Tag: Massimiliano Allegri

  • Juve ora 6 nella leggenda, arriva il sesto scudetto consecutivo

    Juve ora 6 nella leggenda, arriva il sesto scudetto consecutivo

    Ore 16.53 al triplice fischio dell’arbitro Mazzoleni allo Juventus Stadium scoppia la festa, dopo il successo ottenuto mercoledì scorso contro la Lazio nella finale di Coppa Italia, la terza di fila, la Juve entra ancora di più nella leggenda del calcio italiano conquistando il sesto scudetto consecutivo, nessuno in Italia ci era mai riuscito.

    Un campionato che già dopo la campagna acquisti della scorsa estate, con l’arrivo di campioni del calibro di Gonzalo Higuain e Miralem Pjanic, sembrava ampiamente nelle mani della Juventus.

    Effettivamente, a parte la quarta giornata nella quale la Juve ha perso a San Siro contro l’Inter lasciando momentaneamente la testa della classifica al Napoli, i bianconeri hanno sempre mantenuto la vetta della Serie A, toccando anche un massimo vantaggio di 8 lunghezze sulla Roma di Spalletti. 

    Il rallentamento, dovuto alla sapiente gestione delle forze da parte di Massimiliano Allegri a causa degli impegni in Champions League e Coppa Italia, aveva sempre ritardato la festa facendo anche sorgere tra i tifosi qualche timore di subire la beffa stile 2000 con lo scudetto perso all’ultima giornata a Perugia.

    Roma e Napoli, alle quali va l’onore delle armi, hanno fatto la loro parte, cercando di tenere aperto il più possibile lo spiraglio scudetto ma alla fine hanno dovuto cedere e domenica prossima si giocheranno il secondo posto.

    La svolta del campionato si è avuta dopo la sconfitta di Firenze alla prima giornata di ritorno.

    Quel k.o. in casa dei viola ha costretto Allegri a cambiare qualcosa ed il tecnico livornese si è inventato il 4-2-3-1 con i 4 giocatori d’attacco, Mandzukic, Dybala, Higuain e Cuadrado, contemporaneamente in campo, senza dimenticare due esterni con tanta propensione offensiva come Dani Alves ed Alex Sandro.

    Sembrava un azzardo ma così non è stato, la Juve ha mostrato tutta la potenza offensiva con tanta grinta e tutta la classe dei suoi campioni.

    Parlando di grinta e classe non è certo un caso che i gol del 3-0 che ha certificato lo scudetto contro il Crotone siano stati segnati dal guerriero Mandzukic, dal talentuoso Dybala e dall’esterno brasiliano Alex Sandro.

    Nella leggenda non entra solo la Juve ma anche il suo allenatore, accolto al suo arrivo con tantissimo scetticismo, molto spesso criticato, che in queste tre stagioni ha saputo vincere 3 scudetti e tre Coppa Italia migliorando lo score del suo predecessore Antonio Conte.

    La Juve ora, con questo sesto scudetto di fila, è entrata nella leggenda e tra 13 giorni c’è ancora una partita che potrebbe innalzare questa squadra verso vette ancora più alte.

     

  • Sul muro Juventus s’infrange il sogno remuntada del Barça

    Sul muro Juventus s’infrange il sogno remuntada del Barça

    Una Juventus con una fase difensiva impeccabile, esce indenne dall’inferno del Camp Nou e porta a casa un preziosissimo 0-0 che vale per gli uomini di Allegri l’accesso alla semifinale di Champions League.

    I bianconeri hanno dimostrato di esser stati superiori alla squadra di Luis Enrique, spingendo e creando il margine di 3-0 nella gara di andata e difendendosi in maniera egregia, non sfruttando qualche contropiede che avrebbe reso più semplice il finale, in un Camp Nou che ha sempre visto segnare e vincere il Barcellona in questa campagna europea.

    Il fantasma Remuntada viene così spazzato via dagli incubi juventini, ora i bianconeri attendono una tra Real Madrid, Atletico Madrid e Monaco nell’urna di venerdì che deciderà chi si porrà di fronte alla Juventus prima di quel sogno chiamato Cardiff.

    Veniamo al racconto della gara, Allegri conferma sia il modulo, il 4-2-3-1, che la formazione scesa in campo nell’andata allo Juventus Stadium.

    Luis Enrique recupera Busquets, squalificato a Torino, e schiera il suo 4-3-3 con Jordi Alba e Sergi Roberto sugli esterni difensivi, Busquets al centro del campo ed il trio delle meraviglie davanti.

    La partenza sembra migliore per la Juve che pressa forte e con Higuain al 4°, su azione di punizione, ha una buona chance ma il Pipita non aggancia. Il Barcellona ovviamente non ci sta e prova con il suo consueto possesso palla a pungere. Al 13° è ancora Higuain a trovarsi la palla buona sul piede ma il suo tiro finisce alto non di molto. Passa poco più di un minuto e Cuadrado si lancia in contropiede costringendo Pique al miracolo in scivolata per evitare il facile tocco di Dybala, sul contropiede Barça Rakitic calcia altissimo.

    Al 17° brividi per la difesa bianconera con Jordi Alba che non arriva per poco sul bell’assist di Messi. Passano due minuti e dopo una serie di passaggi Messi si trova pronto a calciare in area ma la conclusione esce sul fondo.

