Tag: livorno

  • Cittadella cinico a Livorno. Adesso la salvezza è vicinissima

    Cittadella cinico a Livorno. Adesso la salvezza è vicinissima

    Nella prima del Livorno senza Piermario Morosini il Cittadella centra un successo pesantissimo che gli garantirà un finale di stagione tranquillissimo. Un match iniziato con il commosso ricordo del centrocampista di Bergamo, con le due squadre che entrano in campo con una maglia con la foto di Morosini e i giocatori di Livorno che gli rendono omaggio sotto una curva ricca di maglie numero 25 e con una gigantografia dello sfortunato atleta. Prima dell’inizio del match palloncini bianchi e amaranto che volano in cielo con la maglia numero 25 e minuto di raccoglimento con le squadre abbracciate tra di loro al centro del campo.

    Le due formazioni sono quelle annunciate alle vigilia e dunque né Madonna né Foscarini riservano sorprese. Avvio favorevole ai veneti che al 9’ sfiorano il gol grazie ad un bolide di Schiavon che termina la propria corsa contro la traversa. Pronta la risposta toscana: Lambrughi mette in mezzo all’area un ottimo pallone e Paulinho non deve far altro che spingerlo dentro ma sbaglia incredibilmente. Il Cittadella però sembra essere più in palla tanto da farsi molto pericoloso ancora una volta con Busellato e Scardina. Pian piano però il Livorno comincia a riprendersi e a macinare gioco, provando la conclusione in più circostanze con Dionisi.

    Al 41’ però arriva il vantaggio ospite: merito del solito Di Nardo che supera Mazzoni in uscita e insacca. Il primo tempo si chiude così con gli uomini di Foscarini avanti di una rete anche se per quanto visto nell’arco dei 45’ il Livorno, specie per intensità ed occasioni da rete create, avrebbe meritato qualcosina in più rispetto alla squadra avversaria. Nella ripresa i toscani attaccano con maggiore convinzione costringendo i veneti ad arretrare il proprio baricentro. Madonna fa entrare Piccolo per Barone e poco dopo ecco il gol del pareggio: cross di Salviato proprio per il neo entrato Piccolo il quale si vede respingere la conclusione ma arriva Dionisi che insacca. Foscarini a questo punto risponde inserendo il rapido Job per Di Carmine mentre Madonna replica immediatamente facendo uscire Schiattarella per far posto a Bigazzi.

    Esultanza Cittadella © Dino Panato/Getty Images

    Ma è il Livorno a fare la gara con Piccolo che un soffio manca il 2 a 1. Nel momento migliore dei padroni di casa però segnano i ragazzi di Foscarini: palla dentro di Di Nardo e Job, da poco in campo, insacca senza esitazioni. Intanto Madonna viene allontanato dall’arbitro per proteste e poco dopo la sua squadra sostituirà Filkor con Bernacci. Una punta fresca dunque per cercare di riequilibrare una situazione difficile. Pronta la risposta di Foscarini che getta nella mischia Branzani per Busellato.

    Nel finale accade di tutto con le due squadre che nel giro di 1’ restano in dieci per i rossi rifilati dal direttore di gara a Knezevic e Marchesan. In pieno recupero il Livorno sfiora il pari con Bernardini il quale sugli sviluppi di un calcio d’angolo sbaglia clamorosamente proprio sotto porta. Finisce così con la vittoria ospite ed un ko amaro per un Livorno che cosi non riesce a rifiatare un po’ uscendo dalla zona retrocessione.

    VIDEO LIVORNO – CITTADELLA 1-2

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  • Livorno, contro il Cittadella è la prima senza Morosini

    Livorno, contro il Cittadella è la prima senza Morosini

    Si conclude oggi la trentaseiesima giornata del campionato di Serie B. Di fronte, alle 18, Livorno e Cittadella. Un match speciale per i toscani, il primo senza Piermario Morosini che come prevedibile verrà ricordato con grande affetto dai tifosi amaranto. E il Livorno punterà a vincere anche per lui e per conquistare tre punti fondamentali per la corsa alla salvezza. Un eventuale successo infatti permetterebbe ai ragazzi di Madonna di agganciare in classifica proprio il Cittadella a quota 41. Dal canto loro i veneti vogliono muovere la loro classifica e allo stesso tempo stoppare la possibilità di ripresa di una diretta concorrente. Una partita dunque importante per entrambe in chiave salvezza e i punti in palio sembrano essere veramente importanti.

