La notizia che tutti non volevamo leggere o sentire, da quella maledetta domenica 5 ottobre 2014, è arrivata nella mattinata italiana: il 25enne, avrebbe compiuto 26 anni il 3 agosto, pilota francese Jules Bianchi non ce l’ha fatta e si è spento dopo il lungo coma in seguito all’incidente nel Gran Premio del Giappone a Suzuka.
L’annuncio della morte è arrivato tramite un comunicato, a nome della famiglia, apparso sulla pagina FacebookJules Bianchi Official. Nelle poche parole del post, i familiari del pilota hanno comunicato con grande dolore che “Jules ha combattuto fino all’ultimo, come ha sempre fatto, ma oggi la sua battaglia è giunta al termine”. Nello stesso comunicato, la famiglia ha voluto ringraziare i medici dell’ospedale di Nizza, nel quale Bianchi era stato trasportato a metà novembre scorso, ma anche i medici del centro medico della prefettura di Mie, in Giappone, che avevano effettuato le prime cure, subito dopo l’incidente avuto in pista. Il messaggio si conclude con i ringraziamenti della famiglia a tutti i fans ed i colleghi che sono stati vicini a Jules in questi lunghi mesi, ma anche con la richiesta di rispettare il loro dolore in questo momento difficile.
La notizia ha sconvolto il mondo della Formula Uno e del Motorsport e su Twitter sono arrivati subito messaggi di cordoglio di colleghi, da Button a Vettel, da Grosjean a Ricciardo, rivali in pista ma oggi tutti uniti nel dolore e nel ricordo di un 25enne morto, in un modo così tragico e beffardo, per portare avanti la propria passione e il proprio amore per le corse.
Questa morte deve però far riflettere una Formula Uno che torna a piangere dopo la scomparsa di Ayrton Senna del 1994. Quello che è accaduto quel giorno a Suzuka, anche se la commissione ha dato principalmente la colpa al pilota, deve far assolutamente ripensare a tutti i criteri sulla sicurezza.
Ma cosa accadde quel giorno in Giappone? Ricordiamolo anche per chi non ha visto quella tragica gara.
Suzuka è colpita da un tifone violento, la partenza viene ritardata, poi il via avviene dietro la Safety Car. La corsa procede sempre sotto la pioggia con la visibilità che si fa sempre più scarsa e complicata, poi al giro 42 Sutil esce in testacoda alla curva Dunlop e si appoggia alle barriere. I commissari intervengono subito, sembra un classico e semplice intervento di rimozione con l’aiuto di una gru. Si vedono subito le doppie bandiere gialle ma poco dopo si nota una strana tensione sul luogo dei soccorsi ma non intorno alla macchina di Sutil. Cosa sia accaduto non è chiaro, la gara viene fermata con bandiera rossa, si capisce che è successo qualcosa di grave, si pensa possa trattarsi di un qualche problema ad un commissario ed invece la immagini che giungono poco dopo danno una drammatica versione dei fatti: Jules Bianchi con la sua Marussia, perde il controllo della propria auto e va, ad altissima velocità, ad infilarsi sotto la gru andando ad impattare violentemente con il casco contro il mezzo di soccorso.
Da quel momento Jules entrerà in coma e non si riprenderà più sino alla scomparsa di questa notte.
Prima di concludere però vogliamo ricordare chi era Jules Bianchi.
Nato nel 1989 a Nizza Bianchi si mette subito in luce con buoni risultati prima sui Kart e poi nelle categorie inferiori, tanto da entrare nella Ferrari Driver Academy e divenire pilota di riserva del Cavallino Rampante. L’esordio in Formula Uno arriva nel marzo del 2013 con la Marussia. Il vero e proprio capolavoro lo compie nel Gran Premio di Monaco del 2014 quando conquista i primi storici punti per la Marussia giungendo nono, in realtà sarebbe arrivato ottavo ma una penalità da 5 secondi lo farà scalare al 9° posto.
La tragedia di Suzuka ci ha così privato, non solo di un giovane ragazzo pieno di voglia di vivere, ma anche di un grandissimo pilota che molto probabilmente nel suo futuro avrebbe potuto salire nell’olimpo dei campioni di questo sport.