    E’ un Barcellona pressante, asfissiante, la Juventus non riesce ad alzare più il pressing e la sofferenza aumenta. La difesa bianconera tiene e al 31° Buffon è bravo a respingere una velenosa conclusione della pulce.

    Dopo un lunghissimo predominio territoriale del Barça arriva al 38° il guizzo di Higuain, su assist di Pjanic, ma la conclusione è debole, blocca facile ter Stegen. Si accendono i toni, si scalda la partita, Iniesta e Neymar finiscono sul taccuino di Kuipers. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    La ripresa riparte senza cambi per entrambe le squadre. Si accende subito Neymar che parte in slalom come il miglior Hirscher prima di trovare dinanzi il muro Chiellini, palla sul fondo. Risponde la Juve con un contropiede sull’asse Higuain-Cuadrado con il diagonale del colombiano fuori di poco.

    All’azione di Messi, palla alta, risponde Cuadrado con la deviazione di ter Stegen in corner. Al 56° è ancora Messi ad andare al tiro, leggero tocco di Chiellini e palla vicino al palo ma sul fondo. Passa poco più di un minuto e Chiellini commette fallo su Suarez, che gli costa il giallo, la successiva punizione di Messi va alta.

    La pressione del Barcellona aumenta minuto dopo minuto, la Juve soffre ed al 66° dopo una mancata presa di Buffon, Messi calcia alto con la porta sguarnita. Al 69° è il sinistro di Sergi Roberto a sibilare vicino al palo di Buffon. La Juve prova ad allentare la pressione con una buona ripartenza conclusa con un tiro a giro di Dybala largo.

    I padroni di casa collezionano possesso palla e corner e al 79° il neoentrato Mascherano costringe Buffon ad un bell’intervento che salva lo 0-0. La Juve avrebbe diversi contropiedi per chiudere il discorso qualificazione ma non li concretizza lasciando tutto in bilico.

    Il Muro Juventus tiene, il Barcellona non ha più le energie per far male ai bianconeri che così si portano a casa lo 0-0, un pareggio dal sapore dolcissimo che lancia Allegri ed i suoi verso la semifinale di Champions.

    BARCELLONA – JUVENTUS 0-0

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Sergi Roberto (78° Mascherano), Umtiti, Pique, Jordi Alba; Rakitic (58° Paco Alcaçer), Busquets, Iniesta; Messi, Suarez, Neymar.

    Allenatore: Luis Enrique.

    Juventus (4-2-3-1): Buffon; Dani Alves, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic; Cuadrado (83° Lemina), Dybala (74° Barzagli), Mandzukic; Higuain (88° Asamoah).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Iniesta (B), Neymar (B), Chiellini (J), Khedira (J)

     

    Nell’altra gara di serata il Monaco, già forte del successo per 3-2 in trasferta nella gara di andata, conquista una vittoria per 3-1 sul campo amico ed elimina il Borussia Dortmund. 

  • Allegri guida la Juve al successo in casa del Porto

    Allegri guida la Juve al successo in casa del Porto

    Alla fine l’ha vinta Massimiliano Allegri!

    Il tecnico bianconero ha indovinato i cambi al momento giusto ed ha conquistato un pesantissimo successo per 2-0 in casa del Porto. 

    Una vittoria probabilmente agevolata dall’espulsione al 28° dell’ex Inter Alex Telles, un doppio giallo nel giro di pochi minuti, ma che fino al 27° del secondo tempo sembrava decisamente difficile da pronosticare in quanto la Juve, dopo i primi 10 minuti in cui il Porto sembravo voler fare la gara, aveva preso in mano il pallino del gioco ma sino a quel momento aveva premuto, non in maniera furiosa, contro la squadra di casa che si era ben difesa, salvata anche da un palo su conclusione di Dybala sul finale di prima frazione, ma poi ha dovuto capitolare quando Pjaca, appena inserito in campo da Max Allegri, al minuto 72 ha sfruttato un rimpallo ed ha trovato il diagonale vincente che non ha lasciato scampo a Casillas.

    Sbloccata la gara Allegri ha inserito Dani Alves e dopo circa un minuto il brasiliano ex Barcellona ha colpito siglando un pesantissimo 2-0.

    Il tremendo uno-due Pjaca-Dani Alves ha mandato totalmente al tappeto gli uomini di Nuno Espirito Santo che avrebbero potuto anche incassare il terzo gol a pochi minuti dal termine dopo una bella combinazione Pjaca-Khedira con la conclusione del tedesco fuori di pochissimo.

    Un 2-0 in trasferta che adesso in vista del ritorno allo Juventus Stadium mette in discesa il cammino dei bianconeri negli ottavi di Champions League. 

    PORTO – JUVENTUS 0-2 (72° Pjaca, 74° Dani Alves)

    Porto (4-4-2): Casillas; M.Pereira, Felipe Augusto, Marcano, Alex Telles; Ruben Neves (60° Corona), Herrera, D.Pereira, Brahimi (73° Diogo Jota); André Silva (30° Layun), Soares.

    A disposizione: José Sá, Miguel Layún, Boly, André, Óliver Torres, Diogo Jota, Corona.

