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  • NBA Sundays: Belinelli al top ma gli Hawks perdono. I risultati del 22/10/2017

    NBA Sundays: Belinelli al top ma gli Hawks perdono. I risultati del 22/10/2017

    E’ il primo NBA Sundays dell’anno, prima serata italiana per Marco Belinelli che non delude nella prestazione individuale, ma che si trova costretto a vedere la sua squadra perdere nonostante i suoi sforzi. Nuovamente sconfitti gli Oklahoma City Tunder, mentre i Pelicans conquistano la prima vittoria.

    Brooklyn Nets – Atlanta Hawks 116-104

    Non sono bastati i 19 punti di Marco Belinelli per espugnare il campo dei Brooklyn Nets, c’è stato poco da fare per gli Atlanta Hawks che dopo una partita inziata bene (con un 7-2 velocissimo) ma giocata in sofferenza hanno subito nel finale il definitivo parziale di 17-5 che ha chiuso i giochi. Belinell insignito ormai del ruolo di sesto uomo e spesso di prima scelta offensiva da man forte ai suoi, segnando nel quarto quarto anche il canestro del pareggio momentaneo, ma nemmeno dalla panchina dei Nets scherzano, così tocca ad Allen Crabbe (autore alla fine di 20 punti) di tenere in gioco la sua squadra. Ma il vero leader a Brooklyn sembra essere già D’Angelo Russel, autore di 16 punti e 10 assist, che prende per mano la squadra e la porta alla vittoria in un terzo quarto dove gli Hawks non esistono. Chissà se i Lakers lo stanno già rimpiangendo.

    Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 113-115

    Non è stato tanto il fantastico canestro di Andrew Wiggins da dieci metri allo scadere della partita a segnare le sorti dei Thunder, nè tantomeno sarebbe stata meritata la vittoria con la tripla di Carmelo Anthony pochi secondi prima. I Timberolves hanno vinto la partita reggendo quella che dovrebbe essere la pretendente numero due al titolo dal lato Ovest, o meglio ancora Oklahoma City ha perso una partita perchè ancora non sa come dividere i palloni tra i propri giocatori.
    Prima di arrivare a quel finale fatto di un testa a testa con diversi capovolgimenti di fronte, Russel Westbrook con 31 punti e 10 assist, era tornato a fare il fenomeno in attacco, seppur con tanti, forse troppi, tiri presi, adesso che non è più solo. Carmelo Anthony si è fermato a 23 punti, con quella tripla pesantissima, arrivata in una giornata imprecisa (2/7 da 3 punti), ma alla fine inutile, mentre Paul George mette a referto 14 punti, 6 rimbalzi, 8 assist e 4 palle recuperate, però macchia il tutto con 1/8 al tiro da 3 punti. Da notare infine la doppia doppia di Steven Adams con 17 punti e 13 rimbalzi.
    Dal lato dei vincitori oltre alla grande prestazione di Andrew Wiggins (27 punti e 7 rimbalzi), si è fatto notare come sempre un solidissimo Karl-Anthony Towns da 27 punti e 12 rimbalzi, molto presente nel finale quando è autore anche del canestro dell’ennisimo vantaggio dei Timberwolves. Sfiora la doppia doppia Jeaff Teagu con 19 punti e 9 assist, mentre la raggiunge Taj Gibson con 11 punti e 10 rimbalzi, ancora in fase di studio Jimmy Butler (15 punti, 6 assist e 6 rimbalzi).

    Los Angeles Lakers – New Orleans Pelicans 112-119

    Prima vittoria dei New Orleans Pelicans, a discapito dei Los Angeles Lakers in balia di un Lonzo Ball che tira malissimo tutta la serata. Le due torri dei Pelicans ancora una volta dominano, ma questa volta portando a casa anche una vittoria, Anthony Davis segna 27 punti e prende 17 rimbalzi, DeMarcus Cousins di rimbalzi ne prende 11 e di punti ne fa 22, dietro di loro un E’Twaun Moore da 19 punti, ma soprattutto da 8/9 al tiro dal campo. Loro, con i propri compangi, la partita la conquistano subito, con una vvio a razzo ed un vantaggio di 22 punti raggiunto più volte.
    I Lakers non reggono, col terzo quintetto diverso in tre partite giocate non hanno ancora le idee chiare, il più alterno e confuso al momento è Lonzo Ball che seppur serva 13 assist e prenda 8 rimbalzi, segna solo 8 punti con 3/13 al tiro dal campo e 0/5 da 3 punti. Alterno anche Brandon Ingram che non ha ancora continuità e padronanza. Top scorer della serata per i Lakers è ancora Jordan Clarkson con 24 punti. Buone anche le realizzazioni di Kentavious Caldwell-Pope e Kyle Kuzma, entrambi 20 punti.

     

     

  • NBA: dalla caduta degli dei all’esplosione di Antetokounmpo. I Risultati del 21/10/2017

    NBA: dalla caduta degli dei all’esplosione di Antetokounmpo. I Risultati del 21/10/2017

    Sono 11 le partite giocate in NBA questa notte, che ha visto tra gli altri in campo Danilo Gallinari con i Los Angeles Clippers, segnata dalla prestazione al top di Antetokounmpo e dalla sconfitta di tre tra le squadre favorite per la vittoria finale: Oklahoma City Thunder, Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors.

    Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 130-88

    Che i Phoenix Suns non siano la squadra dell’anno lo avevamo detto sin dalla loro prima partita e ribadito ieri nella vittoria dei Los Angeles Lakers, ma che continuino a registrare record negativi con scarti così alti non è un bel vedere per nulla. Per gli ospiti a questo giro non si salva nemmeno Eric Bledsoe, costretto a predicare nel deserto, si ferma a 4 punti e 4 assist. A fare qualcosa di buono è praticamente solo Tyson Chandler che recupera 14 rimbalzi e leggermente Alex Len con 15 punti.
    Per i padroni di casa Blake Griffin, autore di 29 punti e 8 rimbalzi, continua ad essere dominante, così come lo è sotto i ferri DeAndre Jordan collezionando 13 rimbalzi. Molto utile alla causa Danilo Gallinari che segna a referto 12 punti ed 8 rimbalzi. Continua nelle sue ottime prestazioni difensive Patrick Beverly, a referto con 6 palle rubate, mentre resta solo 10 minuti in campo Milos Teodosic costretto alla panchina a causa di un infortunio e probabilmente fuori dai campi per un periodo lungo.

