rossoneri in rete Emanuelson ed El Shaarawy nel primo tempo, è stato poi un autogol di Hubocan a regalare i tre punti ad Abbiati e compagni. Citiamo il portiere-capitano non a caso. Se il Milan ha vinto, il 90% del merito va attribuito esclusivamente a San Abbiati. Bravissimo nel corso dei primi 45′ minuti, strepitoso nel finale, dove salva il risultato con un intervento che ha del miracoloso. Spalletti sprofonda nell’inverno russo. Hulk e Witsel sono fuoriclasse, ma il loro inserimento nello Zenit si sta rivelando più lento del previsto. Due le sconfitte consecutive in Champions League per la squadra che a Montecarlo era considerata la favorita del Girone. Ora Spalletti rischia una clamorosa eliminazione.

    CINISMO– Quello che è mancato al Milan nelle prime 6 giornate di campionato lo ritroviamo come per incanto nella prima mezzora del match di stasera. Gioco, gol, concretezza, personalità, fortuna. E’ il tredicesimo minuto quando Emanuelson batte Malaafev su punizione grazie alla decisiva deviazione della barriera. Passano tre minuti ed il Faraone imbuca il suo quinto centro consecutivo stagionale, il primo in carriera nelle competizioni europee. Il Milan è avanti 2-0 sul campo dello Zenit dopo appena sedici minuti. Allegri gongola.

    El Shaarawy festeggiato dai compagni dopo il 2-0 | ©KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/GettyImages

    LA MOSSA – Vedendo la sua squadra in grandissima difficoltà, specialmente sulla fascia destra, Spalletti cambia modulo. Lo Zenit si trasforma col 4-4-2. Hulk in attacco, sul versante sinistro, quello dove nasce il gioco rossonero dettato da Montolivo. Gli attacchi di El Shaarawy non fanno più paura. Ora è il Milan ad averla. Abate e Zapata vanno in tilt al cospetto del colosso verdeoro. Soltanto un Abbiati straordinario evita che lo Zenit rientri in partita. Fino a trenta secondi dal termine del primo tempo, quando Hulk trafigge di sinistro l’estremo difensore rossonero. Il gol del brasiliano stravolge gli schemi psicologici del match, che ad inizio ripresa torna completamente in mano dello Zenit. Shirokov firma il pareggio quando l’orologio dell’arbitro aveva percorso soltanto due giri. Sesto gol subito dal Milan sui calci piazzati quest’anno. Stavolta è Montolivo a dimenticarsi il suo uomo.

    PERSONALITÀ – I rossoneri vedono i fantasmi, forse anche le streghe. Ma la valanga russa si esaurisce difronte alla diga umana che risponde al nome di Christian Abbiati. Il coro “Santo subito” torna prepotentemente di moda in un giorno che sa di rivoluzione a tinte rossonere. Il Milan si ricorda forse di essere la squadra che ad oggi in Italia può vantare maggiore blasone in campo europeo, e torna a giocare alto, con personalità, in un campo che nel frattempo si è trasformato in bolgia. E allora diventa tutto più semplice, tutto più reale. Gol, anzi autogol, ma tant’è. La sostanza dice 3-2 per il Milan. La classifica dice 4 punti e primo posto provvisorio nel girone in attesa di conoscere il risultato di questa sera del Malaga. La classifica dice anche 4 punti di vantaggio rispetto allo Zenit, fermo a quota zero punti.

    Pagelle Zenit-Milan 
    Abbiati 10: non ci sono parole per descrivere una simile prestazione del portiere rossonero. Immenso, prodigioso, mistico, Santo subito.
    De Jong 7: cresce l’olandese. Gioca insieme ad un centrocampista di qualità come Montolivo e le sue prestazioni crescono in maniera esponenziale.
    El Shaarawy 8: ma che gol ha fatto il Faraone? Sì, è lui il fuoriclasse del Milan. A sinistra fa quello che vuole. Corre, dribbla, segna. Fenomeno.
    Bojan 6,5: con Bojan falso nueve il Milan è più imprevedibile, più tecnico, più bilanciato. Boateng può fare il suo gioco, El Shaarawy ha un alleato in più al momento dell’assist. Un Bojan per tutti.

