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  • Finale di Champions League Bayern Monaco – Inter, le ultime da Madrid

    Finale di Champions League Bayern Monaco – Inter, le ultime da Madrid

    Attesa snervante per tutto il popolo nerazzurro. Tra poco più di due ore, calcio d’inizio alle 20:45, a Madrid Inter e Bayern Monaco scenderanno sul prato del Bernabeu per giocarsi la finalissima di Champions League.
    In ballo stasera c’è l’occasione per una delle due squadre di centrare la tripletta (campionato, coppa nazionale e Champions), impresa che era riuscita soltanto a 5 club prima di stasera: al Celtic nel 1967 quando aggiunse oltre ai titoli nazionali anche la Coppa Campioni vinta proprio contro l’Inter, stessa sorte per l’Ajax di Cruijff che nel 1972 conquistò il trofeo continentale più ambito nella finale di Rotterdam e, ironia della sorte, ancora una volta a farne le spese furono i nerazzurri. Nel 1988 è ancora l’Olanda la grande protagonista, questa volta con il Psv Eindhoven di Guus Hiddink, poi toccò al Manchester United di Sir Alex Ferguson nel 1999 centrare la tripletta battendo in finale questa volta il Bayern Monaco mentre l’anno scorso è stato il Barcellona di Guardiola e di Messi a dettare legge in patria e in Europa vincendo la finale giocata allo stadio Olimpico di Roma contro il Manchester United per poi continuare la striscia di successi con le vittorie in Supercoppa Europea e nel Mondiale per Club (l’ex Coppa Intercontinentale). Stasera si aggiungerà la sesta. Nessuna squadra italiana e tedesca era riuscita prima d’ora nell’impresa.

    Il Bayern Monaco può portare a casa la sua quinta Coppa dei Campioni, l’ultimo successo risale alla stagione 2000-2001, per l’Inter potrebbe essere la terza. Van Gaal dovrà fare a meno di Ribery, squalificato, e punterà su Robben, il trascinatore dei tedeschi. Mourinho affiancherà Zanetti a Cambiasso optando per un centrocampo più muscolare, Eto’o, Sneijder e Pandev agiranno alle spalle dell’inarrestabile Milito. L’allievo Josè può superare il maestro Louis e alzare al cielo la Coppa dalle “grandi orecchie”.

    Oltre che per l’Inter quella si giocherà a Madrid sarà una sfida dal sapore unico anche per il tecnico Josè Mourinho, lui che, dopo aver vinto la Champions con il Porto, ha fallito in passato con il Chelsea e nella prima stagione in nerazzurro. Il condottiero nerazzurro stasera potrebbe regalare una gioia immensa ai propri tifosi: l’Inter mancava da una finale di Champions League da ben 38 anni e l’ultimo successo risale addirittura nella stagione ’64-’65 quando ancora la televisione trasmetteva in bianco e nero. Tra qualche ora tutto ciò potrebbe essere soltanto un dolce ricordo e non un’ossessione, stasera c’è il Bayern Monaco, stasera si gioca per la storia.

    Probabili formazioni BAYERN MONACO – INTER (ore 20:45)

    BAYERN MONACO (4-2-3-1): Butt; Lahm, Demichelis, Van Buyten, Badstuber; Schweinsteiger, Van Bommel; Robben, Muller, Altintop; Olic.
    A disposizione: Rensing, Contento, Pranjic, Gorlitz, Tymoshchuk, Klose, Gomez.
    Allenatore: Van Gaal.
    INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso; Eto’o, Sneijder, Pandev; Milito.
    A disposizione: Toldo, Cordoba, Materazzi, Stankovic, Muntari, Balotelli, Arnautovic.
    Allenatore: Mourinho.

