Tag: luciano moggi

  • Gea, il ritorno: rinasce società di Moggi junior

    Gea, il ritorno: rinasce società di Moggi junior

    La Gea World ritorna, anche se in veste differente, e ricomincia questa sera da Milano la sua avventura italiana dopo il via della “nuova vita” a Dubai dello scorso anno con il lancio della Gea World Middle East. Questa sera verrà, così, presentato il “nuovo cammino” della società presieduta dal 41 enne Alessando Moggi, figlio di Luciano Moggi, ed ex procuratore calcistico del pre-Calciopoli (insieme ad altri figli illustri, ndr). Il nuovo corso della Gea si riferisce principalmente al cambio del core business che, infatti, non riguarderà più le attività di procura e rappresentanza dei calciatori, bensì marketing e organizzazione di eventi legati allo sfruttamento dei diritti di immagine. Un cambio di immagine radicale e sostanziale rispetto alla passata gestione, terminata in maniera senz’altro burrascosa il 18 Luglio 2006 (dopo un’attività quinquennale iniziata nel 2001, ndr) con la liquidazione della società e le pesanti accuse connesse strettamente all‘inchiesta Calciopoli, che sottolineavano il possibile coinvolgimento della Gea nel condizionare gli esiti delle partite di serie A tramite la gestione di ben 150 procure dei calciatori: un’accusa penale poi decaduta nel corso dei vari gradi di giudizio ma che, comunque, ha gettato una pesante ombra sull’operato della vecchia Gea che, ora, si vuol tentare di cancellare e di far dimenticare con la nuova veste.

    Gea, il ritorno della società di Moggi jr | immagini dal web
    Gea, il ritorno della società di Moggi jr | immagini dal web

    Pertanto, del passato resta ben poco anche in termini di volti considerando che, oltre al presidente Alessandro Moggi, il continuum è rappresentato soltanto da Riccardo Calleri, mentre è nuovo l’ingresso del braccio destro di Moggi junior, Carlo Oggero che vanta una lunga esperienza in ambito commerciale.

    Il nuovo corso della Gea World come società focalizzata sul marketing e sull’organizzazione di eventi avrà, così, un importante banco di prova – oltre che un prestigioso debutto – con l’organizzazione della festa per l’addio al calcio giocato di Fabio Cannavaro che, come annunciato dallo stesso ex difensore di Napoli, Parma, Inter e Juventus, verrà organizzata nel prossimo mese di Maggio allo Stadio San Paolo di Napoli, proprio laddove è iniziata la sua carriera gloriosa, e che vedrà la quasi certa partecipazione di moltissimi big del nostro calcio tra cui molti compagni di squadra di Cannavaro ai vittoriosi Mondiali 2006 in Germania.

    Una serata sulla quale saranno puntati molti riflettori e che costituirà, dunque, una vetrina importante per la stessa Gea World considerando che si tratterà di un’amichevole “di lusso” e che, soprattutto, il fine dell’evento sarà benefico considerando che il ricavato verrà devoluto per contribuire alla ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, incendiata nello scorso 4 Marzo.

    Da sottolineare, poi, le presenze importanti che questa sera assisteranno al lancio della Gea World nella sua nuova veste e che testimoniano, indirettamente, come anche nel nuovo corso il legame della società di Alessandro Moggi con il mondo del calcio appare molto forte anche se ne risulta mutato il campo di attività: alla presentazione-evento al teatro Vetra di Milano interverranno, infatti, il presidente della Juventus Andrea Agnelli all’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, passando per i rispettivi presidenti di Genoa, Parma e Siena Enrico Preziosi, Tommaso Ghirardi e Massimo Mezzaroma, ma anche il tecnico del Milan Massimiliano Allegri e numerosi altri dirigenti calcistici e calciatori.

  • Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    L‘indagine sull’indagine, l’inchiesta sull’inchiesta: non è un semplice e vuoto gioco di parole ma una circostanza che potrebbe aprire clamorosi scenari nella vicenda Calciopoli. La Procura di Roma ha, infatti, avviato un’indagine per tentare di scoprire perchè alcuni video e telefonate che avrebbero potuto essere molto importanti nell’inchiesta Calciopoli sono invece state occultate o comunque modificate. Il “la” alla vicenda è stato dato dall’ex arbitro Dondarini che aveva presentato un esposto in cui si denunciavano problemi e falle nell’inchiesta Calciopoli ed in particolare il fatto che sia stata considerata soltanto una parte ben precisa delle intercettazioni, tralasciandone altre “pur presenti agli atti e di una certa rilavanza”.  Nello specifico, i Pm e, nello specifico la dott. Condemi, vorranno adesso capire perchè alcune telefonate dai contenuti molto gravi siano finite poi nel dimenticatoio e perchè il video in Dvd relativo al sorteggio arbitrale del 2009 e che dimostrava che il suddetto sorteggio era truccato e pilotato non sia più stato inserito nelle prove del processo e sia, invece, stato sostituito con una serie di fotogrammi che finivano per distorcere la corretta ricostruzione e non fare la dovuta chiarezza.

    Calciopoli, si apre l'inchiesta sull'inchiesta | immagini dal web
    Calciopoli, si apre l’inchiesta sull’inchiesta | immagini dal web

    Inoltre, è ben sottolineare il fatto che l’iniziativa dell’esposto presentato dall’ex arbitro Dondarini non è l’unico episodio di tal genere e che si è associato a questo anche un altro ex fischietto, Pieri, anche lui condannato in primo grado con rito abbreviato a due anni e quattro mesi, e poi assolto in appello. Anche nell’esposto presentato da Pieri si denunciano le “anomalie inspiegabili” e nel mese di febbraio 2012, ormai più di un anno fa, ha sporto anche denuncia per falsa testimonianza contro Teodosio De Cillis per aver mentito nel corso del processo di Napoli, per giunta sotto giurament0, circa le modalità di acquisizione da parte dei carabinieri delle famigerate schede telefoniche svizzere adoperate per le scottanti comunicazioni. In tal senso, fra le varie intercettazioni ascoltate ma non trascritte e, dunque, oggetto dell’inchiesta sull’inchiesta, sembra inevitabile inserire quella tra l’ex designatore arbitrale Bergamo e lo scomparso dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti, in cui prima di una designazione arbitrale dell’arbitro Bertini per una partita di campionato dell’Inter si scambiavano osservazioni circa lo “score” dello stesso Bertini con l’Inter e da quella conversazione si deduce in maniera pressocchè inequivocabile la volontà di Bergamo di “spingere” per un miglioramento di tale “score” per i nerazzurri. Facchetti, infatti, affermava “ho visto lo score di Bertini con noi: 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte” e Bergamo rispondeva: “porca miseria, allora facciamo 5,4,4”. 

    Parole di certo destinate ad avere ripercussioni nell’inchiesta sull’inchiesta Calciopoli con la quale sembra lecito attendersi una maggiore chiarezza su una vicenda risalente ormai a sette anni fa ma che non ha ancora fugato dubbi, illazioni, supposizioni e che, al contrario, non ha fatto altro che creare un clima di scarsa fiducia nei confronti di chi ha condotto l’indagine che, poi, ha giustamente punito i responsabili quali Moggi e Giraudo (solo per citare gli “esponenti” principali, ndr) ma che ha di fatto tralasciato dei particolari che sembrano oggi molto rilevanti e che dovranno necessariamente essere presi in considerazione.

