Tag: luciano moggi

  • Calciopoli: quanti “orrori” a danno della Juve. Bergamo era filo milanista

    Il calcio italiano torna indietro di un quadriennio e i giornali fanno a gara a riportare rumors e indiscrezioni che vorrebbero addirittura riaprire il processo sportivo e non solo quello penale. Se nella prima trance dell’inchiesta fu la Gazzetta dello Sport il grimaldello degli accusatori a danno della Juventus e sopratutto a favore dell’Inter adesso è la Stampa a farsi portavoce del malcontento juventino per un Processo strumentale.

    Le intercettazioni saltate fuori adesso, rimbalzano una verità diversa. I designatori considerati filo juventini parlavano invece con altri presidenti e molte volte facevano il tifo per loro… è il caso di Bergamo che al telefono con Adriano Galliani era sconsolato per il risultato della partita scudetto persa a San Siro contro la Juventus e della quale vi riportiamo di seguito il testo:

    Bergamo: «Pronto?».

    Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».

    Bergamo:
    «Buongiorno dottore come va?».

    Galliani: «L’ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».

    Bergamo:
    «Non mi sono ancora ripreso dall’altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto…».

    Galliani: «Anche noi, anche noi».

    Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».

    Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».

    Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».

    Galliani:
    «Da oggi parte l’operazione Istanbul… domenica brutto».

    Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».

    Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell’intervallo una vergogna (nell’intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».

    Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».

    Dal giornale torinese salta fuori l’ennesima incongruenza delle indagini del tenente colonnello Auricchio:

    • Un’ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria: per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è parte di un capo d’imputazione, ma la Juve invece perse 0 a 1, con gol di Diana.
    • Il secondo errore, riguarda Udinese-Brescia, 1 a 2 per le Rondinelle: l’arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1-0, ma solo Jankulovski non giocò: gli altri tre giocarono regolarmente e dunque non erano davvero in diffida.
  • Calciopoli: altre accuse sull’Inter. Anche gli arbitri venivano pedinati

    Durante lo “Speciale Calcipoli” andato in onda su Sportitalia sono emersi nuovi e interessanti retroscena che gettano ancora altro fango sull’Inter rivalutando di fatto la posizione dei nerazzurri ma sopratutto quella della Juventus. L’avv. Silvia Morascanti, difensore di Bergamo, intervenuta alla trasmissione in diretta telefonica ha accusato i pm Narducci e Beatrice e il procuratore Borelli di aver omesso dei particolari importanti che condannerebbero la società del presidente Moratti. Pare infatti che oltre a Vieri anche arbitri venivano intercettati e spiati, ascolta il video:

  • Il Pagellone settimanale di Crazy Diamond

    MILITO & CO. 8 Non aprissero bocca sarebbe meglio, ma all’inter sul campo tanto di cappello. Anche se in effetti il resto del mondo è sopravvalutato.

    BALOTELLI &  MOURINHO 6.5 Hanno fatto pace! E ci ha pensato Raiola!!!! Come se Grattachecca e Fichetto diventassero amici per la pelle grazie alla mediazione di Vittorio Sgarbi. E’ proprio vero che alla fine l’amore trionfa sempre sull’invidia e sull’odio

    GENOA 5 In pratica non ne vincono una, ma se i concorrenti crollano possono ancora andare in Champions. Bersani lo definirebbe un successo

    BOSSI JUNIOR 5 Rilancia l’idea di una sfida calcistica tra Padania e Resto d’ Italia. La Val d’Aosta la lasciamo ai francesi spero, io con De Ceglie non ci gioco

    DE CEGLIE 4.5 Il volto giovine della Juve che vuole rinascere. Il preservativo no, e la Ru486 no, e l’aborto men che meno..fate tutti i marmocchi che volete ma per l’amor di dio almeno non iscriveteli tutti a calcio

    MILAN 7 Non mollano eh..Quando non vogliono andare all’ospizio sono terribili, non c’è verso. Per fortuna Leonardo è un’ottima badante

    CHAMPIONS LEAGUE  6 No dai, non potrà mica andare in semifinale di Champions il Bayern Monaco, e magari col Lione! A sto punto potevano andarci anche l’Avellino, il Poggibonsi, il Bresciello, la Juventus…

    SILENZIO STAMPA JUVE 4 Zitti tutti, Lapo sta per dire qualcosa di intelligente. Ssshhhhhh

    ZACCHERONI 5.5 Era partito alla grande ma ora non sa più come districarsi, il massimo che fa è mandare in campo Del Piero sperando nell’usato sicuro. Come se Ron puntasse alla top ten riproponendo “piccolina bambolina mia”

    CALCIOPOLI BIS  5 Ci informano che “nessun’altra squadra parlava con i designatori”,anche se ci sono 140.000 (mila) telefonate inascoltate. Magari “qualcosa sarà sfuggito”, come disse il mozzo al capitano del Titanic dopo avergli indicato cielo sereno, temperature tiepide e calma piatta all’orizzonte

    MORATTI 4 “Vicenda brutta e vergognosa”. Non è ben chiaro se si riferisca a come è stata gestita calciopoli o a come ha preso la laurea il suo odontoiatra, comunque quotiamo.

