Tag: marco van basten

  • Milan: Leonardo lascia a fine stagione

    Clamorosa indiscrezione quella riportata questa mattina dal Corriere dello Sport, il percorso del Milan e di Leonardo potrebbe dividersi a fine stagione inseguendo di fatto obiettivi diversi.

    Non è mistero che il giovane tecnico brasiliano è osannato in patria per senso di appartenenza, motivazioni e sopratutto preparazione, è per questo mix che la Federazione Carioca vede in lui il successore di Dunga sulla panchina della Selecion, ancor più perchè il Brasile ospiterà i mondiali 2014 e Leo potrebbe esser un ottimo ambasciatore.

    Leonardo in estate si è cimentato nelle veste di allenatore convinto da Galliani e pur tra mille difficoltà è riuscito ad amalgamare il gruppo ottenendo risultati insperati alla vigilia. C’è però da dire che il suo rapporto con il presidente Berlusconi non sembra esser quello di un tempo, con quest’ultimo in più occasioni ha criticato scelte tecniche e tattiche.

    E’ ancora prematuro parlare di certezza ma in casa rossonera bisogna iniziare a pensare le alternative, sfogliando la margherita e servendoci delle dichiarazioni di Berlusconi ( la panchina del Milan a un milanista ndr) le opzioni sarebbero Frank Rajkaard, Marco Van Basten o la soluzione interna Filippo Galli in coppia con Mauro Tassotti.

  • Simone e Fuser in gol per Borgonovo. Le Vecchie Glorie rossonere battono il Real Madrid

    Simone e Fuser in gol per Borgonovo. Le Vecchie Glorie rossonere battono il Real Madrid

    viva la vita-borgonovo-milan-real madridCirca 5000 persone hanno assistito al Trofeo Telecom organizzato tra el vecchie glorie rossonere e del Real Madrid per raccogliere fondi per la fondazione onlus Viva la Vita per combattere il terribile male che costringe Stefano Borgonovo alla carrozzina. Tributo speciale per l’ex attaccante rossonero quello concesso dai pochi tifosi accorsi allo stadio (incasso 57 mila euro) e tanta dimostrazione di gioia e di affetto dalle tante vecchie glorie che hanno fatto la storia dei due club. Borgonovo accompagnato sul terreno di gioco da Maldini ha assistito alle buone giocate di Weah, Boban e Lentini da una parte e Butragueno e Sanchis da bordo campo, le reti di Simone e Fuser regalano il successo al Milan, ma quel che è importante è aver dato un calcio alla SLA.

  • Milan: Domenica l’annuncio del nuovo allenatore

    Milan: Domenica l’annuncio del nuovo allenatore

    Ancelotti è sempre più lontano dal Milan. A confermarlo è lo stesso presidente rossonero che intervistato da “Radio Radio“, spiega: “Ancelotti? Uno di famiglia, una persona grandemente seria, ci siederemo intorno a un Carlo Ancelottitavolo a fine campionato per prendere le migliori decisioni per lui e per il Milan”. Berlusconi rinvia tutto alla settimana prossima dopo la partita contro la Fiorentina che decreterà la terza squadra che si qualificherà direttamente, senza passare dai preliminari, in Champions League. Niente Leonardo, quindi, almeno per il momento: “Non abbiamo ancora scelto l’allenatore”.
    L’addio di Carlo Ancelotti è praticamente certo, in pole position sembra esserci la scommessa Leonardo, affiancato da Tassotti e Galli, ma non è da escludere l’affascinante pista Van Basten.
    Domenica prossima sapremo chi siederà sulla panchina rossonera.

  • Van Basten a Milano. Sarà lui l’erede di Ancelotti

    Van Basten a Milano. Sarà lui l’erede di Ancelotti

    Marco Van Basten è a Milano, ufficialmente per un torneo di golf ma la verità è che nella giornata di oggi si incontrerà con i dirigenti milanisti per gettare le basi ad un possibile accordo. Il presidente rossonero Sivio Berlusconi ha già dato via libera all’amministratore delegato Adriano Galliani, e a sostenere questa ipotesi sono le sue dichiarazioni Van Bastenrilasciate ieri alla stampa: “Al termine della stagione ci metteremo seduti intorno a un tavolo e troveremo la soluzione migliore per lui e per il Milan – ha detto Berlusconi – Ma se dovesse andare via punteremo su un giovane emergente. Ormai ce ne sono molti con le spalle larghe pronti per guidare una grande squadra”.
    Adriano Galliani e il presidente stesso hanno un debole per l’olandese che poco tempo fa si è dimesso dalla guida dell’Ajax. Van Basten sarebbe perfetto anche se arriva da un paio di fallimenti con la nazionale “Orange” e poi con la squadra di Amsterdam, anche se qualcuno è convinto che le dimissioni siano conseguenza dell’accordo già trovato con il Milan.
    Berlusconi ha spiegato che se avesse dovuto scegliere un sostituto per Ancelotti avrebbe puntato su un allenatore giovane. Van Basten lo è, ma, a differenza di altri tecnici emergenti fa parte della storia del Milan, per questo è in pole position per guidare la panchina rossonera l’anno prossimo.

