Tag: luciano spalletti

  • Hulk e Witsel allo Zenit, Milan preoccupato

    Hulk e Witsel allo Zenit, Milan preoccupato

    In Italia la finestra del calciomercato si è chiusa ufficialmente venerdì 31 agosto alle ore 19, ma all’estero le trattative di mercato sono più vive che mai. Ne sa qualcosa il nostro Luciano Spalletti. L’ex tecnico di Udinese e Roma, ora alla guida dello Zenit, ha ricevuto in regalo dalla società il brasiliano Hulk e Witsel, centrocampista belga inseguito la scorsa estate anche dal Milan. Il costo complessivo dell’operazione si aggira intorno ai 80 milioni di euro, qualcosa di inimitabile per i top club italiani e per la maggior parte delle squadre europee. Stavolta i russi della Gazprom hanno preso in contropiede tutti, lasciando a bocca asciutta squadre come Chelsea e Manchester City, le quali avevano manifestato il loro interesse specialmente nei confronti del fuoriclasse del Porto.

    Fulmine a ciel serenoLa mattinata di ieri si era aperta all’insegna della calma piatta, nessun elemento lasciava immaginare che qualche ora più tardi venisse lanciata una bomba di tale portata. Mentre l’app di Di Marzio cinguettava circa il futuro di Alessandro Del Piero e il twitter di Laudisa si concentrava sul capitolo Vieri, dal Portogallo giungevano voci sempre più insistenti circa un’operazione destinata a riempire le pagine dei quotidiani il giorno seguente. I primi a darne notizia sono stati i colleghi di A Bola, giornale sportivo portoghese, fra le altre cose profondo conoscitore della sfera privata di Mourinho, dedicando ampio risalto alla trattativa da 80 milioni di euro che investiva direttamente le due squadre più titolate del Portogallo, ovvero Porto e Benfica.

    hulk | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    Il precedente In realtà lo Zenit già in passato dimostrò di avere i numeri e il portafoglio per concludere affari come quello che ha messo in porto nel pomeriggio di ieri. Nel 2008 infatti i russi acquistarono per una cifra record (allora) di 30 milioni il portoghese Danny dalla Dinamo Mosca. Due anni dopo invece staccarono un assegno da 22 milioni per convincere il Porto a cedere il centrale difensivo Bruno Alves, balzando davanti alle altre concorrenti che avevano in precedenza sondato il terreno con la società lusitana (inclusa la Juventus).

    Cosa cambia Il passaggio di Hulk e Witsel allo Zenit ridisegna le gerarchie del Gruppo C di Champions, dove ritroviamo anche il Milan. Se nel giorno del sorteggio di Montecarlo i rossoneri potevano pensare di giocarsi alla pari la vetta del girone con la squadra di Spalletti, oggi la sensazione è che gli uomini di Allegri partano uno/due gradini sotto rispetto ai russi. Tra meno di un mese Zenit e Milan saranno difronte nel match valido per la seconda giornata del girone, trasferta che dirà se il gap tra i padroni di casa e i rossoneri sia o meno colmato. Sulla carta riteniamo la seconda ipotesi di difficile realizzazione, sebbene non bisogna trascurare l’aspetto della cosiddetta tradizione, dettaglio che in casa Zenit farebbero bene a non sottovalutare.

    Anche Nani Nelle ultime ore sta rimbalzando una clamorosa indiscrezione, secondo la quale il club sovvenzionato dal colosso Gazprom avrebbe messo nel mirino il fuoriclasse portoghese Nani. Il rapporto tra il calciatore dei Red Devils e Sir Alex Ferguson è ai minimi termini, a tal punto che nei giorni scorsi erano trapelate voci circa una possibile cessione del lusitano per una cifra comunque superiore ai 30 milioni di euro (lo United lo acquistò dallo Sporting nell’estate del 2007 per 25,5 milioni). Lo Zenit sarebbe disposto ad investire una somma praticamente identica a quella sborsata per Hulk e Witsel (40 milioni ciascuno ndr), soldi che Ferguson difficilmente rifiuterebbe. E se anche Nani dovesse approdare alla corte di Luciano Spalletti, a preoccuparsi non sarebbe soltanto il Milan ma anche tutte le più grandi squadre d’Europa che ambiscono alla finale di Wembley.

