Tag: lebron james

  • Olimpiadi Londra 2012, i magnifici 12 del Dream Team USA

    Olimpiadi Londra 2012, i magnifici 12 del Dream Team USA

    Manca oramai poco al grande appuntamento delle Olimpiadi di Londra 2012. Nel basket la corsa all’oro olimpico vede gli Stati Uniti nettamente favoriti rispetto alle altre squadre, solo la Spagna di coach Sergio Scariolo potrebbe dare qualche grattacapo alla Nazionale a stelle e strisce, con un roster infarcito di stelle (Kobe Bryant, LeBron James e Kevin Durant su tutti) nonostante qualche assenza di troppo (Dwight Howard, Derrick Rose, Chris Bosh e Dwyane Wade). Gli U.S.A. sono campioni in carica (da Barcellona 1992, con l’apertura al professionismo, non hanno conquistato l’oro solo nel 2004 e in 17 edizioni totali hanno mancato il primo posto solo 3 volte). Gli Stati Uniti esordiranno il 29 luglio contro la Francia e chiuderanno il 6 agosto contro l’Argentina (per quanto riguarda il loro girone). Le prime 4 di ogni gruppo si guadagneranno un pass per i quarti, poi ci saranno semifinali e finale. Team U.S.A. ha un solo obiettivo, quello di vincere e tornare a casa con la medaglia d’oro. Per tutte le altre arrivare anche solo a impensierire la corazzata di coach Mike Krzyzewski sarebbe un successo.

    Gli ultimi qualificati sono stati i Nigeriani che battendo la Repubblica Dominicana (trascinati da Ike Diogu, ex NBA) hanno ottenuto il pass per la competizione chiudendo la cerchia delle magnifiche 12. Da domenica 29 luglio il via del torneo che si chiuderà il 12 agosto con la finalissima. In corsa U.S.A., Francia, Argentina, Tunisia, Lituania e Nigeria (Gruppo A), Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Australia, Cina e Russia (Gruppo B).

    Ma passiamo ai convocati degli Stati Uniti: già detto delle defezioni per gli infortuni che hanno colpito i vari Wade, Bosh, Howard e Rose, a farla da padrona sono gli Oklahoma City Thunder che possono contare su ben 3 giocatori, il talentuosissimo Kevin Durant, la guardia Russell Westbrook ed infine James Harden. I campioni in carica NBA dei Miami Heat portano solo un giocatore, LeBron James visto che Bosh e Wade hanno dovuto dare forfait. Scorrendo la lista dei convocati si nota come la Nazionale statunitense probabilmente si affiderà a quintetti piccoli, dato che è stato convocato un solo centro di ruolo, Tyson Chandler. Gli ultimi 3 giocatori ad essere stati tagliati sono stati la fresca prima scelta assoluta all’ultimo Draft Anthony Davis, Rudy Gay ed Eric Gordon, fino a ieri nel gruppo di 15 giocatori che hanno partecipato al training camp di Las Vegas.

    Mike Krzyzewski, coach team U.S.A. | © Streeter Lecka/Getty Images

    I magnifici 12 per le Olimpiadi sono LeBron James, Kobe Bryant, Kevin Durant, Carmelo Anthony, Chris Paul, Deron Williams, Tyson Chandler, Kevin Love, Russell Westbrook, Andre Iguodala ed i debuttanti in nazionale Blake Griffin e James Harden. Nella lista ci sono 5 giocatori (James, Bryant, Anthony, Paul e Williams) che hanno vinto l’oro a Pechino 2008. E altri 5 (Durant, Westbrook, Iguodala, Love e Chandler) che erano nel gruppo che ha vinto l’oro al Mondiale 2010 in Turchia.

    I punti di forza della squadra saranno James, Durant, Bryant ed Anthony, 4 giocatori molto versatili e dotati di un talento fuori dal comune. Coach Krzyzewski si affiderà a loro per puntare all’oro. La fiducia non manca nella Nazionale U.S.A., come si evince dalle parole di Chris Paul: “Nel 2008 eravamo veramente forti. Ma come me, LeBron e Deron, tutti ci concentriamo su quanto siamo migliorati rispetto al 2008. Tutti tiriamo meglio. Siamo più atletici e più fiduciosi nei nostri mezzi. Non ci sono dubbi che siamo più profondi di quanto eravamo nel 2008“.

  • LeBron James, il Re dell’NBA finalmente è salito sul trono

    LeBron James, il Re dell’NBA finalmente è salito sul trono

    Miami, AmericanAirlines Arena, 21 giugno 2012. Da qualche minuto è finita gara 5 delle Finals NBA tra i padroni di casa degli Heat e gli ospiti degli Oklahoma City Thunder, letteralmente demoliti per 121-106. E’ la partita che regala al team della Florida il suo secondo titolo della storia, dopo quello della stagione 2006. I giocatori degli Heat rendono omaggio agli sconfitti, il rispetto viene prima di tutto il resto. Poi indossano magliette e cappellini celebrativi per la vittoria. I tecnici allestiscono al centro del parquet il necessario per la premiazione. La squadra si raduna, i sorrisi si sprecano, la gioia è tanta, la soddisfazione enorme.

    Tra tutti però c’è un viso molto più sorridente rispetto a quello degli altri, lo si nota distintamente. Le telecamere lo cercano, lo immortalano, i fotografi cercano di cogliere sul viso le sfumature migliori. L’attenzione è tutta rivolta ad un uomo, uno solo e soltanto, LeBron James, King James: il Re della NBA finalmente è salito sul trono. Ci sono voluti 9 lunghi anni, 2 Finali perse in passato ed un trasferimento dalla sua Cleveland a Miami per compiere il suo destino. Un destino che aveva riservato solo ed esclusivamente soddisfazioni personali, con premi individuali in abbondanza, riconoscimenti che fanno piacere, che fanno accrescere l’autostima ma che non valgono nulla (o quasi) se non riesci a diventare il numero uno conducendo la tua squadra al titolo.

    Ieri James ha spazzato via tutte le maldicenze dei critici e dei detrattori che hanno dovuto fare ammenda e cospargersi il capo di cenere di fronte alle cifre spaventose di un giocatore che ha disputato dei playoff mostruosi. Serie di Finale chiusa in doppia doppia di media in punti e rimbalzi (quasi 29 punti e 10 rimbalzi tondi tondi), ha chiuso i conti in gara 5 con una sontuosa tripla doppia da 26 punti, 11 rimbalzi e 13 assist. Ha asfaltato i Thunder con il suo talento, riuscendo a capire anche quando coinvolgere i compagni che a turno si sono fatti trovare pronti. Ma non va dimenticato neanche il resto della post season, a partire dalla serie contro gli Indiana Pacers che si stava mettendo male dopo che la franchigia di Indianapolis si è trovata avanti 2-1 con gara 4 da giocare in casa. James ha ribaltato le sorti della sfida. E come non ricordare la strepitosa gara 6 al Boston Garden, con i suoi Miami Heat spalle al muro e sull’orlo dell’eliminazione (3-2 per i Celtics): LeBron ha sfoderato una prestazione leggendaria come qualche decennio fa fece il suo illustre predecessore Michael Jordan proprio a Boston. Una performance che resterà nella storia e negli annali del basket fatta da 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist (da 25 anni non si registravano cifre del genere nei playoff NBA), con soli 7 errori al tiro (19/26). Probabile che proprio in questa gara Miami ed il suo leader abbiano posto le fondamenta per arrivare al titolo. Un merito ulteriore è quello di aver infuso nei compagni la sua stessa voglia di vincere, una peculiarità che è stata messa in evidenza nella serie di Finale contro Oklahoma City.

