Brutte notizie in casa Juve , AndreaBarzagli e GiorgioChiellini non saranno a disposizione di AntonioConte in vista del recupero di domani contro il Bologna e della partita di domenica pomeriggio, in casa del Genoa, al “Luigi Ferraris”.
Infatti gli esami medici a cui si sono sottoposti i due difensori centrali bianconeri hanno evidenziato una elongazione al soleo del polpaccio sinistro per Chiellini e una lesione muscolare al gemello mediale del polpaccio destro per Barzagli che costringeranno ad un riposo forzato di 10 giorni il primo e di almeno 20 il secondo. Quindi Chiellini, salterà sicuramente i due match di campionato contro Bologna e Genoa, mentre per Barzagli, niente Bologna, Genoa, Fiorentina, ma soprattutto niente ritorno di Coppa Italia contro il Milan (20 marzo) e poche possibilità contro l’Inter il 25.
Arrivano allora i primi infortuni in casa bianconera che sino a questo momento non aveva pagato dazio all’infermeria, a differenza delle passate stagioni in cui si contavano più infortunati che giocatori disponibili. Certo, il momento non è sicuramente il migliore per rinunciare ai due difensori che avevano dato, soprattutto Barzagli, sicurezza e compattezza a tutto il reparto e facendo della Juve la difesa meno battuta di tutta la serie A con appena sedici gol al passivo.
Si prospetta quindi per AntonioConte una scelta davvero obbligata in difesa con il duo Bonucci – Caceres come coppia inedita di centrali titolari sia a Bologna che a Genova. La delicatezza della scelta di Conte non risiede sicuramente nel valore singolo dei due giocatori ma nel loro momento psicologico infatti, Leonardo Bonucci è reduce da prestazioni altalenanti con buone partite ed errori madornali e sicuramente gli farà bene giocare lontano dallo Juventus Stadium, mentre per MartinCaceres non sarà sicuramente facile esordire da titolare in campionato in un ruolo decisamente non suo anche se, il giocatore uruguaiano, ha dimostrato in carriera di poter ricoprire, e bene, tutti e quattro i ruoli difensivi.
Da giorni, su Twitter, rimbalzava la voce di un presunto coinvolgimento di un giocatore della Juventus nell’inchiesta sul calcio scommesse condotta dalla procura di Bari. Ed ecco, nella giornata di oggi, che puntualmente arrivano le conferme. Ad essere al centro dell’attenzione è Leonardo Bonucci, difensore dei bianconeri e della Nazionale italiana, al momento in ritiro proprio con gli Azzurri in vista dell’amichevole contro gli Stati Uniti.
C’è da precisare, comunque, che il presunto coinvolgimento del giovane centrale risalirebbe ai tempi in cui ancora militava nel Bari, e precisamente alla gara del 9 maggio 2010 contro l’Udinese. Il match in oggetto, valevole per l’ultima giornata, si concluse 3-3, con le due squadre che ormai non aveva ambizioni di classifica.
I bianconeri volevano festeggiare i 100 gol in Serie A di Di Natale mentre il Bari voleva concludere nel migliore dei modi la stagione. Quel 3-3 divertì tutti, e forse anche alcuni scommettitori che su quel risultato ci lucrarono. E si presume che gli stessi possano aver coinvolto in qualche modo anche alcuni calciatori, considerando che la sfida fu segnalata alle Procure proprio dai Monopoli di Stato che registrarono flussi anomali di scommesse. E successivamente, a parlare di questa partita, fu anche Angelo Iacovelli, il facchino barese arrestato il mese scorso e poi scarcerato, ma non prima di aver indicato alcuni match taroccati, tra cui appunto quello del maggio 2010 a Udine.
Ed è stato proprio grazie alla testimonianza di Iacovelli che sono cominciate le indagini che avrebbero portato al coinvolgimento di Bonucci, al momento non indagato ma che si presume fosse a conoscenza della presunta combine. Novità si avranno nei prossimi giorni, considerando soprattutto che il procuratore di Bari Antonio Laudati sta cercando di ricostruire il percorso dei flussi di denaro scommessi sul match. Da dove provenivano? Un interrogativo che non appena troverà risposta potrà essere utilissimo ai fini delle indagini che oltre a Bonucci potrebbero coinvolgere anche altri atleti che presero parte a quel match.