  • Fiorentina, Pradè nuovo direttore area tecnica

    Fiorentina, Pradè nuovo direttore area tecnica

    Inizia a prendere forma la nuova Fiorentina. Manca solo l’ufficialità per Daniele Pradè come nuovo direttore dell’area tecnica della Fiorentina. Il 45enne dirigente italiano torna in pista e rappresenta il primo tassello della ricostruzione viola. L’ex direttore dell’area tecnica dell’As Roma è fermo da più di un anno dopo la fine della sua lunga avventura nella dirigenza della squadra della capitale.

    Infatti nel Maggio 2011 con l’avvento di Thomas Di Benedetto a nuovo presidente della Roma, Pradè fu sollevato dall’incarico di direttore sportivo (al suo posto Walter Sabatini) e rimase all’interno della società fino al Luglio 2011 quando rassegnò alla nuova società le sue dimissioni.

    Nella sua esperienza a Roma iniziata nei primi anni 2000 Daniele Pradè ha rivestito numerose cariche e a conferma della bontà del suo lavoro vi sono i risultati conseguiti dalla squadra giallorossa con Pradè all’interno del managment societario: 1 scudetto, 2 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana e ben 6 secondi posti in Serie A. Adesso per Pradè inizia una nuova avventura  in una piazza importante che vuole ritornare ai fasti di un tempo.

    Montali e Pradè © Paolo Bruno/Getty Images

    Il prossimo tassello da aggiungere per la ricostruzione viola è il nome del nuovo allenatore. Sono tanti i nomi che circolano intorno alla panchina toscana e la nomina dell’ex dirigente giallorosso potrebbe portare a Claudio Ranieri, ex tecnico di Inter e Juventus non molto gradito dalla piazza fiorentina. In seconda battuta c’è la candidatura di Giampiero Gasperini, anche lui ex tecnico dell’Inter e a spasso da quasi un anno. Nelle ultime ore sta salendo la candidatura di Vincenzo Montella, sempre più distante dalla Roma che si sta orientando verso Zeman. Ma attenzione a Luciano Spalletti, attuale allenatore dello Zenit, che approdò alla Roma grazie all’intuizione di Pradè e con cui la Roma aprì un bel ciclo di vittorie che durò fino al 2009. Ipotesi molto suggestiva e romantica ma non da escludere a priori.

    Non appena verrà ufficializzato il nome del nuovo allenatore viola, la società potrà concentrarsi sulla ricostruzione della rosa. Il tassello più importante della squadra fiorentina è il gioiellino Stevan Jovetic, 23 anni il prossimo novembre. Il montenegrino è da 4 stagioni alla Fiorentina (101 presenze 27 reti) ed è ambito da grandissimi club italiani ed europei. La Juventus potrebbe farci un pensierino per affidargli l’eredità di Del Piero mentre Aurelio De Laurentiis non ha mai nascosto di apprezzare molto il talento viola e di volerlo portare a Napoli come erede di Lavezzi. Non sarà facile trattenere un top player del calibro di Jojo ma i Della Valle se vogliono ricostruire una viola vincente non posso prescindere dal talento montenegrino. E a Firenze non prenderebbero bene un’eventuale cessione del giocatore simbolo della Fiorentina dopo l’addio di Montolivo, accasatosi al Milan di Massimiliano Allegri.

    Mounir El Hamdaoui © ROBERT VOS/AFP/Getty Images

    Il primo colpo della Fiorentina dovrebbe essere Mounir El Hamdaoui, attaccante marocchino dell’Ajax, ad un passo dalla maglia viola già nel mese di gennaio quando l’affare sfumò allo scadere del mercato invernale. La Fiorentina scottata dalla non riuscita dell’affare ha continuato a seguire il giocatore ed è pronta a portarlo a Firenze con sei mesi di ritardo. El Hamdaoui è all’Ajax da 2 anni ma la sua miglior stagione l’ha vissuta nel 2008/2009 quando nelle fila dell’AZ Alkmaar vinse il campionato e la classifica di capocannoniere dell’Eredivisie (23 reti). A Firenze lo aspettano e sperano possa ripetere i numeri mostrati in Olanda.