    Allenatore: Espirito Santo.

    Juventus (4-2-3-1): Buffon; Lichtsteiner (73° Dani Alves), Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanić; Cuadrado (67° Pjaca), Dybala (85° Marchisio), Mandzukić; Higuaín.

    A disposizione: Neto, Benatia, Marchisio, Pjaca, Asamoah, Dani Alves, Rugani.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Brych.

    Ammoniti: M.Pereira (P), Lichtsteiner (J), Herrera (P), Marcano (P)

    Espulso: Alex Telles (P)

     

    Nell’altra gara di serata il Siviglia si è imposto per 2-1 sul Leicester di Claudio Ranieri. I padroni di casa dopo aver fallito un rigore con Correa (parata di Schmeichel) hanno trovato il doppio vantaggio con Sarabia e Correa ma hanno poi subito il gol di Vardy al 73° che ha riaperto il discorso qualificazione.

  • Il cuore della Juve vale rimonta e pari col Bayern

    Il cuore della Juve vale rimonta e pari col Bayern

    Una Juve tutto cuore riesce nell’impresa di rimontare un pesantissimo 0-2 casalingo contro il Bayern Monaco e di portare a casa un 2-2 che lascia aperta ancora qualche speranza in vista del ritorno in casa dei bavaresi.

    Una sfida che ha visto, per un’ora buona, la corazzata Bayern imporre il proprio gioco e la propria superiorità contro una Juve che è parsa fin troppo impotente e con diversi rischi di capitolazione, con i tedeschi che poi sono andati a trovare il meritato doppio vantaggio con Muller sul finale di primo tempo, e Robben ad inizio ripresa.

    Un doppio cazzotto che avrebbe mandato al tappeto qualsiasi squadra, se ci sommiamo anche il fatto che i bianconeri hanno perso all’intervallo il loro metronomo Claudio Marchisio per un problema muscolare, al suo posto è entrato Hernanes. I ragazzi di Allegri però, giunti sull’orlo del baratro, hanno tirato fuori tutta la grinta e tutto il cuore possibile e, sospinti anche dal tifo dello Juventus Stadium, prima hanno riaperto la gara con Dybala ben imbeccato da un ottimo Mandzukic e poi hanno trovato il pareggio grazie ad una giocata di due subentrati, assist di testa di Morata per il perfetto inserimento di Sturaro, pronto a battere Neuer.

    Il gol di Sturaro | Foto Twitter
    Il gol di Sturaro | Foto Twitter

    Una volta trovata la parità la Juventus ha cercato anche di vincerla con il colpo di testa di Pogba e la conclusione di Bonucci ma ha anche rischiato sul colpo di testa di Benatia alto non di molto.

    Al fischio finale negli anime e nelle parole di tifosi ma sopratutto di giocatori e tecnico della Juve è prevalsa la gioia per la reazione e per la rimonta completata.

    Mister Allegri sa benissimo che all’Allianz Arena portare a casa un successo, o un pareggio superiore al 2-2, sarà un’impresa davvero complessa ma come si legge nel tweet postato a fine gara dall’allenatore, le parole per descrivere il match di ieri sera non ci sono, le emozioni invece sono state tantissime e la fiducia c’è tanto che Allegri ha coniato l’Hashtag #Iocicredo. 

    Il tweet post gara di Massimiliano Allegri ! Foto Twitter
    Il tweet post gara di Massimiliano Allegri ! Foto Twitter

     

    JUVENTUS – BAYERN MONACO 2-2 (43° Muller (B), 55° Robben (B), 63° Dybala (J), 76° Sturaro (J))

    Juventus (4-4-2): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Evra; Cuadrado, Khedira (69° Sturaro), Marchisio (46° Hernanes), Pogba; Mandzukic, Dybala (75° Morata).

    Allenatore: Allegri.

    Bayern Monaco (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Kimmich, Alaba, Bernat (74° Benatia); Vidal, Thiago Alcantara; Robben, Muller, Douglas Costa (84° Ribery); Lewandowski.

    Allenatore: Guardiola.

    Arbitro: Atkinson.

    Ammoniti: Douglas Costa (B), Lewandowski (B), Morata (J), Vidal (B)

     

  • Juve, meglio Allegri o Conte?

    Juve, meglio Allegri o Conte?

    All’indomani del passaggio del turno di Champions League i tifosi della Juve si sono sentiti fare questa amletica domanda, soprattutto alla luce di quanto si stia vedendo in casa bianconera in questa stagione e dopo aver vissuto quest’estate le contestazioni di parte del popolo Campione d’Italia al tecnico designato per succedere ad Antonio Conte.

    Ebbene la verità come spesso accade è sempre nel mezzo, ci sono condizioni nelle quali i due tecnici si sono trovati a lavorare diametralmente opposte e due squadre, che seppur hanno avuto poche modifiche in rosa sono cresciute in modo diverso.

