Dopo la grande notte di Gallinari e la caduta dei Lakers a Toronto, torna la consueta rubrica dei pronostici Nba. Nove le partite in programma nella notte italiana. Sotto i riflettori ancora i giallo-viola di Mike D’Antoni, stavolta impegnati allo United Center dei Bulls del nostro Marco Belinelli. Altra sfida di cartello quella che vede i Knicks di Carmelo Anthony affrontare al Garden di New York i Nets. Non va sottovalutato nemmeno l’impegno in trasferta dei Clippers sul parquet di Golden State. Anche gli Spurs saranno di scena fuori casa su un campo non proprio semplicissimo, quello dei 76 ers. Così come Clipper e San Antonio, la vittoria passa on the road anche per gli Houston Rockets. Grizzlies-Pacers, Hornets-Kings, Hawks-Twolves e Blazers-Wizards completano il programma.
Pronostici Nba, Chicago Bulls – Los Angeles Lakers
Non si può dire che i Lakers se la passino bene in classifica. Dopo il passo falso contro Toronto, i giallo-viola si son visti scavalcare in classifica persino da Dallas, che invece ha svolto il proprio compito alla perfezione nella trasferta di Orlando. Oltre il danno anche la beffa per i californiani, i quali non potranno utilizzare Dwight Howard, espulso al termine del secondo periodo nella sfortunata trasferta dell’Air Canada Centre. L’assenza di Diwght potrebbe pesare in maniera decisiva, considerando anche la disarmante prova difensiva mostrata nella notte appena trascorsa. Chicago non sarà un rullo compressore in casa (11-11), a ciò aggiungiamoci pure l’assenza quasi certa di Deng, ma i Bulls possono approfittare di un avversario ancora in convalescenza. Pronostico: 1
New York Knicks – Brooklyn Nets
Dopo Bulls-Lakers, l’incontro del Madison Square Garden ha tutte le potenzialità per offrire il miglior spettacolo della serata. I Knicks (25-13) possono vantare un record casalingo di 14 vittorie e 5 sconfitte, ruolino di marcia che se confrontato con quello dei Nets lontano da casa (8-9) può già dare una mano ad indirizzare il match a favore dei padroni di casa. In più va sottolineato come New York abbia superato il periodo di flessione attraversato ad inizio gennaio e sia reduce da due vittorie consecutive (una a Londra nella partita “esibizione” contro Detroit). La nostra sensazione è quella di un successo casalingo di Melo e compagni, nonostante i Nets di coach P.J Carlesimo (8-2 negli ultimi dieci incontri) restino una delle franchigie più solide della Eastern Conference. Pronostico: 1
Golden State Warriors – Los Angeles Clippers
Se Golden State (24-15) avesse incontrato i Clippers (32-9) due settimane le avremmo dato molte più chances di vittoria rispetto a quante siamo costretti a darne oggi. Dal tre gennaio ad oggi questa sarà la terza volta che i Warriors sfideranno i californiani. L’ultima volta che Cp3 e compagni hanno giocato alla Oracle Arena subirono un pesante ko (-21), sconfitta però recuperata con gli interessi tre giorni dopo allo Staples Center. Il periodo di forma non eccelso attraversato dai padroni di casa (2-5 nelle ultime sette partite disputate) ci autorizza a credere nell’ennesima vittoria dei Clippers, che stanotte hanno la possibilità di scalzare dalla vetta della Western Conference i Thunder, quest’ultimi battuti all’overtime da Denver 12 ore fa. Pronostico: 2
Portland Blazers – Washington Wizards
Non vogliamo sorprese stavolta. Portland (20-20) ha tutte le carte in regola per lasciarsi alle spalle la striscia negativa di cinque sconfitte consecutive e questa sera contro i Wizards (8-30) dovrebbe far valere l’intramontabile legge della natura, dove il più forte resta e quello debole soccombe. Lillard (vincerà il duello con Beal?), Aldridge, Nicolas Batum, è davvero enorme il potenziale a disposizione dei padroni di casa per avere la meglio sulla squadra che detiene uno dei peggiori record in trasferta (2-17). Pronostico: 1
BULLS – GRIZZLIES: 82-85 (ot): Un altro overtime per Chicago, stavolta a vincere però sono gli avversari. Dopo la fantastica vittoria di ieri con Belinelli in versione “The Shot” al Garden di Boston, i Bulls non si ripetono davanti ai propri tifosi e cadono per mano di Memphis, nonostante una straordinaria rimonta nell’ultimo periodo, quando nel terzo quarto si sono ritrovati addirittura sotto di 17 punti. I Grizzlies (26-13) ringraziano Marc Gasol (19), autore di 4 punti consecutivi decisivi nell’ultimo minuto e mezzo del quarto quarto, quando sotto di tre punti (75-72) lo spagnolo è riuscito a riportare avanti i propri compagni di squadra. All’overtime non c’è stata praticamente storia, con Memphis capace di segnare subito i primi 6 punti affidandosi ancora a Gasol e Zac Randolph (13), autori di sette dei nove punti totali realizzati nell’extra-time. Chicago ha dunque incassato la sua undicesima sconfitta interna (11-11), pagando oltremodo l’assenza di Luol Deng. Tra i Tori il migliore è stato Jimmy Butler, top scorer con 18 punti, a cui si aggiungono i 17 di Carlos Boozer. Per il nostro Marco Belinelli 8 punti, 3 rimbalzi e tre assist in 30 minuti effettivi.
CLIPPERS – WIZARDS 94-87: Ennesima vittoria (32-9) per i Clippers, che si confermano al secondo posto nella Western Conference alle spalle dei Thunder. L’avversario di stanotte non era dei più difficile, con Washington che detiene un record in trasferta decisamente mediocre (2-17). Dopo tre assenze consecutive Chris Paul è tornato a dare una mano ai suoi compagni, prendendosi da subito le proprie responsabilità e conducendo in porto una vittoria quasi mai in discussione. Cp3 conclude con 22 punti e 11 assist, ed insieme a Blake Griffin (17) ribadisce l’indiscussa leadership in seno alla squadra. Negli ospiti in ombra Bradley Beal, che si ferma a 13 punti. A sorpresa il migliore è John Wall che dalla panchina ne mette 24.
HAWKS – SPURS 93-98: C’è lo zampino di Tony Parker nella convincente vittoria degli Spurs (32-11) al Philips Arena di Atlanta. Padroni di casa subito in difficoltà nel primo quarto (16-25), con gli ospiti subito a proprio agio. Nonostante a San Antonio manchino due giocatori del calibro di Duncan e Ginobili, la squadra di coach Gregg Popovich riesce a contenere senza troppe difficoltà la verve degli Hawks, che di sicuro non stanno attraversando un momento di forma semplicissimo (2-10). Oltre al contributo fondamentale di Parker (doppia doppia da 23 punti e 12 assist), gli Spurs trovano anche 17 punti da Matt Bonner e 14 di Tiago Splitter.