  • Allegri Milan è addio. La Gazzetta annuncia Capello

    Allegri Milan è addio. La Gazzetta annuncia Capello

    Il secondo passo falso del Milan a San Siro contro il Bologna ha probabilmente scucito lo scudetto dalle maglie rossonere e stando alla linea editoriale dei maggiori quotidiani italiani la panchina a Massimiliano Allegri. L’addio al Milan del tecnico livornese a fine di questa stagione è per tutti praticamente scontato tanto da esser iniziato il solito toto sostituto che ci porteremo dietro fino alla prossima estate. Allegri per tenere la panchina ha bisogno del miracolo e cioè che il Milan faccia filotto nelle ultime cinque giornate di campionato e la Juventus sbagli due partite. La condizione delle due squadre obiettivamente fa sembrare l’impresa impossibile ma lo stesso Allegri oggi in conferenza stampa non solo si sente l’allenatore del Milan ma tiene ancora allo scudetto “Finché l’aritmetica non ci darà torto dobbiamo essere lì. Non serve più a niente capire dove abbiamo sbagliato”.

    Scontato che Allegri dica cosi e che i giocatori domani contro il Genoa dimostrino di aver ancora rabbia e voglia di lottare con la Juventus per lo scudetto ma è chiaro che tifosi e sopratutto i dirigenti di casa Milan stiano iniziando a porsi qualche interrogativo. Tra le ipotesi “nuove” saltate fuori quest’oggi la più affascinante sembra esser quella del Corriere della Sera che ipotizza l’arrivo sulla panca rossonera di Pep Guardiola impegnato questa sera nell’importantissimo match di Champions League contro il Chelsea. Un ko del Barcellona o comunque un non passaggio del turno potrebbero forse interrompere un ciclo proiettando il tecnico verso nuovi lidi.

    Fabio Capello al Milan da dirigente? | ©GLYN KIRK/AFP/Getty Images
    Il Corriere dello Sport dà per scontato l’addio Allegri Milan e indica invece in Luciano Spalletti il tecnico chiamato a riportare alla vittoria il Milan del dopo Allegri. L’ex Roma attualmente allo Zenit è apprezzato per la qualità con cui fa giocare le sue squadre e per la capacità di far gruppo stimolando tutti i giocatori in organico. La Gazza invece parla di un ritorno di Fabio Capello, in questo caso però non in panchina bensì con un incarico dirigenziale alleggerendo di fatto il lavoro di Galliani con la squadre divenendone la figura di riferimento.

    E Berlusconi? Il presidente al momento sembra esser defilato in attesa di nuovi eventi ma in molti sono pronti a scommettere su una sua prossima uscita pubblica e una frase del tipo “il Milan ai milanisti” dando di fatto l’addio di Allegri Milan e lanciando la volata a Marco Van Basten o alla suggestiva ma poco praticabile scelta di Seedorf allenatore.

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  • Krasic allo Zenit, la trattativa decolla

    Krasic allo Zenit, la trattativa decolla

    Milos Krasic e Zenit San Pietroburgo, un matrimonio che alla fine si farà. Sì, perchè nonostante le smentite in queste ore provenienti dall’entourage del giocatore e le dichiarazioni di Spalletti che ha fatto sapere pubblicamente di voler il giocatore con la formula del prestito che hanno rallentato un pò la trattativa, il ritorno in Russia è sicuramente la soluzione migliore per l’esterno serbo che ormai non rientra più nei piani dell’allenatore Antonio Conte. Il calciomercato in Russia termina il 24 febbraio, pertanto i due club hanno ancora a disposizione una settimana di tempo per trovare un accordo che riesca a soddisfare tutti.

    A dir la verità Krasic ai margini del progetto c’era già da inizio stagione quando nelle prime apparizioni del pre-campionato, il centrocampista non aveva convinto in pieno il tecnico bianconero tanto da farlo scivolare, con il trascorrere del tempo, sempre più in giù nelle sue gerarchie preferendogli giocatori come Pepe, Giaccherini ed Estigarribia. Sette presenze in campionato, una sola rete a Catania il magro bottino dell’esterno destro etichettato troppo presto da addetti ai lavori e tifosi bianconeri come l’erede di Pavel Nedved che del ceco in realtà ha solo una rassomigliante folta chioma bionda. Bocciato da Conte presto finisce nel dimenticatoio a dispetto di quando con le sue giocate e i suoi gol nello scorso anno, agli ordini di Del Neri, Krasic aveva fatto sognare i tifosi nella prima parte della stagione che vedevano, o si erano illusi di vedere, l’uomo di una immediata rinascita dopo la stagione fallimentare targata Ferrara. Straripante nel puntare e saltare l’uomo e convergere verso il centro per crossare o tirare in porta, alla fine furono 7 i centri che però non riuscirono a far entrare la Juve in Europa. Nell’ultima parte di campionato la flessione, forte era la tesi sostenuta di un calo fisiologico dal momento che era reduce da un anno di calcio senza beneficiare di un periodo di riposo, proseguita poi anche in questa stagione con il calo definitivo che lo ha portato a guardare le partite dalla panchina o dalla tribuna.

