Serata dai due volti quella passata dalla metà blucerchiata di Genova. In programma c’era il Trofeo “Boskov” e nel pre-gara la presentazione della squadra davanti al proprio pubblico. La festa ha coinvolto dodici mila tifosi che hanno occupato gli spalti del “Luigi Ferraris” godendosi nel modo giusto l’evento. Prima dell’incontro però, fuori ci sono state scaramucce tra tifosi tedeschi, al seguito dell’Eintracht Francoforte e blucerchiati.
Le Forze di Polizia erano state allertate dai colleghi tedeschi, al seguito della squadra ospite infatti si attendevano circa trecento supporters di cui alcuni senza biglietto ed alquanto noti per le loro intemperanze. Il bilancio finale è di due feriti uno tra i tedeschi ed uno tra gli agenti intervenuti per sedare gli animi.
“Non sono un marziano, sono umano e sono doriano!”
Con queste parole entra in scena Massimo Ferrero, neo Presidente della Sampdoria, accompagnato da un sorridente Sinisa Mihajlovic. La Gradinata Sud lo incita a far sognare il popolo blucerchiato e sembra incominciare ad apprezzare anche l’estro mediatico dell’istrionico Presidente che risponde:
“Garantisco il massimo impegno e vi invito tutti a stare vicino alla squadra”.
Il pubblico apprezza e si gode la serata con la presentazione della Sampdoria, poi il test con l’Eintracht.
Non poteva, la Sampdoria, ricordare meglio Vujadin Boskov se non con una bella vittoria. Gabbiadini, Eder (su calcio di rigore), Okaka e Soriano realizzano un poker da favola e poco importa se i tedeschi mettono a segno due reti con Inuit e Piazon portandosi anche momentaneamente in vantaggio all’inizio, gli uomini di Mihajlovic mostrano già movimenti da squadra interessanti.
La Gradinata Sud con uno striscione ricorda una delle tante “massime” di Vujadin Boskov | Foto Twitter / Il Pallonaro
La serata è piacevole ed il pubblico sembra gradire, poi viene il momento della commozione, quando accompagnata dal Presidente, Jelena Boskov premia la squadra e saluta una festante Gradinata Sud.
Sul fronte del mercato la Sampdoria però ha preso atto di una stilettata tirata dall’agente di Mario Yepes, Gino Culbertson, che ai microfoni di Sky Sport ha dichiarato:
“Ci sono vari club interessati al giocatore, sto parlando con tutti ma è probabile che Mario chiuda la propria carriera in Premier League”.
Segnale forte e deciso che quello che sembrava un affare concluso da parte del club blucerchiato possa prendere un’altra piega.
La Colombia è un paese che il più delle volte è passato alla cronaca per notizie assolutamente non invidiabili: dalla guerra dei cartelli dei narcotrafficanti ai rapimenti di parenti di personaggi affermati. (altro…)
La 27esima giornata del campionato di Serie A regala match importanti e dopo aver assistito al pareggio per 1-1 nella sfida scudetto Napoli-Juventus, andranno in campo questa sera Milan-Lazio, in una gara da Champions League. Le due squadre infatti si stanno giocando il terzo posto e la partita di oggi diventa fondamentale per il cammino verso l’obiettivo stagionale. Il Milan, dopo un inizio di stagione molto difficile si è ripreso, trovando l’equilibrio giusto e rimontando punto su punto fino ad arrivare ala quarto posto, mentre la Lazio ha iniziato alla grande, subendo una leggere flessione in quest’ultima parte del torneo, rischiando di perdere la terza piazza che fino a un mese fa sembrava al sicuro. Le due formazioni sono distanti in classifica di due solo lunghezze.
QUI MILAN – Allegri dovrà fare a meno di tre assenze pesanti. La prima è quella di Mario Balotelli, che da quando è arrivato è stato sempre fondamentale in campionato (in Champions non può giocare) con le sue reti. Non meno importanti le assenze di Mexes e Constant che nell’ultimo periodo sono cresciuti parecchio. A questo punto si prospetta il ritorno in campo di Pazzini al posto di SuperMario e al centro della difesa potrebbe esserci una coppia tutta colombiana con Zapata e Yepes, quest’ultimo è in ballottaggio con Zaccardo che potrebbe esordire dal primo minuto. Completano la difesa Abate sulla destra e De Sciglio sulla sinistra con Abbiati tra i pali. A centrocampo Montolivo e Muntari sono certi del posto da titolare, mentre Flamini al momento pare in vantaggio su Nocerino per la terza maglia nella mediana rossonera. In attacco ancora panchina per Niang con Boateng e El Shaarawy (recuperato nelle ultime ore) a formare il tridente con l’ex centravanti della Sampdoria.
