Tag: Marcello Lippi

  • Guangzhou campione di Cina, finisce la grande carriera di Lippi

    Guangzhou campione di Cina, finisce la grande carriera di Lippi

    Si è chiusa nella giornata di oggi la carriera del 66enne Marcello Lippi, nato a Viareggio il 12 aprile 1948. Una carriera piena di vittorie iniziata nel 1982, nelle giovanili della Samp. La prima esperienza da professionista arriva in C2, sulla panchina del Pontedera. L’anno successivo allena il Siena in C1, ma viene esonerato a seguito di varie contestazioni dei tifosi. Nella stagione 87-88 allena prima la Pistoiese e poi la Carrarese in C1, per poi debuttare, l’anno successivo, in Serie A come allenatore del Cesena. L’anno successivo però finisce male: esonero e passaggio alla Lucchese in Serie B. Poi, dopo un anno di passaggio all’Atalanta, con cui raggiunge un 7° posto, viene ingaggiato dal Napoli, che si qualifica alla Coppa UEFA. Nel 1994 inizia un quinquennio con la Juventus che frutterà tre scudetti, due Supercoppe Italiane, una Europea, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una finale di Coppa UEFA persa conro il Parma di Malesani e altre due finali perse in Coppa Campioni (3-1 con il Borussia Dortmund e 1-0 con il Real Madrid rispettivamente nel 1997 e 1998). Nel febbraio 1999 viene sostituito da Ancelotti, passando all’Inter. Alla guida del club nerazzurro non replica i successi bianconeri.

    Lippi festeggiato dai suoi giocatori dopo lo scudetto
    Lippi festeggiato dai suoi giocatori dopo lo scudetto

    Dopo appena un anno arriva la risoluzione del contratto. Nell’estate 2001 Lippi torna in bianconero. L’anno successivo vince uno scudetto beffando l’Inter all’ultima giornata, il 5 maggio 2002. La stagione 2002-2003 si apre con la vittoria della Supercoppa e si chiude con un altro scudetto. In Champions perde la finale contro il Milan ai calci di rigore. Il 16 luglio 2004 diventa CT della Nazionale Italiana. Tutti sanno poi com’è finito il Mondiale 2006 in Germania. Lippi lascia la Nazionale, per poi riprenderne il comando nel 2008. Nel 2009 l’Italia si qualifica alla Confederations Cup ma viene eliminata nel girone. Il mondiale 2010 è un flop: ultimo posto in un girone con Nuova Zelanda, Slovacchia e Paraguay. Dopo la disfatta il contratto non viene rinnovato e Lippi riparte due anni dopo dalla Cina, sulla panchina del Guanghzou Evergrande. Sarà questa l’ultima squadra della sua carriera. Tre scudetti e una Champions Asiatica. L’ultimo trofeo, conquistato oggi, ha segnato la fine della carriera di Lippi. Serviva un punto e un punto è arrivato, 1-1 contro lo Shandong, che ha fatto festeggiare anche Diamanti e Gilardino, calciatori del club cinese. Il palmares da allenatore di Lippi è davvero ricchissimo: 14 titoli nazionali tra Italia e Cina, 1 Mondiale, 4 titoli internazionali tra UEFA, AFC e FIFA, 19 titoli individuali :

    “È stata la mia ultima partita come allenatore, sto invecchiando…  Il prossimo anno, la squadra avrà un nuovo tecnico. Tra pochi mesi compirò 67 anni, in futuro non voglio più allenare. Ma resterò come responsabile dello staff tecnico”

    Questo nuovo tecnico sarà Fabio Cannavaro, che ha vinto il Mondiale 2006 proprio sotto la guida tecnica di Lippi.

  • Ufficiale Diamanti al Guangzhou di Lippi

    Ufficiale Diamanti al Guangzhou di Lippi

    Era nell’aria a gennaio e ora è ufficiale: Alessandro Diamanti è un giocatore del Guanghzou Evergrande, allenato da Marcello Lippi. Il trasferimento ovviamente è stato possibile perché in Cina il mercato è ancora aperto. Dopo un’intera carriera in Italia, interrotta in un solo anno con il trasferimento al West Ham, il fantasista azzurro vola in Cina. Lascia il Bologna da capitano, in cui ha segnato 19 reti in 83 partite dal 2011 ad oggi. Con i rossoblu è stato convocato per la prima volta in nazionale ed ora è uno dei convocati fissi: ha giocato l’Europeo e la Confederations Cup. Con la maglia azzurra ha segnato 1 gol. Ai felinsei andranno 9 milioni e “alino” guadagnerà 6 milioni.

