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  • Lotito furioso “C’è già una classifica scritta”

    Lotito furioso “C’è già una classifica scritta”

    Claudio Lotito non ha digerito la sconfitta rocambolesca della sua Lazio contro il Napoli al San Paolo per 4 a 3. Le aquile biancocelesti dopo essere passate in vantaggio sono state rimontate e superate due volte, ma secondo il presidente laziale questa sconfitta sarebbe maturata dai pesanti errori arbitrali che avrebbero favorito la squadra partenopea.

    Queste le parole infuocate, come un fiume di lava in piena dopo la partita in questione:“Siamo stati penalizzati in maniera decisiva, il gol sul tiro di Brocchi non concesso e quel rigore su Cavani si commentano da soli. I giocatori vanno educati, altrimenti cambino sport e facciano i tuffatori… Il tiro di Brocchi, poi, non era dentro di cinque centimetri ma in modo tale da non poter essere considerato un non gol. Prendo atto di quanto accaduto, significa che già oggi si vuol stilare una classifica per ricoprire certe posizioni”.

    Continua sulla stessa riga il presidente Lotito, ammettendo come nonostante le assenze i ragazzi ce l’abbiano messa tutta rimanendo con un pugno di mosche in mano: “La squadra era debilitata da assenze importanti ma il nostro principio è la lealtà sportiva prima di tutto, invece c’è qualcuno che prova a vincere ad ogni costo. Non è nel mio stile lamentarsi delle situazioni in campo ma oggi parlo con al consapevolezza che nel calcio non esiste meritocrazia”.

    Lanciando un messaggio chiaro ai vertici arbitrali e della Lega: “Siamo abituati ad agire con logiche diverse, la lealtà sportiva è un elemento fondamentale per noi, mentre per altri è un optional, vincere con ogni mezzo non è il nostro stile. Mi auguro che qualcuno capisca cosa è accaduto oggi, altrimenti viene depauperato il lavoro basato sul merito. Banti? Non mi interessa fare critiche alla classe arbitrale perché non è nel mio stile. Le conclusioni deve trarle chi è preposto a queste cose. La nostra sconfitta è immeritata, chi ha visto le partite e capisce di pallone e non di calcio lo sa. O si interpretano le cose in modo regolare oppure cambiamo sport e ci mettiamo a fare i tuffatori”.

     

    Le affermazioni si raffreddano il giorno dopo e il presidente biancoceleste Claudio Lotito stavolta usa parole meno forti intervenendo alla trasmissione Radio Anch’io lo Sport su Radiouno: “Le mie esternazioni non sono volte soltanto al rammarico per una sconfitta immeritata, ma per alcuni fatti che snaturano la certezza del diritto”.  Senza però rimarcare ancora una volta l’amarezza per la sconfitta giunta in un modo non proprio limpido, e spiegando come questa manovra di difesa nei confronti della Lazio sia comunque qualcosa di necessario per tutelare la sua squadra, parte lesa in questo caso: “Quello che qualcuno dimentica e’ che il calcio di una volta era romantico e non incideva sul bilancio, oggi invece entrare in Champions o meno significa 25 milioni, la Lazio e’ quotata in borsa e io ho il diritto di difendere gli azionisti affinché venga rispettato il diritto. Si parla di compensazioni, che guardando le partite della Lazio non ci sono state; noi abbiamo avuto 2 rigori in tutta la stagione e ci sono squadre che ne hanno avuto 14, molti opinabili.

    Chiusura finale con una presa di posizione chiara e decisa, che porti ad un’unica soluzione, l’uniformità di giudizio, con la consapevolezza che cambiare il mondo del calcio non è un cosa facile: “Tutti i cambiamenti di regole che ci sono stati in questi anni sono partiti dal sottoscritto, a partire dalle penalizzazioni per chi non paga l’Irpef. Dobbiamo creare uniformità di giudizio, altrimenti la gente allo stadio non ci va più perché ha sfiducia nelle istituzioni. Ho avanzato sospetti dicendo che è inutile giocare? Non ho mai detto queste cose, ho detto semplicemente cosa dobbiamo fare che e’ una cosa completamente diversa. Lo scorso anno dissi che ci serviva l’ausilio della tecnologia e mi è arrivato un deferimento. Io sono entrato in un sistema dove non si pagavano le tasse e l’Iva non era un dato sensibile per iscriversi al campionato, mentre fuori dal calcio per chi non paga l’Iva c’e’ l’arresto”.