BLAZERS – BUCKS 104-110: Portland (20-20) non riesce a fermare l’emorragia di sconfitte consecutive che la vedono protagonista in questi ultimi giorni, e perdendo in casa contro Milwaukee arriva così anche il quinto ko di fila. Il danno maggiore va letto in classifica, con i Blazers scesi ormai al 50% e che adesso sentono da vicino ormai le urla dei “nemici” (vedi Rockets, T-wolves e gli stessi Lakers). Sono dunque inutili i 26 punti di Lillard , in una serata che ha visto l’ex Virtus Roma Brandon Jennings scrivere a referto 30 punti e 8 assist.
JAZZ – CAVALIERS 109-98: All’EnergySolutions Arena di Salt Lake City i Jazz (22-19) hanno la meglio sui Cavaliers in un incontro che ha vissuto la svolta nel terzo periodo, quando Randy Foye (20) e compagni hanno piazzato un parziale di 30-21, portando a 17 il margine di vantaggio sugli ospiti, tra cui spiccano le prove dei due rookie Dion Waiters (23) e Kyrie Irving (18). In classifica Utah conserva la settima posizione nella Western Conference davanti Houston.
TIMBERWOLVES – ROCKETS 92-79: Proprio i Rockets sono i protagonisti in negativo del prossimo incontro di cui vi parliamo, con Houston che continua la sua caduta libera (7 sconfitte consecutive). L’ultima vittoria degli uomini di coach McHale risale al match del 9 gennaio scorso con i Lakers al Toyota Center. James Harden (18) può fare ben poco di fronte la prestazione di squadra dei T-wolves, guidati da un grande Andrei Kirilenko, autore di 21 punti e 11 rimbalzi.
HORNETS – WARRIORS 112-116: Ci hanno provato gli Hornets (13-27) e la rimonta del terzo periodo aveva illuso i tifosi della New Orleans Arena ad un successo alla vigilia insperato. Nell’ultimo quarto però Golden State ha rimesso in chiaro le cose, aiutata anche dai 29 punti di Klay Thompson oltre ai 25 di Jarret Jack. Top scorer tra i padroni di casa Eric Gordon con 23 punti.
BOBCATS – KINGS 93-97: La sfida dei poveri viene vinta da Sacramento (16-25), che prima di stanotte aveva vinto soltanto 3 partite in trasferta a fronte di 15 sconfitte. Continua invece il momento negativo dei Bobcats, il cui destino era già scritto prima che iniziasse la stagione. Nonostante si impegni (14 punti e 10 assist) Kemba Walker ha in DeMarcus Cousins un avversario troppo superiore (17 punti, 10 rimbalzi, 4 assist), sopratutto se aggiungiamo i 18 punti dalla panchina del top scorer Marcus Thornton.
Oggi parleremo della rinascita di Dwight e dei Lakers, dell’ennesima tripla decisiva del Gallo, e di quanto la panchina dei Clippers possa giocare un ruolo fondamentale in assenza di Chris Paul. NUGGETS – BLAZERS 115-112 (OT): E sono sei. Al Pepsi Center Denver conquista la sesta vittoria consecutiva (season-high), ribaltando Portland al primo overtime. La differenza? Gallinari le mette, Lillard no. Fantastica prestazione del nostro Danilo, che a un minuto dallo scadere del primo tempo supplementare porta i Nuggets avanti con la bomba del 109-107. Per l’azzurro sono 25 i punti messi a referto (top scorer dei suoi), dei quali 13 segnati soltanto nel primo quarto. Non si può non sottolineare però la prova di Ty Lawson (24 punti e 12 assist) e quella di The Manimal, con Faried che chiude in doppia doppia (21 punti e 11 rimbalzi, 9/12 da due). Calcolatrice alla mano, le tre star di Denver hanno messo insieme qualcosa come 70 punti, senza dimenticare anche i 13 punti dalla panchina arrivati dalle mani di Wilson Chandler, in campo per 19 minuti. E così diventa inutile la comunque ottima prova offerta dal quintetto di Portland, che ha in Aldridge l’assoluto protagonista (28 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), anche perché nei momenti chiave della partita la palla ce l’aveva un certo Lillard, il quale nonostante si stia imponendo quest’anno come uno dei migliori rookie non ha ancora la freddezza dei grandi campioni (a Chicago potrebbero pensarla diversamente però). In classificaDenver (24-16) allunga su Houston e gli stessi Blazers, consolidando il sesto posto nella Western Conference.
LAKERS – BUCKS 104-88: Stanno tornando. D’accordo, forse Cavaliers e Bucks non sono proprio gli avversari più tignosi della lega, sopratutto se la cornice è quella dello Staples Center, però è un fatto innegabile come la squadra di Mike D’Antoni abbia svoltato nel Monday night contro Cleveland. Due vittorie consecutive in 24 ore, minuto più minuto meno, e quello che più è importante, un ritorno a buoni livelli di Dwight Howard. Il Superman di Orlando è rientrato alla grande, e nelle ultime due partite sembra davvero un altro giocatore rispetto all’avvio di stagione. Stanotte Dwight ha segnato 31 punti (top scorer insieme a Bryant), catturato 16 rimbalzi, e stoppato quattro volte. Va da sé che avendo anche Steve Nash come assist man (11, nove nel primo tempo), ed una difesa che inizia a funzionare, tutto diventa più facile per i californiani. Il profondo rosso toccato contro i Thunder diventa ad ogni ora un ricordo più confuso, sebbene i giallo-viola non debbano commettere l’errore di dimenticare chi fossero soltanto quattro-cinque giorni fa. Sta di fatto che in classifica Portland è distante soltanto tre vittorie. E con ancora metà stagione da giocare, i Lakers possono ragionevolmente pensare in positivo, forse per la prima volta quest’anno, dopo aver speso intere settimane sui banchi di scuola per studiare quel concetto chiave sotto la voce chemistry.
LE ALTRE PARTITE: Rimanendo in California, i Clippers hanno battuto in trasferta i Rockets109-117, arrivando ad un record stagionale di 30-19. Nonostante sia mancato per la seconda serata consecutiva il loro giocatore simbolo Chris Paul ancora alle prese con la botta rimediata nel finale di partita contro J.J. Redick, match alla fine vinto proprio dai Magic. Al Toyota Center il migliore è Jamal Crawford con i suoi 30 punti dalla panchina. Ai 76 ers non bastano invece i 29 punti di Jrue Holiday per evitare il ko interno contro gli Hornets (Greivis Vasquez top scorer con 23 punti). Vittoria in trasferta anche per Indiana (76-103 a Charlotte), con 16 punti e 10 rimbalzi di Paul George. Perdono, e non è una sorpresa, i Raptors al Barclays Center di Brooklyn, dove i Nets vincono la loro settima partita consecutiva, consegnando a coach P.J. Carlesimo un invidiabile record di 9-1. Mattatore dell’incontro Brook Lopez con 22 punti e 9 rimbalzi.
