dal webLuciano Moggi, tra processi ordinari e sportivi, trova il tempo di analizzare il mercato della serie A tracciando una sorta di linea guida nel suo editoriale su TMW. L’ex dg bianconero, facendosi portatore dei sentimenti dei tifosi analizza le scelte di Marotta criticando gli acquisti di Pazienza e Ziegler, decisamente nomi poco consoni ad una piazza a cui si era promesso colpi di mercato e di qualità. Sfumato Inler, secondo Moggi, sarà difficile arrivare anche al cileno Sanchez promessosi oramai all’Inter, chi può esser invece il colpo ad effetto della Juventus è Giuseppe Rossi corteggiato già a gennaio e adesso voglioso di far il grande salto dopo gli anni di apprendistato al Villareal. L’arrivo di Pepito però metterebbe in dubbio il futuro di Quagliarella che potrebbe anche non essere riscattato dal Napoli. Infine Moggi, pur plaudendo l’ormai prossimo arrivo di Lichtsteiner dalla Lazio, identifica nella zona arretrata dello scacchiere di Conte il vero punto debole bianconero considerando che due dei tre centrali difensivi a disposizione del tecnico, ovvero Bonucci e Barzagli, avrebbero difficoltà a coesistere in campo.
Le indiscrezioni dei giorni scorsi sembrano oggi trovar conferma, il pm Giuseppe Narducci, diventato famoso come principale accusatore e sostenitore del processo a Calciopoli ha chiesto al Csm l’aspettativa dalla Magistrura per poi diventare assessore nella giunta De Magistris a Napoli.
Insieme a Narducci, potrebbe aver incarico nel comune di Napoli anche Attilio Auricchio, altro elemento di spicco nelle indagini su Moggi e soci.
Dal mondo del calcio e dagli imputati non è arrivata ancora nessuna esternazione. Il Processo aveva appena finito la fase requisitoria con la richiesta delle condanne per gli imputati l’eventuale replica alle arringhe difensive sarà affidata a Stefano Capuano. Narducci in qualche modo ripercorrerebbe la strada del pm Filippo Beatrice che lasciò il processo abbreviato subito dopo le requisitorie.
È un Luciano Moggi pieno di energia quella visto oggi all’Hotel Parco dei Principi, infatti big Luciano ha reso una dichiarazione spontanea infuocata nell’udienza celebrata per la sua radiazione. “Dopo cinque anni, non ho ancora capito quale illecito ho commesso. Non ho fatto niente. Mi aspetto che da un momento all’altro venga qualcuno con un cartellone con la scritta ‘Siamo su scherzi a parte“. Moggi, squalificato per 5 anni nel 2006, è imputato a Napoli nel processo penale legato allo scandalo di ‘calciopolì. “Vi rendete conto che le indagini sono state fatte con i tabellini presi dalla Gazzetta dello Sport e con questi sono state distrutte tante famiglie. Nella giustizia ordinaria, si devono cercare anche le prove a difesa dell’imputato. Nella giustizia sportiva, non l’ho mai visto finora. Io non ho mai chiesto un favore ad un arbitro, non ho mai chiesto ad un designatore la squalifica di un avversario. Si dice che quest’associazione avrebbe cominciato a funzionare dal 1999-2000: noi quell’anno abbiamo perso lo scudetto e avevamo 9 punti di vantaggio a 7 giornate dalla fine, allora eravamo dei dilettanti allo sbaraglio. I designatori arbitrali erano miei sodali, ma la verità è che parlavano con tutti e promettevano tutto a tutti“. blog.guerinsportivo Ed ancora, “Al posto mio oggi dovrebbe esserci Meani“. “Meani (addetto agli arbitri del Milan ndr) aveva tanti arbitri e illimitati guardalinee a disposizione, all’assistente Babini diceva di alzare e abbassare la bandierina. Se fosse stato intercettato 3 anni e non solo 3 mesi, il calcio sarebbe saltato in aria”, ha spiegato mimando un’esplosione con un gesto eloquente. Moggi si è soffermato a lungo anche sui contatti tra Meani e l’ex designatore Pierluigi Collina che “sapeva tutto di tutto“. “Confrontino quello che ha fatto questa gente con quello che ho fatto io – ha aggiunto – non