    Diamanti con la sua nuova maglia|©  Guangzhou Evergrande fc
    Diamanti con la sua nuova maglia|© Guangzhou Evergrande fc

    Diamanti ha parlato del suo trasferimento:

    “Sono contento di poter iniziare insieme alla mia famiglia questa nuova avventura e esperienza di vita. Ringrazio tutta la società: il presidente che ha capito la mia scelta, i miei compagni, il mister, lo staff, tutti i dipendenti e soprattutto la città di Bologna che in due anni mi ha fatto sentire importante in campo e fuori. Spero solo di essere riuscito in qualche modo a trasmettere il mio entusiasmo per il 23 che ho indossato dal primo all’ultimo giorno. Grazie Bologna.” 

    La notizia è stata ufficializzata sul sito del Bologna con un comunincato:

    “Il Bologna F.C. 1909 comunica di aver raggiunto l’accordo con il Guangzhou Evergrande F.C. per il trasferimento a titolo definitivo di Alessandro Diamanti“.

    Invece il sito ufficiale della squadra cinese ha accolto l’ex Bologna con una foto in cui ritrae Diamanti che esulta a braccia aperte con una maglietta a metà azzurra per la nazionale e a metà rossa (la maglia del Guangzhou).

    Subito dopo la notizia della cessione di Diamanti, è arrivato un tweet del compagno di squadra Rolando Bianchi:

    “In bocca al lupo Alino… Tieni alto il nome dell’Italia… E’ stato un onore giocare con te…” 

     

  • Lippi carica la Juve e Buffon: “Rimonta possibile”

    Lippi carica la Juve e Buffon: “Rimonta possibile”

    Quando si parla di Champions League in casa Juventus è quasi impossibile non pensare a Marcello Lippi, l’ex tecnico bianconero che nel 1996 portò la Signora alla conquista della sua seconda coppa dalle grandi orecchie nella finale dello Stadio Olimpico di Roma contro l’Ajax, ma anche colui che portò la Juventus a disputare due finali nella sua prima gestione in bianconero e, poi, la sfortunata finale dell’Old Trafford di Manchester contro il Milan.E’ indiscutibile, dunque, che l’ex ct azzurro campione del Mondo abbia una certa esperienza in termini di Champions League e, dunque, anche dalla lontana Cina il suo parere a due giorni dalla gara di ritorno contro il Bayern Monaco appare più che mai autorevole e prezioso, se non altro per caricare l’ambiente bianconero. L’aspetto principale sul quale Marcello Lippi focalizza l’attenzione è proprio quello psicologico, evidenziando l’importanza di credere nell’impresa da parte del gruppo di Conte nonostante la forza dell’avversario che, nella gara d’andata, ha impressionato un po’ tutti. In tal senso, Lippi evidenzia che “la squadra bavarese è una potenza europea, equilibrata, completa e a tratti devastante, un gruppo giovane e di qualità al pari di Real e Barcellona, destinato a dominare per anni”.

    Marcello Lippi carica la Juve in vista Bayern | ©  Getty Images
    Marcello Lippi carica la Juve in vista Bayern | © Getty Images

    Ciò non toglie, però, che la squadra di mister Conte deve mostrare la sua vera forza che, di certo, è ben lontana da quella mostrata martedì scorso all’ Allianz Arena di Monaco e che ha subito i bavaresi sia nel gioco che nel punteggio, senza avere mai alcuna capacità di reazione: pertanto, la Juventus dovrà mostrare la sua vera identità e i giocatori stessi sono i primi a essersi accorti di aver dato prova ad una gara troppo opaca e lontana dai loro standard. La Juventus, dunque, dovrà provare a ribaltare il punteggio di partenza di 2-0 che, secondo Marcello Lippi, è “ribaltabile sulla carta, se segni un gol subito l’incontro può prendere un certo binario, se la Juve si esprime al massimo una rimonta ci può stare”.

