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  • Juve, ecco perchè Van Gaal è quello giusto

    Juve, ecco perchè Van Gaal è quello giusto

    La Juventus si trova ancora una volta davanti ad una scelta. Le 8 giornate alle fine del torneo saranno infatti l’ennesimo calvario per i tifosi bianconeri ormai abituati a veder esultare gli altri e a sentire i propri dirigenti parlare di rifondazione e ripartenza.

    A meno di clamorosi colpi di scena alla fine della stagione anche Del Neri saluterà la Vecchia Signora ed è per questo che è scattato, come in ogni stagione dell’era post Calciopoli il totoallenatore. In questi anni la Juventus ha provato varie strategie dalla “vecchia gloria” Deschamps, silurato per la follia di Blanc più che per i suoi demeriti, “all’esperto” Ranieri. Passando per la scelta “giovane” Ferrara “agli aziendalisti” Zaccheroni e Del Neri.

    I “papabili” adesso sembrano esser Luciano Spalletti, Antonio Conte, Roberto Mancini e un pò più defilato Gian Piero Gasperini, tutti allenatori validi e preparati ma per motivi diversi a mio giudizio non adatti al rilancio bianconero. La Vecchia Signora per ripartire veramente ha bisogno di un condottiero capace di sopportare le pressioni della piazza, riempire le lacune dirigenziale e sopratutto disposto alla lotta con la stampa.

    L’identikit porta dritti a Capello o Mourinho, tecnici che per ovvie ragioni non possono esser disponibili in questo momento e la JUve non ha tempo da perdere. Quello che si avvicina di più ai due è però Luis Van Gaal, l’orgoglio tecnico olandese scaricato dal Bayern Monaco ma con un curriculum di tutto rispetto.

    Van Gaal è un esteta, ama far giocare bene le sue squadre adattandosi però al materiale umano che ha a disposizione. L’esperienza in Italia e alla Juventus lo potrebbe caricare ancor di più e tutto questo andrebbe a vantaggio della società. Cambiare tanto per farlo non serve, o resta Del Neri o bisogna prendere il meglio in circolazione dando un taglio netto con le esperienze passate.

  • Alessandro Del Piero tra presente, passato e futuro

    Alessandro Del Piero tra presente, passato e futuro

    Alessandro Del Piero, idolo dei tifosi bianconeri dopo essere tornato protagonista in campo con lo splendido gol realizzato contro il Brescia riportando i 3 punti fondamentali in casa Juve, dai microfoni di Juventus Channel parla delle sue aspettative per il futuro: “Il futuro? Spero di giocare e di essere come adesso, spero di dare il massimo sotto tutti gli aspetti e di sapere il momento dove e’ giusto fermarsi. Ora non so dirlo. Guardo al presente ed alla stagione successiva, non e’ giusto far programmi a lungo termine. Vedo oggi e il prossimo anno, poi si vedrà”.

    FUTURO – Il capitano bianconero continua l’intervista aggiungendo altri particolari sull’ipotesi di un prolungamento del contratto che lo leghi a vita con i colori juventini, non solo come calciatore ma come dirigente o come tecnico: “Cosa farò da grande? Non so, non ho mai pensato in questo momento ad una carriera da dirigente o da allenatore. Non che non voglia farlo ma sono dedicato alla mia professione di adesso, molto importante ma meravigliosa soprattutto. Quella per la quale sono nato. Questa passione per il calcio, fare il calciatore e’ la cosa primaria. Voglio dedicarmi a tutto”.  La voglia di dimostrare il suo valore è la stessa degli esordi, senza dubbio.

    PRESENTE – Chiuso il discorso sul futuro, ci si riaffaccia all’imminente presente con la prossima sfida in campionato che vedrà la Juventus affrontare la Roma di Montella per provare ancora a credere nel sogno, o miraggio Champions League, rimanendo comunque con i piedi per terra nella lotta per un posto nell’Europa League. Alex avverte i suoi, soprattutto nelle insidie che si possono incontrare in una partita del genere: “Roma-Juventus e’ sempre una gara speciale. – aggiunge Alex Del Piero – Per la tradizione per il momento che stiamo vivendo noi, ma anche quello che stanno vivendo loro. Dobbiamo avere l’ambizione e l’umiltà’ per arrivare a questo appuntamento nella giusta condizione. Come vorrei vedere la Juventus? Vincente. Che scende in campo in maniera lucida e mette le proprie qualità. Con queste due componenti sarà perfetto”. Parole che sembrano ricalcare la mentalità che fino a pochi anni fa questa società gloriosa incarnava nel suo dna e che in queste ultime stagioni sembra essere sparita o comunque essere presente solo nella ‘vecchia guardia’.

