Tag: los angeles lakers

  • Pronostici Nba: Bulls-Lakers, Belinelli sfida Bryant

    Pronostici Nba: Bulls-Lakers, Belinelli sfida Bryant

    Dopo la grande notte di Gallinari e la caduta dei Lakers a Toronto, torna la consueta rubrica dei pronostici Nba. Nove le partite in programma nella notte italiana. Sotto i riflettori ancora i giallo-viola di Mike D’Antoni, stavolta impegnati allo United Center dei Bulls del nostro Marco Belinelli. Altra sfida di cartello quella che vede i Knicks di Carmelo Anthony affrontare al Garden di New York i Nets. Non va sottovalutato nemmeno l’impegno in trasferta dei Clippers sul parquet di Golden State. Anche gli Spurs saranno di scena fuori casa su un campo non proprio semplicissimo, quello dei 76 ers. Così come Clipper e San Antonio, la vittoria passa on the road anche per gli Houston Rockets. Grizzlies-Pacers, Hornets-Kings, Hawks-Twolves e Blazers-Wizards completano il programma.

    Pronostici Nba, Chicago Bulls – Los Angeles Lakers

    Marco Belinelli all'esame Bryant | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Marco Belinelli all’esame Bryant | ©Jared Wickerham/Getty Images

    Non si può dire che i Lakers se la passino bene in classifica. Dopo il passo falso contro Toronto, i giallo-viola si son visti scavalcare in classifica persino da Dallas, che invece ha svolto il proprio compito alla perfezione nella trasferta di Orlando. Oltre il danno anche la beffa per i californiani, i quali non potranno utilizzare Dwight Howard, espulso al termine del secondo periodo nella sfortunata trasferta dell’Air Canada Centre. L’assenza di Diwght potrebbe pesare in maniera decisiva, considerando anche la disarmante prova difensiva mostrata nella notte appena trascorsa. Chicago non sarà un rullo compressore in casa (11-11), a ciò aggiungiamoci pure l’assenza quasi certa di Deng, ma i Bulls possono approfittare di un avversario ancora in convalescenza. Pronostico: 1

    New York Knicks – Brooklyn Nets

    Dopo Bulls-Lakers, l’incontro del Madison Square Garden ha tutte le potenzialità per offrire il miglior spettacolo della serata. I Knicks (25-13) possono vantare un record casalingo di 14 vittorie e 5 sconfitte, ruolino di marcia che se confrontato con quello dei Nets lontano da casa (8-9) può già dare una mano ad indirizzare il match a favore dei padroni di casa. In più va sottolineato come New York abbia superato il periodo di flessione attraversato ad inizio gennaio e sia reduce da due vittorie consecutive (una a Londra nella partita “esibizione” contro Detroit). La nostra sensazione è quella di un successo casalingo di Melo e compagni, nonostante i Nets di coach P.J Carlesimo (8-2 negli ultimi dieci incontri) restino una delle franchigie più solide della Eastern Conference. Pronostico: 1

    Golden State Warriors – Los Angeles Clippers

    Se Golden State (24-15) avesse incontrato i Clippers (32-9) due settimane le avremmo dato molte più chances di vittoria rispetto a quante siamo costretti a darne oggi. Dal tre gennaio ad oggi questa sarà la terza volta che i Warriors sfideranno i californiani. L’ultima volta che Cp3 e compagni hanno giocato alla Oracle Arena subirono un pesante ko (-21), sconfitta però recuperata con gli interessi tre giorni dopo allo Staples Center. Il periodo di forma non eccelso attraversato dai padroni di casa (2-5 nelle ultime sette partite disputate) ci autorizza a credere nell’ennesima vittoria dei Clippers, che stanotte hanno la possibilità di scalzare dalla vetta della Western Conference i Thunder, quest’ultimi battuti all’overtime da Denver 12 ore fa. Pronostico: 2

    Portland Blazers – Washington Wizards

    Non vogliamo sorprese stavolta. Portland (20-20) ha tutte le carte in regola per lasciarsi alle spalle la striscia negativa di cinque sconfitte consecutive e questa sera contro i Wizards (8-30) dovrebbe far valere l’intramontabile legge della natura, dove il più forte resta e quello debole soccombe. Lillard (vincerà il duello con Beal?), Aldridge, Nicolas Batum, è davvero enorme il potenziale a disposizione dei padroni di casa per avere la meglio sulla squadra che detiene uno dei peggiori record in trasferta (2-17). Pronostico: 1

    Pronostici Nba, le altre partite

    76 ers – Spurs: 2
    Hornets – Kings 2
    Grizzlies – Pacers 1
    Hawks – T-Wolves 2
    Bobcats – Rockets 2

  • NBA: Gallinari batte Durant, Lakers a picco senza Howard

    NBA: Gallinari batte Durant, Lakers a picco senza Howard

    Soltanto quattro le partite Nba giocate nella notte italiana ma non sono mancate di certo le sorprese. La più clamorosa si è registrata all’Air Canada Centre, dove i Lakers, superfavoriti alla vigilia, hanno imbroccato una serata storta, condizionati anche da un arbitraggio che ha scatenato l’ira di Mike D’Antoni, esploso letteralmente nei minuti conclusivi del quarto periodo quando il destino pareva ormai già segnato per i giallo-viola. L’altra sorpresa è la vittoria all’overtime di Denver contro i lanciatissimi Thunder. Un ruolo importante nel successo dei Nuggets lo recita anche il nostro Danilo Gallinari, che chiude la serata mettendo a referto 18 punti. Nelle altre due partite vittoria in trasferta per Dallas ad Orlando ed ennesimo ko di Boston contro Detroit.

    NBA, Toronto Raptors – Los Angeles Lakers 108-103

    Poche volte in questa stagione si era visto un Mike D’Antoni così, letteralmente fuori di sé dopo decisioni arbitrali (su tutte l’espulsione di Dwight Howard al termine del secondo periodo) secondo lui contrarie ai giallo-viola e che in qualche modo hanno portato all’inopinata sconfitta contro Toronto (15-26) al Canada Air Centre. L’occasione era di quelle ghiotte per riuscire a recuperare terreno rispetto alle rivali per l’ottavo posto, dopo le sconfitte della sera prima di Houston e Portland, ma i Lakers hanno trovato il modo di sprecarla malamente. Il vero problema è stata la difesa, a tratti imbarazzante, incapace di catturare il pallone quando tutte le leggi della fisica sono favorevoli. Impossibile però trascurare l’assenza forzata di Howard, perché il contributo del numero 12 nella difesa dei californiani è importante quanto il sole lo è per le piante. I Raptors approfittano quindi sia della mollezza difensiva degli ospiti sia della prova maiuscola offerta da Jose Calderon, che chiude la serata con 22 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 18 punti di Landry. Tanti, forse troppi, gli errori Bryant invece (10/32 da due), nonostante sia comunque anche questa notte il top scorer dei suoi con 26 punti, uno in più di Pau Gasol.