    Toronto Raptors – Philadelphia 76ers 128-94

    C’è molto da fare perchè i Philadelphia 76ers abbiano peso nella NBA, intanto lo hanno in negativo consentendo ai Toronto Raptors di stabilire il loro record di punti di differenza in una vittoria.
    Torna a fare il realizzatore DeMar Rozan, 30 i suoi punti, vince la battaglia dei ferri Serge Ibaka (21 punti)complice anche l’assenza per tutto il secondo tempo, a causa di un infortunio, del compagno Jonas Valanciunas e dell’avversario fermo per riposo Joel Embiid, ma lo fa con percentuali dall’arco ormai da specialista (5/9 da 3 punti).
    Per gli ospiti ancora una volta ottima partita di Ben Simmons che con 18 punti, 10 rimbalzi e 8 assist sfiora la tripla doppia.

    Cleveland Cavaliers – Orlando Magic 93-114

    Non riescono a convincere i Cleveland Cavaliers, nonostante il solito LeBron James, facendo notare che serve concretezza in campo, non solo nomi.
    Gli Orlando Magic vincono la partita praticamente al primo quarto, chiuso a +18, gestendo il resto della partita in tranquillità. A nulla valgono i 22 punti di LeBron James, 14 dei quali segnati nella prima frazione di gioco, ne i 21 punti di Iman Shumpert che arrivano dalla panchina, e nemmeno i 19 punti e 9 rimbalzi di Kevin Love.
    A guidare gli Orlando Magic è stato Nikola Vucevic con 23 punti, 7 rimbalzi e 5 assist, ben accompagnato da D.J. Augustin in doppia doppia con 12 punti e 10 assist, e da Jonathon Simmons realizzatore di 19 punti.

    Miami Heat – Indiana Pacers 112-108

    La sfida tra due squadre che quest’anno hanno poco di pretendere si risolve negli ultimi secondi dopo che nel corso della partita i padroni di casa avevano guidato anche con un vantaggio di 21 punti.
    Fermo Hassan Whiteside, a prendere per mano i Miami Heat è Goran Dragic, top scorer dei suoi con 23 punti, con la mano forte di Dion Waters (19 punti) e la sfiorata doppia doppia di Kelly Olynyk con 13 punti e 9 rimbalzi.
    Di contro per gli Indiana Pacers a portare pensieri agli avversari è Victor Oladipo, 28 punti, autore della tripla della rimonta nel finale, che però non è bastata a dare poi la vittoria ai suoi. Ancora una buona prova di Domantas Sabonis, 18 punti e 12 rimbalzi.

    New York Knicks – Detroit Pistons 107-111

    I Knicks hanno problemi di continuità e non riescono a crede nemmeno alle loro vittorie più certe, riuscendo a perdere una partita che li ha visti avanti anche di 21 punti. Così non basta un Kristaps Porzingis da 33 punti, nè un Enes Kanter che realizza 17 punti e prende 10 rimbalzi. Non bastano sopratutto se a guidare i Detroit Pistons c’è un solido Tobias Harris che segna 31 punti, o un Andre Drummond da 21 punti e 12 rimbalzi. Inesorabilmente gli espoti recuperano punto dopo punto, dopo due quarti di sofferenza e nella frazione finale vincono in volata.

    Chicago Bulls – San Antonio Spurs 77-87

    E’ LaMarcus Aldridge (28 punti e 10 rimbalzi) a prendersi sulle spalle i San Antonio Spurs in assenza di Kawhi Leonard. In una partita dal punteggio basso non riescono i padroni di casa a farsi sentire, basti pensare che il miglior realizzatore per i Chicago Bulls è Robin Lopez con 16 punti. Continua invece per gli Spurs ad effettuare una buona regia Dejounte Murray, 10 i suoi assist a compendio di 8 punti e 6 rimbalzi.

    Houston Rockets – Dallas Mavericks 107-91

    Sono sempre tra le squadre più temibili i Houston Rockets, che infilano la terza vittoria consecutiva su tre partite giocate, e James Harden è ancora una volta il giocatore che più fa paura alle difese avversarie. D’altronde quella dei Mavericks, come abbiamo già detto, è una squadra che arranca e fa fatica a restare in partita.
    La vittoria dei Rockets, che riescono ad arrivare anche a +36, arriva nonostante l’assenza ancora di Chris Paul, con James Harden che segna 29 punti e serve 7 assist, dall’altro lato Dirk Nowitzki, solo 2 punti per lui, accusa ancora la stanchezza, restando in campo soltanto 17 minuti.

    Memphis Grizzlies-Golden State Warriors 111-101

    Perdono la testa i Warriors, con l’espulsione finale di Curry e Durant, ma soprattutto perdono la partita. La perdono con Stephen Curry che segna 37 punti e Kevin Durant che ne segna 29 prendendo 13 rimbalzi. Perdono contro l’ingombrante presenza di Marc Gasol, che mette a referto 34 punti e 14 rimbalzi.
    I Warriors tirano male, e stanno sempre sotto agli avversari, riuscendo solo nell’ultima frazione di gioco a ridurre le distanze che nel corso della partita erano anche di 19 punti, ma i Grizzilies sono troppo ostici e procurano così la seconda sconfitta per i campioni in carica.

    Milwaukee Bucks – Portland Trail Blazers 113-110

    Lo abbiamo detto, lo abbiamo ribadito, lo diciamo ancora, è l’anno di Giannis Antetokounmpo, al di la di ogni cosa, ed è l’anno in cui può far vedere la luce ai Milwaukee Bucks.
    In una bella gara, decisa solo allo scadere, Giannis Antetokounmpo firma 44 punti, nuovo massimo in carriera, 8 rimbalzi, 4 assist, 2 palle recuperate, ma soprattutto la stoppata finale che chiude la partita. Stoppata subita da Jusuf Nurkic, forte di una buona prova con 17 punti ed 11 rimbalzi, ma che perde l’ultimo possesso della partita. Per i Trailblazers non sono bastati Damian Lillard e C.J. Collum, entrambi 26 punti, mentre i Bucks sono riusciti a colorare la vittoria con i 18 di Khris Middleton e i 17 di Tony Snell.