QUI LAZIO – Tre assenze pesanti anche per Petkovic che deve fare a meno del bomber Klose, ormai fermo ai box da qualche settimana a cui si aggiungono il centrocampista Mauri e il terzino Konko. In ogni caso il tecnico laziale può mandare in campo una formazione di tutto rispetto con Marchetti tra i pali, i terzini Pereirinha e Radu con i centrali Biava e Dias. In cabina di regia il solito Ledesma che protegge il pacchetto di trequartisti formato da Candreva, Hernanes, Gonzales e Lulic a supporto dell’unica punta Floccari, che dovrà stringere i denti viste le assenze nel reparto offensivo.
SCONTRI DIRETTI – All’andata finì 3-2 per la Lazio. Per questo motivo ai biancocelesti potrebbe andar bene anche un pareggio che terrebbe distante due punti il Milan e li vedrebbe in vantaggio negli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti. Per i rossoneri è obbligatorio vincere sia per effettuare il definitivo sorpasso, sia per pareggiare gli scontri diretti.
Una particolarità delle partite casalinghe del Milan è che non sono mai terminate in pareggio.
L’anticipo serale della nona giornata di Serie A Milan-Genoa termina 1-0 in favore dei rossoneri. Match deciso dal gol di El Shaarawy al 77′ su cross di Abate. Allegri scaccia le streghe con tre punti che consentono al Diavolo di respirare. In classifica il Milan si porta a quota 10 punti, superando lo stesso Genoa che rimane fermo a 9 punti. In attesa delle partite di questo pomeriggio i rossoneri approdano all’ottavo posto, in coabitazione con la Sampdoria. E’ la terza vittoria del Milan in campionato, la terza contro una squadra dai colori sociali rossoblu (Genoa, Cagliari, Bologna). La squadra di Allegri è andata meglio nella ripresa, dopo un primo tempo piuttosto abulico. Protagonista assoluto del match Stephan El Shaarawy, uomo ovunque e sempre più capocannoniere del Milan.
POVERI– L’infortunio di Boateng nell’immediata vigilia della partita costringe Allegri a rivedere il 3-4-2-1 pensato dopo la trasferta di Malaga e schiera i suoi ancora con il 3-4-3, proponendo Emanuelson largo a destra, con Abate e Antonini esterni. Il primo tempo scivola via senza troppe emozioni. Gli ospiti guidati da Gigi Del Neri mostrano grande compattezza in fase difensiva, con due linee molto strette che chiudono ogni spazio alla manovra dei rossoneri. Il centrocampo del Genoa sovrasta nettamente quello dei padroni di casa, dove il solo Montolivo mantiene alto l’onore. Per il resto la prima frazione di gioco non regala alcun sussulto agli spettatori di San Siro, se si esclude l’episodio del calcio di rigore ai danni di Pato per la trattenuta di un difensore avversario. L’arbitro Mazzoleni decide di far proseguire tra le proteste dei giocatori del Milan.
FARAONE – Al rientro dagli spogliatoi la squadra di Allegri dà l’impressione di avere più ritmo rispetto ai primi 45′. Dall’altra parte invece gli uomini di Delneri si abbassano pericolosamente nella propria area, senza più riuscire ad imbastire un’azione degna di nota a centrocampo. Si rende protagonista subito Pato, autore di un lampo abbagliante in una serata piuttosto buia. La partita continua a farla il Milan ma il gol stenta ad arrivare. Al 25′ della ripresa Allegri sceglie la carta Pazzini al posto di Pato, accentrando maggiormente Emanuelson per le incursioni di Abate. Dopo pochi minuti la mossa tattica dell’allenatore rossonero porta al gol del vantaggio. E’ il 77′ quando Abate riceve palla sulla corsia di destra prima di crossare verso il centro dove El Shaarawy si fa trovare pronto all’appuntamento del gol. Sesta rete in nove partite per il Faraone, che dimostra anche contro il Genoa di essere il vero trascinatore di quest’anno.
DEBUTTO GRIGIO – Per Delneri una sconfitta al ritorno su una panchina di Serie A dopo un’assenza di quasi due anni. Non era facile esordire contro un Milan in cerca di riscatto. Il Genoa si è fatto apprezzare specialmente nel primo tempo, dove ha offerto un’ottima prestazione dal punto di vista difensivo, senza rischiare mai nulla. Nella ripresa invece la squadra rossoblu è retrocessa con il proprio baricentro, consegnando di fatto al Milan il pallino del gioco. L’assenza di Borriello lì davanti si è fatta, con Immobile sembrato troppo solo nonostante due esterni offensivi come Jankovic e Antonelli.