  • Moggi scende in politica, candidato con Stefania Craxi

    Moggi scende in politica, candidato con Stefania Craxi

    Scendere o salire in politica? Il quesito sorge spontaneo in merito a quale sia il verbo maggiormente appropriato da adoperare per definire l’intrapresa della carriera politica: probabilmente, per una corretta definizione, molto dipende dallo status del soggetto in questione che può adoperare la strada politica per “voltare pagina”, costruirsi una nuova immagine o “fare il bene dell’Italia”. Anche nel caso di Luciano Moggi il quesito in questione può essere appropriato, considerando la notizia della sua prossima candidatura da capolista dei Riformisti di Stefania Craxi alla Camera dei Deputati, dell’area di centrodestra considerando che si tratta di una lista collegata al Pdl, nella regione Piemonte, laddove Moggi ha vissuto e operato per tanti anni come direttore generale della Juventus.

    Moggi e la sua discesa in politica | ©PACO SERINELLI/AFP/Getty Images
    Moggi e la sua discesa in politica | ©PACO SERINELLI/AFP/Getty Images

    A settantacinque anni, dunque, Luciano Moggi si reinventa, scoprendo la politica e divenendo – secondo quanto affermato dal portavoce della Craxi, Andrea Spiri – il simbolo della battaglia politica contro “il circo mediatico-giudiziario che in Italia rovina le carriere” ponendo in tal senso l’accento sulla vicenda Calciopoli, che di fatto  con la radiazione da parte della Federcalcio e la condanna in primo grado per associazione a delinquere ed in appello per violenza privata, ha interrotto quella che era la sua posizione assolutamente consolidata ai vertici del movimento calcistico italiano, costruita nei lunghi anni da dirigente dei principali club di serie A (Roma, Torino, Napoli) oltre che di leadership nel Triumvirato della dirigenza bianconera dalla metà degli anni novanta alla metà degli anni duemila, proprio fino al fatidico 2006 quando esplose l’uragano Calciopoli.

    Un “pezzo da novanta”, dunque, che con la strada politica vuol provare a ritrovare quell’antico potere, scalfito profondamente da Calciopoli e dallo smantellamento di quella che era “la sua creatura”, definita da molti come una vera e propria “cupola” in grado di condizionare realmente lo svolgimento del campionato: la Juventus ha pagato per lui retrocedendo in serie B, imboccando la strada del lungo purgatorio da cui soltanto lo scorso anno è riuscita a venir fuori, ed ora colui che veniva chiamato “Big Luciano” vuole emulare quel cammino di “rinascita”, anche se in un campo totalmente differente come l’arena politica.

    La politica, dunque, per le prossime elezioni del 24 Febbraio continua ad attingere a mondi diversi (basti pensare anche alle candidature di Valentina Vezzali, Beppe Savoldi, ecc.) ma nel caso specifico di Luciano Moggi non si tratta di un cambiamento di campo tanto radicale, considerando che ai vertici dello sport più importante d’Italia si respira inevitabilmente aria di equilibri da trovare, rapporti da coltivare, alleanze strategiche per raggiungere un obiettivo: tutto questo, dunque, potrà essere considerato se non altro come un esercizio propedeutico all’entrata in politica, laddove gli equilibrismi e le strategie sono il motore fondamentale.

    Tuttavia, nonostante l’allenamento di Moggi a tali tipologie di meccanismi, c’è chi storce il naso di fronte alla sua candidatura sottolineando proprio il fatto che il suo personaggio è ormai accostato alla vicenda Calciopoli. Si esprime così, in tono ironico, il fratello di Stefania Craxi, Bobo, che su Twitter non appare affatto concorde con la candidatura di Moggi decisa dalla sorella: “Pensa che colpo di genio, noi siamo milanisti, torinisti, onesti… Mah“.

    Un coro polemico condiviso da molti e, non a caso, anche da uno dei più acerrimi nemici sportivi di Moggi, Zdenek Zeman, che con una battuta lapidaria ha commentato la notizia: “la sua candidatura è solo lo specchio della politica attuale”.

  • Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    L’ex Amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, ha visto confermare in Appello la sentenza di condanna in primo grado per Associazione a delinquere e frode sportiva mentre sono stati assolti tutti gli altri imputati.