    Milos Krasic | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    Krasic? Se lo danno in prestito se ne può parlare, se si parla di venderlo non siamo intenzionati al momento ad acquistarlo. E’ un buon calciatore, conosce già il campionato russo e il tipo di gioco che si pratica qui. Abbiamo bisogno di un giocatore pronto” erano state le parole rilasciate da Spalletti a Sky Sport 24 al termine dell’ottavo di finale di Champions League che ha visto lo Zenit battere 3-2 il Benfica. Il nodo da sciogliere infatti riguarderebbe proprio la formula del trasferimento, dopo i primi contatti la dirigenza russa, sollecitata dall’allenatore italiano, ha avanzato la prima offerta ufficiale, un prestito secco che però non ha soddisfatto nè la Juventus nè il giocatore. La società di Corso Galileo Ferraris infatti punta alla cessione definitiva del serbo e magari rientrare dall’esborso eonomico di un anno e mezzo fa quando arrivò a Torino dal Cska Mosca per 15 milioni di euro pagabili in tre rate annuali da 5 milioni l’una. Un’altra minusvalenza sarebbe deleteria per il bilancio bianconero in rosso di circa 95 milioni. Anche il giocatore, dopo l’inizio di stagione difficile, non vuole sentire parlare di cessione a titolo temporaneo nonostante covi in sè una grande voglia di rivincita e di rivalsa e una grande voglia di dimostrare il suo reale valore sin da subito.

    Nonostante la prima offerta non sia stata soddisfacente, la sensazione è che prima del 24 febbraio, giorno di chiusura del calciomercato russo, Krasic possa essere a tutti gli effetti un giocatore dello Zenit. Nelle prossime ore si aspetta il rilancio del club russo che deve reperire sul mercato il sostituto del portoghese Danny il cui infortunio ai legamenti del ginocchio lo terrà fuori per i prossimi 7-8 mesi: 3 milioni per il prestito e un riscatto fissato a 10 milioni in estate potrebbero bastare per strappare il sì a Marotta e Conte.

  • Champions League, Zenit San Pietroburgo Benfica. Spalletti senza Criscito

    Champions League, Zenit San Pietroburgo Benfica. Spalletti senza Criscito

    Stasera, oltre a Milan – Arsenal, il mercoledì di Champions League, valido per l’andata degli ottavi di finale, mette di fronte Zenit San Pietroburgo – Benfica. Due squadre prime in classifica nei rispettivi campionati nazionali, i russi, momentaneamente fermi per la sosta della Premier Liga, precedono il Cska Mosca di due lunghezze mentre i lusitani, che hanno vinto gli ultimi 8 incontri di campionato, stanno dominando la Primeira Liga staccando l’avversario principale nella lotta al titolo Porto di 5 lunghezze.

    Le due squadre si sono piazzate seconda e prima nei rispettivi gironi, lo Zenit nel gruppo G dietro alla vera sorpresa della fase a gironi Apoel facendo fuori il Porto “spedito” in Europa League, il Benfica invece ha brillantemente vinto il proprio raggruppamento precedendo il Basilea e il colosso Manchester United. Il match, in programma alle 18:00 come consuetudine quando si gioca in Russia, è però a forte rischio viste le rigidissime temperature di San Pietroburgo, si prevedono punte fino a -20°C, con il regolamento Uefa che da la possibilità al direttore di gara di rinviare la partita se la colonnina di mercurio dovesse scendere sotto i 15°C.

    Luciano Spalletti | © SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images

    Un ottavo di finale questo che parla anche italiano dal momento che alla guida dello Zenit c’è quel Luciano Spalletti recentemente accostato alla panchina dell’Inter per la prossima stagione. Il tecnico di Certaldo dovrà fare a meno di tre pedine fondamentali quali il portiere Malafeev, il “nostro” Mimmo Criscito e il fantasista portoghese Danny out per il resto della stagione a causa della rottura dei legamenti del ginocchio. I campioni di Russia si schiereranno quindi secondo un 4-2-3-1 con Lombaerts a prendere il posto del terzino ex Genoa a protezione della porta difesa da Zhevnov insieme a Anyukov, Bruno Alves e Hubocan che comporranno la linea difensiva. In mediana ci saranno Shirokov e Denisov mentre a sostegno dell’unica punta Kerzhakov agiranno Semak, Zyrianov e Fayzulin.