    Il trainer degli amaranto, viste anche le assenze di Siligardi e Belingheri, potrebbe optare per un più quadrato 4-4-2 al posto del modulo ad albero di Natale. In porta andrà Mazzoni. Davanti a lui un reparto difensivo formato da Bernardini e Knezevic con Salviato e Lambrughi laterali. In mezzo al campo Luci e Barone con Schiattarella e Bigazzi sugli esterni. L’attacco è affidato a Paulinho e Dionisi.

    Livorno con la maglia di Morosini © Laura Lezza/Getty Images

    Nel Cittadella Foscarini deve fare a meno di due squalificati, si tratta di Pellizzer e Paolucci. Nel suo 4-3-3 davanti al portiere Cordaz trovano spazio i centrali Gorini e Scardina, mentre a Ciancio e Marchesan verrà assegnato il compito di presidiare le fsce. Il trio in mezzo al campo è formato da Vitofrancesco, Busellato e Schiavon mentre davanti, assente Maah, c’è il trio “Di”: Di Roberto, Di Nardo e Di Carmine.

    Le probabili formazioni di Livorno Cittadella:
    LIVORNO (4-4-2): Mazzoni; Salviato, Bernardini, Knezevic, Lambrughi; Schiattarella, Luci, Barone, Bigazzi; Paulinho, Dionisi. In panchina: Vono, Sini, Meola, Prutsch, Remedi, Piccolo, Bernacci. Allenatore: Madonna.
    CITTADELLA (4-3-3): Cordaz; Ciancio, Gorini, Scardina, Marchesan; Vitofrancesco, Busellato, Schiavon; Di Roberto, Di Nardo, Di Carmine. In panchina: Pierobon, Borsato, De Vito, Branzani, Job, Bellazzini, Baggio. Allenatore: Foscarini

  • Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    La sua scomparsa ha commosso l’Italia e, la tragica sequenza di immagini che dal campo di Pescara si è diffusa con tanta rapidità, ha colpito il mondo intero. La morte di un ragazzo di soli 25 anni non può lasciar indifferente nessuno, ancor di più se giunge così improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, durante una fase di gioco. Sabato scorso, sotto la pioggia battente, Piermario Morosini era felice di poter scendere in campo con la sua maglia 25 del Livorno: era felice perchè, come ha raccontato la sua giovane fidanzata Anna, amava giocare sotto la pioggia. Nel giorno dei suoi funerali, dunque, è meglio pensare che sia volato via con il sorriso sulle labbra, mentre faceva ciò che di più amava, piuttosto che in agonia. La commozione, però, resta ancora molto forte, ed è per questo che, ad assistere alla funzione dei suoi funerali, nella Chiesa di San Gregorio Barbarigo a Monterosso, nel bergamasco, sono giunte circa 5 mila persone che, pur di esserci per l’ultimo saluto a “Moro” si sono accontentate di seguire il rito dai maxischermi posti al di fuori della piccola Chiesa, che poteva contenere solo 500 persone.