    NBA, Denver Nuggets – Oklahoma City Thunder 121-118 (OT)

    Danilo Gallinari marcato da KD | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari marcato da KD | ©Doug Pensinger/Getty Images

    Denver pone fine alla serie di sei vittorie consecutive dei Thunder (32-9) e piazza il sedicesimo trionfo al Pepsi Center in 19 partite (16-3). Successo importante quello dei Nuggets, che si aggiudicano meritatamente l’incontro che li ha visti ribattere colpo su colpo ai canestri della scatenata coppia Durant (37) – Westbrook (36), protagonista con 73 punti complessivi. Proprio Russel aveva portato la sfida all’overtime con il canestro da due a 25 secondi dal termine dell’incontro per il definitivo 109-109. A decidere la partita è stato il layup a 46″ dal termine di Kenneth Faried, che ha riportato avanti Denver 117-116. I successivi liberi di Andre Miller e Wilson Chandler hanno fatto il resto. Oltre a The Manimal Denver deve erigere già da oggi una statua a Corey Brewer, dopo la sensazionale prestazione da 26 punti partendo dalla panchina. Per il nostro Danilo Gallinari 18 punti in 38 minuti giocati.

    NBA, Orlando Magic – Dallas Mavericks 105-111

    Continua il momento positivo di Dallas (18-24), che supera anche Orlando e inizia a sognare una clamorosa rimonta sull’ottavo posto nella Western Conference. Gara quasi sempre controllata dai Mavericks, sopra di 13 punti anche nell’ultimo periodo, prima di farsi rimontare pericolosamente dai Magic fino al 104-102 negli ultimi 60 secondi. A porre una definitiva sentenza sul match ci ha pensato Darren Collison con una tripla a 31″ dal termine. Per Dallas migliore in campo Shawn Marion con 20 punti e 10 rimbalzi. E’ stato però tutto il collettivo a girare per il meglio, con ben 7 giocatori in doppia cifra sui 9 che sono scesi sul parquet. Ancora una volta importante l’apporto dalla panchina di Vince Carter (15), mentre si ferma a 12 punti Dirk Nowitzki. Tra i padroni di casa top scorer Glen Davis con i suoi 26 punti, a cui si aggiungono i 20 di Jameer Nelson e i 18 di J.J. Redick.

    NBA, Detroit Pistons – Boston Celtics 103-88

    Serata da dimenticare in fretta per i Celtics (20-20), che a Detroit (15-25) subiscono il terzo ko consecutivo. Inutili i 15 assist di Rajon Rondo in una partita che ha visto i padroni di casa dominare su quasi tutti i fondamentali di gioco. Disarmante poi la facilità con cui Greg Monroe (15) e compagni sono scappati nel quarto periodo, rendendo così il finale di partita particolarmente noioso, aggettivo che comunque è ben lontano da quanto visto nei primi tre quarti, con l’attacco di Detroit devastante per lo spettacolo offerto da Brandon Knight. Con questo successo comunque i Pistons restano ugualmente lontani dall’ottava piazza della Eastern Conference occupata proprio da Boston, che conserva un margine di cinque vittorie.

    NBA, classifica Eastern Conference

    1. Heat 26-12
    2. Knicks 25-13
    3. Pacers 25-16
    4. Nets 24-16
    5. Bulls 23-16
    6. Hawks 22-18
    7. Bucks 21-18
    8. Celtics 20-20
    9. 76ers 17-23
    10. Pistons 15-25
    11. Raptors 15-26
    12. Magic 14-26
    13. Bobcats 10-30
    14. Cavaliers 10-32
    15. Wizards 8-30

    NBA, classifica Western Conference

    1. Thunder 32-9
    2. Clippers 32-9
    3. Spurs 32-11
    4. Grizzlies 26-13
    5. Warriors 24-15
    6. Nuggets 25-18
    7. Jazz 22-19
    8. Rockets 21-21
    9. Blazers 20-20
    10. Timberwolves 17-20
    11. Mavericks 18-24
    12. Lakers 17-23
    13. Kings 16-25
    14. Hornets 13-27
    15. Suns 13-28

    NBA, Top 5 Plays

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”167618″]

  • Pronostici Nba: Lakers facile a Toronto? Gallinari contro Durant

    Pronostici Nba: Lakers facile a Toronto? Gallinari contro Durant

    Inauguriamo oggi la rubrica sui pronostici Nba, sperando possa essere un utile strumento per tutti gli appassionati di pallacanestro con il quale studiare meglio le partite della notte, per poi leggere la mattina seguente l’intero film su quanto accaduto nei parquet più famosi della pallacanestro statunitense. La serata di oggi propone soltanto quattro partite, fra cui un match che si preannuncia davvero interessante al Pepsi Center di Denver, dove i Nuggets di Danilo Gallinari ospitano i Thunder, leader della Western Conference. Tornano in campo i Lakers, impegnati nella trasferta canadese di Toronto. Riflettori puntati anche ad Orlando, dove i Magic ospitano Dallas. Infine i Celtics sono chiamati ad invertire la rotta nella sfida contro i “pistoni”.

    Pronostici Nba: Toronto Raptors – Los Angeles Lakers

    D’accordo, i Lakers non hanno un feeling esagerato lontano dallo Staples Center (5-12), ma all’Air Canada Centre di Toronto una vittoria dei giallo-viola non è impossibile, anzi. I Raptors sono reduci da quattro ko consecutivi (sei nelle ultime sei partite), con evidenti difficoltà a ritrovare la bussola, in realtà mai avuta in questa stagione. I Lakers si presentano con i big-four, Bryant-Howard-Gasol-Nash, che insieme sono stati protagonisti nella rimonta giallo-viola su Miami nell’ultima partita giocata contro gli Heat, dove soltanto un super LeBron James ha respinto l’assalto dei padroni di casa. D’altronde se i californiani falliscono queste serate come possono sperare di raggiungere la zona play-off? Pronostico: 2

     

    Pronostici Nba: Denver Nuggets – Oklahoma City Thunder

    Kevin Durant contro Kobe Bryant | ©FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images
    Kevin Durant contro Kobe Bryant | ©FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images

    Cinque giorni dopo la sconfitta per 117-99 rimediata alla Chesapeake Energy Arena, Denver ritrova la squadra più forte di tutta la lega (32-8), i Thunder appunto. Nelle ultime due partite i Nuggets di Danilo Gallinari sono stati battuti due volte, due giorni fa anche dai Wizard, incassando così la terza sconfitta casalinga (15-3). Se dobbiamo guardare il match dal punto di vista delle motivazioni diamo come leggermente favoriti i padroni di casa, ma il periodo di forma attraversato da Oklahoma (8-2) non lascia immaginare un risultato diverso dalla loro vittoria anche al Pepsi Center. Kevin Durant, mister 52 punti, e Russel Westbrook continueranno nel personalissimo two men showPronostico: 2

    Pronostici Nba: Orlando Magic – Dallas Mavericks

    Sicuramente è la sfida che più sfugge a qualsiasi pronostico. D’altronde di fronte ad Orlando (14-25) i segni non sono mai semplici, sopratutto se consideriamo che nello spazio di 48 ore i Magic sono riusciti nell’impresa di violare lo Staples Center battendo i Clippers per poi perdere contro gli Wizard. Qualche certezza in più la regalano i Mavericks, in netta ripresa nelle ultime partite (4-1), con la sconfitta subita per mano dei Thunder che ha posto fine alla striscia positiva di quattro vittorie consecutive. Tra i padroni di casa il bollettino medico dà Jameer Nelson in forse, ed un’eventuale assenza della guardia tiratrice di Orlando potrebbe far pendere in maniera decisiva le sorti dell’incontro a favore di Dallas. Pronostico: 2