E’ una notte come tutte le altre notti, è una notte con qualcosa di speciale… 25 febbraio 2012, Milan – Juventus, “la scala per il paradiso” come l’hanno definita, è “la notte dei desideri”, come direbbe Lorenzo Jovanotti. La notte dei desideri, dei sogni, delle ambizioni, dell’adrenalina per chi la vive da tifoso e per chi la gioca, per i campioni in campo e per gli allenatori in panchina.
Una gara che poteva essere trampolino di lancio verso il sogno tricolore anche se c’è ancora molta strada da percorrere fino al termine del campionato: quest’anticipo di primavera favorisce l’atmosfera da grande sfida, da match decisivo.
Era la notte dell’assenza di Zlatan Ibrahimovic, punto di riferimento dell’attacco rossonero, ma senza Ibra il Milan aveva già dimostrato di poter far bene con un attacco più imprevedibile e dinamico, senza punti fissi, che avrebbe potuto far male alla difesa bianconera, solida ma a volte troppo statica. Così è stato, infatti, con un ottimo Robinho ed un grande El Sharaawy, subentrato a Pato, e – di contro – un Bonucci in grande confusione, autore del passaggio sbagliato che ha favorito il gol di Nocerino (peraltro, anche deviato, ndr).
Era la notte del ritorno (dopo la gara d’andata di Coppa Italia, ndr) di Andrea Pirlo a San Siro, nello stadio che lo ha venerato ed adorato per un decennio, applaudendo i suoi colpi di genio e le sue deliziose pennellate: la maglia bianconera, dopo solo una stagione, sembra gli stia molto bene indosso e per i tifosi bianconeri è stato colpo di fulmine. Andrea, però, nella notte milanese ha subìto le difficoltà della Juventus e non ha brillato particolarmente nel suo ex stadio.
Era la notte della sfida, dalla panchina, fra due ex grandissimi protagonisti delle sfide del passato recente, Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi, prima compagni di squadra nella Juve di fine anni ’90, con un pizzico di rivalità all’interno dello spogliatoio, e poi avversari dopo il passaggio di SuperPippo in maglia rossonera, anche nella notte di Manchester, amara per i bianconeri e, di contro, dolcissima per i rossoneri, che conquistarono la Champions League 2003. Per loro c’era la speranza di giocare qualche scampolo di gara, sognando di mettere la firma – probabilmente l’ultima – su questa sfida tanto affascinante che conoscono alla perfezione: una speranza, però, resa vana dalle ragioni tattiche imposte dal match, con la necessità di recuperare lo svantaggio per la Juventus e di mantenere il gol di superiorità da parte del Milan.
E’ una notte che rievoca tante altre notti con gli stessi colori in campo, ma con diversi protagonisti, dalle sfide epocali degli anni ’90, quando i due club dominavano in Italia ed in Europa guidati da Marcello Lippi e Fabio Capello, rendendo il campionato un vero e proprio duopolio, che lasciava poco spazio alla sorpresa ma che offriva grande spettacolo in campo, con campioni che hanno scritto pagine di storia del nostro calcio: Gianluca Vialli, Roberto Baggio (che giocò con entrambe le maglie), Paolo Maldini, Ciro Ferrara, Van Basten, Didier Deshamps, Boban; e poi, negli anni immediatamente successivi, Zizou Zidane, Shevchenko, Edgar Davids, Clarence Seedorf, Alex Del Piero, Pippo Inzaghi.
E’ stata la notte della sfida in panchina tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri, diversi per carattere, stile, personalità e modo di condurre la squadra, il primo caratterizzato dalla proverbiale grinta con cui affrontava da giocatore ogni match e dall’assoluta concentrazione in ogni istante, maniacale nella cura dell’allenamento e della preparazione settimanale che conduce alla gara. Il secondo in apparenza più rilassato, più scanzonato nei modi di fare “scapigliati” e tipicamente “toscanacci”, ma che ha già dimostrato di poter condurre vittoriosamente un grande gruppo alla conquista di traguardi importanti, come lo scudetto dello scorso anno.