    Nello specifico, poi, Lippi evidenzia i diversi punti di forza della Juventus e si concentra sul giovane Pogba che, a causa della squalifica di Vidal, troverà spazio a centrocampo da titolare a fianco di Pirlo e Marchisio e potrà dare prova di quelle che sono le sue qualità: “velocità d’inserimento e capacità di giocare a tutto campo”. Caratteristiche individuali da coniugare a dovere con quelle di squadra e che si possono rivelare importanti soprattutto sulla scena europea, che vede la Juventus riaffacciarsi ad alti livelli dopo tanto tempo di assenza. In tal senso, secondo Lippi il progetto bianconero è, ovviamente, ancora agli stadi iniziali al contrario di quello del Bayern Monaco che ha raggiunto l’apice dopo anni di programmazione ma, proprio per questo, il mister viareggino ipotizza che la presenza di Conte sulla panchina della Juventus andrà avanti ancora a lungo, puntando ad aprire un ciclo.

    Se questo potrà avvenire in un futuro prossimo oppure in tempi più ravvicinati sarà il campo a determinarlo ma, in ogni caso, la Juventus sembra essersi incamminata sulla strada giusta secondo Lippi che rimane un attentissimo osservatore delle vicende bianconere e, pertanto, non si tira indietro dal commentare la battuta infelice di Beckenbauer a proposito di Gigi Buffon ed, in tal senso, lo stesso Lippi ne fornisce una chiave di lettura particolare, sottolineando che “si è fornito un assist a Buffon per confermarsi una persona di qualità e di intelligenza superiore alla norma: criticare Buffon è assurdo perchè è un fuoriclasse da quando era un ragazzino di 17 anni”.

    Chissà che le parole di Lippi possano essere un ulteriore spinta motivazionale per capitan Buffon e per l’intero gruppo bianconero.

  • Totti vent’anni in serie A e non sentirli

    Totti vent’anni in serie A e non sentirli

    Vent’anni di serie A sono un traguardo che spetta a pochi eletti, ai veri grandi campioni, ancor più prestigioso se si tratta (altro…)

  • Juventus, la più amata o la più odiata d’Italia?

    Juventus, la più amata o la più odiata d’Italia?

    La grande stagione sin qui condotta dalla compagine bianconera ha sicuramente fatto felici i quasi 16 milioni di tifosi sparsi per tutt’Italia, ma sicuramente il clima che aleggia attorno la squadra allenata da mister Antonio Conte in queste ultime settimane non è certamente dei migliori. L’esultanza dell’allenatore leccese al termine della partita vinta al Dall’Ara di Bologna contro la quadra rossoblù ha riacceso le vecchie antipatie che da sempre la Vecchia Signora si porta dietro, frutto della sua storia ricca di successi e dalla macchia indelebile che Calciopoli ha portato nella storia di una delle squadre più conosciute e prestigiose al Mondo. Sicuramente non molti avrebbero scommesso della rinascita juventina con a capo uno dei suoi capitani e giocatori simbolo dell’era targata Marcello Lippi e questa situazione, accompagnata dall’euforia di Conte, in alcuni casi forse un po’ troppo eccessiva, ha spinto ad episodi deprecabili come gli assalti ai pullman bianconeri sia a Napoli che a Bologna.

    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images
    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images

    Gli episodi accaduti a Napoli e Bologna fanno sicuramente parte di quella gran parte di tifoseria italiana, purtroppo in netta maggiorana e in continua crescita che nulla ha a che fare con lo spirito che ogni competizione sportiva dovrebbe portare e che vediamo sempre quando gioca la nazionale di rugby al torneo del “Sei Nazioni”. Tuttavia dobbiamo purtroppo sottolineare che l’odio sportivo che la Juventus suscita va decisamente oltre la normale decenza umana e questo ha spinto Conte a pensare di lasciare l’Italia per andare ad allenare all’estero dove lo sport è vissuto con altri ideali, dove si può portare la famiglia allo stadio e con una cultura decisamente più elevata di quella italiana.

