Tag: marco van basten

  • Van Basten vuole il Milan, Berlusconi ci pensa

    Van Basten vuole il Milan, Berlusconi ci pensa

    Il Cigno di Utrecht vuol tornare a Milano. In una recente intervista a Sky, Marco Van Basten non ha usato troppi giri di parole per esprimere il suo desiderio. Vuole allenare il Milan. Boom. La bomba del giorno è scoppiata! Nella Milano rossonera già si inizia a sognare. Il suo ritorno infatti verrebbe visto ottimamente dalla curva milanista, pronta a riabbracciare l’olandese, nella speranza di poter ripetere il ciclo vincente del trio olandese, nella quale Van Basten era il bomber indiscusso di quella squadra. La proposta è stata lanciata, ora Berlusconi dovrà raccoglierla e la posizione di Allegri, già in bilico, è sempre più in discussione, nonostante un contratto in scadenza nel giugno 2014. Il nuovo ciclo rossonero, formato da soli giovani, potrebbe iniziare con l’olandese in panchina.

    “Mi alleno per allenare un giorno il Milan”, la dichiarazione di Van Basten è chiara, pulita. Una candidatura vera e propria, dopo il rifiuto di qualche stagione fa a causa di una caviglia che non gli avrebbe permesso di seguire la squadra come lui avrebbe voluto (così si diceva in quel periodo).

    Van Basten si propone per la panchina del Milan © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images
    Van Basten si propone per la panchina del Milan © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    Il conte Max – Il ciclo di Allegri al Milan sembra giunto al termine e neanche una vittoria in Champions (comunque molto difficile) potrebbe salvare la panchina all’ex tecnico di Sassuolo e Cagliari. Piccole ruggini con la proprietà, un gioco poco piacevole da vedere e un cammino europeo che non hai mai entusiasmato il patron rossonero. Nella sua conferma per l’attuale stagione è stata decisiva la vittoria in campionato e l’ottimo rapporto con l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. Ora Berlusconi ha deciso di tornare ad occuparsi del club e il buon Max non rientra nel nuovo progetto rossonero.

    Il ritorno di Marco – E allora, tra un ipotesi irrealistica (Mourinho), una troppo dispendiosa (Guardiola) e il nuovo che avanza (Montella), ecco spuntare il Cigno di Utrecht, attualmente alla guida dell’Heerenveen. Berlusconi sarebbe affascinato da questa idea e l’idea di riportarlo a Milanello non è del tutto nuova, visto che fu uno dei candidati del dopo Ancelotti. Ora l’allenatore Van Basten sembra più maturo, con qualche anno in più di esperienza e con una voglia matta di riportare il Milan ai vecchi fasti: vincente in Italia e in Europa. L’olandese si sposerebbe alla perfezione con il nuovo progetto giovani lanciato dal Milan e non avrebbe difficoltà a gestire uno spogliatoio composto da 20enni alle prime armi, ma dal potenziale enorme. L’unico dubbio rimane la capacità di gestire la pressione, visto che in Olanda, i media sono meno “aggressivi” e permettono agli allenatori di lavorare con più tranquillità.

    Differenze tattiche – L’equilibrio di Allegri o la mentalità offensiva di Van Basten? I due mediani tutto polmoni e corsa oppure quelli più tecnici? Le differenze tra i due mister sono evidenti. C’è anche da sottolineare che il campionato italiano è completamente diverso da quello olandese, dove regna ancora il 4-2-4. Berlusconi tra i due non avrebbe dubbi su chi scegliere, avendo sempre espresso qualche dubbio sulla qualità del gioco offerto dalla squadra in questi ultimi due anni, con in panchina il tecnico livornese. L’olandese da quel punto di vista, se non caricato di eccessive pressioni, potrebbe far tornare il sorriso al Presidente del Milan.

    Prima però c’è da raggiungere quel terzo posto che significherebbe Champions League, dopo di che, il sogno dei tifosi di rivedere a San Siro il Cigno di Utrecht potrebbe diventare realtà.

  • Anche Maldini e il Trap nella Hall Fame del calcio italiano

    Anche Maldini e il Trap nella Hall Fame del calcio italiano

    Si arricchisce di undici nuove stelle la Hall Fame del calcio italiano. Presso il Palazzo Vecchio di Firenze si è tenuta la cerimonia di questa speciale iniziativa intrapresa dalla Figc, arrivata quest’anno alla sua seconda edizione. Dodici mesi fa vennero introdotti istituzioni del calcio italiano come Roberto Baggio, Arrigo Sacchi, Marcello Lippi, Luigi Riva e tanti altri ancora, senza dimenticare i riconoscimenti alla memoria di Enzo Bearzot, Giuseppe Meazza, Gaetano Scirea e Silvio Piola. Anche nel 2012 le personalità inserite all’interno della Hall Fame del calcio italiano sono di tutto rispetto, non poteva essere altrimenti d’altronde quando figurano i totem del nostro Paese, e non solo. Perché la Figc ha deciso di premiare ciascun anno anche i più forti calciatori stranieri.