    Video Zenit-Milan
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  • Allegri sfida Spalletti, Zenit-Milan è già un crocevia

    Allegri sfida Spalletti, Zenit-Milan è già un crocevia

    Stasera alle ore 18 va in scena Zenit-Milan, match valido per la seconda giornata del girone C di Champions League. Se per i russi è la partita della vita (così l’ha definita Spalletti alla vigilia), per Allegri è un match da centrare a tutti i costi per non crollare poi fra qualche giorno dopo un eventuale ko nel derby della Madonnina. Zenit-Milan è anche la partita delle deluse, almeno fin qui, del Gruppo. Due squadre che alla vigilia erano date come le super favorite per il passaggio del turno, e che invece dopo i primi 90′ minuti si ritrovano con un punto in tutto (quello del Milan). I rossoneri non possono permettersi l’ennesimo passo falso della stagione, perché una sconfitta oggi rappresenterebbe forse già l’eliminazione dal torneo continentale, con il Malaga autentica sorpresa del gruppo C.

    MONTOLIVO TREQUARTISTA – In Russia Allegri si affida a tutte le sue migliori armi offensive. Dal primo minuto dentro El Shaarawy, Pazzini e Robinho. Fra questi è proprio il Faraone ad essere ancora vergine in campo europeo. I quattro gol segnati consecutivamente consentiranno all’ex giocatore del Padova di apporre sul tabellino dei marcatori anche il suo nome? Molto dipenderà dallo spirito con cui i ragazzi di Allegri scenderanno in campo, se impauriti o liberi da qualsiasi freno mentale. E per mantenere quella compattezza necessaria per non subire passivamente l’avversario, al Milan servirà anche tanto sacrificio, concetto che non tutti hanno dimostrato di possedere in questo avvio di campionato. I tifosi del Diavolo dovranno pregare per vedere un Montolivo fresco di gambe e di testa. L’ex viola giocherà come trequartista, alle spalle del gemello Pazzini. Montolivo e Robinho sapranno sacrificarsi per la squadra anche in fase di non possesso?

    Spalletti contro Allegri, sfida verità tra Zenit e Milan |©Jorge Guerrero/AFP/GettyImages

    DE SCIGLIO IN PANCHINA – Con ogni probabilità resterà fuori dall’undici titolare di stasera Mattia De Sciglio. Il talentuoso terzino ha accusato un leggero fastidio alla caviglia, problema che spinge Allegri ad optare per la soluzione Antonini sulla corsia di sinistra. Al centro della difesa gioca la coppia Mexes-Bonera, fin qui la migliore del lotto rossonero. I due di centrocampo saranno invece capitan Ambrosini e Nocerino, ancora a secco quest’anno dopo la scorsa stagione da record in termini di gol messi a segno. Si accomodano in panchina i nuovi arrivati De Jong, Bojan e Niang.

    MARETTA ZENIT – All’interno dello Zenit il clima che si respira non è dei più ideali. Gli arrivi di Hulk e Witsel, con relativo ingaggio super, hanno scatenato un terremoto nello spogliatoio russo. Fuori Denisov, il capitano della squadra, che chiede stipendi più equi per i suoi compagni di squadra. Il ruolino di marcia in campionato non è dei migliori per i campioni in carica, che attualmente occupano la settima posizione, distante cinque punti dalla capolista Anzhi. Partita da dentro o fuori quella di stasera. Una vittoria rimetterebbe in carreggiata lo Zenit, una sconfitta (la seconda dopo quella di Malaga) metterebbe già ora in serio pericolo l’avventura europea dello Zenit mister 80 milioni (Hulk più Witsel).

    Zenit-Milan, le probabili formazioni
    Zenit (4-3-3): Malafeev, Anyukov, Hubocan, Lombaerts, Crsicito, Fayzulin, Shirokov, Zyryanov, Bystrov, Kerzhakov, Hulk. All. Spalletti
    Milan (4-2-3-1): Abbiati, Abate, Bonera, Mexes, Antonini, Nocerino, Ambrosini, Robinho, Montolivo, El Shaarawy. Pazzini. All. Allegri

  • Berlusconi rassicura Galliani “il migliore al mondo”

    Berlusconi rassicura Galliani “il migliore al mondo”

    Dopo le voci incontrollate dei giorni scorsi, è sceso in campo il Cavaliere Berlusconi per difendere l’immagine di un Milan sano e pacifico. Il numero uno dei rossoneri ha rispedito al mittente le malelingue che volevano Galliani al passo di addio, effetto di un amore ormai conclusosi tra lui e lo storico amministratore delegato. Fiducia incondizionata quella di Berlusconi nei confronti di chi da 26 anni è al timone di una tra le società più importanti in Europa e nel mondo, grazie anche al suo operato che negli anni è sempre stato apprezzato come uno dei migliori entro i confini nostrani. Il Cavaliere ha riconosciuto questo, sottolineando come Galliani sia uno dei “massimi manager calcistici a livello mondiale”. Oggettivamente possiamo anche convenire su quanto espresso da Berlusconi.