    LeBron James | © Ronald Martinez/Getty Images
    Spesso i numeri dicono tutto, racchiudono l’essenza, la verità, non mentono mai. Ma tralasciano dei dettagli, dei particolari che risultano poi molto più determinanti: stiamo parlando dell’atteggiamento di James sul parquet, della sua forza mentale. Ha letteralmente distrutto ogni avversario ed ogni squadra che gli si sono presentati davanti, pronti a sbarrargli la strada verso l’anello, il suo anello. Il suo viso emblematico valeva più di mille parole, i suoi occhi mettevano in mostra rabbia, determinazione e voglia di vincere. Poche volte in passato abbiamo visto il fenomeno di Akron così concentrato, così desideroso di voler giungere dove aveva deciso di arrivare. Le sue parole a fine gara sono veritiere come non mai:

    Era solo questione di tempo, sapevo che prima o poi avrei vinto questo titolo che significa tutto per me. La sconfitta dello scorso anno mi è servita tanto perchè ho fatto un passo indietro ed ho capito che stavo giocando solo con odio dentro per zittire coloro che mi criticavano dopo il mio trasferimento da Cleveland. Ho capito che non era il modo giusto di affrontare le cose. Se l’anno scorso giocavo con tanto odio, tanta rabbia, tanta voglia di dimostrare qualcosa, questa volta invece ho giocato con amore, l’amore per la pallacanestro. In estate sono tornato alle basi e ad occuparmi dei fondamentali. Come il gioco spalle a canestro, andando a lezione da Olajuwon. Ringrazio tutti i miei compagni e lo staff tecnico, anche grazie a loro ora il mio sogno è realtà!

    Parole di felicità e di umiltà. Di voglia di crescere. Ancora. Nonostante sia universalmente già riconosciuto come il giocatore di basket più forte e completo di tutti.

    Il momento più significativo della premiazione dei Miami Heat è stato quando LeBron James ha stretto il Larry O’Brien Trophy, il trofeo consegnato alla squadra campione: il numero 6 degli Heat lo ha stretto forte a sè quasi come se fosse un figlio, gli ha sorriso, ha sussurrato alcune parole (che ovviamente non sapremo mai), lo ha baciato per poi alzarlo al cielo. Il gesto del trionfo, il gesto della liberazione, il gesto più bello che un campione del suo talento merita. La maledizione è finita, caro LeBron, goditi il titolo ed il tuo momento. Il prossimo passo è ripetersi, e poi farlo più volte. Solo così si entra nella storia, solo così si entra nella leggenda!

    LEGGI ANCHE:

    LEBRON JAMES, IL RE DELL’NBA. VIDEO:

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”144732″]

  • Miami Heat campioni NBA, Thunder demoliti. LeBron James eletto M.V.P.

    Miami Heat campioni NBA, Thunder demoliti. LeBron James eletto M.V.P.

    I Miami Heat sono i nuovi Campioni NBA: un successo meritatissimo per il team della Florida che in gara 5 demolisce gli Oklahoma City Thunder per 121-106 chiudendo la serie delle NBA Finals 2012 sul 4-1. E’ il trionfo anche di LeBron James che a 27 anni e dopo 9 stagioni nella Lega (con 2 Finali perse, nel 2006 e nel 2011) riesce a conquistare il titolo che tanto desiderava. Per il fenomeno di Akron anche un altro riconoscimento importante: a fine gara viene eletto M.V.P. delle Finals, un premio che va ad aggiungersi a quello di M.V.P. della regular season. Un dominio netto per James che suggella il tutto con una fantastica tripla doppia nella partita decisiva, scrollandosi di dosso anche l’etichetta di “perdente di successo” che molti detrattori gli avevano affibbiato nel corso di questi anni. Il sortilegio è spezzato ed ora per lui si aprono nuovi orizzonti. La mente corre veloce alla sua strepitosa prova di gara 6 a Boston nella Finale di Conference dove con gli Heat spalle al muro e ad un passo dall’eliminazione (sotto per 3-2 contro i Celtics) diede prova del suo talento con una partita clamorosa al Boston Garden, una performance che rimarrà nella leggenda al pari di quelle di Michael Jordan nel recente passato. Forse è proprio in quella partita che gli Heat hanno compiuto il passo decisivo per vincere il titolo, quello è stato l’emblema di una stagione e di un gruppo che rimarrà negli annali del basket. Per Miami si tratta del secondo titolo nella storia della franchigia, dopo quello della stagione 2005/2006 ottenuto contro i Dallas Mavericks che riscatta ampiamente la Finale persa lo scorso anno, sempre contro i texani.

    Il dominio degli Heat in gara è assoluto: i ragazzi di coach Spoelstra mettono in campo tanta voglia di vincere, tanta aggressività ed una forza mentale fuori dal comune ed annichiliscono sin dai primi minuti gli avversari, letteralmente dominati in ogni aspetto del gioco. Il primo quarto va in archivio sul 31-26 per i padroni di casa.

    Miami allunga nel secondo periodo, quando mancano 5 minuti all’intervallo lungo gli Heat sono già sul -17 (53-36): feroci in difesa, concreti in attacco, i ragazzai di Spoelstra devastano i Thunder grazie alle giocate fenomenali di un James inarrestabile. Oklahoma City in chiusura di frazione però riesce a limitare i danni per chiudere con un passivo di soli 10 punti che pare davvero oro colato per quanto visto in campo (59-49).

    LeBron James, Miami Heat | © DON EMMERT/AFP/GettyImages
    L’inizio della ripresa sorride agli ospiti che grazie a Durant si riportano sotto (-5) in pochi minuti. Ma questi Miami Heat non hanno paura di nessuno: in un batter d’occhio iniziano a piovere triple nel canestro bluarancio, Miller è una sentenza, Battier e Chalmers segnano con facilità, Bosh è il padrone dell’area pitturata e James dispensa magìe sui 2 lati del campo. Ancora lo scatenato Miller da 3 punti ed un canestro più fallo di Wadefanno capire che questa gara non può sfuggire ai padroni di casa che volano sul + 26 (93-67) ad un minuto dalla fine del terzo quarto.