    Parlando delle possibili cause che hanno portato a questa stagione deludente dal punto di vista dei risultati, Del Piero dice la sua parlando degli innumerevoli infortuni che hanno falcidiato la rosa bianconera e hanno compromesso inevitabilmente il progetto di Agnelli: “L’infortunio di Quagliarella ha influito perché Fabio stava facendo bene. Tutti gli infortuni influiscono, soprattutto se lunghi, come successo a De Ceglie e Iaquinta. Tolgono energia e opportunità. Sono cose che purtroppo accadono, ma non sono positive”.

    PASSATO – Guardandosi alle spalle, ricordando i momenti più belli della sua carriera juventina, il capitano bianconero aggiunge: “Sono tanti i ricordi  da rivivere. Il primo Scudetto, la Champions League, la Coppa Intercontinentale, lo Scudetto del 5 maggio ( con una frecciatina inevitabile al popolo interista). Ma anche la partita di domenica con il Brescia, che mi ha dato una grande gioia”.

    Nel finale emerge una curiosità su Del Neri. Il capitano bianconero infatti spiega come il tecnico abbia allenato suo fratello prima di lui: “Stefano giocava nel Gorizia, squadra guidata dal nostro attuale mister. Le partite di mio fratello sono state le prime che sono andato a vedere allo stadio.” Aggiungendo nel finale un ricordo del suo primo incontro con Boniperti: “Poi ci sono state quelle del Padova, quando ero un giocatore delle giovanili. Della Juventus? Ne ricordo una a Udine, al termine della quale ho conosciuto Giampiero Boniperti”.

  • Buffon difende Del Neri: “Non è lui il problema della Juve”

    Dal ritiro della Nazionale a Coverciano e in procinto di partire per Lubiana dove venerdì l’Italia affronterà la Slovenia, Gigi Buffon affronta il tema scottante Juve schierandosi apertamente dalla parte di Del Neri. Il numero uno in azzurro e in bianconero difende a spada tratta l’operato del tecnico nonostante la Vecchia Signora stia disputando per il secondo anno consecutivo una stagione non all’altezza del suo blasone e abbia deluso tutte le aspettative prefissate ad inizio anno. La nuova gestione con Marotta e Del Neri aveva portato una ventata di aria nuova su Torino sponda bianconera, aria che ben presto è diventata pesante e che i tifosi hanno già respirato fino a pochi mesi attraverso la conduzione Blanc, Secco e Ferrara poi sostituito in panchina da Zaccheroni.

    In particolare la dirigenza juventina aveva puntato forte su Del Neri per ricostruire una Juve operaia e solida al tempo stesso come aveva fatto del resto l’anno precedente con la Sampdoria, riportata in Champions League dal tecnico di Aquileia a distanza di 18 anni dall’ultima apparizione con il suo inseparabile 4-4-2, quello stesso credo tattico che invece alla Juve, per varie ragioni (la principale quella di non aver preso gli uomini giusti per quel tipo di gioco) non ha funzionato come avrebbe dovuto.

    Criticato dalla maggior parte degli addetti ai lavori e contestato dalla tifoseria bianconera, Del Neri ha trovato in Buffon un ottimo alleato che di lui in conferenza stampa dice: “Il mister è l’ultimo dei problemi, è un grandissimo lavoratore. In questi momenti difficili ha mantenuto lucidità e linearità di comportamento tipici di chi ha già vissuto questa situazioni“.
    Al capitano della Nazionale italiana pesa come un macigno l’annata che rischia di lasciare la Juventus fuori dall’Europa il prossimo anno: “Pur essendo partiti con altre aspettative, ad un certo punto credevamo di ritagliarci un ruolo da grande. Ed invece, con qualche prestazione negativa e per colpa dei tanti infortuni, abbiamo dilapidato un secondo posto che ci eravamo guadagnati. L’autostima è calata, ed abbiamo rischiato di entrare in un vortice, come lo scorso anno“.
    Ma nonostante tutto neanche le parole di stima e di apprezzamento nei confronti del tecnico da parte del portiere più forte al mondo e leader della Juventus riusciranno a salvare Del Neri dal divorzio a fine stagione con la Signora del calcio italiano.