    Come dichiarato da molti ex rossoneri nella giornata di ieri, intervistati per rilasciare un’opinione sulle notizie circolate nelle ultime ore, per Galliani parla la bacheca dei trofei in Via Turati. Qualcuno potrebbe anche ricordare il fattaccio di Marsiglia, dove più di una persona il giorno dopo scrisse che a Galliani gli si fosse spenta più di una lampadina, ma un episodio (per quanto “storico”) non può intaccare un lavoro di oltre un quarto di secolo. Lo stile Milanè diventato unico. Sapienza con i media, trattative impossibili, colpi di teatro, un licenziamento ogni 10 anni, e possiamo continuare così per molte ore ancora. In tutto questo Galliani ha sicuramente svolto un ruolo fondamentale, se non decisivo. Però, lo dicevamo già ieri, qualcosa si è rotto.

    Galliani e Berlusconi, l’ultimo anno insieme? | ©Giuseppe Cacace/AFP/Getty Images

    Luca Serafini, esperto di faccende rossonere, ha voluto dire la sua in merito alla vicenda di un possibile licenziamento di Galliani da parte dell’ex presidente del Consiglio. Serafini ha spiegato come i rapporti tra i due non siano più idilliaci da tempo, dal 2006 per esattezza, una data piuttosto significativa. Siamo nel post Calciopoli, il Milan invischiato insieme ad altri club di Serie A e a rischio retrocessione. Alla fine fu soltanto una penalizzazione in classifica, ma da allora in Berlusconi qualche tarlo iniziò a consumare il feeling tra lui e Galliani.

    Ciò che potrebbe davvero portare alla fine di un amore pluridecennale è il capitolo allenatore. In tal senso Massimiliano Allegri è il tecnico della discordia. Dopo l’esperienza fallimentare di Leonardo al Milan, Berlusconi avrebbe comunque voluto proseguire quella linea già impostata in passato, e che rispondeva al motto “il Milan ai milanisti”. Ancelotti docet, 8 anni forse irripetibili nel breve periodo, che però hanno segnato profondamente l’immaginario collettivo dei dirigenti rossoneri. Allenatori preferibilmente provenienti da quel Milan sacchiano, con il Maestro a lanciare due dei tecnici che adesso sono considerati essere il meglio del made in Italy: Carlo Ancelotti e Antonio Conte (quest’ultimo non è mai stato a Milanello, ma l’avventura in Nazionale è stata particolarmente esaustiva).

    A Galliani è andata bene il primo anno, quando Allegri ha vinto lo scudetto, potendo comunque contare su un organico che non aveva forse pari in Italia. La scorsa stagione però non è andata poi così bene, specialmente se si ricordano le “smorfie” presidenziali durante il match contro il Barcellona a San Siro. L’inizio di questo campionato non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Non è il solo Allegri a ballare quindi, anche Galliani rischia la poltrona.

  • Cassano meglio di Pazzini, primo derby ai nerazzurri

    Cassano meglio di Pazzini, primo derby ai nerazzurri

    Alla sesta giornata di campionato la classifica marcatori dice: Cassano 4, Pazzini 3. I numeri dicono quindi che lo scambio estivo tra Inter e Milan sia stato fin qui favorevole ai nerazzurri. Sopratutto se consideriamo l’arco di tempo in cui i due sono andati a segno. Il milanista li ha realizzati tutti nei 90′ minuti del Dall’Ara, al suo debutto da titolare con la maglia rossonera. Il secondo invece li ha sapientemente smistati in queste sei incontri di Serie A. Tre dei quattro gol segnati da Fantantonio hanno portato a fine gara i tre punti per la squadra di Stramaccioni (Torino, Chievo, Fiorentina), e solo contro la Roma la sua marcatura si è rivelata inutile. A conti fatti quindi Cassano è due spanne sopra l’ex nerazzurro. Se poi aggiungiamo nell’analisi l’aspetto economico la situazione peggiora.