Un’avventura sfortunata quella del team anglo-russo della Marussia che definitivamente lascia la Formula 1. La dipartita del team comporta anche notevoli perdite per la Ferrari e per la McLaren che rispettivamente avevano in piedi con Marussia la fornitura dei motori per la prossima stagione la prima e l’assistenza tecnica la seconda.
E’ il Sunday Telegraphche cita le cifre per cui i due team sono coinvolti nella fallimentare avventura di Marussia. Secondo il magazine britannico infatti la Ferrari conta perdite per 21 milioni di Euro, mentre la McLaren subisce una perdita di 9 milioni. I dati resi noti dal Sunday Telegraphsono stati raccolti attraverso i documenti della FRP Advisorche amministra la scuderia Marussia e sono datati 18 dicembre.
La Marussia ha smesso di partecipare ai gran premi nello scorso novembre, lasciando il campionato a tre gare dal termine proprio per problemi economici. In cinque anni di partecipazione alla Formula 1 la Marussia ha raccolto solo due punti, conquistati da Jules Bianchi a Montecarlo. Il pilota poche settimane dopo ebbe il grave incidente da cui ancora deve riprendersi pienamente.
Come gli anni scorsi RAI e SKY si sono accordate per la definizione del palinsesto e la divulgazione in diretta delle gare della prossima stagione. Più della metà degli eventi verranno trasmessi, come la scorsa stagione, con cinque ore di differita nella televisione di Stato mentre SKY avrà la diretta di tutto il week-end. La Pay-Tv ha i diritti della messa in onda del Campionato Mondiale di Formula 1 già da due anni ed il 2015 sarà il terzo.
Per farla breve SKY avrà l’esclusiva di ben 11 gare, mentre RAI avrà a disposizione 9 Gran Premi, c’è indecisione sull’orario per il gran Premio del Messico previsto il primo di novembre, mentre il Gran Premio di Corea è calendarizzato ma ancora non si sa se si correrà poiché non ha ancora ricevuto il nulla osta della FIA.
CALENDARIO CAMPIONATO DI FORMULA 1 2015 E PALINSESTO:
15/03 Australia – SKY
29/03 Malesia – SKY
05/04 Barhein – SKY e RAI
19/04 Cina – SKY e RAI
10/05 Spagna – SKY
24/05 Montecarlo – SKY
07/06 Canada – SKY e RAI
21/06 Austria – SKY e RAI
05/07 Gran Bretagna – SKY
19/07 Germania – SKY
26/07 Ungheria – SKY e RAI
23/08 Belgio – SKY
06/09 Italia – SKY e RAI
20/09 Singapore – SKY e RAI
27/09 Giappone – SKY
11/10 Russia – SKY
25/10 USA – SKY e RAI
01/11 Messico – Orari da definire
15/11 Brasile – SKY
22/11 Abu Dhabi – SKY e RAI
Restano gravi le condizioni della test driver della scuderia Marussia, Maria De Villota, rimasta coinvolta in un terribile incidente nella giornata di ieri, mentre si trovava con la sua monoposto sul circuito dell’aerodromo di Duxford (zona sita nell’est dell’Inghilterra). Maria De Villota stava testando un nuovo pacchetto aerodinamico che i piloti ufficiali della scuderia di F1 avrebbero poi avuto durante il prossimo Gran Premio di Silverstone. La monoposto si è schiantata contro un camion della Marussia, a circa 70-80 km/h, quando sul tracciato stava scendendo una forte precipitazione. Per la figlia dell’ex pilota di F1 Emilio De Villota quella di ieri era la prima giornata alla guida della Marussia. Saranno decisive le prossime 48 ore per sapere il futuro della sfortunata ragazza spagnola.
Come raccontato dal reporter della Bbc Chris Mann, Maria De Villota nei minuti successivi allo schianto non avrebbe dato segni di vita. Soltanto dopo dieci interminabili minuti la test driver della Marussia ha mosso le mani. Trasportata al più vicino centro medico, Maria De Villota è stata operata al cervelloper ridurre i traumi riportati in seguito all’incidente poche ore prima. I medici confermano la riuscita dell’intervento, sebbene vogliano aspettare ancora 48 ore per dichiarare l’iberica 32 enne fuori pericolo.