    Antonio Conte approdava alla Juventus a furor di popolo, già l’anno precedente il tifo bianconero lo voleva sulla panchina ma venne scelto Delneri che alla fine chiuse la stagione al settimo posto. Per la società fu quasi una scelta obbligata perché Benitez rifiutò il progetto propostogli da Agnelli e Conte in modo rapante riportava il Siena in Serie A, dimostrando dopo l’esperienza di Bari di essere un vincente. Alla squadra di Delneri vennero aggiunti i primi tre pilastri della Juventus che domina da quattro anni il nostro calcio Pirlo, Vidal e Bonucci più Vucinic che Conte considerò come il Top Player del team. Il primo anno è stata un’esaltante cavalcata sul Milan, proprio di Max Allegri, il secondo una conferma condita dai quarti di Champions League e il terzo anno un dominio assoluto in campionato con 102 punti all’attivo ma un flop nella massima competizione europea ratificato dall’uscita in Europa League contro il Benfica. Alla squadra iniziale del triennio si sono aggiunti Llorente, Asamoah, Tevez, si è scoperto e consacrato il talento Paul Pogba, hanno contribuito alla causa bianconera nomi diversi come Giaccherini, Borriello, Toni, Ogbonna, Quagliarella etc..  ma si sono anche susseguiti i flop voluti e cercati dal tecnico salentino Peluso, Giovinco, Isla oltre agli oggetti misteriosi Anelka e Bendtner che hanno fatto pensare tutti, per avere avuto questi non poteva restare Del Piero? Tutti spremuti e sfruttati da Antonio Conte che quindi ha dettato anche linee di mercato in un certo senso precise. Basta pensare che quest’anno la Juventus a gennaio non ha chiuso un colpo di questo tipo pur sapendo di restare senza Giovinco lo ha rimpiazzato con Matri, attaccante di cui ne conosce pregi e difetti e dall’ingaggio equo.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    Conte ha trasformato la squadra da settima a Campione d’Italia e poi a dominatrice incontrastata utilizzando tantissime pedine diverse e alla fine della stagione scorsa voleva un ulteriore cambiamento in rosa e qui viene la famosa scissione con la società. In effetti a pensarci bene ora è tutto chiaro, dopo l’eliminazione ai quarti contro il Bayern di due anni fa proprio Conte disse che la Juventus non poteva competere con le superpotenze europee, tutto vero, ma non un concetto da Juve che ha nella sua storia e nel suo dna un solo obbiettivo. Quando alla fine della scorsa stagione il tecnico ha chiesto il rinnovamento di una decina di elementi se un tifoso ci pensa bene e ha un minimo di conoscenza della realtà delle casse bianconere sa che c’erano solo due strade. O prendere i tanti talenti sparsi per l’Italia, come Zaza, Immobile, Berardi, Leali, Rugani etc.. e prendere almeno un paio di Top Player soluzione preferita da Conte ma molto dispendiosa in termini economici e considerando che lo stesso Conte in convinzione partiva battuto rispetto ai Top Team europei. Oppure cambiare tecnico, fare un discorso chiaro e progettare un futuro più europeo.

    Il famoso gol di Muntari | Foto TV
    Il famoso gol di Muntari | Foto TV

    La scelta della società la conosciamo e la chiave di volta pure, è stata la scelta della cessione di Ciro Immobile e ora veniamo a Max. L’ex milanista ha trovato subito il muro dei tifosi, che si ricordavano bene la dialettica antijuventina usata dal livornese in passato e poi il come si sia comportato da delegittimato in casa Milan non è passato inosservato con una visione mediatica da eccessivo aziendalista che ha fatto scacciare Pirlo senza nemmeno opporsi o addirittura caldeggiando la scelta del Milan. In parole povere per il pubblico bianconero è apparso il fantasma di un tecnico antipatico in grado di distruggere una squadra partendo dal centrocampista della Nazionale.

    Allegri quindi partiva con un piede di traverso a fargli lo sgambetto ma è stato bravo e coraggioso a prendersi l’eredità lasciata da Conte senza stravolgere subito l’impianto, anzi come stiamo vedendo ultimamente anche ad usare e tenere buono il modulo contiano per i casi di emergenza. Con lui la Juventus è cresciuta nel livello del gioco e ha imparato ad usare abitualmente un modulo con la difesa a quattro ed un centrocampo a tre più un trequartista all’occorrenza. Inoltre considerando che fisicamente i bianconeri non hanno quasi mai potuto avere a disposizione il vero Vidal e Barzagli e che in estate gli unici innesti titolari vero in rosa sono stati Pereyra ed Evra si deve pensare ad un’ulteriore crescita della squadra. Tevez con lui è esploso sfatando anche il tabù Europa. Allegri ha molto probabilmente già vinto il campionato e approda ai quarti di Champions League con una squadra abbordabile da affrontare, il Monaco, ma la cosa interessante è che non parte battuto e con il vantaggio che ha sulla seconda in campionato può permettersi di preparare le partite di coppa con calma e sa modulare la squadra in base all’avversario.

    Massimiliano Allegri | Foto Twitter
    Massimiliano Allegri | Foto Twitter

    Insomma, le strade dei due tecnici si sono incrociate, ma sono due cose molto diverse, unico filo conduttore è un gruppo di calciatori che da professionisti si calano sempre nella parte a loro più congeniale con abnegazione e una società che comunque ogni passo che fa è ponderato. Questa è sempre l’unica garanzia vera per i tifosi bianconeri.