    All’interno, invece, erano presenti i vertici del “calcio che conta”, dal presidente della Figc Giancarlo Abete, al suo vice Demetrio Albertini, al presidente della Lega Pro Mario Macalli, al presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, e poi il presidente dell’ Aic Damiano Tommasi, il cittì della Nazionale Cesare Prandelli, il cittì dell’Under 21 Ciro Ferrara. Presenti, inoltre, anche numerosi rappresentanti dei club, come l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta, dell’Inter Ernesto Paolillo, il direttore sportivo del Milan Ariedo Braida, l’allenatore del Parma Roberto Donadoni, il presidente della Reggina Lillo Foti, ed anche un collaboratore del presidente Fifa Joseph Blatter. Al completo è giunta, poi, la squadra dell’Atalanta, il club in cui Piermario era cresciuto ed aveva mosso i primi passi calcistici, nelle formazioni giovanili, con in testa il presidente Antonio Percassi, accompagnato da Pierpaolo Marino, così come il sindaco della città di Bergamo, oltre che i sindaci di Livorno e Pescara. Numerosissimi, poi, i tifosi fuori dalla chiesa: in particolare, quelli dell’Atalanta, e quelli del Livorno, che gli hanno dedicato diversi cori e lunghi applausi.

    Struggente il ricordo del parroco che ha officiato il rito, don Luciano Manenti, che ha definito Piermario come “un dolce amico”, ricordando la continua lotta contro il dolore, la sofferenza e le difficoltà che Piermario ha dovuto affrontare durante la sua giovane vita, costellata dal lutto dei suoi genitori, dalla disabilità e dal suicidio del fratello, dai gravi problemi della sorella: una vita in salita, nella quale però, era riuscito – con il lavoro ed i sacrifici – a ritagliarsi anche delle belle soddisfazioni, a costruire qualcosa di buono. Il destino, però, ha voluto essere ancora più crudele con lui, strappandolo via all’affetto di chi lo amava: la fidanzata Anna, i cugini e gli zii, la madre della sua fidanzata, Mariella Vavassori che, nel corso del funerale, gli ha rivolto un pensiero commosso: “Ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita, ci hai insegnato tanto, hai reso i nostri cuori più veri e leali, liberi come eri tuTi ringraziamo per aver donato tanto tanto amore alla nostra Anna: ti chiedo solo un favore, chiamami Mariella e non più signora, almeno quando mi chiamerai dal cielo”. 

    Non era ancora tempo per la sua dipartita, non era ancora tempo per lui: ecco perchè in Chiesa hanno risuonato le note di questa canzone di Luciano Ligabue, il cantante che Piermario apprezzava di più, oltre che “Il giorno del dolore“, per esprimere lo stato d’animo che questa giornata porta con sè. In questa triste giornata, però, è giusto ricordarlo sorridente, così come lo ritrae la foto posta al fianco della sua bara, avvolta dalla maglia numero 25 del Livorno, la “sua” maglia, che ora gli apparterrà per sempre. Riposa in pace Piermario.

    Video di “Non è tempo per noi” cantata in Chiesa durante i funerali di Morosini:

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  • Piermario Morosini, camera ardente a Bergamo

    Piermario Morosini, camera ardente a Bergamo

    E’ stata aperta questa mattina a Bergamo la camera ardente di Piermario Morosini, lo sfortunato giocatore del Livorno deceduto sabato scorso in seguito a un malore in campo.

    La chiesa di Monterosso è oggetto nelle ultime ore di un pellegrinaggio continuo di familiari del “Moro” e semplici tifosi, che hanno voluto accompagnare il calciatore in quest’ultimo viaggio terreno. Anna, la fidanzata di Morosini, è stata accanto al suo uomo per tutto il tempo, non riuscendo ad asciugare le lacrime che copiose sono scivolate lungo il suo viso.

    I funerali del calciatore si terranno nella giornata di domani, con il rituale funebre che avrà inizio alle ore 11.

    IN VENTIMILA DOMANI – Per la cerimonia di domani sono attese oltre ventimila persone. Ci sarà anche il commissario tecnico della Nazionale Prandelli, insieme al presidente della Figc Giancarlo Abete e il vice Demetrio Albertini. L’ex calciatore di Milan e Barcellona era stato uno dei primi a voler salutare personalmente Morosini poche ore dopo la morte sul campo del Pescara. Oltre alle figure istituzionali del calcio italiano, la chiesa bergamasca di Monterosso ospiterà anche i calciatori delle squadre di Livorno, Vicenza, Atalanta e lo stesso Pescara di Zeman.