    GIOCATORE ITALIANO – Il premio di quest’anno va al leggendario capitano del Milan Paolo Maldini, che ha chiuso la sua carriera tre stagioni fa, dopo 25 anni di carriera tra le fila rossonere. D’altronde vincere cinque Coppe dei Campioni e sette scudetti non è da tutti.

    ALLENATORE ITALIANO – L’anno scorso ricevettero il premio Marcello Lippi e Arrigo Sacchi, due allenatori che hanno riscritto la storia del calcio italiano, vincendo in Italia, in Europa e nel mondo. Il 2012 sorride invece a Giovanni Trapattoni, il tecnico più vincente della storia nostrana con 7 titoli come allenatore della Juventus e altri due scudetti con Benfica (2004-2005) e Salisburgo (2006-2007).

    AC Milan v AS Roma - Serie A
    Paolo Maldini entra nella Hall Fame del calcio italiano | ©Vittorio Zunino/Getty Images

    VETERANO ITALIANO – Altra affermazione di un’istituzione della Juventus, con Dino Zoff che entra nella Hall Fame del calcio italiano come “veterano”. Ad oggi l’ex portiere azzurro è l’unico italiano ad aver vinto sia il Campionato Europeo (’68) che il Campionato del mondo (’82).

    DIRIGENTE ITALIANO – Ennesima festa bianconera. Anche Giampiero Boniperti infatti viene eletto nella Hall Fame in qualità di dirigente italiano. L’attuale presidente onorario della Juventus è famoso per la frase “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.

    ARBITRO ITALIANO – Dopo Collina lo scorso anno, nel 2012 è il turno di Luigi Agnolin e Paolo Casarin, storici fischietti italiani degli anni ’70-’80. Insieme a loro anche Concetto Lo Bello, il celeberrimo arbitro di Siracusa morto nel 1991 all’età di 67 anni.

    GIOCATORE STRANIERO – Il secondo giocatore straniero inserito nella Hall Fame del calcio italiano è Marco Van Basten. L’ex attaccante del Milan conquista il prestigioso premio che dodici mesi fa andò al francese Michel Platini.

    RICONOSCIMENTI ALLA MEMORIA – Infine le ultime tre stelle che da quest’anno fanno parte ufficialmente della Hall Fame sono Angelo Schiavio (mitico bomber del Bologna e campione del mondo ’34), Valentino Mazzola (indimenticato fuoriclasse del Grande Torino) e Nereo Rocco (il primo a portare a casa la Coppa dei Campioni tutta italiana come allenatore del Milan nel ’63).

  • Milan Under 23, i suggerimenti di Van Basten

    Milan Under 23, i suggerimenti di Van Basten

    Prosegue il progetto del Milan Under 23, tracciato a chiare lettere da Silvio Berlusconi durante l’ultima visita a Milanello di sabato scorso. Dopo gli El Shaarawy e i De Sciglio, senza dimenticare Bojan e Pato, il club di Via Turati vuole costruire una squadra di giovani dal talento cristallino. Importanti in quest’ottica quindi i suggerimenti che Marco Van Basten ha dettato nella serata di domenica al presidente dei rossoneri, resi pubblici da quest’ultimo nella giornata di ieri. L’indimeticato numero nove del Diavolo ha voluto proporre alla sua ex squadra due trequartisti dal sicuro avvenire. Uno è Filip Djuricic ed è il faro dell’attuale club allenato da Van Basten, ovvero l’Heerenveen. L’altro invece è Trindade de Vilhena, talentuoso centrocampista del Feyenoord di Ronald Koeman, una delle sorprese più gradite di questa Eredivisie. Due nomi, quelli di Van Basten, ancora poco conosciuti dal grande pubblico, e forse anche per questo più avvicinabili rispetto alle grandi stelle che brillano in Sudamerica.

    FILIP DJURICIC– Ve ne avevamo parlato tempo fa, più precisamente ad aprile. Troppo bravo per non essere notato nella terra dei talenti per eccellenza, l’Olanda appunto. Filip Djuricic anche in questa stagione sta confermando quanto di buono espresso nel 2011-2012, quando trascinò l’Heerenveen al quinto posto della classifica generale, posizione che valse alla squadra la qualificazione in Europa League. Vent’anni compiuti lo scorso gennaio, il giovane talento serbo è il classico regista offensivo, bravo a portare palla dalla metà campo fino a raggiungere la trequarti avversaria dove poi sceglie se armare la punta oppure allargare il gioco sugli esterni. Nel Milan andrebbe a ricoprire il ruolo rimasto vacante dai tempi di Kakà, sebbene la strada tattica tracciata da Massimiliano Allegri sembri indirizzata in un’altra direzione. In ogni caso qualsiasi discorso concernente Djuricic andrebbe rimandato a giugno, visto e considerato che il trequartista ha passaporto extra-comunitario.