  • Capolavoro Del Piero. Juve vittoriosa sul Brescia

    Capolavoro Del Piero. Juve vittoriosa sul Brescia

    Del Piero
    “Meno male che c’è Alex”, questo è sicuramente il pensiero comune dei tifosi bianconeri e dello stesso tecnico juventino, alla fine della partita. E’ infatti una Juve targata Del Piero, quella vista oggi all’Olimpico di Torino. Il capitano ci mette l’anima è aldilà del gol è l’unico insieme a Krasic a portare qualche pericolo alla porta difesa da Arcari. I bianconeri partono forte e nei primi dieci minuti sembrano essere in grado di mettere sistematicamente in difficoltà l’improvvisata difesa avversaria: prima Aquilani manda fuori di poco un pallone invitante dal limite dell’area, successivamente è Matri ad impegnare l’estremo difensore bresciano, in avvitamento di testa e infine Pepe spara a lato un bell’assist filtrante di Del Piero. Secondo un copione già visto molte altre volte quest’anno, tuttavia, non appena cala di intensità la squadra di Del Neri concede campo all’avversario, merito stavolta anche di un buon Brescia, bravo a tenere la squadra corta e la linea del pressing molto alta. Tra il 16? e il 18? le rondinelle vanno due volte vicine al vantaggio: prima Cordova calcia a lato di poco una punizione ingenuamente concessa da Sorensen al limite dell’area e due minuti dopo è Buffon a far correre un brivido lungo la schiena ai tifosi juventini perdendo clamorosamente palla in uscita alta. Con il suo tipico stile approssimativo la difesa della Juve riesce sempre a salvarsi, il Brescia conferma però di essere in palla dopo l’ottimo pareggio ottenuto contro l’Inter. Ma, secondo una crudele regola non scritta del calcio, nel momento migliore di una squadra segna l’altra. Cordova controlla male al limite dell’aria, la palla arriva a Matri che vede libero Krasic, botta al volo del serbo e 1-0. Il Brescia accusa il colpo e la Juve avrebbe la palla buona per raddoppiare al 31?, ma Matri sottoporta manca la deviazione. Il primo tempo sembra destinato a concludersi con i bianconeri in vantaggio ma a tre minuti dal termine la difesa colpisce ancora: su cross apparentemente innocuo di Vass, Chiellini e Traorè sbagliano posizionamento e Buffon buca completamente l’uscita, lasciando al certamente non altissimo Eder la possibilità di mettere dentro di testa indisturbato. 1-1 e tutti negli spogliatoi.

    Al rientro in campo nessun cambio nelle due squadre e nessuna variazione nel copione della partita. La Juventus prova subito a mettere pressione al Brescia e nei primi quindici minuti va vicina al gol con Chiellini, in mischia, e Krasic che stoppa bene in area ma da posizione favorevole spedisce fuori. Al 64? Eder sfiora l’incrocio dei pali con un bolide dai 30 metri, forse l’occasione da gol più nitida per le rondinelle. Come nella prima frazione, però, la Juve colpisce proprio quando sembra sul punto di crollare. Il merito questa volta è tutto di Alessandro Del Piero, che al 68? riceve palla a centrocampo, supera due uomini in dribbling e deposita dolcemente la sfera alle spalle di Arcari con un morbido sinistro a girare: un gol meraviglioso, a cui fa seguito una rabbiosa esultanza sotto la curva, faccia a faccia con i tifosi che per tutta la partita hanno contestato la squadra. Gli uomini di Iachini provano a risollevarsi dopo l’ennesima mazzata psicologica ma tre minuti più tardi Mareco si fa ingenuamente ammonire per la seconda volta e l’arbitro Celi non può fare altro che mostrare il cartellino rosso. In 10 contro 11 il Brescia smette di crederci e la Juve trascorre gli ultimi minuti cercando in tutti i modi di far trascorrere il tempo: un chiaro segno di quanto importante fosse vincere oggi e di quanto grandi sono ancora le paure e i limiti dei bianconeri. Ora ci sarà la sosta per le nazionali e fra due settimane la Roma del recuperato Totti, una sfida importante e forse decisiva per un posto in Europa League.

  • Juventus – Brescia, probabili formazioni. Con Matri c’è Del Piero

    Juve-Brescia
    La Juventus è alla ricerca di un risultato utile che possa farla tornare in carreggiata e possa ridestarla dal torpore in cui è caduta da 4 partite a questa parte. In settimana Del Neri ha dovuto fare i conti con alcune defezioni, come quelle di Martinez, Traorè e Toni che però hanno recuperato e quindi saranno della partita. Il tecnico di Aquileia manderà in campo una formazione molto simile a quella schierata a Cesena. Rispetto ad una settimana fa, dovrebbe esserci una sola novità, peraltro dettata dalla squalifica di Marco Motta, espulso nella gara del “Dino Manuzzi”. Sorensen e Grygera sono in lizza per un posto sulla fascia destra, con il danese leggermente favorito sul ceco. Come annunciato in conferenza stampa, ad affiancare Chiellini al centro della difesa bianconera sarà Bonucci e non Barzagli, a sinistra confermato Traorè. Resta comunque qualche piccolo dubbio legato all’impiego del terzino francese, che in settimana, come detto, ha accusato problemi fisici ed è stato recuperato in extremis. Tutto invariato dalla cintola in su, complici i numerosi infortuni. Krasic a destra, Pepe dalla parte opposta ed il duo Aquilani e Marchisio in mezzo. In attacco, naturalmente, Alessandro Del Piero e Alessandro Matri, tandem offensivo che ha ben figurato a Cesena. Juventus (4-4-2): Buffon; Grygera, Bonucci, Chiellini, Traore; Krasic, Aquilani, Marchisio, Pepe; Matri, Del Piero. A disp.: Storari, Barzagli, Sorensen, Salihamidzic, J.Martinez, Boniperti, Toni. All.: Del Neri Emergenza per mister Iachini, privo degli infortunati Zanetti, Filippini e Berardi e degli squalificati Zebina, Hetemaj e Andrea Caracciolo. In avanti Diamanti sarà affiancato da Eder, in difesa, invece, il tecnico bresciano opterà per un arretramento di Accardi insieme a Zoboli e Mareco, col conseguente inserimento di Daprela sulla corsia mancina di centrocampo, a destra Zambelli. Cordova ha pienamente recuperato dal problema all’alluce ed agirà in cabina di regia, coadiuvato da Kone e Vass. Brescia (3-5-2): Arcari; Zoboli, Mareco, Accardi; Zambelli, Kone, Cordova, Vass, Daprelà; Eder, Diamanti. A disp.: Sereni, Bega, Kamalu, Baiocco, Possanzini, Lanzafame, Jonathas. All.: Iachini.