Otto le partite giocate nella notte. Vincono, facendo rumore, i Bulls del nostro Marco Belinelli, che allo United Center di Chicago devastano quel che è rimasto di Atlanta. Nessuna difficoltà anche per i Clippers contro Memphis. Continua a vincere Boston con la 26^ tripla doppia in carriera di Rajon Rondo, mentre Miami paga dazio a Utah, la cui panchina riesce a fare miracoli anche dopo le feste. Nel frattempo KD e Russ si prendono gioco dei Suns in Arizona, giocando un secondo tempo da fantascienza, dove in confronto Space Jam può sembrare una partita reale. La copertina della serata però spetta a Dion Waiters, il rookie di Sacramento capace di fare qualcosa di abbastanza compromettente per la sua futura carriera, in senso positivo si intende.
BULLS – HAWKS 97-58: Più che un punteggio da Nba sembra una comunissima partita europea che vede le classiche matricole sfidare qualcosa più grande di loro. In realtà allo United Center a scendere in campo sono gli Hawks, che non possono essere etichettati come l’ultima squadra arrivata, con un record di 21-16 a testimoniarlo. E’ anche vero però che Atlanta nell’ultimo periodo sta faticando, e non poco, avendo perso sei delle ultime sette partite disputate. Caso vuole che la partita di stanotte passerà alla storia. Mai infatti era successo che una squadra della lega rientrasse dagli spogliatoi con 20 punti nel primo tempo, e mai era successo che concludesse la partita con soli 58 punti a referto. Orlando (59) e Knicks (22) possono così tirare un sospiro di sollievo e cedere il trono meno agognato ad Atlanta. Coach Larry Drew a fine partita ha ammesso: “Questo è davvero, davvero imbarazzante. Da quello che eravamo prima a quello che siamo diventati adesso, abbiamo perso qualsiasi cosa che faccia dire di essere una squadra. E perché sia successo questo io non riesco davvero a dirlo”. Tra i padroni di casa ancora una volta il migliore è Carlos Boozer con la sua immancabile doppia doppia (20 punti e 13 rimbalzi), a cui si aggiungono anche i 18 punti di Luol Deng e i 16 rimbalzi di Joakim Noah. Il nostro Marco Belinelli ha giocato complessivamente 23 minuti, segnando 6 punti con 2/5 da due e il 100% dai liberi. Con questo successo Chicago scavalca proprio Atlanta al quinto posto nella Eastern Conference con un record di 21-15, avendo ormai nel mirino il terzo posto di Indiana (23-15) e la quarta piazza dei Nets (22-15). Chicago Bulls: Carlos Boozer 20, Luol Deng 18, Joakim Noah 9, Marco Belinelli 6 (2/5, 0/1) Atlanta Hawks: Mike Scott 10, Josh Smith 9, Kyle Korver 9
JAZZ – HEAT 104-97: Ma ndo vai se la panchina non ce l’hai…No, non l’ha cantata LeBron a fine partita, aveva altro a cui pensare il nostro Mufasa. Però in un certo senso il refrain è quello in casa Miami. Se in Florida vogliono dare seguito all’anello vinto lo scorso anno non possono e non devono sottovalutare un piccolo ma fondamentale dettaglio, la cara e tanto amata bench. Nessuna squadra al mondo infatti può pensare di continuare a vincere se dalla panchina arrivano 26 punti quando invece gli avversari nella stessa partita ne guadagnano 47. Ed è così quasi inevitabile che non bastino i 32 punti del Prescelto. Anzi, diventa un errore bestiale credere che lasciarlo in campo 44 minuti possa risolvere qualsiasi problema. Sbaglio su cui coach Spoelstra deve iniziare a riflettere, e trovarne rimedio prima dei play-off, perché un LeBron versione gara 6 contro Boston non capita nè tutti i giorni nè in tutte le finali di Conference. Così James a fine partita: “Avevamo poco energia. Non puoi giocare con poca energia contro una squadra come Utah, per di più sul loro parquet con questa folla incredibile”. Protagonista assoluto nella vittoria dei Jazz Al Jefferson, top scorer con 23 punti. Utah Jazz: Al Jefferson 23, Gordon Hayward 22, Paul Millsap 17 Miami Heat: LeBron James 32, Chris Bosh 16, Rashard Lewis 13
LE ALTRE PARTITE: Ha qualcosa di fantascientifico quanto successo allo US Airways Center di Phoenix, dove i Thunder hanno schiacciato i padroni di casa 90-102, con Kevin Durant (41) e Russel Westbrook (36) che hanno segnato 47 punti sui 51 totali del secondo tempo per i Thunder. Ormai le parole sono finite lo scorso anno per questi due autentici fenomeni. Vince anche Boston, alla sua sesta vittoria consecutiva, grazie alla tripla doppia di un ispirato Rajon Rondo (17 punti, 12 assist, 10 rimbalzi). Piccoli segnali di ripresa anche a Dallas, dove i Mavericks battono Minnesota 113-98 (top scorer Darren Collison con 23 punti), facendo registrare la terza vittoria consecutiva, la migliore striscia positiva di questa stagione. I Wizards battono al Verizon Center i Magic 120-91, con Bradley Beal premiato poco prima dell’inizia della gara con il premio di rookie del mese. A proposito di rookie, a Sacramento si stropicciano gli occhi i tifosi dei Kings dopo la sovrumana prestazione di Dion Waiters, che dalla panchina mette a referto 33 punti trascinando i padroni di casa al successo contro i Cavaliers (124-118). Ed infine i Clippers regolano a domicilio Memphis 73-99 con i 16 punti di Matt Barnes, nonostante l’assenza per infortunio di Chris Paul.