    Il massacro degli Heat sui Thunder si affievolisce solo nella frazione concluisva: Miami infatti amministra tranquillamente l’ampio margine e conclude l’incontro sul 121-106 che sancisce il trionfo della squadra della Florida. Sugli spalti l’entusiasmo è alle stelle e per una volta tanto la solitamente “fredda” AmericanAirlines Arena si trasforma in una bolgia, un entusiasmo contagioso che ha accompagnato gli Heat per tutto l’incontro. C’è solo gioia a Miami, ma a fare da contraltare ci sono le lacrime di un comunque grandissimo Kevin Durant per la Finale persa, lacrime asciugate dalla mamma e dal papà che abbracciano il figlio. Una scena che fa capire quanto questo ragazzo potrà dare al basket NBAnei prossimi anni, un giocatore lontano dagli stereotipi moderni, con la testa sulle spalle e dei valori (come quello della famiglia) che lo porteranno sicuramente lontano nella sua carriera.

    E’ proprio il prodotto di Texas University il miglior marcatore del match con 32 punti ed 11 rimbalzi. Seguono Westbrook ed Harden con 19 punti a testa. Assolutmente nullo il contributo dei vari Ibaka, Perkins e Collison (13 punti complessivi in 3). I padroni di casa invece hanno la meglio grazie alla sontuosa tripla doppia di un LeBron James da antologia del basket che chiude con 26 punti, 11 rimbalzi e 13 assist (e 2 stoppate). A dare man forte al numero 6 degli Heat ci pensa un fantastico Mike Miller che nonostante i noti problemi alla schiena (che potrebbero anche minare il suo futuro in NBA) infila 23 punti in 23 minuti giocati, risultando un cecchino infallibile dalla distanza (7/8 nelle triple). Grandi performance anche per Chris Bosh (24 punti) e Dwyane Wade (20), positivo il solito Shane Battier sui 2 lati del campo.

    Per gli Heat e la città di Miami è l’ora di festeggiare, i Thunder invece dovranno cercare di capire i loro errori e ripartire in vista di un futuro che comunque li vedrà protagonisti (e magari vincenti) nei prossimi anni.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 21 giugno:

    Miami HeatOklahoma City Thunder 121-106
    Mia: James 26, Bosh 24, Miller 23
    Okl: Durant 32, Westbrook 19, Harden 19

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-4 Heat. MIAMI VINCE IL CAMPIONATO 2011/2012

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”144454″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”144455″]

    IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE DEI MIAMI HEAT:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”144527″]

    FOTOGALLERY MIAMI HEAT vs OKLAHOMA CITY THUNDER:

    Foto Credit: Getty Images

  • Westbrook non basta ai Thunder, Miami va sul 3-1

    Westbrook non basta ai Thunder, Miami va sul 3-1

    I Miami Heat battono gli Oklahoma City Thunder per 104-98 in gara 4 delle NBA Finals 2012 e si portano sul 3-1 nella serie. Per la squadra della Florida, alla terza vittoria di fila sugli avversari di turno, ci sarà la possibilità, nella prossima partita, di chiudere i conti  dato che il match sarà da giocare sempre sul parquet amico. Ma attenzione a dare per morta Oklahoma City che già nel turno precedente, sotto per 2-0 contro i San Antonio Spurs, riuscì a rimontare e vincere la serie per 4-2 con 4 successi consecutivi ottenuti ai danni di un team reduce da 20 vittorie di fila e complessivamente con una striscia di 30 risultati positivi in 32 partite.

    Pronti-via ed i Thunder iniziano fortissimo trascinati da un Westbrook in serata di grazia che guida i suoi sul 13-3. Il play di Oklahoma City è indiavolato e costringe coach Spoelstra a chiamare 2 timeout già nei primi 8 minuti di gioco quando il punteggio recita 25-12 in favore degli ospiti anche grazie all’apporto di Collison che piazza 6 punti in pochi minuti (ma il suo contributo si chiuderà qui). Sul finire di frazione una tripla di Cole rende meno pesante il passivo per gli Heat che sono sotto addirittura per 33-19!

    Nel secondo quarto Miami ritorna in campo più concentrata, alza nettamente l’intensità difensiva e con un parziale di 7-0 (ancora grazie a Cole) costringe coach Brooks al timeout. I Thunder però restano senza segnare per ben 4 minuti e così Chalmers infila il canestro del provvisorio -1 (33-32). Westbrook spezza il parziale di 13-0 dei padroni di casa con una giocata fulminea (35-32) ma Wade impatta il risultato con una bomba. Si va avanti punto a punto fino alla conclusione del primo tempo: gli ospiti dopo i 33 punti siglati in apertura, sono costretti ad acconentarsi di soli 16 punti nel secondo periodo e Miami resta in partita sul -3 (49-46).

    La ripresa si apre con continui botta e risposta da ambo le parti, James riesce a portare anche in vantaggio gli Heat (59-58 dopo 4 minuti) ma gli ospiti non demordono e restano attaccati agli avversari che possono contare su un grande Wade, sulla continuità di Chalmers e su un LeBron James già a ridosso della tripla doppia (20 punti, 12 assist e 9 rimbalzi). La frazione si conclude sul 79-75 per Miami.

    Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    James però inizia ad accusare i primi sintomi della fatica nell’ultimo quarto (i crampi lo costringono più volte a piccoli riposi in panchina) ma ad ergersi a protagonista assoluto per i padroni di casa è Mario Chalmers: 12, infatti, i punti infilati in questo frangente che portano il team della Florida sull’85-79 sfruttando anche il periodo di confusione di Harden che perde alcuni palloni banalmente. 9 punti di fila di Westbrook rimettono in carreggiata i Thunder (90-88 per Miami). Spoelstra chiama timeout ma non basta perchè la premiata ditta Durant-Westbrook opera il sorpasso (92-91) a 4 minuti dal termine. I tifosi sugli spalti tremano di paura ma James, nonostante i dolori fisici segna una tripla fondamentale (l’unica della sua gara) per il 97-94 quando alla sirena mancano poco meno di 3 minuti. Wade porta i suoi compagni sul +5 (99-94), ancora un immarcabile Westbrook riduce il gap sul 99-96. Ma sono pochi i secondi che restano da giocare e Miami chiude i conti con i tiri liberi. Gli Heat trionfano 104-98.