  • Milan- Van Basten certi amori non finiscono

    Lunedì 9 Giugno 2008: una data importante per il calcio italiano, ma anche e soprattutto per il Milan, dai suoi tifosi fino alla punta della sua dirigenza. La spettacolare Olanda di Marco Van Basten spazza via 3-0 l’Italia di Roberto Donadoni, in un derby tra ex rossoneri ed idoli di San Siro: il “Cigno di Utrecht” batte quello che fino a quel momento era uno dei più seri candidati alla successione di Carlo Ancelotti proprio sulla panchina milanista. Quella sera è maturato un sorprasso anche nel cuore di Silvio Berlusconi, che di Van Basten ha detto “è come me”, un complimento riservato a pochi, pochissimi, forse nessuno: in questi giorni in cui si sussurra di Ancelotti avviato a Madrid o Londra (scenario plausibile e realistico ben più dell’ipotesi City) l’Ajax del tri-pallone d’Oro insegna calcio alla Fiorentina di Prandelli, uno dei più stimati tecnici d’Italia e che maggiormente ha saputo mettere in difficoltà proprio Carletto. Van Basten dunque sale nella graduatoria di un possibile rinnovamento estivo nella sala stampa di Milanello e forse non sono casuali proprio le dichiarazioni riguardo l’attuale situazione del club che lui stesso defisce “ancora nel suo cuore”: parole di ringiovanimento, di aria nuova, di abbattimento di “totem” che i tifosi rossoneri iniziano a digerire poco, i così detti “senatori”. MVB vorrebbe dire onfermare quantomai la filosofia del “Milan ai milanisti”, visto che probabilmente mai un giocatore più forte ha vestito la maglia rossonera nei 110 anni di storia, ma una domanda è lecito porsi: accetterebbe un personaggio dal simile carisma, e soprattutto che ha fatto capire sempre nelle sue esperienze in panchina di puntare fortemente sui giovani, la filosofia con cui in questi anni hanno spesso operato sul mercato Adriano Galliani ed Ariedo Braida? Di certo, si passerebbe da un aziendalismo sfrenato a qualcosa di diametralmente opposto, ed ecco perchè dal nulla sembra essere spuntata l’ipotesi Leonardo: un uomo della società, che gode di credibilità all’interno dello spogliatoio ed anche tra i tifosi. L’ex Nazionale Brasiliano infatti viene considerato l’uomo che ha portato al Milan Kakà, Pato e Tiago Silva, forse i tre colpi più apprezzati degli ultimi anni di calciomercato (Ronaldinho a parte chiaramente): vien da chiedersi però quale sia la giusta ripartizione di meriti tra l’aver portato sì tre grandi giocatori a Milano, ma fondamentalmente due Campioni del Mondo ed un vice-campione di Sudamerica, non certo dei jolly pescati nel buio come vuol far credere qualcuno. Cauti dunque ad alimentare false certezze, senza considerare che lo stesso Leonardo non ha mai avuto esperienze in panchina dopo il ritiro dal calcio giocato: come Capello quasi 20 anni fa certo, ma non tutti hanno il talento innato, la personalità ed il carattere del tecnico di Pieris.No a Donadoni (avviato verso la Premier League), ni a Leonardo ed anche a Frank Rijkaard, che ha dimostrato sì grandi cose nei primi anni a Barcellona, ma negli ultimi tempi in Catalunya ha lasciato intravedere anche il peggio di sé, specie l’ncapacità di sostenere le pressioni della stampa. Jeans chiaro, camicia rosa e giubbino di renna: centinaia di litri di lacrime dagli occhi degli 80mila sugli spalti e di chi a San Siro non era invece presente. 18 agosto 1995, Alexandre Pato a migliaia di chilometri non aveva compiuto ancora 6 anni, Ricardo Kakà poco più di 13, i telefoni cellulari erano una rarità ed i Queen stavano per pubblicare l’ultimo album postumo con l’indimenticabile voce di Freddy Mercury. “Made in Heaven” il suo titolo, “Fatto in Paradiso”, proprio come quel 31enne che calcava l’erba nella triste e calda sera milanese: chissà che una grande storia d’amore mai finita non possa riprendere, tra qualche mese, proprio da dove si era interrotta.

    fonte TMW