Una nota ufficiale del team Marussia ha precisato come la test driver figlia d’arte sia cosciente, ribadendo che l’equipe medica stia seguendo attentamente l’evoluzione del quadro clinico, sottoponendola ad ulteriore esami.
Subito dopo aver appreso la notizia, anche il circus della Formula 1 si è stretto intorno a Maria De Villota e la sua famiglia. I primi ad abbracciare idealmente la test driver della Marussia su Twitter sono stati Fernando Alonso e Jenson Button. Il pilota della Ferrari si è detto fiducioso circa le condizioni della sfortunata connazionale, mentre il collega inglese ha rivolto il suo pensiero alla famiglia, che sta attraversando in queste ore momenti difficili.
Tutti i piloti e i team sono già arrivati al Melbourne, manca ormai poco all’inizio dell’attesissimo Mondiale 2012 di Formula 1, soltanto 24 ore alle prime libere sul circuito dell’Albert Park in Australia che apriranno la 63esima edizione del campionato del mondo, quello che sarà infatti il più lungo mondiale della storia della F1. Da quest’anno saranno infatti ben 20 i Gran Premi su cui i piloti dovranno confrontarsi, uno in più rispetto allo scorso anno quando venne cancellato dal calendario il GP del Barhain per gli ormai noti disordini del paese.
Le new-entry quest’anno saranno proprio il rientro del Bahrain e il nuovo GP di Austin sui quali però aleggiano ancora molti dubbi, mentre di sicuro non avremo più il Gran Premio della Turchia sul circuito di Istanbul, che saluta la competizione dopo 7 anni. Per il resto tutto confermato, con il rientro del Nurburgring a discapito di Hockenheim per l’alternanza ogni anno per il GP della Germania, e i due suggestivi Gran Premi in notturna di Singapore e Abu Dhabi.
Si riparte da Melbourne, che come nella maggior parte delle volte sarà teatro della gara inaugurale del Mondiale. Circuito cittadino ma da sempre uno dei più veloci considerando le medie sul giro tra le più alte della Formula 1, è da tradizione favorevole alla vettura meglio bilanciata in conseguenza dell’alto carico aerodinamico che le vetture necessitano per percorrere le sue 16 curve. Il punto in cui i piloti potranno maggiormante tentare il soprpasso sarà sul rettilineo del traguardo, favoriti dal dispositivo DRS introdotto la scorsa stagione, che da quest’anno potrà essere attivato ben due volte su questo circuito, sia sul rettilineo principale che in quello successivo tra la le curve 2 e 3. Il punto di detection point invece sarà solo uno, e sarà posto alla curva prima del traguardo.
Sarà un GP molto importante perchè da molti anni resiste la tradizione che vede campione del Mondo il pilota che riesce a vincere su questa pista. Il favorito numero uno in questione è sicuramente Sebastian Vettel, forte della sua consacrazione negli ultimi due anni e voglioso di eguagliare il record di Micheal Schumacher e Fangio di conquistare tre titoli mondiali consecutivi. Riuscendoci riuscirebbe sicuramente a smentire tutti coloro (più dai colleghi stessi che dall’esterno) che lo etichettano come “pilota che vince perchè ha la macchina più forte”. Anche perchè da quest’anno si riparte da una sorta di anno zero, in cui sono state tantissime le limitazioni e le innovazioni imposte dalla Fia.
A partire dall’abolizione dei tanto discussi scarichi soffiati introdotti dal genio Adrian Newey, che da quest’anno saranno posizionati più in alto sulla vettura come ai vecchi tempi e non potranno generare più tanto carico aerodinamico. Proprio per questo motivo la Pirelli che anche quest’anno sarà il fornitore ufficiale degli pneumatici fornirà gomme che consentiranno al pilota una maggiore aderenza al posteriore.