Doveva essere uno scontro fra due diverse impostazioni di calcio, per tradizione e per vocazione, che si confrontano dialetticamente in campo, riflettendo anche le diverse personalità dei loro condottieri: il Milanestroso, tutto “genio e sregolatezza”, in cui svettano due uomini simbolo come Prince Boateng ed Ibrahimovic, grandi assenti di questa sera, e la Juventus corsa e dinamicità, pressing e velocità, in cui i singoli trovano la loro massima espressione nella forza del collettivo e dei suoi indispensabili corridori, senza, però, rinunciare alla qualità di alcuni interpreti d’eccezione, di un altro pianeta, come Pirlo e Buffon. Il campo, però, ha mostrato un volto diverso del Milan, inedito finora, caratterizzato da grinta ed aggressività tipicamente bianconere: la foga agonistica dei rossoneri ha mandato in confusione per gran parte dell’incontro gli Juventini, sorpresi dall’atteggiamento degli avversari ed incapaci di reagire, almeno fino al pareggio di Matri, salvati soltanto dal grande orgoglio.
Gli errori arbitrali hanno condizionato il match, almeno così pare, con il gol negato a Muntari che – secondo la versione rossonera – sarebbe più grave del fuorigioco (inesistente) fischiato a Matri: quel che è certo, però, che dallo scontro diretto la Juventus esce con la consapevolezza dello “scampato pericolo”, galvanizzata dall’imbattibilità preservata. Il Milan, da parte sua, ha mostrato una grinta eccezionale, inattesa, ed una superiorità sul piano del gioco, ma è stato palese il calo fisico nei minuti finali, di cui la Juventus è stata brava ad approfittare, mostrando una tenuta fisica eccellente ed un grande cuore.
Peccato per il grande nervosismo in campo, con il pugno (da prova tv) sferrato da Mexes a Borriello, il fallaccio da espulsione di Vidal, e la mini rissa finale, all’imbocco del tunnel degli spogliatoi. E’ stata, dunque, una gara al cardiopalma, intensa e tesissima, per soli cuori forti: basti pensare che Adriano Galliani, a fine primo tempo ha lasciato San Siro per problemi di pressione.
Il duello, dunque, continua: la gara ha lasciato importanti indicazioni per entrambi i club, dalle quali ripartire subito, nella speranza che la vis polemica non prenda il sopravvento sulle questioni di campo.
Finisce con molte polemiche, con una rissa negli spogliatoi a fine primo tempo e una a fine partita, il match clou che valeva una stagione. Non ci sono vincitori nè vinti (ma forse ci saranno solo vinti) nello scontro tra Milan e Juve allo stadio San Siro. Finisce con il risultato fissato sull’1-1 siglato da Nocerino, su svarione difensivo di Bonucci, e da Matri a 10 minuti dal termine a cui qualche minuto prima era stato invalidato un gol in posizione regolare. La partitissima al vertice sarà ricordata come la peggiore diretta da Tagliavento e dal suo assistito Romagnoli.
PAGELLE MILAN JUVENTUS
Abbiati 7: Ha salvato il vantaggio dei rossoneri per quasi tutta la partita, prima stendendosi sul tiro di Estegarribia, poi con un miracolo su Quagliarella e infine si deve arrendere due volte su Matri, nella prima delle due occasioni dell’attaccante bianconero ci mette una pezza Tagliavento che annulla ingiustamente il gol su segnalazione di Romagnoli.
Mexes 5: Era in dubbio fino alla fine, sempre attento e in anticipo su Borriello e Quagliarella, si merita l’insufficienza per il gesto poco elegante e sportivo ai danni di Borriello.
Thiago Silva 6: Attento anche il brasiliano in difesa con interventi sempre puliti e puntuali almeno fino al gol del pareggio di Matri che d’astuzia lo anticipa.