Otto le partite giocate nella notte. Ben quattro le vittorie esterne, tra cui spicca sopratutto quella dei Magic allo Staples Center contro i Clippers, e quella degli Heat sul parquet di Sacramento. Cade in casa anche il nostro Marco Belinelli, con Phoenix che viola lo United Center di Chicago. BULLS – SUNS 81-97: Iniziamo il nostro racconto della notte Nba proprio dal match che vedeva l’unico italiano in gara. Per il Beli non è stato di certo un incontro da ricordare a lungo, con soli 8 punti messi a referto (3/12 da due) e zero assist in 21 minuti giocati. Chicago se non altro ha confermato il suo scarso feeling con il parquet amico, subendo la quarta sconfitta nelle ultime sei partite disputate davanti ai propri tifosi (10-10 complessivo casalingo). Match senza storia quello tra Suns e Bulls, con gli ospiti sempre avanti dal secondo periodo in poi (42-49, 63-77, 81-97). Phoenix si è appoggiata sulla classe senza tempo di Luis Scola, top scorer con 22 punti e 7 rimbalzi, a cui si aggiungono i 20 segnati da Michael Beasley. Per sottolineare come la vittoria dei Suns sia comunque sorprendente, ricordiamo che gli ospiti erano reduci da dodici sconfitte consecutive in trasferta (l’ultima vittoria era datata 27 novembre, a Cleveland). Successo storico per Phoenix, che battendo stanotte Chicago ha conquistato la vittoria numero 2000 nella storia della franchigia. Lo stesso coach di Phoenix, Alvin Gentry, ha confidato a fine partita come sia un grande traguardo raggiungere un tale record proprio contro una squadra (Chicago ndr) di grande tradizione. Tornando sulla sponda dei Bulls, si registrano le doppie doppie di Carlos Boozer (15 punti e 10 rimbalzi) e Joakim Noah (10 punti e 13 rimbalzi). Proprio quest’ultimo si è soffermato sullo “strano” problema che affligge i Bulls, con la squadra che riesce a vincere al Madison e a Miami per poi perdere contro squadre del tutto abbordabili: “Giochiamo fuori casa e battiamo alcune delle migliori squadre, poi torniamo a casa contro squadre di basso livello e non siamo in grado di competere. Se abbiamo capito qual è il problema, dobbiamo fare qualcosa per risolverlo”. Chicago Bulls: Carlos Boozer 15, Jimmy Butler 13, Luol Deng 13, Belinelli 8 (3/12, 0/3). Phoenix Suns: Luis Scola 22, Michael Beasley 20, Sebastian Telfair 13.
KINGS – HEAT 99-128: Show-time a Sacramento, dove Miami si diverte contro i Kings polverizzando il record di punti segnati in questa stagione. Eroe della serata un incredibile Mario Chalmers, che con dieci bombe segnate (sì, avete letto bene, 10!) e 34 punti finali entra di diritto nella storia Nba. Meglio di lui soltanto Kobe Bryant e Donyell Marshall, autori di dodici triple in un singolo match. La sconfitta subita a Portland ha svegliato gli Heat, letteralmente scatenati a Sacramento, sparring partner perfetta per lo show voluto da LeBron James (20) e Dwayne Wade (11), braccio e mente dell’azione più bella di stanotte. Con questo successo Miami pareggia il record lontano dall’American Airlines (8-8), e conferma la tradizione positiva contro i Kings, battuti per la settima volta nelle ultime otto partite giocate a Sacramento. A proposito, nuove notizie ci arrivano dagli Usa riguardo il destino dei Kings. Negli ultimi giorni si era parlato di un possibile trasferimento della franchigia a Seattle. Ieri invece la stampa americana ha rivelato un interesse da parte di un gruppo locale per l’acquisizione dei Kings, disposto inoltre ad investire 400 milioni di dollari nella costruzione di un nuovo impianto che consentirebbe ai tifosi di continuare a seguire la loro squadra del cuore a Sacramento. Sacramento Kings: Isaiah Thomas 34, DeMarcus Cousins 11, James Johnson 11. Miami Heat: Mario Chalmers 34, LeBron James 20, Chris Bosh 16.
CLIPPERS – MAGIC 101-104: In pochi si aspettavano che i Clippers vedessero la loro serie casalinga (13 vittorie consecutive) interrompersi stanotte contro Orlando, di certo non la squadra più in forma della lega. Sentimento comune anche ai tifosi dello Staples Center, che hanno visto i Magic passare in vantaggio per la prima volta quando mancavano soltanto 42 secondi alla fine grazie alla tripla di J.J. Redick per il momentaneo 99-102. Grande l’amarezza tra gli stessi giocatori dei Clippers, sopratutto da parte di Chris Paul (16 assist), costretto a vedere dalla panchina la bomba decisiva di J.J. Redick per un precedente scontro proprio con J.J. Ai californiani non sono bastati nemmeno i 30 punti di Blake Griffin, che ha eguagliato il suo personale season-high. Il ko non è andato giù a coach Vinny Del Negro, che ha ancora negli occhi il +8 (95-87) del quarto periodo, nonostante il quale la sua squadra è riuscita nell’impresa di perdere: “Abbiamo raccolto quello che ci siamo meritati”. L’unica nota positiva in casa Clippers è il debutto stagionale di Grant Hill, accolto dalla standing ovation dello Staples Center nel quarto periodo, durante il quale ha messo a referto due punti e catturato due rimbalzi. Los Angeles Clippers: Blake Griffin 30, Jamal Crawford 13, Chris Paul 10. Orlando Magic: Arron Afflalo 30, J.J. Redick 21, Nikola Vucevic 18.
LE ALTRE PARTITE: Nelle altre gare giocate nella notte, grande vittoria di Dallas contro Memphis, grazie al season-high di Shawn Marion (20) e i 17 punti di Dirk Nowitzki. Ad est vince ancora Indiana, che sul parquet amico batte Charlotte 96-88 (George Hill 19 punti). Cade invece Atlanta, sconfitta dai Wizards per 93-83. Altro ko per Houston, con i Rockets battuti dai 76 ers in trasferta per 107-100 (top scorer Jrue Holiday con 30 punti). Infine i Jazz violano il campo di Detroit con il punteggio finale di 87-90, trovando in Al Jefferson (20) un fattore decisivo.
NUGGETS – MAGIC 108-105: Ha faticato più del previsto ma alla fine ce l’ha fatta Denver ad avere la meglio sui Magic, portando così il suo record casalingo ad un interessante 12-2, e irrobustendo la propria posizione in classifica (21-16), che la vede al settimo posto nella Western Conference. Prosegue il momento positivo Danilo Gallinari, che chiude la serata con 15 punti, 8 rimbalzi e 4 assist. La vetrina però è tutta per The Manimal Faried, autore di 19 punti e 19 rimbalzi. E’ suo il canestro che consente ai Nuggets di impattare sul 99-99 a meno di 120 secondi dal termine, in una partita che ha visto quasi sempre Orlando condurre le operazioni. Ci ha poi pensato Ty Lawson con una magia a portare Denver in vantaggio, cancellando definitivamente i Magic. Miglior realizzatore tra gli ospiti Jameer Nelson, che mette a referto 20 punti e 8 assist. Doppia doppia invece per Vucevic, 10 punti e 14 rimbalzi.
BULLS – BUCKS 96-104: Altra vittoria per il nuovo coach di Milwaukee Jim Boylan, dopo il successo all’esordio contro Phoenix. Stavolta il compito non era affatto dei più semplici, considerato che i Bulls erano reduci da quattro W nelle ultime cinque partite. I Bucks devono ringraziare ancora una volta un immenso Brandon Jennings (35), che dopo i 29 punti rifilati ai Suns 24 ore prima è per la seconda volta il top scorer di Milwaukee. Il nostro Marco Belinelli vive una brutta serata, mettendo a referto solo 9 punti in oltre 31 minuti sul parquet, con un mediocre 4/14 da due). Non serve così nemmeno la solita doppia doppia di Boozer (22 punti, 11 rimbalzi) e i 18 punti di Luol Deng. In classifica Milwaukee mantiene la settima piazza (18-16) davanti Boston, mentre Chicago conferma la quinta posizione (19-14), alle spalle di Atlanta.