Ma la novità più importante a livello visivo sarà sicuramente l’antiestetico muso a becco d’anatra che sarà presente su tutte le vetture ad eccezione della sola McLaren che ha preferito optare per una soluzione lineare in controtendenza rispetto al resto della compagnia. Questa soluzione aerodinamica sarà caratterizzata dalla divisione per via di uno scalino della parte dell’abitacolo con la parte anteriore del muso stesso per via delle nuove regolamentzioni che vincolano l’altezza massima della vettura nella parte anteriore, per diminuire la pericolosità dell’impatto in caso di urto con la parte laterale della vettura che è stata appositamente rialzata.
C’è chi ha fatto quindi di necessità virtù, neanche a dirlo Newey si è subito adoperato per trovare uno stratagemma per trasformare un semlice scalino in un’arma micidiale: vi ha infatti posto una fessura per il passaggio dell’aria che non si è ancora riuscita a decifrare ma si è pronti a scommettere su un’altra invenzione aerodinamica (simile all’F-duct) e non ad un semplice passaggio d’aria per refrigerare i piloti come lui stesso ha dichiarato. Anche la Sauber ha presentato una soluzione analoga posta però al di sopra dello scalino.
Dalle varie Gallerie del Vento si è passati poi alla pista e i test pre-stagionali hanno mostrato che per forza di cose la macchina da battere sarà ancora la Red Bull campione del mondo in carica ma la lotta si preannuncia molto serrata: la macchina più in forma è stata sicuramente la Lotus, dominatrice nella maggior parte delle giornate di test, che quest’anno schiera una coppia tutta nuova quanto ambiziosa. Il campione del mondo 2007 Kimi Raikkonen fa il suo ritorno dopo due anni passati nel Rally, e Romain Grosjean, campione iridato GP2, ansioso di riscattare la mezza stagione nel 2009 con la Renault in cui venne ingaggiato per sostituire Nelsinho Piquè e nella quale non si mise certo in luce per i risultati in pista, abbastanza deludenti.
Dalle premesse la scuderia francese sicuramente potrebbe essere la sorpresa della stagione, anche se le gerarchie là davanti non sembrano essere cambiate. La McLaren si presenta sicuramente come anti Red Bull visto che nei test collettivi è stata una delle scuderie più convincenti. Hamilton e Button sono due piloti di sicuro affidamento e che possono puntare entrambi al Mondiale, ma l’anglo-caraibico dovrà dimostrare di saper gestire meglio la sua vita al di fuori della pit-lane. Per il resto la scelta del team di andare in controtendenza nella progettazione della nuova vettura è stata molto coraggiosa e bisognerà aspettare ancora poco per sapere se porterà un vantaggio o uno svantaggio.
E poi c’è la Ferrari che nonostante i problemi annunciati da Domenicali ci si aspetta di trovarla sempre lassù a lottare per la vittoria. E’ vero che i test non sono andati nel modo in cui si sperava ma la progettazione di un’auto innovativa rispetto allo scorso anno richiede tempo per migliorare. Anche la McLaren lo scorso anno partì malissimo ma finì per diventare l’anti Red Bull. E se su Alonso si può fare sicuro affidamento, Massa deve dimostare di meritare la Ferrari riscattando la stagione deludente dello scorso anno, portando più risultati utili possibili al team.
Alle spalle delle prime tre big, la Mercedes sembra essere nata sotto i migliori auspici, e come al solito il team tedesco, sotto la direzione dell’ex Ferrari Ross Brawn, è stato uno dei miglior a livello di innovazione. Basti pensare al W-duct, fratello di quell’ F-duct bandito dalla FIA, che migliora l’aerodinamica della vettura e incrementa la velocità in rettilineo mandando in stallo l’ala anteriore. Non è un caso che il dispositivo sia stato copiato subito dalla McLaren, ma essendo stato considerato un sistema legale le vetture ad utilizzarlo non potranno che aumentare. Sicuramente all’interno del team si punterà sulla voglia di riscatto del vecchio leone Micheal Schumacher che vuole dimostare di non essere un pilota finito e per questo ripartirà dal record di sorpassi ottenuto lo scorso campionato, e sulla bravura di Nico Rosberg, pilota mai sbocciato completamente ed in attesa della prima vittoria.