    C’e’ lo sconto però per Giraudo che, dai tre anni in primo grado, è passato ad un anno e otto mesi ed ha visto anche cancellata la sua figura di “Promotore” del reato come aveva chiesto inizialmente l’accusa. Rimane la condanna per Frode sportiva riguardante la partita Juventus – Udinese 2-1 mentre sono cadute le accuse per le altre partite che avevano portato alla condanna di primo grado: Udinese – Brescia e Roma – Juve.

    Una cosa però salta agli occhi di tutti leggendo la sentenza emessa dagli emeriti giudici di Napoli: gli altri imputati, gli arbitri Pieri e Dondarini ed il presidente dell’associazione arbitri della stagione calciopoli 2004-2005 Tullio Lanese, sono stati tutti assolti. Questa è, a parer di chi vi scrive, l’ennesima dimostrazione di come Moggie soci abbiamo instaurato un sistema talmente solido ed efficace che non hanno avuto bisogno nemmeno degli arbitri per attuarlo in quanto gli stessi vengono sistematicamente assolti dalla giustizia ordinaria.

    Antonio Giraudo
    Antonio Giraudo ©GIULIO NAPOLITANO/AFP/Getty Images

    Ci permettiamo allora di dire che, ancora una volta, la Giustizia non c’e’ in questa vicenda o per lo meno non viene fatta assolutamente chiarezza perché in molti si chiederanno: “Ma come, alteravano le partite con cosa se gli arbitri vengono assolti?” e poi, “ma veramente la Juventus era la sola ad operare in questa sistema oppure di questa ingerenza con gli arbitri se ne avvalevano anche altre squadre?”. Beh, sulla prima domanda la risposta non c’e’ o meglio, è già grave che ci si ponga la domanda mentre sulla seconda abbiamo visto come altre squadre siano state condannate con punti di penalizzazione, altre siano state magicamente recuperate in Champions per poi vincerla l’anno dopo ed altre ancora (meglio dire una squadra..!!!!) si è avvalsa della prescrizione perché le intercettazioni delle sue telefonate sono apparse magicamente “solo” cinque anni dopo lo scandalo.

    I legali di Antonio Giraudo sono sconcertati dalla sentenza d’Appello ed attendono con ansia le motivazioni per ricorrere immediatamente in Cassazione mentre è apparso molto soddisfatto il Procuratore Generale Carmine Esposito per la conferma dell’impianto accusatorio in generale e glissando ovviamente sull’assoluzione degli altri imputati.

    Dopo Antonio Giraudo il 23 maggio sarà il turno di Luciano Moggi, infatti è stata fissata per quella data la prima udienza del processo d’Appello per l’ex Direttore Generale della Juventus e “Deus ex machina” presunto o reale di tutto lo scandalo scoppiato nell’oramai lontana estate del 2006

  • Moggi provoca “Pulvirenti doveva chiudere Rizzoli negli spogliatoi”

    Moggi provoca “Pulvirenti doveva chiudere Rizzoli negli spogliatoi”

    La provocazione è stata lanciata. A farla è stato l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, sempre pronto a sentenziare quando ci sono decisioni arbitrali dubbie. “Se Pulvirenti avrebbe dovuto chiudere Rizzoli nello spogliatoio? Viste le cose, penso proprio di sì. E’ un caso più unico che raro”. Così ha risposto Big Luciano durante una trasmissione a Radio Kiss Kiss subito dopo la partita Catania-Juventus. D’altronde, si narra che il 6 novembre 2004 lo stesso Moggi rinchiuse nello spogliatoio l’arbitro Paparesta, nel dopo gara di Reggina-Juventus finita con la vittoria per 2-1 per i calabresi. Non certo una novità per lui. Storie di scandali all’italiana che non conoscono una fine.

