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  • Impresa Juve al Camp Nou, Lazio sofferenza finale e poi gioia

    Impresa Juve al Camp Nou, Lazio sofferenza finale e poi gioia

    Sarà stato il peggior Barcellona degli ultimi anni, sarà stato il Camp Nou vuoto fatto sta che alla Juve stasera serviva un impresa per vincere il girone e alla fine l’impresa è arrivata: 3-0 e primo posto.

    Grandissima gioia per la Lazio che ha dovuto soffrire nel finale ma che ha ottenuto quel passaggio del turno tanto sognato ed agognato.

    La Juventus era già qualificata e probabilmente con nulla da perdere, è andata al Camp Nou con l’obiettivo di provarci, di dimostrare di non esser la squadra brutta vista all’andata ed in diverse gare di campionato e così è stato.

    Il rigore procurato e trasformato da Cristiano Ronaldo al 12°, la sforbiciata di McKennie al 20° hanno messo tutto in discesa per la Juve, Messi ci ha provato da fuori senza troppo infastidire Buffon, nella ripresa ancora CR7 dal dischetto ha sigillato un 3-0 storico e che regala la vetta del gruppo.

    Gioia al fischio finale per la Lazio ma che paura.

    I biancocelesti, a cui bastava un pari, sono andati in vantaggio, dopo il pari han trovato il 2-1 e l’espulsione di Sobol che ha lasciato il Bruges in 10.

    Tutto facile? Assolutamente no perché la Lazio ha sbagliato diversa chance per chiuderla, ha subito il 2-2 ed ha dovuto ringraziare la traversa che al 92° ha respinto la conclusione di de Ketelaere.

    Al triplice fischio i ragazzi di Inzaghi festeggiano una qualificazione tanto attesa, tanto sofferta e tanto meritata.

    Veniamo al racconto della sfida dell’Olimpico tra Lazio e Bruges

    Parte meglio la Lazio che prova a fare la partita. Al 12° i biancocelesti passano in vantaggio, Luis Alberto calcia, Mignolet è bravo a respingere ma arriva Correa che segna un facile tap in. Immediata risposta del Bruges, Lang calcia forte, Reina non trattiene e Vormer appoggia in rete.

    La rete dà fiducia ai belgi che sfiorano il vantaggio con un bel tiro di De Ketelaere. La Lazio sembra perdere lo smalto iniziale e gli ospiti prendono coraggio. Immobile però con uno spunto riesce a guadagnarsi un calcio di rigore, per fallo di Clinton Mata, dal dischetto lo stesso attaccante trasforma.

    Ancora una volta però la Lazio sembra spegnere la concentrazione e serve un gran colpo di testa di Hoedt per evitare un facile gol per Lang. Al 39° Sobol, graziato qualche minuto prima, prende il secondo giallo e lascia i suoi in 10.

    Il primo tempo si chiude con la Lazio avanti 2-1.

    La ripresa parte con l’ingresso di Radu al posto dell’ammonito Hoedt. La prima occasione capita sul piede di Correa, il suo diagonale esce di pochissimo. In campo c’è solo la Lazio, ci prova Marusic al 55° ma Mignolet copre bene il suo palo.

    Il Bruges prova a prender campo, gli uomini di Inzaghi però sono attenti e non concedono niente. Al 74° Immobile spreca un contropiede calciando altissimo e due minuti dopo arriva la beffa, cross di Vormer e colpo di testa vincente di Vanaken. Brividi al 83°, Reina in uscita alta perde la palla, dalla mischia il pallone scivola sul palo ma a gioco fermo, c’era fallo sul portiere.

    Incredibile al 92° de Ketelaere calcia a botta sicura ma la palla si stampa contro la parte interna della traversa.

    Finisce così, la Lazio soffre ma porta a casa un preziosissimo pareggio che vale il passaggio agli ottavi di Champions League.

    LAZIO – BRUGES 2-2 (12° Correa (L), 14° Vormer (B), 27° rig. Immobile (L), 76° Vanaken (B))

    Lazio (3-5-2): Reina; Luiz Felipe, Hoedt (46° Radu), Acerbi; Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva (75° Escalante), Luis Alberto (75° Caicedo), Marusic; Immobile (75° Akpa Akpro), Correa (86° Pereira).

    Allenatore: Inzaghi.

    Bruges (4-3-1-2): Mignolet; Clinton Mata (84° van der Brempt), Kossounou, Ricca, Sobol; Vormer, Vanaken, Balanta (77° Rits); de Ketelaere; Diatta (84° Okereke), Lang (42° Deli).

    Allenatore: Clement.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: Hoedt (L), Marusic (L).

    Espulso: Sobol (B).

    Passiamo alla sfida tra Barcellona e Juventus, la sfida tra Messi e Cristiano Ronaldo.

    Partenza interessante con le due squadre che provano a tenere buoni ritmi. Ci prova Cristiano Ronaldo al 8°, tiro troppo debole, un minuto e ci prova Danilo, potente ma non preciso. Al 12° CR7 entra in area e viene abbattuto da Araujo, calcio di rigore con Ronaldo che trasforma.

    La Juve non molla e al 20° con una combinazione CuadradoMcKennie trova il raddoppio con tiro al volo dell’americano. Risposta di Messi con un bel rasoterra, Buffon salva in corner.

    E’ una buona Juventus, il Barça prova ad aumentare la pressione ma non riesce a creare pericoli se non con un tiro di Messi bloccato in due tempi da Buffon.

    I bianconeri si chiudono, reggono il colpo e provano a ripartire, il tiro di Ramsey al 43° finisce alto. Il primo tempo si chiude con la Juve avanti per 2-0 al Camp Nou.

    La ripresa inizia con l’ingresso di Braithwaite per Trincao. Si riparte e c’è subito una buona chance per la Juve, Ramsey va al tiro e ter Stegen salva c’è però un probabile tocco di Lenglet che toglie palla a McKennie, dopo consulto al VAR viene assegnato il rigore e Cristiano Ronaldo trasforma nuovamente al minuto 52°.

    Prima vera occasione per il Barcellona col colpo di testa di Griezmann che si appoggia sulla traversa. La Juve controlla ma serve un gran Buffon per dire no a Messi al 65°. Passano due minuti ed un liscio di De Ligt libera Griezmann che però calcia malissimo.

    Al 74° fallo di De Ligt, è rigore ma Griezmann è in fuorigioco, punizione Juventus. Passa un minuto e sotto porta Bonucci mette in rete ma anche lui è in fuorigioco, il VAR annulla. Al 85° ci prova Messi da fuori, Buffon controlla che la palla esca.

    Finisce così, impresa della Juventus che espugna 3-0 il Camp Nou e vince il girone di Champions.

    BARCELLONA – JUVENTUS 0-3 (13° rig, 52° rig. Cristiano Ronaldo, 20° McKennie)

    Barcellona (4-2-3-1): ter Stegen; Dest, Araujo (82° Mingueza), Lenglet (55° Umtiti), Jordi Alba (55° Firpo); Pjanic, De Jong; Trincao (46° Braithwaite), Messi, Pedri (66° Puig); Griezmann.

    Allenatore: Koeman.