    SC Heerenveen v PSV Eindhoven - Dutch Cup Semi Final
    Filip Djuricic il nome nuovo per il Milan Under 23 sognato da Berlusconi | ©Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    TRINDADE – Marco Van Basten regala poi un nome che speriamo non si riveli nel prossimo futuro la classica perla data ai porci. Perché per Vilhena il Milan deve agire subito, prima che le altre squadre posino gli occhi su di lui. Classe ’95, titolare (no, non stiamo farneticando) nel Feyenoord, Trindade è uno dei potenziali fenomeni del calcio europeo vista 2014-2015. Anche lui trequartista, rispetto a Djuricic ha tre anni in meno ma un carisma eccezionale. Le qualità tecniche non si discutono. Mancino (chi vi ricorda nel Milan?) naturale, Vilhena è dotato di una verticalizzazione davvero impressionante. Roba per pochi, roba per eletti. In Eredivisie ormai stanno iniziando a conoscerlo bene, fin troppo. Consigliamo a Braida di tornare in Europa, magari passando prima a Rotterdam. Consigli per gli acquisti, Van Basten dixit.

    Federico Pisanu

    Il video di Filip Djuricic [jwplayer config=”120s” mediaid=”161713″]

    Il video di Trindade de Vilhane [jwplayer config=”180s” mediaid=”161714″]

    LA SCHEDA DI FILIP DJURICIC 

  • Le rovesciate nel calcio, Mexes emula Ibra e Van Basten

    Le rovesciate nel calcio, Mexes emula Ibra e Van Basten

    Ligabue alcuni anni fa cantava “Una vita da mediano”. Oggi chissà quale testo avrebbe scritto per raccontare le rovesciate di Ibrahimovic e Mexes, così vicine e così diverse allo stesso tempo, ma accomunate entrambe dallo stupore di avversari e tifosi. Noi questa canzone la intitoleremo Le rovesciate nel calcio, come il titolo dell’articolo. Per la casa discografica poi possiamo sempre trovare un accordo. Iniziamo la nostra compilation dalla rete che ha stupito il mondo intero soltanto pochi giorni fa. E’ lo stesso Zlatan Ibrahimovic ad apporre il marchio di fabbrica, brevettato e costruito interamente in Svezia. Ne sanno qualcosa gli inglesi, prima schiantati dalla tripletta di Ibra, e pochi minuti più tardi affascinati dal poker dello svedese. Fuoriclasse assoluto.

    QUANDO LE FA UN DIFENSORE – E quando a segnare in rovesciata è un difensore? Crediamo abbia risposto in maniera esaustiva Philippe Mexes ieri sera, nella vittoria del Milan contro l’Anderlecht. Stop di petto spalle alla porta, pallone che viaggia a metà altezza, e voilà, la rovesciata che incanta Bruxelles, la “capitale” dell’Europa. Mexes non avrebbe potuto trovare una soluzione e una partita più azzeccata per segnare la sua prima rete con la maglia del Diavolo. Fuoriclasse per caso.

    RSC Anderlecht v AC Milan - UEFA Champions League
    Mexes, il fuoriclasse per caso delle rovesciate nel calcio | ©Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    IL TEMPO DEI RICORDI – Restiamo nell’universo Milan e riavvolgiamo il nastro a quel 25 novembre del 1992. Si disputava un anonimo Milan-Goteborg (sempre la Svezia a metterci lo zampino). Anche lì un calciatore giocò a poker con gli avversari. Era Marco Van Basten, forse il più grande calciatore che il club di Via Turati abbia mai avuto nella sua storia. Quella rovesciata sanciva il parziale 3-0 per gli uomini di Capello e da allora non è mai stata dimenticata. Riascoltando la radiocronaca dell’epoca, soltanto Ennio Vitanza poteva forse restare impassibile ad una rete del genere. Fuoriclasse senza tempo.

    A RITMO DI SAMBA – Celeberrima anche un’altra rovesciata, quella di Rivaldo in Barcellona-Valencia di 11 anni fa. Il calciatore brasiliano, all’apice della sua carriera, si inventò un gesto tecnico memorabile. Il tempio del Camp Nou quel giorno si inginocchiò al cospetto della divinità carioca. Nel rivederlo si ha sempre voglia di premere per l’ultima volta il tasto play. Quando poi ti accorgi che la bellezza rimane intatta all’ennesima visualizzazione, non puoi fare altro che chiamare il Louvre e chiedere informazioni circa lo stato di conservazione del Fuoriclasse informe.