Muntari 6.5: E’ una piacevole scoperta il centrocampista che dopo il gol del debutto in campionato con la maglia rossonera contro il Cesena, avrebbe segnato stasera anche la sua seconda rete se solo Romagnoli e Tagliavento avessero visto bene.
Nocerino 7: Firma anche la rete nello scontro diretto contro la Juve anche se nel gol ha ben pochi meriti visto che è tutta opera di Bonucci. Ma il centrocampista dimostra di essere ormai una certezza.
Robinho 7,5: E’ il migliore nelle fila rossonere. Le sue accelerazioni mettono in difficoltà i bianconeri, da lui partono tutte le migliori azioni del Milan. Prezioso anche il suo contributo in difesa in soccorso dei compagni.
Pato 4,5: Se non fosse per le telecamere Sky non ci saremmo neanche accorti della sua presenza. Non è mai in partita e dopo 45 minuti viene rilevato da El Shaarawy.
Allegri 6.5: Nonostante le numerose assenze prepara la partita al meglio riuscendo per più di 60 minuti a metter sotto l’imbattibile rivale.
Buffon 7: Sul gol di Nocerino non ha colpe, la deviazione di Bonucci lo inganna. E’ al 26′ che il numero uno si supera. Prima respingendo sul colpo di testa di Muntari e poi sullo stesso riesce ad “ingannare” arbitro e guardalinee anche grazie alla sua repentina rimessa in gioco.
Barzagli 7: E’ l’uomo in più di questa Juve. Anche quando il reparto difensivo viene messo a dura prova come in questo caso, riesce a salvare i compagni da situazioni imbarazzanti.
Bonucci 3: Commentare la sua prestazione è compito difficile. Un errore che ha messo in salita la partita già dal 15′, un errore al cui ne erano preceduti e susseguiti di altri simili.
Pepe 6,5: A lui Conte preferisce Estigarribia, ma la sua panchina durerà solo 45 minuti. Con lui in campo si vede il cambiamento della Vecchia Signora. Serve l’assist del gol di Matri.
Pirlo 6: Meno faro illuminate del solito è l’unico a centro campo che rimane lucido e che tenta di creare qualche spunto. Non è aiutato dalla coppia d’attacco che fa poco movimento avanti.
Borriello 5: Conte lo preferisce a Matri ma la sua scelta non si rivelerà felice. Si fa sempre anticipare dai centrali difensivi rossoneri e alla fine rimedia anche un pugno da Mexes.
Matri 7.5: Costretto a partire dalla panchina, l’attaccante entra, mette in rete il primo pallone che tocca anche se sarà poi annullato e poi replica siglando la definitiva rete del pari.
Conte 5.5: Non sono state felici le sue scelte soprattutto in attacco dove i pochi movimenti non davano punti di riferimento ai centrocampisti. Ha dalla sua parte quella di aver effettuato i cambi giusti, Pepe-Matri che siglano il pareggio con assist e gol.
Arbitro Tagliavento 3: Segna negativamente la partitissima della 25′ giornata. Vede il gol di Muntari ma non lo convalida sulla segnalazione del guardalinee, non sanziona qualche fallo e annulla la rete siglata da Matri. Sicuramente sentiremo parlare ancora per molto di questo Milan – Juve.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati 7; Abate 6,5, Mexes 5, Thiago Silva 6, Antonini 6; Nocerino 7, Van Bommel 6.5, Muntari 6,5; Emanuelson 6,5 (27′ st Ambrosini 5); Pato 4,5 (1′ st El Shaarawy 6), Robinho 7,5. A disposizione: Amelia, Bonera, Yepes, Mesbah, Inzaghi. All.: Allegri 6,5
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 4, Chiellini 6; Lichtsteiner 5, Vidal 5, Pirlo 6, Marchisio 5,5, Estigarribia 5,5 (1′ st Pepe 6,5); Quagliarella 5,5 (24′ st Matri 7,5), Borriello 5 (9′ st Vucinic 6). A disposizione: Storari, Caceres, Giaccherini, Del Piero. All.: Conte 5,5