Tag: Libania Grenot

  • Europei a squadre alla Russia, settima Italia

    Europei a squadre alla Russia, settima Italia

    L’atletica leggera italiana chiude con una settimo posto gli Europei a squadre che nell’occasione sono stati disputati nel fine settimana appena passato in Inghilterra, a Gateshead. Piccolo passo avanti per la nazionale azzurra rispetto alla precedente edizione di Stoccolma nel 2011 dove Vizzoni e compagni chiusero in ottava posizione. Tuttavia ancora c’e’ molto da fare in quanto i rappresentanti italiani nella piovosa cittadina inglese non sono riusciti a vincere nemmeno una prova delle otre trenta previste con i migliori piazzamenti conquistati da Giuseppe Gibilisco ed Alessia Trost, rispettivamente nel salto con l’asta e nel salto in alto, ma con prestazioni decisamente sotto la media soprattutto per la giovane azzurra erede di Antonietta Di Martino che ha saltato un metro e novantadue, misura che non può garantire nulla ai prossimi mondiali di Mosca fra poco più di un mese alla giovane diciannovenne che comunque rappresenta la nostra unica speranza di medaglia mondiale.

    Giuseppe Gibilisco ©Michael Steele/Getty Images
    Giuseppe Gibilisco ©Michael Steele/Getty Images

    E dire che il livello continentale della vecchia Coppa Europea non era poi così alto ma gli atleti azzurri sono stati tutti sotto le loro prestazioni stagionali con l’unica speranza che la preparazione in vista dei Campionati Mondiali di luglio abbia un pò appesantito le gambe dei nostri. Detto dei secondi posti di Trost e Gibilisco da segnalare i quarti posti di Chiara Rosa nel peso, Libania Grenot sui 200m e Margherita Magnani sui 1500m mentre le delusioni arrivano da Daniele Meucci, solo nono nei 3000m, Michael Tumi nei 100m e Veronica Borsi che, nella gara dei 100 ostacoli, si presentava al via come una delle favorite alla vittoria chiudendo però solamente in quinta posizione.

    Intanto a livello mondiale e battaglia a viso aperto fra il giamaicano Usain Bolt e lo statunitense Tyson Gay con quest’ultimo che è volato ai trials a stelle e strisce sia sui 100m che sui 200m lanciando il guanto di sfida all’uomo più veloce del Mondo ai prossimi mondiali.

  • Fantastico Farah, Fraser regina dei 100m. Usain Bolt regale

    Fantastico Farah, Fraser regina dei 100m. Usain Bolt regale

    Seconda giornata all’Olimpic Stadium di Londra con la Gran Bretagna in festa grazie ai tre ori conquistati da Greg Rutherford nel lungo, Jessica Hennis nell’heptatlon e soprattutto Mo Farah che diventa il re assoluto dei 10.000m.

    Dopo l’oro di Pechino, la giamaicana Sheri-Ann Fraser Pryce, concede il bis vincendo la gara dei 100m con il tempo di 10.75 bruciando, grazie alla sua solita grandissima partenza, l’americana Carmelita Jeter e la connazionale Veronica Campell Brown.

    Bellissima finale dei 10.000m con Mo Farah che manda in delirio i tifosi britannici completando l’opera dopo i mondiali di Daegu e sancendo la fine di un grande della specialità come Kenenisa Bekele che non riesce a conquistare nemmeno un posto sul podio dove sale suo fratello Tarike Bekele con la medaglia di bronzo e la sorpresa della gara, l’americano Rupp, d’argento. In gara anche l’azzurro Daniele Meucci che, dopo un inizio promettente, ha pagato duramente i cambi di ritmo davanti al gruppo finendo doppiato all’ultimo giro.

    La finale della Marcia 20km ha visto un podio fatto di atleti tutti allenati nel centro di Saluzzo dalla leggenda della marcia italiano Damilano, ma purtroppo non sono Italiani con l’oro a Ding Chen (Cina) in 1’18″46 record olimpico; argento Erick Barondo (Guatemala) a 11″; bronzo a Zhen Wang (Cina) a 39″. Prestazione anonima e da dimenticare per Giorgio Rubino che ha chiuso con oltre 6’ di ritardo in 42esima posizione. Grande paura nel finale di gara per il campione uscente, il russo Valeriy Borchin crollato a terra a meno di un km dal traguardo per un collasso fisico che fortunatamente non ha procurato seri danni fisici al russo. Non c’e’ Blanka Vlasic a Londra ma la Croazia riesce comunque ad esultare con Sandra Perkovic che conquista l’oro nel disco a scapito della russa Darya Pishchalnykova, bronzo alla cinese Li Yanfeng.