    Antetokounmpo | Ph. Twitter

    Denver Nugget – Sacramento Kings 96-79

    Arriva in casa la prima vittoria dei Nuggets, in una gara in cui se non nell’ultimo quarto si è segnato poco. Gli ospiti provano a reggere ma non ce la fanno proprio, traditi questa volta dal reparto dei lunghi, ma in una gara utile a mostrare le potenzialità del rookie De’Aaron Fox (18 punti). Corale la vittoria dei Denver Nuggets, con Paul Millsap, Kenneth Faried relizzatori di 18 punti ciascuno, con 9 rimbalzi il primo e 8 il secondo, anche se sotto i ferri la differenza la fa Wilson Chandler con 12 rimbalzi.

    Utah Jazz – Oklahoma City Thunder 96-87

    Primi problemi per gli Oklahoma City Thunder, in una serata in cui, diversamente dalle abitudini, segnano poco e soprattutto segna poco e tira male Russel Westbrook, con 2/11 al tiro dal campo, a prova che serve ancora un poco di rodaggio con i nuovi arrivi.
    Seppur con soli 6 punti Russel Westbrook prende comunque 13 rimbalzi e serve 9 assist, dei suoi compagni il miglior realizzatore è ancora una volta Carmelo Anthony, 26 punti, seguito da Paul George, 22 punti e 5 recuperate. Non bastano però a decretare la vittoria, non bastano quando la regia di Ricky Rubio (19 punti) va in cattedra e favorisce Joe Ingles (19 punti), ma soprattutto Rudy Gobert che realizza 16 punti e prende 13 rimbalzi. Sicuramente OKC dovrà alzare subito la testa e dimostrare che è stata solo una distrazione.

     

     

     

     

     

     

  • NBA: Delude Belinelli, out Rose, esplode Lonzo Ball. I risultati del 20/10/2017

    NBA: Delude Belinelli, out Rose, esplode Lonzo Ball. I risultati del 20/10/2017

    Nella notte sono state 10 le partite NBA giocate, si è iniziato con il nostro Marco Belinelli in campo, si è inframezzato con la sfida tra Giannis Antetokounmpo e LeBron James di mezza serata e si è finito con l’exploit di Lonzo Ball.

    Charlotte Hornets – Atlanta Hawks 109-91

    Si sa, in NBA le partite che sembrano già chiuse possono cambiare ed in breve tempo, ed è quello che è accaduto a Charlotte, dove gli Hornets sotto per quasi tutti i primi tre quarti ed in svantaggio di 20 punti nei confronti degli Atlanta Hawks non solo hanno recuperato il divario, ma hanno anche vinto di 18 punti. Si trova ad affrontare la sua ultima squadra, nonchè anche se a New Orleans la squadra nel quale vanta più presenze, e delude, diversamente dalla gara di esordio di quest’annoMarco Belinelli realizzando solo 5 punti, ma soprattutto facendo registrare un 1/10 al tiro, con 1/3 al tiro da 3 punti. Dei suoi compagni alla fine spiccherà solo Dennis Schroder con 25 punti e 5 assist.
    Dal lato deglli Charlotte Hornets a dominare è soprattutto l’uomo dello scambio con Marco Belinelli, Dwight Howard che realizza 20 punti e prende 15 rimbalzi, dimostrando ancora di poter dire la sua. La vittoria della sua squadra è guidata oltre che da lui da un positivissimo Kemba Walker autore di 26 punti e 9 assist, in testa nella rincorsa dal parziale di 24-0 che ha praticamente cambiato il volto della partita.

    Milwaukee Bucks – Cleveland Cavaliers 97-116

    E’ una bella partita quella tra Milwaukee Bucks e Cleveland Cavaliers, ma soprattutto è una bella sfida quella tra Giannis Antetokounmpo, ormai pienamente una stella e serio candidato al titolo di MVP fin da subito, e LeBron James, su cui nulla si può più aggiungere.
    La partita è alquanto equilibrata nei primi due tempi, con le due squadre che si alternano nei vantaggi, se non che nel terzo quarto la compagine dell’Ohio mette il piede sull’acceleratore e con un LeBron James da 24 punti, 8 assist e 5 rimbalzi, una buona prova quella di Derrick Rose, 12 punti in 22 minuti, con 3 su 4 al tiro, purtroppo fermato dall’ennesimo infortunio. Sotto il ferro fa la differenza per gli ospiti Kevin Love con 12 rimbalzi e 17 punti. Si conferma una certezza dalla lunga distanza Kyle Korver, autore di 17 punti dati da un 5/6 al tiro da 3 punti.
    I padroni di casa sono stati trascinati da uno spettacolare Giannis Antetokounmpo, 34 punti, 8 rimbalzi, 8 assist, 3 palle rubate, ma soprattutto leader dei Milwaukee Bucks. Tra i suoi in attacco l’unico ad aiutare davvero è Malcolm Brogdon, autore di 16 punti, mentre sembra evidente che vi siano problemi nel reparto lunghi. Fallimentare Khris Middleton che fa 3/10 al tiro con 0/5 da tre punti.

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 130-132

    E’ bastata la seconda partita dei Los Angeles Lakers affinchè Lonzo Ball realizzasse l’exploit, guidando la sua squadra nella vittoria contro i seppur non fortissimi Phoenix Suns. Lonzo Ball realizza 29 punti, prende 11 rimbalzi e serve 9 assist, una cosa che non accadeva dal 2005 e che lo fa fermare ad un passo dalla tripla doppia record per età di LeBron James. La prestazione dei Lakers è condita da Brandon Ingram autore di 25 punti, massimo in carriera per il sophomore, con 3/4 al tiro da 3 punti, e da Brook Lopez che realizza 19 punti e prende 11 rimbalzi.
    I Phoenix Suns riescono a incalzare i Lakers grazie al solito Eric Bledsoe autore di 28 punti, ma soprattutto grazie all’uomo dai 70 punti lo scorso anno contro i Boston Celtics,  Devin Booker che piazza 25 punti, 11 rimbalzi ed 8 assist, ed infine grazie alla buona prova di T.J. Warren che segna 24 punti e raccoglie 8 rimbalzi ma si macchia dei due errori finali ai tiri liberi che segnano la partita a due secondi dal termine.

    Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 96-114

    Vincono facilmente i Portland Trail Blazers contro gli Indiana Pacers, lo fanno grazie al rientro di C.J. McCollum autore di 28 punti con 3/4 al tiro da 3 e 7 rimbalzi, assistito da un Damian Lillard (18 punti punti, 7 rimbalzi, 7 assist) che parte col botto e poi si rilassa, e da un solido Al-Farouq Aminu che segna 16 punti e prende 16 rimbalzi.
    Nulla hanno potuto i 17 punti e 6 rimbalzi di Victor Oladipo che fa registrare un pessimo 5/17 al tiro.

    Philadelphia 76ers-Boston Celtics 92-102

    Riescono finalmente a portare una vittoria a casa i Boston Celtics, lo fanno in una partita altelenante e in dubbio fino a pochi minuti dalla fine. Guida la carica Kyrie Irving con 21 punti, seppur non ancora completamente a suo agio in maglia bianco verde, mettono tanti punti a referto Al Horford (17 punti e 9 rimbalzi) e Jayson Tatum (15 punti e 8 rimbalzi), seppur con percentuali al tiro non proprio tra le migliori.
    I 76ers sono ancora la fermi senza avere il mordente giusto nel finale, riescono ad avere tutto il quintetto in doppia cifra ai punti realizzati, ma non hanno ancora l’esperienza. Proprio in termini di esperienza l’unico a poterla tirare fuori è J.J. Redick, autore di 19 punti con 4/7 al tiro da 3 punti, fa da baby sitter ai compagni giovani, a Ben Simmons che entra praticamente da playmaker e fa 11 punti ed 11 rimbalzi,  lo fa a Joel Embid, autore di 11 punti e 14 rimbalzi, che però fa solo 4/16 al tiro dal campo, lo fa al rookie Markelle Fultz che ancora non ha mostrato nulla.

    Washington Wizards-Detroit Pistons 115-111

    Partita tirata e vittoria finale dei Wizards contro i Pistons, grazie soprattutto alla prestazione di Otto Porter, per lui 28 punti, 9 rimbalzi e 4 recuperi, del compagno Bradley Beal (25 punti, 4 assist e 3 stoppate) e di colui che chiude la partita, John Wall, autore di 26 punti e 10 assist, ma soprattutto autore dei due tiri liberi e della stoppata che hanno dato la vittoria ai padroni di casa.
    I Pistons oltre a Reggie Jackson, realizzatore di 21 punti 5 assist e 5 palle rubate, non trovano lo stesso Tobias Harris della prima gara, il quale si ferma solo a 15 punti.

    Brooklyn Nets-Orlando Magic 126-121

    La partita che si risolve praticamente all’ultimo minuto vede vincere i Brooklyn Nets orfani di Jeremy Lin, ma con il trio D’Angelo Russell, DeMarre Carroll  e Trevor Booker, quest’ultimo dalla panchina e con anche 11 rimbalzi, autori di 17 punti cadauno.
    Gli Orlando Magic sono ancora una volta soprattutto Nikola Vucevic, dominante con 41 punti (12/22 al tiro) e 12 rimbalzi, al cui aiuto c’è un Evan Fournier da 22 punti e 9 rimbalzi che però fa solo 8/21 al tiro dal campo.

    Minnesota Timberwolves-Utah Jazz 100-97

    Si risolve a 27 secondi dalla fine la sfida tra Timberwolves e Jazz, la risolve Jamal Crawford con un tiro da 3 punti, lo stesso Jamal Crawford che segna 17 punti e li segna tutti nel quarto quarto. I suoi punti sono stato solo il coronamento di una partita in cui Karl-AnthonyTowns con 20 punti e 10 rimbalzi ha dettato legge, lo ha fatto affiancato da Andrew Wiggings che ha segnato a referto 21 punti e 5 rimbalzi.
    Prestazioni quelle dei Minnesota Timberwolves che sono servite a rimandare indietro l’assalto degli Utah Jazz che hanno più volta alzato la testa guidati da Ricky Rubio che va in doppia doppia co 19 punti e 10 assist, da quella di Rudy Gobert di 10 punti e 13 assist, ma anche da 20 punti di Rodney Hood.

    Dallas Mavericks-Sacramento Kings 88-93

    Dirk Nowitzki ed i suoi Dallas Mavericks sono stanchi e si vede, riescono a giocare bene e tenere la testa della partita per tutto il primo tempo, ma arrancano nel secondo. I padroni di casa devono affidarsi, causa leggero infortunio di Dennis Smith Jr., alle mani di J.J. Barea che serve 10 assist ai compagni, ma tira male facendo solo 4/14 dal campo. Dalla parte avversaria 10 assist li serve il rookie De Aaron Fox, che segna anche 9 punti e prende 6 rimbalzi, molto utile nel complesso a dare la vittoria ai suoi. Ancora bene il reparto lunghi dei Kings con la doppia doppia di Willie Cauley-Stein (10 punti ed 11 rimbalzi) ed i 13 punti e 6 rimbalzi di Zach Randolph (esattamente le stesse cifre di Buddy Hield), ma chi guida alla vittoria George Hill che segna 21 punti con un ottimo 9/12 al tiro dal campo, dato anche da un 3/3 al tiro da 3 punti.
    Dal lato Mavs sopra le righe solo Harrison Barnes che con 24 punti è il miglior realizzatore della serata, mentre Nerlens Noel con 7 punti e 6 rimbalzi non spicca, infine pessima la prova di Wesley Matthews che resta a 0 punti con 0/7 al tiro dal campo, tra l’altro tutti tentativi da 3 punti.

    New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 120-128

    Ci sarà Kevin Durant, ci sarà Draymond Green, ma gli Splash Brothers sono sempre gli Splash Brothers, e sono loro a portare i Golden State Warriors alla vittoria contro i New Orleans Pelicans rientrando anche da un -15, e riuscendo anche ad andare +15.
    I Pelicans provano subito ad andarsene e ci riescono per un lungo periodo, con la forza delle due torri Anthony Davis (35 punti e 17 rimbalzi) e DeMarcus Cousins (35 punti e 15 rimbalzi) riescono a far paura, se non che manchi alla fine quella consistenza tale da portare a casa una vittoria che sembrava facile.  Sono concreti invece Klay Thompson autore di 35 punti con 7/12 al tiro da 3 punti, Stephen Curry 28 punti ed 8 assist con un meno preciso 4/11 da 3 punti, ed infine con un solidissimo Kevin Durant che oltre a realizzare 22 punti e prendere 8 rimbalzi piazza anche 7 stoppate.
    Si vede così la differenza tra le prospettive future e la certezza del presente.