  • Mourinho: “L’Inter gioca per la storia, gli italiani tiferanno Bayern”

    Oltre che per l’Inter quella di domani sera a Madrid sarà una sfida dal sapore unico anche per il tecnico Josè Mourinho, lui che, dopo aver vinto la Champions con il Porto, ha fallito in passato con il Chelsea e nella prima stagione in nerazzurro. Il condottiero nerazzurro domani potrebbe regalare una gioia immensa ai propri tifosi: l’Inter mancava da una finale di Champions League da ben 38 anni e l’ultimo successo risale addirittura nella stagione ’64-’65 quando ancora la televisione trasmetteva in bianco e nero. Domani tutto ciò potrebbe essere soltanto un dolce ricordo e non un’ossessione, domani c’è il Bayern Monaco, domani si gioca per la storia.
    E nella consueta conferenza stampa (in versione integrale e tratta da Sportmediaset) probabilmente l’ultima da allenatore dell’Inter, il condottiero Mourinho risponde ai giornalisti:

    Van Gaal ha raccontato un aneddoto particolare, la vostra riunione di Barcellona. Tu ti arrabbiasti e lui capì che tu eri “speciale”. Cosa ricordi? Cosa hai imparato da lui?

    • Sono stati tre anni che abbiamo lavorato insieme, dove la mia casa e la sua distavano 50 metri e si lavorava per 24 ore. Abbiamo avuto un rapporto per me speciale, prima lavoravo con un altro allenatore. Arrivare e avere fiducia in uno che già trovi lì è stato molto onesto e particolare. E’ stato un piacere lavorare per lui. Come ho detto qualche giorno fa, lavoravo come un animale, ma con tantissimo piacere. Ho imparato da lui che per arrivare devi lavorare tanto, e questo mi è rimasto. Sembra ieri, invece sono passati 12-13 anni. Non dimentico il periodo e la persona, che è stata fantastica con me“.

    E’ da 45 anni che l’Inter non vince questa Coppa? Cosa significherebbe?

    • La finale della Champions è sempre importante, anche se è la prmia volta, o solo l’ultima, non conta il tempo. E’ il significato della Champions che conta. Immagino che per i tifosi dell’Inter sarà un evento straordinario, perché 45 anni sono tanti. La maggior parte dei tifosi non era ancora nata. Negli ultimi anni comunque l’Inter ha avuto una storia di successi, quindi non è che non siamo abituati. Ma questa vittoria sarebbe speciale e per me sarebbe fantastico dare il mio contributo per una occasione simile. Il Bayern è stato grande, ha vinto tanto, ci sarà un’atmosfera speciale“.

    Come sente la pressione, come vive queste ultime ore? Giocando poi al Bernabeu…

    • La pressione la sentirò domani, perché mi conosco. So come vivo le vigilie, mi conosco perfettamente. Domattina mi sveglio e mi dico “Fra qualche ora gioco la finale di Champions”. Il cuore più veloce, la temperatura del corpo si alza un pochino, poi si lavora ancora, si prepara la partita. Quando arrivo allo stadio ed esco dal pullman finisce tutto, perché inizia quello che mi piace, il mio habitat naturale. Su Madrid e il Real? Non è un problema per me. Chi gioca una finale di Champions non può pensare un’altra cosa per essere preoccupato di altre. Penso solo a questo sogno, che non è un’ossessione. Ripeto, noi giochiamo per un sogno. Non per un’ossessione. Domani dopo la partita vita nuova per tutti. Vacanze, campionati del mondo, stesso club, un altro club… ma fino a domani nessuno pensa a queste cose“.

    Sarà l’ultima partita con l’Inter? Davvero non ci pensa?

    • Non posso dire oggi l’ultima partita e non lo dirò domani. Se davvero cambierò, deciderò di cambiare sì, sarà triste, brutto. Non dimentico gli amici con cui ho fatto delle guerre, sportive. Anche quando sono tornato a Stamford Bridge mi sono messo a piangere. Ma è una cosa che farò 4, 5 giorni, una settimana dopo questa partita“.

    Van Gaal ha detto che Chelsea, Barcellona e Manchester rimangono le più forti?

    • Quando la Champions comincia è normale che ci si guarda intorno e si evidenziano quelle che sono le squadre più forti. Che hanno maggiore qualità, le individualità più forti, anche i bookmakers ragionano su queste cose. Il Barcellona è eccezionale, il Real Madrid poteva giocare la finale qui in casa, il Chelsea è stata già presente in finale o in semifinale. Il Bayern Monaco non era prevedibile, l’Inter neanche, ma le cose cambiano. Passo dopo passo, si arriva in finale con idee diverse. Può succedere. E non è un caso. Inter e Bayern sono riuscite a fare questo viaggio, hanno vinto i loro campionato. Siamo delle grandi squadre, e per questa ragione siamo giunti fino alla finale. Non so se ci sono squadre migliori“.