    Ai Thunder non bastano i 43 punti (20/32 al tiro), 7rimbalzi e 5 assist di uno strepitoso Russell Westbrook che a lungo ha predicato nel deserto mettendo a segno da solo quasi la metà dei punti totali di Oklahoma City. L’unico a dare man forte alla “combo-guard” degli ospiti è Kevin Durant che alla fine piazza 28 punti, poi il vuoto con James Harden autore di 8 punti che replica il poco lusinghiero 2/10 al tiro della gara precedente, pur acchiappando 10 rimbalzi. Il resto dei giocatori bluarancio mette a segno appena 19 punti con 5 giocatori e questo ovviamente non può bastare. Miami invece trionfa grazie all’ennesima grande prestazione di LeBron James, che pur giocando nell’ultimo quarto con i crampi riesce ad arrivare quasi in tripla doppia con 26 punti, 9 rimbalzi e 12 assist (restano comunque da valutare le sue condizioni fisiche in vista del prossimo incontro che è solo a 48 ore di distanza). Eccellente anche la gara di Dwyane Wade da 25 punti, ma l’uomo del giorno è Mario Chalmers che esplode letteralmente nella decisiva frazione ed infila 12 dei suoi 25 punti totali con canestri pesantissimi che regalano in pratica il successo. 13 punti e 9 rimbalzi per Chris Bosh, positivo dalla panchina Cole autore di 8 punti.

    Come già detto, per gara 5 si resta a Miami, ultima gara sul parquet della Florida: gli Heat dovranno capitalizzare ancora una volta il fattore campo e se vittoria sarà, James e compagni diventeranno i campioni NBA. Oklahoma City però giocherà agguerrita più che mai, per cercare di riportare la serie nella propria Arena dove potrebbe clamorosamente ribaltare la sfida. Nella storia delle Finali NBA mai nessuna squadra è riuscita a rimontare quando si è trovata sotto per 3-1, più in generale nei playoff solo 8 volte su 186 occasioni un team che si è trovato in svantaggio per 3-1 ha poi concluso vittoriosamente sul 4-3 (una percentuale di circa il 4%). Vedremo se i Thunder riusciranno a riscrivere la storia della NBA in questa occasione che non devono lasciarsi sfuggire.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 19 giugno:

    Miami HeatOklahoma City Thunder 104-98
    Mia: James 26, Wade 25, Chalmers 25
    Okl: Westbrook 43, Durant 28, Harden 8

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-3 Heat

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”144188″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”144189″]

  • LeBron James guida la rimonta di Miami sui Thunder

    LeBron James guida la rimonta di Miami sui Thunder

    In gara 3 delle NBA Finals 2012 i Miami Heat battono in rimonta gli Oklahoma City Thunder con il risultato di 91-85 ed ora conducono la serie per 2-1. Occasione sprecata per gli ospiti che erano in vantaggio in doppia cifra nel corso del secondo tempo ma sono stati incapaci di gestire il margine, venendo riacciuffati dagli Heat di un super James ed anche grazie a qualche decisione arbitrale un pò dubbia. A fare la differenza anche le palle perse dei Thunder, alcune veramente superficiali, che hanno permesso ai padroni di casa di poter sperare nella vittoria. E questa volta l’astro nascente Kevin Durant non ha potuto fare nulla nel quarto periodo, tenuto a soli 4 punti segnati nella frazione decisiva dalla difesa del team della Florida.

    Nel primo quarto Miami gioca meglio grazie ad una buona circolazione di palla e chiude in vantaggio di 6 punti (26-20). Il secondo periodo però sorride ai Thunder che grazie ad un ottimo Durant si riportano a contatto per chiudere ad una sola lunghezza di distanza dagli avversari (47-46).

    Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Il secondo tempo inizia con Oklahoma City più cinica e concentrata e pronta a punire ogni errore dei padroni di casa. A 3 minuti dalla fine della terza frazione i Thunder volano sul 65-56, ma dilapidano il consistente vantaggio con alcuni falli stupidi sui tiri da 3 punti di James Jones e Shane Battier che ricuciono il gap. Mentre il periodo va a concludersi ariva anche una tripla di LeBron James che riporta avanti gli Heat di 2 punti quando mancano solo gli ultimi 12 minuti da giocare (69-67). L’ultimo quarto si gioca punto a punto, con continui sorpassi e controsorpassi: nella guerra psicologica e di nervi, alla distanza, esce meglio Miami che con uno scatenato James piazza il parziale decisivo portandosi 86-79 a 2 minuti dalla sirena. Oklahoma City si gioca il tutto per tutto ed arriva nuovamente a contatto ma un fallo di Harden (un pò dubbio) permette a James di chiudere la contesa con i tiri liberi della sicurezza. Finisce 91-85 e per i Thunder i rimpianti sono molteplici. Gli Heat esultano ma sicuramente non possono stare tranquilli in vista del prosieguo della serie che sarà ancora lunga, tirata e molto sentita.

    Il top scorer del match nonchè M.V.P. della partita è sicuramente LeBron James autore di 29 punti con 14 rimbalzi, 3 assist ed un ottimo 11/23 al tiro. Essenziale nel successo della sua squadra anche la marcatura su Durant dove James ha dimostrato di poter essere molto più incisivo rispetto alle altre gare. A dare supporto alla stella di Miami ci hanno pensato in primis Dwyane Wade con 25 punti, 7 rimbalzi e 7 assist e Chris Bosh che ha chiuso in doppia doppia (10 punti ed 1 rimbalzi), bene anche Battier (9 punti). Ai Thunder non sono bastati i 25 punti e 6 rimbalzi di Kevin Durant, i 19 di Westbrook ed i 10 di Perkins. Male Harden con 9 punti ma 2/10 dal campo.

    Per gara 4 si resta in Florida con gli Heat che dovranno cercare di mantenere il vantaggio del fattore campo strappato agli avversari in gara 2, mentre Oklahoma City punterà ad una vittoria per riprendersi il ruolo di favorita in questa serie.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 17 giugno:

    Miami HeatOklahoma City Thunder 91-85
    Mia: James 29, Wade 25, Bosh 10
    Okl: Durant 25, Westbrook 19, Perkins 10

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-2 Heat

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”143895″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”143896″]

  • Miami sbanca Oklahoma City, serie sull’1-1

    Miami sbanca Oklahoma City, serie sull’1-1

    Miami batte un colpo e risponde “presente”: in gara 2 delle NBA Finals 2012 gli Heat sfoderano una prova di orgoglio, di cuore, di quantità e di qualità e sbancano il parquet (finora imbattuto) degli Oklahoma City Thunder per 100-96 pareggiando la serie sull’1-1. Una vittoria davvero meritata per gli ospiti, capaci di restare in vantaggio per tutta la partita sin dal primo secondo di gioco. Qualche apprensione nel finale, quando i Thunder hanno avuto la palla per pareggiare il match per la prima volta nel corso dell’incontro ma stranamente Durant ha fallito il tiro e così Miami ha arpionato il successo. LeBron James il protagonista di questa gara 2, le prodezze del numero 6 del team della Florida (4 punti nei momenti caldi sul finire dell’ultimo periodo) interrompono una striscia positiva degli avversari sul campo di casa, nel corso dei playoff, che durava da ben 9 incontri ed il record dei Los Angeles Lakers (arrivati a quota 11) per questa stagione è salvo.