    La rovesciata di Ibrahimovic [jwplayer config=”15s” mediaid=”161095″]

    La rovesciata di Mexes [jwplayer config=”30s” mediaid=”161097″]

    La rovesciata di Van Basten [jwplayer config=”120s” mediaid=”161098″]

    La rovesciata di Rivaldo [jwplayer config=”15s” mediaid=”161099″]

    Federico Pisanu

  • Ibrahimovic come Van Basten, o quasi. Poker all’Inghilterra

    Ibrahimovic come Van Basten, o quasi. Poker all’Inghilterra

    Serata epica quella di ieri per Zlatan Ibrahimovic. Davanti ai propri tifosi l’ex numero 11 del Milan ha deliziato i propri tifosi con un poker di reti alla malcapitata Inghilterra di Roy Hodgson. Quattro gol di uno stesso calciatore nell’arco dei novanta minuti rappresentano qualcosa di assolutamente eccezionale. E se a segnarli è Ibrahimovic bisogna star certi che nessuno di questi sia banale. Un poker da fenomeno, concluso con una bicicletta da urlo che nemmeno nei videogiochi sarà possibile riprodurre. Ibrahimovic batte l’Inghilterra per 4-2. Francamente inimmaginabile alla vigilia, sebbene i Leoni inglesi si fossero presentati rimaneggiati nel nuovo impianto svedese (Friends Arena). Tra gli esordenti anche il baby talento del Crystal Palace Wilfried Zaha, classe ’92.

    24 ANNI FA– Sono trascorsi 24 anni da quel 15 giugno, giorno memorabile per i campionati Europei del 1988, quando Marco Van Basten con la Nazionale olandese umiliava l’Inghilterra, stravolta ed eliminata dalla tripletta del cigno di Utrecht. Van Basten, che stava per diventare il simbolo del Milan di Arrigo Sacchi nonostante avesse già vinto il suo primo scudetto in Italia con la maglia dei rossoneri, entrò 24 anni fa nella leggenda calcistica.

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    La gioia di Ibrahimovic dopo la quarta rete all’Inghilterra | ©FREDRIK SANDBERG/AFP/Getty Images

    IL PARAGONE – Fino a ieri sera, Van Basten era stato l’unico calciatore ad aver segnato nella propria carriera tre gol all’Inghilterra. L’orange però non aveva fatto ancora i conti contro il folle Ibrahimovic, che proprio ieri ha eguagliato e superato il maestro olandese. Quando mancavano 15 minuti al termine del match, con gli inglesi avanti per 1-2, il bottino dello svedese era fermo a uno. Al 77′ l’attaccante del Psg trova il pareggio. Non contento, sette minuti più tardi firma il sorpasso. Minuto 84, Ibrahimovic ha eguagliato Van Basten. Zlatan però non sarebbe famoso se non ci aggiungesse quella magia che contraddistingue i veri numeri uno al mondo. Ed ecco allora che nel finale arriva la rete che lo consegnerà alla storia. Minuto 90, Ibrahimovic ha scavalcato la leggenda di Marco.

    SUO IDOLO – Quando arrivò al Milan nell’estate di due anni, Zlatan raccontò in conferenza di avere un sogno nel cassetto, quello di ripetere le gesta del grande Marco Van Basten, campione indimenticato in quel di Milanello e non solo. Ibrahimovic non ha mai nascosto la propria ammirazione nei confronti dell’olandese. E anche per questo motivo Ibracadabra non ha digerito il fatto di essere stato messo alla porta da Galliani e Berlusconi, vedendosi così estromesso per sempre dall’universo Milan. Queste le parole di Ibrahimovic pronunciate lo scorso febbraio: “Quando si avvicinò a me (Van Basten ndr), non sapevo cosa dirgli. Quando giocavo nell’Ajax l’ho conosciuto meglio. Era una bella persona, un vero bomber. Van Basten è una leggenda”.

    RE DI SVEZIA – Il poker all’Inghilterra arriva il giorno dopo la notizia del suo ennesimo trionfo in patria. Infatti Ibrahimovic ha nuovamente vinto il suo settimo Guldbollen, ovvero la versione svedese del Pallone d’Oro, il sesto consecutivo. Per Zlatan una stagione personale ricca di soddisfazioni, sebbene non sia arrivato lo scudetto con il Milan. Sempre in Italia si è laureato capocannoniere della Serie A con 28 reti. Qualche mese più tardi ha vinto il prestigioso Golden Foot. In questa settimana infine il Guldbollen e il poker agli inglesi in amichevole.

    VIDEO IBRAHIMOVIC, LA BICICLETTA ALL’INGHILTERRA (14-11-2012) [jwplayer config=”60s” mediaid=”160221″]

    LA TRIPLETTA DI VAN BASTEN 24 ANNI FA [jwplayer config=”60s” mediaid=”160222″]

  • Milan, Berlusconi III. Sarà il presidente onorario

    Milan, Berlusconi III. Sarà il presidente onorario

    A volte ritornano. Berlusconi è stato eletto per acclamazione presidente onorario del Milan dal consiglio di amministrazione rossonero.