     

  • Buona la prima di Gallinari in maglia Clippers. Le partite del 19/10/2017

    Buona la prima di Gallinari in maglia Clippers. Le partite del 19/10/2017

    Nella notte NBA si sono giocate tre gare, tra cui quella dell’esordio di Danilo Gallinari nelle file dei Los Angeles Clippers che battono facilmente i cugini Lakers nel derby di Los Angeles.

    Los Angeles Lakers-Los Angeles Clippers 92-108

    Los Angeles Lakers a dir poco disastrosi, o se si preferisce, ma ci viene difficile crederlo, i Los Angeles Clippers sono terribilmente forti. Fatto sta che l’esordio di Danilo Gallinari nelle file dei Clippers porta il segno della vittoria, viceversa delude il tanto atteso rookie dei Lakers Lonzo Ball.

    Chiusa la parentesi Chris Paul, ormai Rockets,  i Los angeles Clippers giocano all’insegna dello strapotere dei due lunghi Blake Griffin e DeAndre Jordan, mentre i Los Angeles Lakers a tratti sembrano una squadra del CSI. Infatti i Lakers, che figuravano come padroni di casa sono riusciti a restare a contatto a stento per il primo quarto, poi i Clippers hanno sempre dominato, arrivando anche ad un vantaggio di 30 punti.

    Blake Griffin oltre ad essere l’uomo partita è ormai l’uomo franchigia per i Los Angeles Clippers, DeAndre Jordan è una degna spalla, nonchè ancora della difesa, in tutto ciò Danilo Gallinari sembra poter essere l’uomo in più, quello della concretezza, completa il tutto Patrick Beverly che se difende come ieri darà del filo da torcere a molti. Nel corso della partita Blake Griffin, autore di 29 punti, 12 rimbalzi , 3 assist e soprattutto di un 3/6 al tiro da 3 punti, cosa molto importante da sottolineare dato che diventa sempre più un giocatore completo e lo fa in tranquillità, guida come detto i suoi, DeAndre Jordan colleziona 24 rimbalzi e 14 punti e coaudiava bene il compagno, Danilo Gallinari impreciso al tiro (3/13) segna 11 punti e raccoglie 5 rimbalzi, non esalta ma non delude. Buono l’esordio di Milos Teodosic con 6 punti e 6 assist.

    I Los Angeles Lakers sono puniti per il gioco svogliato, per i tanti tiri sbagliati, per le tante palle perse. Lonzo Ball , che dovrà presto dimostrare di poter prendere per mano la propria squadra, fa una pessima partita, ed in generale della sua squadra forse si salva solo Brooke Lopez. Ad ogni modo a fine partita per Lonzo Ball saranno solo 3 i punti, con un raccapricciante 1/6 al tiro, 4 miseri assist, ed almeno la rivalsa di 9 rimbalzi. Leader in attacco dei Lakers è stato Brooke Lopez con 20 punti e 6 rimbalzi, seguito dal panchinaro Jordan Clarkson che realizza 18 punti. Sempre solido Larry Nance Jr. che con 14 punti e 12 rimbalzi è l’unico in doppia doppia tra le file dei gialloviola. Infine si fa ancora attendere Brandono Ingram, 12 punti, 5 rimbalzi e 4 assist per lui, che dovrà dimostrare quest’anno di essere ormai giocatore da NBA.

    Si prospettano due strade diverse per le squadre di Los Angeles, facile ed in discesa per i Clippers, tortuosa e in salita per i Lakers.

    Oklahoma City Thunder – New York Knicks 105-84

    L’esordio degli Oklahoma City Thunder era tra i più attesi della stagione, vedere i nuovi Big Three di OKC era molto importante per gli addetti ai lavori per capire cosa possono fare insieme Russel Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony. Alla luce della prima partita sembra che possano puntare molto in alto.

    Gli Oklahoma City Thunder hanno dominato una partita chiudendola con un +21, guidati dal solito uomo della tripla doppia, come ci ha abituato, Russel Westbrook con 21 punti, 10 rimbalzi e 16 assist, e con la scoperta fondamentale che è tornato ad essere il playmaker della squadra distribuendo gioco ai propri compagni ed essendo soltanto il terzo realizzatore della squadra, tutto questo però perdendo 7 palle. Leader nelle realizzazioni è Paul George che realizza 28 punti e colleziona 6 rimbalzi, seguito dall’altro nuovo arrivo Carmelo Anthony, autore i 22 punti, alla prima partita contro la sua ex squadra. Insomma due esordi oltremodo positivi. Il trio si completa con un Steven Adams da 5 palle recuperate e 3 stoppate.

    I New York Knicks, in piena ricostruzione, hanno ormai un nuovo giovane leader, Kristaps Porzingis realizzatore di 31 punti e 12 rimbalzi. Il vero problema dei Knicks è che oltre al suddetto cestista lettone non hanno praticamente alcun giocatore che sembra poter dare vitalità alla squadra, si salva il nuovo arrivo Enes Kanter autore di 10 punti e 7 rimbalzi, anche lui alla prima contro i suoi ex compagni. Delude Tim Hardaway Jr. che segna solo otto punti.

    Alla prima partita possiamo dire che gli Oklahoma City Thunder si affacciano tra le pretendenti al titolo, mentre i New York Knicks possono già pensare al Draft 2018.

    Toronto Raptors – Chicago Bulls 117-101

    I Chicago Bulls hanno uno spogliatoio a dir poco sfasciato, ne è la prova la violenta rissa di qualche giorno fa tra Bobby Portis e Nikola Mirotic, i Toronto Raptors ne approfittano ed in tranquillità vincono la prima partita della stagione.

    Un Jonas Valanciunas sopra le righe, 23 punti e 15 rimbalzi per lui, guida i suoi Toronto Raptors alla vittoria, coadiuvato da C.J. Miles che realizza 22 punti con un 6/9 al tiro da 3 punti partendo dalla panchina. Si limitano a fare i gregari Serge Ibaka (8 punti, 4 assist, 2 stoppate), Kyle Lowry, che sfiora la doppia doppia con 12 punti e 9 assist, e DeMar Rozan. Tutto questo in funzione della squadra e di una vittoria di 17 punti, in una partita che ha fatto registrare per i padroni di casa candesi anche un +27.