SPURS – LAKERS 108-105: Perdono ancora i Lakers, alla loro sesta sconfitta negli ultimi sette incontri (cinque L di fila). I giallo-viola cadono anche sul parquet di San Antonio (15-2 in casa), e vedono allontanarsi in maniera inesorabile la zona play-off (15-20, contro il 19-15 di Portland). Sotto di 17 punti a tre minuti dal termine del terzo periodo, i Lakers hanno dato vita ad una grande rimonta, del tutto inutile però, come spesso capita in questa stagione ai giallo-viola. In mancanza di lunghi (ricordiamo le assenze contemporanee di Howard, Hill e Pau Gasol), i Lakers trovano un fattore inaspettato in Earl Clark (22 punti e 13 rimbalzi). Mike D’Antoni registra anche gli otto rimbalzi di MWP (23) e Jamison. Ma il leader carismatico rimane sempre lui, Kobe Bryant, che con 14 punti nel solo terzo periodo (sui 27 complessivi), dà il via alla rimonta dei giallo-viola. Kobe ha nel finale la bomba del pareggio, sul punteggio di 108-105, ma il pallone trova solo il ferro. Vicino alla doppia doppia, Steve Nash celebra la sua prima partita da 10k assist con 9 passaggi decisivi e 14 punti. San Antonio festeggia invece l’undicesima vittoria casalinga di fila grazie ai 24 punti di Tony Parker e i 19 di Manu Ginobili. Tiago Splitter firma invece il suo career-high catturando 14 rimbalzi e mettendo a segno 14 punti.
CLIPPERS – MAVERICKS 99-93: Ci ha provato Dallas, ma Dirk Nowitzki e compagni hanno dovuto arrendersi davanti ai 19 punti e 16 assist di un visionario Chris Paul, a cui si sommano i 15 punti e i 13 rimbalzi di uno straripante Blake Griffin. I Mavericks sono stati in partita fino al termine del terzo periodo, chiuso avanti di 3 punti (75-72). Nell’ultimo quarto però Cp3 inventa 6 assist per i suoi compagni di squadra, che non tradiscono le attese dei tifosi presenti allo Staplese Center, conducendo i Clippers alla 13 vittoria casalinga consecutiva, superando Oklahoma in vetta alla Western Conference (28-8). Ai Mavericks non bastano i 22 punti di Collison e i 15 di Nowitzki.
THUNDER – TIMBERWOLVES 106-84: Oklahoma si conferma insieme ai Clippers la migliore squadra della Lega con un record di 27-8. Alla Chesapeake Energy Arena non c’è partita, con Kevin Durant (26) e Westbrook (23) semplicemente inarrestabili, che consentono così a Ibaka (6) di prendersi un turno di riposo. Dalla panchina bene anche Kevin Martin, autore di 19 punti, terzo miglior realizzatore della serata targata Thunder. Dall’altra parte continua a mettere minuti sulle gambe Ricky Rubio, autore di 7 assist ma nessun canestro in 22 minuti di gioco. Solita doppia doppia per Nikola Pekovic (17 punti e 10 rimbalzi).
CELTICS – SUNS 87-79: Ci prendono gusto i Celtics, alla loro quarta vittoria di fila. Battendo i Suns, Boston aumenta il proprio margine di vantaggio sulle dirette concorrenti all’ottavo posto, solcando un netto divario tra sé (18-17) e Philadelphia (15-22), che insegue in nona posizione. A fare la differenza non sono tanto i titolari, con KG l’unico a raggiungere la doppia cifra (10), quanto la panchina, dove coach Doc Rivers pesca il jolly in Jared Sullinger, il quale mette a segno 12 punti e offre un’eccezionale contributo in difesa con 16 rimbalzi. Complessivamente la panchina di Boston scrive a referto 47 punti.
RAPTORS – 76ERS 90-72: In una partita che ai fini della classifica non aveva molto da dire, i Raptors fanno valere il fattore casalingo e battono agevolmente Philadelphia. Sugli scudi Amir Johnson, che chiude in doppia doppia siglando 19 punti e 12 rimbalzi, oltre a 5 assist. Bene anche De Rozan (19) e Jose Calderon, protagonista con 14 punti e ben 11 assist. Negli ospiti si segnala la prova di Thaddeus Young, top scorer con 16 punti, a cui aggiunge 7 rimbalzi.
BOBCATS – JAZZ 102-112: Ennesima sconfitta casalinga per Charlotte (5-14), che compie un’inutile rimonta nel secondo tempo dopo aver chiuso all’intervallo sotto di 19 punti (44-63). I Jazz trovano un contributo fondamentale in Al Jefferson (26), capace di chiudere con un 11/15 da due, catturando anche 8 rimbalzi. Funziona alla grande anche la panchina, che regala a Utah 39 punti. Con questo successo i Jazz superano il muro del 50% (19-18)ed inseguono Portland in nona posizione davanti a Minnesota. Non basta ai padroni di casa la buona provad di Ben Gordon, che mette a referto 20 punti in 25 minuti di gioco.
CAVALIERS – HAWKS 99-83: Quarta sconfitta consecutiva per Atlanta, che vede così assottigliarsi il vantaggio accumulato ad inizio stagione, nonostante con un record di 20-14 resti ancora al quarto posto nella Eastern Conference. Gli Hawks sono così costretti a cedere il passo ai modesti Cavaliers, fin qui disastrosi (9-28). Per Cleveland recita il ruolo di attore principale la prima scelta del Draft 2011 Kyrie Irving, strepitoso con i suoi 33 punti (23,1 quest’anno). Dall’altra parte invece inutili i 17 punti e le sei stoppate dell’ala piccola Josh Smith, top scorer dei suoi questa sera.
HORNETS – ROCKETS 88-79: Festa a New Orleans, dove i padroni di casa raccolgono il terzo successo consecutivo, evento ancora sconosciuto ai tifosi degli Hornets quest’anno. L’ennesima prestazione sopra i 20 punti di James Harden (25) è quindi resa inutile dall’ottima serata vissuta da Greivis Vasquez, che chiude con 17 punti e 11 assist. Fondamentali per i padroni di casa anche i 34 punti in coppia dei due “panchinari” Jason Smith e Roger Mason Jr., entrambi a quota 17 punti. I Rockets conservano ancora il quinto posto nella Western Conference (21-15), sebbene Denver sia ormai pronta all’aggancio (21-16) dopo l’ultimo filotto di vittorie.