    Juventus (3-4-1-2): Buffon; Danilo, Bonucci, De Ligt; Cuadrado (86° Bernardeschi), McKennie, Arthur (71° Bentancur), Alex Sandro; Ramsey (71° Rabiot); Cristiano Ronaldo (91° Chiesa), Morata (86° Dybala).

    Allenatore: Pirlo.

    Arbitro: Stieler.

    Ammoniti: Jordi Alba (B), Ramsey (J), Lenglet (B), Morata (J), Umtiti (B), Danilo (J), Junior Firpo (B).

    I risultati della serata di Champions | © UEFA

    La serata di Champions è stata segnata dalla sospensione della sfida di Parigi tra Psg e Basaksehir al 13° per una frase razzista pronunciata dal quarto uomo (come riportato da video e diversi siti di testate sportive) che ha fatto arrabbiare i turchi che hanno deciso di abbandonare la sfida, dopo che anche il Psg ha deciso di lasciare il campo la sfida è stata rimandata a domani.

    Con la Lazio, seconda, nel gruppo F passa primo il Borussia Dortmund vincente a San Pietroburgo 2-1 in rimonta. Nel gruppo E tutto era già deciso, il Siviglia (2°) ha battuto 3-1 il Rennes mentre è finita 1-1 tra Chelsea (1°) e Krasnodar. Detto di Juventus e Barcellona, prima e seconda, è stata la Dynamo Kiev a vincere lo spareggio con il Ferencvaros e ad ottenere l’Europa League.

    Rimane da capire chi vincerà il Gruppo H, il Lipsia si è garantito la qualificazione battendo e retrocedendo il Manchester United all’Europa League, il Psg si è qualificato senza giocare e battendo il Basaksehir toglierebbe il primo posto ai tedeschi.

  • Messi incanta, il Napoli esce sconfitto dal Camp Nou

    Messi incanta, il Napoli esce sconfitto dal Camp Nou

    Ad un Messi in versione extra lusso bastano 45 minuti per accendersi, trovare un grandissimo gol e procurarsi un calcio di rigore per permettere al Barcellona di chiudere sul 3-1 la prima frazione.

    Il Napoli di Gattuso però non ha sfigurato, è partito con il piglio giusto, ha sfiorato subito il gol e poi ha avuto il difetto di spegnersi, con la contemporanea crescita del Barcellona, per la restante parte del primo tempo chiuso come detto sotto per 3-1.

    Nella ripresa gli azzurri ci hanno provato, non hanno rischiato praticamente niente ed hanno rischiato di riaprire la sfida con Lozano e con Milik che avrebbe anche segnato ma partendo da una posizione di fuorigioco.

    Messi dunque trascina il suo Barcellona alla Final Eight dove dovranno scontrarsi contro il temibile Bayern Monaco (4-1 al Chelsea dopo il 3-0 dell’andata) del super bomber Lewandowski.

    Veniamo al racconto della sfida del Camp Nou.

    Partenza super per il Napoli, dopo un minuto Mertens si trova un pallone d’oro dentro l’area, il belga però calcia malissimo colpendo solo il palo esterno. Il Barça risponde con un tiro di Messi deviato in corner, dal calcio d’angolo Langlet si libera e colpisce di testa mettendo in rete. Il Napoli pare accusare il colpo mentre il Barcellona inizia a giocare in scioltezza. Al 23° giocata straordinaria di Messi che sfida la difesa del Napoli, vince anche un paio di rimpalli e poi in caduta la piazza sul palo lontano. Gli uomini di Gattuso provano a reagire, protestano per un tocco di mano di Jordi Alba ma vengono puniti nell’azione successiva, Suarez arriva al tiro ma Ospina salva, la palla giunge a de Jong che pesca in area Messi, la pulce controlla e da due passi batte il portiere azzurro. C’è però un lungo consulto VAR per un dubbio contatto di mano di Messi, alla fine Cakir annulla. Al 40° Messi mette il piede davanti a Koulibaly, il senegalese calcia ma trova il piede dell’argentino, Cakir fa proseguire ma poi interviene il VAR che assegna il rigore, Suarez trasforma. Nel 3° minuto di recupero si invertono i ruoli, Mertens subisce un calcio da Rakitic, Cakir fischia ed Insigne trasforma. Nell’ultima azione del primo tempo Piqué salva su una palla diretta a Callejon piazzato nell’area piccola. Si va al riposo sul 3-1 per i catalani.

    La ripresa comincia con l’ingresso di Lobotka per Demme, nessun cambio nel Barcellona. E’ un Napoli aggressivo che prova a crederci. Al 53° Insigne si trova a colpire di testa da dentro l’area piccola, il tocco è debole e centrale, ter Stegen blocca. I padroni di casa gestiscono il ritmo senza spingere non concedendo molto agli ospiti. Al 71° Lozano ha subito una ghiotta occasione ma spedisce alto su perfetto cross di Insigne. Al 81° Milik vola e di testa piazza la palla alle spalle di ter Stegen, si alza la bandierina, gol annullato. Ci prova ancora Lozano di testa, ter Stegen è incerto ma la palla va sul palo. Non succede molto altro, al Camp Nou finisce 3-1, il Barcellona va alla Final Eight, il Napoli conclude la propria stagione.

    BARCELLONA – NAPOLI 3-1 (10° Langlet (B), 23° Messi (B), 45° rig. Suarez (B), 45°+4 rig. Insigne (N))

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Semedo, Piqué, Lenglet, Jordi Alba; Sergi Roberto, Rakitic, de Jong; Messi, Suarez (92° Junior Firpo), Griezmann (84° Monchu).

    Allenatore: Setien.

    Napoli (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Fabian Ruiz (79° Elmas), Demme (46° Lobotka), Zielinski (70° Lozano); Callejon (70° Politano), Mertens, Insigne (79° Milik).

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: Zielinski (N), Suarez (B)

  • Champions League: 71 volte Lionel Messi

    Champions League: 71 volte Lionel Messi

    Lionel Messi, con una doppietta all’Ajax, ha raggiunto a quota 71 gol Raul come miglior realizzatore di tutti i tempi in Champions League e consentendo al Barcellona di qualificarsi agli ottavi di finale; il Cska Mosca espugna “l’Etihad” di Manchester sconfiggendo il City per 1-2. Il Psg sconfigge 1-o l’Apoel Nicosia; il Chelsea vine bloccato sul’1-1 a Maribor. Lo Sporting Lisbona si è rilanciato battendo 4-2 lo Schalke 04.

    MANCHESTER CITY-CSKA MOSCA 1-2 Colpaccio esterno del Cska Mosca che ha battuto il Manchester City in casa sua per 1-2. Subito avanti i russi: cross nel’area per Doumbia che porta in vantaggio gli ospiti anticipando gli statici difensori del City. Yaya Touré illude i compagni siglando il momentaneo pareggio su calcio di punizione; nel momento migliore dei padroni di casa, una palla persa da Clichy spiana la strada a Doumbia per il rasoterra del 1-2. L’espulsione di Fernandinho ha complicato i piani di tentativo di pareggio degli inglesi; Yaya Toure compie un inutile fallo di frustrazione guadagnandosi la doccia anticipata. Pellegrini uscendo a fine partita è stato contestato. Ora la qualificazione per il secondo posto si fa particolarmente avvincente.