    Per i Chicago Bulls buono l’esordio del rookie Lauri Markkanen che segna 17 punti e prende 8 rimbalzi, cifre simili al compagno Robin Lopez che invece fa 18 punti e prende 8 rimbalzi, infine Justin Holiday segna a referto 15 punti. Insomma niente di esaltante nè nelle cifre delle statistiche nè nel gioco sul campo.

    Per i Toronto Raptors può essere una buona stagione, per i Chicago Bulls possiamo dire solo non pervenuti.

  • Mamba Out: l’ultima leggendaria partita di Kobe Bryant

    Mamba Out: l’ultima leggendaria partita di Kobe Bryant

    Ieri è stato il Mamba Day, il giorno dedicato a Kobe Bryant, quello della sua ultima partita di basket in NBA, ed è stata una giornata di festa, culminata con una grandissima prestazione oltre che un contorno degno di nota.

    Non importa se in un’altra partita nella stessa sera Stephen Curry stabilisce il record di triple segnate in una stagione, per la prima volta con un giocatore che ne realizza oltre 400, nè se i suoi Golden States Warriors stabiliscono il record di vittorie in NBA con un 73-9 impressionante, il Black Mamba ieri ha cancellato qualsiasi cosa che non ruotasse intorno a lui.

    Il pre-partita ha già il sapore di festa, l’allegria regna sovrana, Kobe Bryant ha il sorriso stampato sulle labbra, un poco come quel Magic Johnson chiamato ad aprire le danze e fare il discorso di ringraziamento da parte dei Los Angeles Lakers, lui che all’esterno dello Staples Center ha una statua che lo raffigura nomina Kobe come il miglior cestista dei Lakers di sempre. Segue il video tributo che mostra gli attimi più importanti della sua carriera, inframezzato ai saluti degli attuali compagni, come D’Angelo Russell e Roy Hibbert, dei compagni storici come Metta World Peace, dei vecchi giocatori dei Lakers come Gary Payton, Shaquille O’Neal, Derek Fisher; dell’allenatore Byron Scott, colorato dai saluti di avversari ed altri personaggi importanti che ha incontrato nel corso della sua carriere come LeBron James, Stephen Curry, Dwayne Wade, Carmelo Anthony, Kevin Garnett ed infine con il saluto e ringraziamento della star di Hollywood Jack Nicholson.
    Nel corso della partita la festa continua e si vedono sfilare molte facce note, alcune presenti, altre con video registrati, il tributo è veramente globale, vediamo così Snoop Dog, Taylor Swift, Ice Cube, James Worthy, Spike Lee, Klay Thompson Paul Pierce , Doc Rivers.  Nole Djokovic, John McEnroe, Beckham e Robbie Keane.
    L’attesa è tanta e a farla terminare sono le note del basso di Flea che suona Star-Spangled Banner, l’inno americano, tra lacrime e sorrisi.

    Con gli Utah Jazz ormai ufficialmente fuori dai Playoff 2016, la partita sembra dover essere abbastanza tranquilla, ma dall’inizio viene subito mostrato a Kobe che niente gli sarà regalato, anche se non viene nemmeno pressato ingiustamente, i compagni giocano per lui e si vede, lui sbaglia i primi tiri, ma si riscalda subito e nel primo quarto realizza ben 15 punti. Il resto della partita è fatto alternativamente di giocate medie e giocate da campione, con Bryant che mette a referto uno dopo l’altro quelli che alla fine saranno 60 punti, fatti con un 22/50 al tiro (non pochi tiri e la libertà nel farlo si vede anche da 6/21 al tiro da 3 punti) ed un 10 su 12 ai tiri liberi, conditi con 4 assist, 4 rimbalzi e due stoppate.
    La cosa più bella però che ricorderemo sono gli ultimi due minuti di partita, con i Los Angeles Lakers a -8 Kobe Bryant decide davvero di diventare leggenda, praticamente da solo recupera e vince la partita, che terminerà 101 a 96 per i Laker sui Jazz, segnando 23 punti nell’ultimo quarto, con la forza e la volontà di quel giovane Black Mamba che ci ha deliziato anni fa.

    Il tributo finale a Kobe Bryant è un ringraziamento da parte di tutti i cestisti suoi avversari, con un poco di tristezza nel non vedere Karl Malone, ma con la gioia di vedere uno Shaquille O’Neal sorridente insieme a lui e che il giorno dopo dichiara addirittura “lo avevo sfidato a segnare 50 punti, quel gran figlio di … ne ha fatti 60”.

    Il saluto finale di Kobe Bryant commuove, ringrazia tutti, i compagni, i tifosi, la moglie e i figli, ricorda i 20 anni con quell’unica maglia e la città che lo ha accolto, e alla fine non sa più che dire, se non un MAMBA OUT.

    Si spengono le luci. Grazie di tutto Kobe.

  • MambaDay: l’ultimo giorno di Kobe Bryant da giocatore

    MambaDay: l’ultimo giorno di Kobe Bryant da giocatore

    Oggi è il Mamba Day, l’ultimo giorno di Kobe Bryant da cestista, l’ultimo giorno in cui il Black Mamba calcherà un parquet di basket da giocatore. A cinque mesi di distanza dal suo annuncio di ritiro ufficiale apparso su The Player Tribune, è arrivato il momento dell’ultima partita, allo Staples Center, il palazzetto dello sport che lo ha visto giocare per tutta la vita con la stessa casacca, quella gialloviola, dove i Los Angeles Lakers attendono gli Utah Jazz, e mentre per i secondi ci sarà l’agonismo visto che si giocano l’ultimo posto disponibile ai playoff, per i primi sarà una giornata di festa.