    Sicuramente non sta a chi vi scrive dire se la Juventus deve essere amata o odiata ma sicuramente non si può non apprezzare come una società che nemmeno sette anni fa giocava in serie b, sia riuscita a tornare in vetta al campionato ed in Europa, una situazione questa che ovviamente ai tanti “non tifosi” bianconeri non fa certamente piacere.

  • Mancini elogia Conte e analizza Balotelli

    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli

    In questi giorni in cui in casa Juventus si vive sulle ali dell’entusiasmo per la qualificazione ai quarti di Champions League dopo sette anni di assenza, ed in cui si prova a tener i piedi per terra pensando al campionato ed al consolidamento del primato in classifica concentrandosi sull’ impegno con il Catania di domenica prossima, giungono dei paralleli importanti promossi da personaggi di spicco del calcio italiano ed europeo. In particolare, il tecnico del Manchester City Roberto Mancini intervistato da Sky Sport ha speso parole di grande elogio nei confronti della Juventus e di Antonio Conte, sottolineando i meriti del tecnico salentino, autore di una “costruzione” importante soprattutto dal punto di vista psicologico nei confronti del gruppo con cui “sta facendo un ottimo lavoro”. Secondo Mancini, l’aspetto più caratterizzante di questa squadra è, infatti, la mentalità importante che il tecnico ha saputo infondere, e che ricorda in maniera inequivocabile la Juventus del primo periodo di Marcello Lippi, la squadra che nella seconda metà degli anni novanta fece man bassa in campionato e che riuscì anche ad arrivare sul tetto del Mondo, conquistando l’allora Coppa Intercontinentale.

    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli | © ANDREW YATES/Getty Images
    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli | © ANDREW YATES/Getty Images

    Un paragone senz’altro importante, considerando soprattutto tutti quei successi che quella squadra – di cui faceva parte lo stesso Antonio Conte – ha saputo cogliere,  sia in Italia che in Europa considerando che anche l’ultima Champions League nella bacheca juventina risale proprio a quel periodo “felice” ed in particolare al 1996. Un sogno che ovviamente si continua a coltivare ancora considerando che sono ormai trascorsi diciassette anni, facendo leva proprio sulla fame e sugli stimoli del gruppo attuale, così come accadeva in quella prima Juventus di Marcello Lippi che veniva da un periodo buio e che trovò la forza di volare tanto in alto.

    In prospettiva quarti di finale e ad una settimana dall’estrazione dall’urna dei fatidici “accoppiamenti”, secondo Roberto Mancini, è dunque tutto possibile: “adesso è tutto aperto, in due partite può succedere di tutto e non è detto che vinca la squadra più forte dell’altra”.

    In tal senso, gli esempi proposti da Mancini analizzano quanto accaduto al Milan in questa edizione, considerando che “nessuno pensava che battesse il Barcellona”, ma anche al Chelsea dello scorso anno che “dopo il 3-1 di Napoli nessuno poteva ipotizzare potesse vincere”. Le parole di Roberto Mancini, dunque, vogliono trasmettere un messaggio di “possibilismo” per le ambizioni della Juventus, considerando il fatto che spesso nella Coppa dalle grandi orecchie anche le outsider riescono ad imporsi e che “la Champions League è una storia particolare” e, quindi, tutto è possibile.

    Oltre al discorso Champions League, poi, Mancini affronta anche il tema Balotelli considerando il suo addio burrascoso al City conseguente ai troppi litigi ed alle tensioni accumulate nello spogliatoio ed anche con lo stesso Mancini, nonostante il tecnico jesino inizialmente lo avesse accolto sotto la sua ala protettrice. Tuttavia, l’analisi di Mancini risulta molto lucida nel considerare che “difficilmente Balotelli cambierà, gli errori che commette oggi li farà anche a 30 anni perché lui è così”. Nonostante questo, però, Mancini invita Mario Balotelli a dare sempre il massimo, perché da lui ci si attende questo.

    In tal senso, dunque, Mancini dimostra di aver ancora a cuore il futuro di Balotelli e smentisce una volta per tutte quelle voci sollevate dai tabloid di uno “scontro fisico” in allenamento tra SuperMario e Mancio, paragonato a quello tra Cassano e Stramaccioni, spiegando di averlo semplicemente “preso per la maglia e mandato via dopo che aveva commesso un fallo di gioco su un suo compagno di squadra”. 