    Miami parte fortissimo e piazza un parziale di 18-2 che annichilisce Oklahoma City che alla fine del primo quarto riesce a segnare appena 15 punti subendone 27. Gli ospiti riescono ad amministrare bene anche nella successiva frazione ed al riposo lungo si va sul 55-43.

    Nella ripresa, come al solito, si assiste al gran ritorno dei Thunder: Westbrook inizia a fare sul serio, alle sue giocate ripsonde però un grande James che tiene avanti la sua squadra di 11 punti (78-67) alla fine del terzo periodo. La scossa per i padroni di casa arriva da Durant che nei 12 minuti conclusivi a suon di canestri riporta sotto i Thunder pur marcato da un eccellente difensore come James. Sul +5 Miami (98-93 con 40 secondi circa da giocare) il fenomeno di Oklahoma City punisce una banale palla persa di Wade con una tripla che regala il provvisorio -2 (98-96). Gli Heat sembrano in bambola e rischiano di essere raggiunti a 7 secondi dalla sirena ma Durant (che si lamente di un fallo di James in marcatura) sbaglia il canestro del possibile pareggio. E’ proprio LeBron dall’altra parte a chiudere la contesa con i tiri liberi del +4 che regalano il definitivo 100-96 ed il successo agli ospiti.

    LeBron James, Miami Heat | © Ronald Martinez/Getty Images

    Per Miami splende la stella di LeBron James, autore di una gara da 32 punti (per la quinta partita di fila in questi playoff il “Prescelto” segna più di 30 punti) aggiungendo 8 rimbalzi e 5 assist, si rivede ad alti livelli anche Dwyane Wade (che finora non ha giocato una post season degna del suo nome) che porta alla causa 24 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. Bene anche Chris Bosh (schierato titolare da coach Spoelstra per la prima volta dopo l’infortunio contro i Pacers) che piazza 16 punti ma soprattutto conquista 15 rimbalzi con 2 stoppate, positiva la prova di Shane Battier che replica lo score di gara 1 con 17 punti frutto per la maggior parte della quasi chirurgica precisione nel tiro dalla distanza (5/7 da 3 punti per lui). Il resto della squadra produce solo 11 punti ma bastano per avere la meglio degli avversari.

    E passiamo ai Thunder: Kevin Durant arriva a quota 32 punti e nell’ultimo periodo porta i suoi compagni a sfiorare la clamorosa rimonta, ottimo Russell Westbrook con 27 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, torna a fornire una prova eccellente James Harden (21 punti con 7/11 dal campo), forse però poco lucido in alcune giocate del quarto periodo. Poi il vuoto, poco o nulla il contributo del resto del team, solo Serge Ibaka si fa notare nel boxscore per i suoi 7 punti conditi da 5 stoppate.

    La serie si trasferisce ora a Miami, all’AmericanAirlines Arena, per le prossime 3 partite: i Thunder dovranno cercare di vincere almeno una volta in Florida per riprendersi il vantaggio del fattore campo e poter tornare a giocare in casa. Gli Heat invece non dovranno sbagliare nulla risultando perfetti, difficilmente infatti, se la serie tornerà ad Oklahoma City, James e compagni potranno ripetere l’exploit della notte appena passata contro una squadra che sul parquet della Chesapeake Arena ha perso appena 8 partite in tutta la stagione.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 14 giugno:

    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 96-100
    Okl: Durant 32, Westbrook 27, Harden 21
    Mia: James 32, Wade 24, Battier 17

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-1

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”143379″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”143378″]

  • Durant trascina i Thunder in gara 1, Miami KO

    Durant trascina i Thunder in gara 1, Miami KO

    Come in molti prevedevano, gli Oklahoma City Thunder battono i Miami Heat in gara 1 delle NBA Finals 2012 ed ottengono il primo punto nella serie al meglio delle 7 partite. 105-94 il punteggio alla fine, ma non è stata una vittoria per niente agevole, dato che Miami ha guidato il match per lunghi tratti, crollando però clamorosamente nel periodo conclusivo sotto i colpi di uno strepitoso ed immarcabile Kevin Durant che ha dimostrato ancora una volta di essere senza ombra di dubbio il miglior giocatore offensivo della NBA. 17 dei suoi 36 punti totali arrivano nel quarto decisivo, tirando con una media stellare del 60%. E con questi numeri e con questo talento c’è poco da fare anche per un campionissimo come LeBron James che ha fatto quel che ha potuto ed ha tenuto in partita la sua squadra quasi da solo.

    Dopo un avvio promettente, gli Heat chiudono in vantaggio il primo quarto sul 29-22, Oklahoma non riesce a reagire e dopo 3 minuti del secondo periodo James affonda la schiacciata del provvisorio +13 (37-24). Con la forza della volonta i Thunder comunque riescono ad arrivare all’intervallo dimezzando lo svantaggio (54-47).

    La musica cambia nella ripresa: esattamente a metà periodo i padroni di casa si portano in parità (60-60). Ancora James guida i suoi compagni alla nuova leadeship (71-66) ma sul finire della terza frazione Westbrook porta Oklahoma City in vantaggio di un punto (74-73). Poi negli ultimi 12 minuti inizia lo show di Kevin Durant e pergli Heat non c’è scampo, con l’ala dei Thunder capace di segnare da ogni posizione ed in qualsiasi modo, umiliando i vari difensori degli ospiti che gli si francobollano a turno. Finisce in tripudio (105-94) e per i giovani dell’Oklahoma si tratta della nona vittoria consecutiva in casa in questi playoff, a soli 2 successi di distanza dal record dei Los Angeles Lakers (11).

    Kevin Durant | © Ronald Martinez/Getty Images

    A Miami non bastano i 30 punti, 9 rimbalzi, 4 assist e 4 recuperi di un positivo LeBron James, che però nel periodo conclusivo non riesce a mettere la museruola a Durant. In ombra invece Dwyane Wade che a discapito dei suoi 19 punti (ed 8 assist) non riesce ad incidere sul match, bene Shane Battier autore di una incoraggiante prova da 17 punti con un ottimo 4/6 dalla lunga distanza, lo stesso dicasi per Mario Chalmers (12 punti) che forse poteva essere sfruttato maggiormente vista la sua concretezza al tiro (5/7), male Chris Bosh (10 punti a referto in 33 minuti sul parquet). I Thunder trionfano grazie alla strepitosa performance di Durant che, come già riportato, esplode nel quarto periodo ed affonda gli avversari: per lui alla fine 36 punti, 8 rimbalzi e 4 assist con uno scintillante 60% complessivo dal campo (12/20) e letale nel tiro da 3 punti con 4/8. Una grossa mano al fenomenale numero 35 di Okalhoma City arriva da Russell Westbrook che sfiora la tripla doppia con 27 punti, 11 assist ed 8 rimbalzi. Dopo il fantastico duo solo le briciole con Serge Ibaka che raggiunge i 10 punti, Thabo Sefolosha che ne aggiunge 9 e James Harden che, in ombra, segna solo 5 punti in quasi 23 minuti in campo. Notevole però il match di Nick Collison che porta alla causa 8 punti e 10 rimbalzi e con la sua concretezza è il migliore del “supporting cast” dei Thunder.