    Il Kobe Day (che Nike ribattezza giustamente e con succeso Mamba Day) una giornata di festa lo è per tutto il basket, con elogi che arrivano da campioni dello sport, di tutti gli sport, dal basket stesso al calcio, dall’Hockey al Football, ma arrivano anche da artisti di vario genere, dagli attori ai cantanti, come in particolare Kendrick Lamar che gli dedica un brano inedito.
    Nike ed i suoi atleti addirittura dedicano un video tributo.

    https://www.youtube.com/watch?v=1Hi0skAwlHM

    In Italia Sky Sport dedicherà una giornata speciale trasmettendo i momenti e le partite più importanti delle partite di Kobe Bryant, si è iniziato da stamattina alle 06.00 e si finirà domani mattina più o meno alla stessa ora. Il primo appuntamento alle 06:00 proporrà la sfida di Gara 7 tra LA Lakers vs Boston Celtics delle NBA Finals 2010, la sfida dell’ultimo titolo NBA di Kobe, l’ultimo anello e l’ultimo MVP delle Finals per Bryant. Alle 08:15 ci sarà Basket Room: speciale Kobe Bryant, mentre alle 08:45 l’All-Star Game NBA del 2003, l’ultimo con Kobe Bryant e Michael Jordan. Alle 10:45 sarà il momento di LA Lakers vs Toronto Raptors 2006, la gara degli 81 punti di Kobe Bryant, seconda prestazione di sempre nella storia della NBA. Alle 12:30 nuovamente Basket Room: speciale Kobe Bryant, successivamente alle 13:00 Gara 4 delle NBA Finals 2000 tra gli Indiana Pacers e i Los Angeles Lakers, le Finali del primo anello per Kobe Bryant, allora in squadra con Shaquille O’Neal. Infine alle 15:00 ci sarà Gara 7 della Western Conference Final tra Sacramento Kings vs LA Lakers relativa Playoff NBA del 2002, una serie veramente controversa di cui tutt’oggi si parla.
    Seguiranno quindi poi alle 17:15 nuovamente LA Lakers vs Toronto Raptors del 2006, alle 19:00 Basket Room: speciale Kobe Bryant, alle 22:15 le NBA Finals 2000, Gara 4 – Indiana Pacers vs LA Lakers, alle 00:15 – NBA Playoff 2002, Gara 7 della Western Conference Final – Sacramento Kings vs LA Lakers, alle 02:20 – NBA All-Star Game 2003.
    Atto conclusivo della giornata sara alle 04:15 l’incontro tra Los Angeles Lakers e Utah Jazz, l’incontro che probabilmente farà piangere molti di noi, che ci farà tornare in mente gli ultimi 20 anni, ricordando la grandezza di un uomo che è stato più di un eroe, un uomo diventato leggenda.

  • Diario di un tifoso a NY: Knicks-Lakers

    Diario di un tifoso a NY: Knicks-Lakers

    Il sogno di una vita si realizza finalmente posso approdare nella Grande Mela, in una delle culle dello sport americano, in una delle culle della storia dell’ Nba: New York.

    Arrivo in fronte al Madison Square Garden e appena entrato  comincio a pensare a quanti grandi atleti sono passati da qui,  penso alla mia infanzia vedendo Jordan e Ewing affrontarsi  davanti ai più esigenti tifosi della Lega, penso a questo a mille altre cose ma oggi è un grande giorno oggi è Knicks contro i Lakers, due squadre che sono la storia di questo sport. Oggi è Carmelo Anthony contro Kobe Bryant.

    Il numero 24 è il vero motivo di questa partita, si perché questa stagione sarà l’ultima per uno dei più grandi campioni che i parquet di tutto il mondo abbiano mai visto, in un grande tour di celebrazioni che il 5 volte campione Nba andrà a compiere in tutte le 82 partite di questa stagione.

    La gente è qui soprattutto per lui, le casacche con il 24 si sprecano in tribuna e ogni tanto spunta una numero 8 che sa molto di vintage ma la partita è anche molto altro. Innanzitutto la presentazione qualcosa di spettacolare, il parquet si trasforma diventando un grande schermo multi colore dal quale spuntano i starting five della squadra di casa, il capo da gioco si illumina di laser e mille altre luci e noi spettatori in tribuna possiamo solamente applaudire a bocca aperta. Il pubblico si scalda per Anthony ma soprattutto per quello che sta diventando uno dei nomi più caldi di questo inizio stagione: Kristaps Porziņģis. Il giocatore lituano arrivato con un po’ di scetticismo dopo la  criticatissima scelta da parte della dirigenza di Phil Jackson durante l’ultimo draft, sta conquistando sempre più tifosi grazie ad un ottima mano dalla distanza e una buona autorità sotto canestro che lo hanno fatto diventare dopo la Summer League subito titolare nel quintetto del buon Derek Fischer.

    I Lakers, invece, schierano tanti ragazzi interessanti sui quali peserà il futuro della franchigia come ad esempio D’Angelo, Randle e Clarkson. Ma per loro non è ancora il momento di essere gli uomini copertina per adesso la qualità in campo la portano sempre i vecchietti in giallo blu Bryant e un Metta World Peace in versione senatore che gestisce i ragazzi con esperienza e una inaspettata tranquillità.

    Kobe gioca i primi due tempi con una maglietta viola sotto la casacca ma finalmente al inizio del terzo quarto rispunta la fascetta sul bicipite e sembra tutto come una volta,mentre il pubblico della Grande Mela lo fischia e cerca di farlo innervosire. Spike Lee fa il suo consueto show dalla prima fila del Madison, memore di partite in cui Kobe a casa dei Knicks distruggeva letteralmente il canestro da ogni posizione. Purtroppo i segni di infortuni e un po’ di ruggine addosso dopo le tante partite saltate nelle ultime due stagioni si fanno sentire ma ogni volta che ha la palla tra le mani succede qualcosa di magico. Lo guardi e sai che uno cosi non passerà più è come vedere Ronaldo negli ultimi anni di carriera, sai che non è piu quello di prima, sai che non vincerà più niente ma sei anche consapevole del fatto che stai ammirando un giocatore che ha qualcosa di unico dentro di se. Si perché Kobe non sarà stato il più forte ma in questo sport un “agonista” come lui faccio fatica a ricordarlo. Ha sempre cercato di essere come Jordan, negli atteggiamenti, nella gestualità e nella voglia di vincere. Kobe si è fermato ad un titolo dal più grande di tutti ma tutto questo non ha importanza, come non ha importanza pensare a quanti tiri prende in una partita e a quanto poco passi quel pallone; quando la partita si fa calda lui mette gli occhi del Black Mamba (soprannome che si è autoassegnato) e per la preda c’è poco da fare.

    Anthony capisce la magia che c’è nell’aria e dopo qualche minuto di assestamento comincia a salire di giri un canestro dopo l’altro, ma soprattutto in difesa mostra qualcosa di non usuale per lui. Il numero 7 di NY non è mai stato un gran difensore o meglio non lo è mai voluto essere, per non sprecare energie preziose nella fase offensiva. Invece contro Kobe sfoggia una difesa da finale di playoff i due si scontrano, si intrecciano e non si lasciano un centimetro di spazio libero; un grande scontro tra due grandi giocatori ma soprattutto un riconoscimento di grandezza da parte di Carmelo verso uno dei più prolifici realizzatori di sempre.