  • Conte dopo Lippi: la panchina d’oro torna alla Juve

    Conte dopo Lippi: la panchina d’oro torna alla Juve

    Il riconoscimento è di quelli importanti ed apprezzati, ancor di più per un allenatore giovane che si è affacciato solo lo scorso anno sulla panchina di una grande squadra come la Juventus e che, al primo tentativo, ha raggiunto l’obiettivo di conquistare lo scudetto, di raggiungere la finale di Coppa Italia e di conquistare la Super Coppa Italiana nel mese di Agosto. Tutto ciò si aggiunge al fatto che la Juventus di questa stagione è in testa alla classifica dall’inizio del campionato e che sta ben figurando anche in Champions League, cercando di ritagliarsi un ruolo da outsider: per questo, la panchina d’oro di Conte sembra un riconoscimento indiscutibile, nel senso che nessuno più di lui lo avrebbe meritato, guardando ai risultati. Quello del sergente di ferro, maniaco dei dettagli e del lavoro, incapace di digerire una sconfitta in meno di 24 ore è un’etichetta che sarà difficile scrollarsi di dosso ma, probabilmente, sono quest gli “ingredienti” che ne hanno determinato una così rapida ascesa nell’Olimpo dei grandi tecnici. Un riconoscimento che gli hanno attribuito i suoi stessi colleghi e che, per questo motivo, risulta essere ancora più gradito.

    Conte vince la panchina d'oro | ©  AFP/Getty Images
    Conte vince la panchina d’oro | © AFP/Getty Images

    La panchina d’oro di Conte per la stagione 2011/2012 fa sì che questo riconoscimento ritorni a Torino dopo che l’ultima volta in cui un tecnico juventino venne eletto miglior allenatore dell’anno fu Marcello Lippi nella stagione 1995/1996, proprio colui che fu uno dei punti di riferimento per la carriera di Conte-giocatore, che ha militato in bianconero dal 1991 al 2004, attraversando sia la prima epoca Lippi che la seconda, prendendo e facendo propri i valori calcistici e psicologici del tecnico Viareggino riproponendoli – attualizzati – nella Juventus di oggi. La società bianconera, probabilmente, lo ha scelto proprio per questo, perchè aveva intravisto in lui quello spiraglio di rinascita dopo gli anni bui e difficili del post-Calciopoli, lo ha messo al centro del progetto e non ne è stata delusa: d’altronde, Antonio Conte aveva dato prova delle proprie qualità vincendo la panchina d’argento nella stagione 2008/2009, quando centrò la promozione in serie A con il Bari.

    Il suo arrivo alla Juventus ha riportato quella fame di vittoria a tutti i costi, quel desiderio di ricercare il massimo risultato senza accettare la parola “accontentarsi”, senza tollerare l’idea del secondo posto, lottando sempre con il coltello fra i denti, senza tollerare l’idea di una soluzione differente all’infuori del duro lavoro, dell’impegno e della concentrazione assoluta, ma anche sulla capacità di cementare il gruppo, focalizzandosi sui valori della squadra e dell’unione di intenti, aldilà delle individualità dei singoli. Il maggior merito di Antonio Conte è stato proprio questo, la capacità di metter da parte le sue idee calcistiche fondate sul modulo 4-2-4 per adattare lo schieramento tattico della sua Juventus alla figura del giocatore di maggiore qualità, ossia Andrea Pirlo, mettendo la squadra a correre per lui in maniera da esaltarne il rendimento, ma non in chiave individualistica bensì collettiva, avendo ben presente che il massimo rendimento del “faro” avrebbe certamente coinciso con il massimo rendimento nella squadra.

    Antonio Conte finora ha avuto ragione ma, coerente con il suo modo di essere, la panchina d’oro appena ricevuta a Coverciano rappresenterà per lui soltanto un ulteriore punto di partenza, un nuovo stimolo per ripartire dopo la sconfitta contro la Roma ed in vista della ripresa degli allenamenti di domani, da quando la sua Juventus dovrà ricominciare a “marciare” ai suoi ordini, senza accettare nessun’altra battuta d’arresto.