    Il tributo a Conte dei tifosi della Juventus | Foto Twitter
    Il tributo a Conte dei tifosi della Juventus | Foto Twitter

    E ora veniamo proprio a loro, il pubblico juventino è dal palato fino ma ha dimostrato di accettare le decisioni della società anche controvoglia in passato, ma non esita a contestarle quando poi i fatti gli danno ragione. Nel caso di Allegri è ovvio che la parte contestatrice abbia preso una cantonata ma come fare per un pubblico che ha voluto un condottiero come Conte spiegargli che si può vincere anche con più aplomb e classe e mostrando meno i muscoli? Semplice, fare come ha fatto Allegri, lavorando e conquistando la gente con i risultati. Il tempo per madama non passa mai, quando appare in una crisi di nervi si rifà il trucco e ricompare più bella che mai, proprio come i suoi tifosi. Dopo il tributo a Conte è lecito aspettarsi presto anche un tributo per Allegri.

  • Tris Juve sul Milan, la Roma ora è a -10

    Tris Juve sul Milan, la Roma ora è a -10

    La Juventus non frena la sua corsa, contro un buon Milan i bianconeri vanno in vantaggio con il solito Tevez, subiscono il pareggio, ritrovano quasi subito il sorpasso, sanno soffrire l’aggressività rossonera ad inizio ripresa e poi la chiudono con Morata al 65° e di lì in poi gestiscono la gara senza patemi. Adesso, almeno sino a domani pomeriggio, la fuga della Juve sulla Roma si fa più sostanziosa, i giallorossi infatti sono a -10.

    Il Milan esce sconfitto ma è sembrato il miglior Milan di questo 2015, buona la reazione che porta al pareggio, buona la grinta messa in campo ad inizio ripresa. Inzaghi però dovrà lavorare sulla difesa che pur con i buoni innesti, ottimo Antonelli, anche stasera ha sbandato.

    Veniamo al racconto della gara.

    Allegri recupera Tevez, che era in dubbio per un attacco influenzale, e ad al suo fianco schiera Morata. In difesa con Lichtsteiner squalificato e Caceres acciaccato, trova posto Padoin.

    Inzaghi manda subito in campo i neoacquisti Antonelli e Paletta, sceglie il trio Poli-Essien-Muntari a metà campo e in avanti con Menez, falso nueve, giocano Honda e Cerci.

    A fare la partita è subito la Juventus che con il possesso palla prova a stanare il Milan che inizialmente si compatta dietro. Retto l’urto iniziale bianconero, gli ospiti crescono e provano ad aggredire gli avversari. Al 14° dopo un buon momento del Milan arriva il gol della Juventus con Tevez che imbeccato da Morata scatta sul filo del fuorigioco, si presenta davanti a Diego Lopez e lo batte con un rasoterra. La reazione del Milan non si vede, anzi è la Juventus a sfiorare il raddoppio. Al 28° però il Milan trova il pareggio con un colpo di testa perfetto di Antonelli su azione di corner. Il pareggio dura 3 minuti perchè sul corner successivo ad un miracolo di Lopez su Marchisio, Tevez fa sponda e Bonucci sotto porta colpisce. Al 36° Inzaghi perde Menez che lascia il campo per Pazzini. La frazione si chiude con la Juventus che fa girare il pallone e cerca la conclusione con Tevez, salva Lopez.

    Alvaro Morata | Foto Twitter
    Alvaro Morata | Foto Twitter

    Si riparte, senza cambi, con il Milan che cerca di essere più aggressivo e al 54° Buffon è costretto ad un grande intervento su Pazzini. E’ un bel Milan, probabilmente il migliore di questo 2015, e i bianconeri soffrono un po’ la pressione. Al 65° però la Juventus cala il tris, azione di Pogba, Tevez appoggia per Marchisio, il centrocampista calcia ma colpisce il palo, la palla però torna a Morata che a porta vuota fa il 3-1. Il gol taglia le gambe al Milan che accusa il colpo e per alcuni minuti sbanda vistosamente. Al 71° Morata troverebbe la doppietta ma è in fuorigioco, gol annullato. I bianconeri non mollano, insistono e sfiorano il Poker. Buffon non viene sostanzialmente mai impegnato anzi sono Paletta e Lopez a salvare il Milan da un passivo più pesante. Non accade altro, al fischio finale è 3-1 per la Juventus con la Roma che scivola momentaneamente a 10 lunghezze.

     

    JUVENTUS – MILAN 3-1 (2-1) (14° Tevez (J), 28° Antonelli (M), 31° Bonucci (J), 65° Morata (J))

    JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Padoin, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio (84° Ogbonna), Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez (91° Llorente), Morata.

    Allenatore: Allegri.

    MILAN (4-3-3): D. Lopez; Zaccardo (78° Rami), Paletta, Alex, Antonelli; Poli (62° Bonaventura), Essien, Muntari; Cerci, Menez (36° Pazzini), Honda.

    Allenatore: Inzaghi.

    Arbitro: Damato.

    Ammoniti: Essien (M), Padoin (J), Tevez (J)

     

  • Juve, poker al Verona e fuga, +5 sulla Roma

    Juve, poker al Verona e fuga, +5 sulla Roma

    La Juventus chiude il girone d’andata con il botto, dopo i sei gol della gara di Coppa Italia, il Verona migliora lo score ma esce dallo Juventus Stadium con un comunque pesante 4-0 e la sensazione di una squadra in balia dell’avversario sin dai primi minuti.