    Per gara 2 si resta nell’Oklahoma: i padroni di casa proveranno a bissare il successo per andare a giocare a Miami più tranquilli consapevoli di poter ritornare poi a disputare ancora partite nell’Arena di casa anche se in trasferta le cose dovessero andare proprio male (l’ipotesi peggiore sarebbe quella di 3 KO di fila). Gli Heat invece dovranno provare a vincere, cercando di porre rimedio agli errori commessi in questa gara 1, sperando che coach Spoelstra abbia le idee chiare in questo senso. Infatti una seconda caduta metterebbe il team della Florida già con le spalle al muro, una situazione da evitare assolutamente.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 12 giugno:

    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 105-94
    Okl: Durant 36, Westbrook 27, Ibaka 10
    Mia: James 30, Wade 19, Battier 17

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-0 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”143106″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”143107″]

  • NBA Finals, Oklahoma City Thunder-Miami Heat. Programma e analisi

    NBA Finals, Oklahoma City Thunder-Miami Heat. Programma e analisi

    La stagione NBA, che verrà ricordata anche per l’estenuante tira e molla del lockout che ha bloccato il campionato fino a Natale, giunge all’appuntamento conclusivo, le NBA Finals 2012. Sarà la Finale che tutti volevano/speravano di vedere, ovvero gli Oklahoma City Thunder dell’astro nascente Kevin Durant (un fenomeno in grado di diventare il numeo 1 assoluto nella Lega) contro i Miami Heat dell’attuale giocatore più forte del torneo, il “Prescelto” LeBron James. Lo spettacolo è ampiamente assicurato visto che oltre alle 2 superstar le 2 formazioni possono contare su tantissimi altri giocatori di primo livello quali Dwyane Wade, Chris Bosh (per il team della Florida), Russell Westbrook, James Harden e Serge Ibaka (per la squadra dell’Oklahoma). Ma innanzitutto sarà una sfida tra loro 2, Durant e James, con l’ala dei Thunder vincitore delle ultime 3 edizioni della classifica marcatori (ed ancora deve compiere 24 anni!) e l’asso degli Heat vincitore invece di 3 degli ultimi 4 titoli di M.V.P. della NBA. Alla fine di questa Finalissima una cosa sarà certa: uno dei 2 fenomeni vincerà il suo primo titolo NBA, resta da capire solo chi ha più chance di arrivare lassù in cima.

    Per Oklahoma City è la prima finale della storia, ottenuta in soli 4 anni di vita. I Thunder sono stati creati nel 2008 dalle ceneri dei tuttora rimpianti Seattle SuperSonics (per la franchigia smeraldo-oro nella sua storia ci sono state 3 Finali, di cui l’ultima nel 1996 persa contro i Bulls di Jordan ed un titolo nel lontano 1979). Miami è alla terza Finale complessiva (la seconda consecutiva) ed il bilancio è in parità, con una vittoria nel 2006 (4-2 ai Mavericks che avevano il vantaggio del fattore campo) ed una sconfitta lo scorso anno (quando Dallas si prese la rivincita trionfando per 4-2 nonostante lo svantaggio del campo). Per James ci saranno dei tifosi speciali, come annunciato su molti giornali sportivi americani, a spingerlo nell’impresa: saranno proprio i tifosi dei Sonics che ancora non hanno digerito lo “scippo” della squadra da Seattle da parte dell’attuale proprietario dei Thunder Clay Bennett con la compiacenza del commissioner David Stern.

    OKLAHOMA CITY THUNDER (seed numero 2 della Western Conference) vs MIAMI HEAT (seed numero 2 della Eastern Conference):

    I Thunder partono favoriti sia per la grande prova di forza dimostrata in questi playoff, dove hanno eliminato in rapida sequenza i campioni in carica di Dallas (4-0), i Lakers di Bryant (4-1) e infine i San Antonio Spurs (4-2, piazzando 4 vittorie di fila contro una squadra che aveva perso appena 2 delle ultime 32 partite giocate!) e poi anche per il vantaggio del fattore campo (attualmente la Chesapeake Arena è ancora imbattuta nei playoff!). Miami dovrà provare il colpaccio facendo leva sul ritrovato Chris Bosh (reduce da un infortunio che ne ha limitato l’impiego nel corso della post season) e sulle performance di James e Wade. Gli Heat hanno faticato parecchio finora: dopo aver eliminato i Knicks (4-1), la squadra di coach Spoelstra ha avuto difficoltà sia contro i Pacers (4-2) che contro Boston dove si sono ritrovati sull’orlo dell’eliminazione prima di prevalere con un sofferto 4-3. Dopo queste considerazioni è ovvio che il ruolo di formazione favorita vada ai giovani Thunder. Solo l’esperienza potrebbe limitare Oklahoma City, dato che i giocatori arrivano per la prima volta all’appuntamento finale mentre per i Miami Heat e James si tratta della terza Finalissima in carriera.

    I Thunder godranno di un vantaggio indubbio: la Chesapeake Arena, lo stadio di casa, è uno degli impianti dove si trovano i tifosi più calorosi di tutta la NBA che rende un vero inferno la vita alle squadre ospiti. A Miami invece i supporter appaiono più distaccati e questo è un fattore che potrà incidere parecchio nell’economia della serie.

    Non siamo nella testa dei 2 tecnici, quindi fare un’analisi diventa molto difficile. Di certo possiamo esaminare ruolo per ruolo gli “scontri diretti” tra giocatori: partiamo dal duello tra Russell Westbrook e Dwyane Wade con la guardia degli Heat che oltre a diventare più concreta in attacco (per quello che si è visto finora nei playoff) dovrà limitare le scorribande verso il ferro del diretto avversario che atleticamente non ha rivali attualmente.

    Pur partendo dalla panchina (universalmente riconosciuto come miglior sesto uomo della Lega) James Harden dovrà mantenere il livello di eccellenza raggiunto in questa post season. A mettergli il bastone tra le ruote ci penserà probabilmente Shane Battier che dovrà farne scadere la pericolosità offensiva e renderlo innocuo sugli eventuali scarichi per i compagni.

    LeBron James & Kevin Durant | © Joe Murphy/NBAE via Getty Images

    Passiamo ad un altro duello, quello dei “gregari di lusso” tra Sefolosha e Chalmers. Il primo eccelle per la sua difesa capace di limitare qualsiasi avversario (non è improbabile poterlo veder anche in marcatura su Wade), il secondo invece è diventato nel corso di queste 2 stagioni un tassello importante per Miami, in gradi di punire da oltre l’arco con discreta continuità. E quando ciò avviene per il team della Florida si alzano notevolmente le possibilità di vincere le gare.