    Il saluto del Picchi a Piermario Morosini | ©Laura Lezza/Getty Images
    MAXISCHERMI – Nel frattempo la città di Bergamo ha dato disposizione di allestire tre maxischermi, per consentire la visione a tutti coloro che non riusciranno a prendere posto in chiesa, che è in grado di contenere soltanto 600 persone.

    IL SALUTO DEL PICCHI – Ieri invece il saluto del Picchi, l’ultimo stadio del “Moro”. Uno stadio gremito ha reso omaggio al proprio beniamino. Commovente il lancio della maglia numero 25 da parte del presidente Aldo Spinelli al momento del passaggio dell’auto contenente la bara di Piermario Morosini. Il proprietario del Livorno ha proclamato che Morosini diventerà una bandiera del club toscano, annunciando che nessun altro giocatore del Livorno vestirà più il numero del “Moro”.

    GIRO DI CAMPO A LIVORNO DEL FERETRO DI PIERMARIO MOROSINI
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    IL PICCHI RENDE OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO
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  • Morosini, autopsia rivela difetto genetico al cuore? Giovedì i funerali

    Morosini, autopsia rivela difetto genetico al cuore? Giovedì i funerali

    Fa ancora discutere la morte di Morosini. Nuovi inquietanti sospetti emergerebbero infatti dai primi risultati dell’autopsia effettuata sul corpo dello sfortunato giocatore bergamasco, deceduto in campo nel corso dell’incontro di Serie B tra Pescara Livorno di sabato scorso. Nel frattempo l’Ansa ha riportato la notizia che i funerali si terranno giovedì 19 aprile a Bergamo presso la chiesa di Monterosso alle ore 11. In città è previsto l’arrivo di una folla oceanica, pronta a tributare l’ultimo saluto al “Moro”, un ragazzo genuino, solare, sempre con il sorriso, nonostante un destino avverso già in passato si fosse accanito contro di lui.

    Autopsia. Morosini non sarebbe morto né per infarto né per un aneurisma cerebrale, come invece si era ipotizzato all’ospedale di Pescara in seguito al decesso. Pur rimanendo nel campo delle ipotesi, si parla di un probabile difetto genetico al cuore come causa della tragedia che ha tolto la vita al calciatore 25 enne del Livorno. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori esami sul Dna di Morosini, finalizzati ad identificare la natura dell’anomalia cardiaca. I medici non escludono una relazione con la morte del padre, deceduto in seguito ad una malattia del cuore quando il “Moro” aveva 15 anni. Inoltre verrà accertato se Morosini sarebbe potuto sopravvivere, qualora l’intervento dei soccorsi fosse stato più celere.

    Piermario Morosini | © Maurizio Lagana / Getty Images

    Il Picchi come camera ardente. Conclusa l’autopsia, la salma dello sfortunato calciatore raggiungerà la città natale di Bergamo. Prima di tornare a casa, Morosini verrà accolto dai tifosi del Livorno presso l’Armando Picchi. Questa la decisione presa dal presidente Spinelli, che ha voluto rendere l’ultimo omaggio al suo giocatore. Inoltre la società del Livorno, insieme al Vicenza, ha annunciato di aver ritirato per sempre il numero 25 dalle maglie del club. Il Picchi ospiterà la bara di Morosini nella giornata di domani, durante la quale è previsto anche un commovente giro di campo.

  • Morosini, Vicenza e Livorno ritirano la maglia numero 25

    Morosini, Vicenza e Livorno ritirano la maglia numero 25

    Dopo il tragico episodio di sabato pomeriggio, tutto il mondo del calcio si è stretto attorno a Piermario Morosini, per ricordare lo sfortunato calciatore, scomparso durante Pescara-Livorno.

    Tanti i messaggi di cordoglio per lui. Cordogli espressi pubblicamente o mediante i social network, da Facebook a Twitter, il mondo della rete piange Piermario. Tanti amici, colleghi, tifosi, hanno voluto rendere omaggio allo sfortunato giocatore, ma tutti con unico pensiero: Piermario era un guerriero sia in campo che nella vita”! 

