Tag: mario sconcerti

  • Simone Farina diventa community coach dell’Aston Villa

    Simone Farina diventa community coach dell’Aston Villa

    Simone Farina trova squadra. Purtroppo per lui non si tratta di un ruolo da giocatore e soprattutto, nessun club italiano si è interessato. Dovrà emigrare in Inghilterra, patria del fair play. E’ costata caro al buon ex terzino del Gubbio la denuncia della tentata combine ai suoi danni nel 2011, che ha fatto scoppiare poco dopo lo scandalo scommesse che continua ad investire il calcio italiano. Farina ripartirà da Birmingham, esattamente dall’Aston Villa che ha inserito il 30enne nello staff tecnico societario come community coach. Dovrà insegnare ai bambini educazione e lealtà, portando la sua esperienza personale alle giovani promesse del club che un giorno potranno ritrovarsi nella sua stessa situazione. Ci si augura di no!

    Termina così la carriera da giocatore di Farina, cresciuto nelle giovanili della Romae a lungo in giro per i campi dell’ex Serie C1 e Serie B. In estate ha rescisso il contratto con il Gubbio anticipatamente, motivando la scelta come la voglia di lasciare il calcio giocato (anche se questa dichiarazione lascia un po di dubbi, vista la ricerca continua di una società fino a fine mercato).

    Simone Farina
    Farina, lascia il calcio giocato ed entra nello staff tecnico dell’Aston Villa © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Contento il Presidente della Fifa, Joseph Blatter, che si dice orgoglioso di Simone, dandogli i migliori auguri per la sua nuova avventura. Stessa opinione per il segretario generale dell’Interpol, Ronald Noble, dichiarando “Ci congratuliamo con l’Aston Villa per aver preso l’uomo che ha saputo dire no” e aggiungendo “Per i ragazzi Farina dovrebbe essere importante come Lionel Messi o Cristiano Ronaldo“. Parole importanti che renderanno orgoglioso l’ex giocatore del Gubbio che rinunciando a 200 mila euro per una combine contro il Cesena, ha ricevuto apprezzamenti da tutto il mondo.

    Farina ha un nuovo scopo nella vita “trasmettere la mia esperienza perchè questo è uno sport che ispira molti. Un anno fa non pensavo che la mia vita potesse prendere questa direzione ma sono felicissimo di poter dare il mio contributo all’Aston Villa“. In tutto questo rimane l’amarezza di aver perso un altro elemento importante del calcio italiano, non tanto dal punto di vista tecnico, ma da quello umano. Una persona che, con il suo gesto, è stata capace di tenere ancora in vita la reputazione del nostro campionato nel mondo, ormai crollata al minimo sindacale.

    Inequivocabili le parole del giornalista Mario Sconcerti, che attraverso il suo spazio sul sito del Corriere della Sera, non le manda di certo a dire alle società italiane che hanno abbandonato completamente Farina, quasi come fosse una spia, un nemico, uno estraneo a loro. E soprattutto porta a galla dei dubbi. Perché mai Antonio Conte, che nel periodo incriminato non allenava ancora la Juve (e non aveva ancora l’appeal di adesso), avrebbe dovuto denunciare tutta la sua squadra? Perché condannarlo per omessa denuncia? Perché obbligarlo a cambiare mestiere? Il risultato finale sarebbe stato quello di essere escluso da tutto e tutti. L’opinionista di Sky conclude con parole forti su Conte “Ora è due volte eroe: per aver taciuto e per aver scontato una pena che a questo punto non meritava“.

    Non resta che augurare un grosso in bocca al lupo a Simone Farina per il suo nuovo ruolo e complimentarsi anche con l’Aston Villa per la scelta fatta. Good luck Farina!

  • Lotito incontra Braschi e poi litiga con Sconcerti

    Lotito incontra Braschi e poi litiga con Sconcerti

    La Lazio esce sconfitta da Milano al cospetto di un Inter in dieci uomini ma Lotito questa volta evita la polemica arbitrale prendendosela con i suoi giocatori, ma nel post partita è nata lo stesso una scaramuccia verbale con il giornalista Sconcerti ai microfoni di Sky.