    Crazy Diamond

  • Moratti e Moggi trovano l’accordo giudiziario

    Moratti e Moggi trovano l’accordo giudiziario

    Forse nessuno avrebbe mai scommesso su un possibile accordo tra Massimo Moratti e Luciano Moggi dopo lo scoppio dello scandalo Calcipoli e invece, i due sono riusciti a trovarlo davanti nelle aule del Tribunale di Roma ritirando le rispettive querele nei confronti dell’altro.

    La pace è stata sancita questa mattina, alla presenza dei legali, davanti al giudice del tribunale di Roma, Aldo Scivicco, che, nel processo che vedeva imputato Moggi per diffamazione a mezzo stampa, ha dichiarato estinto il procedimento per remissione della querela da parte del club nerazzurro. Big Luciano in una intervista concessa a Repubblica metteva in dubbio la moralità del club nerazzurro in un articolo dal titolo “Inter, Milan, Carraro, il mostro non sono io”.

    In cambio Moggi ritirerà la richiesta danni per 4 milioni di euro, intrapresa contro l’Inter e contro il gruppo editoriale L’Espresso. In questo caso a ritenere lesiva della sua reputazione era stata un’intervista concessa da Moratti sempre a Repubblica nel dicembre 2007 con un articolo dal titolo “Grande Inter. Così ho costruito la mia supersquadra”.

  • Calciopoli, avv. Moggi: “Moratti ha il dovere morale di restituire lo scudetto”

    Calciopoli, avv. Moggi: “Moratti ha il dovere morale di restituire lo scudetto”

    Il Processo a Calciopoli nella sede giudiziaria inizia a mostrare crepe pericolose che mettono in discussione tutto il castello accusatorio delle indagini condotte dal tenente colonnello Auricchio. Il lavoro certosino degli avvocati Maurilio Priorecchi e Paolo Trofino, difensori di Luciano Moggi, hanno palesato qualche lacuna nella conduzione dell’indagine dimostrando che se c’era una cupola reggente ce ne erano tante altre pronte a scardinarla per meri interessi personali.

    L’avvocato Prioreschi, intervistato da Tuttosport, fa capire che il materiale a loro disposizione è scottante e già nell’udienza del 13 aprile ci potrà esser un deciso scossone al Processo di Napoli (si dovrebbero esaminare le intercettazioni che inchioderebbero Galliani, Moratti, e Facchetti). Di seguito vi riportiamo i passi più importanti dell’intervista cosi per come appaiono sul sito del quotidiano torinese.

    Avvocato Prioreschi, allora non era solamente Luciano Moggi a usare il telefono.

    A quanto pare no. Nell’enor­me corpus di intercettazioni che abbiamo scandagliato so­no emerse delle telefonate di Massimo Moratti a Paolo Bergamo e anche di Giacinto Facchetti. Così come di diri­genti di altri club. Ce n’è uno, di cui per il momento non è il caso di fare il nome, che ha chiamato i designatori arbi­trali cento volte nel periodo novembre 2004-maggio 2005. E fra questi c’è anche chi di­chiarava di sentire Bergamo e Pairetto solamente per gli auguri di Pasqua e Natale: cento telefonate di auguri, però, sono un po’ tante…”.

    Anche Massimo Moratti te­lefonava ai designatori?
    “Sì, ci sono chiamate di Mo­rattti e anche di Facchetti che potrebbero confermare la fa­mosa cena fra Bergamo e lo stesso Facchetti avvenuta nei primi giorni di gennaio del 2005, alla vigilia di Livorno­-Inter 0-2”.

    A questo punto cosa può succedere?

    “La prima cosa che mi aspet­to è una presa di posizione da parte di Moratti. Perché non ha mai detto di aver chiama­to anche lui i designatori? Perché non ha mai parlato della cena fra Bergamo e Fac­chetti di cui era al corrente? La lealtà sportiva, quella del­l’articolo uno del codice di giu­stizia sportiva include il fatto di essere trasparenti. Tutte le telefonate di Moggi ai desi­gnatori sono state considera­te altrettanti “articoli 1” dal­la Caf, che li ha sommati per ottenere una condanna per articolo 6, illecito sportivo. Ora mi chiedo: per Moratti non vale la stessa regola: te­lefonate uguale articolo uno?”.

    Moratti cosa dovrebbe di­re?
    A mio parere ha un doppio dovere: morale e regolamen­tare. Deve ammettere quelle telefonate ai designatori e, a questo punto, restituire lo scudetto assegnatogli nel lu­glio del 2006. Io se fossi in lui non lo vorrei più. Quello scu­detto non è stato vinto sul campo, ma è stato assegnato dalla giustizia sportiva a una squadra che, in teoria, era ri­masta fuori dall’indagine. Le telefonate che abbiamo trova­to fanno saltare questo pre­supposto”.

    Perché queste telefonate spuntano solo ora? Come mai gli inquirenti non le hanno mai prese in conside­razione?

    “Effettivamente è “strano” che nessuna, dicasi nessuna, di queste chiamate sia stata trascritta dai Carabinieri. Vo­glio dire, sono inserite delle intercettazioni come quella della moglie di Lanese che parla con la figlia e gli raccon­ta di aver lavato i piatti insie­me alla moglie di Pairetto, ma non c’è traccia della chia­mata in cui Facchetti e Ber­gamo si organizzano per ve­dersi a cena. Qualche sospet­to viene, anche perché questo “fa scopa” con la vicenda del­l’assistente Coppola che ha raccontato di essere andato dagli inquirenti per racconta­re delle chiamate ricevute dai dirigenti interisti e si è senti­to rispondere: l’Inter non ci interessa, indaghiamo sulla Juve. La sensazione è che si sia indagato a senso unico”.