  • Juve, Spalletti in pole. La lunga lista di allenatori per il dopo Del Neri

    Juve, Spalletti in pole. La lunga lista di allenatori per il dopo Del Neri

    In una stagione che doveva essere quella del pronto riscatto e che invece ha dato poche certezze, alla Juventus di certo al momento c’è solo che Del Neri a fine stagione concluderà la sua avventura sulla panchina bianconera. Nell’arco della stagione il tecnico di Aquileia avrà anche seminato tanto ma ha raccolto una miseria, solo 42 punti che attualmente costringono i bianconeri fuori dalle coppe (il settimo posto può dare l’accesso in Europa League solo se il Palermo non vince o comunque non arriva in finale di Coppa Italia). Un gioco che stenta a decollare e la mancanza di solidità e compattezza di squadra, hanno convinto i piani alti della società ad un cambio di rotta a fine anno: via Del Neri, la dirigenza bianconera ha già cominciato a tessere le sue tele allacciando i primi contatti con i possibili candidati alla panchina della Vecchia Signora.

    Il maggior indiziato alla successione di Del Neri è Luciano Spalletti, campione in carica di Russia ma fresco di eliminazione negli ottavi di Europa League con lo Zenit San Pietroburgo. L’ex allenatore della Roma sembra in rotta con la società russa per un mercato al di sotto delle richieste del tecnico di Certaldo che pare voglia rientrare in patria a partire da giugno.
    Unico ostacolo è la forte penale che dovrà essere pagata in caso di rescissione dell’elevato contratto da oltre 4 milioni a stagione. Ragion per cui Spalletti spera che siano le due società a trattare direttamente per non incorrere nella sanzione.
    Settimana prossima, approfittando della sosta dei campionati per le nazionali, sarà in Italia, un’occasione imperdibile per Marotta per cercare di strappare un primo assenso al tecnico.

    Ma non c’è solo Spalletti nei pensieri bianconeri: in fila nella lunga lista ci sono Walter Mazzarri, che sta facendo cose meravigliose a Napoli, Roberto Mancini, che molto probabilmente a fine stagione chiuderà il suo rapporto con il Manchester City essendo in rotta con lo spogliatoio e che era stato vicino alla Juventus prima di emigrare in Inghilterra, l’emergente Andrè Villas Boas, tecnico del Porto e secondo molti erede di Mourinho, e Antonio Conte, attualmente allenatore del Siena e sponsorizzato da molte frange della tifoseria senza scartare le ipotesi Gian Piero Gasperini, corteggiato dalla Fiorentina e dal Palermo e Didier Deschamps, il tecnico della promozione in Serie A dei bianconeri l’anno seguente Calciopoli. Piste più fantasiose e poco praticabili invece i ritorni alla guida tecnica di Fabio Capello, blindato dalla FA, la federazione inglese, fino al 2012 e Marcello Lippi.

  • Juve, con Del Neri sarà divorzio a fine stagione… O anche prima?

    Juve, con Del Neri sarà divorzio a fine stagione… O anche prima?

    La Juve la alleno io“. Queste sono le parole di Del Neri nelle interviste post partita di Cesena – Juventus alla domanda sulla rosa dei possibili candidati alla sua successione che i quotidiani sfornano in continuazione come pane. E’ vero, ma se si dovesse continuare su questo trend indiscutibilmente negativo di risultati ancora per quando ci chiediamo perchè il tecnico bianconero rischierebbe di saltare addirittura prima del termine della stagione.