    Sul fronte opposto il tecnico Jorge Jesus opterà per un modulo speculare, un 4-2-3-1 che prevede il bomber Oscar Cardozo come terminale offensivo e Gaitan, Aimar e Bruno Cesar sulla trequarti pronti a far male con le loro incursioni, la cerniera di centrocampo sarà formata dal belga Witsel, seguito in estate da diversi club italiani come Fiorentina e Lazio, e da Matic, in difesa, da destra verso sinistra, Maxi Pereira, l’ex Real Madrid Garay, capitan Luisao e Emerson sulla sinistra preferito a Capdevila.

    PROBABILI FORMAZIONI ZENIT SAN PIETROBURGO BENFICA

    ZENIT SAN PIETROBURGO (4-2-3-1): Zhevnov; Anyukov, Bruno Alves, Hubocan, Lombaerts; Denisov, Shirokov; Semak, Zyrianov, Fayzulin; Kerzhakov.
    Panchina: Borodin, Lukovic, Huszti, Rosina, Cheminava, Bystrov, Kanunnikov.
    Allenatore: Spalletti.

    BENFICA (4-2-3-1): Artur; Maxi Pereira, Garay, Luisao, Emerson; Matic, Witsel; Gaitan, Aimar, Bruno Cesar; Cardozo.
    Panchina: Eduardo, Jardel, Rodrigo, Capdevila, Nolito, Nelson Oliveira, Miguel Vitor.
    Allenatore: Jorge Jesus.

  • Inter, Spalletti e Guardiola per il post Ranieri

    Inter, Spalletti e Guardiola per il post Ranieri

    Contro il Milan e contro la Lazio non c’era stato il bel gioco ma erano arrivati puntualmente i risultati e i fondamentali tre punti per la rincorsa in campionato. Contro il Napoli in coppa non c’è stato il gioco ed è arrivata l’eliminazione. A seguire solo risultati negativi, contro il Lecce una sconfitta inaspettata, contro il Palermo un pareggio rocambolesco che ha di fatto evidenziato una difesa allo sbaraglio e, per finire, contro la Roma una vera e propria lezione che i nerazzurri forse non meritavano.

    L’unico vero caprio espiatorio in questi casi come spesso accade è il tecnico che deve agire da parafulmine e prendersi molte delle colpe. Ranieri il normalizzatore, dopo aver ottenuto la striscia di sette vittorie consecutive rischia di vedere sfumare tutto il lavoro realizzato, con un Moratti di fatto furioso dopo la sonora sconfitta romana. Com’è strano il destino: se Gasperini fu esonerato subito dopo la sconfitta contro il Novara, lo stesso tecnico testaccino contro la squadra guidata da Mondonico avrà un bel banco di prova da superare se vorrà rimanere ancora a lungo sulla panchina nerazzurra. Ovviamente dalle ultime dichiarazioni di Moratti sembra quasi che questa Inter stia navigando a vista, in attesa del prossimo mercato di giugno dove dovrebbe esserci una specie di rifondazione.

    La domanda a questo punto sorge spontanea: Ranieri sarà ancora il tecnico dell’Inter per la prossima stagione o avrà avuto un semplice ruolo di traghettatore in vista dell’arrivo di uno tra Guardiola, Spalletti, Capello o Blanc? La conquista della Champions, o meglio del terzo posto che permette l’accesso tramite i preliminari alla Champions, è l’obiettivo minimo stagionale fissato dalla dirigenza interista per Ranieri, che in caso di mancata qualificazione alla massima competizione europea dovrebbe dire addio alla panchina, con una squadra costretta a vendere molti big, perdendo gli introiti importanti derivanti dalla partecipazione alla Coppa dalle grandi orecchie.