    Sette milioni, a tanto ammonta il conguaglio della società di Via Turativersato nelle casse dell’Inter al momento dello scambio dei due. Una cifra inizialmente ritenuta eccessiva dai tifosi del Milan. Con il senno di poi non avevano tutti i torti. Rimane comunque il fatto che l’acquisto di Pazzini serviva come il pane ai rossoneri, dopo la cessione di Ibrahimovic e gli obiettivi di mercato irrealistici per le finanze del Diavolo. C’è poi anche l’attenuante della preparazione fisica. Da quanto dichiarato dallo stesso Tassotti nel post partita di Milan-Cagliari, Pazzini non avrebbe ancora raggiunto una forma fisica decente e che le partite sono per lui un allenamento fondamentale per arrivare quanto prima al top della forma. In ultima analisi c’è anche il sistema di gioco proposto dal Milan in queste settimane, che di certo non aiuta l’ex bomber della Sampdoria. E quando la squadra non gira, l’attaccante principe non segna, è automatica l’equazione Pazzini=flop.

    Cassano al top con la maglia dell’Inter | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Dall’altra parte è normale l’equazione Cassano=top. Perché l’Inter viene da due vittorie consecutive, Stramaccioni sembra aver trovato la quadra, il rapporto tra giocatore e allenatore pare ottimo e così via.

    Bisogna anche ricordare però chi alla seconda giornata era pronto a bollare Cassano come acquisto insensato, mentre Pazzini il solito colpo di genio di Galliani. Questo poche minuti dopo la cocente sconfitta dell’Inter contro la Roma a San Siro e la prima vittoria in campionato del Milan al Dall’Ara di Bologna, proprio grazie alla tripletta del Pazzo. Fiumi di parole scritti, gente pronta a salire sul carro di Pazzini e abbandonare senza troppi patemi d’animo Cassano. Da quel 2 settembre è trascorso appena un mese. E fra sei giorni a San Siro c’è il derby.

    Vedremo nuovamente rimescolarsi le carte oppure gli strepiti della vigilia saranno confermati dall’ennesimo tonfo del Milan in questo avvio di stagione? Ormai non ci stupiamo di nulla. Di certo c’è quello che al primo ottobre i media dipingono: Cassano super, Pazzini problema. Le stesse parole usate non meno di 30 giorni fa. Non vogliamo pensare all’eventualità di un Milan vincente domenica. E nemmeno pensare ad un’eventuale vittoria dei rossoneri grazie ad un gol di Pazzini. Troppi titoli da cambiare, troppa carta da buttare. Allegri rimane, Stramaccioni sulla graticola, Cassano flop, Pazzini super, Galliani idolo, Branca incapace. No, davvero troppo.

  • Nuovo stop per il Milan, a Parma finisce 1-1

    Nuovo stop per il Milan, a Parma finisce 1-1

    L’anticipo pomeridiano Parma-Milan della sesta giornata di Serie A termina 1-1. Alla rete di El Shaarawy ad inizio ripresa risponde la punizione velenosa di Galloppa al 66′. Per il Milan un punto che serve a poco, con la Juve che ritorna a nove lunghezze di distanza dopo il trionfo allo Juventus Stadium contro la Roma del nemico Zeman. Massimiliano Allegri a fine partita si dice soddisfatto della prestazione, sopratutto quella di inizio secondo tempo, ma arrabbiato per il risultato finale, consapevole di come la sua squadra avrebbe dovuto chiudere subito la partita. Resiste l’imbattibilità interna dei ducali, che al Tardini non perdono da 8 incontri ufficiali. I rossoneri invece completano il lotto della classifica esterna: 1 vittoria (Bologna), 1 sconfitta (Udine) e il pareggio di ieri.

    ANCORA TU– Allegri sorprende all’inizio schierando l’inedito 4-2-3-1, con Nocerino in posizione più avanzata rispetto al passato, lasciando De Jong e Ambrosini in mediana. Il tridente reale è composto da El Shaarawy, Boateng e Bojan. Lo spagnolo vince in volata il ballottaggio col 17 enne Niang. Il primo tempo scivola via tra la noia generale. Soltanto nel finale prima una discesa impressionante di El Shaarawy sulla sinistra e poi un tiro a giro di Bojan da fuori area suonano la sveglia ai 15 mila del Tardini, fin lì rimasti svegli soltanto per la pioggia. Nella ripresa il Milan cambia marcia ed è ancora El Shaarawy l’uomo della provvidenza. Contropiede micidiale dei rossoneri, propiziato da Bojan che serve in velocità il Faraone. Progressione strepitosa per l’ex Padova che si allunga quanto basta per infilare Mirante. Quarto gol in campionato per El, che segna ininterrottamente dalla trasferta di Udine. Come allora però il suo gol non porterà i frutti sperati.