    La sensazione, alla fine di questa chiacchierata, è che tutti, o quasi tutti, i dirigen­ti chiamavano i designatori. Giusta?

    “E’ quello che sta finalmente emergendo: il “così fan tutti”. Ora, per me la situazione è questa: o è lecito chiamare i designatori (ed effettivamen­te non c’è nulla nel regola­mento che lo vieti in modo di­retto) oppure è illecito. Nel primo caso Moggi non ha commesso nessun illecito, nel secondo non lo ha commesso solamente lui, ma anche chi si è visto premiare con uno scudetto. E, a questo punto, mi aspetto ancora qualcosa”.

    Cosa?
    “Che la Juventus tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione. Alla luce di questi nuovi eventi la diri­genza o, meglio, la proprietà dovrebbero dire qualcosa, perché lo scenario sta per cambiare radicalmente”.

  • Calciopoli: Moggi al contrattacco. Le intercettazioni inguaiano Moratti, Facchetti e Galliani

    Da quanto rivela la Stampa gli avvocati di Luciano Moggi tolgono l’asso della manica ribaltando praticamente il quadro accusatorio che vedono l’ex direttore generale principale indagato del processo a Calciopoli nel tribunale di Napoli.

    Dopo i “non ricordo” di Auricchio e le incongruenze sul modo di taroccare il sorteggio arbitrale sembra che gli avvocati di Big Luciano siano riusciti a scovare le intercettazione tra Moratti e Facchetti con l’ex designatore arbitrale Bergamo e di Galliani con Pairetto.

    Il contenuto delle intercettazioni ancora non è di dominio pubblico ma fa specie che nel faldone dell’inchiesta non ve ne sia traccia e per questo si può ipotizzare a qualcosa di scabroso e interessante al fine del Processo.

  • Moggi: “Calciopoli una montatura avallata dalla Juventus”

    Luciano Moggi nell’ormai consueto appuntamento di Studio Stadio lancia le sue verità, accusando, questa volta con il riscontro del Tribunale di Napoli i protagonisti delle indagini di un complotto per scardinare il potere e la forza dimostrata sul campo della Juventus sua e di Giraudo. Non mancano gli attacchi all’attuale proprietà e al giornalista Liguori:

    “Il processo di Napoli sta dimostrando che non c’erano telefonate della Juventus agli arbitri e che non c’è stato mai illecito alcuno né partite comprate – ha sostenuto l’ex direttore generale della Juventus -. Sono rimasti in pochi a non credere che ‘calciopoli’ sia stata una grossa montatura avallata dalla attuale dirigenza della Juventus per eliminare Moggi e Giraudo. Ci sono giornalisti, come Paolo Liguori che trasformano trasmissioni sportive in aule di tribunale e vomitano sentenze definitive senza attendere l’esito del vero processo ignorando che la presunzione di innocenza è garantita a ogni cittadino fino a prova contraria. Al processo di Napoli neppure i testimoni prodotti dall’accusa hanno portato argomenti a favore delle tesi dei Pm.

    Il tenente colonnello Auricchio con i suoi ‘non ricordo’ e ‘ non so’ non sta facendo una bella figura nelle aule del tribunale di Napoli e sta confermando che se non ci fosse stata complicità da parte dell’attuale proprietà juventina, mai si sarebbe potuto arrivare alle sentenza da bar sport del 2006 con indagini fatte sulle base dei tabellini della Gazzetta dello sport o sui punti della patente degli arbitri del ‘Processo di Biscardi’. Tutte stupidaggini che scompaiono di fronte a fatti concreti come i 75′ di Perugia sotto il diluvio o le regole sugli extracomunitari cambiate in corsa nel 2001″.

  • Calciopoli: il controesame di Auricchio, giallo sulle telefonate dell’Inter

    Continua a sembrar oscuro e contorto il lavoro di indagine condotto dal colonnello Auricchio e dai Carabinieri atto a scardinare il presunto complotto orchestrato dalla Triade e soprannominato Calciopoli. Dopo l’interrogatorio da parte del pm il 17 marzo, nel quale uscì fuori qualche incongruenza di troppo nelle ipotesi partite oggetto di combine (leggi qui), il 23 marzo è toccato il controesame degli avvocati di Luciano Moggi.

    L’avvocato Prioreschi, uno dei difensori di Moggi, ha rilevato come le indagini siano state effettuate solo a discriminare l’operato del suo assistito e della Juventus mentre non compaiono ad esempio le intercettazioni tra l’Inter e il designatore Bergamo. Auricchio ha difeso il suo operato “Tutte le telefonate intercettate sono state riportate e quelle che non sono state riportate sono state compendiate”, ma non ha saputo spiegare se non attraverso “forse Facchetti avrà chiamato su un altro numero” , il fatto che nel fascicolo dell’inchiesta mancano una conversazione tra l’ex designatore Paolo Bergamo e la segretaria Fazi a proposito delle telefonate di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchetti perché all’Inter si lamentavano degli arbitri.

    Il pm ha ammesso “forse qualcosa sarà anche sfuggito”. Ma non è una cosa di poco conto visto che l’Inter è stata definita l’onesta e la maggiore beneficiaria del complotto moggiano.