Posibili outsider sicuramente la Force India che punta a migliorare il campionato dello scorso anno già di ottimo livello. Per farlo potrà contare su Nico Hulkenberg che ha dimostrato il suo valore già in Williams conquistando anche una pole position nel GP del Brasile 2010, e su Paul Di Resta. Fatto fuori invece Adrian Sutil a seguito della vicenda che lo ha coinvolto nel caso Lux. Desta molta sorpresa la coppia tutta nuova in Toro Rosso con Daniel Ricciardo e Jean-Eric Vergne che hanno sostituito Alguersuari e Buemi che comunque non demeritavano affatto. Se per lo svizzero c’è stata la promozione se pur come terzo pilota in Red Bull per lo spagnolo è stata una vera è propria bocciatura. Sicuramente dalla nuova coppia ci si aspetta di più dal team, staremo a vedere.
Da non sottovalutare anche la Sauber spinta dal propulsore Ferrari e che potrà contare su un pilota sempre di scuola “Rossa” come Sergio Perez e dal samurai giapponese Kamui Kobayashi, capace come pochi di rifilare sorpassi in un fazzoletto di pista. Molte aspettative anche sul fronte Williams, la grande decaduta ormai da un pò (troppi) anni, abbandonata anche dai suoi sponsor principali. Così per mantenere il suo grande appeal ha richiamato un binomio affscinante, quello con Senna che ricalca le orme dello zio Ayrton, affiancato dal venezuelano Pastor Maldonado sperando che in questi anno arrivino risultati più convincenti.
Partono in ultima posizione sia la Marussia, exVirgin, che ha totalizzato pochi chilometri con Timo Glock e Charles Pic tra l’altro con la vecchia vettura, e la HRT di Pedro de La Rosa e Narain Karthikeyan, che si apprestano ad iniziare il Mondiale con zero chilometri sulle spalle. Davanti a loro la comunque migliorata Catehram, che ha perso la battaglia legale con la Renault per il nome Lotus, schiererà Heikki Kovalainen e Vitaly Petrov, che grazie ai suoi sponsor ha scalzato all’ultimo momento Jarno Trulli.
Per questo motivo il Mondiale partirà dopo moltissimi anni senza nessun portabandiera a difendere il nostro tricolore, ma in compenso potremo contare sullo spettacolo che si spera i ben 6 campioni del Mondo daranno nell’arco della stagione. In pista contemporaneamente ci saranno 12 titoli iridati, con Michael Schumacher, re assoluto con 7 titoli all’attivo, seguito dalla coppia Vettel e Alonso che inseguono a quota 2. Un titolo a testa per la coppia McLaren Hamilton e Button e l’ex Raikkonen.
Chi avrà la meglio quest’anno? Allacciate le cinture, il responso, come al solito, lo darà la pista.
Avevamo già parlato settimana scorsa della riunione della Commissione Formula 1di Ginevra nella quale si sarebbero discusse alcune problematiche da affrontare per la nuova stagione e gli anni a venire.
Oltre al cambio di denominazione di 3 team per il quale serviva l’unanimità, l’ex Renault che si chiamerà a tutti gli effetti Lotus e che di Renault avrà solo la fornitura motoristica, l’altra Lotus, quella anglo-malese di Tony Fernandes, che ha perso la causa per l’utilizzo del nome della gloriosa casa britannica, ha cambiato denominazione in Caterham e la Virgin di Richard Branson che dall’anno prossimo si chiamerà Marussia, nome della casa automobilistica russa che detiene ora la maggioranza delle azioni della scuderia (Virgin resterà come main sponsor), è stato anche approvato il calendario del 2012 che prevederà i 20 Gran Premi già stabiliti nello scorso mese di agosto dopo che quello del Bahrain, quello di Corea e il nuovo degli Stati Uniti nel Texas per motivi economici o per controversie politiche rischiavano di saltare riducendo il Mondiale della prossima stagione a 17 appuntamenti.