    Per El Shaarawy è al quarto gol stagionale | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    PERCHE’ TU FAI COSI’ – Il Milan vive sulle ali di uno scatenato El Shaarawy. Sulla fascia di sinistra due 20 enni (De Sciglio li compierà fra poco) sono ad oggi gli uomini in più per Allegri. Fin quando il Faraone ne ha, la squadra rossonera continua a rendersi pericolosa. Prima con Boateng, che di testa tutto solo manca clamorosamente lo specchio della porta. Ancora il ghanese ci prova da fuori area, stavolta però è Mirante a dirgli di no. In una delle rare discese di Abate sulla destra il Milan ha di nuovo l’opportunità per portarsi sul 2-0 ma la difesa gialloblu si salva in qualche modo. E se nel calcio non concretizzi, gli altri solitamente ne approfittano.

    E’ LA DURA LEGGE DEL GOL – Montolivo appena entrato in campo al posto del capitano Ambrosini non trova di meglio che commettere fallo dal limite, concedendo così a Galloppa un’invitante punizione. L’ex Siena trova un sinistro micidiale che trova impreparato Abbiati sul primo palo, complice anche una deviazione della barriera. Il Parma così agguanta il pareggio dopo essersi trovata in svantaggio un quarto d’ora prima. Il Milan avrebbe anche il tempo per recuperare la situazione e riportarsi avanti, ma gli ingressi di Robinho e Pazzini nel finale si rivelano del tutto inutili. L’unica palla gol che i rossoneri producono è una punizione da 30 metri di Montolivo che per poco non beffa Mirante. E martedì c’è lo Zenit.

    Parma-Milan 1-1
    De Sciglio 7: insieme a Yepes è il migliore dei suoi in difesa. Il ragazzo ha personalità, corsa, voglia di arrivare in fondo e crossare, anche se il sinistro non è il suo piede. E’ lui l’erede di Maldini?
    De Jong 5,5: non riusciamo a dargli l’insufficienza anche oggi, nonostante abbia giocato per lunghi tratti insieme ad un solo centrocampista come era abituato al City. Diamo tempo al tempo.
    Boateng 6: segnali di ripresa dal Boa. Pesa però il gol fallito due minuti dopo il vantaggio di El Shaarawy. Il posto comunque non dovrebbe essere in discussione se il 4-2 fantasia continuerà a regnare.
    Bojan 6,5: dopo un avvio piuttosto monotono, lo spagnolo si accende a cavallo tra fine primo tempo ed inizio ripresa. Suo l’assist per El Shaarawy, suo il traversone che ha messo in porta da solo Boateng, sua una delle conclusioni più pericolose di giornata.
    El Shaarawy 7,5:  segna ancora il piccolo Faraone. Dimostra anche al Tardini di essere l’uomo che può fare la differenza in questo piccolo Milan. Allegri quando ritroverà Pato e Robinho potrebbe davvero dare una svolta alla stagione.

  • A Parma Niang titolare. Il Milan ritrova Amauri

    A Parma Niang titolare. Il Milan ritrova Amauri

    Questo pomeriggio al Tardini si gioca Parma-Milan, sfida valida per la 6 giornata di Serie A. Per i rossoneri un match senz’altro importante. La vittoria contro il Cagliari di mercoledì non ha infatti cancellato le ombre sullo stato di forma della squadra di Allegri, e la panchina di quest’ultimo resta ancora in bilico. Tre punti contro i ducali consentirebbero al Diavolo di ottenere quella fiducia indispensabile per affrontare le prossime partite con più tranquillità, a partire dalla sfida di Champions League contro lo Zenit di Spalletti in Russia. Difronte il Milan ritrova Donadoni, oggi tecnico dei padroni di casa ma indimenticabile ex rossonero degli anni ’90. Torna regolarmente in panchina Allegri, dopo aver scontato la squalifica nel turno infrasettimanale per essersi reso protagonista di un diverbio con l’arbitro Cieli nel post partita di Udine sette giorni fa.