  • Moggi: “con Andrea Agnelli tornerei alla Juve, Yepes è da prendere”

    L’ex direttore generale della Juventus concede una lunga intervista al programma Tutti Pazzi per la Juve su RadioErre2 toccando i temi principali del campionato e in particolare la situazione catastrofica della “sua” Juventus. Big Luciano in controtendenza terrebbe sia Diego che Felipe Melo nella prossima stagione, sicuro di un loro miglioramento con piccoli accorgimenti. Anche i tifosi rossoneri possono esser soddisfatti per l’ormai imminente acquisto di Yepes che a dispetto della carta d’identità è un giocatore di tutto rispetto e se lo dice Moggi…. Di seguito vi riportiamo i passi importanti dell’intervista tratti dal blog di Stefano Discreti.

    Quanto conta per lei sentire l’affetto dei tifosi juventini dopo i dispiaceri del 2006?
    “Certamente fa piacere. Evidentemente hanno capito che il lavoro che abbiamo fatto noi era un lavoro fatto bene. Mi dispiace per quello che sta succedendo alla Juventus perché le sono legato da un rapporto che direi affettivo e perché tutto quello che è stato fatto nel passato mi coinvolge. Mi dispiace soltanto che questa squadra sia stata distrutta così, in un modo che non ha una logica.”

    A proposito di campagna acquisti, cosa ci può dire riguardo Diego e Melo, e del loro rendimento?

    “Diego è sicuramente un buon giocatore, però Diego non è un campione affermato come avevano voluto far apparire alla Juventus all’inizio.
    E’ un discreto giocatore, ma un campione è un’altra cosa. Melo sarebbe un buon giocatore se utilizzato nel proprio ruolo, ma quando si va a cercare Xabi Alonso e Melo non si hanno le idee chiare: perché Xabi Alonso è un regista mentre Melo è un mediano difensivo quindi o si cerca l’uno o l’altro. Evidentemente se si tratta prima l’uno e poi l’altro vuol significare che non si sa cosa si vuol prendere oppure si è scambiato Melo per un regista, come in effetti credo che abbiano fatto, e questo è un errore non di presunzione, ma di tutt’altro tipo.

    La Juve per lei è un capitolo ormai chiuso della sua vita o mai dire mai?
    “Credo che la Juve per me non sarà mai un capitolo chiuso perché ho passato dodici anni eccezionali. Purtroppo è la nuova proprietà che in pratica ha posto un alt mettendo gli uomini suoi e non c’è neppure niente di straordinario perché quando arriva una nuova proprietà è giusto che metta i propri uomini. Quello che non è giusto è trattarci come ci hanno trattato perché non potevano sicuramente toglierci dal comando della squadra e della società per i risultati ottenuti ed hanno cercato praticamente di fare un’azione, consentitemi il termine, di “sputtanamento” ed era l’unico modo per portarci via dalla Juventus. E questa è l’unica cosa che mi dispiace. Però la vita è questa: bisogna accettarla per quella che è. ”

    Moltissimi tifosi auspicano un ritorno della famiglia Agnelli alle redini della Juventus nella persona di Andrea e che gli Elkann si facciano da parte, secondo lei è una situazione realizzabile?
    “Non lo so perché non conosco la situazione delle famiglie.
    Conosco bene Andrea Agnelli e Allegra Agnelli, non conosco gli altri per cui non so cosa può succedere. Dico soltanto che in pratica è stata fatta una cosa che certamente non era giusta perché per togliere la Juventus agli Agnelli potevano usare metodi diversi.
    Invece nel 2004 (dichiarazioni fatte da Blanc in un’intervista a “Le Monde”) si è incontrato Blanc con John Elkann e praticamente hanno concordato già nel 2004 di farci fuori e questo la dice lunga. Hanno avuto due anni di tempo per fare tutto quello che volevano. ”

    Però adesso la verità e molti retroscena si stanno svelando…
    “A venire viene fuori tutto, su questo non c’è dubbio ed è anche una soddisfazione se vogliamo. Però è anche chiaro che è stato un brutto momento e soprattutto un modo di fare di una proprietà che in pratica non mi sembra neppure giusto né leale e su questo non c’è dubbio perché bisognava avere anche la forza di dire: “noi non vi vogliamo. Anche se siete stati bravi, fateci la cortesia e andatevene”. Tutto qua.
    D’altra parte è bene ricordare che, quando siamo arrivati noi, erano nove anni che la Juventus non vinceva e gli abbiamo fatto passare dodici anni di glorie.
    Che poi fossimo invisi alle altre squadre soprattutto al Milan e all’Inter non c’erano dubbi e questi qui hanno approfittato. Tant’è che io nel 2006 quando è successo il tutto ho detto: “da ora in poi il calcio diventerà tutto milanese” e non mi sono sbagliato. ”

    Quindi è concretamente possibile che con Andrea Agnelli lei possa ritornare a fare il Direttore Generale alla Juventus?
    “Con Andrea Agnelli i rapporti non sono buoni, sono ottimi.
    Sia io che Giraudo credo che abbiamo dato tutto per questa famiglia, ma abbiamo dato tutto anche per la famiglia della Juventus e non solo per la famiglia Agnelli che ci aveva preso.
    Credo che ci saremmo meritati ben altro.
    Con Andrea Agnelli, supposto che possa avvenire la cosa, sarebbe tutto da vedere. ”

    In questo momento di sconforto della Juventus, che messaggio si sente di mandare ai tifosi bianconeri?
    “Intanto ringrazio i tifosi bianconeri per la stima che hanno in me e colgo l’occasione per ringraziare anche Tardelli per le parole che ha detto. Le parole ovviamente non attutiscono il dolore e su questo non c’è dubbio, però sono cose che fanno piacere soprattutto quando uno stadio fa il nome di una persona, come è successo a me, certamente è una cosa piacevole. ”

    Tutti quanti invocano a gran voce il suo ritorno alla Juventus.