    La classifica del girone è: Bayern Monaco 12; Roma e Cska Mosca 4; Manchetser City 2

    AJAX-BARCELLONA 0-2 Ad Amsterdam vittoria, qualificazione e Lionel Messi che, con una doppietta, agguanta

    Lionel Messi, agganciato Raul con 71 reti realizzate
    Lionel Messi, agganciato Raul con 71 reti realizzate

    Raul in testa ai marcatori di sempre in Champions League con 71 reti. L’Ajax ha prodotto occasioni ma non riuscendo a capitalizzarle. Cilessen compie una grande parata su una punizione di Messi ma poi in uscita perde un pallone banale che Bartra scodella al centro per il gol di testa di Messi a porta sguarnita. Milik colpisce il palo di testa e Messi, complice il triangolo scambiatosi con Pedro, deposita in rete la palla del 0-2 e della qualificazione agli ottavi di finale.

    PSG-APOEL NICOSIA 1-0 Massimo risultato con il minimo sforzo per ottenere la vittoria e la qualificazione agli ottavi di finale. Basta un lampo di Cavani al Psg per battere l’Apoel Nicosia; dopo nemmeno un minuto di gioco Cavani, su cross dalla destra di Van der Wiel, trova la girata vincente complice una papera di Pardo. Morais avrebbe l’occasione del pari ma Sirigu gli nega la gioia della rete con un balzo. Sull’asse Pastore-Lucas, il PSG confeziona una grande palla gol: Cavani di testa anticipa Pardo, ma la palla va sul palo.

    La classifica del girone è: Psg 10; Barcelona 9; Ajax 2; Apoel Nicosia 1

    SPORTING LISBONA-SCHALKE 04  4-2 Lo Sporting Lisbona ottiene una vittoria molto preziosa che le consente di tornare in corsa per la qualificazione battendo lo Schalke 04;  Choupo-Moting, su cross di Aogo, svetta e sigla l’1-0. Al 26′ il pareggio ad opera di SarrJefferson, su scarico di Nani con un tiro potente firma la rimonta, lo stesso Nani insacca il tap-in del 3-1; il diagonale di Aogo al’87’ sembra tenere in corsa lo Schalke 04 ma Silmani in contropiede batte per la quarta volta il portiere Fährmann.

    MARIBOR-CHELSEA 1-1 Finisce in parità la gara Maribor Chelsea per 1-1,  Zouma nella ripresa non libera l’area e Ibraimi con un tiro a giro dipinge un gol meraviglioso; la gara s’accende e Zahovic fallisce di testa il comodo 2-0 da un metro. Matic sfrutta un colpo di testa di Terry e piazza il pareggio con una zampata; Viler atterra Hazard in area e quest’ultimo ha, comunque, la possibilità da tre punti su rigore: Handanovic neutralizza il tiro dal dischetto. Il Chelsea si conferma al comando del girone con tre punti di vantaggio sullo Schalke 04 a due giornate dal termine.

    La classifica del girone è: Chelsea 8; Schalke 04 5 ; Sporting Lisbona 4;  Maribor 3

    ATHLETIC BILBAO-PORTO 0-2  Successo esterno del Porto, 0-2, in casa del’Athletic Bilbao che, con questa sconfitta, non può più matematicamente qualificarsi agli ottavi e forse, da stasera, aumenteranno i rimorsi del NapoliBalenziaga atterra Danilo ma Jackson Martinez spedisce il rigore sulla traversa illudendo i padroni di casa; il vantaggio al minuto 55 è opera di Jackson Martinez con un gol sotto misura su assist di Brahimi.  Il pallonetto di testa di Guillermo: il tentativo beffardo si stampa sul’incrocio dei pali. Iraizoz, su un retropassaggio, commette un errore imperdonabile e lascia il pallone a Brahimi per una rete facile.

    SHAKHTAR DONETSK-BATE BORISOV 5-0 Vittoria ampia e convincente dello Shakhtar Donetsk che sconfigge 5-0 il Bate Borisov allungando sulla terza inseguitrice nel gruppo H, proprio il Bate. E’ la serata di Luis Adriano autore di una tripletta; la prima rete porta la firma di Srna al 19′ il raddoppio al 48′ è di Alex Texeira. Le successive tre marcature sono opera di Luis Adriano la terza rete è arrivata su calcio di rigore.

    La classifica del girone è: Porto 10; Shaktar Donestk 8; Bate Barisov 3; Atletich Bilbao 1 

     

  • Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.

    Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.

    Il capitano Lahm solleva la coppa
    Il capitano Lahm solleva la coppa

    Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.

    La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.

    Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.

    Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.

    Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.

    Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.

    Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.

    Mario Gotze
    Mario Gotze

    Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.

    In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.

     

    GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (31° Schurrle), Kroos; Muller, Klose (88° Gotze), Ozil (120° Mertesacker).

    Allenatore: Low.

    ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (86° Gago), Mascherano, Biglia; Lavezzi (46° Aguero), Messi, Higuain (77° Palacio).

    Allenatore: Sabella.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Schweinsteiger (G), Howedes (G), Mascherano (A), Aguero (A).

     

  • Brasile 2014: Argentina in finale, l’Olanda si arrende ai rigori

    Brasile 2014: Argentina in finale, l’Olanda si arrende ai rigori

    Nella seconda semifinale dei Mondiali Brasile 2014 a trionfare è, ai rigori, l‘Argentina che sconfigge l’Olanda al termine di una  partita poco emozionante. Romero para i penalty a Vlaar e Sneijder, finisce 4 a 2 per i sudamericani. Domenica 13 luglio Argentina e Germania si contenderanno il trofeo.

    Ancora una volta hanno deciso i calci di rigore. E dopo che i quarti di finale  avevano sorriso all’Olanda contro la Costa Rica, questa volta hanno premiato l’Argentina che ritrova la finale Mondiale che non disputava dal 1990.

    In una semifinale brutta, lenta, equilibrata, tatticamente difficile da sbloccare hanno fatto la differenza le due parate di Sergio Romero dagli undici metri.

    Romero
    ROmero

    Lo 0-0 dei tempi regolamentari e dei supplementari ha perfettamente rispecchiato l’andamento della partita, cin i portieri raramente impegnati e le marcature del recuperato De Jong su Messi e di Rojo su Robben eccellenti ed efficaci. I due giocatori più attesi alla vigilia non hanno brillato; hanno vinto le difese. In finale però ci va l’Argentina di Alejandro Sabella che ha sistemato una squadra la quale aveva evidenti lacune nel reparto arretrato, proteggendola con un centrocampo solido e sostanzioso.  Sarà quindi Argentina-Germania per la terza volta nella storia dopo le finali del 1986 e del 1990; il bilancio è in perfetta parità, ma al Maracanà, il 13 luglio solo una delle due squadre potrà gioire alzando la Coppa del Mondo.

    Nel primo tempo al 12′ conclusione di Sneijder palla a lato. Al 15′ punizione di Lionel Messi, tiro potente ma sul palo di Cillessen che resta fermo e blocca. Al 24′ occasione per Argentina: da corner colpo di testa di Garay palla alta di poco. Sicuramente una partita tutt’altro che emozionante, regna l’equilibrio e la tattica esasperata. Entrambe le squadre curano di più la parte difensiva che quella offensiva. Messi e Robben non si accendono mai perchè vengono costantemente raddoppiati e triplicati. Hguain e Van Persie non ricevono palloni giocabili e a farla da padrone sono le chiusure di Vlaar da una parte e Mascherano dall’altra.