    Il 2-2 in terra romagnola dopo essere andati in doppio vantaggio e i 2 punti persi, hanno messo ancora una volta in discussione Del Neri, incapace fin qui di imporre il suo credo calcistico e di imprimere la sua impronta alla squadra, apparso in evidente difficoltà anche ieri sera nelle interviste. L’allenatore di Aquileia era molto teso e sull’orlo di una crisi di nervi, ha risposto in alcune occasioni in modo piccato ai giornalisti e ha accusato, indirettamente, l’arbitro Bergonzi di aver sfavorito i bianconeri con le sue decisioni.
    Analizzando il match, Del Neri ha visto il bicchiere mezzo pieno e ha fatto i complimenti ai suoi per la gara disputata per oltre metà tempo in inferiorità numerica su un campo difficile come quello del Manuzzi dove ieri si è registrato il tutto esaurito:

    La squadra ha lavorato bene, abbiamo creato tante occasioni ma anche rischiato qualcosa. Il secondo tempo abbiamo sofferto ma si poteva vincere. Niente a che vedere con le gare col Bologna e col Lecce, qui si è visto spirito su un campo difficile, non facile per tutti. La squadra ha giocato un buon calcio, Del Piero ha giocato benissimo. L’ho sostituito perchè era stanco. Con lui c’è un bel rapporto, sappiamo quello che dobbiamo fare sia io che lui fino alla fine della stagione“.

    Nonostante Del Neri continui a ribadire la sua volontà, per ora, di non lasciare il timone della squadra e di non abbandonare la nave, sembra invece ormai chiara che la sua avventura alla Juve è conclusa con un inevitabile divorzio a fine campionato. Una Juventus che per il secondo anno consecutivo resta fuori dalla Champions League non era preventivato ad inizio stagione quando l’obiettivo dichiarato dei bianconeri (a parte qualche dichiarazione dello stesso tecnico di “Juve no limits” quando si navigava nelle zone alte della classifica) era quel quarto posto che avrebbe consentito di entrare nella massima competizione calcistica europea dalla porta secondaria attraverso i preliminari e con un gap da quel posto che potrebbe aumentare oggi pomeriggio visti gli impegni di Lazio e Udinese.

    Sarà l’ennesimo fallimento e un ricostruire daccapo o quasi. Molti dei giocatori acquistati quest’estate non si sono dimostrati all’altezza della situazione, il tecnico, che non gode più della stima dei tifosi bianconeri, non sa più che pesci pigliare e gli verrà dato il benservito dalla proprietà non appena si concluderà questa maledetta stagione. A meno che non venga anticipato il tutto se la situazione dovesse precipitare nelle prossime settimane optando per un traghettatore e cominciare a scegliere il tecnico per l’avvenire che dovrà riportare la Vecchia Signora ai fasti di un tempo. A chi l’arduo compito?

  • Cesena – Juventus 2-2: “Dottor Jekyll e mister Hyde”

    Cesena – Juventus 2-2: “Dottor Jekyll e mister Hyde”

    La Juventus “Dottor Jekyll e mister Hyde” si presenta puntualissima al Dino Manuzzi di Cesena. Dopo essere passata in vantaggio di due reti i bianconeri operano un “suicidio” sportivo che consente agli uomini di Ficcadenti di trovare il pareggio. Il Cesena ha pienamente meritato il punto di questa sera che forse gli va addirittura stretto visti i ripetuti miracoli compiuti da Gigi Buffon. Per gli juventini prestazione maiuscola di Alessandro Del Piero, inspiegabilmente tenuto fuori nelle ultime gare e stasera vero trascinatore dei suoi nel primo tempo. A questo punto il cambio di guida tecnica per i bianconeri potrebbe essere auspicabile, non per cercare il quarto posto ma almeno per svegliare un ambiente che sembra ormai essere insensibile agli stimoli del tecnico.

    CALCIO D’INIZIO – La partita diventa subito interessante con le due squadre che provano a farsi vedere in attacco gia nei primi minuti rispettivamente con Del Piero e Bogdani. Le due squadre sono propositive ma la difesa della Juve sembra tutt’altro che solida e da sempre l’impressione di poter essere colta dalle amnesie delle ultime settimane. All’8′ è Krasic ad andare vicino al gol con un tiro sporcato da Lauro che finisce poco alto sopra la traversa. Un minuto dopo gol annullato a Matri: l’attaccante juventino era in netta posizione di fuorigioco al momento della conclusione. La Juve continua a presidiare la trequarti del Cesena ma quando i romagnoli ripartono riescono sempre a creare qualche grattacapo a Chiellini e compagni.

    VANTAGGIO JUVE – Al 19′ si sblocca il risultato: Del Piero ruba palla a centrocampo che si lancia verso la porta avversaria e libera Matri in area che con un preciso diagonale trafigge Antonioli. Al 20′ arriva la prima ammonizione per Motta che atterra da dietro Jimenez. Continua il magic moment del capitano juventino che in mezzo a una folla di maglie del Cesena si alza il pallone e dopo un palleggio smarca di tacco Pepe che non si dimostra all’altezza della situazione vanificando l’occasione. Proprio quando gli uomini di Delneri sembrano aver trovato il bandolo della matassa ecco che Giaccherini, lanciato splendidamente, supera tutta la difesa bianconera si ritrova solo davanti a Buffon. Quello che succede dopo sarebbe materiale per “Mai dire Gol” con il folletto romagnolo che prima centra il palo e poi a porta vuota da un metro riesce a spedire fuori; é il 27′ minuto. Superato lo spavento la Juve riprende a farsi vedere in avanti con i suoi uomini di punta e al 35′ trova la rete del 2-0 ancora con Matri che era stato bravissimo a servire Del Piero e ancora piu bravo a trovare il colpo di testa sul pallone vagante dopo la traversa colpita dal numero 10.