    E’ la partita più importante della sua carriera?

    • Sì..E’ sempre la prossima. La prossima partita è sempre la più importante, anche quando giochi in Coppa Italia contro il Livorno. E’ solo così che puoi vincere, solo così che abbiamo vinto tutto quest’anno. E’ chiaro che quando arrivi all’ultima partita stagionale e giochi la partita più grande del calcio di club, perchè per me l’Intercontinentale è una cosa piccola, diventa una cosa grandissima“.

    Van Gaal ha definito molto difensivo il gioco dell’Inter..

    • Forse non ha visto molte nostre partite. Abbiamo giocato diverse volte in attacco, forse ha visto solo Barcellona-Inter. Non ci ha visto a S.Siro con Chelsea e Barcellona, col Cska, tante partite che abbiamo disputato con tattiche diverse“.

    Pensa che ci siano compensazioni arbitrali dopo gli episodi favorevoli avuti con gli arbitraggi sia dall’Inter che dal Bayern?

    • L’Inter arriva alla finale dopo un’ora a Barcellona in dieci. Quando doveva giocare in 11. Un danno molto peggiore che un episodio singolo durante la partita. Non mi sembra che quello che è successo anche in Fiorentina-Bayern abbia significato, oggi. Il Bayern è stato aiutato, tra virgolette, nella partita con la Fioerntina: non credo che per questo sarà vittima di una legge di compensazione. Così come noi. L’arbitro vuole vincere domani, quando arriva una finale di Champions anche chi dirige vuole vincere. Per questa ragione mi fido di un loro grandissimo lavoro, in questa occasione. E’ il top del top anche per loro“.

    L’Italia dovrebbe tifare l’Inter per questioni di ranking Uefa…

    • Non conosco un tifoso del Benfica che tifava Porto e viceversa, quando hanno giocato le finali. E’ la nostra cultura, e anche la vostra. Un tifoso del Milan e della Juve non può tifare l’Inter. E’ la normalità e non è un problema. I tifosi del Real non sono tristi di non vedere qui il Barcellona. Non possiamo cambiarci: Galliani tifa per noi? Lui vede le cose da dirigente, da responsabile, non da tifoso“.

    Come si è trovato al centro del Real Madrid e cosa pensa del nuovo progetto di Perez?

    • Del Real Madrid conosco la storia. Non conosco realtà, ambizioni, filosofie. Non conosco questo nuovo progetto e oggi non sono preoccupato di conoscerlo. Il centro di allenamento è fantastico, le persone sono ok. L’Inter si è sentita a casa e li ringrazio per questo“.

    Pandev giocherà? Chi pensa possa essere l’uomo decisivo per l’Inter?

    • L’Inter gioca da squadra, non pensiamo ai singoli, a chi può decidere. Non siamo una squadra di stelle, tutti sono stelle, non è importante chi fa il gol o non lo fa, se Pandev può segnare o no. E’ la nostra filosofia e sarà così anche stavolta“.

    Si saluterà con Van Gaal prima della partita? Vi siete sentiti via sms…

    • Quando ci siamo qualificati per la finale ci siamo abbracciati e ci abbracceremo dopo la finale. Sicuramente. Il mio gioco difensivo? So cosa vuole, ma non glielo darò“.

    Lei è ancora un tecnico che impara? O ormai sa tutto del calcio?

    • Imparo tutti i giorni. In Portogallo, in Inghiterra, in Italia. Non sono nessuno per consigliare nessuno: se non dicendo che se sei allenatore o giocatore, non fare tutta la carriera nello stesso paese. E’ un errore. Le esperienze professionali e umane ti fanno molto più ricco. Ho lavorato in Spagna, in Inghilterra, ora in Italia, più gli anni nel mio Paese. E sono un privilegiato. Per questa ragione, posso dire che il calcio italiano mi ha migliorato

    Non le verrebbe voglia di vincere anche Supercoppa e Intercontinentale con l’Inter?