    L’ex primo ministro  italiano torna a essere il numero uno della società di Via Turari per la terza volta in 25 anni.

    Una storia di grandi successi e imprese memorabili, che lo hanno reso uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio.

    Riviviamo i momenti più belli che hanno contraddistinto la lunga storia d’amore fra il Milan e Berlusconi.

     

    CALCIO TOTALE – Tre anni dopo il suo arrivo, 24 marzo 1986, la squadra rossonera era diventato il dream team del calcio mondiale. Fondamentale la sua intuizione di ingaggiare l’allora sconosciuto Arrigo Sacchi, che alla sua prima stagione vinse lo scudetto grazie ad una rimonta incredibile sul Napoli di Maradona. Nei due anni successivi il Milan trionfò in Europa conquistando due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali. Il calcio totale del tecnico italiano, futuro ct della Nazionale azzurra, diventò il simbolo di quel Milan considerato una delle squadre più forti di sempre.

    ERA CAPELLO – Concluso il ciclo di Sacchi, Berlusconi ebbe un’ulteriore colpo di genio affidando la panchina a Fabio Capello. Era il Milan degli Imbattibili, un primo triennio concluso con l’indimenticabile double della stagione ’93-94, scudetto e trionfo in Europa (memorabile 4-0 al Barcellona di Cruijff in finale). Nel ’95-96 Capello lasciò la panchina del Milan vincendo il quarto scudetto in cinque anni.

    ARRIVA ANCELOTTI – Dopo una parentesi non particolarmente esaltante che vide i ritorni di Sacchi e Capello, nella stagione 2001-2002 arrivò Carlo Ancelotti. L’anno successivo conquistò il successo in Champions League nella finale tutta italiana contro la Juventus di Lippi all’Old Trafford, per poi vincere lo scudetto nella stagione seguente. Nel dicembre 2004 Berlusconi lascia la presidenza per via dell’incompatibilità con la sua carica di primo ministro italiano. Tornerà nella stagione 2006-2007, facendo in tempo a celebrare il successo dei suoi giocatori nella storica rivincita di Atene contro il Liverpool, che al momento resta l’ultimo successo in Coppa Campioni del Milan. Nel 2008 lascia la società sempre per a causa dei suoi impegni istituzionali. A marzo del 2011 celebra i 25 anni di presidenza rossonera.

    silvio berlusconi | © Claudio Villa/Getty Images

    VAN BASTEN IL PIU’ GRANDE – Fra i calciatori che rimarranno nel cuore di Berlusconi un posto d’onore spetta a Marco Van Basten, forse il più grande calciatore che il Milan abbia mai avuto. Memorabile il trio olandese costituito da Van Basten-Gullit-Rijkaard, che hanno reso grande la squadra rossonera durante gli anni ’90. Berlusconi ha visto i suoi calciatori vincere il Pallone d’oro per 7 volte, con Van Basten autentico dominatore (3). Infine una menzione speciale per due colonne rossonere che sotto la sua gestione sono diventate delle vere icone del calcio italiano, Franco Baresi e Paolo Maldini, quest’ultimo vincitore di tutti i trofei dell’era Berlusconi.

    Riepilogo successi Milan con Berlusconi presidente
    Scudetti: 8
    Coppe Campioni: 5
    Coppe Intercontinentali: 3
    Supercoppe Italiane: 6
    Supercoppe Europee: 5
    Coppa Italia: 1

    Totale trofei: 28

  • Milan Inter, i 10 derby più belli degli ultimi 20 anni. Video

    Milan Inter, i 10 derby più belli degli ultimi 20 anni. Video

    Domenica sera Milan Inter si affrontano per la 155^ volta nel campionato di Serie A. Riviviamo i 10 derby più belli degli ultimi venti anni che hanno fatto la storia dei due club milanesi.

    ’89-90 Inter Milan 0-3 (Van Basten, Fuser, Massaro) – I rossoneri guidati da Arrigo Sacchi battono sonoramente i cugini nerazzurri per tre reti a zero, realizzando tutti i gol nella ripresa. L’episodio della seconda segnatura, con Fuser che strappa il pallone in piena area a Ferri e che mandò su tutte le furie l’estremo difensore dell’Inter Zenga, fa ancora oggi discutere le due tifoserie. In quella stagione gli uomini di Sacchi bissarono il successo in Champions League dell’anno precedente. L’Inter arrivò terza, non riuscendo a centrare per la seconda volta consecutiva il titolo italiano vinto nella stagione ’88-89.