    Il compito più arduo lo avrà Chris Bosh (che ancora non è dato sapere se, dopo il recupero dall’infortunio ai muscoli addominali, partirà dalla panchina come seasto uomo di lusso opure giocherà titolare): il lungo di Miami sarà preso in mezzo dalle torri dei Thunder PerkinsIbaka e quindi l’ex Raptors dovrà essere intelligente per districarsi da questa difficilissima situazione, magari portando fuori dall’area i 2 avversari (anche perchè Bosh ha un ottimo tiro dalla lunga distanza) per dare spazio libero alle incursioni nel pitturato di James e Wade. E dovrà difendere forte per evitare che i 2 lunghi dei Thunder possano creare problemi anche in attacco. A dargli una mano in questa circostanza ci penserà Udonis Haslem, che spesso arriva a fornire prestazioni che per talento non sarebbero possibili per lui, ma riesce a soperire alle lacune con gare di cuore e grinta che ne fanno uno dei giocatori migliori in questo senso.

    E poi, dulcis in fundo, la sfida nella sfida, il duello che tutti attendono ovvero James contro Durant: difensivamente il talento degli Heat è sicuramente superiore (il numeo 6 di Miami è uno dei miglior difensori in NBA), ma in zona offensiva Durant ha dimostrato di poter segnare in qualsiasi modo, in qualsiasi circostanza, in qualsiasi momento, un dominio tecnico in zona offensiva quasi imbarzzante che ne fa l’attaccante migliore attualmente in circolazione. James dovrà cercare di limitarlo al massimo (e le capacità ci sono tutte anche se il compito è lo stesso arduo!) cercando di sfruttare le lacune dell’asso dei Thunder in difesa che in alcuni momenti pare, per così dire, “svagato” (un peccato vista la sua altezza e la lungheza delle braccia che ne farebbero, oltre che un attaccante di prim’ordine, anche un difensore eccezionale). Su queste basi si gioca la sfida principale, e con tutta probabilità chi avrà la meglio porterà in trionfo la sua squadra.

    In ultimo il duello in panchina: coach Scott Brooks ha dimostrato, in questa post season, di essere un grande allenatore mettendo sotto scacco con le sue mosse, uno dei migliori allenatori della storia come Popovich degli Spurs. Al contrario il collega Spoelstra non ha fatto una grande impressione, e ciò che si può dire è che la situazione sfavorevole di Miami in questi playoff contro Pacers e Celtics sia stata annullata più dal talento di LeBron James che dalle mosse del coach. Vedremo se saprà smentirci, ma ad oggi Brooks pare più preparato.

    In sostanza, come già detto, Thunder in vantaggio per la vittoria finale, vedremo se James riuscirà a ribaltare questo pronostico e ad entrare (finalmente) nella storia, oppure se dovrà ancora acconentarsi della nomea di “perdente di successo”.

    PROGRAMMA DELLA SERIE:

    gara 1: Oklahoma City Thunder-Miami Heat martedì 12 giugno ad Oklahoma City, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    gara 2: Oklahoma City Thunder-Miami Heat giovedì 14 giugno ad Oklahoma City, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    gara 3: Miami Heat-Oklahoma City Thunder domenica 17 giugno a Miami, ore 8:00 p.m. (ore 2.00 in Italia)
    gara 4: Miami Heat-Oklahoma City Thunder martedì 19 giugno a Miami, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    *gara 5: Miami Heat-Oklahoma City Thunder giovedì 21 giugno a Miami, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    *gara 6: Oklahoma City Thunder-Miami Heat domenica 24 giugno ad Oklahoma City, ore 8:00 p.m. (ore 2.00 in Italia)
    *gara 7: Oklahoma City Thunder-Miami Heat martedì 26 giugno ad Oklahoma City, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)

    *se necessaria

  • Boston KO, Miami vola in Finale NBA contro i Thunder

    Boston KO, Miami vola in Finale NBA contro i Thunder

    Alla fine i Miami Heat ce l’hanno fatta: nella decisiva gara 7, e dopo essere stato con le spalle al muro nella serie, il team della Florida ha battuto i Boston Celtics per 101-88 staccando il pass per la Finale NBA 2012 dove affronterà gli Oklahoma City Thunder.

    Non è bastato agli ospiti un grande cuore ed un grande orgoglio che ha permesso agli uomini di coach Doc Rivers di stare davanti nel punteggio per quasi 3 quarti di gara (ad un certo punto erano anche 11 i punti di vantaggio dei Celtics, con il provvisorio 49-38). Alla fine la stanchezza e l’età avanzata dei giocatori chiave ha inciso ed è risultata decisiva. Sorridono invece gli Heat e tutte le sue stelle, che si riconfermano campioni della Eastern Conference. Ci sarà da completare l’opera nella prossima Finale NBA, per spazzare via il brutto ricordo di quella dello scorso anno quando i Dallas Mavericks beffarono, ma con pieno merito, Miami che sembrava super favorita per l’anello. Gli Oklahoma City Thunder però fanno paura ed oltre ad avere il vantaggio del fattore campo nella serie appaiono più in salute e più squadra rispetto alla formazione della Florida che avrà un compito davvero difficile. Lo sa, questo, LeBron James che però deve necessariamente vincere per scrollarsi di dosso l’etichetta del “perdente di successo”, dato che a quasi 28 anni ancora non è riuscito a portare a casa un campionato, ma solo riconoscimenti a livello personale.

    Boston conosce la valenza di questi match da dentro fuori e parte benissimo andando anche sul +9 nel primo quarto guidata come al solito da un eccellente Rajon Rondo. I padroni di casa fanno fatica a segnare e così a ricucire il gap tocca ancora una volta ad un uomo soltanto, LeBron James, che permette ai suoi compagni di chiudere sotto solo di 4 punti la frazione (27-23).

    I Celtics, dall’alto della loro esperienza, giocano più sciolti e sembrano poter controllare la gara. Miami però non ci sta e riesce a pareggiare, prima che una scarica di punti consecutivi di Brandon Bass porti ancora avanti i Verdi che toccano il +11 (49-38 al 21esimo minuto). All’intervallo lungo si va sul 53-46 per gli ospiti.

    LeBron James, Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Grazie a 2 triple di Battier e ad un canestro di Wade gli Heat pareggiano la sfida a circa metà terzo quarto (59-59). Si va così avanti punto a punto, con continui sorpassi e controsorpassi fino alla chiusura del terzo periodo che pone le 2 squadre in situazione di perfetta parità (73-73) quando alla fine della partita mancano solo gli ultimi 12 minuti.