    Pronostico Nba: Detroit Pistons – Boston Celtics

    Di rientro dalla “trasferta” europea, Detroit vuole tornare a correre, lasciandosi alle spalle le ultime tre sconfitte casalinghe contro Bobcats, Jazz e Knicks (a Londra, ndr). Se prendiamo in esame il ruolino di marcia avuto dalle due squadre nelle precedenti dieci partite notiamo lo stesso record di sei vittorie e quattro ko. A parità di valori i Celtics sono da considerarsi superiori rispetto a Detroit, anche se negli ultimi tre incontri contro Boston i Pistons hanno sempre vinto. Se alla recente tradizione sommiamo anche le due L consecutive dei Celtics potremmo pensare ad una sorpresa proprio in questa partita, confidando anche nel buon Greg Monroe, che ha una media di 20.3 punti e 10.3 rimbalzi nelle ultime quattro sfide contro Boston. Pronostico: 1

  • NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    C’era un solo grande spettacolo (Londra capirà) nella notte Nba, che offriva al pubblico statunitense (ed europeo) quattro incontri. Su tutti ovviamente spiccava quello dello Staples Center di Los Angeles, dove i Lakers affrontavano i detentori dell’anello, i Miami Heat. Reduce da due vittorie consecutive, la squadra di Mike D’Antoni sembrava potesse farcela a superare il quintetto di coach Spoelstra, sopratutto per via del rendimento esterno non proprio eccezionale di Miami (fino a stanotte aveva un record di nove vittorie e nove sconfitte). I giallo-viola si sono presentati al completo davanti a LeBron e Wade, che compiva proprio oggi la veneranda età di 31 anni. Oltre al recupero di Dwight Howard, che risaliva già a 48 ore prima, i californiani hanno potuto contare anche sull’apporto di Pau Gasol, assente per diverse partite a causa di un infortunio al naso durante il match contro i Nuggets del nostro Danilo Gallinari. Nonostante le premesse fossero di una grande partita, a detta degli esperti equilibrata, in realtà ha visto il netto predominio degli ospiti, guidati da uno strepitoso LeBron James.

    MUFASA – Già, il re dell’immensa savana statunitense è sempre lui, Mufasa. Dopo aver raggiunto i 20 mila punti nell’incontro di ieri contro gli Warriors, abbattendo di fatto qualsiasi precedente record, carte d’identità alla mano, LeBron ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza nella casa dell’acerrimo nemico, Kobe Bryant. Fra le altre cose quest’ultimo gli ha soffiato il trono dell’audience, se così si può definire, riguardo le votazioni del pubblico per la partecipazione all’All-Star Game, in programma a Houston in Texas dal 15 al 19 febbraio, superandolo di quasi ottomila voti e relegandolo al secondo posto. Dicevamo della prova autoritaria di stanotte sul parquet dei Los Angeles. Già i numeri da soli bastano a descrivere quello che è stato LeBron nella serata appena conclusasi: 39 punti (17/25 da due), 7 rimbalzi e 8 assist in 42 minuti giocati. E’ stato lui ad aprire le danze nel primo quarto, ed è stato sempre lui a chiuderle fissando il risultato sul 99-90. Quando poi hai per compagno di squadra Dwyane Wade (27) le cose si semplificano e tutto si trasforma in magia.

    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    KOBE – Se sbagli i primi 14 tiri sui 17 che provi capisci subito che qualcosa non va. E anche se ti chiami Kobe Bryant e segni 13 punti sui 22 totali nell’ultimo quarto, riuscendo con una tripla delle tue ad impattare sul 90-90 a due minuti dalla fine, puoi solo sperare in un altro miracolo, che però non sempre accade. Già, perché poi succede che in squadra hai Dwight Howard, contro il quale se la prendono quelli intelligenti di Miami, e lo mettono alla prova del nove, quella dei tiri liberi. E puntualmente Dwight li sbaglia, realizzando un 1/4 alla fine della fiera decisivo, in negativo, per i Lakers. D’altronde che importa segnare 13 punti e catturare 16 rimbalzi se poi nel momento clou dell’incontri non arrivi neanche al ferro a cronometro fermo? Già, nulla. Per carità, la rincorsa ai play-off verosimilmente riuscirà, con i Lakers che stacheranno quantomeno l’ottavo posto nella Western Conference, con Portland che dovrebbe recitare il ruolo di vittima sacrificale. Però in un’eventuale sfida play-off alcuni fattori potrebbero far sì che la gara venga decisa già prima della palla a due.

    NONNO ALLEN – Si sa, il basket vive di variabili infinite e apocalittiche, sulle quali un coach può spendere ore e ore di fronte ad una lavagnetta che quest’ultima non riuscirà mai a rispondere ai quesiti fondamentali. Perché Ray Allen segna sette dei nove punti totali negli ultimi cinque minuti della partita? Ecco, questa domanda Mike D’Antoni sicuramente se la sta ponendo, anche ora che presumibilmente è a letto. Ma, a meno che non conosca qualche oscura divinità ancestrale, Mike non si saprà dare una risposta. Fatto sta che questa sera allo Staples Center Ray Allen è stato il Fattore. Ha segnato una tripla pesantissima sul 83-83, riportando avanti Miami di tre lunghezze a 4.54 dalla sirena. Due minuti dopo ha realizzato un altro canestro da due importantissimo sul 88-86. Ed infine ha segnato forse il canestro decisivo del 94-90 ad 1.30 dal termine, indirizzando in maniera definitiva il match verso la sua squadra.

    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 22, Metta World Peace 16, Howard 13
    Miami Heat: LeBron James 39, Dwyane Wade 27, Ray Allen 9

    TUTTI I RISULTATI NBA DEL 17-01-2013

    DETROIT – KNICKS 87-102
    TIMBERWOLVES – CLIPPERS 77-90
    SUNS – BUCKS 94-98
    LAKERS – HEAT 90-99

    NBA TOP 10 WEEK 17 GENNAIO

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”167107″]

  • Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Oggi parleremo della rinascita di Dwight e dei Lakers, dell’ennesima tripla decisiva del Gallo, e di quanto la panchina dei Clippers possa giocare un ruolo fondamentale in assenza di Chris Paul. NUGGETS – BLAZERS 115-112 (OT): E sono sei. Al Pepsi Center Denver conquista la sesta vittoria consecutiva (season-high), ribaltando Portland al primo overtime. La differenza? Gallinari le mette, Lillard no. Fantastica prestazione del nostro Danilo, che a un minuto dallo scadere del primo tempo supplementare porta i Nuggets avanti con la bomba del 109-107. Per l’azzurro sono 25 i punti messi a referto (top scorer dei suoi), dei quali 13 segnati soltanto nel primo quarto. Non si può non sottolineare però la prova di Ty Lawson (24 punti e 12 assist) e quella di The Manimal, con Faried che chiude in doppia doppia (21 punti e 11 rimbalzi, 9/12 da due). Calcolatrice alla mano, le tre star di Denver hanno messo insieme qualcosa come 70 punti, senza dimenticare anche i 13 punti dalla panchina arrivati dalle mani di Wilson Chandler, in campo per 19 minuti. E così diventa inutile la comunque ottima prova offerta dal quintetto di Portland, che ha in Aldridge l’assoluto protagonista (28 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), anche perché nei momenti chiave della partita la palla ce l’aveva un certo Lillard, il quale nonostante si stia imponendo quest’anno come uno dei migliori rookie non ha ancora la freddezza dei grandi campioni (a Chicago potrebbero pensarla diversamente però). In classifica Denver (24-16) allunga su Houston e gli stessi Blazers, consolidando il sesto posto nella Western Conference.