    LUCIANO MOGGI – Ai microfoni di Radio Kiss Kiss, l’ex dirigente bianconero non ha peli sulla lingua, accusando l’insufficiente classe arbitrale, protagonista in questo inizio di stagione di errori importanti che alla lunga potrebbero compromettere la corsa allo scudetto. Moggi approfitta della situazione per difendersi contro le accuse lanciate nel periodo di calciopoli “chi nel 2006 parlava di Moggi, dovrebbe mangiarsi le mani vedendo cosa sta succedendo. Gli errori degli arbitri sono aumentati in maniera esponenziale”. Non ha tutti i torti, visto che gli errori continuano ad esserci anche senza di lui. Resta da valutare fin quanto siano in buona fede.

    Luciano Moggi
    A Radio Kiss Kiss, Moggi lancia delle provocazioni © Giulio Piscitelli/Getty Images

    LA PROVOCAZIONE – Ha lasciato tutti esterrefatti la pesante provocazione post Catania-Juventus. Proprio lui, protagonista in Reggina-Juventus della stagione 2004-2005, quando i bianconeri persero 2-1 e a fine partita scese fino allo spogliatoio dell’arbitro Paparesta per accusarlo di aver fatto perdere volontariamente la partita alla sua squadra, negandogli anche un gol solare (sempre secondo l’ex dg juventino). A fine discussione, chiuse a chiave lo spogliatoio della terza arbitrale, lasciandoli li dentro. Dopo otto anni circa, ha consigliato al presidente catanese di comportarsi esattamente come fece lui a Reggio Calabria, con il rischio però, di passare dalla parte della ragione a quella del torto.

    Luciano Moggi quando apre bocca, riesce a catturare su di se tutti i media. Le sue provocazioni, le sue accuse, le sue dichiarazioni accendono spesso dibattiti. L’ultima uscita, sicuramente non è delle più felici, visto che il calcio italiano ha bisogno di stemperare gli animi davanti a queste situazioni.

  • Scandalo Telecom, così l’Inter spiò la Juventus e Moggi

    Scandalo Telecom, così l’Inter spiò la Juventus e Moggi

    Nuovo episodio ieri nell’aula bunker del carcere milanese di San Vittore dello scandalo Telecom e delle intercettazioni con cui Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani avrebbero “spiato” la Juventus e Luciano Moggi per conto dell’Inter.

    Un controinterrogatorio a dir poco scoppiettante quello andato in scena nell’aula bunker del carcere milanese, Emanuele Cipriani è stato a lungo messo alle strette dell’avvocato Paolo Gallinelli, legale dell’arbitro De Santis, anche quest’ultimo coinvolto nella vicenda.

    Ecco cosa ha risposto Cipriani alla domanda dell’ avvocato Gallinelli su come venissero trattati i dossier di livello 1 da Tavaroli: «I dossier di livello 1 venivano informatizzati da Tavaroli e il dossier “Operazione Ladroni” era un dossier di livello 1». Insomma, sul computer di Tavaroli c’erano tutte le indagini su De Santis, sui dirigenti della Juventus, su Foti e anche sul traffico di alcuni numeri telefonici della Figc(probabilmente quelli dei due designatori arbitrali).

    Luciano Moggi
    L’ex Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi ©GIULIO NAPOLITANO/AFP/Getty Images

    Ma che fine ha fatto il pc di Tavaroli con il suo contenuto tanto prezioso? Il portatile venne spedito allora, alla caserma dei carabinieri di via Inselci a Roma, la famosa seconda sezione dove l’allora maggiore Auricchio conduceva le indagini su Calciopoli. Una circostanza questa molto grave considerato che ci potrebbe essere il fondato sospetto che il contenuto di quel pc, illegalmente raccolto in quanto frutto di un vero e proprio spionaggio industriale, possa essere stato usato nelle indagini di Calciopoli che portarono in seguito alla condanna di Luciano Moggi e della Juventus per responsabilità diretta per la violazione dell’art.1 del codice sportivo.