  • Milan, dopo lo sceicco i cinesi. Lippi dt?

    Milan, dopo lo sceicco i cinesi. Lippi dt?

    Questa mattina Corriere e Gazzetta dello Sport hanno rilanciato la notizia di un possibile ingresso nelle quote azionarie del Milan di Liu Yongzhuo, il presidente del Guangzhou Evergrande, fresco vincitore della Serie A cinese. Il club ha guadagnato all’improvviso fama internazionale dopo una campagna acquisti faraonica nei mesi invernali, che fra gli altri ha portato in Asia la stella argentina Dario Conca (29). Un mercato di rinforzi suggellato dall’ultimo tesseramento, quello di Marcello Lippi, insediatosi sulla panchina del Guangzhou il 17 maggio scorso. Oltre alla vittoria nella Super League, Lippi ha condotto i suoi in finale di Coppa Nazionale (l’andata è terminata 1-1) e ai quarti della Champions Asiatica (vinta in settimana dai coreani del Ulsan Hyundai).

    L’INCONTRO– Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, l’incontro tra il Milan e Lippi avverrà il prossimo 4 dicembre, in occasione dell’ultima partita del girone di Champions che vedrà la squadra di Allegri impegnata contro lo Zenit di Luciano Spalletti. Lippi potrebbe ricoprire il ruolo di intermediario tra la società rossonera e la presidenza cinese nella trattativa che consentirebbe a Liu Yongzhuo di entrare prepotentemente nell’universo del Diavolo. Ricordiamo che il patrimonio del cinese Yongzhuo è stimato intorno ai 3 miliardi di euro, e che lo stesso numero uno del Guangzhou ha ricoperto d’oro Lippi con un ingaggio annuo di 10 milioni netti, lo stesso stipendio che percepisce Dario Conca, la stella della squadra (23 gol in 41 presenze).

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    Marcello Lippi nuovo direttore tecnico del Milan? | ©STR/AFP/GettyImages

    SCENARIO – Qualora la trattativa andasse a buon fine, oltre a portare sicuri benefici economici alle casse finanziarie di Via Turati con conseguenti ripercussioni positive sul mercato di gennaio, l’ingresso dei cinesi a Milano porterebbe in dote Marcello Lippi. Per l’ex ct della Nazionale italiana si profila un ruolo come direttore tecnico, carica attualmente vacante in quel di Milanello. Lippi al Milan significherebbe un ovvio ridimensionamento di Ariedo Braida e dello stesso Adriano Galliani, da sempre le due figure che hanno curato la politica dei trasferimenti in casa rossonera.

    E L’INTER? – Curiosamente la notizia di Lippi pronto a sposare il nuovo progetto Milan è giunta poche ore dopo l’ufficialità della conclusione delle trattative tra Inter e lo stesso Yongzhuo. Ricorderete che nei primi mesi di ottobre aveva fatto molto rumore l’accordo tra la famiglia Moratti e la cordata cinese che faceva riferimento al presidente del Guangzhou. Tra i progetti più ambiziosi quello del nuovo stadio, che sarebbe dovuto essere di proprietà interamente nerazzurra. Il tutto però è definitivamente saltato per problemi burocratici con la società interista. Di qui la decisione del magnate cinese di restare a Milano, cambiando però sponda del Naviglio.

  • Drogba sì alla Juve. Ingaggio e Lippi gli ostacoli

    Drogba sì alla Juve. Ingaggio e Lippi gli ostacoli

    Suona come una bomba di mercato di quelle che squarciano un’estate di voci e trattative, ma siamo già ad ottobre inoltrato e non può non sembrare a prima vista una follia l’indiscrezione di Tuttosport che vuole la Juventus piombata su Drogba, magari già da gennaio.