    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images

    LAKERS – BUCKS 104-88: Stanno tornando. D’accordo, forse Cavaliers e Bucks non sono proprio gli avversari più tignosi della lega, sopratutto se la cornice è quella dello Staples Center, però è un fatto innegabile come la squadra di Mike D’Antoni abbia svoltato nel Monday night contro Cleveland. Due vittorie consecutive in 24 ore, minuto più minuto meno, e quello che più è importante, un ritorno a buoni livelli di Dwight Howard. Il Superman di Orlando è rientrato alla grande, e nelle ultime due partite sembra davvero un altro giocatore rispetto all’avvio di stagione. Stanotte Dwight ha segnato 31 punti (top scorer insieme a Bryant), catturato 16 rimbalzi, e stoppato quattro volte. Va da sé che avendo anche Steve Nash come assist man (11, nove nel primo tempo), ed una difesa che inizia a funzionare, tutto diventa più facile per i californiani. Il profondo rosso toccato contro i Thunder diventa ad ogni ora un ricordo più confuso, sebbene i giallo-viola non debbano commettere l’errore di dimenticare chi fossero soltanto quattro-cinque giorni fa. Sta di fatto che in classifica Portland è distante soltanto tre vittorie. E con ancora metà stagione da giocare, i Lakers possono ragionevolmente pensare in positivo, forse per la prima volta quest’anno, dopo aver speso intere settimane sui banchi di scuola per studiare quel concetto chiave sotto la voce chemistry.

    LE ALTRE PARTITE: Rimanendo in California, i Clippers hanno battuto in trasferta i Rockets 109-117, arrivando ad un record stagionale di 30-19. Nonostante sia mancato per la seconda serata consecutiva il loro giocatore simbolo Chris Paul ancora alle prese con la botta rimediata nel finale di partita contro J.J. Redick, match alla fine vinto proprio dai Magic. Al Toyota Center il migliore è Jamal Crawford con i suoi 30 punti dalla panchina. Ai 76 ers non bastano invece i 29 punti di Jrue Holiday per evitare il ko interno contro gli Hornets (Greivis Vasquez top scorer con 23 punti). Vittoria in trasferta anche per Indiana (76-103 a Charlotte), con 16 punti e 10 rimbalzi di Paul George. Perdono, e non è una sorpresa, i Raptors al Barclays Center di Brooklyn, dove i Nets vincono la loro settima partita consecutiva, consegnando a coach P.J. Carlesimo un invidiabile record di 9-1. Mattatore dell’incontro Brook Lopez con 22 punti e 9 rimbalzi.

    NBA RISULTATI 15-01-2013

    76 ERS – HORNETS 99-111
    BOBCATS – PACERS 76-103
    NETS – RAPTORS 113-106
    ROCKETS – CLIPPERS 109-117
    NUGGETS – BLAZERS 115-111 (OT)
    LAKERS – BUCKS 104-88

  • NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    Sette le partite giocate nella notte Nba. Denver fa cinquina contro Golden State, trascinata dal Gallo e dal ritorno di Wilson Chandler. Rientro da star anche per Dwight Howard, con i Lakers che interrompono la striscia negativa di sei sconfitte consecutive battendo allo Staples Center Clevaland. Vincono anche San Antonio, Nets, Knicks e Thunder. NUGGETS – WARRIORS 116-105: Quinta vittoria consecutiva per Denver, che al Pepsi Center ritocca il record casalingo portandolo ad un confortante 14-2, grazie ad un quarto periodo da urlo (37-18), dopo che i primi tre quarti della gara si erano conclusi sul 79-87 per gli ospiti. Ancora una volta il nostro Danilo Gallinari è il miglior realizzatore dei Nuggets con 21 punti (nove nel decisivo quarto quarto), a cui aggiunge anche 8 rimbalzi e 6 assist. Alle spalle del Gallo si piazza Ty Lawson con i suoi 20 punti. Doppia doppia invece soltanto sfiorata per The Manimal, che chiude con 9 rimbalzi e 10 rimbalzi. Ma la copertina della serata è tutta per Wilson Chandler, al suo rientro dall’infortunio dopo due mesi. La guardia tiratrice di Denver parte dalla panchina e in soli 21 minuti di gioco mette a referto 14 punti, 6 rimbalzi e tre palle recuperate, risultando il migliore delle riserve. Un’autentica standing ovation ha salutato il suo rientro in campo, ai fini del risultato fondamentale perché sono due sue palle recuperate ad inizio quarto periodo a spaccare letteralmente il match e a dare il via alla rimonta dei padroni di casa. Ed è proprio la forza del gruppo che colpisce di più nella squadra di Denver, la quale potrà contare d’ora in avanti anche su un Wilson Chandler in più. Riguardo quest’ultimo aspetto si è soffermato a fine partita uno dei leader della squadra, Kenneth Faried: “E’ confortante sapere che quando arriveranno i play-off noi avremo profondità nella nostra panchina e ragazzi pronti ad aiutarci, specialmente quando qualcuno avrà una serata storta. Infatti noi non dipendiamo soltanto da uno o due giocatori, ma abbiamo tre, quattro, cinque ragazzi che possono entrare dalla panchina e segnare, o difendere, e fare quelle piccole cose che ci aiutano a vincere le partite”.
    Denver Nuggets: Danilo Gallinari 21, Ty Lawson 20, Wilson Chandler 14
    Golden State Warriors: Stephen Curry 29, David Lee 23, Harrison Barnes 21

    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images
    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images