    Infatti, sempre nell’udienza di ieri, Cipriani ha rivelato che l’Inter è stata «assidua cliente della Polis d’Istinto dal 2000 al 2006, quando si interruppe il rapporto dopo lo scoppio dello scandalo Telecom». E ha specificato che le indagini sulla Gea, da cui era partita l’inchiesta illegale, aveva «come obiettivi i signori Moggi».

    Si arricchisce sempre più di elementi inquietanti questa triste vicenda che molti tifosi juventini e crediamo anche tanti tifosi interisti, vorrebbero veder conclusa in un modo tale che per una volta la giustizia e la verità possano essere le principali protagoniste.

  • Intervista a Paco D’Onofrio “il Tnas confermerà la squalifica a Conte”

    Intervista a Paco D’Onofrio “il Tnas confermerà la squalifica a Conte”

    Per la gioia dei tifosi juventini (soprattutto loro) sta uscendo piano piano la verità sui fatti di calciopoli e sullo spionaggio sull’asse Telecom – Inter che ha fatto tanto parlare, senza arrivare mai ad una conclusione concreta. A causa dei tempi lunghi della giustizia si è arrivati alla prescrizione ma qualche giorno fa il tribunale di Milano ha dato ragione all’ex attaccante nerazzurro Christian Vieri in merito alla denuncia di spionaggio. L’Inter e Telecom dovranno risarcire un milione di euro all’ex bomber di Lazio, Juve e Milan. Questo episodio, ha riacceso l’interesse su Luciano Moggi e su tutto ciò che ha causato l’esplosione di calciopoli. Mirko Nicolino di JuveMania hanno deciso quindi di intervistare l’avvocato dell’ex direttore generale della Juventus, Paco D’onofrio che ha parlato a tutto campo di Inter/Telecom, della situazione di Moggi e non si è tirato indietro davanti ad un parere su Antonio Conte e la sua squalifica.

    Il legale di “Big Luciano” ha aperto alla possibilità di sospensione della radiazione in ambito sportivo del proprio assistito, visto che il processo di Napoli ha dimostrato che non c’è stata nessuna manomissione nel campionato italiano e c’erano personaggi che frequentavano arbitri e designatori, più di quanto potesse fare Moggi, senza subire alcuna condanna!

    Paco D’Onofrio, legale di Moggi © Mario Carlini/Getty Images

    Con Giuliano Tavaroli che conferma di aver spiato sia Bobo Vieri che l’ex dirigente juventino su richiesta del presidente interista Massimo Moratti, Paco D’Onofrio non esclude di studiare fino in fondo la situazione per poter richiedere anche un lauto risarcimento danni.

    L’avvocato D’Onofrio parla anche della giustizia sportiva, ormai ferma nella sua evoluzione e che in alcuni casi non permette neanche la difesa da parte del presunto colpevole, rovinando sportivi e le proprie famiglie. L’ultima battuta è sull’attuale tecnico bianconero Antonio Conte, squalificato per 10 mesi in attesa del Tnas. Secondo il legale di Luciano Moggi, difficilmente si arriverà ad una sospensione della squalifica, al massimo una riduzione della stessa.

    L’intervista completa a Paco D’Onofrio (a cura di Mirko Nicolino) la troverete QUI.

  • Moggi a Chiambrettopoli difende Buffon e attacca Moratti

    Moggi a Chiambrettopoli difende Buffon e attacca Moratti

    Di tanto in tanto lo spettro di Luciano Moggi si riaffaccia sull’attualità calcistica, intervenendo con le sue osservazioni in merito alle vicende che riguardano il mondo del pallone di cui, fino a sei anni fa, era uno degli uomini più potenti e influenti: le circostanze, dopo il ciclone Calciopoli, sono cambiate, ma Moggi continua a esprimere il suo punto di vista (da molti considerato ancora autorevole). Ultima in ordine cronologico, l’intervento rilasciato al programma radiofonico di Piero Chiambretti, “Chiambrettopoli”, in onda su Radiodue fino al termine degli Europei di Polonia ed Ucraina.