    Non è una novità l’interessamento bianconero per l’ivoriano: già in estate la Juve aveva sondato il terreno per portare a Torino il giocatore, avanti con gli anni, ovvio, ma con quelle doti di qualità ed esperienza internazionale necessarie al reparto avanzato juventino probabilmente per giocarsela contro tutti in Europa come in Italia. Drogba optò poi per lo Shanghai e per la sua impareggiabile offerta economica di oltre dieci milioni di euro all’anno. Ad oggi però filtra l’indiscrezione dell’assenso del giocatore ad abbandonare la Cina per accasarsi alla Juve, che non sarebbe disposto però a perderci sull’ingaggio nel trasferimento a Torino il quale vorrebbe che gli sia garantito l’ingaggio che dovrebbe attualmente percepire nel paese del dragone: pare infatti che dissidi interni alla dirigenza del club cinese abbiano causato un ritardo nella liquidazione degli stipendi, alimentando così malumori e aprendo le porte a nuovi scenari.

    Didier Drogba
    Didier Drogba © STR/AFP/GettyImages

    Il tutto va preso ovviamente con le pinze, essendo poco più di una voce, ma ciò che non convince sono probabilmente le cifre dell’operazione: sborsare 10 milioni di euro all’anno per un campione di 34 anni sembrerebbe davvero troppo, anche per i “paperoni” del PSG; la Juventus sarebbe verosimilmente disposta a concludere, ma a cifre molto inferiori, pur acquisendo un elemento in grado di consentirgli un salto di qualità notevole, specialmente in ottica europea. Una sterzata simile poi genererebbe forse delle turbolenze a livello di spogliatoio, senza contare che come centroavanti puro la Juventus ha acquistato per ultimo il danese Bendtner, coprendosi di fatto in quel ruolo.

    A complicare il tutto poi sembra ” incombere” sul giocatore anche l’interessamento del Guangzhou di Marcello Lippi, che non disdegnerebbe acquisire Drogba qualora ci fossero i presupposti. Alla resa dei conti l’ipotesi bianconera appare come una suggestione figlia delle circostanze, ma se è vero che sognare non costa nulla, i tifosi juventini possono seguire speranzosi l’evolversi della vicenda e confidare in qualche buona nuova dall’Oriente.

  • Juve, pronto rinnovo e ruolo da manager per Antonio Conte

    Juve, pronto rinnovo e ruolo da manager per Antonio Conte

    Un Antonio Conte alla Alex Ferguson. E’ a questo che sta pensando la Juventus per il suo allenatore, reduce dalla riduzione della squalifica da 10 a 4 mesi da parte del Tnas. Un legame più forte e duraturo quello che i bianconeri vogliono instaurare con il tecnico che li ha riportati allo scudetto. Attualmente il contratto di Conte scade nel 2015 ma l’obiettivo di Andrea Agnelli è quello di prolungarlo di ulteriori tre anni, come riportato stamani dalla Gazzetta dello Sport. Ma questo prolungamento porterebbe con sé ulteriori compiti da svolgere per l’allenatore pugliese che andrebbe cosi ad occuparsi, unitamente al resto dello staff dirigenziale, Marotta su tutti, anche degli aspetti che concernono il mercato, dando cosi indicazioni concrete in base a quelle che sono le esigenze che ha.

    In tal modo la Juventus dopo essere stata la prima squadra in Italia a costruire uno stadio di proprietà sul modello inglese potrebbe adottare anche la figura dell’allenatore manager, come accade spesso oltre Manica e il cui esempio più lampante è quello relativo ad Alex Ferguson nel Manchester United. In ogni caso il rinnovo non arriverà comunque prima di gennaio 2013, ma la volontà di ambedue le parti è quella di continuare quanto più possibile questo matrimonio.

    Andrea Agnelli, Antonio Conte e John Elkann
    Andrea Agnelli, Antonio Conte e John Elkann © Valerio Pennicino/Getty Images

    Nell’ipotesi in cui ciò avvenisse e senza intoppi, Conte raggiungerebbe quota sette stagioni di fila come allenatore dei bianconeri, sfiorando cosi quanto fatto da Marcello Lippi che ha guidato i piemontesi per otto stagioni anche se a più riprese, mentre sembra essere lontano il primato di Giovanni Trapattoni, il quale per ben dieci annate consecutive è stato alla guida della squadra torinese. Ma in quest’ultimo caso si parla di altri tempi, periodi in cui il verbo esonerare era ben lontano dalla mente dei presidenti. Intanto però si attende l’inizio del nuovo anno che potrebbe portare all’atteso rinnovo contrattuale.