    Moro“, come lo chiamavano affettuasamente i tifosi, era un calciatore di proprietà dell’Udinese, ma negli ultimi anni giocò in prestito prima a Vicenza, 2007-2009, poi ritornò a Udine, poi si trasferì nuovamente a Vicenza fino allo scorso settembre quando l’ Udinese decise di tenerlo, per poi girarlo in prestito al Livorno nell’ultima sessione di mercato di Gennaio.

    Piermario Morosini © Dino Panato/Getty Images

    Piermario era già entrato nel cuore dei tifosi livornesi, grazie alla sua grinta e alla sua voglia di non mollare mai. Non a caso, fin da ieri, centinaia di ultras si sono recati in pellegrinaggio dinanzi allo stadio Picchi, per ricordare il loro sfortunato campione. Tifosi Livornesi, che in vista della partita di sabato tra Livorno e Cittadella indosseranno tutti la maglia n°25, per rendere omaggio a Piermario. Gli stessi ultras hanno chiesto al loro presidente Spinelli e alla società Livorno, di intitolare un settore dello stadio a Morosini, gesto di grande importanza, che fa capire l’amore dei tifosi verso questo sfortunato ragazzo.

    Intanto il Vicenza ha reso noto, tramite un comunicato ufficiale, che ritirerà definitivamente la maglia n° 25, maglia indossata dal “Moro” durante l’eperienza veneta. La società ha commentato dicendo che questo è solo un gesto di rispetto per consegnare per sempre alla memoria del Vicenza e del panorama calcistico, la figura dell’amato e sfortunato atleta.

    Anche il Livorno di Aldo Spinelli adotterà la stessa iniziativa della società vicentina. La maglia n° 25 campeggerà per sempre sulle spalle del “Moro” anche da lassù!

  • Piermario Morosini, il cordoglio del mondo del calcio su Facebook e Twitter

    Piermario Morosini, il cordoglio del mondo del calcio su Facebook e Twitter

    Il pomeriggio di Sabato 14 Aprile 2012 rimarrà a lungo nella mente e nei cuori di molti: doveva essere una normale giornata di anticipi di campionato, di parole “leggere” su tematiche sportive, ed invece si è trasformato in una giornata di sgomento e tristezza, incredulità e commozione per la morte di un ragazzo di appena 25 anni, accasciatosi al suolo mentre giocava una partita di calcio, a Pescara. Un ragazzo già sfortunato nella vita, Piermario Morosini, che aveva perso i genitori quand’era ancora minorenne, ed il fratello disabile qualche tempo dopo, e che la vita ha voluto strappare ingiustamente, proprio mentre calcava il terreno verde, sotto gli occhi del pubblico incredulo, sotto gli occhi dei compagni di squadra e degli avversari. Inevitabile, per chi lo conosceva e per chi aveva condiviso con lui qualche momento importante, rivolgergli un pensiero, un ultimo saluto, un messaggio. Poche righe – diffuse dai social network – ma significative, perchè in questi casi, per chi vive questo mondo dall’interno, è immediato identificarsi.

    In primis il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, che esprime il dolore e lo sgomento di tutta la società: “Siamo tutti a terra. Per noi è un momento durissimo, dal quale dovremo provare a uscire tutti insieme. Dobbiamo avere coraggio ma adesso siamo in stato confusionale. Purtroppo contro il destino non c’è niente da fare”. Di seguito, il Pescara, la squadra avversaria nella gara di ieri, che ha voluto esprimere solidarietà alla “consorella Livorno“, per “un altro angelo volato in cielo troppo presto. Riposa in pace Piermario”.

    Un pensiero commosso anche da parte del presidente della Reggina Lillo Foti, che aveva conosciuto “Moro” durante la sua militanza in maglia amaranto: “Ciao Moro, mi sarà impossibile dimenticarti. Ho avuto la fortuna di conoscerti ed averti avuto, seppure per un breve periodo, all’interno del nostro club. Porterò sempre con me il patrimonio di straordinari valori umani e morali che possedevi e riuscivi a trasmettere. In questo momento di incommensurabile dolore vorrei solo dirti che ti voglio un bene dell’anima. Con affetto e riconoscenza”.