c’è storia. Oggi mi fanno tutti un monumento per strada, ma all’inizio mi davano del ladro”. Nel suo intervento, Moggi ha mandato anche una frecciatina all’ex ds della Roma, Franco Baldini, accusato per il passaporto falso di Recoba per il quale aveva patteggiato Oriali: il futuro dirigente romanista ha annunciato querela per diffamazione nei confronti di Moggi in quanto, annuncia il suo legale Mario Staliano, “Baldini per la vicenda Recoba è stato prosciolto dalla Giustizia Sportiva ed è tra i pochi in Italia ad aver rinunciato alla possibile prescrizione dell’ipotesi di reato sottoponendosi al giudizio penale a Udine su quella storia e risultando prosciolto”. Moggi è tornato a parlare anche delle schede sim svizzere: “La verità, intanto, è che quelle schede non le compravo io, ma erano a disposizione della società. Ci spiavano, ci pedinavano e ci fotografavano. Ô venuto fuori dal processo Telecom. Per questo dovevamo nasconderci, ma non certo per parlare con gli arbitri. Possiamo costituirci parte civile e chiedere i danni per quello che hanno fatto“. La società bianconera, ripete Moggi, non aveva alcun bisogno di manovre oscure per avere successo. “Nella finale dei Mondiali 2006 c’erano 10 giocatori della Juventus – ha spiegato snocciolando i nomi dei giocatori che scesero in campo nel match Italia-Francia – La Juventus vinceva perchè era forte. Andava in campo e vinceva da sola. Davo fastidio perchè la mia squadra vinceva. E se non fosse stata distrutta, avrebbe vinto ancora per tanti anni“. La procura si è fortemente opposta alla pretesa della difesa di Moggi di utilizzare nuove prove, prove che sono emerse nel processo di Napoli, “La gravità dei fatti riferiti alla condotta di Luciano Moggi è già stata accertata, e fonda, a nostro parere, la decisione da parte della Commissione Disciplinare, di irrogare la preclusione nei suoi confronti. È una decisione importantissima che serve a non far dimenticare i fatti addebitati a Moggi, che sono di una gravità estrema” queste le parole di Palazzi. La sentenza dovrebbe arrivare tra quindici giorni e con ogni probabilità, sarà unificata a quella di Giraudo e Mazzini.
Il procuratore federale Stefano Palazzi nonostante gli sviluppi di questi cinque anni e le nuove intercettazioni balzate fuori durante le udienze di Napoli chiedendo per Luciano Moggi la radiazione. tuttosport. Palazzi sostiene che l’Alta Corte non ha chiesto di valutare le nuove indagini bensì di adurre maggior dettagli che evidenzino l’esigenza della preclusione. Il coinvolgimento di nuovi società e personaggi, continua Palazzi, non scalfisce la posizione del Moggi che nonostante la squalifica in questi cinque ha continuato a tenere relazioni con tesserati “continuando a comportarsi male”. Di tutt’altro tenore la tesi dell’avvocato D’Onofrio, il legale di Moggi sostiene che la sentenza del 2006 è oramai superata e senza tener conto del quadro probatorio uscito fuori da Napoli si rischia di parlare di eventi superati (ndr sequestro Paparesta a Reggio Calabria ad esempio). Adesso ha preso la parola Luciano Moggi, seguono aggiornamenti
“I reati ritenuti a carico dei due imputati sono riconducibili a scelte individuali ascrivibili addirittura ai singoli e senza che nei fatti possano ravvisarsi gli elementi costitutivi del delitto associativo”.
Non c’è l’associazione a delinquere nel modo di agire di Luciano Moggi e di suo figlio Alessandro nel comportamento tenuto rispettivamente nei confronti di Emanuele Blasi e dei russi Zetulayev e Boudianski. Il dg bianconero condannato per violenza privata voleva convincere il centrocampista, adesso al Napoli, a lasciare la procura di Stefano Antonelli (passando poi alla Gea) in cambio di un adeguamento contrattuale. Stesso atteggiamento tenuto da Alessandro Moggi volendo convincere con la forza i due baby russi a firmare per la Gea.