    “Magari potesse avvenire, non ci sono dubbi che tornerei. ”

    Come commenta l’attuale situazione della Juventus?

    “Questa società ha fatto proclami fuori posto e non ne ha mai azzeccata una. Ad esempio ha detto che il secondo posto era poco e mi sembra che qui non il secondo posto, ma anche il quarto sia troppo. Hanno detto, dopo aver raggiunto il quarto posto, che il quarto posto era poco. Puntavano al terzo e sono già al sesto!
    Hanno detto che, per lenire tutto quanto, avrebbero vinto l’Europa League e sono stati eliminati dal Fulham che è una squadra praticamente da metà classifica del nostro campionato.
    In pratica, mi pare che chiacchierano parecchio!
    Ci vuole un carisma un po’ diverso da quello che hanno loro per far sentire tranquilli i giocatori quando scendono in campo che sono, diciamo, difesi all’occorrenza e protetti da una società forte. ”

    A Napoli intanto è appena iniziato il controesame del Colonnello Auricchio, colonna portante dell’operazione “Off-Side”, da parte degli avvocati delle difese.

    “Si, con noi se la vedrà martedì. (oggi 23marzo ndr)”

    Il Colonnello ha incredibilmente dichiarato di aver visionato le partite oggetto di indagine non guardandole direttamente, ma dai tabellini dei quotidiani sportivi del giorno dopo, escluso “TuttoSport” perché era di parte. Non le sembra assurdo?

    “Una cosa ridicola. Leggeva la Gazzetta soprattutto. Poi ha saputo dire soltanto dei non ricordo. E’ troppo poco.
    Auricchio ha inoltre dichiarato di non aver attenzionato la partita più importante del campionato per l’assegnazione dello scudetto ovvero Milan – Juve, finita 0-1, perché l’arbitro designato era Collina sinonimo di garanzia…
    Si, ma ha detto anche un’altra cosa però che cozza con lui e con quello che sostiene. Perché ha riferito in aula che attenzionavano soltanto le partite che nella sostanza erano intercettate. Si è dimenticato appunto dell’intercettazione di Collina e del fatto che lo stesso Collina aveva avuto anche lo stesso sponsor del Milan qualche tempo prima quindi era a maggior ragione una partita da attenzionare. A lui gli è sfuggito questo piccolo particolare e dovrà rispondere di tutto nell’udienza di martedì (oggi ndr) e non credo che abbia tante vie di fuga su questo argomento. ”

    A distanza del suo primo interrogatorio con il PM Narducci, considerando quanto sta emergendo durante il processo di Napoli, per lei è finita come sosteneva il magistrato?
    “Non credo. Assolutamente no.”

    Maifredi, intervistato da noi qualche mese fa, ci ha riferito che lei aveva quasi portato a termine l’acquisto di Cristiano Ronaldo e di Steven Gerrard. E’ tutto vero?
    “Cristiano Ronaldo lo avevo già preso da ragazzino, poi purtroppo Salas rifiutò il trasferimento (allo Sporting Lisbona ndr) e mandò a monte tutto quanto.
    Ogni squadra ha un modo di fare e di operare, Cristiano Ronaldo sta bene nel Real Madrid perché è un gran giocatore, però è un giocatore che gioca un per conto suo, fa dei gol eccezionali e nel Real Madrid tutti quanti vanno per conto loro e ottengono risultati anche perché il campionato spagnolo è fatto di due squadre e poco altro, poi però vanno in Europa ed il Real Madrid è eliminato.
    Noi facciamo la squadra con metodi diversi: cerchiamo di mettere insieme in ogni reparto giocatori che sanno dialogare e polivalenti.
    Gerrard, stavo provando a portarlo a Torino….”

    Riscatterebbe Caceres?
    “Giocatori come Caceres noi li tenevamo in panchina. Pensate, considerando ovviamente la differenza di ruolo, che Mutu stava in panchina nella nostra squadra.
    Nel fare una squadra forte non è certamente questo giocatore indicato per fare qualcosa di buono.
    E’ un giocatore, come ho detto per Diego, discreto.
    E’ giovane, può migliorare, ma sicuramente uno che può dare un apporto sostanziale alla squadra direi di no.”

    Secondo lei, perché la Juventus fatica così tanto?
    “Ritengo che la Juventus sia una squadra intristita dai propri dirigenti: non c’è allegria.
    Noi in pratica facevamo l’utile ed il dilettevole: facevamo avere alla squadra un ambiente allegro quando doveva essere allegro e lavorativo quando doveva essere lavorativo.
    Eravamo un gruppo che in pratica dava e riceveva. Tutto diverso da adesso. Adesso ognuno fa le proprie dichiarazioni mettendo in confusione tutto l’ambiente e da noi questo non sarebbe mai successo. ”

    Come valuta il comportamento di Zebina e di Melo che si sono resi protagonisti di episodi poco edificanti nei confronti dei tifosi bianconeri?
    “Non avrei preso alcun provvedimento perché se ci fossi stato io non si sarebbero permessi di fare tanto. Se l’avessero fatto, cosa che escludo a priori anche adesso, se ne stavano in tribuna a vedere le partite. ”

    Chi secondo lei sarà l’oggetto del desiderio del prossimo calciomercato italiano?
    “Campioni in assoluto ce ne sono pochi da prendere. C’è da scoprire qualche giocatore, per esempio se io fossi in una squadra di calcio il primo giocatore che prenderei sarebbe il centrale difensivo del Chievo: Yepes, che sicuramente è un giocatore di tutto rispetto.”