    SORPASSO NIANG– Il tecnico livornese conferma il tridente delle ultime due giornate. Le novità nell’undici titolare però non mancheranno. Come confermato in conferenza stampa ieri, Allegri farà osservare un turno di riposo a Giampaolo Pazzini. Al posto dell’ex attaccante nerazzurro giocherà con ogni probabilità Niang, che ha superato la concorrenza di Bojan. Ancora panchina quindi per lo spagnolo. Dovrebbe riposare anche l’olandese Emanuelson. L’ex Ajax verrà rimpiazzato da uno tra Robinho e Boateng, con il ghanese favorito sul verdeoro. A centrocampo torna Nocerino, con Ambrosini e De Jong insieme dal primo minuto. In difesa Allegri si affiderà alla coppia colombiana Zapata-Yepes, mentre sugli esterni giocheranno Abate e Antonini.

    Lo spauracchio del Milan è Amauri | ©Claudio Villa/Getty Images

    STRISCIA POSITIVA – Negli ultimi 4 match contro il Parma il Milan ha sempre vinto. In Serie A le due squadre si sono affrontate 21 volte, con un bilancio favorevole ai colori rossoneri: 9 successi e 7 sconfitte. L’uomo più pericoloso per la difesa del Milan sarà Amauri. Tornato a Parma dopo una parentesi alla Fiorentina, l’italo-brasiliano sogna di ripetere la prestazione della primavera scorsa, quando a San Siro consentì ai viola di espugnare il campo dei padroni di casa. Quel gol sancì la resa quasi definitiva degli uomini di Allegri per il discorso scudetto, aprendo un’autostrada ai suoi vecchi compagni della Juventus.  La difesa del Milan dovrà fare attenzione anche a Dorlan Pabon, ex Nacional, che nel 3-5-2 di Donadoni agirà come seconda punta accanto allo stesso Amauri. Velocità e imprevedibilità sono le due armi che potrebbero mettere in difficoltà il reparto difensivo ospite, che nelle scorse settimane non ha dato grande prova di solidità. Fin qui il Milan nei due match giocati in trasferta ha collezionato 3 punti, frutto di una vittoria a Bologna e la sconfitta di Udine domenica scorsa. Il Parma invece non perde in casa da 7 incontri. In questa stagione tra le mura amiche i ducali hanno conquistato una vittoria (2-0 al Chievo) e un insperato pareggio al 90′ contro la Fiorentina.

    Parma-Milan le probabili formazioni
    Parma (3-5-2): Mirante, Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Rosi, Parolo, Musacci, Galloppa, Gobbi, Pabon, Amauri.
    Panchina: Pavarini, Arteaga, Maceachen, Benalouane, Fideleff, Acquah, Morrone, Marchionne, Biabiany, Ninis, Sansone, Belfodil. Allenatore: Donadoni.
    Milan (4-3-3): Abbiati, Abate, Yepes, Zapata, Antonini, De Jong, Ambrosini, Nocerino, El Shaarawy, Boateng, Niang.
    Panchina: Amelia, Narduzzo, De Sciglio, Acerbi, Bonera, Mexes, Emanuelson, Constant, Montolivo, Bojan, Robinho, Pazzini. Allenatore: Allegri.

  • El Shaarawy battezza San Siro, il Milan e Allegri respirano

    El Shaarawy battezza San Siro, il Milan e Allegri respirano

    E fu luce. Sì, si doveva attendere Milan-Cagliari, quinta giornata di Serie A, per ritrovare 3 punti e sfatare il tabù di San Siro. Il Divino Otelma non deve più disturbarsi, ci ha pensato El Shaarawy a scacciare la maledizione con una doppietta da capogiro, fissando il risultato finale sul 2-0 in favore dei padroni di casa. Proprio lui, il Faraone, che al momento (Pato e Robinho a mezzo servizio, Bojan fantasma) rappresenta l’uomo con più classe all’interno dello spogliatoio del Milan. Parliamo di un classe ’92, pagato 7 milioni dai rossoneri quest’estate e che Galliani ha paragonato ad Eto’o per il senso di sacrificio dimostrato ieri sera, quando i pochi tifosi presenti allo stadio lo hanno visto andare su e giù per la fascia sinistra come se fosse tarantolato. Costanza, quella invocata da Tassotti e Allegri per lui e per la squadra. Sono arrivati i tre punti, soffrendo ma sono ugualmente arrivati. E di questi tempi è già una notizia dalle parti di Milanello.