    La Juve infatti aggredisce l’avversario sin dall’inizio, sblocca e sostanzialmente chiude la gara in soli 7 minuti, per poi completare l’opera nella ripresa.

    Protagonisti della serata Tevez, doppietta per lui, e Pogba autore del gol che apre la gara e di altre giocate preziose.

    I bianconeri di Allegri chiudono così il girone d’andata a quota 46 con ben cinque lunghezze di vantaggio sulla Roma.

    Veniamo al racconto della gara.

    Allegri mantiene il suo modulo 4-3-1-2 con la conferma di Pereyra sulla trequarti e Morata in avanti che va a fare coppia con Tevez.

    Mandorlini schiera un modulo prudente, recupera Toni al quale affianca Christodoulopoulos, mentre a centrocampo Sala va a completare il terzetto con Tachtsidis e Greco.

    Paul Pogba | Foto Twitter
    Paul Pogba | Foto Twitter

    Si parte e dopo meno di 3 minuti la Juventus è già in vantaggio, appoggio di Morata per Pogba che da fuori lascia partire un tiro angolatissimo che non lascia scampo a Rafael. Non c’è nemmeno il tempo di reagire per il Verona che Tevez trova il raddoppio, tentativo di cross di Morata, velo di Pogba e l’Apache conclude di prima per il 2-0. Incredibilmente la Juve insiste e nel primo quarto d’ora costruisce altre due palle gol, Verona totalmente assente e sotto shock. Al 18° errore in impostazione di Pirlo e il Verona ha una chance ma il diagonale di Toni è largo e nemmeno Martic riesce ad arrivarci. I bianconeri forse si rilassano e commettono qualche errore di troppo nei passaggi. E’ solo un fuoco di paglia perchè la Juventus torna a premere ed il Verona si chiude in maniera compatta. Non cambia più il risultato, si va al riposo sul 2-0 per i padroni di casa.

    La partenza del secondo tempo ricalca il copione del primo, Juve avanti e Verona chiuso in difesa. Attimi di deconcentrazione potrebbero costare caro alla Juventus ma i gialloblù non riescono ad approfittarne. Mandorlini inserisce Saviola per provare a far qualcosa di più in avanti ma al 63° viene punito da una gran progressione di Chiellini che serve il filtrante a Pereyra che dentro l’area batte Rafael. La Juventus però non cala il ritmo ed al 74° è ancora Tevez, servito da Marchisio, a trovare il gol con una conclusione dentro l’area, che non lascia scampo a Rafael. Non c’è davvero più partita, anche se sembra non esserci mai stata, e tra l’orgoglio Verona, che però non crea quasi niente, e la voglia di trovare il gol, non concretizzata, di Pepe, Morata e Giovinco, la gara volge al termine per un Poker che lancia la Juventus a + 5 sulla Roma al termine del girone d’andata.

    JUVENTUS – VERONA 4-0 (2-0) (3° Pogba, 7°, 74° Tevez, 66° Pereyra)

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, Evra; Pogba, Pirlo, Marchisio (79° Padoin); Pereyra (75° Pepe); Tevez (83° Giovinco), Morata.

    Allenatore: Allegri.

    Verona (5-3-2): Benussi; Martic, Marquez, Marques, Rodriguez, Brivio; Tachtsidis (75° Halfredsson), Greco, Sala (62° Saviola); Christodoulopoulos (87° valoti), Toni.

    Allenatore: Mandorlini.

    Arbitro: Irrati.

    Ammoniti: Greco (V), Rodriguez (V).

  • Coppa Italia: pronostico rispettato Juve ai quarti

    Coppa Italia: pronostico rispettato Juve ai quarti

    Nell’ottavo di finale di Coppa Italia la Juventus si qualifica ai quarti di finale sconfiggendo per 6-1 il Verona, ora la squadra di Allegri se la vedrà contro il Parma. Pronostico ampiamente rispettato per la Juventus la quale vince in maniera agevole, Allegri cambia gli interpreti i quali certamente non si possono definire riserve e si divertono dinanzi ad un Verona il quale ha pensieri maggiori per il campionato, cercare di tenere lontano la zona retrocessione.

    Coman, autore della sesta rete nel match di Coppa Italia
    Coman, autore della sesta rete nel match di Coppa Italia

    Il vantaggio dei padroni di casa, schierati questa sera con un mai utilizzato 4-3-3, si portano al 5′ i vantaggio con una splendida punizione di Giovinco, Al 13′ altra punizione dello stesso Giovinco ma la palla va alta; al 15′ gran giocata di Pogba che salta tre uomini entra in area e calcia ma viene murato. Al 20′ conclusione di Morata che controlla e tira da dentro l’area di rigore mapara Rafael; al 21′ il raddoppio ad opera di Pereyra il quale dribbla Rodriguez e con un esterno dolce supera Rafael. Al 38′ la prima conclusione della squadra di Mandorlini con Campagnaro ma blocca Storari. Al 46′ arriva la terza rete: cross di Lichsteiner e Giovinco di prima intenzione batte Rafael.