MILAN-GENOA 1-0
MARCATORE: Stephan El Shaarawy al 32′ s.t.
MILAN (3-4-3): Amelia; Zapata, Bonera, Yepes; Abate, De Jong, Montolivo, Antonini (41′ Constant); El Shaarawy, Emanuelson (42′ s.t. Constant), Pato (26′ s.t. Pazzini). In panchina: Abbiati, Gabriel, Mexes, Acerbi, Ambrosini, Flamini, Bojan. Allenatore: Allegri
El Shaarawy 8: strepitoso per intensità, continuità, sacrificio, determinazione, autorevolezza. Fin qui il Milan è stato solo El Shaarawy. Abate 6,5: Allegri ha cambiato modulo per sfruttare al meglio Abate e Antonini sugli esterni. Ieri l’assist per il gol del Faraone e tante discese. Yepes 6,5: non si capisce perché Allegri non lo schieri in tutte le partite. Anche ieri dimostra di avere il carisma e la personalità nel guidare la difesa rossonera. Montolivo 6,5: è uno dei pochi centrocampisti, se non l’unico, di qualità. Se c’è uno che deve accendere la luce quello è il viola. Pato 5,5: qualche sprazzo, due per l’esattezza, prima di essere sostituito da Pazzini. Quanto basta per ricevere l’insufficienza mista a speranza.
VIDEO MILAN-GENOA 1-0 (27-10-2012)
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E’ andato secondo previsioni il trofeo Berlusconi 2012. Vittoria meritata di una Juventus che seppur con qualche defezione di troppo ha addomesticato un Milan troppo brutto per essere vero. Che la rivoluzione estiva non facesse presagire nulla di buono lo si era capito da tempo, ma per quanto visto a San Siro contro i bianconeri la sensazione è che la strada per poter competere riguardo lo scudetto è veramente tanta. Specie dopo l’addio, annunciato da Galliani a fine gara, di Antonio Cassano. Un altro pezzo da novanta che lascia i rossoneri, apparsi contro la Juventus quasi incapaci di tenere testa alla formazione avversaria. Il gol di Robinho in apertura aveva un po’ illuso, ma la pronta risposta di Marchisio, la traversa di Vucinic e il gol di Vidal hanno ribaltato il tutto.
Nella ripresa uno dei più attesi, Matri, in predicato di passare proprio ai rossoneri, ha tramortito i padroni di casa in gol nel finale, su rigore, con Robinho. Troppo poco per una squadra che nell’ultimo ventennio, per lungo tempo, ha dominato in Italia ed in Europa e che probabilmente per la prima volta sembra cominciare la stagione fuori dalle pretendenti per lo scudetto. Di contro c’è una Juventus che non molla mai, nemmeno quando Carrera decide di partire con diverse novità. Come Marrone, inserito al centro della difesa o Pogba in mezzo al campo.
Entrambi, nonostante la giovane età, riescono a dire la loro più che egregiamente, in modo cosi da non far sentire troppo le assenze di Chiellini e Pirlo. Due tra i tanti, visto che mancavano anche Buffon, Caceres e Isla. Insomma, non dei novellini. Veramente poche le note liete tra gli uomini di Allegri: l’unica forse è legata a Constant, il cui contributo a centrocampo è stato veramente importante, tale da non fare rimpiangere chi è andato via. Per il resto buone prove per Montolivo, Flamini e Yepes. Per il resto, Robinho a parte, si è visto veramente poco, e sono state gli uomini di maggior talento a tradire i rossoneri: Boateng e Pato su tutti.
Passando alla partita nonostante Carrera schieri una Juve rabberciata, con gli inserimenti a sorpresa di Marrone dietro, Padoin e De Ceglie laterali, fa molto meglio di un Milan che di fatto deve fare a meno di Mexes e Ambrosini, mentre Pato comincia dalla panchina. Un intervento errato di Storari su tiro di Flamini spiana la strada a Robinho per il gol illusorio. Sì perché proprio nel giro di un amen ecco che De Ceglie scodella in mezzo per Marchisio il quale in scivolata anticipa Flamini e fulmina Abbiati. Boateng gioca a nascondino e a parte Constant i rossoneri non ci fanno bella figura.