     

    LOS ANGELES, CA - DECEMBER 29: Carmelo Anthony #7 of the New York Knicks and Kobe Bryant #24 of the Los Angeles Lakers talk during the first half at Staples Center on December 29, 2011 in Los Angeles, California. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Jeff Gross/Getty Images)

    Uno scontro che si conclude solamente all’ultima sirena quando i due si stringono in un lungo abbraccio circondato da tutto il pubblico newyorchese che si alza in piedi consapevole che probabilmente Kobe non passerà più da queste parti e che uno come lui nasce ogni 100 anni.

    Per la cronaca la partita la vince New York ma IT DOESN’T MATTER.

    Lasciamo il Madison con ancora gli occhi pieni di magia ma il nostro sogno non è finito qua tra qualche giorno si va a Brooklyn, fermata metro Barclays Center per Nets- Celtics.

  • NBA: Chicago batte Miami 95-88, Lakers sorprende Oklahoma

    NBA: Chicago batte Miami 95-88, Lakers sorprende Oklahoma

    Domenica importante per le squadre NBA in vista dei playoff. Trascinati da un incontenibile Joakim Noah i Chicago Bulls portano a casa una vittoria 95-88 imponendosi nei tempi supplementari e lasciando l’amaro in bocca a Lebron e compagni per la loro terza sconfitta consecutiva. Un lavoro straordinario quello svolto dalla squadra di Chicago che ha messo in campo una grande difesa e soprattutto tanto cuore. Sono 22 i punti di D.J. Augustin, playmaker dei Bulls, mentre ottima la prestazione di Noah con i suoi 20 punti,12 rimbalzi e 7 assist. Dalla parte opposta Dwyane Wade ha fatto il suo dovere con 25 punti mentre uno stanco Lebron James porta un totale di 17 punti e 8 assist.

    Joakim Noah esulta per la vittoria |Twitter
    Joakim Noah esulta per la vittoria |Twitter

    Per i Bulls non è stata una partita facile, le ripartenze dei campioni in carica risultavano essere sempre pungenti. Dopo un parziale di 43-37 durante l’intervallo per Miami, i Bulls hanno saputo prontamente reagire chiudendo  gli spazi ad un più reattivo Lebron pressato da un’ottimo Jimmy Butler e  portando il match sull’overtime. I supplementari sono stati per i Bulls come una finale di playoff giocando con concentrazione e dominando fino alla vittoria.
    Per i Bulls una grossa contraddizione: senza l’infortunato Derrick Rose sono la terza squadra con il maggior numero di vittorie della Eastern Conference. Nella West conference grande prestazione di Jodie Meeks che con i suoi 42 punti non fa per niente sentire la mancanza di Kobe Bryant portando alla vittoria i Los Angeles Lakers 114-110 contro i deludenti Oklahoma City Thunder nonostante una tripla doppia della stella Kevin Durant ed i suoi 27 punti, 10 rimbalzi e 12 assist.

    “La cosa più importante è che noi continuiamo a  combattere e a non mollare “, ha lasciato detto Meeks ai giornalisti. “La stagione non sta andando nel  modo in cui avevamo  programmato, ma abbiamo ancora 18 partite”.  Nonostante la sconfitta i Thunder sono in lizza per il quarto titolo di punteggio in cinque stagioni. I Lakers possono prendere un po’ di fiato da questa importante vittoria  visto il tragitto di 29 partite perse su 37.

  • NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    E’ ripartito il campionato NBA con tre partite giocate nella notte. Tanta attesa per il ritorno sul parquet di Derrick Rose (altro…)

  • Nba, Andrea Bargnani ai Knicks. La scelta di Howard

    Nba, Andrea Bargnani ai Knicks. La scelta di Howard

    Mercato letteralmente impazzito nella massima lega mondiale di basket professionistico e protagonisti sono anche gli italiani con Andrea Bargnani e Marco Belinelli in cerca di sistemazione per la prossima stagione. Il giocatore romano dei Toronto Raptors è vicinissimo ad un clamoroso approdo a New York sponda Knicks con Carmelo Anthony che ha pubblicamente espresso il desiderio di aver a fianco per la prossima stagione un giocatore con le caratteristihe precise di Bargnani. Per Marco Belinelli è invece una questione di scelta su dove il 27enne di S.Giovanni in Persiceto vuole trascorrere i prossimi due o tre anni in America, tramontata la pista Bulls con quest’ultimi decisi a non garantire all’azzurro un contratto triennale nonostante la splendida ultima stagione ed un ruolo di protagonista agli ultimi Playoffs, si apre la possibilità di un approdo di Marco alla corte di Jason Kidd nei fortissimi Nets.

    Andrea Bargnani possibile nuovo giocatore dei Knicks ©Chris Chambers/Getty Images
    Andrea Bargnani possibile nuovo giocatore dei Knicks ©Chris Chambers/Getty Images

    Sicuramente sarebbe una grande notizia per i tanti tifosi italiani se queste trattive dovessero tramutarsi in realtà con finalmente tre giocatori azzurri, non dimentichiamoci Danilo Gallinari infortunatosi al ginocchio, capaci di ritagliarsi un ruolo di assoluti protagonisti sia in Regular Season che soprattutto ai Playoffs.

    Intanto tutto il mercato Nba è incentrato sulla scelta di Dwight Howard per la prossima stagione con “Superman” che ha ricevuto le delegazioni di tantissime squadre compresi anche i Lakers di mister Kobe Bryant e Steve Nash. Howard non sembra però convinto di trascorrere un altra stagione sotto il sole californiano e le piste caldissime per il prossimo anno sono essenzialmente due: tornare nella sua Atlanta per un ruolo di assoluto re della franchigia oppure giocarsi le possibilità di titolo ai Rockets con il “barba” James Harden al suo fianco. Per quanto riguarda le trattative concluse registriamo l’arrivo ai Clippers di un tiratore affidabile e formidabile come JJ Redick insieme a Jared Dudley. Phoenix riceve Caron Butler ed Eric Bledsoe mentre a Milwaukee finiscono due future seconde scelte. Redick ha firmato un quadriennale da 27 milioni di dollari con la franchigia californiana.