    Mo Farah, re dei 10.000m ©Stu Forster/Getty Images

    La britannica Jessica Ennis vince l’oro nell’heptatlon da assoluta dominatrice per la gioia di tutto lo stadio olimpico londinese ed in una gara di salto in lungo mediocre per il panorama olimpico, a spuntarla è ancora un britannico, Greg Rutherford che con 8.31m supera l’australiano Mitchell Watt  e l’americano Claye.

    In casa Italia il giovanissimo Bencosme ha corso bene la sua semifinale dei  400hs perdendo però la ritmica nel settimo ostacolo e chiudendo al sesto posto la sua gara e rimandando la definitiva esplosione olimpica a Rio nel 2016. Buona anche la prova di Libania Grenot nei 400m che chiude la sua batteria in terza posizione che purtroppo non basta per la finale risultando la prima delle escluse.

    In mattinata ci sono state le batterie dei 100 uomini con tutti i favoriti a superare agevolmente il turno con un Usain Bolt che ha destato un ottima impressione e con Powell che ha rischiato la squalifica per partenza falsa.

  • Leggenda Dibaba, Majewski peso d’oro. Floriani finale nei 3.000 siepi

    Leggenda Dibaba, Majewski peso d’oro. Floriani finale nei 3.000 siepi

    Prima giornate di gare per la regina degli sport, l’atletica leggera in scena nello splendido scenario dello stadio olimpico londinese. I primi due titoli sono andati alla Polonia nel peso e nei 10.000m all’etiope Tirunesh Dibaba che entra nella leggenda dell’atletica mondiale con il terzo oro olimpico individuale

    Tutto sommato una buona giornata per i colori azzurri con la più bella sorpresa rappresentata dalla finale conquistata nei 3.000 siepi da Yuri Floriani. Finale anche per Vizzoni, ripescato nel martello mentre viene eliminata Simona La Mantia nel triplo.

    La finale dei 10.000m ha visto il solito duella Kenya – Etiopia, gara molto sul ritmo sin dall’inizio con le tre giapponesi a mettersi subito al comando rendendo la gara subito dura. Ai 7000m ecco il primo strappo dell’etiope Kidane che sgretola il gruppo in cui riescono a tenere solo la connazionale Dibaba e le due keniane Cheruiyot e Kipyego. L’ultimo giro è sensazionale della Dibaba che chiude come una velocista stroncando le due keniane Kipyego e Cheruiyot che devono accontentarsi rispettivamente dell’argento e del bronzo. Per la Dibaba conferma dell’oro conquistato a Pechino nel 2008 mentre l’azzurra naturalizzata Ejjafini, ha chiuso doppiata dalle africane al 18° posto sotto i 32’ comunque un buon risultato considerato che l’italiana ha avuto gravi problemi fisici dopo gli europei finlandesi di giugno.

    Tirunesh Dibaba ©Michael Steele/Getty Images

    Bellissima anche la gara del peso uomini con il polacco Tomasz Majewski che bissa l’oro di Pechino 2008 con un fantastico 21.84m realizzato all’ultimo lancio quando era già sicuro dell’oro con il giovane tedesco David Storl d’argento e l’americano Reese Hoffa di bronzo. La prima giornata dell’Epthatlon donne si chiude con la padrona di casa Jessica Hennis nettamente al comando 4.158 punti contro la lituana Skujite a 3974.

    Le gare del mattino hanno visto una qualificazione in semifinale nei 400m dell’azzurra Libania Grenot che non ha comunque brillato a differenza del giovane Jose Bencosme che supera il turno nei 400hs con un buon 49″35 a due centesimi dal personale. Ci sono state anche le prime batterie dei 100m donne con tutte le favorite avanti e soprattutto ottime sensazioni mostrate dalle americane Carmelita Jeter ed Allison Felix.

  • Chiara Rosa di bronzo nel peso, delusione La Mantia

    Chiara Rosa di bronzo nel peso, delusione La Mantia

    Nella terza giornata di gare arriva la prima medaglia azzurra agli europei di atletica in corso di svolgimento ad Helsinki in Finlandia.

