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  • Tessera del Tifoso: Juventus, Roma e Lazio unite contro Maroni

    Tessera del Tifoso: Juventus, Roma e Lazio unite contro Maroni

    no_alla_tesseraUna t-shirt bianca con su scritto “No alla tessera del tifoso”, e sul verso il credo che li muove : “Se i ragazzi sono uniti non saranno mai sconfitti”; nessuna sciarpa o vessillo di parte. Così oltre 300 ultras di tifoserie di calcio provenienti da tutta Italia si sono presentati a Roma per manifestare contro la “tessera del tifoso”, il provvedimento che introduce, dal 2010, lo strumento indispensabile per la regolamentazione di accesso agli stadi.

    Juventus, Inter, Lazio, Roma, ma anche Latina, Frosinone, Fano, Casarano, Gubbio, Fermo. Da nord a sud, “divisi dai colori, uniti dal pensiero” – come recitava uno dei tanti striscioni – le migliaia di tifosi (5000 secondo le forze dell’ordine) hanno sfilato per le vie del centro di Roma a partire da piazza dell’Esquilino, passando per via Cavour, Fori Imperiali, Colosseo e Circo Massimo, fino alla Bocca della Verità, scortati dalle forze di polizia e rigorosamente guidati dal servizio d’ordine della manifestazione. Chi si aspettava incidenti e tafferugli è rimasto sorpreso. Gli organizzatori avevano raccomandato con un volantino di non rilasciare dichiarazioni alla stampa e di attenersi solo ai cori lanciati dal megafono. E così è stato: tanta rabbia nelle urla dei manifestanti e qualche fumogeno, ma nulla più (solo qualche momento di tensione in via Cavour, subito sedato, quando alcuni fotoreporter e telecamere hanno tentato di uscire dagli spazi “consentiti” per le riprese).

    Bersagli preferiti le forze dell’ordine, i giornalisti, il ministro dell’Interno Roberto Maroni e l’agente della polizia Luigi Spaccarotella, omicida del tifoso laziale Gabriele Sandri. Proprio il ragazzo romano ucciso l’11 novembre di due anni fa nell’area di servizio Badia al Pino è stato invece sostenuto a gran voce dai manifestanti: “Giustizia per Gabriele” e “Gabriele uno di noi” le grida scandite. Cori anche a favore di Stefano Cucchi, il ragazzo romano morto in nella sezione detentiva dell’ospedale Sandro Pertini lo scorso 22 ottobre.

    Tra i partecipanti anche il delegato allo sport del Comune di Roma Alessandro Cochi, e l’ex deputato Paolo Cento. “La tessera del tifoso è una schedatura di massa che allontana le famiglie dallo stadio – ha detto Cento –. Dobbiamo riportare le famiglie allo stadio e valorizzare la passione popolare; le curve sono un antidoto alla violenza se possono tornare a fare il tifo per la propria squadra. Governo e Parlamento devono aprire un dialogo con questa realtà di tifosi”.

    “Il clima è sereno – ha aggiunto Lorenzo Contucci, avvocato penalista che segue le cause degli Ultras -, l’importante è che tutto sia filato liscio, nonostante la rabbia e il clima di esasperazione”. Giunti in piazza della Bocca della Verità, i tifosi hanno fatto sentire ancor più forte la loro voce. Le richieste: in primis la riforma dell’articolo 9 della legge Amato (legge n. 41 del 2007), che istituisce una sorta di diffida a vita e che impone a chi ha ricevuto un Daspo o una condanna il divieto di accesso allo stadio; poi il ritorno di tamburi, megafoni e striscioni negli stadi.

    Dalle curve il “no” alla tessera del tifoso è sceso in piazza: ora la “palla” passa nelle mani delle Istituzioni.
    [via:goal]

  • Sentenza omicidio Sandri: 6 anni al poliziotto che uccise il tifoso laziale

    E’ arrivata come una doccia gelata la sentenza per i familiari di Gabriele Sandri, ucciso dall’ agente di polizia Luigi Spaccarotella l’11 novembre 2007 nell’area di servizio Badia al Pino sulla A1: la Corte d’Assise d’Arezzo ha condannato a 6 anni di reclusione il poliziotto, giudicando l’omicidio “colposo aggravato dalla previsione dell’evento”, quindi omicidio involontario mentre l’accusa chiedeva 14 anni (21 ridotti a 14 con la riduzione di un terzo della pena per la concessione delle attenuanti).
    Quella domenica di novembre 2007, nell’area di servizio sopracitata, c’erano stati dei piccoli scontri tra tifosi laziali e juventini. La pattuglia di polizia con l’agente Spaccarotella si trovava dall’altra parte dell’autostrada e, visti gli screzi tra i supporters il poliziotto per sedare gli animi ha sparato prima un colpo di pistola in aria e poi uno ad altezza d’uomo che ha raggiunto la gola del giovane Sandri, che nel frattempo era in macchina con gli amici in direzione Milano, uccidendolo.
    Alla sentenza dei giudici i familiari e gli amici di Gabriele Sandri hanno gridato alla vergogna e il padre ha dichiarato che ricorrerà in appello.