    Molto toccante, poi, il post lasciato sulla sua pagina Facebook da parte di Claudio Marchisio: “Non so cosa dire, pensare ad un amico oltre che collega, morire così su un campo di calcio! Non sono sicuramente la persona che lo conosceva meglio ma posso dire che era un ragazzo straordinario! Quante sfide fatte con lui nel settore giovanile, io con la maglia bianconera e lui con quella dell’Atalanta…poi l’under 21 insieme!! Ci mancherai tantissimo Piermario. Cordoglio anche dall‘Atalanta, dove il bergamasco Morosini ha militato per ben dieci anni nel settore giovanile: “Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta, attoniti e increduli, piangono la scomparsa di Piermario Morosini e si stringono affettuosamente ai suoi familiari. Ciao Piermario, resterai sempre nei nostri cuori” e da parte di Mino Favini, responsabile del settore giovanile dello stesso club bergamasco, che aveva visto crescere Piermario: “Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia. Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile”.

    piermario morosini | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Struggente anche il messaggio di Roberto Baronio su Twitter: “Adesso potrai riabbracciare tutta la tua famiglia, ciao Mario!” così come quello di Stefano Mauri, che aveva giocato insieme a Morosini ai tempi dell’Udinese: “Ti ricordo ad Udine, compagno leale, sempre sorridente, un abbraccio Moro. RIP“.

    Cordoglio anche da parte del capitano della Juventus, Alessandro Del Piero, sulla sua pagina Facebook: “ È morto in campo un ragazzo di 25 anni, Piermario Morosini. Torniamo a casa pensando a lui e al dolore di chi gli è vicino. Alessandro”; del capitano dell’Inter Javier Zanetti: ” Siamo veramente sconvolti per quello che è successo a Morosini. Siamo tutti colpiti nel profondo e ci dispiace tantissimo”; del milanista Kevin Prince Boateng: “Rest in peace Piermario”; dello Juventino Giorgio Chiellini “Davvero sconvolto e senza parole, non ci posso ancora credere”; il difensore Mimmo Criscito, che aveva condiviso con lui l’esordio in Under 17 “Ricordo la prima volta il under 17 quando dividevo la stanza con te, sei sempre stato un grande. Il destino è crudele, riposa in pace Mario”.

    Oltre che in Italia, anche a livello internazionale la tragedia di Piermario Morosini ha lasciato un segno profondo: messaggio di cordoglio dall’Inghilterra da parte di Rio Ferdinand, e soprattutto nella Liga spagnola, che ha voluto rendere omaggio al giovane Piermario, con diverse manifestazioni. Dal lutto al braccio del Barcellona, al Twit del Valencia, al minuto di silenzio al Santiago Bernabeu prima della gara fra Real Madrid e Sporting Gijon, annunciato anche su Twitter (le immagini nel video sottostante, ndr).

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  • Addio a Morosini, il tragico destino di un ragazzo provato dalla vita

    Addio a Morosini, il tragico destino di un ragazzo provato dalla vita

    Una partita come tante, una festa per tanti trasformata in tragedia. Per chi, come me era allo stadio Adriatico di Pescara per lavorare e raccontare le gesta sul rettangolo verde, come ‘ogni maledetta domenica’ verrebbe da dire citando un noto fil sullo sport, sarà difficile dimenticare. Un giovane di nemmeno 26 anni, che stava facendo ciò che sin da bambino ha amato, giocare a calcio, ci lascia. Dicono che “la morte più bella sia quella che ti coglie mentre fai ciò che ami di più”, ma non esiste una morte che non lasci dietro di sé dolore né può esistere un’esistenza che si spegne e possa essere definita migliore di altre.