    Sconcerti rimproverava al presidente della Lazio un colloquio con il designatore arbitrale Braschi nell’intervallo, colloquio che per le regole post calciopoli non potrebbero esserci.

    “Stavamo solamente parlando della partita. Non c’è stato assolutamente nessun pensiero rivolto alla direzione di gara, non iniziamo a mettere in giro voci che non esistono. Stavamo analizzando la partita dal punto di vista tecnico-tattico”. Replica Lotito alla domanda della D’Amico sul colloquio con Braschi, la risposta però non convince in particolare Sconcerti, che subito replica interrompendolo: “Lo sa che sta facendo una ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’?”. “Ma che c’entra mi scusi, io sono anche membro del Comitato di Presidenza della Federazione e non posso parlare col designatore. Cioè uno non può neanche fermarsi a salutare una persona che conosce, deve far finta di niente, solo perchè lui è il designatore? Quindi secondo lei io che dovrei fare, mi dovrei eclissare? Diventare un fantasma?”. Poi continua: “Non vado mai in Federazione? Mi sa che le sue fonti sono sbagliate Sconcerti”.

    “Ma infatti la colpa non è sua Lotito – tuona Sconcerti – ma di Braschi, che in qualità del ruolo che svolge non dovrebbe trovarsi lì”. “Ah quindi secondo lei un designatore non dovrebbe mettere piede in uno stadio? Ma che sta dicendo?”. Infine ci pensa lo stesso Sconcerti, stremato, a chiudere la battaglia verbale con un: “Presidente non ce la faccio più, ha ragione lei, non so più che cosa dirle

  • Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Mario Sconcerti, storica firma del giornalismo sportivo italiano, parla dei grandi ex calciatori che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, hanno intrapreso la carriera di commentatori televisivi. In un articolo apparso sul Magazine Sette del corriere della Sera (24-01-11) illustra pregi e difetti di coloro che, dopo aver animato sul rettangolo verde le domeniche di milioni di tifosi, ora commentano le gesta dei loro eredi sul campo.
    Su Massimo Mauro: “è rimasto quello che mi sembrava fosse anche venticinque anni fa. Un ragazzo di Calabria solare che ancora combatte per redimersi da peccati che non ha mai commesso. E’ fastidioso e importante nel diverbio come quando era nehli spogliatoi, così almeno mi dicono i suoi mister. Un leader suadente come i dribbling sulla fascia, la saggezza lenta di quando è passato a centrocampo. Credo sia rimasto fedele a se stesso”.

    Su Gianluca Vialli: “ ho conosciuto un Vialli esplosivo da calciatore, il piacere vero di avere forza e talento, una specie di arroganza atletica attraverso cui arrivava la sicurezza, una coscienza di vivere profonda. L’ho ritrovato testimonial attento, elegante, misurato, un’evoluzione imprenditoriale che era distinguibile nel piglio del leader, non nell’amore che dedicava alla sua perfezione. Se volesse osare diventerebbe Presidente della Federazione. Ma oserà?”
    Su Beppe Bergomi: “è rimasto forse spiazzato, come disilluso dal primo dovere di un opinionista: la condanna a dividere. Oggi come trent’anni fa, è una pasta di ragazzo che vorrebbe solo parlare di calcio puro, senza distinguere a chi giova e a chi no”.
    Su Luca Marhegiani: “ho imparato da lui la pacatezza della tecnica. Lui, non un eroe fisico, l’ultimo dei portieri straordinari e normali che porta nel mestiere nuovo lo studio di chi ha dovuto sempre avere un’idea in più. Altrimenti avrebbe vinto la vita”.
    Su Josè Altafini: “mi sembra dolce e solitario, settantenne ancora dentro una partita tutta sua, che ruba i gol agli avversari e i minuti alla vita giocando con ironia doppia, come se l’unica cosa seria fosse prendere in giro il passato ed il presente”.

    Su Claudio Onofri: “è stato un libero che costruiva gioco e che vede il calcio in funzione sempre della qualità. E’ un maestro, un capitano di ragazzi, che si ritrova a essere un professore. Spero ne caisca anche i vantaggi, non solo i limiti”.