    LAKERS – CAVALIERS 113-93: Un altro ritorno, che arreca un nome decisamente più importante (così come la squadra), è essenziale nel ritorno (scusate il gioco di parole) al successo dei Lakers di Mike D’Antoni allo Staples Center di Los Angeles contro i malcapitati Cavaliers. E’ infatti un rientro in grande stile quello di Dwight Howard, autore di una doppia doppia da 22 punti e 14 rimbalzi con cui i padroni di casa giallo-viola hanno spazzato via Cleveland. Così, dopo sei sconfitte consecutive e le prime streghe pronte a scendere sul parquet dei californiani, Kobe Bryant e compagni vincono un match fondamentale per il rientro nella corsa play-off. L’ottava piazza per la verità è ancora lontana, con Portland ottava (20-17), mentre i Lakers sono ancora sotto il 50% (16-21), ma se Steve Nash (9 assist stasera) e Howard riusciranno a trovare un’intesa perlomeno accettabile,  sarebbe difficile immaginare la squadra di D’Antoni fuori dai play-off. Proprio Dwight ha voluto esprimere al termine della gara la propria gioia per la prestazione della gara: “Quando noi giochiamo come stasera vinciamo, e vinciamo bene. Dobbiamo continuare ad apprendere da queste partite, e con fiducia possiamo iniziare una grande serie di vittorie”. Era dunque stato buon profeta Mike D’Antoni, il quale dopo la sconfitta bruciante contro Oklahoma aveva assicurato ai giornalisti che il campionato dei Lakers sarebbe iniziato domenica. Detto, fatto.
    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 23, Dwight Howard 22, Antawn Jamison 16
    Cleveland Cavaliers: Kyrie Irving 15, Dion Waiters 15, Alonzo Gee 14

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre partite giocate nella notte Nba si registra il ritorno alla vittoria dei Knicks di Melo Anthony (27) contro gli Hornets (100-87), mentre a Toronto i Raptors si suicidano nell’ultimo quarto facendosi rimontare dai Bucks un qualcosa come 20 punti di vantaggio (96-107). Sfruttano a dovere il fattore casalingo invece Brooklyn (97-86 contro Indiana, Deron Williams 22) e San Antonio (106-88 contro i T-Wolves) con un fantastico Tim Duncan, che mette a referto 12 punti, 9 rimbalzi, 5 assist, 3 palle recuperate e 7 stoppate. Cade infine al Rose Garden Portland, messa sotto 83-87 dai ragazzini terribili di Oklahoma. Kevin Durant ancora sugli scudi (33 punti), dopo la fantastica prestazione allo Staples Center contro i Lakers.

    NBA RISULTATI 13-01-2013

    KNICKS – HORNETS 100-87
    RAPTORS – BUCKS 96-107
    NETS – PACERS 97-86
    SPURS – TIMBERWOLVES 106-88
    NUGGETS – WARRIORS 116-105
    BLAZERS – THUNDER 83-87
    LAKERS – CAVALIERS 113-93

    NBA METTA WORLD PEACE DOPO LA SCHIACCIATA

    [jwplayer config=”30s” mediaid=”166707″]

  • NBA, Denver facile su Cleveland. Belinelli supera New York

    NBA, Denver facile su Cleveland. Belinelli supera New York

    Danilo Gallinari e Denver sono stati tra i protagonisti assoluti della notte. I Nuggets si sono infatti confermati imbattibili al Pepsi Center, e hanno conquistato la loro settima vittoria nelle ultime dieci partite, battendo Cleveland per 98-91. Il Gallo ha offerto un contributo fondamentale (top scorer con 23 punti), grazie sopratutto ad una tripla quando mancavano 30 secondi allo scadere che ha consentito ai Nuggets di avere un vantaggio di cinque punti. Per il nostro italiano anche sette rimbalzi. Partita perfetta per Denver, con gli uomini del quintetto titolare tutti in doppia cifra. Kosta Koufos realizza 21 punti per il suo career-high, mentre Kenneth Faried mette a segno la solita doppia doppia con 17 punti e 11 rimbalzi. In classifica Denver scavalca in un colpo solo Houston e Portland, portandosi al sesto posto con un record di 22-16.

    Danilo Gallinari ancora vincente | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari ancora vincente | ©Doug Pensinger/Getty Images

    Serata da incorniciare anche per Marco Belinelli. I suoi Bulls hanno saputo battere al Madison Square Garden i Knicks (101-108), tra le cui fila annoveravano anche Carmelo Anthony, tornato in campo dopo la squalifica di una giornata per l’ira manifestata contro KG. Beli riesce a dare un contributo prezioso per Chicago con i suoi 12 punti, 5 assist e 3 rimbalzi in 28 minuti di gioco, in una partita comunque dominata da Luol Deng (33) da una parte e lo stesso Melo (39) dall’altra. Deng è stato assolutamente il migliore in campo, dove nel primo tempo è riuscito a difendere aggressivo sull’idolo di casa per poi trascinare Chicago al successo finale. I 33 punti di stasera (13/18 da due) rappresentano per lui la migliore prestazione stagionale.

    Era la partita di cartello fra le 11 in programma nella notte. Allo Staples Center i Lakers erano chiamati a fermare l’emorragia di ko consecutivi che li vedeva fin qui protagonisti. Niente di tutto questo però, perché i Thunder in un vero e proprio scontro generazionale umiliano Kobe (28) e compagni, infliggendo loro una pesante sconfitta (101-116), la sesta nelle ultime sei partite. Notte fonda per Mike D’Antoni, che a questo punto rischia seriamente il posto. Kevin Durant da fantascienza (42 punti, 8 rimbalzi, 5 assist), senza praticamente giocare l’ultimo periodo. Ottimo anche l’apporto di Westbrook (27p, 10a), per una vittoria che non potrà non causare forti ripercussioni nello spogliatoio già malato dei Lakers.

    EXTRA – Nelle altre partite disputate nella notte, i Toronto Raptors battono agevolmente Charlotte 99-78 all’Air Canada Center grazie ai 13 punti e 8 rimbalzi di un ispirato Amir Johnson, ma anche i 16 punti dalla panchina di Alan Anderson.
    Quinta vittoria consecutiva per Brooklyn che ha la meglio sui Suns per 99-79. Top scorer Joe Johnson (19), a cui vanno aggiunti i 15 punti e 6 assist di Deron Williams.
    Dopo un preoccupante filotto negativo tornano alla vittoria anche gli Hawks. Battuti alla Philips Arena i Jazz di Paul Millsap (20p, 13r), grazie anche ad un quarto periodo eccezionale, chiuso col parziale di 19-35. Nei padroni di casa brilla la stella di Devin Harris con 24 punti.
    Sembrano invece averci preso gusto a New Orleans, dove Greivis Vasquez (18) ed Eric Gordon (16) continuano a sfornare prestazioni di altissimo livello. Stavolta la quarta W consecutiva arriva ai danni di una spenta Minnesota (104-92).
    Tra le poche vittorie in trasferta di questa sera, si registra quella di Detroit a Milwaukee (87-103), dove i padroni di casa pagano a carissimo prezzo un terzo quarto da suicidio (11-33 il parziale). Negli ospiti la fa da padrone Greg Monroe con i suoi 26 punti e 11 rimbalzi.
    Trasferta ancora amara per San Antonio, che a Memphis subisce la terza sconfitta di fila nonostante i 30 punti di Tony Parker (101-98). E’ proprio il play francese con una tripla allo scadere ad impattare il risultato sul 95-95, concedendo agli Spurs la chance di avere la meglio all’overtime. In realtà San Antonio segna soltanto un canestro (altra bomba di Parker), per poi sparire e subire la rimonta decisiva negli ultimi 27 secondi di partita.
    Si sono invece definitivamente sbloccati i Celtics di coach Rivers, che al Garden spazzano via Houston per 103-91, conquistando così la loro quinta vittoria consecutiva. In evidenza ancora i famigerati due vecchietti Paul Pierce (23) e Kevin Garnett (17). Nei Rockets solita partita sopra 20 punti di James Harden (24).
    Infine ai Blazers non basta un immenso Damian Lillard con i suoi 37 punti (career-high) per avere la meglio sul fattore casalingo dei Warriors, che conquistano alla Oracle Arena l’ennesima vittoria (23-12, quinto posto nella Western Conference). Per i Warriors 24 punti e 10 rimbalzi di David Lee, ma anche 22 punti e 12 assist di Stephen Curry.