    Guardiola è forse il nome che più di tutti stuzzica le fantasie di Massimo Moratti, da sempre grandissimo estimatore del tecnico capace di rendere invincibili gli azulgrana. Pep Guardiola continua a rinviare l’appuntamento con il suo rinnovo annuale del suo contratto con i colori del Barcellona, lasciando in questo modo sempre una porta aperta alle speranze dei tifosi nerazzurri, con Maradona che recentemente ha di fatto ‘avallato’ questa operazione dichiarando come se Guardiola dovesse lasciare il Barcellona avrebbe scelto molto probabilmente l’Inter in Italia per una nuova esperienza.

    L’altra pista forte porta al nome dello Zar di Russia Luciano Spalletti a lungo cercato nella scorsa estate da Moratti, con la Gazzetta dello Sport che lancia molte indiscrezioni di mercato sul fatto che il tecnico ex Roma abbia qualche problema di rinnovo. Intervistato da SkySport24, il vicedirettore della Gazzetta, Umberto Zapelloni, ha spiegato la difficile situazione sulla panchina dell’Inter: “Moratti si arrabbierà – scherza – ma quest’Inter non ha idee dalla notte di Madrid, ossia da quando Mourinho è salito sulla macchina di Perez. Adesso la squadra andrà rifondata e, come abbiamo anticipato noi della Gazzetta qualche settimana fa, il nome buono per ripartire è quello di Luciano Spalletti”.

    Un’altra pista calda è quella che porta al tecnico francese Laurent Blanc che potrebbe portare in dote un gioiello della Ligue 1 da sempre pupillo di Moratti come Eden Hazard. Il commissario tecnico della nazionale francese che di fatto ha vestito la maglia nerazzurra dal 1999 al 2001, vedrebbe esaurirsi il suo contratto al termine dell’europeo calcistico, rimanendo in questo modo libero per essere chiamato alla corte di un suo caro amico come Massimo Moratti.

    I nomi che si fanno per il dopo Ranieri sono tanti, ma come lo stesso presidente ha ribadito ci sono giocatori che devono capire come la stagione non sia ancora finita, e prima di tirare i remi in barca c’è da impegnarsi sul campo per raggiungere il terzo posto in classifica: ovvero la condizione fondamentale per una rifondazione di qualità e nel caso Ranieri non dovesse rimanere per scegliere un allenatore di livello.

  • Inter, Spalletti a giugno se fallisce Ranieri

    Inter, Spalletti a giugno se fallisce Ranieri

    In casa Inter seppur ancora non in maniera ufficiale si torna a parlare di allenatori, il patron Moratti e Branca ancora scottati dall’addio di Leonardo al termine della scorsa stagione pare stiano valutando diverse opzioni in modo da non esser colti impreparati se gli eventi non dovessero evolversi secondo le attese. Al momento Claudio Ranieri grazie alla sua grandissima esperienza e la capacità di trovar la luce in situazioni difficili sembra stia rimettendo in modo la macchina nerazzurra ma laddove non riuscisse a raggiungere almeno un piazzamento Champions l’addio sarebbe pressoché scontato. E’ il destino di ogni allenatore l’esser legato ai risultati ma è singolare come Claudio Ranieri venga sempre considerato adatto per entrare in corsa e razionalizzare periodi disastrosi mentre in molti fanno fatica ad affidarsi a lui per un nuovo progetto.

    Luciano Spalletti | ©KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images
    Proprio il nuovo progetto, quello in cui Inter e Moratti ha speso tempo e credibilità per traghettare i nerazzurri nel dopo Mourinho dovrebbe coinvolgere Luciano Spalletti. Il tecnico dello Zenit è da sempre un pallino dei nerazzurri memori della duttilità del suo gioco e sopratutto della grande qualità e organizzazione che era riuscito ad ottenere dalla sua Roma. Spalletti impegnato adesso a preparare gli ottavi di Champions League che per i russi potrebbe significare uno storico traguardo e la sua consacrazione come tecnico a fine stagione potrebbe liberarsi e l’Inter questa volta sembra voglia cogliere l’occasione.

    La società intanto per non destabilizzare l’ambiente già condizionato dalle numerose indiscrezioni di mercato ha smentito le indiscrezioni della Gazzetta dello Sport

    “In merito a quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport” nell’edizione oggi in edicola e riguardante il futuro della panchina nerazzurra, F.C. Internazionale smentisce decisamente l’ipotesi raccontata, che risulta per altro priva di qualsiasi fondamento”.

    Per quanto riguarda il calciomercato Ranieri spera nel recupero di Wesley Sneijder sempre accostato al Manchester United mentre per il fronte arrivi è ormai fatta per Juan Jesus mentre a centrocampo si profila la lotta con la Roma per Guarin.