    Nel secondo tempo passano i minuti ma non cambia l’approccio al match delle due squadre; non ci sono tiri in porta, regna l’equilibrio. Le marcature difensive sono perfette. Al 84′ Rojo tira da 40 metri blocca Cillessen. Al 90′ è monumentale Mascherano che riesce a evitare un diagonale di Robben respingendo in angolo.

    Nel primo tempo supplementare difese sempre impeccabili, tantissima pioggia. Al 100′ sinistro di Robben da fuori area, blocca la sfera Romero.

    Nel secondo tempo supplementare De Vrij tira da 45 metri ma Romero guarda. Al 115′ occasione per Palacio: la palla rimbalza, lui a  tu per tu colpisce di testa tra le braccia di Cillessen.

    SEQUENZA RIGORI:

    OLANDA: Vlaar parato; Robben gol; Sneijder parato; Kuyt gol;

    ARGENTINA: Messi gol; Garay gol; Aguero gol; Maxi Rodriguez gol

    OLANDA-ARGENTINA 0-0 (2-4 rig.)

    Olanda (3-5-2): Cilessen; Vlaar, de Vrij, Martins Indi (46′ Jaanmat); Kuyt, Wijnaldum, De Jong (61′ Clasie), Sneijder, Blind; Robben, Van Persie (96′ Huntelaar)

    Argentina (4-2-3-1):Romero; Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo; Mascherano, Biglia; Perez (81′ Palacio), Messi, Lavezzi (100′ Maxi Rodriguez); Higuain (81′ Aguero).

    AMMONITI: 42′ Martins Indi; 49′ Demichelis; 104′ Huntelaar;

    ARBITRO: Cakir ( Turchia )

  • Brasile 2014: un guizzo di Higuain regala la semifinale all’Argentina

    Brasile 2014: un guizzo di Higuain regala la semifinale all’Argentina

    Il primo gol di Higuain a Brasile 2014 permette all’Argentina di imporsi per 1-0 sul Belgio e regalare così all’Albiceleste la semifinale mondiale.

    Una partita non certo bellissima, con un Argentina che ha gestito per lunghi tratti la gara, contro un Belgio che è parso piuttosto stanco, non ha potuto contare su Hazard in giornata no e che ha tentato l’assedio con i lanci lunghi solo nel finale di gara.

    Sabella schiera i suoi con un 4-4-2 con Basanta a sostituire lo squalificato Rojo, Demichelis al centro della difesa al posto di Fernandez, Di Maria e Lavezzi larghi sulle fasce, Messi ed Higuain di punta.

    Wilmots non cambia modulo ma rinuncia nuovamente a Mertens, preferendogli Mirallas e dando le chiavi dell’attacco al giovane Origi.

    Gonzalo Higuain
    Gonzalo Higuain

    Parte forte l’Argentina con una palla messa in mezzo da Lavezzi al 3° e salvata da Kompany. Al 8° si sblocca la gara, Di Maria tocca verso l’area, la palla viene deviata e giunge ad Higuain che di prima lascia partire un tiro che supera Curtois. Al 26° primo abbozzo di reazione belga con un bel tiro di De Bruyne su cui si salva Romero con la respinta. Al 33° Sabella è costretto al cambio, Di Maria non ce la fa, pare un problema muscolare, al suo posto entra Perez. Gran giocata di Messi al 40° con la quale la Pulce si conquista una punizione dal limite, lo stesso 10 argentino calcia ma il pallone va alto. Al 41° altra occasione per il Belgio, cross di Vertonghen e colpo di testa di Mirallas che esce di poco con Romero che pareva battuto. Dopo 2 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine del primo tempo.

    Si riparte senza cambi e nei primi 10 minuti si assiste ad un controllo della gara da parte dell’Argentina con una doppia chance per Higuain: al 51° un suo tiro dopo una deviazione sfiora il palo, al 55° la sua conclusione scheggia la traversa. Al 59° Wilmots si gioca le carte Lukaku e Mertens ed un minuto dopo Fellaini con un buon colpo di testa non va lontano dal bersaglio grosso. Il Belgio ci prova, cerca di pressare ed attaccare con lanci lunghi sperando nelle spizzate di Fellaini ma l’Argentina tiene. Al 93° dopo gli assalti del Belgio, Messi ha il pallone per chiudere la gara ma solo davanti a Curtois si fa ipnotizzare dal portiere in uscita. Un minuto e Lukaku ha la chance per pareggiare ma anzichè calciare la mette in mezzo e Garay salva, è l’ultima occasione perchè poi al quinto minuto di recupero Rizzoli fischia la fine.

     

    ARGENTINA – BELGIO 1-0 (1-0)(8° Higuain)

    ARGENTINA (4-4-2): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Basanta; Di Maria (33° Perez), Biglia, Mascherano Lavezzi (70° Palacio); Messi, Higuain (80° Gago).

    Allenatore: Sabella.

    BELGIO (4-2-3-1): Curtois; Alderweireld, Van Buyten, Kompany, Vertonghen; Witsel, Fellaini; Mirallas (59° Mertens), De Bruyne, Hazard (75° Chadli); Origi (59° Lukaku).

    Allenatore: Wilmots.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Hazard (B), Alderweireld (B), Biglia (A).

  • Brasile 2014: super Messi porta avanti l’Argentina, passa anche la Nigeria

    Brasile 2014: super Messi porta avanti l’Argentina, passa anche la Nigeria

    Nella terza giornata del gruppo F di Brasile 2014 si qualificano agli ottavi di finale Argentina e Nigeria; eliminate Iran e  Bosnia.

    Finisce 3-2 l’incontro tra Argentina e Nigeria a Porto Alegre. Una bellissima partita con due grandi protagonisti: Messi da una parte e Musa dall’altra, autori di una doppietta. Gol della vittoria di Rojo, che da all’Argentina il primato del girone a punteggio pieno. La Nigeria passa comunque agli ottavi con quattro punti.

    L’Argentina cince, chiude da prima il girone F ma non convince in toto. La seleccion si dimostra sempre più dipendente dai gol di Lionel Messi, anche oggi autore di una fantastica doppietta, ma denota diversi problemi in difesa. Gli ottimi Emenike e Musa, quest ultimo a segno con due gol, passano tranquillamente tra Garay e Fernandez, e solo la rete nella ripresa di Rojo regala la vittoria alla banda di Sabella.

    La partita è ottima e vibrante con ottimi colpi da ambe le parti. L’Argentina nonostante la qualificazione già in tasca, scende in campo con i titolari, ma gli africani rispondono a tutti gli attacchi degli avversari. Quando la qualificazione è diventata certezza, l’incontro si conclude molto prima del 90′.

    MessiAl 3′ l’Argentina sblocca subito la partita: accellerazione di Di Maria che trova una voragine sulla sinistra, prova il diagonale ma Eneyama di fortuna respinge. Palla vagante e Messi di sinistro batte il portiere nigeriano. al 4′ il pareggio della Nigeria: Musa avanza sulla sinistra, rientra sul destro e la mette dentro a giro: 1-1. Al 8′ occasione Higuain: Messi serve la punta perfettamente ma il giocatore del Napoli la mette sull’esterno della rete. al 26′ botta da fuori area di Odemwingie palla alta. Al 28′ botta di Di Maria, Eneyama fa il miracolo in tuffo e la mette in corner. Al 42′ punizione di Messi, grandissimo Eneyama a respingere la palla all’incrocio dei pali. Al 46′ vantaggio Argentina con una grandissima punizione di Messi.