WARRIORS – GRIZZLIES 87-94: A sorpresa è Memphis ad aggiudicarsi lo scontro diretto per il quarto posizione ad Ovest, con i Grizzlies capaci di violare il parquet dei Warriors (11-5 in casa) affidandosi alla doppia doppia di Zac Randolph (19p, 18r), a cui si aggiungono i 18 punti di Rudy Gay. I padroni di casa, pur avendo a referto Klay Thompson con 20 punti e Stephen Curry con 24 punti, subiscono così la quinta sconfitta stagionale alla Oracle Arena.
Torna a brillare la stella di Danilo Gallinari, protagonista nella vittoria casalinga di Denver contro i Jazz (110-91), l’ottava consecutiva al Pepsi Center. Priva di Mo Williams, Utah non ha saputo opporre nulla di particolare alla furia dei padroni di casa, che trovano nel Gallo il top scorer della serata con 26 punti. Per il nostro Danilo anche 5 rimbalzi, 3 assist, una palla recuperata e ottime percentuali al tiro (7/11 da due, 11/12 a cronometro fermo). Solita prova difensiva da incorniciare per Koufos (13 rimbalzi, oltre a 15 punti) e in zona assist (6) per Andre Miller. I Nuggets con un record di 19-16 restano in zona play-off, mantenendo un leggero margine di vantaggio sui Timberwolves, sconfitti questa notte a domicilio da Portland. In attesa dei rientri di Lakers e Mavericks, Gallinari può continuare a sperare nella play-off, sopratutto se Denver riuscirà a stare davanti a Portland e Houston.
MAVERICKS – HORNETS 96-99 (OT): Dopo 27 partite Dirk Nowitzki rientrava nel quintetto titolare, come annunciato alla vigilia da coach Rick Carlisle. Il tedesco è rimasto sul parquet 34 minuti totalizzando 20 punti, offrendo così il suo massimo contribuito dopo l’infortunio. Nonostante ciò, i Mavericks sono riusciti a perdere anche contro gli Hornets, di certo non la squadra più attrezzata della lega. L’eroe della serata per New Orleans è senza dubbio Eric Gordon, che con un gioco da tre punti a 4.7 dalla sirena del primo overtime ha regalato il successo ai suoi compagni. Grande partita tra gli Hornets anche di Greivis Vasquez, top scorer con 25 punti, di cui 15 nell’ultimo quarto.
HAWKS – CELTICS 81-89: Pazzesca Boston. Arrivata ad essere a meno 19 dagli Hawks in avvio di terzo quarto, la squadra di coach Rivers annienta letteralmente una delle migliori squadre ad Est con un secondo tempo da urlo. Paul Pierce protagonista con 17 dei suoi 26 punti proprio nel terzo quarto, chiuso da Boston con un parziale di 33-9. L’altra star della notte è Rajon Rondo con una tripla doppia da record (14 punti, 11 rimbalzi e 10 assist). Agli Hawks non bastano i 28 punti di Lou Williams, spentosi insieme al resto della squadra dopo il primo tempo chiuso a quota 21 punti.
MAGIC – KNICKS 106-114: Quarto quarto da suicidio per i Magic (17-33), sconfitti in casa dai Knicks 106-114. Prima di oggi Orlando aveva perso le ultime 7 partite. Nonostante il buon rientro di Jameer Nelson quindi (29 punti e 8 assist), sorridono i Knicks di Melo Anthony, ancora mostruoso con i suoi 40 punti, 6 rimbalzi e 6 assist. Contributo importante anche se in campo soltanto 16 minuti da parte di Stoudemire (11 punti e 4 rimbalzi), alla sua prima trasferta in stagione dopo l’infortunio. Nei Magic grandi prove di Afflalo, che come Nelson chiude a 29 punti), e Vucevic con i suoi 18 rimbalzi e 11 punti.
NETS – KINGS 113-93: La sfida tra due dei migliori centri della lega, Brook Lopez (18.9) e DeMarcus Cousins (17.1), si risolve a favore dei Nets. Decisivo per Brooklyn l’apporto dalla panchina, con MarShon Brooks, Blatche (15 punti ciascuno) e Teletovic (career-best con 14 punti) fondamentali nel successo di stanotte. A Sacramento non basta l’ennesima doppia doppia stagionale di Cousins (28 puntie 11 rimbalzi) per evitare la prima sconfitta dopo due successi di fila.
CLIPPERS – WARRIORS 115-89: Otto solo sconfitte stagionali per Cp3 e compagni, due contro Golden State, l’ultima tre giorni fa. Era un po’ questo il riassunto alla vigilia della partita, che in realtà storia non ne ha mai avuto, con i Clippers che salutano gli Warriors già alla fine del primo quarto infliggendogli un parziale di 35-12. Dopo la vittoria nel derby, i Clippers hanno asfaltato Klay Thompson e compagni con un vantaggio che a tratti ha superato i 40 punti, salvo poi prendersi una meritata boccata d’ossigeno e chiudere l’incontro a +26. Chris Paul è restato sul parquet 28 minuti, quanto basta per mettere a referto 27 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 20 punti di Blake Griffin. L’Nba ha i suoi nuovi padroni?
SPURS – 76ERS 109-86: Reduce dal ko contro New York, San Antonio si riprende subito e centra la decima vittoria casalinga consecutiva. Vittima designata sono i 76ers, incapaci di fermare il collettivo degli avversari. Top scorer Parker con 20 punnti, a cui si aggiungono i 19 di Manu Ginobili e i 16 di Tim Duncan. Per Philadelphia il migliore in campo è Spencer Hawes, che mette a referto 22 punti e 6 rimbalzi.
PACERS – BUCKS 95-80: Difficoltà zero per i Pacers che di fronte al proprio pubblico sconfiggono nettamente i Bucks per la prima volta in questa regular season (due ko, sempre in trasferta, nei precedenti confronti). A decidere le sorti della partita l’ottima prestazione di Roy Hibbert, che mette a referto 20 punti e 15 rimbalzi, oltre a 5 stoppate. Periodo no per i Bucks, alla loro terza sconfitta consecutiva.
CAVALIERS – ROCKETS 104-112: Un favoloso James Harden (29 punti, 7 palle recuperate) consente ai Rockets di violare il parquet di Clevaland, con un quarto quarto da 16 punti. Alla prova di Harden va sommata poi quella di Jeremy Lin, autore di 20 punti e 5 assist. Tra i Cavaliers il migliore è Kyrie Irving con 30 punti.
TIMBERWOLVES – BLAZERS 97-102: Alla fine stava per sciupare tutto Portland, avanti di 22 punti nel terzo quarto, facendosi raggiungere sul meno 1 da Minnesota a 1.19 dalla sirena lunga. Non è bastato però ai padroni di casa lo sforzo disumano di Derrick Williams (18 punti nell’ultimo quarto), per raggiungere i Blazers guidati da un inesauribile Nicolas Batum, top scorer dei suoi con 26 punti. Ancora assente per infortunio tra i Timberwolves lo spagnolo Ricky Rubio.