    Pare che proprio su Yepes ci siano l’Inter ed il Milan.

    “Quando si dorme può succedere anche questo. ”

    Come mai, secondo lei, Pastore non è stato acquistato dalla Juve anche se è stato offerto a Castagnini prima di Zamparini?

    “Perché dormono.
    Ricordo che Zamparini in pratica ha mandato il Direttore Sportivo giù con l’impegno inderogabile di prendere questo giocatore a tutti i costi e credo che Zamparini abbia indovinato l’acquisto.
    Sono stati bravi gli osservatori del Palermo ad avere fretta nel consigliare il presidente del Palermo a prenderlo. Tutto qua.
    Il problema è che bisogna arrivare sempre prima degli altri e questo non è facile.
    Bisogna stare svegli non solo il giorno, ma anche un po’ la notte. ”

    Molti tifosi la seguono spesso nella sua trasmissione “Il punto di Luciano Moggi” in onda ogni domenica alle 17.00 su Gold Sport. Molto spesso ha parlato di Balotelli spendendo per lui parole di elogio. Come inquadra questo ragazzo dal punto di vista caratteriale e di gioco?
    “Per parlare di Balotelli faccio l’esempio di Cassano che un giorno ha detto: “La mia rovina è stata non andare alla Juventus”, perché in effetti, quando lo ha preso la Roma, io lo trattavo; solo che la mia offerta era di 25miliardi mentre la Roma è arrivata a 55.
    La stessa cosa vale per Balotelli: nel senso di gestione del personale e dell’uomo.
    Basta fare patti chiari ed amicizia lunga.
    Se vi ricordate quando Camoranesi arrivò in ritardo alla convocazione di 5 ore al ritiro. Dopo la nostra sfuriata è diventato l’uomo più puntuale della Juve. Con Balotelli se ci sarà qualcuno che lo saprà gestire bene sicuramente diventerà un campione.”

    Balotelli sembra non essere molto contento della sua attuale situazione all’Inter, potrebbe chiedere di essere ceduto?
    “Adesso il problema vero dell’Inter è il nuovo procuratore che gestisce Balotelli che si chiama Mino Raiola.
    Mino Raiola è il procuratore che mi ha dato una mano non indifferente a formare la Juventus perché è stato quello che mi ha aiutato a prendere: Ibrahimovic, Emerson e Nedved.
    E con me andava perfettamente d’accordo.
    In pratica l’Inter, se è vero come è vero che ha venduto Ibrahimovic e poi ha venduto Maxwell per non avere più attorno Mino Raiola, fa uno sbaglio grosso perché si troverà di fronte a combattere per Balotelli un procuratore che sa il fatto suo.”

    Considerando le ultime prestazioni dell’Inter e del Milan che di fatto hanno portato i rossoneri ad un solo punto di distacco dai nerazzurri, si può dire che il campionato è riaperto?
    “E’ riaperto da una porticina e da quella porticina però passerà l’Inter che è prima e resterà prima. ”

    Anche se dovrà affrontare squadre importanti nelle prossime giornate?
    “L’Inter non è una squadra eccezionale, ma è la meno peggio del campionato italiano.
    E’ una squadra che sicuramente ha dei campioni che possono mettere in crisi quasiasi squadra del campionato italiano.
    In Europa fa più fatica, a parte il Chelsea di adesso, sembra che abbiano vinto la guerra ed invece hanno vinto solo una battaglia.
    La guerra la vinceranno se battono il Barcellona o il Manchester United e credo che sia molto difficile.”

    Come valuta il campionato della Roma? Può sperare di lottare anche per i primi due posti?“Credo che la Roma poteva aspirare a qualsiasi cosa, ma è stata sfortunata: ha avuto infortuni, squalifiche, ha avuto di tutto un po’ e poi il mancato utilizzo di Totti credo che abbia un peso enorme nell’economia della squadra.
    Però hanno fatto un acquisto azzeccatissimo, secondo me, se sta bene, ed è Toni.
    Con Toni, la Roma può sicuramente, se poi recupera anche Totti, fare delle cose molto ma molto importanti.”

    Per la ricostruzione della Juve, da quali giocatori attualmente in rosa ripartirebbe?
    “Uno che terrei sicuramente è Buffon. Poi terrei anche chiaramente i giovani e terrei anche Diego perché utilizzato in un’altra maniera può essere un giocatore interessante.
    Terrei Melo se davanti ci fosse un centrocampista diverso, altrimenti Melo dovrebbe essere in via di partenza perché il carattere è quello che è ed oltre a fare degli errori madornali riesce a zittire tutti quanti e soprattutto a farsi espellere molto spesso.
    Ma ce ne sono ben pochi perché la carta d’identità gioca a sfavore di Cannavaro, di Grosso (acquisto inutile), di Del Piero.
    Cannavaro e Del Piero sono state delle colonne alle quali va fatto un ringraziamento, ma basta una medaglia perché adesso il problema futuribile non è certamente coniugabile con loro e su questo non c’è dubbio.”