    Al 48′ arriva il 2-2 Nigeria: grandissimo gol di Musa, sponda di Emenike per l’inserimento di Musa che davanti a Romero segna. Al 50′ tiro di Di Maria dal limite, esterno ma il portiere nigeriano la mette in corner. Al 51′ gol dell’Argentina con Rojo: dal corner sfiora Garay  e la sfera va sul ginocchio di Rojo che la mette dentro. Al 52′ Eneyama salva ancora tutto in uscita su Higuain. Al 58′ Messi va vicino alla tripletta: cross basso sulla fascia sinistra, Messi appoggia verso la porta ma non trova lo specchio. Al 72′ botta di Musa dal limite dell’area al volo, non esce di molto la sfera. Al 76′ occasione per Lavezzi su bell’assist di Di Maria che illumina per la punta del PSG che va al volo, ma ancora Enyeama salva tutto in corner. Al 77′ salvataggio di Zabaleta: ancora un grande Musa rientra e va di destro, stavolta il terzino lo mura perfettamente. All 79′ è Garay a sfiorare la rete con un gran colpo di testa del difensore che sfiora il palo. All 84′ botta di Emenike da fermo: palla non lontano dal palo. All’87’ Ambrose sull’esterno, bel diagonale, che trova una deviazione che la mette sull’esterno della rete.

    NIGERIA-ARGENTINA (1-2) 2-3

    Nigeria (4-2-3-1): Enyeama; Ambrose, Omeruo, Yobo, Oshaniwa; Onazi, Obi-Mikel; Musa, Babatunude (64′ Uchebo), Odemwingie (80′ Nwofor); Emenike

    Argentina (4-3-3): Romero; Zabaleta, Garay, Fernandez, Rojo; Gago, Mascherano, Di Maria; Messi (62′ Alvarez), Higuain (90′ Biglia), Aguero (38′ Lavezzi)

    AMMONITI: 49′ Omeruo, 51′ Oshaniwa

    Per la Bosnia arriva il primo successo Mondiale. Iran battuto 3-1  e cosi privato del sogno ottavi di finale.

    Il Mondiale può essere anche l’atmosfera del fischio finale tra Bosnia e Iran: nessuna gioia  e tutti ognuno a modo proprio, sconfitti. Da una parte ci sono quelli veri, ovvero gli iraniani, che con le reti di Dzeko, Pjanic, e Versajevic sprecano la chance di centrare uno storico ottavo di finale, subendo una sconfitta quando 3 punti avrebbero potuto coronare un sogno grazie al contemporaneo successo dell’Argentina sulla Nigeria; e dall’altro invece c’è la Bosnia, che nonostante centri il primo successo storico in un Mondiale, torna a casa con il rammarico che, con qualcosa in più proprio contro la Nigeria si sarebbe potuti restare in Brasile ancora un po’. A Salvador non esulta nessuno.

    Al 4′ occasione di Edin Dzeko,  splendida girata del bosniaco ma grandissima parata di Haghighi che devia cosi in corner. Al 23′ vantaggio Bosnia grazie a Dzeko che con un gran sinistro rasoterra dalla distanza buca Haghighi. Al 25′ traversa di Shojaei, reazione immediata dell’Iran, che occasione per l’Iran che con il destro dal limite coglie il legno superiore  dopo la conclusione di Shojaei. Al 42′ grande palla filtrante di Dzeko che mette in porta il terzino bosniaco: palla calciata malissimo da Vrsajevic e chance che sfuma.

    Al 59′ arriva il raddoppio di Pjanic: palla suicida persa da Sadeqi, bella palla di Ibisevic in profondità, tocco fantastico di Pjanic per il controllo e destro perfetto sul secondo palo. Al 82′ accorcia le distanze l’Iran con Ghoochannejad. Al 83′ la Bosnia si porta sul 3-1: primo gol in nazionale per Vrsajevic che in contropiede  con uno splendido diagonale incrociato chiude i discorsi.

    BOSNIA-IRAN 

    BOSNIA (4-4-2): Begovic; Vrsajevic, Spahic, Kolasinac, Sunjic (78′ Salihovic); Besic, Susic Hadzic (61′ Vranjes), Pjanic; Ibisevic Dzeko (85′ Visca)

    IRAN (4-5-1): Haghighi; Montarezi, Hosseini, Sadeghi, Pooladi, Nekounam, Timotian, Shojaei (46′ Heydari), Haji Safi (62′ Alireza), Dejagah (67′ Karim); Ghoochannejad

    AMMONITI: Besic, Karim

  • Mondiali 2014: Argentina di misura su un buon Iran

    Mondiali 2014: Argentina di misura su un buon Iran

    E’ incredibile a dirsi, ma l’Iran esce sconfitta immeritatamente da questo match. Queiroz usa l’unica arma a sua disposizione contro l‘Argentina, la difesa e lo fa un gran bene. L’albiceleste attacca per 90′, sbattendo contro il muro iraniano, rischiando di capitolare in contropiede. Ma al 91′ si accende il fantastico sinistro di Messi, e la squadra va agli ottavi.

    Al 12′ del primo tempo è Higuain, gran palla in profondità di Gago per Gonzalo, ma il portiere in uscita è bravissimo e riesce a fermare il pallone. Al 16′ occasione per l’Argentina: Higuain in area stoppa male il pallone e la difesa spazza. Al 20′ occasione per Aguero: l’Argentina gioca a due tocchi veloci e il Kun prova il tiro dall’area su cui il portiere è bravissimo a mettere in angolo.  Al 23′ testa di Rojo, cross dalla sinistra, di testa la mette fuori di un nulla. Al 35′ è Garay che di testa la manda alta di poco. Al 42′ rischio per l’Argentina: dal corner il difensore stacca bene di testa per un spffio fuori.

    Leo Messi
    Leo Messi

    Al 50′ è Zabaleta che effettua un tiro pericoloso dal limite dell’area che sfiora l’incrocio. AL 52′ Ghoochannejhad ha una grande occasione: cross dalla destra per l’attaccante che di testa anticipa Fernandez, Romero è bravissimo in tuffo a respingere. Al 59′ sbaglia tutto Messi: corsa di 50 metri, Messi si accende e dal limite cerca il palo lontano. Di poco a lato.Al 63′ Roja salva tutto: mischia in area di rigore, bravissimo il difensore a spazzare. Al 68′ Romero salva l’Argentina: fantastico Dejagah ad anticipare Fernandez, ma Romero è super e con la mano mette in angolo. Al 73′ sul pallone va Messi che colpisce esterno della porta. Al 75′ conclusione di Di Maria centrale e bloccato dal portiere Haghighi. Al 83′ botta di Roja: sfiora il palo alla destra del portiere. Al 84′ Palacio di testa, ancora bravo Haghighi a respingere. Al 86′ Ghoochannejhad vicinissimo al gol: in contropiede l’attaccante la piazza, ma Romero in tuffo la prende. Al 91′ l’Argentina passa in vantaggio con la rete di Lionel Messi: l’argentino sblocca la gara col sinistro.