Sul calcio italiano si abbatte un nuovo scandalo che per gravità e sensazione può oscurare Calciopoli rivolgendo la gogna mediatica verso questi nuovi colpevoli in un sistema che fa acqua da tutte le parti. Di questo nuovo scandalo non può non parlare chi viene ritenuto il grande male del calcio dello stivale: Luciano Moggi.
Big Luciano intervistato ieri sera dal Tg1 si è detto stupito della gravità dell’accusa e con una punta di ironia si è lasciato andare ad una battuta “nemmeno io ho usato i calmanti per condizionare la partita”. I pm hanno chiesto una condanna a 5 e 8 mesi ma per l’ex dg della Juve “il bello deve ancora venire” pare infatti che presto la difesa divulgherà nuove intercettazione in cui vi è la prova delle combine “Ci sono squadre che addirittura si sono vendute punti in Champions League per avere in cambio giocatori”. Di seguito il video dell’intervista al Tg1
Dopo la quarta udienza di requisitoria, i Pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci hanno finalmente formulato le richieste di pena per i 24 imputati del processo Calciopoli in corso di svolgimento a Napoli.
Tra le varie richieste dei Pubbilci Ministeri ovviamente spicca la pena per Luciano Moggi, 5 anni e 8 mesi per l’ex dg della Juventus mentre per gli altri imputati illustri, richiesti 5 anni per Paolo Bergamo, 4 anni e 6 mesi per Pierluigi Pairetto, 4 anni per Mazzini, 3 anni per l’ex arbitro Massimo De Sanctis, 2 anni per il presidente della Reggina Lillo Foti , 1 anno e 10 mesi per Claudio Lotito, presidente della Lazio, 1 anno e 6 mesi per Leonardo Meani ex dirigente del Milan, 2 anni e 2 mesi per l’ex arbitro Salvatore Racalbuto, 1 anno e 8 mesi per l’altro ex arbitro Antonio Dattilo, , 1 anno e 10 mesi per Andrea Della Valle e 2 anni per suo fratello Diego e 2 anni e 4 mesi per Bertini.
Tutto sommato le richieste formulate dai pubblici Ministeri sono vicine alle previsioni fatte dagli avvocati difensori, anzi, alcuni si aspettavano addirittura qualcosa di più per i loro assistiti infatti, la richiesta di pena per Luciano Moggi di 5 anni e 8 mesi risulta essere inferiore rispetto a quella richiesta per Giraudo e, comunque, meno di quanto richiesto dal pm Palamara nel processo stralcio della Gea sempre per Moggi. La gradazione delle richieste di pena è legata al ruolo di promotori dell’associazione a delinquere, in particolare per quel che riguarda Moggi e i due designatori Bergamo e Pairetto.Curiosità: l’unico arbitro a suo tempo intercettato e facente parte dell’associazione, De Santis, vede allegerirsi molto la sua posizone, perché il pm Narducci dice: «Non siamo riusciti a trovare il ruolo di promotore dell’associazione». .
Quindi giornata importante per il processo di Calciopoli che si sta avviando alla conclusione in attesa che si conosca il futuro del giudice Teresa Casoria, colei che dovrà decidere per la condanna o l’assoluzione degli imputati. Sul giudice partenopeo pende un’istanza di ricusazione presentata dai due pubblici ministeri che oggi hanno fatto la loro requisitoria. La decisione di ricusazione verrà presa in considerazione dalla corte d’Appello di Napoli solo a fine mese e in caso di esito positivo, cioè l’allontamento della Casoria, il processo dovrà riprendere da capo.
Dopo aver rigettato in mattinata la richiesta di ricusazione proposta ieri dai legali Moggi nei confronti di Sergio Artico, Riccardo Andriani e Gianfranco Tobia nell’ambito del procedimento in corso sulla proposta di preclusione, questo pomeriggio ha riconvocato per il prossimo 31 maggio la Commissione Disciplinare.
