E’ ufficiale: la NBA ha comunicato lo slittamento della prima parte della stagione 2011/2012 che includeva training camp e partite di preseason. Questo per via dell’ennesimo accordo infruttuoso tra proprietari e rappresentanti dei giocatori (leggi l’articolo). nba.comA meno di clamorosi sviluppi questo passo rappresenta solo l’inizio del probabile lungo stop che si appresta a vivere la NBA, a discapito ovviamente dei tanti tifosi e appassionati che speravano (e tutt’ora sperano) in una soluzione a metà strada che accontenti entrambe le parti, un accordo che venga trovato per dare il via al basket giocato del massimo campionato professionistico.
“Purtroppo il calendario ci impone di prendere decisioni difficili, siamo costretti a rinviare la data di inizio dei camp e a cancellare 43 partite di preseason“.
Questo il breve ma incisivo commento del braccio destro del Commissioner David Stern, ovvero Adam Silver. Si prospettano tempi difficili, la speranza è che comunque al più presto le 2 parti trovino una intesa comune per il bene di tutti.
Ancora un nulla di fatto nell’incontro svoltosi ieri tra i proprietari delle 30 franchigie ed i rappresentati dei giocatori per porre fine al lockout NBA e dare (finalmente) il via alla stagione professionistica che a questo punto rischia seriamente la cancellazione della prima parte di regular season visto l’esiguo tempo rimasto per trovare un accordo.
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Qualcuno si è anche sbilanciato dicendo che nelle prossime ore arriverà la comunicazione che i training camp (il consueto periodo di preparazione per le squadre che vanno ad affrontare la stagione) saranno ufficialmente cancellati dato che il via era fissato per il 3 ottobre, data che si sta avvicinando abbastanza velocemente. A causa di tutto ciò, nella migliore delle ipotesi ci sarà lo slittamento (in caso di accordo in extremis tra le parti nell’incontro previsto per la fine della prossima settimana) di almeno un mese di regular season (tempo necessario per ratificare l’accordo, riunire i giocatori, allestire i training camp e dare la possibilità alle squadre di svolgere almeno 5-6 amichevoli pre-stagionali).
Segnali davvero poco incoraggianti con la possibilità di avere anche dei calendari “falsati” con squadre che magari incontreranno avversarie molto quotate ed altre che invece si ritroveranno a giocare contro team molto deboli. Un pasticcio che ormai sembra fatto e che “regalerà” a tutti gli appassionati di basket una stagione monca e priva del necessario equilibrio.
Le 2 parti sono ancora lontane sia per quanto concerne i ricavi (i proprietari chiedono che i giocatori scendano al 46% di questi mentre i giocatori dal 57% attuale sono disposti ad arrivare al massimo al 52-53%) sia per ciò che concerne il salary cap rigido (mal sopportato dai giocatori ma ben accetto per gli owners).
A fine incontro l’unica nota di accordo è questa dichiarazione di Stern, commissioner NBA e di Derek Fisher, rappresentante dei giocatori:
“Non siamo arrivati a nessuna conclusione. Il calendario non è nostro amico”.
I proprietari si riuniranno già in questi giorni per cercare di trovare una soluzione da proporre ai giocatori, poi, come già detto, la prossima settimana ci sarà il nuovo incontro che deciderà le sorti della stagione NBA.
Sostanziali passi indietro nell’incontro svoltosi qualche ora fa tra i proprietari delle squadre NBA ed i rappresentanti dei giocatori. Se nei giorni scorsi un discreto ottimismo pervadeva gli animi degli addetti ai lavori, secondo cui si poteva trovare una soluzione per porre fine al lockout, ora si registrano invece delle divergenze che potrebbero portare all’annullamento della preseason e dei training camp con la cancellazione della prima parte della stagione. nba.comUna situazione difficile da sbrogliare, per certi versi anche difficile da capire anche per tutti noi che del basket ci occupiamo quotidianamente. Queste le dichiarazioni sibilline del commissioner David Stern alla fine del meeting:
“Non è stata una bella giornata, questo è poco ma sicuro. Giovedì però ci sarà una nuova riunione tra i proprietari e noi rimaniamo fermi nella nostra intenzione di non cancellare alcuna partita della preseason. Certo, la situazione è difficile. Ma dobbiamo cercare di essere ottimisti”.
Una dichiarazione che stona rispetto a quella di Billy Hunter, rappresentante dei giocatori:
“E’ stato un vero nulla di fattoe non ci sono risultati concreti. Non c’è possibilità alcuna che la nostra associazione possa accettare l’accordo proposto dai proprietari. Almeno metà della stagione potrebbe saltare prima di riuscire a trovare un accordo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il playmaker dei Lakers Derek Fisher:
“Non pensiamo che i training camp possano iniziare alle date prestabilite”.
Pesanti interrogativi dunque sul futuro della NBA. Anche perché il prossimo incontro è stato cancellato. Giovedì i proprietari si confronteranno a Dallas, mentre i giocatori si riuniranno a Las Vegas. Le 2 parti sembrano comunque sempre più lontane.