    A firmare il primo podio azzurro è la pesista Chiara Rosa che vince meritatamente il bronzo nel peso. La delusione più grande arriva invece da Simona La Mantia, argento a Barcellona due anni fa e solo quarta nel triplo con il podio assolutamente alla portata della siciliana.

    Ma veniamo alla nota lietissima della medaglia di una delle atlete azzurre più eccentriche e simpatiche. Chiara ha sofferto tanto in questi anni, conscia di non essere la numero uno del mondo ma nemmeno quell’atleta che non riusciva neppure a centrare le finali nelle competizioni internazionali. Ecco la svolta che arriva un anno fa: la decisione di dimagrire almeno 20 kg per poter acquistare più velocità ed essere più agile nella fase di preparazione al lancio ed i risultati arrivano con l’ottima prestazione al Golden Gala di Roma e la medaglia continentale conquistata con la misura di 18.47m. la medaglia d’oro è andata alla tedesca Kleinert mentre l’argento è della russa, favorita alla vigilia, Tarasova.

    Chiara Rosa ©JONATHAN NACKSTRAND/AFP/GettyImages

    Le delusioni in casa Italia sono firmate da altre due ragazze, la siciliana La Mantia non è riuscita a ripetere il podio di Barcellona conquistando la tanto odiata medaglia di legno in una gara del lungo dominata dall’ucraina Saladuha che con 14.99, realizza la migliore prestazione mondiale stagionale e prenotando un posto sul gradino più alto del podio anche a Londra fra un mese. Inspiegabile risulta essere la finale dei 400m disputata dall’italo – cubana Libania Grenot: l’azzurra è autrice di una gara esemplare per 350 m ma, quando viene superata dalla svedese Hjelmer (oro) e dalla russa Zadorina (argento), crolla dal punto di vista psicologico fermandosi letteralmente sulla linea del traguardo.

    Prove così così degli altri italiani in finale: deludente Zhara Banhi nel giavellotto (ultima con un imbarazzante 53.40m), bravo il 20enne Tamberi nell’alto (quinto) mentre i due siepisti Floriani e Nasti chiudono rispettivamente al sesto ed al dodicesimo posto con quest’ultimo che si procura anche la frattura del gomito sinistro a causa di una caduto nell’ultimo giro. Sconcertante risulta essere anche la decisione della federazione azzurra che decide, per conquistare un punto nella classifica per nazione, di far disputare la finale dei 400m a Vistalli che risultava infortunato con l’azzurro a percorrere camminando i 400m nell’imbarazzo generale del competente pubblico finlandese.

    Le altre finali hanno visto la rinascita della Gran Bretagna con i titoli conquistati da Grabarz nel salto in alto uomini e da Williams nei 400hs. Il francese Mahiedine Mekhissi-Benabbad bissa il successo di Barcellona 2010 sui 3000 mentre il veterano russo Yuri Borzakovskyi beffa tutti nei suoi 800m. la Russia porta a casa altri due titoli con la Davydova nei 400hs femminili e la Arzhakova nei 400m.

  • Atletica, Howe delude e dice addio ai mondiali

    Atletica, Howe delude e dice addio ai mondiali

    La notizia arriva in serata e proprio dalla bocca del diretto interessato, Andrew Howe non parteciperà ai mondiali in Corea Del Sud nella sua ormai ex specialità, il salto in lungo dove ha conquistato in questi anni un oro europeo ed un argento mondiale ad Osaka nel 2007. Lo stesso Howe precisa che la decisione era stata presa da tempo e nulla ha a che vedere con la prova deludente agli assoluti in corso di svolgimento a Torino, “Penso che la mia vita abbia preso una via completamente sbagliata e me ne rendo conto solo adesso. Nel lungo sono arrivato al mio massimo con l’argento ai Mondiali di Osaka. E’ una specialità che mi ha dato tanto, ma con cui, dopo questa gara, penso proprio di aver chiuso”, queste le parole del campione azzurro.