    NBA, TUTTI I RISULTATI DEL 11 GENNAIO 2013

    RAPTORS – BOBCATS 99-78
    CELTICS – ROCKETS 103-91
    NETS – SUNS 99-79
    HAWKS-JAZZ 103-95
    KNICKS-BULLS 101-108
    GRIZZLIES-SPURS 101-98 OT
    HORNETS-TIMBERWOLVES 104-92
    BUCKS-PISTONS 87-103
    NUGGETS-CAVALIERS 98-91
    WARRIORS-BLAZERS 103-97
    LAKERS-THUNDER 101-116

  • NBA, esulta Gallinari. Lakers in caduta libera, male Belinelli

    NBA, esulta Gallinari. Lakers in caduta libera, male Belinelli

    NUGGETS – MAGIC 108-105: Ha faticato più del previsto ma alla fine ce l’ha fatta Denver ad avere la meglio sui Magic, portando così il suo record casalingo ad un interessante 12-2, e irrobustendo la propria posizione in classifica (21-16), che la vede al settimo posto nella Western Conference. Prosegue il momento positivo Danilo Gallinari, che chiude la serata con 15 punti, 8 rimbalzi e 4 assist. La vetrina però è tutta per The Manimal Faried, autore di 19 punti e 19 rimbalzi. E’ suo il canestro che consente ai Nuggets di impattare sul 99-99 a meno di 120 secondi dal termine, in una partita che ha visto quasi sempre Orlando condurre le operazioni. Ci ha poi pensato Ty Lawson con una magia a portare Denver in vantaggio, cancellando definitivamente i Magic. Miglior realizzatore tra gli ospiti Jameer Nelson, che mette a referto 20 punti e 8 assist. Doppia doppia invece per Vucevic, 10 punti e 14 rimbalzi.

    BULLS – BUCKS 96-104: Altra vittoria per il nuovo coach di Milwaukee Jim Boylan, dopo il successo all’esordio contro Phoenix. Stavolta il compito non era affatto dei più semplici, considerato che i Bulls erano reduci da quattro W nelle ultime cinque partite. I Bucks devono ringraziare ancora una volta un immenso Brandon Jennings (35), che dopo i 29 punti rifilati ai Suns 24 ore prima è per la seconda volta il top scorer di Milwaukee. Il nostro Marco Belinelli vive una brutta serata, mettendo a referto solo 9 punti in oltre 31 minuti sul parquet, con un mediocre 4/14 da due). Non serve così nemmeno la solita doppia doppia di Boozer (22 punti, 11 rimbalzi) e i 18 punti di Luol Deng. In classifica Milwaukee mantiene la settima piazza (18-16) davanti Boston, mentre Chicago conferma la quinta posizione (19-14), alle spalle di Atlanta.

    SPURS – LAKERS 108-105: Perdono ancora i Lakers, alla loro sesta sconfitta negli ultimi sette incontri (cinque L di fila). I giallo-viola cadono anche sul parquet di San Antonio (15-2 in casa), e vedono allontanarsi in maniera inesorabile la zona play-off (15-20, contro il 19-15 di Portland). Sotto di 17 punti a tre minuti dal termine del terzo periodo, i Lakers hanno dato vita ad una grande rimonta, del tutto inutile però, come spesso capita in questa stagione ai giallo-viola. In mancanza di lunghi (ricordiamo le assenze contemporanee di Howard, Hill e Pau Gasol), i Lakers trovano un fattore inaspettato in Earl Clark (22 punti e 13 rimbalzi). Mike D’Antoni registra anche gli otto rimbalzi di MWP (23) e Jamison. Ma il leader carismatico rimane sempre lui, Kobe Bryant, che con 14 punti nel solo terzo periodo (sui 27 complessivi), dà il via alla rimonta dei giallo-viola. Kobe ha nel finale la bomba del pareggio, sul punteggio di 108-105, ma il pallone trova solo il ferro. Vicino alla doppia doppia, Steve Nash celebra la sua prima partita da 10k assist con 9 passaggi decisivi e 14 punti. San Antonio festeggia invece l’undicesima vittoria casalinga di fila grazie ai 24 punti di Tony Parker e i 19 di Manu Ginobili. Tiago Splitter firma invece il suo career-high catturando 14 rimbalzi e mettendo a segno 14 punti.

    Kobe Bryant non sa più cosa fare per i suoi Lakers | ©Scott Halleran/Getty Images
    Kobe Bryant non sa più cosa fare per i suoi Lakers | ©Scott Halleran/Getty Images

    CLIPPERS – MAVERICKS 99-93: Ci ha provato Dallas, ma Dirk Nowitzki e compagni hanno dovuto arrendersi davanti ai 19 punti e 16 assist di un visionario Chris Paul, a cui si sommano i 15 punti e i 13 rimbalzi di uno straripante Blake Griffin. I Mavericks sono stati in partita fino al termine del terzo periodo, chiuso avanti di 3 punti (75-72). Nell’ultimo quarto però Cp3 inventa 6 assist per i suoi compagni di squadra, che non tradiscono le attese dei tifosi presenti allo Staplese Center, conducendo i Clippers alla 13 vittoria casalinga consecutiva, superando Oklahoma in vetta alla Western Conference (28-8). Ai Mavericks non bastano i 22 punti di Collison e i 15 di Nowitzki.

    THUNDER – TIMBERWOLVES 106-84: Oklahoma si conferma insieme ai Clippers la migliore squadra della Lega con un record di 27-8. Alla Chesapeake Energy Arena non c’è partita, con Kevin Durant (26) e Westbrook (23) semplicemente inarrestabili, che consentono così a Ibaka (6) di prendersi un turno di riposo. Dalla panchina bene anche Kevin Martin, autore di 19 punti, terzo miglior realizzatore della serata targata Thunder. Dall’altra parte continua a mettere minuti sulle gambe Ricky Rubio, autore di 7 assist ma nessun canestro in 22 minuti di gioco. Solita doppia doppia per Nikola Pekovic (17 punti e 10 rimbalzi).

    CELTICS – SUNS 87-79: Ci prendono gusto i Celtics, alla loro quarta vittoria di fila. Battendo i Suns, Boston aumenta il proprio margine di vantaggio sulle dirette concorrenti all’ottavo posto, solcando un netto divario tra sé (18-17) e Philadelphia (15-22), che insegue in nona posizione. A fare la differenza non sono tanto i titolari, con KG l’unico a raggiungere la doppia cifra (10), quanto la panchina, dove coach Doc Rivers pesca il jolly in Jared Sullinger, il quale mette a segno 12 punti e offre un’eccezionale contributo in difesa con 16 rimbalzi. Complessivamente la panchina di Boston scrive a referto 47 punti.