La Disciplinare ha motivato il rigetto “il precedente procedimento al quale Luciano Moggi fa riferimento aveva ad oggetto una vicenda diversa e del tutto distinta” pertanto “non si ravvisa alcun ostacolo a una valutazione imparziale nel presente procedimento”.
Per quanto riguarda il processo penale di scena nelle stanze del Tribunale di Napoli oggi era un giorno importante per la decisione sulla ricusazione del giudice Casoria. Il procedimento è però stato rimandato al 28 giugno per la mancanza del relatore e qualche problema di notifica, martedi comunque continuerà la fase requisitoria dei pm in attesa che parta la fase finale con le arrighe finali dei legali di parte.
Luciano Moggi vince il primo round del processo sulle radiazioni: ricusato il presidente della Commissione Disciplinare Sergio Artico e con lui i due giudici a latere, Gianfranco Tobia e Riccardo Andriani. I tre avevano già giudicato Moggi nell’ambito della sentenza sul caso delle sim svizzere nel 2008. Il codice impedisce ai giudici che si sono già pronunciati sull’incolpato di emettere un nuovo giudizio. La Disciplinare ammette l’opposizione di Palazzi, contro il codice, ma non ne tiene conto: giudizio sulla radiazione sospeso, dunque, e aggiornato a quando una nuova commissione disciplinare potrà decidere sulla ricusazione di Artico. Non si associa alla mossa di Moggi (oggi in aula per la prima volta da quando scoppiò Calciopoli nel 2006), Giraudo (assente) e i suoi legali non si associano alla ricusazione e Palazzi comincia la sua arringa. Per l’ex ad ancora una volta arriverà una sentenza, dopo la condanna presa a Napoli in sede penale dopo aver scelto il rito abbreviato.
È un procuratore federale molto scatenato quello visto ieri a Roma, Stefano Palazzi ha chiesto la radiazione dell’ ex Ad della Juventus Antonio Giraudo e di Mazzini per i noti fatti del 2006.
Il procuratore federale ha fatto due requisitorie ma in realtà ne ha preparata solo una, visto che quella per Mazzini è la fotocopia di quella effettuata per Giraudo e non solo, in questa requisitoria Palazzi fa riferimento alle memorie presentate da Moggi il cui giudizio risulta essere sospeso.
L’ avv. Di Mazzini, Flavia Tortorella non è rimasta a guardare lo show del procuratore federale, attaccandolo duramente e dichiarandosi molto stupita in merito alla richiesta di radiazione di un soggetto dopo ben 4 anni e mezzo oltretutto senza contestazioni di singole violazioni e senza capi d’ imputazione, insomma – per l’ avvocatessa – un antecedente logico giuridico. L’ avvocato Tortorella contesta fermamente la legittimità della norma federale che porta al deferimento con la conseguenza che lo stesso risulta essere irrimediabilmente viziato: «Hanno modificato la norma perché era sbagliata. Nessun cittadino può rimanere sotto la mannaia di un altro cittadino per cinque anni. Oggi la preclusione te la da chi valuta il fatto e te la irroga immediatamente, senza attese snervanti e inumane. Questo è un “Bis in idem” (doppio giudizio, vietato dall’ordinamento, ndr), altro che esame nuovo sulla gravità del fatto, come sostiene Palazzi. Si doveva fare una norma transitoria, allora: non una norma ad uso e consumo del Consiglio Federale, ma una norma per le pendenze. E si fa nell’immediato: come mai il legislstore sportivo se sentiva il desiderio e necessità di prevedere queste preclusioni, di renderne giustizia non ha fatto una norma transitoria? Le risposte possono essere varie, ma non è qui che dobbiamo valutarle. Il deferimento poteva essere fatto in tanti modi: il Procuratore fa un passo indietro, richiama solo quella delibera di marzo. Perché la responsabilità dovrà ricadere sui singoli membri del consiglio federale e non sulla Procura: questa è una norma muta… E il Consiglio federale s’inventa chi deve giudicare, chi deve incardinarlo e il secondo grado di giudizio sarà lo stesso che giudicò radiati automaticamente i soggetti! Grande serenità di giudizio.