    PRIMO GOL A SAN SIRO – Con Allegri squalificato, è Mauro Tassotti a guidare il Milan. Dopo 30 anni spesi tra campo e panchina una bella soddisfazione per l’eterno rossonero. Lì davanti confermato lo stesso tridente visto a Udine, mentre a centrocampo da registrare la sorpresa Traorè. In difesa De Sciglio compie un altro step importante, venendo schierato sulla corsia di sinistra, dove non fa rimpiangere Antonini. Pronti-via ed è subito un Milan in palla, che difende alto e pressa con raziocinio. Il gol arriva subito. E’ il 13′ minuto quando Montolivo serve un ottimo assist per il taglio da sinistra di El Shaarawyche davanti ad Agazzi non sbaglia. Dopo 180′ minuti e due sconfitte, quello del Faraone è il primo gol del Milan a San Siro in questa stagione, il secondo personale per l’ex Padova (dopo quello firmato a Udine domenica).

    Stephan El Shaarawy, prima doppietta in carriera per il rossonero | ©Claudio Villa/Getty Images

    PAURA – A questo punto la squadra rossonera ricade nella paura. I tifosi hanno la fortuna nel vedere i primi numeri di Traorè. Il maliano, al suo debutto da titolare, conferma quanto il suo acquisto rimanga ad oggi un grosso punto interrogativo per tutti gli addetti ai lavori e non. E fa specie vederlo nell’undici iniziale. Tutto però si spiega quando nella ripresa entra il suo sostituto: Constant. Ad inizio secondo tempo il Milan soffre parecchio. I sardi arrivano ad un soffio dal pareggio con Pinilla e Ibarbo, gli uomini più pericolosi tra gli ospiti. Solo un grande Abbiati e Bonera dicono no alla rimonta rossoblu.

    CHIAVE – Ci pensa poi Conti a ridare ossigeno alla banda Tassotti, ricevendo due cartellini gialli nello spazio di due minuti. Cagliari in 10 quando ancora manca mezzora al triplice fischio dell’arbitro De Marco. Di fatto l’espulsione rappresenta la fine del match. I rossoneri riprendono fiducia, anche grazie al prezioso contributo di Ambrosini (entrato al posto di Montolivo) che veste i panni di assist-man e manda in porta El Shaarawy per due volte. Alla seconda il Faraone non fallisce, trovando la rete del 2-0. Allegri scaccia le streghe, San Siro ridiventa amico, la classifica non fa più paura come quattro giorni fa.

    Milan-Cagliari 2-0, le pagelle
    De Sciglio 6,5: in panchina c’è il suo mentore, nel divano di casa la leggenda. A 20 anni De Sciglio sta facendo innamorare il pubblico di San Siro ripercorrendo le orme di un certo Paolo Maldini. Ieri la svolta a sinistra (definitiva?). E’ lui il terzino che il Milan cerca da 3 anni?
    Ambrosini 6,5: quando entra in campo fa luce su molti aspetti: De Jong con un centrocampo a due migliora il proprio rendimento; l’equilibrio della squadra trova da subito nuova linfa; è ora di passare al 4-4-2.
    El Shaarawy 8: serata magica per il Faraone. Prima doppietta in carriera, primo gol contro una squadra che non sia l’Udinese, dimostrazione di continuità per 90′ minuti. Dopo un brutto inizio di stagione El prende per mano il Milan.

    HIGHLIGHTS MILAN-CAGLIARI 2-0
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  • Milan-Cagliari, Allegri sceglie Traorè

    Milan-Cagliari, Allegri sceglie Traorè

    Stasera a San Siro si gioca Milan-Cagliari, match valido per la 5 giornata di Serie A. I rossoneri devono sfatare il tabù San Siro. Occasione ghiotta quella che capiterà tra i piedi della squadra di Allegri contro una formazione, quella dei sardi, che a Milano non vincono dalla stagione ’96-97. Era l’ultima partita della stagione, l’annus horribilis del Sacchi-bis, l’ultima panchina del maestro, l’ultima di Baresi e Tassotti, oggi alla guida della Prima squadra per la squalifica di Allegri decisa dal giudice sportivo dopo i fatti di Udine. Corsi e ricorsi storici, otto incontri (gli ultimi) che hanno sempre visto i rossoneri vittoriosi. In tre stagioni, da Leonardo ad Allegri, sono 11 i gol rifilati ai rossoblu. Sarà anche il duello tra Ficcadenti e il tecnico livornese, il cui bilancio è tuttora in parità (una vittoria a testa per entrambi). Milan-Cagliari, crisi messa all’angolo?