    BLACKOUT – Con la partita ormai incanalata sui binari giusti la Juve inizia un harakiri micidiale. Al 38′ Buffon è costretto ad abbattere Parolo (pessimo Chiellini in marcatura) procurando cosi il rigore per i cesenati (solo ammonito il portiere azzurro) che viene trasformato da Jimenez. Passano cinque minuti e Motta riceve il secondo giallo per gioco pericoloso. Juve in dieci e ancora polemiche arbitrali perchè l’intervento dello juventino non sembrava da sanzionare col cartellino. Finisce cosi il primo tempo.

    SECONDO TEMPO – Grygera per Krasic è la mossa per cui opta Delneri per dare equilibrio alla sua squadra. Ma il Cesena vuole fortissimamente il pareggio e inizia un forcing offensivo e ci prova spesso dalla distanza soprattutto  con Colucci e Malonga (subentrato a Caserta). Al 16′ i padroni di casa vanno vicinissimi al pareggio e si devono arrendere sono davanti ad un immenso Buffon che compie due miracoli di fila sulle conclusioni di Jimenez e Bogdani. La Juve prova a reagire ma la manovra offensiva è diventata sterile e l’unica conclusione da annotare è un colpo di testa di Aquilani di poco fuori. I romagnoli dimostrano una condizioni fisica e mentale superiore a quella degli avversari e continuano a bombardare la porta di Buffon che si supera ancora una volta al 31′ su Malonga. Ma il pareggio è nell’aria e al 35′ arriva più che meritato con Parolo che batte l’estremo difensore bianconero sugli sviluppi di un calcio piazzato. Girandola di cambi ma la trama della partita non cambia, con i cesenati che adesso vogliono trovare l’impresa. Un’occasione a testa negli ultimi secondi con un colpo di testa di Iaquinta e con un’incursione di Rosina la cui conclusione termina fuori. Fischio finale con la Juventus che esce ancora una volta con l’amaro in bocca. Onore al Cesena.

    TABELLINI

    CESENA: Antonioli; Santon (80′ Ceccarelli), Pellegrino, Von Bergen, Lauro; Caserta (52′ Malonga), Colucci, Parolo; Jimenez, Bogdani, Giaccherini (73′ Rosina). A disposizione: Calderoni, Benalouane, Piangerelli, Appiah. Allenatore: Ficcadenti.
    JUVENTUS: Buffon; Motta, Bonucci, Chiellini, Traore; Krasic (46′ Grygera), Marchisio, Aquilani, Pepe; Matri (77′ Iaquinta), Del Piero (67′ Martinez). A disposizione: Storari, Sorensen, Buchel, Spinazzola. Allenatore: Del Neri.
    Arbitro: Bergonzi.
    Ammoniti: Jimenez, Buffon, Bonucci, Lauro, Aquilani.
    Espulso: 43′ Motta (J) per doppia ammonizione.
    Marcatori: 19′ e 35′ Matri (J), 41′ rig. Jimenez (C), 80′ Parolo (C).

  • Del Neri, Cesena ultima spiaggia?

    Del Neri, Cesena ultima spiaggia?

    L’allenatore bianconero Del Neri nella conferenza stampa alla vigilia della delicatissima trasferta di Cesena vuol dire la sua sull’ultimo periodo nero in casa Juventus. Le solite dichiarazioni di facciata per dare la scossa allo spogliatoio ‘Da qui alla fine sono 10 finali’, stavolta non basteranno, in campo servirà davvero dare il 110 per cento e vendere cara la pelle. Il tecnico juventino lascia aperta la possibilità di entrare ancora in zona Champions, nonostante i dieci punti di distacco dal quarto posto e la lotta a 3 con Udinese Lazio e Roma. “Dobbiamo cambiare marcia e molto dipende anche dagli altri. – ha continuato l’allenatore bianconero- Ma ci crediamo, ci sono ancora tanti scontri diretti in giro per il mondo”.

    Molta sincerità nelle parole di Del Neri, che si assume la piena responsabilità per il trend negativo della sua squadra, spiegando come una vittoria contro il Cesena potrebbe rappresentare una panacea in un periodo come questo (3 sconfitte nelle ultime 3 gare, e oltre 300 minuti senza segnare) “ Se mi faccio qualche rimprovero? Sì, come tutti. Quando si raggiungono obiettivi importanti il merito è di tutti. Allo stesso modo quando le cose non vanno bene la colpa va suddivisa tra tutti. Una vittoria ci darebbe stimoli e nuova fiducia in noi stessi, la strada è quella giusta. Abbiamo recuperato elementi importanti e spero che la Juve possa tornare una squadra spensierata, che giochi a calcio. Non è il momento più difficile della mia carriera. Qui a Torino vincere è la norma, una sconfitta fa notizia. Due o tre consecutive non ne parliamo”.