Undici le partite giocate nella notte Nba. I Chicago Bulls di Marco Belinelli battono Miami 96-89 fuori casa, costringendo LeBron James e compagni alla terza sconfitta casalinga in stagione (15-3). Per l’italiano partita incolore, con soli 7 punti a referto e 17 minuti sul parquet. Chris Bosh al termine dell’incontro dice apertamente che i Bulls questa sera li hanno uccisi. Come dare torto all’ex Toronto, consapevole del 48-28 subito a rimbalzo (19-4 in attacco) per mano degli ospiti, e un trend che conferma Miami una squadra poco propensa a questo fondamentale. Top scorer per Chicago Carlos Boozer, che mette a referto 27 punti e 12 rimbalzi, dando così seguito alle brillanti prestazioni dell’ultimo periodo. Prezioso l’apporto anche del centro Joakim Noah, protagonista con 12 rimbalzi e 13 punti segnati. In stagione gli Heat avevano perso all’AmericanAirlines soltanto in due occasioni, contro i Knicks e i Warriors. In Florida comunque la situazione in classifica resta abbastanza tranquilla, con il quintetto di coach Spoelstra sempre leader ad Est (22-9).
Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers 107-102
Derby di Los Angeles infinito tra Lakers e Clippers. La vittoria va al quintetto capitanato da Chris Paul (107-102), che chiude la serata con 30 punti e 13 assist (11 nei primi due quarti). E’ stata una sfida emozionante, con i Clippers sempre a condurre, ma l’orgoglio e la classe di Kobe Bryant (38 punti) hanno mantenuto in vita i giallo-viola fino alla fine, nonostante a 10 minuti dal termine i Lakers si trovassero sotto di 19 punti (massimo vantaggio Clippers) per la tripla segnata da Odam.
Partita pazzesca, ricca di spunti e colpi di scena, ma anche tante belle giocate, fra tutte la schiacciata di Bryant in faccia a Chris Paul nel primo quarto, che ha letteralmente fatto scattare in piedi i tifosi dello Straples Center. E’ stato anche il derby di Blake Griffin e delle sue proverbiali schiacciate, sebbene verrà ricordato sopratutto per il grandissimo salvataggio nel terzo quarto, quando è volato oltre il parquet atterrando contro due bambini seduti a bordo campo. Con 24 punti Griffin è insieme a Chris Paul l’artefice della vittoria dei Clippers sul quintetto di coach Mike D’Antoni.
Dicevamo che è stato un derby intensissimo, sopratutto nel finale, quando i Lakers trascinati dall’orgoglio di Kobe Bryant si sono riportati a meno 2 con 90 secondi ancora da giocare. Canestro sublime quello del numero 24 giallo-viola, segnato tenendosi in bocca parte della maglietta, magia che non è servita però per evitare la sconfitta, forse già scritta nel libro del destino.
A 0.7 secondi dalla fine del secondo overtime, Joe Johnson regala la vittoria ai Nets per 115-113 sui Wizards dopo tre ore di partita. Per coach Carlesimo è il quarto successo da quando si è seduto sulla panchina di Brooklyn (4-1), striscia positiva che proietta la franchigia di New York al sesto posto nella Eastern Conference. Top scorer della serata per i Nets Brook Lopez, autore di 27 punti e 13 rimbalzi. Ottima la prova anche di Deron Williams, che aggiunge 24 punti e 10 assist.
A nulla è servito per i Wizards il career high di un fantastico Bradley Beal (24 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), che con due liberi a 9 secondi dal termine stava portando la sfida al terzo overtime, prima che arrivasse il canestro decisivo di Joe Johnson.
I Wizards avevano la partita in pugno durante il primo overtime, complice un mini-break di 8-0 (101-93), salvo subire il contro break dei Nets (101-104) con meno di 4 secondi da giocare Mette d’accordo tutti Beal, che con una bomba manda le due squadre al secondo overtime. Classifica drammatica per Washington, che con un record di 4-27 rappresenta ad oggi il peggio che la lega possa offrire.
Anche nella notte appena trascorsa l’Nba ha deliziato il pubblico statunitense con ben dodici partite disputate. C’era un solo italiano che giocava oggi, ed era Marco Belinelli. I suoi Bulls hanno violato il parquet di Orlando per 96-94. Piuttosto in ombra l’ex Fortitudo, con soli 2 punti a referto in 17 minuti giocati. Protagonista dell’incontro Carlos Boozer, che con 31 punti segnati piazza il suo season high. Prezioso contributo anche per Luol Deng con 23 punti e gli ultimi due tiri liberi decisivi. Una partita per la verità mai in discussione, dove Chicago è sempre stata avanti, prima di subire la rimonta dei Magic ad inizio quarto periodo, con Nelson (top scorer della serata, 32 punti) e Vucevic capaci di riportare in vita i padroni di casa (86-84 a cinque dalla fine). Ma due possessi scellerati di Orlando fanno nuovamente precipitare la situazione, e i Bulls scappano a più 10 con un parziale di 8-0. Non è ancora finita però, perché una tripla di J.J. Redick, una schiacciata di Vucevic e un canestro da due di Afflalo consegnano al pubblico di casa un finale da brividi, con Chicago avanti di sole due lunghezze a 46 secondi dal termine. Nelson a 11.3 secondi ha la palla del pareggio ma la sbaglia. Il match si chiude allora nei successivi due tiri liberi di Deng, che a 4 secondi dalla fine pone Chicago avanti di 4 punti, salvo poi concludere con un punteggio finale di 96-94.
MAVERICKS – HEAT 119-109 (1 o.t.)
Che cosa fai Dallas? I Mavericks perdono la loro settima gara nelle ultime otto partite, ma stavolta coach Rick Carlisle ha di che rammaricarsi per un successo che a tre minuti dalla sirena lunga sembrava già acquisito. Dallas infatti aveva da gestire un vantaggio enorme, 6 punti (100-94), dopo la tripla di un Nowitzki che pian piano sta tornando ad essere un fattore (19 punti in 29 minuti giocati). Da una situazione di calma apparente, Miami resuscita in un amen, lanciando un chiaro messaggio di forza all’intera lega. Nel finale gli Heat non solo impattano la gara ma mettono il loro becco avanti con la tripla di Shane Battier, fin lì disastroso dall’arco (0/3), su assist di un mostruoso LeBron James (32 punti, 12 rimbalzi, 9 assist). A 4 secondi dalla fine Nowitzki trova il canestro che consegna a Dallas i supplementari, dove però scende in campo una sola squadra, Miami appunto. Con un parziale di 7-0 grazie alla tripla di Allen (15 punti a referto per l’ex Celtics), James da due e una schiacciata di Wade, gli Heat chiudono definitvamente la pratica Dallas, portando il loro record stagionale a 22 vittorie e 8 sconfitte, e confermandosi prima forza ad Est.