    Kevin Garnett guida la riscossa dei Celtics | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Kevin Garnett guida la riscossa dei Celtics | ©Jared Wickerham/Getty Images

    RAPTORS – 76ERS 90-72: In una partita che ai fini della classifica non aveva molto da dire, i Raptors fanno valere il fattore casalingo e battono agevolmente Philadelphia. Sugli scudi Amir Johnson, che chiude in doppia doppia siglando 19 punti e 12 rimbalzi, oltre a 5 assist. Bene anche De Rozan (19) e Jose Calderon, protagonista con 14 punti e ben 11 assist. Negli ospiti si segnala la prova di Thaddeus Young, top scorer con 16 punti, a cui aggiunge 7 rimbalzi.

    BOBCATS – JAZZ 102-112: Ennesima sconfitta casalinga per Charlotte (5-14), che compie un’inutile rimonta nel secondo tempo dopo aver chiuso all’intervallo sotto di 19 punti (44-63). I Jazz trovano un contributo fondamentale in Al Jefferson (26), capace di chiudere con un 11/15 da due, catturando anche 8 rimbalzi. Funziona alla grande anche la panchina, che regala a Utah 39 punti. Con questo successo i Jazz superano il muro del 50% (19-18)ed inseguono Portland in nona posizione davanti a Minnesota. Non basta ai padroni di casa la buona provad di Ben Gordon, che mette a referto 20 punti in 25 minuti di gioco.

    CAVALIERS – HAWKS 99-83: Quarta sconfitta consecutiva per Atlanta, che vede così assottigliarsi il vantaggio accumulato ad inizio stagione, nonostante con un record di 20-14 resti ancora al quarto posto nella Eastern Conference. Gli Hawks sono così costretti a cedere il passo ai modesti Cavaliers, fin qui disastrosi (9-28). Per Cleveland recita il ruolo di attore principale la prima scelta del Draft 2011 Kyrie Irving, strepitoso con i suoi 33 punti (23,1 quest’anno). Dall’altra parte invece inutili i 17 punti e le sei stoppate dell’ala piccola Josh Smith, top scorer dei suoi questa sera.

    HORNETS – ROCKETS 88-79: Festa a New Orleans, dove i padroni di casa raccolgono il terzo successo consecutivo, evento ancora sconosciuto ai tifosi degli Hornets quest’anno. L’ennesima prestazione sopra i 20 punti di James Harden (25) è quindi resa inutile dall’ottima serata vissuta da Greivis Vasquez, che chiude con 17 punti e 11 assist. Fondamentali per i padroni di casa anche i 34 punti in coppia dei due “panchinari” Jason Smith e Roger Mason Jr., entrambi a quota 17 punti. I Rockets conservano ancora il quinto posto nella Western Conference (21-15), sebbene Denver sia ormai pronta all’aggancio (21-16) dopo l’ultimo filotto di vittorie.

    WARRIORS – GRIZZLIES 87-94: A sorpresa è Memphis ad aggiudicarsi lo scontro diretto per il quarto posizione ad Ovest, con i Grizzlies capaci di violare il parquet dei Warriors (11-5 in casa) affidandosi alla doppia doppia di Zac Randolph (19p, 18r), a cui si aggiungono i 18 punti di Rudy Gay. I padroni di casa, pur avendo a referto Klay Thompson con 20 punti e Stephen Curry con 24 punti, subiscono così la quinta sconfitta stagionale alla Oracle Arena.

    NBA HIGHLIGHTS 9 GENNAIO 2013

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”166397″]

  • NBA, crisi Lakers senza fine. Tra difesa, chemistry e Steve Nash

    NBA, crisi Lakers senza fine. Tra difesa, chemistry e Steve Nash

    Di stanotte la lieta novella, tanto pronosticabile quanto respinta da ciascuno dei tifosi Lakers, ovvero la sconfitta ad Houston contro James Harden e Jeremy Lin (già, proprio lui) della squadra di Mike D’Antoni, il cui sorrisino sta per lasciare spazio a qualcosa di meno tirato e più naturale, un po’ come la curva di prestazioni dei giallo-viola in questa stagione, per certi versi maledetta. Se la situazione in classifica non è poi così drammatica come altre franchigie (ogni riferimento a Dallas è puramente casuale), con un record di 15-19 comunque ancora recuperabile e “gestibile” in ottica play-off, quello che più fa paura agli abbonati dello Staples Center è non riuscire a vedere un capo e una coda nel roaster di quest’anno, che per capo intendiamo Mike e per coda la panchina giallo-viola.

    IL CAPO – Partiamo da Mike D’Antoni, fino a prova contraria il capo-allenatore dei Lakers. Bene, dal suo arrivo (12 novembre ndr) la squadra ha collezionato un record non esaltante di 13-15, al di sotto della parità, senza lasciar intravedere dei chiari segnali di “rifiuto” della gestione precedente di coach Mike Brown. Fondamentalmente la scelta di affidare all’ex capo-allenatore dei Knicks la guida dei Lakers resta avvolta nel mistero, perché se i problemi di Brown erano in difesa, neanche un pazzo poteva sperare di risolvere magicamente il problema chiamando Mike D’Antoni, che sta alla difesa come Michael Shumacher sta alla pallavolo. Ma non basta, perché i giocatori a disposizione di Mike c’entrano ben poco con le idee dell’ex Olimpia. Un po’ come affidare ad Adrian Newey la presidenza di un ospizio.

    Steve Nash entra nella storia della pallacanestro con 10 mila assist | ©Scott Halleran/Getty Images
    Steve Nash entra nella storia della pallacanestro con 10 mila assist | ©Scott Halleran/Getty Images

    CHEMISTRY – Tralasciando la coda, inesistente, passiamo ad un altro punto dolente della stagione Lakers, la chemistry. Mentre è diventata già leggenda la frase di Dwight Howard, gli effetti sul campo continuano a latitare. L’arrivo dell’ex Superman di Orlando non ha aiutato in questo senso, sebbene Dwight a parole le provi tutte, scontrandosi però dall’altra parte con la leggenda vivente di Los Angeles, Kobe Bryant, che non ha lesinato troppi complimenti a quello che doveva essere nei sogni dei tifosi giallo-viola il nuovo Shaq, anzi. Ad un giornalista che gli chiedeva se lui e Howard potessero ripetere le gesta di quando a fianco aveva Shaq, il numero 24 si è messo a ridere, ribadendo come la coppia Kobe-Shaq sia stata seconda solamente all’invincibile duo Pippen-Jordan. Come dire, Dwight who? Il 33 enne di Philadelphia sta forse progettando un ritorno alla sua amata isola? Chiedere ai Celtics per ulteriori informazioni.