    Era trascorsa appena mezz’ora dall’inizio del match e la sua squadra, il Livorno, era in vantaggio, a sorpresa, per due reti contro i padroni di casa del Pescara: Piermario Morisini improvvisamente si accascia al suolo. Piermario ha barcollato, tentennato, poi è caduto a faccia in giù. Resta scolpita nella mente l’immagine di quel momento, incancellabile. Attimi interminabili, secondi che sembrano celare dentro sé l’eternità. Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che erano i più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l’arbitro: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa. L’ambulanza tarda ad arrivare, i calciatori in campo si disperano, tanto i biancazzurri quanto gli amaranto, mentre qualcuno di loro, Verratti prima e Zanon con altri poi, istintivamente cercano una barella. L’ambulanza è stata bloccata all’ingresso da una macchina dei vigili urbani posizionata male. Sono minuti interminabili. La corsa all’Ospedale di Pescara. Per un’ora e mezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tutto inutile, persino un pacemaker via endovena non è servito a far ripartire quel cuore. Piermario ci lascia.

    Piermario Morosini © Dino Panato/Getty Images

    Una morte assurda, che segue di appena due settimane un’altra morte, quella di Franco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara, stroncato da un infarto all’improvviso. “Quando sono sceso in campo Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’é stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia“. Lo ha affermato all’Ansa il dott. Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara, che era allo stadio come tifoso e che per primo ha tentato di rianimare il giocatore.

    All’esterno dell’Ospedale commozione e disperazione di calciatori, dirigenti e tifosi si unisce creando un vortice di emozioni violente ed indescrivibili.
    Ora è solo il tempo del silenzio e del cordoglio, il tempo di fermarsi a riflettere e ricordare un ragazzo che ci ha lasciato. E’ il tempo del rispetto. Il dramma consumatosi allo stadio Adriatico con il malore ed il successivo decesso di Piermario Morosini ha comportato il doveroso ed opportuno stop al calcio: non si gioca in questo weekend. Non c’è bisogno di sottolineare che è giusto così.

    La discussione sui controlli medici, sulla celerità dei soccorsi, sull’accertamento di eventuali responsabilità con il pm della Procura pescarese Valentina D’Agostino che ha disposto l’autopsia, già affidata all’anatomopatologo di Pescara Cristian D’Ovidio, avrà uno spazio nei giorni successivi.

    Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia“: Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, ricorda così Piermario Morosini all’Ansa. “Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile“. La dolcezza è il ricordo che Piermario lascia: tanti amici e tanti colleghi hanno esperesso il proprio cordoglio ed inviato messaggi. ”Sembrava sorridesse, era bellissimo”, ha detto la fidanzata Anna dopo averlo visto in Ospedale. Un altro Angelo è volato in cielo, troppo presto, lasciando questa vita terrena di sofferenze.

    Ciao Piermario…

  • Chi era Piermario Morosini, il ricordo

    Chi era Piermario Morosini, il ricordo

    Correre dietro a un pallone e morire, perché? L’incredulità e lo smarrimento difronte a quest’ennesima tragedia nel mondo dello sport allunga i suoi rami spogli sul freddo lago delle lacrime.

    Morosini ha lottato fino all’ultimo contro un nemico oscuro che lo ha strappato dalle radici terrene. Forse un nemico senza volto, ma che il giovane calciatore ha saputo riconoscere dopo averlo incontrato troppe volte nella sua vita.

    Religioni, filosofie, scienza, nessuna di queste è ancora riuscita a dare un volto al destino, un filo invisibile la cui fragilità è imprevedibile. Pescara Livorno, cupo teatro di una morte assurda.

    Un sorriso che arriva dritto al cuore, due occhi che raccontano i 25 anni di un ragazzo solare e ricco di energia. Un passato triste, orfano di entrambi i genitori all’età di 17 anni, Morosini aveva perso anche il fratello disabile. Correva anche per loro “Moro”, che nello spazio di pochi anni sarebbe riuscito a coronare il sogno di diventare un calciatore professionista. E questo il destino non è riuscito a impedirlo.