Il difensore di Giraudo, Massimo Krogh, non entra nel merito, anzi, ritiene non rivedibile il giudizio sportivo… Punta tutto sulla buona condotta: «Cinque anni senza dire una parola, è come se lo avessimo messo alla prova: dopo la sentenza se ne è andato in Inghilterra. La sentenza ha avuto su di lui un effetto, gli ha detto, cerca di non ricadere in quei comportamenti per cui ti hanno condannato. Dopo la sentenza con la famiglia è addirittura espatirato. E allora che ha fatto in questi cinque anni per meritare la radiazione: la Procura si oppone perché questa è una pena progressiva e che la pena è obbligatoria. E invece no: se fosse così, a che serve la Disciplinare e noi oggi qui? Perché non ha deciso allora il presidente federale? Cosa ha fatto Giraudo per meritarsi l’aumento della pena? Il diritto europeo non consente l’irrogazione di una sanzione a tanto tempo dalla condanna: ma l’Italia è il Paese più redarguito per le condanne tardive. Il diritto europeo non consente una sanzione a cinque anni dal processo. La pena non è proporzionata perché Giraudo è totalmente al di fuori dal discorso delle schede preso in considerazione. Quelle schede e gli industriali hanno schede di questo tipo perché temono di essere spiati da competitori: nel calciomercato accade eccome. Eccessiva enfasi alle schede, ma si deve tenere conto che GIraudo fuori, c’è stata sentenza in cui lui non c’era. Per proporzionalità sanzione confliggerebbe con i principi dell’ordinamento. Dunque respingete la richiesta».
Si è tenuta ieri mattina la prima udienza della procedimento creato ad hoc dalla Figc e che aspira a decidere sulla possibile radiazione di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini oltre ad altri personaggi entrati nel procedimento Calciopoli nel 2006.
Proprio al Parco dei Principi, teatro del processo sportivo, si è tenuta la prima udienza, per Moggi l’unico dei tre ad esser presente arriva subito una prima vittoria, i suoi legali hanni chiesto ed ottenuto la ricusazione del presidente della Commissione Disciplinare, Sergio Artico, e con lui i due giudici a latere, Gianfranco Tobia e Riccardo Andriani che avevano già giudicato Moggi nell’ambito della sentenza sul caso delle sim svizzere nel 2008. Per big Luciano si allungano quindi i tempi e si avvicina sempre più al 14 luglio, data in cui termineranno i cinque anni di squalifica inflitti nel processo sportivo di Calciopoli del 2006.
Diametralmente opposta la difesa di Giraudo e Mazzini, quest’ultimo difeso dall’avvocato Flavia Tortorella si è visto rigettare la richiesta di spostamento nonostante sulla leggittimità del procedimento lunedì è chiamata a deliberare l’Alta Corte del Coni. Stupito l’avvocato ha cosi commentato “Provo stupore assoluto per questa mancata sospensione. La norma approvata dalla Figc non sappiamo ancora se sia legittima e se lunedì l’Alta Corte l’annulla, avremo un contrasto assoluto con il Coni. È stata persa l’opportunità di dimostrare che la giustizia sportiva rispetta il normale corso del diritto”.
Discutibile invece la strategia degli avvocati di Giraudo Massimo Krogh e Andrea Galasso, i due hanno in qualche modo ammesso le colpe del loro assistito (stile Zaccone per intenderci) chiedendo la clemenza per la buona condotta tenuta nei cinque anni di squalifica. “Cinque anni senza dire una parola, è come se lo avessimo messo alla prova: dopo la sentenza se ne è andato in Inghilterra – ha ricordato Krogh – . È addirittura espatriato. E allora che ha fatto in questi cinque anni per meritare la radiazione? Il diritto europeo poi non consente l’irrogazione di una sanzione a 5 anni dal processo. La pena non è proporzionata infine perchè è Giraudo è totalmente al di fuori dal discorso delle schede preso in considerazione”
La decisione sulla radiazione di Mazzini e Giraudo da parte della Procura federale guidata da Palazzi dovrebbe essere resa nota dalla Disciplinare tra quindici giorni, poi ci sarà l’appello sarà davanti alla Corte di giustizia federale a patto che l’Alta Corte lunedi non scombini i piani.