    • Qualcuno ha detto che dove c’è un campo di calcio, giocatori e qualche pallone, io sarò felice. E’ così anche per me. Se ho una squadra da allenare, con buone condizioni di lavoro e obiettivi definiti, io lavorerò. Se ho facilità di comunicare non sarà un problema per me. Non può essere la Germania, non parlo tedesco. Ma di base posso lavorare in tutti i posti, non sarà mai un problema per me. Ripeto: la Intercontinentale è importante per il club, può dire di essere campione del mondo. Ibrahimovic ha vinto l’Intercontinentale: cosa ha fatto per vincerla? Giocare con gli australiani e l’Estudiantes. Quelli che hanno fatto il tragitto per arrivare lì, hanno fatto un’altra cosa. Quindici partite per arrivare con piacere a un traguardo del genere. Ma se non l’hai fatto, non mi sembra un grandissimo successo. L’Eldorado del calcio è la Champions. La Supercoppa è una partita. La vinsi alla prima volta con l’Inter e dissi che quel titolo era di Mancini, perché lo scudetto l’aveva vinto lui. Supercoppa e Intercontinentale sono delle conseguenze. Sono cose piccole“.

    Tra le ipotesi del suo futuro, c’è anche un ritorno in Premier League, al Chelsea?

    • A Stamford Bridge per 90 minuti non ho pensato di giocare contro degli amici. Poi ho visto che i miei amici stavano fuori dalla competizione. E’ il calcio. Ecco perchè certi giocatori non festeggiano, fa parte dell’empatia che hanno le persone. Avevo tanti amici al Chelsea, mi sembra di appartenere ancora un po’ a loro e viceversa. Ma se non avessi vinto con l’Inter lì, non sarei qui oggi. Fa parte della vita. Penso che se Ancelotti tornasse contro il Milan piangerebbe anche lui. Uno dei due, tra me e Van Gaal, si troverà in queste condizioni. L’ho visto in forma, sereno, forti dei titoli già vinti. Se non ce la farà domani, o io, ce la faremo in futuro“.

    Un giornalista inglese, a sorpresa, regala una corona da Re a Mourinho. Che sorride, accetta e regala al giornalista, in cambio, la giacca della tutta. Non la indossa però: “Domani, forse“, ride.

    L’importanza della partita può spostare qualcosa dei vostri equiilbri psicologici?

    • E’ la finale di Champions, ma le cose della nostra vigilia saranno le solite. E’ un rituale. E’ qualcosa che dobbiamo vivere con naturalezza. Se un giocatore non riesce a dimenticare cosa sta facendo, cosa si sta giocando e non riesce a esprimersi, vuol dire che non è in grado di essere a questi livelli. Dopo la partita, sarà indimenticabile in ogni caso. Bisogna viverla con tranquillità: se perdi, non finisce il mondo. Se vinci, non finisce la tua carriera“.

    Moratti sente questa partita come 45 anni fa…

    • Moratti è una persona molto speciale, che mi ha voluto . Che mi piacerebbe vedere domani piangere, vederlo con la Coppa in mano, mettere la sua foto vicino a suo padre ad Appiano Gentile. Per tutta la famiglia Moratti sarebbe una cosa incredibile e mi piacerebbe tanto, tanto, tanto dare il mio piccolo contributo per questo“.

    E’ sicuro di potere vincere?

    • Purtroppo no. Il Bayern ha preparato le magliette, il pullman, la festa. Noi niente“.
  • Inter – Bayern Monaco: I precedenti

    La finalissima di Madrid è alle porte, tensione alle stelle per i tifosi interisti, quasi tutti arrivati a Madrid a sostenere i proprio ragazzi con cori e applausi. La finale di Champions League è proprio questo, oltre ad essere un grande spettacolo, è anche una festa di calco mondiale, in cui a trionfare potrebbe essere dopo 3 anni di attesa una squadra italiana. Infatti anche se l’Inter di italiano ha solo il presidente Massimo Moratti, per ironia della sorte è l’unica squadra che potrebbe salvarci dal definitivo sorpasso dei tedeschi ai danni del nostro ranking che potrebbe farci perdere un posto in Champions League già dall’anno prossimo.