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    ’90-91 Milan Inter 0-1 (Berti) – Un anno dopo i nerazzurri si riprendono la rivincita battendo Van Basten e compagni con un gol indimenticabile di Nicola Berti. Il centrocampista trova all’85’ il colpo di testa che decide un derby tiratissimo. In quell’anno fu la Sampdoria a trionfare in campionato, lasciandosi alle spalle le due milanesi, nell’ordine Milan e Inter.

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    ’96-97 Inter Milan 3-1 (Djorkaeff, Zamorano, Ganz, Baggio) – Clamorosa affermazione della squadra allenata da Roy Hodgson. Si chiude invece con una sconfitta l’avventura di Sacchi al Milan, che alla fine della stagione darà l’addio definitivo al Diavolo.

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    ’97-98 Milan Inter 0-3 (Simeone, Ronaldo, Simeone) – Gli uomini di Simoni completano un’ottima stagione culminata con il successo in Coppa Uefa battendo i rossoneri nel derby di ritorno con la doppietta dell’argentino Simeone e la rete del Fenomeno.

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    ’99-00 Inter Milan 1-2 (Ronaldo, Shevchenko, Weah) – Il Milan, reduce dalla vittoria della Serie A nell’anno del centenario, sconfigge in rimonta i rivali allenati da Marcello Lippi grazie alle reti di Sheva e Weah negli ultimi minuti della sfida.

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     ’00-01 Inter Milan 0-6 (Comandini, Comandini, Giunti, Shevchenko, Shevchenko, Serginho)Il più largo successo dei rossoneri in tutta la storia dei derby. Una delle stracittadine entrate nell’immaginario collettivo dei tifosi. Nella stessa stagione però i nerazzurri allenati da Tardelli precederanno il Milan arrivando quinti nel campionato vinto dalla Roma di Capello.

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    ’03-04 Milan Inter 3-2 (Stankovic, Cristiano Zanetti, Tomasson, Kaka, Seedorf) – E’ il derby della storica rimonta della squadra di Ancelotti, dopo che il primo tempo si era concluso sullo 0-2 a favore dei nerazzurri. Straordinario il gol dell’olandese Seedorf, ex dell’incontro, che decide il match.

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    ’05-06 Inter Milan 3-2 (Adriano, Shevchenko, Martins, Stam, Adriano) – Una delle stracittadine milanesi più incerte e belle degli ultimi anni. La giostra di San Siro non conosce soste, fino al ’93 quando un gol del brasiliano Adriano mette d’accordo tutti.

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    ’09-10 Milan Inter 0-4 (Motta, Milito, Maicon, Stankovic) – L’anno del triplete viene inaugurato da Mourinho con una vittoria a senso unico contro i rossoneri di Leonardo. Sarà il penultimo derby da allenatore nerazzurro per il “vate” di Setubal.

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    ’10-11 Milan Inter 3-0 (Pato, Pato, Cassano) – Il successo dei rossoneri di Massimiliano Allegri contro i ragazzi dell’ex Leonardo spiana la strada per il successo al 18° titolo in Serie A del Milan. In molti ricorderanno a lungo la rete fulminea del “Papero” nei primi secondi di partita.

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    Negli ultimi anni i derby della Madonnina hanno acceso la rivalità fra le due squadra anche al di là dei confini nazionali. Gli appassionati di calcio potranno ricordare la semifinale di Champions League del 2002-2003, quando due pareggi (0-0 all’andata e 1-1 al ritorno) qualificarono il Milan alla finale dell’Old Trafford dove ad attenderli c’era la Juve di Marcello Lippi, poi sconfitta ai rigori. L’ultima stracittadina europea vide ancora i rossoneri trionfare sull’Inter, nella stagione 2004-2005, con il discusso episodio che vide come sfortunato protagonista il portiere Dida, colpito da un fumogeno che sancì la vittoria a tavolino per 0-3 degli uomini di Carlo Ancelotti.

  • Pato e Allegri, uno è di troppo

    Pato e Allegri, uno è di troppo

    Pato sta attraversando il periodo più grigio al Milan da quando è stato acquistato nel 2008. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport racconta il suo complicato rapporto con Allegri. Come reagirà la dirigenza rossonera? E l’arrivo ormai sempre più probabile di Tevez porterà ancora più tensione nello spogliatoio milanista?

    La punta brasiliana spara a zero sull’attuale tecnico del Milan. Parole pesanti che potrebbero avere conseguenze gravi all’interno dell’ambiente rossonero, la cui serenità spesso si è rivelata uno dei punti di forza del club di Via Turati. In uno stralcio di intervista il Papero dichiara:

    Se devo migliorare mi dovrebbe suggerire lui (Allegri ndr) in cosa. Un tecnico dovrebbe suggerire ai suoi calciatori il modo per correggere i difetti“.