    L’argomento principe di cui parla l’ex dg della Juventus è lo scandalo scommessopoli, difendendo in tal senso Gigi Buffon, capitano della Nazionale messo sotto la lente d’ingrandimento a causa di una sua amicizia con il proprietario di una tabaccheria-ricevitoria di Parma, cui avrebbe affidato delle somme importanti: le indagini ed i rilievi effettuati non hanno rinvenuto, però, anomalie nei flussi di gioco e, dunque, il potenziale scandalo del pre-Europei si è sgonfiato rapidamente. Ecco, quindi, che non è difficile per Moggi esprimere il suo punto di vista sulla vicenda: “Io vorrei escludere una cosa del genere, hanno tirato in ballo Gigi Buffon, un giocatore che tutto può fare tranne che scommettere e lo dimostra in partita”.

    Oltre a Buffon, poi, Luciano Moggi “si schiera” anche al fianco di Antonio Conte, a proposito delle combine legate al periodo in cui sedeva sulla panchina del Siena, motivando la sua posizione in riferimento all’indole-guerriera del mister bianconero, sempre proiettato verso la volontà di vincere. La domanda di Chiambretti, in tal senso, è ben precisa: “Conte sapeva di Bari, Atalanta, Siena?” cui Moggi risponde: “Non so rispondere, ma posso dire quel che penso conoscendolo. Conte tira sempre a vincere e non guarda mai in faccia a nessuno, neanche agli zingari”.

    Luciano Moggi | ©GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Piero Chiambretti continua, poi, a stuzzicare Moggi, definendolo “ex burattinaio del calcio italiano”, a voler sottolineare ironicamente il suo potere di comando esercitato per lunghi anni, e chiedendo un confronto fra la vicenda attuale dello scandalo scommesse e la vicenda calciopoli, che – secondo Moggi – è stato un “omicidio senza morto”. Un modo colorito per sottolineare la sostanziale differenza fra la vicenda passata e quella attuale: “le motivazioni dei due processi, quello sportivo e penale, hanno detto che nel campionato del 2004, era tutto regolare, nessuna partita alterata, invece è stato dato l’ergastolo a delle persone per non aver commesso il fatto, praticamente un omicidio senza il morto

    Chiambretti riporta, poi, la discussione su un tema “caldo” della polemica, riportando il punto di vista di Massimo Moratti, presidente interista, il quale ha sempre affermato che lo scandalo calciopoli è stato ben più grave perchè coinvolgeva i dirigenti. In tal senso, Moggi ribatte riferendosi anche al nome dello scomparso Giacinto Facchetti, ex dirigente merazzurro, e attaccando duramente il presidente Moratti: “la differenza è che siccome Moratti usufruì di questo frangente per vincere i campionati, per indebolire gli avversari e distruggere la Juve, certamente per lui è  di gran lunga  peggiore questo, ma quando parla di alti dirigenti, deve rendersi conto che il procuratore federale ha scritto che l’Inter era passibile di illecito sportivo, prescritto, guarda caso…”

  • Dossier Luciano Moggi Tavaroli inguaia Moratti

    Dossier Luciano Moggi Tavaroli inguaia Moratti

    Ancora Giuliano Tavaroli protagonista. Stavolta l’ex capo della security di Telecom e Pirelli, ascoltato con riferimento al processo sui dossieri illegali, ha dato conferma di aver ricevuto da parte dell’Inter l’incarico di spiare anche l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, condannato poi nell’ambito dell’inchiesta calciopoli. Tavaroli ha asserito che i report riguardanti l’allora dirigente dei bianconeri furono consegnati direttamente a Giacinto Facchetti, a quei tempi vice presidente dei nerazzurri milanesi, ma ha detto di non sapere se lo stesso poi ebbe contatti in tal senso con Massimo Moratti.