    Come valuta la condizione della Nazionale a pochi mesi dall’inizio dei mondiali?
    Secondo lei, l’Italia che giocherà ai mondiali è già decisa o ci saranno nuove convocazioni con qualche sorpresa?
    Come considera lo stato d’animo di Marcello Lippi? Lo vede sereno e fiducioso?

    “Marcello Lippi è sereno e credo che abbia fatto anche un bel lavoro perché se c’era qualche giovane l’ha tirato fuori vedi Marchisio.
    Purtroppo l’Italia ha dato poco. Il calcio in questi ultimi periodi in pratica è in regresso netto di gioco e di qualità quindi non è che lui può inventarsi i giocatori.
    Io credo che la Nazionale, se non fa una brutta figura, è già tanto per l’Italia.
    Però non è certamente colpa del CT perché tutto quello che poteva fare, tutti i giocatori che poteva prendere tra i migliori li ha presi.”

    Quale giocatore consiglierebbe a Marcello Lippi?
    “Credo che li abbia visti tutti e quindi non c’è bisogno di dare consigli.
    Mi auguro che Totti possa essere nella forma dovuta ai tempi della Nazionale e che cominci a rigiocare. Totti sarebbe sicuramente un giocatore che può dare un input importante per la Nazionale.”

  • Calciopoli: aumentano i dubbi dopo la deposizione di Auricchio

    Il Processo a Calciopoli continua e nella sua sede napoletana si susseguono “gli accusatori” di Moggi e del sistema da lui messo in piedi. Ieri era il turno del Colonnello Auricchio, ufficiale dei carabinieri titolare delle indagini. Dalla sua deposizione esce fuori, un quadro accusatorio distorto e per certi versi comico quello che ne esce fuori, il colonnello ammette di non aver visionato le partite oggetto del complotto. Di seguito vi proponiamo la ricostruzione de l’uccellinodelpiero.com ma è possibile sentire l’audio integrale su Radio Radicale

    FOTI L’AMICO DI MOGGI

    Gli viene chiesto dall’avv. difensore di Lillo Foti se avesse preso in esame la possibilità di errori arbitrali ai danni della Reggina, e Auricchio risponde « Non ricordo errori arbitrali.. ». L’avvocato allora chiede se avesse preso in esame tutto il campionato della Reggina, comprese le partite senza aiuti arbitrali o con torti arbitrali (ne elenca alcune come quelle con Lazio, Messina, Brescia, Cagliari, Sampdoria, ecc..), la risposta di Auricchio è: « Non ho controllato il Campionato della Reggina. La Reggina è, almeno per quanto riguarda le nostre valutazioni investigative, indotta in relazione ai rapporti che il suo Presidente aveva con Luciano Moggi.. ».
    AMMONIZIONI GIUSTE, SBAGLIATE O DOLOSE

    Facendo riferimento ad una dichiarazione di Auricchio di una precedente udienza (nella quale parlò di “gol in evidente fuorigioco” con riferimento ad un Siena-Milan), gli viene chiesto se sapesse tecnicamente quando un gol è in fuorigioco. Auricchio risponde di saperlo “da tifoso”, ma che non era suo compito saperlo. Gli viene contestato questo perchè nel capo d’imputazione si parla di “ammonizioni dolose”, e Auricchio precisa: « Sulle ammonizioni non ho mai parlato di ammonizioni giuste o sbagliate. Se abbiamo fatto dei riferimenti al gol in fuorigioco o al rigore che c’era o non c’era lo abbiamo fatto soltanto prendendo spunto dai tabellini o dalle cronache. Se invece abbiamo parlato di “ammonizioni dolose” lo abbiamo fatto in relazione alle conversazioni telefoniche che stabilivano da parte di alcuni protagonisti arbitri, come per esempio il sig. De Santis, in relazione a quanto da loro dichiarato. E’ come se lei mi fa la domanda, ne abbiamo discusso stamattina, “Arezzo-Salernitana”… E’ l’assistente che dice a Meani, lo abbiamo letto stamattina, “Io ho alzato la bandierina per evitare che” quindi in quel caso io parlo di fallo (non è un fallo, ndACB) fischiato ad hoc non perchè io sia il tecnico che valuta questo, ma perchè ce lo dice l’assistente, cioè colui che ha alzato la bandierina ».
    I SORTEGGI? PER NOTAI E GIORNALISTI ERANO REGOLARI

    L’avv. Sena (difesa Pairetto) chiede se, nel corso delle indagini riguardanti la regolarità del sorteggio, avessero mai sentito i notai che presiedevano il sorteggio. « Abbiamo acquisito i verbali del notaio ». Viene chiesto se avessero mai ascoltato direttamente i notai per verificare se avessero mai avuto dei dubbi sulla regolarità o meno di questi sorteggi: « No, perchè dei dubbi il notaio li avrebbe inseriti nel verbale, insomma.. ». Gli viene chiesto se dai verbali.. « Non ci sono anomalie, ecco, se è questa la domanda! ». Viene chiesto se risultassero da parte dei notai dei rilievi in ordine alla regolarità delle palline utilizzate che potevano essere eventualmente riconosciute, e l’Auricchio dice di no. Gli viene chiesto, visto che si è utilizzata tanto la stampa nelle indagini, se avessero mai verificato se i giornalisti presenti al sorteggio fossero più o meno sempre gli stessi, e Auricchio non sa rispondere, dicendo semplicemente: « C’erano dei giornalisti, questo sicuramente..».
    MILAN-JUVE A COLLINA? SI VEDE CHE NON SERVIVANO AIUTI…