    Andrew Howe in un dei suoi ultimi salti | ©Michael Steele/Getty Images
    Non solo brutte notizie da Torino, nella prima giornata brilla la stella di Simona La Mantia, che inizia la stagione alla grande: dopo il secondo posto nella gara degli Europei di Stoccolma è arrivato il titolo tricolore nei triplo per la palermitana, che ottiene un buon 14,40 (alla quinta prova), che avvicina ancora il suo stagionale di 14,43. Il distacco sulla seconda, Silvia Cucchi, è superiore al metro. Nella prima semifinale dei 400 metri donne Libania Grenot dà segnali di risveglio in una stagione iniziata un po’ così: l’azzurra chiude in un 52.53, per lei il primato stagionale. Conferma per Paolo Dal Soglio nel peso: è tricolore con 18.58… a 41 anni. E sorpresa nei 100 uomini: titolo a Matteo Galvan, duecentista che punta ai 400, ma che a Torino con un tempo di 10″38 batte Emanuele Di Gregorio e Michael Tumi. Nelle altre gare, Silvia Salis conferma il pronostico della vigilia vincendo la prova del lancio del martello in 69,67 al sesto tentativo. Nei 1500 metri femminili si è rivista Elisa Cusma, nei 100 metri donne vittoria di Ilenia Draisci in 11″65 battendo Audrey Alloh (11.68), che a Stoccolma, agli Europei per Nazioni, dove la Draisci non era stata convocata, si era messa in evidenza correndo in 11″63. Terza Jessica Paoletta. Nell’alto donne, in assenza di Antonietta Di Martino, successo della bergamasca Raffaella Lamera in 1,88; falliti tre tentativi a 1,95 per il minimo A per i Mondiali. Il ritiro di Matteo Giupponi spiana la strada nei 10.000 metri a Jean Jacques Nkoloukidi. Nel disco donne titolo a Laura Bordignon: la veneta ha trionfato (55,47) con oltre tre metri di margine sulla seconda, la reatina Valentina Aniballi (52,45).

  • Golden Gala, Bolt e Howe i re di Roma. Bene Felix e Idowu

    Golden Gala, Bolt e Howe i re di Roma. Bene Felix e Idowu

    Si attendevano i fuochi d’artificio da parte di Usain Bolt alla sua prima stagionale sui 100 m, fuochi che non ci sono stati, il giamaicano vince ma non stravince battendo Powell e Lemaitre con un facile, per lui, 9”91.

    Bolt è partito molto lento, quasi da sembrare incollata ai blocchi poi ha fatto più fatica del solito nella fase lanciata riuscendo a scavalcare Powell (9″93) solo nei metri finali. Terzo posto in 10″ netti per Christophe Lemaitre, l’uomo bianco più veloce del mondo. Partenza molto lenta per Bolt che ha dovuto sudare le classiche sette camicie per riprendere il connazionale, sicuramente il fuoriclasse era molto nervoso e tutto l’attenzione ed il glamour che ruota attorno alla sua persona non lo hanno certamente aiutato in questi giorni romani.

    Se un po’ di delusione è arrivata dai 100 m, i 200 sono stati sensazionali perché a fare impazzire gli oltre 47 mila dell’olimpico è stato Andrew Howe che ha vinto nettamente la gara in 20”31 faticando in curva ma lanciandosi splendidamente sul rettilineo finale.

    Nelle altre gare, la minuta statunitense Allyson Felix vince i 400 metri in 49″81, primo under 50″ dell’anno. Dietro di lei l’atleta del Botswana Amantle Montsho (50″47) e la statunitense Francena McCorory (50″70). Solo quinta Sanya Richards, che nel 2010 ha gareggiato pochissimo complice un fastidioso infortunio a un quadricipite. La giamaicana naturalizzata Usa è apparsa in evidente ritardo di condizione anche se con 50″98 ha comunque centrato il suo miglior crono del 2011. Ultimo posto per una deludente Libania Grenot (53″50), arrivata alle spalle anche dell’altra azzurra Marta Milani (52″75), prossima al passaggio agli 800 metri. La Felix non è riuscita a ripetersi 45 minuti dopo, quando ha preso parte anche alla prova sui 200, vinti dalla statunitense Bianca Knight in 22″64. Alle sue spalle Kerron Stewart e Debbie Ferguson-McKenzie, con la Felix quarta e la Richards quinta. Nella staffetta sul giro, il quartetto azzurro ha chiuso al secondo posto in 38″89 alle spalle dei canadesi (38″65). Nei 400 l’atleta delle Bahamas Brown vince in 45″16 davanti al giamaicano Gonzales e al belga Borlee; settimo posto per l’azzurro Marco Vistalli in 46″02.