  • Cade Spalletti, sorride Villas Boas. Eurogol per Hulk e Perisic

    Cade Spalletti, sorride Villas Boas. Eurogol per Hulk e Perisic

    La prima giornata di Champions League ha regalato tantissime emozioni, se i tifosi italiani avevano gli occhi al Camp Nou dove il Milan è riuscito nell’impresa di uscire indenne negli altri campi d’Europa lo spettacolo non è stato da meno. Nell’alta partita del girone dei rossoneri Viktoria Plezen e Bate Borisov si sono divisi la posta mantenendo un clima di sostanziale equilibrio. Per i cechi a segno ancora una volta Bakos al 46′ del primo tempo, i bielorussi trovano il pari a metà ripresa con Bressan. Tonfo brutto e inaspettato per lo Zenit di Spalletti e Criscito sul campo del modesto Apoel Nicosia. I russi in vantaggio con Zyryanov si fanno rimontare dai cipriota con Manduca e Ailton. Da segnalare l’ingenua espulsione di Bruno ALves seguito in estate dalla Juventus. Nell’altra partita del girone il Porto supera in rimonta lo Shakhtar Donetsk di Lucescu. Ospiti in vantaggio con Luis Adriano, pari di Hulk con una sassata dalla distanza su calcio di punizione. Kleber regala poi i primi tre punti.

    Hulk © Miguel Riopa/Getty Images
    Parte bene anche il Chelsea di Villas Boas che domina totalmente la partita contro il Bayern-Leverkusen ma denota ancora una volta una estrema difficoltà a trovare la rete. A sbloccare la partita è il difensore portoghese David Luiz con un bel tiro in diagonale, nel recupero poi arriva il sigillo di Mata su assist di uno spento Torres. Nell’altra sfida pareggio 0-0 fra Genk e Valencia. L’Arsenal strappa un pari sul campo del Borussia Dortmund al termine di una aprtita tirata e ricca di spunti interessanti. I tedeschi si fanno preferire nella manovra ma vanno sotto nel finale di primo tempo per un gol di Van Persie. Nella ripresa i gialloneri spingono sull’acceleratore ma è dei Gunners l’occasione migliore, Gervinho sbaglia e a tre dalla fine il Borussia trova il pari con una magia di Perisic.

  • Juve, altro addio illustre. Bonucci alla corte di Luciano Spalletti

    Juve, altro addio illustre. Bonucci alla corte di Luciano Spalletti

    Un matrimonio durato solo un anno, quello tra la Juventus e Leonardo Bonucci con il centrale bianconero che si accinge ad approdare in Russia da uno dei suoi estimatori più grandi, Luciano Spalletti. Bonucci è stato reduce, come del resto gran parte della compagine bianconera, da una stagione molto deludente con il centrale ex Bari, autore di molti svarioni e disattenzioni tanto da far accostare il suo acquisto, ad uno dei flop più grandi della storia bianconera e cioè quello di Felipe Melo e di essere subito accantonato in panchina dopo l’arrivo di Andrea Barzagli, nello scorso gennaio.

    Leonardo Bonucci | ©Claudio Villa/Getty Images
    Anche Antonio Conte ha dato segnali evidenti a Bonucci della scarsa fiducia che ha nei suoi confronti in quanto non è mai stato impiegato titolare nelle poche amichevoli sin qui disputate dalla Juventus. Beppe Marotta nelle sue fantasiose campagne acquisti prelevò Bonucci dal Bari per una cifra vicina ai 15 milioni e con lo Zenit di San Pietroburgo che è disposto a prelevarlo a sua volta, presentando un offerta ufficiale di 8 milioni. Vi è quindi la sensazione che, con l’arrivo di Lugano o Alex ma anche di tutti e due in maglia bianconera, Bonucci possa volare in Russia a far compagnia al connazionale Mimmo Criscito, per una cifra vicina ai 10 milioni di euro.

  • Spalletti sbrocca in conferenza stampa. Video

    Spalletti sbrocca in conferenza stampa. Video

    La Dinamo Mosca è riuscita a pareggiare a tempo abbondantemente scaduto e Luciano Spalletti, allenatore dello Zenit, non riesce a mantenere la rabbia sfogandosi a microfoni nel post partita e accusando l’arbitro di averlo fatto di proposito per una antipatia nei suoi confronti.

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