    Il brasiliano ha invece parole al miele per l’ex allenatore Ancelotti, con il quale ha iniziato la sua avventura al Milan ed è diventato il calciatore più giovane di sempre della storia rossonera a superare le 50 reti in partite ufficiali a una media strepitosa di un gol ogni due partite. Nonostante i numerosi infortuni muscolari avuti nelle ultime stagioni, Pato rimane un giocatore fondamentale. Il patron del Milan, Silvio Berlusconi, insieme all’amministratore delegato Galliani difficilmente permetteranno che la frattura tra tecnico e attaccante diventi una bomba ad orologeria pronta a distruggere il clima di famiglia che si respira a Milanello. Se la situazione dovesse sfociare in un muro contro muro occorrerà prendere in mano la situazione e la soluzione che al momento sembra più probabile è l’allontanamento del tecnico livornese.

    Alexandre Pato | © MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images

    Tre indizi fanno una prova. Prima l’allontanamento di Ronaldinho, poi la vicenda Inzaghi e adesso le clamorose dichiarazioni di Pato. Appena una settimana fa Berlusconi aveva chiarito di voler vedere giocare la propria squadra con il 4-3-1-2, dando come imperativo la presenza di Pato al fianco di Ibra con Robinho alle spalle delle due punte. Nel caso si arrivasse al punto di non ritorno fra il Papero e Allegri, appare già scontata la posizione che assumerà il patron rossonero a riguardo.

    Le parole al vetriolo del brasiliano sono arrivate in risposta ad un’intervista dello stesso mister livornese durante la vigilia di Natale, durante la quale dichiarò di “avere voglia di rivedere il giocatore di qualche mese fa”. Un desiderio che potrebbe non realizzarsi mai, qualora si arrivasse ad uno strappo definitivo tra presidente e allenatore.

    La questione diventa ancora più complessa se si tiene conto del prossimo arrivo di Tevez. Già adesso la presenza del brasiliano nell’undici titolare non è così scontata come in passato, e l’acquisto dell’argentino lo farebbe retrocedere in terza fascia, alla stregua dei fantasmi El Shaarawy e Pippo Inzaghi. Dando per scontato l’utilizzo di Boateng nel ruolo di trequartista, e l’insostituibile Ibrahimovic in attacco, resterebbe libera la maglia del numero 11. In questo avvio di campionato Robinho è stato preferito al connazionale in più di una circostanza, e nonostante i suoi errori sotto porta (clamoroso quello contro il Barcellona) viene difeso a spada tratta da Allegri.

    Inoltre Galliani sta facendo di tutto per portare a Milanello l’attaccante del City, e gli sforzi del dirigente rossonero non devono passare in secondo piano. L’operazione che sta per concludere ha numerose analogie con quella che portò Ibrahimovic al Milan la scorsa estate. E’ evidente che l’acquisto di Tevez rientri nella strategia che deve reinserire il Diavolo tra le prime tre d’Europa, insieme alle due big spagnole Barcellona e Real Madrid. E’ quindi da escludere che Pato al momento possa competere per una maglia da titolare con l’argentino. Se Allegri resta con questo modulo, e ciò rappresenta una certezza quantomeno indiscutibile, la punta 22enne rischia di scaldare la panchina in tante partite. Il punto è proprio questo: il livornese resta? Da tempo il fantasma di Van Basten aleggia a San Siro. I tifosi lo venerano come se fosse un dio, Berlusconi ne apprezza il carisma. Il 4-2-3-1 non è fantascienza, con Pato e Robinho esterni e Tevez dietro Ibra, per un Milan a trazione offensiva come sogna il numero uno della società di Via Turati. Pato o Allegri, questo il dilemma.

  • Milan – Napoli… da Maradona vs Van Basten ai giorni nostri

    Milan – Napoli… da Maradona vs Van Basten ai giorni nostri

    Domani sera il Napoli arriva a San Siro per giocarsi un match scudetto, la suggestione dell’incontro e l’importanza della posta in palio non possono che riportare la memoria agli otto anni che vanno dalla 1986/87 alla stagione 1993/94 e alle sfide tra il Milan di Sacchi e gli olandesi e il Napoli di Maradona.

    Sfide infinite e confronti spesso decisivi per la vittoria del tricolore: in molti dicono che il primo maggio 1988 nacque il Milan di Sacchi con quella vittoria al San Paolo per 3-2 firmata da una doppietta di Virdis e Van Basten mentre per gli azzurri a segno Maradona e Careca. Da quella vittoria nacque il ciclo degli invicibili e il San Paolo a fine partita gli decretò un lungo e sportivo applauso.

    L’anno successivo, l’Inter di Trapattoni fa corsa solitaria e per MIlan e Napoli non resta che contendersi le briciole. I partenopei fanno un sol boccone dei rossoneri con un perentorio 4-1 con un beffardo colpo di testa da 30 metri di Maradona. A fine stagione il Milan alzerà la Coppa dei Campioni, il andrà in Uefa.