E’ la sorpresa della serata. Brooklyn batte Oklahoma 110-93 alla Chesapeake Energy Arena, grazie al season high di Johnson (33 punti), e i 19 punti e 13 assist di Williams. Ma la partita tra Nets e Thunder passerà alla storia per la prima espulsione in carriera di Kevin Durant poco prima della sirena lunga, dopo aver prima subito la chiamata del tecnico sul fallo contro Kendrick Perkins per poi avere una discussione con Danny Crawford, quest’ultima decisiva nella scelta dell’arbitro di allontanare Durant dal parquet. Fin lì l’ala piccola dei Thunder aveva segnato 27 punti, top scorer dei suoi. L’oro olimpico di Londra si è quindi giustificato dicendo che per lui la chiamata dell’arbitro sul primo tecnico era errata, ed il sentimento di frustazione per la partita ormai persa ha fatto sì che avesse quella reazione che gli è costata la sua first ejection career.
WARRIORS – CLIPPERS 115-94
Seconda sconfitta consecutiva per i Clippers, che dopo il ko subito ieri contro Denver pagano dazio anche contro Golden State. A Oakland va in scena lo show di Curry, top scorer con 31 punti (25 nei primi due quarti), 6 rimbalzi e 8 assist. Partenza a razzo dei Warriors, che sorprendono il quintetto californiano reduce da 17 vittorie di fila, colpito emotivamente dalla morte di Donald Sterling, il figlio del proprietario dei Clippers, trovato morto nella sua abitazione a Malibu per una sospetta overdose. Nonostante la notizia della morte di Sterling Jr. lo abbia lasciato senza parole, Chris Paul ha provato in tutti i modi a riportare sotto i suoi compagni di squadra, mettendo a referto 23 punti, 4 rimbalzi e 6 assist, senza però mai impensierire la franchigia di Oakland.
Sei le partite giocate nella notte Nba. La corsa dei Clippers si arresta a Denver, dove Chris Paul e compagni attraversano una serata durissima (50% dai liberi, 5/29 dall’arco, sotto il 40% dai due punti). I Nuggets interrompono così la striscia consecutiva di vittorie (17 ndr) dei californiani, impartendo loro un sonoro 92-78, frutto di un terzo parziale da +11 (75-59 il complessivo prima dell’ultimo periodo). Mvp della serata Andre Miller con 12 punti e 12 assist (sui 28 complessivi di squadra, con la lob-city ferma a 15). Giornata di grazia anche per Gallinari, che riscatta la brutta prestazione della notte precedente e conquista la palma di top scorer con 17 punti a referto. Sempre prezioso comunque ache l’apporto di Kennet Faried, che chiude con la solita doppia doppia (14 punti e 11 rimbalzi).
I Mavericks interrompono il momento no (6 ko di fila) e sbancano il Verizon Center per 103-94. Washington ormai in caduta libera, con un record di 1 vittoria nelle ultime 10 partite giocate. Per gli ospiti da segnalare la doppia doppia di Shawn Marion (11 punti, 14 rimbalzi ma anche 4 assist), e i 23 punti di Vince Carter, top scorer della serata. Si rivede a tratti anche Dirk Nowitzki che resta sul parquet 17 minuti, sufficienti al tedesco per mettere a referto 11 punti (5/7 da due). In classifica i Mavericks conservano il 12° posto ad Ovest.
Terza sconfitta casalinga in 15 partite per i Knicks. La franchigia di New York si fa sorprendere dai Blazers che vincono con il risultato finale di 105-100. La partita vive nel segno di Carmelo Anthony, autore di 45 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Il problema per i Knicks è che soltanto 3 giocatori superano i 5 punti, mentre dall’altra parte troviamo Portland che gioca di squadra e ne piazza quasi quattro oltre i 20 punti. Batum e Lillard, rispettivamente con 26 e 21 punti sono i migliori realizzatori per gli ospiti. A questi si aggiunge anche Aldridge con la sua doppia doppia (19 punti e 14 rimbalzi).
Ultimi due quarti letali per gli Hornets che in casa non ne combinano una giusta (record di 3-13, tra i peggiori dell’intera lega). Fin troppo facile per Atlanta, tra le più belle sorprese ad Est, che trova in Josh Smith il protagonista assoluta della serata con 23 punti realizzati oltre a 13 rimbalzi, 7 assist, 3 palle recuperate e 4 stoppate. Semplicemente straordinario. Per gli Hawks (20-10) terzo posto ad Est alle spalle di Miami e i Knicks.
Detroit conferma di attraversare un buon momento di forma e supera Sacramento per 103-97. Kings disastrosi fin qui in trasferta (record di 1-13). Per i “Pistoni” prezioso apporto di Greg Monroe (18 punti e 11 rimbalzi) e Brandon Knight (top scorer con 20 punti). Grazie ad un ruolino al 50% (5-5 nelle ultime 10 partite), Detroit conserva intatte le speranze playoff nonostante un mediocre 12-22 stagionale.
Perdono e male i Lakers, battuti in casa dai 76ers per 103-99. Philadelphia in controllo del match fin dal primo periodo e brava a respingere gli ultimi tentativi di rimonta del quintetto di Mike D’Antoni. Allo Staples Center va in scena l’ennesimo one man show di Kobe Bryant (36 punti), perfettamente inutile però, perché se Howard in 39 minuti segna un solo canestro da due c’è qualcosa che davvero non torna, così come il 2/12 da due fatto registrare da Paul Gasol. Primo dell’anno decisamente migliore invece per Jrue Holiday (26 punti e 10 assist) ed Evan Turner (22 punti, 13 rimbalzi e 5 assist), autentici alfieri dei 76ers che con questo successo entrano in zona play-off all’ottavo posto (record di 15-17).
RISULTATI NBA 01-01-2013
Washington Wizards – Dallas Mavericks 94-103
WSH: Beal 22, Okafor 14, Webster 14
DAL: Carter 23, Collison 15, Mayo 15
New York Knicks – Portlant Blazers 100-105
NYK: Anthony 45, Chandler 10, Stoudemire 6
POR: Batum 26, Lillard 21, Aldridge 19
Detroit Pistons – Sacramento Kings 103-97
DET: Knight 20, Monroe 18, Bynum 15
SAC: Cousins 21, Thompson 16, Fredette 14
New Horleans Hornets – Atlanta Hawks 86-95
NO: Anderson 23, Vasquez 17, Gordon 11
ATL: Smith 23, Horford 20, Korver 14
Denver Nuggets – Los Angeles Clippers 92-78
DEN: Gallinari 17, Faried 14, Miller 12
LAC: Griffin 12, Bledsoe 12, Jordan 11
Los Angeles Lakers – Philadelphia 76ers 99-103
LAL: Bryant 36, Peace 13, Nash 12
PHI: Holiday 26, Evan Turner 22, Hawes 13