Ma il nodo cruciale era rappresentato dall’ingresso, o meglio, dalla reintroduzione della customer car, ovvero una terza vettura da poter schierare in griglia e che i grandi costruttori potevano vendere a “buon prezzo” a team satelliti – così come si usa im MotoGP – che avrebbero risparmiato un mucchio di soldi sulla progettazione di una propria auto ricavandone così un beneficio condiviso. Ma fino al 31 dicembre 2012, data fino alla quale rimarrà in vigore il Patto della Concordia (accordo tra FOTA, organizzazione di cui fanno parte tutti i team che partecipano al campionato di Formula 1, e FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile, per la regolamentazione economoche e sportive della F1) nessuna variazione in tal senso.
La proposta avanzata dalla Ferrari va a scontrarsi contro le idee conservatrici dei top team Red Bull, McLaren e Mercedes e di Jean Todt, ex dt della scuderia di Maranello dal 1993 al 2008 e ora a capo della FIA, le intenzioni degli “oppositori” alla proposta della Rossa è quella di preservare il principio del campionato costruttori mentre l’dea del presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo è quella di introdurre nuove regolamentazioni per la Formula 1 del domani.
A tal proposito, Montezemolo, intervenuto nel corso delle Finali dei campionati monomarca del Cavallino Rampante che si sono tenuti nell’ultimo fine settimana al Mugello, ha lanciato un vero e proprio ultimatum minacciando di abbandonare la Formula 1 dedicandosi ad altre categorie motoristiche se non si dovesse arrivare ad un accordo su 3 principali condizioni che la Ferrari ritiene necessarie per restare nel Grande Circus e che si possono riassumere nel modo seguente:
1 – no ad una Formula 1 basata esclusivamente sull’aerodinamica perchè la competizione prevede anche il confronto tra altre componenti, deve esserci il giusto mix tra aerodinamica, motori, elettronica etc etc; 2 – no allo sperpero di denaro per l’utilizzo delle gallerie del vento quando l’ideale, al fine della progettazione delle nuove vetture, sarebbe quello di reintrodurre i test che oggi sono limitati ad alcune sessioni così da poter provare e far crescere i piloti del domani; 3 – la terza vettura in pista, la customer car, di cui abbiamo già spiegato sopra. Queste le dichiarazioni, chiare, di Montezemolo:
“La Formula 1 rimane la nostra vita ma senza Ferrari non c’è la Formula 1, così come senza Formula 1 la Ferrari sarebbe diversa. Abbiamo tanta pazienza ma ci sono delle condizioni precise per proseguire nel nostro impegno. Corriamo non soltanto per farci pubblicità ma soprattutto per fare ricerca avanzata per le nostre vetture stradali, su tutti gli aspetti: motori, telai, meccanica, elettronica, materiali e aerodinamica, tanto è vero che il trasferimento di tecnologia dalla pista alla strada è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi vent’anni. Quello che non ci sta più bene è che il 90% della competitività sia basato esclusivamente sull’aerodinamica o che il nostro sia l’unico sport in cui viene impedito di allenarci, uno sport dove sono proibiti i test. C’è il tema della terza macchina che non lo sosteniamo tanto per il nostro interesse quanto per quello dello sport in generale. Siamo convinti che l’attenzione di tifosi, media e sponsor possa aumentare se in pista c’è un numero più ampio di vetture competitive e non macchine più lente di due o tre secondi al giro che vengono doppiate dopo poche tornate. Nel ’61, Giancarlo Baghetti vinse il Gran Premio di Francia a Reims con una Ferrari messagli a disposizione da un privato: ecco, sarebbe bello vedere in futuro una nostra macchina correre con i colori americani, cinesi o, magari di Abu Dhabi. Sosterremo le nostre ragioni nelle sedi e nei modi più opportuni ma saremo molto chiari e a chi sta bene bene altrimenti se ne faranno una ragione. Se vorranno ancora la Ferrari, la Formula 1 deve cambiare e tornare ad essere ricerca avanzata, sempre con una necessaria attenzione ai costi. Noi non siamo in Formula 1 come degli sponsor ma come costruttori“.
Oggi pomeriggio, 3 novembre, la Commissione Formula 1, composta da un rappresentante di ogni team, si rinunirà a Ginevra per discutere le diverse proposte all’ordine del giorno e apportare eventualmente modifiche al regolamento per il 2012. Al vaglio della Commissione ci saranno tre temi caldi e che riguardano il calendario della prossima stagione, la customer car e il cambio di denominazione di alcune scuderie che partecipano al Mondiale di F1.