    ARGENTINA-IRAN (0-0) 1-0 (91° Messi)

    Argentina (4-3-2-1) Romero; Zabaleta, Fernandez, Garay, Rojo; Gago, Mascherano, Di Maria( 94′ Biglia); Aguero (77′ Lavezzi), Higuain (Palacio); Messi.

    Iran (4-4-2) Haghighi; Hosseini, Sadeghi, Montarezi, Pooladi, Nekounam, Shojaei (77′ Heydari), Teymourian, Dejagah (84’Alireza), Hajsafi (88′ Haghighi), Ghoochannejad

    Arbitro: Mazic (Serbia)

    Ammoniti: Nekounam; Shojaei

  • Brasile 2014, gruppo F con Argentina, Nigeria,Iran e Bosnia Herzegovina

    Brasile 2014, gruppo F con Argentina, Nigeria,Iran e Bosnia Herzegovina

    Nel Campionato del Mondo di Brasile 2014 il gruppo F vede la partecipazione dell’Argentina, la Nigeria, l’Iran e la Bosnia Herzegovina. L’Argentina, come da tradizione, è una delle favorite d’obbligo per la vittoria finale del Mondiale. Si è qualificata alla fase finale dominando il maxi-girone riservato alle squadre della Conmebol. Nove vittorie, cinque pareggi e due sole sconfitte, entrambe in trasferta, con un filotto di quattordici partite consecutive senza k.o. L’albiceleste non ha trovato grandi ostacoli nel suo cammino verso il Brasile, vantando anche il miglior attacco del Sudamerica con 35 gol realizzati in 16 partite. argentinaNominato C.t. dell’Argentina nel 2011, Alejandro Sabella è riuscito a costruire una squadra Messi centrica, con lui Leo è diventato capitano; ma che non sia solo esclusivamente dipendente dalle giocate della punta del Barcelona. Sabella è arrivato alla guida della Sellecion dopo aver portato l’Estudiantes sul trono argentino e alla conquista della Coppa Libertadores. Il C.t ha scelto il 4-3-3 come modulo. I Problemi per l’Argentina riguardano il portiere: tra i pali l’ex Sampdoria Romero che paradossalmente non è titolare nel suo club ma è intoccabile in nazionale, non garantisce piena sicurezza. Le riserve saranno Mariano Andujar e Agustin Orion: il trentaduenne nel giro della Nazionale dal 2007, che potrebbe giocare titolare se, in Brasile, Sabella avrà conferme sulla scarsa sicurezza della difesa con Romero tra i pali. In difesa al momenti i titolari inamovibili sono il terzino del Manchester City Pablo Zabaleta, Ezequiel Garay del Benfica. Un gradino sotto trovano posto Marcos Rojo del Benfica e Hugo Campagnaro dell’Inter. Da segnalare la presenza di Federico Fernandez titolare fisso nel Napoli di Benitez. Martin Demichelis arriva al Mondiale carico dalla conquista dello scudetto in Premier League con il Manchester City. Sono stati convocati e meritano attenzione Lisandro Lopez del Getafe, Jose Basanta del Monterrey. A centrocampo la qualità aumenta grazie alla presenza di Javier Mascherano del Barcelona e di Fernando Gago.Da osservare ci sarà Ricky Alvarez il quale potrebbe dare spessore al centrocampo: trequartista mancino, può essere impiegato anche come mezz’ala o in altri ruoli del centrocampo. Lucas Biglia può vivere un Mondiale da protagonista: è un regista dotato di notevole tecnica, personalità e visione di gioco. L’attacco dell’Argentina è semplicemente stellare. Lionel Messi, Angel Di Maria, Gonzalo Higuaín, Sergio Agüero: un attacco cosi forte non si trova nelle altre partecipanti al torneo. Il problema per Sabella sarà l’abbondanza della scelta, senza dimenticare gente del calibro di Ezequiel Lavezzi e Rodrigo Palacio. Ecco la lista dei convocati da parte del C.t Alejandro Sabella: Portieri: Mariano Andujar (Catania/ITA), Sergio Romero (Monaco/FRA), Agustin Orion (Boca Juniors) Difensori: Lisandro Lopez (Getafe/ESP), Hugo Campagnaro (Inter Milan/ITA), Federico Fernandez (Napoli/ITA), Pablo Zabaleta (Manchester City/ENG), Ezequiel Garay (Benfica/POR), Marcos Rojo (Sporting Lisbon/POR), Jose Basanta (Monterrey/MEX), Nicolas Otamendi (Atletico Mineiro/BRA), Martin Demichelis (Manchester City/ENG), Gabriel Mercado (River Plate) Centrocampisti: Javier Mascherano (Barcelona/ESP), Jose Sosa (Atletico Madrid/ESP), Augusto Fernandez (Celta Vigo/ESP), Ricky Alvarez (Inter Milan/ITA), Lucas Biglia (Lazio/ITA), Ever Banega (Newell’s Old Boys), Fernando Gago (Boca Juniors), Maxi Rodriguez (Newell’s Old Boys), Enzo Perez (Benfica/POR), Fabian Rinaudo (Catania/ITA) Attaccanti: Lionel Messi (Barcelona/ESP), Angel Di Maria (Real Madrid/ESP), Rodrigo Palacio (Inter Milan/ITA), Gonzalo Higuaín (Napoli/ITA), Sergio Agüero (Manchester City/ENG), Ezequiel Lavezzi (Paris SG/FRA), Franco Di Santo (Werder Bremen/GER) NIGERIA La Nigeria ha chiuso al primo posto il girone F con 12 punti davanti a Malawi, Kenya e Namibia frutto di tre vittorie e tre pareggi. Negli spareggi i nigeriani hanno avuto la meglio sull’Etiopia, vincendo per 2.1 la gara d’andata e per 2-0 il match di ritorno. Le “super aquile” arrivano al Mondiale da detentori della Coppa d’Africa, vinta nel 2013 in Sudafrica contro il Burkina Faso. Stephen Keshi è senza dubbio uno dei migliori tecnici africani in attività. L’ex difensore si impose all’attenzione del Mondo quando riusci a portare il Togo alla sua prima qualificazione della storia in un Mondiale nel 2006, pur non potendo poi seguire la squadra nella fase finale, essendo sostituito con Otto Pfister. E’ stato C.t. della Nigeria anche nella scorsa Confederation Cup. In porta ci sarà Vincent Enyeama. In alternativa saranno disponibili Austin Ejide, Daniel Akpeyi e Chigozie Agbim. La difesa è il punto debole della Nigeria e rischia di causare non pochi problemi ai Campioni d’Africa. Sull’esterno di destra ci sarà Efe Ambrose il quale con il Celtic sta maturando un pò di esperienza internazionale. Godfrey Oboabona e Kenneth Omeruo comporranno il pacchetto centrale arretrato mentre Elderson Echiejile sarà impiegato sulla fascia sinistra. A centrocampo John Mikel Obi è molto forte fisicamente e vanta una discreta esperienza in coppe europee. Se saprà crescere a livello di personalità, potrebbe essere l’uomo in grado di trascinare la Nigeria. Classe, intuito e forza fisica non mancano di certo a Ogenyi Onazi, giovane centrocampista di proprietà della Lazio: affronta in Brasile il primo Mondiale in carriera. Se riuscirà a trovare una continuità di rendimento e a reggere a livello temporamentale una manifestazione di questo livello, il torneo potrà rivelarsi per lui il trampolino di lancio per una brillante carriera. In avanti Victor Moses è una giovane ala ventitreenne del Liverpool. Da tenere d’occhio è il ventiseienne Emmanuel Emenike, gioca nel Fenerbache e in questa stagione ha realizzato 12 reti, ci si aspetta di vederlo emergere in questo torneo. Insieme a lui Ahmed Musa del CSKA Moscow. Ecco l’elenco dei convocati del C.t Stephen Keshi: Portieri: Vincent Enyeama (Lille , Francia), Austin Ejide (Hapoel Be’er Sheva, Israele), Daniel Akpeyi (Heartland), Chigozie Agbim (Gombe United) Difensori: Elderson Echiejile (Monaco, Francia), Efe Ambrose (Celtic, Scozia), Godfrey Oboabona (Rizespor, Turchia) , Azubuike Egwuekwe (Warri Wolves), Kenneth Omeruo (Middlesbrough, Inghilterra), Juwon Oshaniwa (FC Ashdod, Israele) Joseph Yobo (Norwich City, Inghilterra), Kunle Odunlami (Sunshine Stars) Centrocampisti: John Mikel Obi (Chelsea, Inghilterra), Ramon Azeez (Almeria, Spagna), Ogenyi Onazi (Lazio, Italia ), Joel Obi (Parma, Italia), Nnamdi Oduamadi (Varese, Italia), Ejike Uzoenyi (Enugu Rangers), Nosa Igiebor (Real Betis, Spagna), Domenica Mba (CA Bastia, Francia), Reuben Gabriel (Waasland – Beveren, Belgio), Michael Babatunde (Volyn Lutsk, Ucraina) Attaccanti: Ahmed Musa (CSKA Moscow, Russia), Shola Ameobi (Newcastle, Inghilterra), Emmanuel Emenike (Fenerbahçe, Turchia), Victor Obinna (Chievo Verona, Italia), Peter Odemwingie (Stoke City, Inghilterra), Michael Uchebo (Cercle Bruges, Belgio), Victor Moses (Liverpool, Inghilterra), Uche Nwofor (Heerenveen, Paesi Bassi). IRAN L’Iran, con l’arrivo in panchina dell’esperto Carlos Queiroz è stata riorganizzato e resa competitivo, tanto da arrivare prima nel gruppo A di qualificazione davanti alla più attrezzata Corea del Sud, battuta in casa nell’ultima gara di qualificazione. Mix di giovani ed esperti la squadra ha gli uomini migliori dalla cintola in sù mentre nel reparto arretrato emergono evidenti lacune. La Federazione Iraniana, di cui l’ex difensore del Messina Rezaei è responsabile del settore giovanile, ha scommesso sulla rinascita del C.t. portoghese Carlos Queiroz, reduce dalle esperienze non troppo felici con il Real Madrid e Portogallo. Carattere difficile, Queiroz è stato per anni il vice di Sir Alex Ferguson al Manchester United; il suo stile di gioco basato sul 4-2-3-1 è stato fino ad ora la carta vincente dell’Iran. In porta ci sarà Daniel Davari, giocatore che milita nella Serie B tedesca, oltre a lui Alireza Haghighi, Rahman Ahmadi e Sousha Makani Il pacchetto arretrato sarà composto da Steven Beitashour, Hossein Mahini e Pejman Montazeri comporranno il pacchetto centrale, Mehrdad Pooladi sarà il terzino sinistro. A centrocampo Javad Nekounam è sicuramente il giocatore più rappresentativo, dopo 6 stagione e 172 presenze con l’Osasuna è tornato in patria all’Esteghlal. Nelle qualificazioni mondiali è stato lui il vero trascinatore. l’Iran si affida al suo numero sei per stupire. In mediana insieme a lui Andranik Teymourian. Nel reparto offensivo occhio a Alireza Jahanbakhsh, nome da scrivere e soprattutto da imparare a leggere. Vent’anni, 183 centimetri, è un’ala destra naturale ma può essere impiegato su tutto il fronte d’attacco. Ha esordito lo scorso 15 ottobre in nazionale contro la Thailandia. Ashkan Dejagah era definito fino a qualche anno fa uno degli astri nascenti del calcio tedesco.Poi, però, dopo tutta la trafila nelle nazionali giovanili teutoniche, l’esplosione e la conseguente chiamata nella nazionale maggiore non sono arrivate, e allora ha deciso, nel febbraio 2012, di accettare la chiamata da parte dell’Iran. Ecco la lista dei convocati del C.t Carlos Queiroz : Portieri: Daniel Davari (Eintracht Braunschweig/Ger), Alireza Haghighi (Sporting Covilha/Por), Rahman Ahmadi (Sepahan Isfahan), Sousha Makani (Foolad Khuzestan); Difensori: Hosro Heidari (Esteghlal), Hossein Mahini (Persepolis), Steven Beitashour (Vancouver Whitecaps/Can), Pejman Montazeri (Umm Salal/Qat), Jalal Hosseini (Persepolis), Amir Hossein Sadeghi (Esteghlal), Mohammad Reza Khanzadeh (Zob Ahan), Ahmad Alenemeh (Naft), Hashem Beikzadeh (Esteghlal), Ehsan Hajsafi (Sepahan Isfahan), Mehrdad Pooladi (Persepolis); Centrocampisti: Javad Nekounam (Kuwait SC/Kuw), Andranik Teymourian (Esteghlal), Reza Haghighi (Persepolis), Ghasem Hadadifar (Zob Ahan Isfahan), Bakhtiar Rahmani (Foolad Khuzestan); Attaccanti: Ashkan Dejagah (Fulham/Ing), Masoud Shojaei (Las Palmas/Spa), Alireza Jahanbakhsh (Nec Nijmegen/Ola), Mohammad Reza Khalatbari (Persepolis), Mehdi Sharifi (Sepahan Isfahan), Reza Ghoochannejhad (Charlton/Ing), Karim Ansarifard (Tractor Tabriz), Sardar Azmoun (Rubin Kazan/Rus). BOSNIA HERZEGOVINA Cammino quasi perfetto quello effettuato dalla Bosnia Herzegovina nel gruppo G: 25 punti totali e primo posto in coabitazione con la Grecia frutto di 8 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta. Sono stati un rullo compressore capace di segnare 30 reti e di subirne soltanto 6. La rosa è composta da elementi di buon spessore abbinati ad un giusto livello di esperienza, è questa la caratteristica principale di una Bosnia la quale è stata capace di conquistare per la prima volta la partecipazione ad un Mondiale; e perchè no magari sognare un cammino da inattesa “outsider” in mezzo alle grandi potenze presenti al torneo. Tanta panchina in Turchia, poi l’approdo al timone della nazionale bosniaca nel 2010. Safet Susic, è il commissario tecnico capace di guidare i suoi fino alla storica qualificazione ad una fase finale dei Mondiali. Il suo curriculum da allenatore parla di Cannes e Al-Hilal. Oltre alle esperienze alla guida di Istanbulspor, Konyaspor, Ankaragucu, Rizespor e Ankaraspor. In porta ci sarà Asmir Begovic il quale vanta una buona dose di esperienza internazionale maturata in Premier Leagur. Con lui Jasmin Fejzić e Asmir Avdukic. In difesa Avdija Vrsajevic è un terzino destro molto veloce e all’occorrenza può fare anche l’ala destra. Ermin Bicakcic difensore dell’Hoffenheim vesta da poche partite la maglia della nazionale, classe 1990, può approfittare del Mondiale per farsi conoscere dagli osservatori presenti. Emir Spahic del Bayer Leverkusen e Sejad Salihovic ultimereranno il pacchetto arretrato. A centrocampo il romanista Miralem Pjanic, per cartà didentità e qualità tecniche, rappresenta la pedina di spicco in rapporto all’età e al talento; il centrocampista è il faro della Nazionale in grado di dettare i tempi della manovra e farsi trovare in zona gol, è reduce da una stagione da protagonista nella Roma, la Nazionale si attende molto da lui. In attacco nonostante il suo scarso impiego nel Manchester City Edin Dzeko è l’elemento più rappresentativo: è il terminale offensivo e la sua qualità unita ad una grande forza fisica è in grado di rendere competitivo il reparto avanzato; tecnicamente abile con entrambi i piedi abbina ha un grande senso del gol. Vedad Ibisevic è una punta forte fisicamente cn un buon senso del gol; è bravo con i piedi e si è specializzato nel segnare reti in acrobazia, ma anche gol da opportunista. Ecco la rosa del C.t Safet Susic: Portieri: Jasmin Fejzić (Aalen), Asmir Begovic (Stoke City), Asmir Avdukic (Borac Banja Luka) Difensori: Sead Kolasinac (Schalke), Ervin Zukanovic (Gent), Avdija Vrsajevic (Hajduk Split), Ermin Bicakcic (Braunschweig) Toni Sunjic (Zorya Lugansk) Ognjen Vranjes (Elazigspor) Mensur Mujdza (Friburgo), Emir Spahic (Leverkusen) Centrocampisti: Izet Hajrovic (Galatasaray), Sejad Salihovic (Hoffenheim), Haris Medunjanin (Maccabi Tel-Aviv), Senad Lulic (Lazio), Miralem Pjanic (Roma), Zvjezdan Misimovic (Dynamo Mosca), Edin Višća (Istanbul BB), Tino-Sven Susic (Hajduk Spalato), Muhamed Besic (Ferencvaros), Senijad Ibricic (Erciyesspor), Anel Hadzic (Sturm Graz) Attaccanti: Edin Dzeko (Manchester City), Vedad Ibisevic (Stoccarda),Edin Višća (Istanbul BB/TUR)