    Con due identici salti a 6.94, misura che vale il primato mondiale stagionale, la statunitense Britney Reese ha vinto il lungo. Vittoria Usa anche nel peso con Dylan Armstrong (21.60) mentre nel disco femminile si è imposta la giovane croata Sandra Perkovic (65.56). Giavellotto alla russa Mariya Abakumova con 65.40. Il britannico Phillips Idowu vince il triplo portando a 17.59 il miglior salto del 2011; alle sue spalle lo svedese Christian Olsson (17.29) e il cubano Alexis Copello (17.14). Quinti posto per Fabrizio Schembri (17.08) e sesto per Fabrizio Donato (16.77).

    Negli 800 uomini lo statunitense Khadevis Robinson ha regolato la pattuglia degli atleti africani con 1’45″09. Dominio africano nei 3000 siepi donne con l’ottimo 9’12″89 della keniana Milcah Chemos Cheiwa, miglior tempo dell’anno, che le ha permesso di battere l’etiope Sofia Assefa e la tunisina Habiba Ghribi. Miglior crono 2011 anche nei 5000 con l’etiope Imane Merga, che si è imposto in 12’54″21; straordinaria la prova del keniano Isaiah Koech, che a 17 anni ha chiuso al secondo posto in 12’54″59. Nei 1500 donne vittoria per Yusuf Jamal (Bahrein) in 4’01″60.

    Foto: Ansa

  • Europei Barcellona 2010: Italia in chiaro scuro. Male Schwazer, Howe in finale

    Europei Barcellona 2010: Italia in chiaro scuro. Male Schwazer, Howe in finale

    Il francese Diniz vince la 50 km di marcia da autentico dominatore, comandando la gara dal primo all’ ultimo km, peccato per Schwazer che abbandona il sogno del podio a causa di una contrattura subita nel corso della gara.

    La gara è partita subito forte, a dispetto della lunga distanza con il francese Diniz subito a dettare il ritmo e a prendere un vantaggio che di lì a poco è arrivato al minuto quando si era nemmeno ai 10 km. Dietro si è formato un gruppetto di 5 elementi tra cui gli italiani Schwazer e De luca, con il campione olimpico in attesa ed i russi a fare l’ andatura. Diniz però è regolarissimo e a metà gara il suo vantaggio raggiunge i due minuti con dietro sempre i due russi  davanti e con Schawzer sempre in attesa e De Luca subito dietro. Al km 30 Diniz riesce a mantenere un vantaggio di 1’45” sugli inseguitori che rimangono in tre con il nostro Schwazer accompagnato dal polacco Sudol e dal russo Bakulin. Purtroppo per il nostro portacolori la resa avviene intorno al 40 km a causa di una contrattura alla coscia destra che ha costretto all’ altoatesino a fermarsi più volte alla ricerca della soluzione del problema, ma perdendo al tempo stesso la lotta per le medaglie con la resa finale che avviene subito dopo. Al traguardo trionfa così il francese Diniz con l’ argento conquistato dal polacco Sudol ed il bronzo al russo Bakulin con De Luca che chiude al sesto posto.

    Un’ altra delusione per i colori azzurri, arriva subito dopo, infatti Antonietta Di Martino viene subito eliminata nella qualificazione dell’ alto. L’atleta di Cava de Tirreni è entrata in gara a 1.83, passati alla prima prova, così come 1.87 e 1.90. A 1.92 i primi cedimenti con un dolore al tendine sentito dall’ azzurra, frutto di un precedente infortunio nella scorsa settimana. Eliminata anche l’ altra azzurra, la Lamera che si è fermata al 1.90. un po’ di soddisfazioni arrivano nel pomeriggio con Andrew Howe che conquista la finale del lungo grazie ad un primo salto di 8.15m. nei 400m femminili ottima la prova di Lebania Grenot che parte forte ma viene recuperata nel finale dalle tre russe. Nel martello la Salis, alla sua prima finale importante si piazza al settimo posto, identico piazzamento di Obrist nei 1500m.

    Nelle altre finali, dominio russo nelle donne che conquistano l’ oro con la Feofanova nell’ asta, della Zarudneva nei 3000 siepi, e della Firova nei 400m. la tedesca Heider fa suo l’ oro nel martello, mentre Christophe Lemaitre fa il bis conquistando anche i 200m. Infine, festeggia anche la Spagna, padrona di casa con Casado che conquista l’ oro nei 1500m.