    La sfida del 90 fu da sparti acque con il Napoli in declino e il Milan lanciato verso la conquista dell’Europa.Massaro, Maldini e Van Basten impongono un netto e induscitibile verdetto tanto che lo stesso Maradona confessa la differnza di valore delle due squadre definendo i rossoneri extraterresti.

    Saltiamo ai giorni nostri… il Napoli è passato dal “Ma-Gi-Ca” al tridente atipico con Cavani, Lavezzi e Hamsik e pur non avvicinando il valore di quel Napoli dimostra l’enorme lavoro fatto dal presidente De Laurentiis e da Mazzarri per render questo sogno possibile. Il calcio adesso è diverso, è basato più sulla forza fisica che sull’esaltazione del gesto tecnico ma è bello rivedere riassistere ad una sfida epica e ricca di ricordi. Adesso bisogna aspettare in poltrona e sperare di assistere ad una partita vera.

  • Il miglior undici dell’era Berlusconi. Vota il sondaggio

    Il miglior undici dell’era Berlusconi. Vota il sondaggio

    Domani 20/02/2011 il Milan del presidente Berlusconi compirà 25 anni. Come abbiamo anticipato ieri i rossoneri festeggeranno l’evendo scendendo in campo al Bentegodi con una maglia celebrativa con impressa la firma del presidente.

    L’avvento di Berlusconi ha cambiato radicalmente la sorte del club rossonero e il club 25 anni fa vicino al fallimento è adesso il club più vincente al mondo grazie all’incetta di trofei portati in via Turati dai tanti campioni che si sono avvicendati con la maglia rossonera che vanta ben sette palloni d’oro.

    Per celebrare l’evento vi proponiamo di votare il nostro sondaggio cercando di creare il miglior undici del venticinquennio. Il modulo è il 4-4-2 ma ci rendiamo conto che sarà un’impresa difficile scegliere tra campionissimi.

    IL MIGLIOR PORTIERE (1 SCELTA)

    Il miglior portiere dei 25 anni di Berlusconi

    Rossi Sebastiano (46%, 39 Voti)
    Dida Nelson (21%, 18 Voti)
    Galli Giovanni (19%, 16 Voti)
    Abbiati Cristian (14%, 11 Voti)

    Totale Votanti: 84

    LA MIGLIORE DIFESA (4 SCELTE)

    La migliore difesa dell’era Berlusconi

    • Maldini Paolo (97%, 83 Voti)
    • Baresi Franco (91%, 78 Voti)
    • Nesta Alessandro (69%, 59 Voti)
    • Cafu (40%, 34 Voti)
    • Tassotti Mauro (33%, 28 Voti)
    • Costacurta Billy (29%, 25 Voti)
    • Thiago Silva (29%, 25 Voti)
    • Panucci Cristian (2%, 2 Voti)
    • Serginho (2%, 2 Voti)

    Totale Votanti: 86

    IL MIGLIORE CENTROCAMPO (4 SCELTE)

    Il centrocampo del Milan di Berlusconi

    Kaka (84%, 72 Voti)
    Rijkaard Frank (80%, 69 Voti)
    Pirlo Andrea (70%, 60 Voti)
    Donadoni Roberto (42%, 36 Voti)
    Ancelotti Carlo (33%, 28 Voti)
    Gattuso Gennaro (24%, 21 Voti)
    Albertini Demetrio (19%, 16 Voti)
    Seedorf Clarence (16%, 14 Voti)
    Desailly Marcel (16%, 14 Voti)
    Rui Costa Manuel (7%, 6 Voti)
    Ambrosini Massimo (3%, 3 Voti)

    Totale Votanti: 86

    IL MIGLIORE ATTACCO (2 SCELTE)

    La coppia d’attacco del Milan di Berlusconi

    • Van Basten Marco (91%, 79 Voti)
    • Shevcenko Andrij (38%, 33 Voti)
    • Weah George (20%, 17 Voti)
    • Gullit Ruud (17%, 15 Voti)
    • Inzaghi Pippo (15%, 13 Voti)
    • Ibrahimovic Zlatan (9%, 8 Voti)
    • Savicevic Dejan (6%, 5 Voti)
    • Pato Alexandre (1%, 1 Voti)
    • Massaro Daniele (1%, 1 Voti)
    • Papin Jean Pierre (0%, 0 Voti)
    • Simone Marco (0%, 0 Voti)
    • Bierhoff Oliver (0%, 0 Voti)

    Totale Votanti: 87

    IL MIGLIOR ALLENATORE

    Il miglior allenatore

    • Sacchi Arrigo (46%, 37 Voti)
    • Capello Fabio (29%, 23 Voti)
    • Ancelotti Carlo (25%, 20 Voti)

    Totale Votanti: 80