    Ci sono soltanto 4 precedenti ufficiali fra Inter e Bayern Monaco:

    23 NOVEMBRE 1998: Il primo riguarda la Coppa Uefa della stagione ’88/’89. Bayern – Inter 0-2, ottavi di finale di Champions League. I nerazzurri s’imposero in casa del Bayern Monaco con goal di Serena 60′ e di Berti 71′, goal che decretavano la grande partita dei nerazzurri, in particolare quella di Berti autore di un gran gol personale in contropiede.

    7 DICEMBRE 1998: Ritorno degli ottavi di Champions League dello stesso anno. I nerazzurri non riuscirono a controllare un risultato apparentemente facile (2-0) e persero 3-1 a San Siro con reti di Wohlfhart 33′,  Augenthaler 38′,  Wegmann 40′, al 45′ gol della bandiera di Serena. Passa il Bayern ai quarti in virtù del maggior numero di reti segnate in trasferta. Stagione ’88/’89 che si concluderà con il 13esimo scudetto per i nerazzurri che sigleranno anche il record di punti per il campionato Italiano a 18 squadre.

    27 SETTEMBRE 2006: Inter – Bayern 0-2. Protagonisti di una deludente prestazione i nerazzurri allenati da Mancini spervano di chiudere la partita in parità, quando arrivarono i goal prima di Pizarro 84′ e Podolski 94′. Partitaccia.

    5 DICEMBRE 2006 – Champions league, fase a gironi. Bayern – Inter 1-1. E’ l’ultima partita del raggruppamento e alla fase successiva passano proprio Bayern e Inter, badando a non farsi troppo male. In vantaggio i bavaresi con Makaay al 62′, il pareggio a tempo scaduto è di Vieira al 91′. Neanche a farlo apposta i nerazzurri conquisteranno il 15esimo scudetto, con un altro record di punti nella Serie A (20 squadre).

    In totale il bilancio tra Inter e Bayern è dunque il seguente.

    2 vittorie a 1 per il Bayern e 1 pareggio. Quanto a reti realizzate, 6-4 per il Bayern.
    Per i nerazzurri 2 gol di Serena, 1 di Berti e 1 di Vieira. Per il Bayern tutti marcatori con 1 rete (Wohlfhart, Augenthaler, Wegmann, Pizarro, Podolski, Maakay).

    Tra i sopravvissuti che scesero in campo nell’ultimo match del 5 dicembre 2007, nelle file nerazzurre troviamo Julio Cesar (che in quella gara lasciò spazio a Toldo), Maicon, Samuel, capitan Zanetti, Cambiasso e Materazzi (quest’ultimi due non giocarono la gara, ma erano presenti in panchina). Da notare che nelle file del Bayern giocò contro l’Inter Lucio, attuale baluardo della formazione nerazzurra che sarà, nella finale di Madrid, l’ex di turno.
    Il Bayern giocò con la seguente formazione: Kahn, Sagnol, Lucio, Van Buyten, Lahm, Van Bommel, Ottl, Schweinsteiger, Salihamidzic (poi finito alla Juve), Pizarro, Makaay.
    In panchina Rensing, Demichelis, Karimi, Dos Santos, Santa Cruz, Deisler, Lell.

  • Road to Madrid 2010: niente sconti a Ribery, salta la finale

    E’ arrivata la decisione definitiva del Tas (Tribunale arbitrale dello sport) di Losanna che ha respinto il ricorso presentato dal Bayern Monaco per la squalifica inflitta dalla commissione disciplinare dell’Uefa a Franck Ribery confermando di fatto le tre giornate comminatagli in prima istanza. Le motivazioni verranno rese note nei prossimi giorni.
    Il centrocampista francese aveva commesso un brutto fallo, durante la semifinale di andata contro il Lione, ai danni di Lisandro Lopez. Il gesto gli era costato l’espulsione (arbitrava Rosetti) e poi la squalifica che non gli consentirà di scendere in campo nella finalissima di Champions League contro l’Inter di Mourinho, in programma sabato prossimo al Santiago Bernabeu di Madrid.