    Viene chiesto se avessero verificato, in relazione alla 16ma giornata di ritorno (quella di Milan-Juventus che decise il Campionato), quale fosse la griglia arbitrale proposta dai commissari. Auricchio, sbagliandosi, risponde: « Juventus-Milan (è Milan-Juventus, ndACB) l’arbitro era Collina, quello designato ». Domanda dell’avvocato: « E’ stato scelto sulla base di una terna di tre arbitri che erano stati inseriti in questa griglia: vuole verificare se ha il dato di chi erano? ». La risposta di Auricchio è ancora sbagliata: « Collina, Mitro, Farnetri e Preschern quarto ufficiale ». L’avvocato continua ancora a chiedere: « Sono stati designati in base ad una griglia, quindi stiamo parlando evidentemente di arbitri di prima fascia. E’ in grado di dirci la griglia quali altri professionisti prevedeva? ». Alla fine, finalmente, Auricchio capisce e dice: « La griglia? No». Domanda: « Voi non avete verificato per ogni partita le singole griglie..? ». L’Auricchio risponde di sì, ma di non riuscire a trovare l’informazione (« Sarà negli atti »). Viene chiesto se lo avessero comunque fatto per tutte le partite. « Per tutte le partite attenzionate », risponde Auricchio. « Milan-Juventus non è stata una partita di interesse investigativo ». Viene chiesto come mai, essendo stata la partita che di fatto ha deciso il campionato, ed essendo la tesi dell’accusa che anche i sorteggi siano stati pilotati in modo strumentale per decidere le sorti del campionato. La risposta di Auricchio è interessante e bizarra: « La garanzia per quella partita con il sorteggio con la Dea bendata che ha individuato Collina mi sembrava una caratteristica che metteva al riparo da qualsiasi valutazione ». Se quindi ad essere estratto dal sorteggio era Collina (quello delle cene con Meani) in un Milan-Juventus, non c’era dubbio alcuno sulla irregolarità. Altrimenti, probabilmente, sì. Così ancora l’avvocato: « La sua risposta non mi convince perchè Collina non è stato sorteggiato fra tutti gli arbitri, ma solamente tra gli arbitri che i designatori avevano ipotizzato in quella griglia. Atteso che stiamo parlando finora nel processo di designatori che sceglievano le varie griglie arbitri che poi selezionavano in base alle modalità che abbiamo visto anche con altri testi io le domando se avete verificato se avevano provveduto ad inserire degli arbitri che chiameremo “sensibili” così per far comprendere la domanda? ». La risposta di Auricchio è a questo punto meravigliosa, nella sua stupidità: « Probabilmente, evidentemente, non c’era per quella partita che decideva il campionato tra Milan e Juve la necessità di mettere un arbitro favorevole alla Juve, insomma. Cioè voglio dire.. ». L’avvocato rivela infine come i tre nella griglia fossero Trefoloni, Collina e Paparesta e che, ovviamente, la partita a suo parere fosse “importante” per le sorti del Campionato.
    SOSPENSIONI MIRATE? NO, INVENTATE!

    Domanda: « Avete verificato in relazione ad ogni singola partita le relazioni degli osservatori arbitrali? ». Auricchio risponde che lo hanno fatto solo per le partite dove c’era uno spunto di interesse investigativo (esempio intercettazioni tra osservatore e designatore), al che l’avvocato specifica meglio, essendo in difesa di un designatore (Pairetto), la domanda: « Avete verificato se le decisioni dei designatori, ad esempio di sospendere taluni arbitri all’esito di determinate partite, si trovavano in conflitto o in contraddizione con le relazioni degli osservatori arbitrali o comunque si basavano ed erano confortate dalle valutazioni degli osservatori arbitrali? ». Auricchio sostiene di non essere in grado di rispondere. L’avv. Sena allora specifica ancora di più: « Poichè si è parlato molto durante il processo di decisioni strumentali dei designatori di sospendere questo o quell’arbitro oppure piuttosto che aiutarlo e favorirlo a seguito di errori commessi in campo, io le domando se avete verificato, visto che andavate a guardare il comportamento dei designatori se le loro decisioni erano in qualche modo in contrasto con quello che risultava nelle relazioni degli osservatori ». Auricchio risponde dicendo che uno dei casi esplicativi potrebbe essere quello relativo alla sospensione dell’arbitro di Reggina-Juventus (Paparesta, ndACB), per il quale si analizzò la relazione dell’osservatore che non era in contrasto con la decisione di sospenderlo. L’avvocato chiede per l’ennesima volta se, al di là di quello specifico episodio, in generale avessero preso in esame le relazioni degli osservatori per ogni singola partita, e la risposta, finalmente, è un no. A quel punto chiede la parola ed interviene Pairetto. Auricchio cerca di evitare il dialogo? « Il controesame è finito? Così posso allontanarmi o devo essere controesaminato da.. (Pairetto, ndACB) », ma gli viene detto di aspettare…