    STEVE NASH – Cosa dire invece di Steve Nash? Non sappiamo fino a quando la sua favola continuerà, ma da ieri Steve Nash ha raggiunto i diecimila assist, traguardo che prima di lui avevano raggiunto soltanto Stockton, Magic Johnson, Jason Kidd e Mark Jackson. Tornato quest’estate ai Lakers, di certo non si aspettava che dopo qualche mese avrebbe riabbracciato il maestro ai tempi di Phoenix, e forse proprio la sua presenza ha spinto inconsciamente Jerry Buss a chiamare Mike D’Antoni. L’avventura di Nash ai Lakers non è iniziata nei migliori dei modi comunque, complice un brutto infortunio che l’ha tenuto fuori per tutto il mese di novembre e le prime due settimane di dicembre. Ora che Steve Nash ha raggiunto il fatidico traguardo dei 10 mila assist, riuscirà a prendere per mano i Lakers e condurli insieme a Bryant verso la tanto sospirata zona play-off? I dubbi rimangono.

    NBA TOP 10 ASSIST CAREER STEVE NASH

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”166286″]

  • NBA, Houston ribalta i Lakers. Ko anche Miami, bene Minnesota

    NBA, Houston ribalta i Lakers. Ko anche Miami, bene Minnesota

    ROCKETS – LAKERS 125-112: Alzi la mano chi nutriva delle speranze circa una vittoria dei giallo-viola in casa dei Rockets. Già, nessuno. A Houston arriva l’ennesima sconfitta stagionale dei Lakers che rispolverano la loro difesa “arcigna” e inviolabile. Sì, buttiamola sul ridere, perché in realtà a Los Angeles ci sono pochi motivi per cui abbozzare anche un solo sorriso. Dopo il comunicato ufficiale delle assenze a tempo indeterminato di Howard e Pau Gasol (senza dimenticare Jordan Hill), Mike D’Antoni non poteva sperare di violare il parquet dominato da un certo James Harden, anche questa notte grande protagonista con i suoi 31 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 19 punti e cinque assist di Jeremy Lin. Lo stesso James Harden ha eguagliato il record della franchigia detenuto da Moses Malone avendo segnato per 13 serate consecutive almeno 25 punti. Di fronte a tutto questo sembrerebbe un’eresia dire che i 10 mila assist di Steven Nash passino quasi in secondo piano. Ma appunto, è un’eresia. Il play canadese entra di diritto nella leggenda della pallacanestro essendo il quinto cestista di tutti i tempi a raggiungere il traguardo dei 10 mila assist. Gli altri? Magic Johnson, Mark Jackson, Jason Kidd e John Stockton (15,806), il migliore di tutti. Nash chiude in doppia doppia (16 punti e 10 assist), Kobe ne mette a referto 20, mentre Metta World Pace firma il suo inutile season-high con 24 punti. Il gap che separa i Lakers dalla zona play-off è di tre partite.

    PACERS – HEAT 87-77: Non è un periodo di forma straripante quello attraversato da Miami, che va ko contro i Pacers, quarta sconfitta nelle ultime 7 partite disputate. I rimbalzi, offensivi sopratutto, stanno diventando decisamente un fattore, in negativo, per gli Heat, che non possono permettersi di avere un gap di 15 rimbalzi offensivi (7-22) e di 19 complessivi (36-55) contro nessuno, tantomeno quando davanti hai Indiana. Non bastano così i 30 punti di Wade (ed è già una notizia che il top scorer non sia LeBron, “fermo” a 22), perché la vetrina è tutta per uno scatenato Paul George, autore di 29 punti e 11 rimbalzi, eccitato nell’immediato post partita per aver l’occasione di affrontare il giocatore migliore della Lega (il Prescelto naturalmente). Tra gli ospiti c’è inoltre un dato particolarmente significativo, ovvero gli otto punti complessivi dalla panchina. Ulteriori commenti sono superflui. Nonostante la sconfitta rimediata questa notte Miami rimane in ogni caso in testa alla Eastern Conference con il record di 22-10.

    Paul George batte LeBron e gli Heat | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    Paul George batte LeBron e gli Heat | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    76ERS – NETS 89-109: Fermate Reggie Evans. Impressionante dimostrazione di forza del cestista dei Nets, capace di catturare 23 rimbalzi in 27 minuti di gioco (16 al primo tempo). Ad un certo punto del terzo quarto il numero dei rimbalzi di Evans superava quello complessivo dei padroni di casa. Una macchina da guerra, tanto che alcuni hanno addirittura scomodato il più grande di tutti i tempi, sua maestà Wilt Chamberlain. Partita quasi mai in discussione a Philadelphia, dove gli ospiti di coach P.J. Carlesimo conquistano la sesta vittoria nelle ultime sette partita, una striscia positiva iniziata proprio quando il nuovo capo-allenatore è stato scelto dalla dirigenza di Brooklyn per guidare la squadra dopo il licenziamento di Johnson. Cambio quanto mai azzeccato quindi, se si tiene conto anche della rinascita di Deron Williams, ancora tra i migliori nel quintetto titolare con i suoi 22 punti e 5 assist. I Nets trovano poi 20 punti da Andray Blatche (8/15 da due), partito dalla panchina, mentre Joe Johnson si ferma a 15 punti nonostante sia l’uomo più impiegato sul parquet (33 minuti). Per i padroni di casa da sottolineare la buona prova di Jrue Holiday che avvicina la doppia doppia chiudendo a 19 punti e 8 assist.

    TIMBERWOLVES – HAWKS 108-103: Due gradini sopra i giallo-viola c’è proprio Minnesota, che ha battuto nella notte Atlanta grazie ad un immenso Nikola Pekovic, autore di una prestazione mostruosa da 25 punti e 18 rimbalzi. Dopo un primo tempo sprint per i Timberwolves (58-42), gli Hawks sono rientrati alla grande in partita, siglando il meno 1 a 60 secondi dalla sirena lunga. Ma prima Pekovic e poi Dante Cunningham hanno rimesso in chiaro le cose e consegnato ai padroni di casa la vittoria. Minnesota ha anche potuto riabbracciare lo spagnolo Ricky Rubio, in campo per 19 minuti, durante i quali ha saputo piazzare 8 assist vincenti per i suoi compagni. Atlanta (20-13) nonostante il ko resta al terzo posto nella Eastern Conference. Tra gli Hawks top scorers della serata Josh Smith (per lui anche 13 rimbalzi) e Louis Williams, entrambi con 21 punti a referto.

    BUCKS – SUNS 108-99: Parte subito con una vittoria l’avventura di coach Jim Boylan sulla panchina di Milwaukee, per 4 anni vice di Skiles, esonerato nella giornata di ieri dopo quattro ko di fila (decisione comunque discutibile anche alla luce del record di 16-16 detenuto alla vigilia della sfida contro i Suns). Jim Boylan trova in Brandon Jennings il protagonista che trascina i suoi compagni al successo casalingo sui Phoenix, costruito quasi interamente nel secondo tempo (20-30, 23-28), dopo che i primi due periodi avevano visto gli ospiti avanti di 6 punti. In casa Suns il top scorer è Goran Dragic con 21 punti, ma è Marcin Gortat il migliore dei suoi con 16 punti e 14 rimbalzi. In classifica i Bucks superano Boston e si piazzano al settimo posto della Eastern Conference (17-16).

    NBA TOP 10 ASSIST CAREER STEVE NASH

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”166286″]