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  • Chiara Rosa di bronzo nel peso, delusione La Mantia

    Chiara Rosa di bronzo nel peso, delusione La Mantia

    Nella terza giornata di gare arriva la prima medaglia azzurra agli europei di atletica in corso di svolgimento ad Helsinki in Finlandia.

    A firmare il primo podio azzurro è la pesista Chiara Rosa che vince meritatamente il bronzo nel peso. La delusione più grande arriva invece da Simona La Mantia, argento a Barcellona due anni fa e solo quarta nel triplo con il podio assolutamente alla portata della siciliana.

    Ma veniamo alla nota lietissima della medaglia di una delle atlete azzurre più eccentriche e simpatiche. Chiara ha sofferto tanto in questi anni, conscia di non essere la numero uno del mondo ma nemmeno quell’atleta che non riusciva neppure a centrare le finali nelle competizioni internazionali. Ecco la svolta che arriva un anno fa: la decisione di dimagrire almeno 20 kg per poter acquistare più velocità ed essere più agile nella fase di preparazione al lancio ed i risultati arrivano con l’ottima prestazione al Golden Gala di Roma e la medaglia continentale conquistata con la misura di 18.47m. la medaglia d’oro è andata alla tedesca Kleinert mentre l’argento è della russa, favorita alla vigilia, Tarasova.

    Chiara Rosa ©JONATHAN NACKSTRAND/AFP/GettyImages

    Le delusioni in casa Italia sono firmate da altre due ragazze, la siciliana La Mantia non è riuscita a ripetere il podio di Barcellona conquistando la tanto odiata medaglia di legno in una gara del lungo dominata dall’ucraina Saladuha che con 14.99, realizza la migliore prestazione mondiale stagionale e prenotando un posto sul gradino più alto del podio anche a Londra fra un mese. Inspiegabile risulta essere la finale dei 400m disputata dall’italo – cubana Libania Grenot: l’azzurra è autrice di una gara esemplare per 350 m ma, quando viene superata dalla svedese Hjelmer (oro) e dalla russa Zadorina (argento), crolla dal punto di vista psicologico fermandosi letteralmente sulla linea del traguardo.

    Prove così così degli altri italiani in finale: deludente Zhara Banhi nel giavellotto (ultima con un imbarazzante 53.40m), bravo il 20enne Tamberi nell’alto (quinto) mentre i due siepisti Floriani e Nasti chiudono rispettivamente al sesto ed al dodicesimo posto con quest’ultimo che si procura anche la frattura del gomito sinistro a causa di una caduto nell’ultimo giro. Sconcertante risulta essere anche la decisione della federazione azzurra che decide, per conquistare un punto nella classifica per nazione, di far disputare la finale dei 400m a Vistalli che risultava infortunato con l’azzurro a percorrere camminando i 400m nell’imbarazzo generale del competente pubblico finlandese.

    Le altre finali hanno visto la rinascita della Gran Bretagna con i titoli conquistati da Grabarz nel salto in alto uomini e da Williams nei 400hs. Il francese Mahiedine Mekhissi-Benabbad bissa il successo di Barcellona 2010 sui 3000 mentre il veterano russo Yuri Borzakovskyi beffa tutti nei suoi 800m. la Russia porta a casa altri due titoli con la Davydova nei 400hs femminili e la Arzhakova nei 400m.

  • Atletica, Howe vince i 200 e ripensa al salto in lungo

    Atletica, Howe vince i 200 e ripensa al salto in lungo

    Andrew Howe continua ad essere, e ci mancherebbe altro, al centro delle discussione dell’atletica nazionale, l’aretino nato in America ha vinto i 200 m laureandosi campione d’Italia ma continua a non avere le idee tante chiare circa il suo futuro. Mamma Felton ha un peso specifico molto notevole sulle decisioni del giovane Howe e forse c’e’ lo zampino della mamma nella riapertura alla gara del lungo non ai prossimi mondiali ma alle olimpiadi di Londra nel 2012 da parte dell’azzurro. Ieri Andrew ha corso i 200 due volte realizzando un grande tempo in batteria, 20”58 rialzandosi dopo 80 m e vincendo la gara in 20”50 sicuramente con qualche pressione in più che ne ha compromesso il tempo finale. Nei prossimi mondiali si concentrerà sulla velocità ma con ogni probabilità, infortuni ai piedi permettendo, ai giochi olimpici lo rivedremo in pedana nel lungo dato che è in quella gara che ha le maggiori possibilità di conquistare una medaglia.

    Andrew Howe | ©TIZIANA FABI/AFP/Getty Images
    Nelle altre gare, troviamo Federica Ferraro campionessa nei 1000 metri femminili, nel lancio del disco maschile, successo con 59,05 di Giovanni Faloci su Hannes Kirchler, secondo con 58,99. Spareggio per assegnare il tricolore nel salto in lungo donne: la spunta di un centimetro, con 6,32 la campionessa in carica Tania Vicenzino sulla 16enne Anastassia Angioi. Nel salto in alto Silvano Chesani vince ed eguaglia il 2,28 che ne ha fatto il numero uno italiano del 2011 all’aperto. Dietro di lui, entrambi a quota 2,25, si piazzano la promessa azzurra Marco Fassinotti e un ritrovato Andrea Bettinelli. Fabrizio Donato ha fatto suo il 19° titolo assoluto (compresi gli 11 indoor) in carriera nel triplo maschile con la migliore prestazione italiana dell’anno in 17,17. Argento con 16,94 al campione indoor Fabrizio Schembri, reduce dalla vittoria all’Europeo per Nazioni di Stoccolma. Nicola Vizzoni ha vinto il titolo tricolore nel martello per la ventitreesima volta, tra indoor e outdoor. Nel giavellotto donne, sulla pedana di casa, Zahra Bani manca la soddisfazione del primo 60 della stagione per soli otto centimetri. Il responso del misuratore è 59,92, nel peso donne, titolo per Chiara Rosa con 17,64, alle sue spalle con 15,71 la campionessa Under 23 Julaika Nicoletti. Nei 400 metri Marco Vistalli difende con successo il titolo in 45″88 (primato stagionale). L’argento va a Juarez (46″51), il bronzo a Tricca (46″69). Nel giro di pista femminile, Marta Milani strappa la vittoria per tre centesimi alla primatista italiana LIbania Grenot, 52″29 contro 52″32. Ottima terza Maria Enrica Spacca in 52″62. Affermazione, infine, dello junior Josè Bencosme nella finale dei 400 ostacoli (50″55).