    Assunzione delle responsabilità a parte, il tecnico non ha intenzione di abbandonare la nave, anzi spiegando come ieri abbia avuto un incontro con il presidente juventino per ulteriori chiarimenti e garanzie sulla sua situazione: “Non mi balena per nulla l’idea di dimettermi, nemmeno nel caso di un’altra sconfitta contro il Cesena. Faccio gli scongiuri. Sappiamo che ora è vietato sbagliare, spero che la mia squadra scenda in campo con mentalità e voglia giusta. Ieri ho pranzato con Andrea Agnelli, non siamo distanti. Le mie chance di essere confermato anche l’anno prossimo? Dipende dai risultati. Ho grande rispetto per questa società, e credo che la stima sia reciproca. Il mio futuro? Non ho certezze. Ma ho la forza e la volontà di andare avanti. Fino a quando saremo tutti insieme. Sono sereno”.

    Senza ombra di dubbio la partita con il Cesena in questo momento vale per Del Neri più di una Champions League, poiché in caso di sconfitta l’esonero sarebbe davvero una realtà concreta. Scendendo nel dettaglio della sfida il tecnico bianconero cerca di lasciare un’ombra di mistero sulla formazione che scenderà in campo, con più di qualche indizio sull’utilizzo dal primo minuto del capitano Alessandro Del Piero: “Il Cesena è una formazione aggressiva, arriva da due ottimi risultati, la squadra è in salute. Modulo? Non credo cambierò, ho già scelto chi gioca e l’ho anche già fatto sapere ai giocatori. Ma me lo tengo per me. Del Piero titolare? C’è bisogno di qualità. Recuperiamo giocatori importanti come Aquilani e Pepe”.

    Se riuscirà a riprendersi la Juventus, o se sarà ancora Del Neri il tecnico bianconero nelle prossime settimane lo decideranno solo i risultati che da troppo tempo mancano in casa Agnelli. Nessuno alla fine del girone di andata poteva immaginare una situazione così paradossale a Torino, soprattutto dopo la vittoria contro l’Inter, che sembrava rappresentare uno spiraglio di luce in un periodo oscuro. Del Neri sta iniziando a capire cosa voglia dire allenare una grande società come la Juventus. Dopotutto come si leggeva in uno striscione esposto in curva nell’ultima partita, c’era una frase di Boniperti: “Alla Juventus vincere non è importante. E’ l’unica cosa che conta”. La lezione è servita!

  • Juventus: anno nuovo, vita vecchia. Ennesima rifondazione

    Juventus: anno nuovo, vita vecchia. Ennesima rifondazione

    Anno nuovo vita vecchia. La Juventus sta ripercorrendo esattamente la stessa strada della scorsa fallimentare stagione terminata con il deludente 7° posto. Un risultato non all’altezza delle ambizioni e del blasone della società di corso Galileo Ferrari, che ha portato all’ennesima rivoluzione estiva e all’arrivo a Torino di Marotta, Paratici e di Gigi Delneri, tutti reduci dalla positivissima esperienza alla in blucerchiato. Ma la Juventus non è la Sampdoria e il trio che aveva condotto i doriani ai preliminari di Champions League non è altrettanto efficace nel capoluogo piemontese. I guai iniziano probabilmente con una campagna acquisti che porta in bianconero giocatori privi di qualsiasi esperienza in un grande club: Pepe, Martinez, Motta (poteva essere un indizio prezioso il fatto che la Roma non l’avesse riscattato), Lanzafame e Traorè (se l’Arsenal l’ha dato via in prestito un motivo ci sarà). Insieme a loro sono sbarcati sotto la Mole anche giocatori di qualità come Krasic, Quagliarella, Bonucci e Aquilani ma si sono pian piano spenti nel naufragio della squadra di Delneri.

    POCHE IDEE – Quello che colpisce veramente in questa nuova Juve è l’assenza di uno schema di gioco preciso. Un insieme di giocatori che non sono una squadra. E la colpa almeno per questo deve ricadere sul tecnico di Aquileia che non è riuscito ad inculcare alla compagine bianconera il suo credo tattico, contraddistinto dall’uso costante delle fasce che costituiva il marchio di fabbrica del suo  4-4-2. Scarsa efficacia in attacco e troppa vulnerabilità in difesa. La retroguardia juventina non ha dato garanzie sin dall’inizio della stagione (7 gol subiti nelle prime 3 partite) ma Delneri sembrava aver trovato le giuste contromisure e alla 16a giornata “la Vecchia Signora” era risalita sino al secondo posto. Ma la partita successiva contro il Chievo è il punto di rottura della stagione bianconera:  la Juve si fa rimontare negli ultimi minuti dalla rete di Pellissier e si iniziano a sentire i primi scricchiolii in una macchina che già non appariva perfetta. Il resto è storia, con tutte le amnesie dei piemontesi che si ricompaiono puntuali alla ripresa del campionato con le 7 reti subite nelle prime due partite del nuovo anno (di cui 4 in casa contro il Parma). Nelle 11 gare successive il cammino dei piemontesi è deprimente: 4 vittorie, 6 sconfitte (in blocchi di 3 consecutive) e un pareggio che relegano la Juve nuovamente al 7° posto, li da dov’era cominciata la stagione.