    La frazione conclusiva è un monologo degli Heat che più freschi dal punto di vista atletico limitano a soli 15 punti segnati i Celtics piazzando al contrario ben 28 punti in attacco: ad 8 minuti dal termine Boston è avanti di 1 punto (82-81) ma resta senza segnare per quasi 4 minuti in cui gli avversari, guidati da un super James, si prendono l’inerzia del match, volando sul +6. Sull’88-84 per Miami è ancora James, con una vera e propria bomba da una decina di metri a piantare un paletto nel cuore dei Celtics (91-84). E’ la giocata chiave che spezza ogni resistenza ospite, Bosh e Wade mettono i chiodi sulla bara di Boston, finisce 101-88.

    Non basta agli ospiti la super prova di Rajon Rondo, ancora una volta sopra la righe con una tripla doppia (l’ennesima della sua carriera) da 22 punti, 10 rimbalzi e 14 assist. Tutto il quintetto arriva in doppia cifra, Pierce firma 19 punti, Bass 16, Ray Allen 15 e Garnett 14 ma è desolante il contributo della panchina a segno con soli 2 punti di Pietrus! Probabile che in Massachusetts con questa sconfitta si sia chiusa un’era, iniziata nel 2008 e che ha portato i biancoverdi al titolo proprio in quella stagione. 5 stagioni di successi ed ai vertici della Eastern Conference, ma ora forse si penserà a ricostruire partendo dai giovani. Miami invece trionfa grazie ai 31 punti e 12 rimbalzi di James, ai 23 di Wade (6 rimbalzi e 6 assist) e con i 19 punti di un ritrovato Chris Bosh che in 31 minuti, partendo dalla panchina, infila anche 3 triple su 4 tentativi aggiungendo 8 rimbalzi. Prezioso anche Battier con 12 punti, tutti ottenuti dalla lunga distanza (4/9).

    Dal 12 di giugno via alle Finals NBA 2012, non sarà solo la sfida tra Miami ed Oklahoma City ma anche (e forse soprattutto) la sfida tra le 2 stelle più splendenti del firmamento NBA ovvero Kevin Durant (Thunder) contro LeBron James (Heat).

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 9 giugno:

    Miami Heat-Boston Celtics 101-88
    Mia: James 31, Wade 23, Bosh 19
    Bos: Rondo 22, Pierce 19, Bass 16

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 4-3 Heat (Miami accede alla Finale NBA)

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”142620″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”142621″]

  • LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    Doveva rispondere a giornalisti, analisti, critici e detrattori che dopo la super prova di Kevin Durant nella serie contro gli Spurs lo davano ormai come perdente. Doveva (se ce ne fosse stato ancora bisogno) dimostrare di non essere secondo a nessuno. Doveva riprendersi ciò che stava svanendo lentamente ma anche inesorabilmente. E lo ha fatto con una prova mostruosa. Questo è LeBron James che nella possibile notte dell’ennesima abdicazione personale ed eliminazione di una sua squadra dai playoff, tira fuori dal cilindro una prestazione da laggenda: per lui 45 punti e 15 rimbalzi ma come sempre (e come già detto ieri per Durant), i numeri alcune volte non dicono tutto. Da solo, in sostanza, stritola Boston che dopo il colpo esterno di gara 5 vedeva sempre più le Finals NBA a portata di mano. Serie di Finale di Eastern Conference pareggiata sul 3-3, i Celtics si sono dovuti inchinare. James non ci teneva ad uscire per la terza volta in 4 anni a testa bassa dal Garden di Boston dopo le cocenti delusioni dei playoff del 2008 e del 2010 in cui i Verdi eliminarono i Cavaliers di LeBron. Ed infatti la storia è andata diversamente. Tuttavia gli Heat nonostante si siano salvati avranno un altra difficile partita nella serata di sabato, tutto si deciderà infatti in gara 7 in programma a Miami. Partita da dentro o fuori, vivere o morire. Celtics ed Heat si daranno battaglia fino all’ultimo decimo di gioco per raggiungere gli Oklahoma City Thunder in Finale.

    Boston solo in avvio, precisamente nei primi secondi di gioco, riesce a mettere la testa avanti, poi gli ospiti prendono le redini del match e non mollano più la leadership del risultato. Il primo quarto si chiude sul 26-16 ma gli Heat continuano a spingere forte. James, dopo aver sbagliato il primo tiro dell’incontro ne infila 11 consecutivi e ad un certo punto sui 32 punti totali di squadra lui ne ha griffati la metà ovvero 16! Boston riesce solo a limitare i danni non riuscendo ad arrivare in scia agli avversari ed il primo tempo si chiude sul 55-42.

    Ritmi bassi in avvio di ripresa, Miami però tocca anche il +18 con un parziale di 6-1 (61-43). I padroni di casa con l’orgoglio però riescono a tornare sul -10 e costringono coach Spoelstra a chiamare timeout. La pausa giova a Wade e compagni che si portano nuovamente sul +15 (67-52) anche grazie alla bomba di Mario Chalmers. Il terzo quarto va in archivio sul risultato di 72-59.

    LeBron James, Miami Heat | © Jim Rogash Getty/Images Sport

    Ultima frazione di gioco senza storia: 2 canestri di Wade ed una tripla di Battier siglano il +18 (81-63), poi arriva anche il massimo vantaggio della gara sul +25 per gli Heat, messo a segno da Lebron James per i suoi ultimi 2 punti dal campo prima di sedersi in panchina per gli ultimi 5 minuti e mezzo dell’incontro. Nel garbage time i Celtics rosicchiano qualche punto ma il punteggio resta lo stesso impietoso: 98-79.

    Prestazione da leggenda per LeBron James, cifre semplicemente spettacolari, 45 punti, 19/26 al tiro, 15 rimbalzi, 5 assist e un primo tempo da 30 punti con 12/14 al tiro e 10 rimbalzi. Proprio i sui 30 punti nel primo tempo si avvicinano ai 35 di sua maestà Michael Jordan ottenuti nel primo tempo di gara 1 delle Finals del 1992 contro i Portland Trail Blazers, prestazione che contribuì a scrivere il suo nome nella leggenda. James inoltre è il primo giocatore da 25 anni a questa parte in NBA a sfoderare una performance da 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist nei playoff. Solo Wade riesce ad arrivare in doppia cifra per Miami con 17 punti, poi le briciole per gli altri con Chalmers che si ferma a 9 punti (tutti ottenuti da dietro l’arco (3/4 per lui) e Bosh che gioca 28 minuti con un bottino di 7 punti e 6 rimbalzi. Ai padroni di casa non sono bastati i 21 punti e 10 assist di Rondo (unico a salvarsi) ed i 12 a testa di Garnett e Bass, male il capitano Paul Pierce con 9 punti ottenuti con ben 18 tiri presi (0/6 da 3).

    Per gara 7 si torna a Miami. Come già detto gara da vita o morte, sperando che lo spettacolo sia di livello assoluto.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 7 giugno:

    Boston Celtics-Miami Heat 98-79
    Bos: Rondo 21, Bass 12, Garnett 12
    Mia: James 45, Wade 17, Chalmers 9

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 3-3

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”142124″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”142125″]