    Tutti i gironi di Brasile 2014:

    Girone A Girone B Girone C Girone D Girone E Girone F Girone G Girone H

  • Gol, polemiche, spettacolo: tutto questo è “El Clasico”

    Gol, polemiche, spettacolo: tutto questo è “El Clasico”

    Quello che è andato in scena ieri sera al Santiago Bernabeu è stato un vero e proprio spot per il calcio, l’attesa per “El Clasico” tra Real Madrid e Barcellona era tanta ed i protagonista non hanno certo tradito le attese.

    Leo Messi e Cristiano Ronaldo
    Leo Messi e Cristiano Ronaldo

    Alla fine a spuntarla sono stati i Blaugrana guidati da un super Leo Messi autore di una tripletta ma i Blancos non hanno affatto digerito la direzione di gara tant’è che a fine gara Cristiano Ronaldo ha rilasciato queste parole di fuoco, come riportato anche da Sportmediaset:

    “Il Real Madrid dà fastidio. Questo arbitro non è in grado di dirigere partite del genere. Abbiamo giocato contro 12 avversari e ogni anno è la stessa storia: non ci lasciano vincere”

    Veniamo alla cronaca della gara, Carlo Ancelotti schiera l’undici previsto alla vigila con Diego Lopez tra i pali, Carvajal, Pepe, Ramos e Marcelo sulla linea difensiva, Modric, Di Maria e Xabi Alonso a metà campo con in avanti il trio dei fenomeni BBC: Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo.

    Martino, che in questa gara si giocava moltissimo, mandava in campo la formazione prevista nei giorni scorsi, Valdes in porta con Dani Alves, Piquè, Mascherano e Jordi Alba in difesa, Xavi, Fabregas e Busquets a centrocampo, davanti Neymar, Messi e Iniesta.

    Pronti e via, partenza fortissima del Barcellona che al 7° con Iniesta, servito da Messi, lascia partire un tiro imparabile sotto la traversa. Il Real reagisce e in pochi minuti ribalta la situazione con la doppietta di Benzema che al 20° di testa pareggia ed al 24° dopo aver controllato batte Valdes per il vantaggio Merengues. Il Real avrebbe la chance di trovare il terzo gol ma Piquè salva sulla linea ed al 42° arriva il pari di Messi, abile con il suo sinistro a sbrogliare un batti e ribatti in area.

    Nella ripresa iniziano ad arrivare anche le polemiche, al 55° Dani Alves commette fallo su Ronaldo appena fuori area ma per l’arbitro è rigore con Cr7 che trasforma per il vantaggio dei padroni di casa. Al 65° arriva anche un rigore per il Barcellona con Sergio Ramos che stende Neymar, anche se il replay pare dimostrare che il giovane brasiliano accentui molto la caduta, rosso per il difensore e gol del pareggio di Messi dal dischetto. Al 83° arriva ancora un altro rigore per i blaugrana causato da un fallo di Xabi Alonso su Iniesta, dagli undici metri si presenta ancora Messi che realizza la sua personale tripletta che vale anche il successo per il Barcellona.

    La Liga è così riaperta con tre squadre, l’Atletico ha vinto la sua gara, raccolte in un punto, con la coppia di Madrid a guidare la classifica ed il Barcellona subito dietro distanziato di un solo punto.

     

    REAL MADRID – BARCELLONA 3-4 (2-2) (7° Iniesta (B), 20°, 24° Benzema (R), 42° Messi (B), 55° rig. C. Ronaldo (R), 65° rig., 84° rig. Messi (B))

    Real Madrid (4-3-3): Diego Lopez 6; Carvajal 5, Sergio Ramos 4.5, Pepe 5.5, Marcelo 6; Xabi Alonso 5, Di Maria 6.5, Modric 6 (90° Morata sv); Bale 5.5, Benzema 7 (65° Varane 6), C. Ronaldo 6.

    Allenatore: Carlo Ancelotti.

    Barcellona (4-3-3): Victor Valdes 6.5; Dani Alves 6, Piqué 6, Mascherano 5.5, Jordi Alba 6; Xavi 6, Busquets 6.5, Fabregas 6 (78° Sanchez 5.5); Iniesta 7.5, Neymar 6 (68° Pedro 6), Messi 7.5.

    Allenatore: Gerardo Martino

    Arbitro: Jundiano Mallenco

    Ammoniti: Di Maria (R), Pepe (R), Xabi Alonso (R), C. Ronaldo (R), Modric (R), Fabregas (B), Busquets (B)

    Espulso: Sergio Ramos (R)