    Fa il suo esordio tra i professionisti con la maglia dell’Udinese nella stagione 2005-2006, il 23 ottobre contro l’Inter al Friuli. In quell’anno debutta anche nelle competizioni europee, quando il 16 marzo 2006 è titolare contro il Levski Sofia, incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Uefa.

    piermario morosini | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Il biennio che va dal 2007 al 2009 rappresenta forse il periodo più ricco di soddisfazioni per Morosini. Trasferitosi in prestito al Vicenza in Serie B, giovane centrocampista segna il suo primo e unico gol tra i professionisti, durante la sfida fra Modena Vicenza del 18 marzo 2008. L’anno dopo ottenne la chiamata dall’allora commissario tecnico dell’Under 21 Casiraghi. Morosini totalizzò due presenze nell’Europeo, e contribuì alla conquista delle semifinali.

    La sua esperienza in Serie B prosegue l’anno successivo in prestito alla Reggina, per poi avere una nuova parentesi al Vicenza. Quest’anno il ritorno al Friuli, dove però non riuscirà a trovare spazio, e quindi il ritorno nel campionato cadetto con la maglia del Livorno, fino al tragico epilogo del maledetto pomeriggio di ieri, quando il suo cuore ha smesso di battere all’improvviso.

    Lo amavano in tanti, per prima la sua fidanzata Anna, con la quale aveva appena trascorso le festività pasquali all’isola d’Elba, terra sconosciuta fino ad allora per Morosini, dalla quale ne era rimasto affascinato. Una delle passioni più forti del 25 enne era la musica, aveva una predilezione per Luciano Ligabue. Il pallone gli aveva regalato grandi amicizie, fra cui quella con il portiere del Verona Pierluigi Frattali. Nelle ultime ore l’estremo difensore dell’Hellas ha postato su Twitter una bellissima immagine che li ritrae insieme al Camp Nou, il tempio del calcio, il sogno per qualunque giocatore.

    Moro, abbracciali tutti lassù

    OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO
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  • Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    La morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini lascia degli interrogativi dovuti ai soccorsi. L’ambulanza infatti ha impiegato diversi minuti, circa 3 o 4, prima di fare il proprio ingresso sul manto erboso dell’Adriatico e permettere al 25enne giocatore amaranto di essere trasportato verso l’ospedale cittadino. Il motivo? Una macchina dei vigili urbani ostruiva l’ingresso sul campo da gioco. E così si sono persi secondi, per alcuni ininfluenti, per altri importanti, fatto sta che diverse persone presenti hanno immortalato la scena.

    Ci hanno pensato i vigili del fuoco a rompere uno dei vetri dell’autovettura, abbassando così il freno a mano e spingendo il mezzo in modo da rimuoverlo dal punto d’ingresso al campo da gioco e lasciando cosi lo spazio all’ambulanza affinché facesse ingresso sul terreno. Basti pensare che la barella è arrivata in campo attraverso l’ausilio di alcuni giocatori del Pescara che hanno intuito il tutto e si sono lanciati verso la zona in cui era ferma l’ambulanza.

    Pescara – Livorno l'arrivo dell'ambulanza
    Tanto è bastato per scatenare proteste e indignazioni sul web, nonostante per il primario di cardiologia dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, Leonardo Paloscia, tale ritardo non sia risultato decisivo ai fini della salvezza di Morosini.

    Nonostante tutto però il Comune di Pescara avvierà un’indagine interna e aiuterà l’autorità giudiziaria al fine di far luce sulla vicenda in questione. Proprio in queste ore, tra l’altro, è in corso una riunione presso la sede dei vigili urbani di Pescara per ricostruire gli attimi che hanno portato alla morte di Piermario Morosini, durante Pescara Livorno. Presenti il comandante Carlo Maggitti, l’assessore alla Sanità del Comune abruzzese Roberto Renzetti ed esponenti delle forze di polizia. Nelle prossime ore sono attese novità in tal senso, ma in questo caso è chiara e palese la responsabilità di chi ha lasciato l’auto in un punto cosi strategico facendo perdere ai soccorritori secondi importanti.

    Video Piermario Morosini si accascia in campo
    La Serie A si ferma per la morte di Morosini