    Al 53′ la quarta rete: Pogba, mette a sedere Rafael e segna dopo un rimpallo. Al 57′ arriva la rete del Verona: stacco di Marquez da calcio d’angolo e sulla linea di porta segna Nenè; al 62′ calcio di rigore per la Juventus, Giovinco viene steso in area di rigore, dal dischetto si presenta Morata il quale non sbaglia nonostante la sfera si stata toccata da Rafael. Al 78′ c’è gloria anche per Coman il quale rientra sul destro e piazza la palla all’incrocio dei pali. L’unica nota negativa della serata è stata l’uscita dal campo anzi tempo per Angelo Ogbonna, dopo 40 minuti, per un problema ad una caviglia. Arturo Vidal figurava nell’elenco dei convocati ma è dovuto rientrare a casa a causa di una fastidiosa tonsillite il suo impiego per domenica è in dubbio e verrà valutato nei giorni seguenti.

    Le due formazioni si incontreranno di nuovo tra pochi giorni: domenica sera allo “Juventus Stadium” per l’ultima giornata del girone di andata del Campionato di Serie A.

  • La Juventus sbanca il San Paolo, la Roma torna a -3

    La Juventus sbanca il San Paolo, la Roma torna a -3

    14 anni dopo la Juventus torna a vincere al San Paolo, e nella giornata che vede la Roma fermata dalla Lazio sul 2-2 nel Derby, si riporta a +3 sui rivali giallorossi.

    Una gara che ha visto equilibrio nella prima parte, ma nella quale la Juventus si è dimostrata più squadra, con un Tevez in serata no, sfruttando anche la giocata del singolo, incredibile il gol di Pogba per il momentaneo 0-1, ma riuscendo a contenere il Napoli che si è dimostrato più vivo solo quando è entrato in campo Mertens che ha dato vivacità. Male Hamsik che era parso in forma nelle ultime gare ma anche Higuain che si è visto solo nei minuti di recupero.

    Veniamo al racconto della gara.

    Benitez mantiene il suo classico 4-2-3-1 puntando sul trio di trequartisti formato da Callejon,Hamsik e De Guzman alle spalle di Higuain.

    Allegri conferma la formazione vista contro l’Inter con un’unica eccezione: Caceres rileva Lichsteiner sulla fascia destra.

    Vidal e Pogba | Foto Twitter
    Vidal e Pogba | Foto Twitter

    Primi minuti intensi con le due squadre che pressano e corrono per non lasciare modo di pensare all’avversario, nel primo quarto d’ora però non si assiste ad occasioni da gol. La grande pressione causa più errori che emozioni, è la Juventus a fare la gara ma il Napoli si chiude e riparte e al 18° De Guzman fallisce un gol da dentro l’area. Al 29° la gara si sblocca, percussione bianconera, dopo un rimpallo il pallone giunge a Pogba che al volo lascia partire un tiro La reazione del Napoli è blanda ed al 43° è Caceres ad avere la palla del 2-0 ma Rafael blocca. Il primo tempo si chiude con la Juventus avanti per 1-0.

     

    Si riparte senza cambi, il Napoli modifica atteggiamento prova a buttarsi in avanti a testa bassa e con una ripartenza Callejon spaventa Buffon. Al 60° Benitez si gioca la carta Mertens che sostituisce Hamsik. Il Napoli è più frizzante e al 64° su azione di corner Britos si inserisce, colpisce al volo e fa 1-1. I calci piazzati però sono fatali non solo alla Juventus perchè al 69° è Caceres a girare in porta il gol de 2-1. Al 74° il Napoli troverebbe il pari con un autogol di Caceres ma prima c’è un fallo di Koulibaly su Buffon, rete annullata. I Partenopei ci credono, ci provano e al 93° hanno una chance enorme con Higuain, salva Chiellini, è corner che il Napoli non sfrutta bene ed i bianconeri ripartono in contropiede ben finalizzato da un gran tiro di Vidal. Non c’è più tempo la Juventus espugna il San Paolo e torna a più 3 sulla Roma.

     

    NAPOLI – JUVENTUS 1-3 (0-1) (29° Pogba (J), 64° Britos (N), 69° Caceres (J), 94° Vidal (J))

    Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Koulibaly, Albiol, Britos; Gargano (83° Zapata), Lopez; Callejon (72° Gabbiadini), Hamsik (60° Mertens), De Guzman; Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Caceres (80° Ogbonna), Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba (70° Lichtsteiner); Vidal; Tevez, Llorente (74° Morata).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Tagliavento.

    Ammoniti: Tevez (J), Caceres (J), Britos (N), De Guzman (N), Albiol (N), Zapata (N)

  • Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Il calcio mercato è nella fase centrale del suo mini-percorso invernale e vive di trattative serrate, repentine che possono stravolgere il panorama dell’attuale Serie A. Nel vedere come e cosa si sta muovendo ci sono alcuni spunti che fanno riflettere e meritano un’analisi, per esempio i casi emblematici di Inter e Sampdoria ma anche di Juventus e Napoli.

    Lo svolgimento del calciomercato di queste quattro squadre merita un approfondimento perché sta avvenendo in modo diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati ma potrebbe esserci una spiegazione molto logica che spiegherebbe anche il trend negli ultimi anni legato alla scelta della guida tecnica dei team.