    LA PROSSIMA STAGIONE – Questa squadra non sembra francamente in grado di compiere l’impresa di raggiungere il 4° posto ne con Delneri ne con il traghettatore del caso, Vialli o Gentile che sia. Tanto vale allora lasciare in sella l’attuale tecnico ed iniziare a programmare la prossima stagione sin da subito per evitare di commettere ancora una volta gli errori del recente passato. La Juventus che verrà ha bisogno di un all’allenatore degno della prestigiosa panchina bianconera ultimamente presidiata da uomini non all’altezza. Agnelli deve dare un taglio agli esperimenti e scegliere qualcuno capace di reggere le pressioni derivanti dall’allenare una delle squadre più importanti del campionato con una tifoseria abituata a vincere ed una storia importante. Dunque i nomi devono essere di primissimo livello anche se il presidente dovrà metterci del suo per trovare un top-coach che accetti di disputare una stagione fuori dall’Europa che conta. Il sogno è sicuramente Capello, attuale ct inglese, ma difficilmente “Don Fabio” lascerà il suo ben remunerato posto da selezionatore per accettare la scommessa Juve. Meglio puntare forte su Spalletti che in Russia sta mietendo successi a ripetizione e che ha gia dimostrato si sapersi confrontare con piazze calde ed esigenti. Il tecnico toscano si trova bene nella Russian Premier League ma non è detto che una chiamata di Agnelli non possa convincerlo a tornare in patria.

    CAMPAGNA ACQUISTI – Quello che sembra indispensabile in questa squadra sono gli esterni difensivi. Inspegabile come la dirigenza abbia potuto pensare che gli attuali giocatori più Motta e Traorè potessero ovviare a una lacuna tecnica che si palesa ormai da 2 anni. Paradossalmente l’elemento che si è messo piu in evidenza è il giovane Sorensen, preso per la Primavera e diventato titolare col passare delle partite. I nome buono per migliorare il reparto è quello di Aly Cissokho, l’esterno sinistro che l’estate scorsa era stato vicinissimo al Milan e che sta disputando un ottima stagione a Lione. Si parla anche di Baines dell’Everton con di un possibile inserimento di Iaquinta nella trattativa. Per la fascia destra servirebbe uno come l’olandese van der Wiel sul quale però hanno gia messo gli occhi numerose big inglesi. Il nome di Beck francamente non entusiasma. Capitolo centrocampo: si fanno instenti le voci dell’interesse per Mascherano, che alla Juve servirebbe come il pane, ma c’è da capire se l’argentino accetterebbe di sposare la causa bianconera. Il sogno è Montolivo ma c’è da battere la concorrenza dell’Inter. Con Krasic confermatissimo sulla destra la Juve dovrebbe cercare il suo gemello per la fascia opposta e l’uomo giusto potrebbe essere Bastos per cui servono dai 15 ai 18 milioni che messi a confronto dei 12 per portare Martinez in bianconeri appaiono come un investimento più che oculato. In attacco il margine di manovra è assai limitato visto che a gennaio è arrivato Matri per la modica cifra di 18 milioni.

    RISCATTI – Sul capitolo riscatti la questione è abbastanza seria: se si dovessero riconfermare i giocatori arrivati quest’anno la Juve dovrebbe sborsare una cifra esorbitante e il budget per il mercato estito sarebbe davvero esiguo. Mi domando qual’è il senso di riscattare dei giocatori che hanno già dimostrato quest’anno di non essere idonei a farle il salto di qualità. Discorso diverso per Quagliarella che prima dell’infortunio aveva trovato una buona media gol e se tornerà in condizioni fisiche accettabili potrebbe formare con Matri una coppia d’attacco ben assortita.

    La Juventus per tornare grande dovrà fare un grandissimo lavoro ma mai come in questo caso c’è bisogno di un intervento deciso della proprietà che dovrà fornire quelle risorse per regalare dei giocatori all’altezza della situazione e creare un circolo virtuoso che possa portare la squadra a produrre utili tramite le prestazioni sportive. Il rischio altrimenti è quello di affossare definitivamente l’appeal dei torinesi e violentare definitivamente la storia della società dalle 2 stelle sulla maglia.