Nello scorso mese di agosto è stato reso noto il calendario di Formula 1 per il 2012 che, come nelle intenzioni di Bernie Ecclestone, prevedeva 20 gare. Ora però tre di questi rischiano la cancellazione per problemi economici delle società che detengono le proprietà dei circuiti. Dopo l’esclusione, già peraltro ratificata, del Gran Premio di Turchia, il calendario rischia di perdere altri pezzi, da valutare sono infatti le posizioni del GP di Corea, quello del Bahrain e il nuovo degli Stati Uniti. In realtà solo le difficoltà del primo e del terzo sono legate a problemi di natura finanziaria: il Gran Premio coreano, giunto alla sua seconda edizione, in origine avrebbe dovuto far muovere capitali ed investimenti verso la zona del circuito con la costruzione di grattacieli, centri commerciali e zone adibite alla ristorazione e ricreazione della popolazione ma le cose sono rimaste tali e quali a com’erano due anni fa, in pratica il circuito sorge in una zona ancora deserta, e il bilancio dopo solo pochi mesi è in forte passivo mentre i lavori di costruzione del nuovo circuito di Austin nel Texas, che avrebbe dovuto fare il suo ingresso in F1 nella prossima stagione con la gara programmata per il prossimo 18 novembre, procedono a singhiozzo vista la mancanza di reperibilità di altri fondi che consentirebbero l’ultimazione della struttura. Per quanto riguarda invece il GP del Bahrain, che è stato cancellato a causa delle rivolte della popolazione a maggioranza sciita contro la dinastia sunnita che governa l’arcipelago del Golfo Persico da generazioni seguendo l’onda delle rivolte che hanno interessato tutto il Medio Oriente e il Nord Africa in primavera, la situazione politica nel paese resta instabile e potrebbe portare ad una nuova cancellazione del Gran Premio che farebbe saltare per il secondo anno l’evento. Se questi tre appuntamenti dovessero saltare, allora ci ritroveremmo con un Mondiale 2012 composto da 17 Gran Premi.
Oggi verranno discussi anche i cambi di denominazione delle due scuderie che quest’anno si sono presentati ai nastri di partenza sotto lo stesso nome Lotus Renault e della Virgin. Per quanto riguarda le prime due dopo un lungo contenzioso a spuntarla è stata l’ex Renault della Genii Capital, la società che detiene le azioni della scuderia francese con sede ad Enstone, che dall’anno prossimo potrà fregiarsi in maniera esclusiva della denominazione Lotus, nome che quest’anno campeggiava sui telai delle vetture soltanto come main sponsor e che invece dall’anno prossimo sarà a tutti gli effetti la gloriosa scuderia di Formula 1 che vanta ben 7 titoli Mondiali. L’altra Lotus Renault, quella del malese Tony Fernandes e guidata da Jarno Trulli, dall’anno prossimo assumerà invece la denominazione di Caterham. Infine la Virgin cambierà nome in Marussia, nome della casa automobilistica russa che ha acquisito la maggioranza del capitale azionario della scuderia di Richard Branson.
Infine chiudiamo con il capitolo dedicato alla terza vuttura, si tratta della reintroduzione in F1 della customer car, proposta caldeggiata dalla Ferrari che avrebbe intenzione di mettere in pista una terza vettura da vendere poi ad una scuderia satellite e metterci alla guida un giovane pilota di proprietà per consentirgli di crescere e accumulare esperienza. Proposta che però trova l’opposizione di Red Bull, McLaren e Mercedes. Il pro è che i team minori avrebbero notevoli vantaggi in termini di contenimento di costi dal momento che “comprare” una monoposto risulterebbe più economico di progettarne una per conto proprio ma questo, secondo le scuderie oppositrici, andrebbe contro gli accordi stabiliti nel Patto della Concordia, in vigore fino al 2012, e andrebbe contro i principi attuali della Formula 1 basati sulla competitività tra idee e progetti differenti.