    Partendo proprio dai partenopei, ma poi il discorso si legherà ai nerazzurri, si può notare come il Napoli nella stagione 2012/13 con alla guida Mazzarri aveva in rosa i “tre tenori” quali elementi di spicco, tenuti a forza dal presidente De Laurentiis e coadiuvati da una buona squadra. La cessione di Cavani al termine della stagione è vero che portò molti liquidi nelle casse partenopee e permise l’acquisto di nomi di altro spessore, tuttavia secondo voi sarebbero arrivati lo stesso Higuain, Callejon, Mertens, Albiol e quest’anno Koulibaly e Strinic se non fosse stato per la presenza di Rafa Benitez?

    Roberto Mancini, tecnico dell'Inter | Foto Twitter
    Roberto Mancini, tecnico dell’Inter | Foto Twitter

    Una risposta a questa domanda la potrebbe dare proprio l’attuale esperienza nerazzurra. L’Inter in fase di mercato estiva, e così la scorsa stagione, ha aperto strade di mercato di rincalzo piazzando qualche buon colpo ma nulla più rispetto a nomi più blasonati che stanno arrivando nel calciomercato invernale e allora dov’è la differenza? Alla guida dell’Inter la scorsa stagione all’inizio di questa  c’era Walter Mazzarri mentre oggi c’è Roberto Mancini. Ecco quindi che viene da pensare che i grandi nomi come Podolski e Shaqiri possono pensare di fare sacrifici economici e abbassarsi l’ingaggio per venire in Italia se alla guida del progetto tecnico c’è un nome di spicco internazionale come quello del Mancio. Eppure le casse nerazzurre sono solo un po’ più snelle di quelle di quest’estate ma nulla più e se, come si deduce, arriveranno anche Lucas Leiva e Mario Suarez l’Inter avrà concluso in meno di tre settimane un upgrade considerevole e di tutt’altro lignaggio rispetto a quello tentato da Mazzarri in un anno e mezzo.

    Un’altra risposta a questa riflessione la possono dare Sampdoria e Juventus. La prima fino al passaggio societario da Garrone a Ferrero vedeva movimenti di calciomercato solo legati all’auto finanziamento, ovvero con l’incasso della cessione di uno entrava un altro giocatore, quindi anche se la guida tecnica era legata allo stesso Sinisa Mihajlovic i nomi che potevano circolare restavano abbastanza “normali”. Con l’avvento di Massimo Ferrero e quindi disponibilità ignota per fare mercato già da quest’estate circolavano nomi importanti che ancora oggi continuano a presentarsi nelle liste del calciomercato. Duncan per esempio è un giovane di buona prospettiva che è arrivato alla Samp proprio grazie al buon rapporto tra Mihajlovic e l’Inter detentrice del cartellino. I nomi di Daniel Osvaldo quest’estate e Samuel Eto’o in questi giorni si sarebbero potuti fare se non ci fosse una personalità così forte in panchina? Così come il neoacquisto Samp, Luis Muriel che proprio attraverso Sinisa Mihajlovic crede in un proprio rilancio.

    Calciatori e tecnici di squadre diverse si sentono e spesso l’intervento dell’allenatore è determinante per la buona riuscita delle trattative di calciomercato. Lo sa bene anche Massimiliano Allegri che quest’estate convinse al telefono Alvaro Morata e Patrice Evra dopo la dipartita repentina di Conte, la sua nomina e nonostante entrambe le trattative della Juventus fossero già concluse da tempo. In pratica solo il nuovo tecnico, nonostante i parametri economici fossero concordati, ha potuto dare la svolta presentandosi ai calciatori. Oggi il calciomercato della Juventus è in fase di stallo evidente, i nomi accostati ai bianconeri vengono inseguiti e poi presi dagli altri, Shaqiri per esempio. Eppure le casse della Juventus vivono, anche grazie al passaggio agli ottavi di Champions League, un momento florido e quindi la possibilità di investire su qualche nome di spicco internazionale c’è, e allora perché nonostante la comprovata bravura di Beppe Marotta questo non succede?

    Possibile che il tecnico influisca in modo determinante sull’esito di una trattativa e sulla decisione del giocatore, pur restando nei parametri economici del calciomercato? A vedere quanto sta accadendo pare di sì, pare proprio che la squadra, il suo nome e la sua storia possa essere meno influente di quanto lo sia la sua guida tecnica. Pensiamo per esempio a Roberto Mancini, mentre era disoccupato di lusso girava in continuazione a vedere tornei e partite internazionali prima e dopo l’esperienza al Galatasaray tenendo sempre in piedi il suo appeal, aggiornando le sue conoscendo e rimanendo sempre dentro al vivo del sistema. Allegri, se non invitato a qualche trasmissione sportiva, nel tempo che è rimasto fuori dai campi di allenamento è stato solo nominato per la panchina della Nazionale e poi per quella della Juve.

    Viene da pensare che oggi i tecnici debbano tenere la loro immagine sempre viva, proprio perché questo aiuta loro poi ad ottenere il credito necessario per avere la fiducia dei calciatori che vorrebbero nelle loro squadre. Cosa ne pensate?