“Se ci è stata una sentenza si è basata su qualche fatto che ha condizionato i campionati scorsi”, ha detto il boemo. “Nella prima sentenza si è dimostrato che il calcio non era sano. Io non mi sono mai sentito un Don Chisciotte, io faccio l’allenatore che cerca di far migliorare i calciatori e cerca di dare qualcosa ai tifosi: è la mia posizione da 40 anni ed anche oggi è così. Io non ho picconato, ho detto solo quello che non andava bene”.
In conclusione dedica un pensiero a Delio Rossi, suo allievo, tornato in sella in Serie A dopo qualche mese di inattività: “Delio è bravo, ha passione, cultura del lavoro ed idee. E’ cambiato dagli esordi, è normale, ognuno ha la sua personalità e le sue idee. Ha iniziato sulla scia di come giocavo a Foggia, è stato mio giocatore e poi allenatore della Primavera, dopo ha portato i suoi correttivi ed ha fatto bene”.
“La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’articolo 2049 c.c. Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento“.
Ha preso la parola anche Narducci, lanciando un monito a tutti gli organi di stampa e ai giornalisti che forse con troppa facilità hanno cavalcato l’onda del complotto.
“E’ necessario che si apra una riflessione nel mondo dei giornalisti. Una pagina negativa nell’informazione italiana. Non ci sono intercettazioni che hanno lo stesso valore probatorio dei colloqui che sono stati intercettati degli attuali imputati. Non avevano lo stesso valore. Gli imputati non sono stati condannati per aver colloquiato con i designatori, ma per aver commesso degli illeciti. E’ diverso.”
Big Luciano ieri visibilmente deluso si è preso una notte di tempo parlando poi questa mattina ai microfoni di Sky Sport 24. L’ex dg bianconero ha ovviamente annunciato ricorso dicendosi però stupito della reazione bianconera
“Andremo all’appello e spero in una giusitizia vera – dice l’ex d.g. della Juventus -. Quella di ieri era una sentenza già scritta e incomprensibile. Per questo, aspetto di leggere le motivazioni e poi continuerò la mia battaglia. Non si è tenuto conto di tre anni di dibattimento. Quello che non capisco è la posizione della Juve, espressa nel comunicato: fanno sembrare che io, in quegli anni, abbia giocato da solo… e non è affatto così. Andremo avanti e dimostrerò che le schede svizzere comprate dalla Juve non erano finalizzate a imbrogliare, bensì a difendersi dallo spionaggio industriale messo in atto dall’Inter a quei tempi”.
DI delusione e stupore anche i commenti degli altri condannati, dai Della Valle che hanno già preannunciato ricorso, fino a Bergamo, considerato membro della cupola e De Santis seppur con una posizione meno eclatante.
In Italia i processi di cronaca negli ultimi anni hanno monopolizzato le televisioni proiettate oramai in una sorta di deprecabile “tv del dolore” con drammi umani e familiari vivisezionati dalle telecamere e date in pasto agli spettatori ad ogni ora del giorno e della notte. Il Processo a Calciopoli a dire il vero dopo il tam tam iniziale con i presunti mostri spiattellati in prima pagina ha poi subito una sorta di proibizionismo dando forse l’esito già per scontato. Una udienza a Calciopoli nel tribunale di Napoli | Roberto Salomone/Getty Images E’ stato per merito della difesa di Moggi ma anche dalle novità proveniente dal Processo Telecom che ha cominciato pian piano ad acquisire popolarità fino all’exploit, in parte mitigato per il possibile crollo del governo Berlusconi, previsto per questa sera. Dopo udienze in cui è stato difficile recuperare informazioni questa sera si annunciano talk show e dirette per una sentenza che potrebbe stravolgere ancora una volta il nostro calcio. Rai Sport infatti ha annunciato una diretta da Napoli a partire dalla 19:15, Premium Calcio un approfondimento con ospite e collegamenti dal capoluogo campano per le 20:30. L’ultima udienza, quest’oggi, è iniziata dalle picconate dell’avvocato Trofino passate dalla lettura di alcune intercettazioni che riguardavano Franco Carraro, Paolo Bergamo ed anche l’attuale presidente di Lega Giancarlo Abete fino alla deposizione del consulente Telecom al processo che confermano lo spionaggio ai danni dei dipendenti bianconeri. Il pm Capuano, l’unico superstite, ha invece ribadito la tesi della cupola riportando come esempio i sorteggi arbitrali e le ammonizioni su commissione ai diffidati. Il presidente Abete ha annunciato che la Figc non commenterà la sentenza questa sera ma aspetterà le motivazioni “Grande rispetto per le decisioni del Tribunale di Napoli ma questo e’ il primo grado di giudizio, che poi avra’ un seguito. E c’e’ gia’ una sentenza pronunciata in relazione della richiesta di rito abbreviato di alcuni dirigenti”
Questa volta ci siamo davvero. Domani sera il Processo a Calciopoli, ribattezzato nel corso degli anni anche Moggiopoli per i colpevolisti e Farsopoli per gli innocentisti, potrebbe finalmente avere la sentenza di primo grado. Come più volte detto il giudice Casoria vuol rispettare gli impegni presi emettendo un giudizio già domani sera o al massimo nella giornata di mercoledi evitando quindi un ulteriore slittamento che per lo sciopero degli avvocati di martedi prossimo sposterebbe tutto al 22 novembre. Una udienza a Calciopoli nel tribunale di Napoli | Roberto Salomone/Getty Images Il primo a prender la parola domani dovrebbe esser l’avvocato Trofino per la seconda parte della sua arringa che stando alle indiscrezioni dovrebbe avvalersi di nuove intercettazioni riguardanti una telefonata tra Carraro e Bergamo, dei particolari di una cena natalizia organizzata da Meani e dovrebbe coinvolgere anche gli attuali vertici della Federazione. Elementi tutti validi a provare, almeno secondo la difesa, la mancanza dell’associazione a delinquere paventata dall’ex pm Narducci. Trofino farà sicuro riferimento alle novità uscite dal Processo Telecom e della conferma dello spionaggio effettuato dall’Inter nei confronti della Juventus riportando la testimonianza di Agata Plateo e mirata a comprovare che le sim svizzere servivano per proteggersi dal “dossieraggio” piuttosto che per qualche illecito. Toccherà poi al pm Capuano cercare di tener in piedi il castello accusatorio in una contro arringa che dovrebbe durare “al massimo una mezzoretta” e poi le controdeduzione delle difese. Se l’udienza non si protrarrà a lungo la Casoria e le sue colleghe Pandolfi e Gualtieri si ritireranno in camera di consiglio per emetter sentenza. Le richieste del pm Narducci, adesso nella giunta De Magistris a Napoli, ricordiamo che prevedevano l’associazione a delinquere e la frode sportiva per Moggi e la sua cupola, mentre per Della Valle, Lotito e Foti vi è solo la frode sportiva.