E’ durato oltre 5 ore l’incontro tra proprietari e giocatori per cercare di porre fine al lockout che ormai dura dal primo di luglio. Il meeting, avvenuto a New York, ha lasciato sensazioni positive (anche ieri c’era un timido ottimismo, leggi l’articolo). Per ora comunque nessun accordo, ma lascia ben sperare il fatto che ci possano essere ulteriori incontri sia domani che nei prossimi giorni. nba.comNe’ il commissioner David Stern, nè il rappresentante dei giocatori Derek Fisher si sono sbilanciati con i commenti subito dopo la riunione ma i volti erano molto distesi, secondo le informazioni provenienti dai giornalisti presenti sul luogo. Questa la breve dichiarazione rilasciata da Stern:
“Ci incontereremo ogni volta che ne avremo la possibilità per cercare di limare la distanza che ci separa, ma per ora non si può dire se le cose vanno bene o male“
Questo il commento di Fisher:
“Ovviamente il fatto di poterci incontrare con maggior frequenza è una cosa positiva. Però al momento non si può dire, o è difficile dire, se stiamo andando nella direzione giusta. Finchè l’accordo non è concluso, non c’è accordo. Il tempo è sempre di meno ma questo non vuol dire che sia finito. Continueremo fino alla fine a fare del nostro meglio affinchè si possa trovare una soluzione“.
Intanto pare che ci sia la possibilità di vedere un Draft “allargato” a 3 giri (attualmente sono solo 2) con enormi vantaggi per le squadre ultime classificate per cercare di equilibrare i valori del campo, questa è solo una delle proposte fatte dai proprietari per cercare di risollevare le sorti dei team con meno appeal negli States. Insomma c’è tanto lavoro da fare ma le premesse per un eventuale accordo ci sono tutte.
Primi incoraggianti segnali di disgelo in NBA per quanto riguarda il lockout. La distanza tra le parti in causa è ancora tanta ma dagli incontri della scorsa settimana, tirando le somme, traspare un certo ottimismo. Decisivo sarà comunque il meeting in programma tra qualche ora a New York, restano in pratica 2 settimane di tempo per salvare la stagione NBA che senza un accordo per dare il via al training camp dovrà essere cancellata (almeno fino a Gennaio, termine ultimo per evitare un disastroso anno senza il basket giocato). nba.comNell’incontro che è in programma nella notte italiana ci saranno tutte le parti in causa ovvero il commissioner David Stern, il vice Adam Silver e Peter Holt, proprietario dei San Antonio Spurs e Presidente della stessa associazione dei proprietari, in rappresentanza della Lega; dall’altra parte, ci saranno invece il direttore esecutivo della NBA Billy Hunter, l’avvocato Ron Klempner, e il presidente dell’assogiocatori, Derek Fisher. Sarà il terzo incontro dall’inizio del lock-out, che è stato dichiarato ufficialmente lo scorso primo Luglio. Si spera che possa sortire qualche buon risultato e che tutto torni nella normalità perchè la situazione va a discapito soprattutto di una categoria che non sarà presente al meteting e non è tutelata in nessuna sede (pur in pratica finanziando tutto il movimento NBA) ovvero i tifosi che con passione pagano il biglietto allo stadio o aderiscono a costosi abbonamenti per poter vedere le Stelle del basket d’oltreoceano. Domattina ad ogni modo se ne saprà di più, noi vi terremo aggiornati su ogni possibile sviluppo.
“Non giochero’ a Milano durante il lockout, non ci sono stati contatti con l’Olimpia”.
Così Danilo Gallinari, ala dei Denver Nuggets in NBA e stella della Nazionale di Simone Pianigiani, durante una conferenza stampa ad Atene dove è impegnato con l’Italia nel torneo dell’Acropolis in preparazione degli Europei che prenderanno il via il 31 agosto in Lituania, smentisce l’ipotesi di un ritorno nella sua città vista la serrata della National Basketball Association.
”Non ho mai pensato a questa idea. Da quando e’ scattato il lockout, la priorita’ e’ stata solo ed esclusivamente mantenersi in forma ma senza restare in Europa. E poi da Milano non mi ha chiamato nessuno. Ho parlato con mio padre, perché i contatti ci devono essere attraverso lui, ma nessuno lo ha chiamato. potrebbe essere un’idea carina tornare a Milano perché così ogni settimana potrei andare a vedere il Milan, però in ogni caso ogni discorso e’ rimandato alla fine degli Europei”.
“Sarà molto difficile andare a Londra direttamente dagli Europei perché per riuscirci bisogna andare in finale. E’ dura perché il girone dell’Italia è il più difficile, e ci sono tutte squadre forti, comunque noi dobbiamo migliorare partita dopo partita, a cominciare qui dal torneo di Atene, e poi vedremo cosa succede“.
Le Stelle della NBA, se lo vorranno, potranno tranquillamente trasferirsi in Europa e giocare con le più prestigiose formazioni del “Vecchio Continente” fino a quando ci sarà il lockout della NBA, pur essendo sotto contratto con le franchigie americane. E’ quanto annunciato dal segretario generale della Federazione internazionale, Patrick Baumann, che ha in qualche modo liberalizzato il via ai trasferimenti dalla Lega professionistica americana di basket all’Europa.
“Il nostro compito è quello di supportare la pallacanestro in tutto il mondo e siamo al fianco dei giocatori che vogliono scendere in campo“.