    (Fonte: Sportal- Italpress)

  • Gli arbitri aiutano le milanesi, Juve penalizzata. La Moviola della 26 giornata

    Gli arbitri aiutano le milanesi, Juve penalizzata. La Moviola della 26 giornata

    Come ogni anno il momento topico del campionato viene inficiato da prestazioni arbitrali discutibile che portano in auge ancora una volta il famoso concetto della sudditanza psicologica. Inter e Milan nell’attesa di capire se si son fatti i conti “senza l’oste” (Napoli) vengono aiutate a prender il largo da decisioni arbitrali assurde.

    I nerazzurri battono un ottimo Cagliari grazie ad una topica di Celi e Puggiotto che non si avvedono di una netta ed influente posizione di Ranocchia sul gol vittoria. L’Inter può recriminare invece per un rigore non concesso per una trattenuta su Thiago Motta.

    Per par condicio Banti di Livorno sorvola su un tocco di mano di Robinho nell’occasione del primo gol costringendo il Chievo ad inseguire per lunghi tratti della partita. La Juve fornisce una prestazione imbarazzante a Lecce e prendersela con la terna arbitrale sarebbe riduttivo ma gli episodi sono più di una attenuante, in avvio non viene concesso un rigore per una trattenuta su Toni che sarebbe oltretutto costata l’espulsione per chiara occasione da rete. Ineccepibile l’espulsione di Buffon ma l’azione è viziata da un fallo inesistente di Toni e da ripresa del gioco troppo tempestiva e con palla in movimento da parte dei salentini.

    Bravo Orsato nel dirigere l’infuocato Genoa-Roma, generoso Tagliavento nella concessione del rigore al Parma per un presunto fallo su Amauri. Giusto il rigore assegnato al Napoli e sbagliato da Cavani, l’arbitro Gava gestisce però male le trattenute e qualche colpo proibito.

  • Napoli, la protesta di De Laurentis: “questo è il sistema, o si accetta o ritiro la squadra”

    Pesa come un macigno l’errore di Banti nella sconfitta del Napoli al San Paolo contro la Fiorentina. Gli errori arbitrali continua ad esser tanti nei confronti della società del presidente De Laurentis e il contraccolpo oltre che psicologico inizia ad aver impatto sulla classifica. Il patron del Napoli è comunque lucido nella disamina della partita, anche se ancora una volta attacca il sistema.

    “Ho visto un Lavezzi tonico – dice -, peccato per Quagliarella che è entrato a gara in corso. Vorrà dire che sarà più riposato per il Milan. Mazzarri? Non discuto le sue scelte”. Sul il rigore negato a Lavezzi: “Questo è il sistema, o si accetta o no, altrimenti torno a fare cinema e ritiro la squadra”. “Si potrà discutere di errori arbitrali in altra sede, anche se so già che sarebbe un tavolo di sordi. L’Europa è lontana anni luce dagli Stati Uniti e non solo sul tema tecnologia: questo è mondo vecchio in mano a dei vecchi”. Quindi ancora su Mazzarri: “E’ l’unico allenatore che ho avuto fino ad ora che ha la mia totale fiducia, perché siamo sintonizzati sul piano umano e mi sta insegnando molte cose sul piano tecnico. Non dirò mai nulla contro di lui”.

    Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mazzarri “Il Napoli ha fatto una grande gara, ha condotto la partita sempre ad eccezione dei primi 10 minuti abbastanza equilibrati, dove ci siamo studiati. Se non esistesse il risultato, per il gioco, per la produzione di palle pericolose, il Napoli avrebbe vinto, purtroppo ci sono degli episodi che in questo sport condizionano. E’ un po’ anche colpa nosta che creiamo tanto e facciamo pochi gol. Da domani visto il 3-1 si dirà che il Napoli è in crisi perche mancano i punti ma io non ho visto una squadra in crisi. La Fiorentina ha creato quasi niente e si è trovata sul 2-1. Il Napoli sull’1-0 stava giocando bene e meritava di chiudere la partita ed invece si è trovato sotto. Al di là della generosità di De Sanctis, domani commenteremo un 3-1 incredibile”.

    Sulla decisione di fare giocare Denis dal primo minuto al posto di Quagliarella, Mazzarri spiega. “German stava bene invece Fabio aveva perso un po’ la condizione e la decisione di lasciarlo fuori è stato un modo di preservarlo ed infatti in quello spezzone di partita che ha fatto l’abbiamo visto molto bene. Ho cercato di far giocare i giocatori più in forma, aspettandolo perché ci aiuti a fare un grande finale di campionato”.