    Prima di Moggi a Tavaroli fu chiesto anche un dossier su De Santis, a quell’epoca arbitro, mentre l’ex capo security di Telecom ha detto di non ricordare se furono svolte delle attività che riguardassero Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus all’epoca. Un’altra importante rilevazione di Tavaroli è arrivata con riferimento al caso del dossier su Moggi: sembrerebbe infatti che fu Adamo Bove, a quei tempi dirigente di Telecom e poi morto suicida, a svolgere l’analisi del traffico telefonico dell’allora dirigente bianconero.

    Luciano Moggi | © PACO SERINELLI/AFP/Getty Images

    L’obiettivo di questa attività di spionaggio nei confronti di Moggi nacque dopo alcune dichiarazioni ricevute dall’Inter, attraverso un arbitro, con riferimento a delle possibili frodi fiscali. Una vicenda a tinte fosche dunque, e il fatto che in ballo vi siano due persone non più in vita come Facchetti e Bove complica ancor di più la situazione per chi sta conducendo l’inchiesta. Staremo a vedere se nei prossimi giorni ci saranno ulteriori novità in merito alla questione, ma sembra comunque che le cose andranno ancora per le lunghe. Con buona pace dei tifosi juventini e dello stesso Moggi che a distanza di anni non dimenticano quanto accaduto, specie in relazione alla retrocessione in B e soprattutto agli scudetti che seguirono all’inchiesta calciopoli. Procedimenti diversi ovviamente, ma accomunati da quest’attività di spionaggio che diede un po’ il via a tutto.

  • Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi, dopo la conferma della radiazione, ha parlato chiaro, dichiarando guerra al sistema giudiziario italiano.

    Parole forti, ricche di rabbia, accompagnate da tanta delusione: “Ero stato chiaro fin da subito, quando questa storia ebbe inizio. Andrò fino in fondo questo è poco ma sicuro. E’ giusto che si faccia chiarezza su tutto. Qua si vede solo ciò che si vuol vedere. Tralasciando la mia posizione penso alla Juventus, ai suoi tifosi, a ciò che hanno assistito in questi anni. I veri campionati falsati sono quelli dal 2006-2010″.

    Le fasi precenti alla radiazione definitiva di Big Luciano li conosciamo bene: Moggi insieme ad Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini  furono squalificati a vita dalla commissione disciplinare della Federcalcio per le vicende di Calciopoli il 15 giugno del 2011, sentenza poi confermata quando la Corte di Giustizia Federale respinse il ricorso in estate. Sappiamo benissimo, che Moggi era stato sospeso precedentemente per 5 anni dalla Federcalcio con una motivazione chiara, ma non del tutto equa con episodi avvenuti successivamente, dove, altre società calcistiche tennero lo stesso comportamento, ma con conseguenze diverse.

    luciano moggi | © GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Ecco il “vecchio” comunicato della Federcalcio:

    Il fatto che altri soggetti obbligati all’osservanza della normativa federale possano aver tenuto, in ipotesi tutt’ora da accertare, condotte analoghe a quelle acclarate nei confronti del Moggi dalle sentenze rese, non fa venir meno la gravità di quanto contestato al deferito”.

    Dopo la sentenza definitiva di radiazione da parte dell’Alta Corte del Coni, Moggi, dopo avere analizzato la posizione della Juventus, ha parlato della sua posizione personale: “Come ho già detto, penso alla Juventus, ma penso anche a me è ovvio. Questa è una vera e propria sentenza politica. I due processi sportivi hanno detto che non c’erano illeciti e anche al processo di Napoli è emerso che il campionato 2004-05 era regolare, che il sorteggio degli arbitri era regolare, che le ammonizioni mirate non c’erano. Incalza l’ex D.g bianconero: “Andrò alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e vediamo cosa succede. Ci troviamo di fronte ad accuse che non hanno riscontro nei fatti, è una cosa grave ma cosi è e ci difenderemo nelle sedi più opportune. Ripeto, la radiazione è una sentenza politica, hanno cominciato così e vogliono finire così”.