Dall’altra parte la Juve si da da fare, con Vidal solito guerriero in mezzo al campo, Pogba che si limita a fare il compito assegnato e dunque rispettando le consegne del tecnico e un Vucinic che dopo un inizio in sordina esce allo scoperto centrando una grande traversa. Fa meglio Vidal in chiusura di frazione che sfrutta un fuorigioco applicato male dal Milan battendo col piattone destro Abbiati. Nella ripresa rivoluzione di Carrera che cambia ben 7/11 della squadra, gettando nella mischia fra gli altri Bonucci, Giaccherini, Quagliarella e Matri.
Nel Milan fa l’ingresso in campo Pato ma di fatto non si vedrà mai. A differenza di Matri, sempre attivo e capace di sfruttare uno svarione del Milan per calare il tris. La dinamicità di Giaccherini rischia di costare casa ai padroni di casa che negli ultimi istanti rientrano in gara dopo che Boateng si fa commettere fallo da un acerbo Masi in area di rigore. Dal dischetto Robinho segna ma non evita una sconfitta giusta. Servono rinforzi, e anche urgentemente, viceversa per i tifosi del Milan potrebbe essere una stagione avara di emozioni. Dall’altro lato continua a crescere la consapevolezza, quella del gruppo juventino, di poter dire la propria con qualsiasi formazione scenda in campo.
La video sintesi di Milan-Juventus 2-3:
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Un bilancio in rosso e un futuro, almeno per quanto riguarda il mercato… in nero! Venerdì prossimo infatti è prevista l’assemblea dei soci del Milan e il punto più importante all’ordine del giorno è l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2011. Nulla di particolare se non fosse che lo stesso si chiuderà con una perdita che ammonta a circa 67 milioni di euro. Due in meno rispetto al 31 dicembre 2010, ma sempre di rosso si tratta, e anche importante se si va a considerare la cifra. Il tutto nonostante il tentativo della società lombarda di aumentare i ricavi e cercare di diminuire i costi nel corso dei mesi passati. Pesano enormemente infatti i pesanti ingaggi, visto che il totale dei soldi da sborsare nei confronti di giocatori e staff tecnico ammonta addirittura a 160 milioni di euro, il più alto di tutta la Serie A.
Un valore veramente molto elevato, spesso e volentieri legato a giocatori rimasti diverse volte ai box per infortunio. L’occasione per cercare di diminuire tale monte ingaggi arriverà a partire dal primo luglio. Sono diversi infatti i giocatori in scadenza di contratto a fine giugno, tutti con ingaggi abbastanza alti e alcuni dei quali quasi mai utilizzati in questa stagione. Sono ben dieci i giocatori in scadenza di contratto tra due mesi e mezzo. Si tratta del portiere Roma, dei difensori Nesta, Yepes e Zambrotta, dei centrocampisti Ambrosini, Flamini, Gattuso, Seedorf e Van Bommel e dell’attaccante Inzaghi. Quasi un undici da mettere in campo dunque.
Ancora incerto il futuro di molti di loro: se per Yepes, Inzaghi e forse Seedorf l’avventura rossonera terminerà qui, per gli altri ancora è tutto in discussione. Ma le grosse perdite del bilancio 2011 potrebbero pesare e non poco. Aquilani e Maxi Lopez invece sono arrivati in prestito, dunque il loro discorso va considerato a parte. Per Galliani compito non semplice sul mercato: sembra improbabile che vengano fatti ulteriori investimenti, almeno per l’acquisizione di cartellini costosi. Si mirerà a coloro che si svincoleranno a parametro zero, e potrebbero allo stesso tempo essere ceduti altri elementi che potrebbero consentire di far cassa.
In entrata sembra quasi ufficiale l’arrivo di Montolivo dalla Fiorentina. Il centrocampista azzurro era già stato accostato ai rossoneri nel corso dell’estate 2011 ma poi non se ne fece nulla ne in quell’occasione ne a gennaio. Adesso sembrerebbe fatta tra le parti e dunque un suo arrivo sicuramente farà saltare uno degli altri centrocampisti presenti in rosa con ingaggio simile o più alto. Natali e Bakaye Traoré sono altri due elementi sui quali si sta lavorando da tempo, mentre Acerbi potrebbe arrivare senza spendere, per il momento, l’intera cifra del suo cartellino. Magari con il famoso prestito con diritto di riscatto che va molto di moda nel corso degli ultimi anni. L’unico modo per arrivare ad un grande giocatore, Tevez su tutti, sembra essere legato alla cessione di un altro big. Pato sembra essere in pole in tal senso. Sempre se qualcuno scommetta su una sua ripresa e decida di ingaggiarlo, come aveva tentato di fare nel corso della sessione di mercato invernale il Paris Saint Germain.