    L’ex tecnico rossoblu contro la sua ex squadra propone un 4-3-3 con la novità a centrocampo di Bakaye Traorè. Il giocatore maliano ha superato il ballottaggio con Nocerino e andrà a formare il trio di centrocampo insieme a De Jong che si posizionerà davanti alla difesa e a Montolivo che ricoprirà il ruolo di mezzala sinistra. Grande occasione per l’ex mediano di Nancy, che potrà così esordire nella massimo campionato italiano con la maglia del Milan. In attacco confermati Pazzini prima punta, supportato da Emanuelson ed El Shaarawy che cercheranno di fornire i cross giusti per la testa dell’ex punta interista. In difesa, la coppia centrale sarà formata da Bonera e Mexes, come terzini il giovane De Sciglio sostituisce Abate sulla destra mentre a sinistra spazio ad Antonini.

    Traorè, oggi partirà titolare contro il Cagliari © Valerio Pennicino/Getty Images

    Probabili formazioni Milan-Cagliari

    Milan (4-3-3): Abbiati; De Sciglio, Bonera, Mexes, Antonini; Traorè, De Jong, Montolivo; Emanuelson, Pazzini, El Shaarawy.
    A disposizione: Amelia, Gabriel, Yepes, Acerbi, Mesbah, Constant, Traoré, Ambrosini, Robinho, Bojan, Niang. Allenatore: Mauro Tassotti (Allegri squalificato).
    Cagliari (4-3-3): Agazzi; Perico, Rossettini, Astori, Pisano; Ekdal, Conti, Naingollan; Ribeiro, Pinilla, Ibarbo.
    A disposizione: Avramov, Avelar, Ariaudo, Dessena, Casarini, Eriksson, Sau, Nenè, Larrivey. Allenatore: Massimo Ficcadenti.

  • Milan, Allegri squalificato c’è Tassotti in panchina

    Milan, Allegri squalificato c’è Tassotti in panchina

    In questi giorni la discussione del momento sembra essere la possibilità di vedere Allegri saltare dalla panchina rossonera: secondo quanto si vocifera infatti Silvio Berlusconi vorrebbe cambiare allenatore e avrebbe già preparato una lista di probabili sostituti. Tra i pochi c’è anche Mauro Tassotti, eterno vice che ha fatto da secondo a molti dei tecnici che sono passati dal Milan: proprio per queste insinuazioni il fedelissimo rossonero ha voluto lasciare qualche dichiarazione per far tornare la calma.

    Come Adriano Galliani anche lui ha spiegato di essere dalla parte di Massimiliano Allegri ma, a detta di molti non potrebbe fare diversamente: poche ora fa il vice-allenatore ha spiegato la situazione del Milan, cercando di far capire a tutti che l’aria non è proprio delle migliori e che le partenze di molti giocatori hanno messo in difficoltà la società come mai era successo in tutti gli anni precedenti.

    Mauro Tassotti © Marco Luzzani/Getty Images

    A spingere sul fronte Tassotti ci ha pensato poi anche la Lega: il giudice sportivo Giampaolo Tosel ha infatti squalificato per una giornata Allegri e soprattutto, il ricorso presentato dal Milan è stato respinto, costringendo il tecnico ad assistere al match contro il Cagliari dalla tribuna. A guidare Robinho e compagni sarà quindi il vice-allenatore che potrebbe riuscire a sfatare il tabù San Siro: questa potrebbe essere l’occasione giusta per mettersi in mostra e far scattare Berlusconi che è ad un passo dal cacciare il livornese. Ma riguardo questa ipotesi Tassotti ha voluto precisare che in casa rossonera non c’è alcuna intenzione di cambiare lo staff dichiarando:

    “Io dopo Allegri? Mi spiace venga messo in discussione. Sono legato a Massimiliano, lo ritengo uno dei migliori allenatori che il Milan abbia mai avuto. Tra le mura rossonere non c’è l’opzione di cambiare tecnico: bisogna invece pensare positivo anche perchè l’unico modo per ripartire è quello di lottare con il coltello tra i denti. Ora è più facile giocare in trasferta che in casa, perché è diverso essere fischiati dai propri tifosi. Ci sono sempre stati vicini, anche se qualche fischio è legittimo se lo spettacolo non piace”.