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  • NBA: James sarà l’MVP della stagione

    Una fonte rimasta anonima nella NBA ha rivelato che secondo le votazioni conteggiate LeBron James sarà il vincitore del premio di MVP, il trofeo più ambito per quanto riguarda le premiazioni individuali dell’intera Lega.

    La fonte non ha rivelato con quanti voto il campionissimo di Cleveland ha portato a casa la statuetta, nè chi si sia classificato alle sue spalle e con quanto margine.

    James aveva già vinto il premio di giocatore migliore della NBA lo scorso anno, precedendo Bryant, Wade, Howard e Paul.

    La star dei Cavs sarà il decimo atleta ad essere eletto MVP in più stagioni consecutive entrando a far parte di un club esclusivo che comprende Bill Russell, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul-Jabbar, Moses Malone, Larry Bird, Magic Johnson, Michael Jordan, Tim Duncan e Steve Nash. Ricordiamo che Bird, Chamberlain e Russell sono riusciti a vincere il trofeo per 3 anni di fila e James è in corsa anche per questo record se riuscirà ad imporsi anche il prossimo anno.

    Per il secondo anno consecutivo James accetterà il premio nella sua città natale. Un anno fa tornò ad Akron nella sua scuola (St. Vincent-St. Mary High School) per una cerimonia nella palestra della scuola a cui hanno partecipato familiari, amici, ex insegnanti e studenti.

    LeBron ha disputato la migliore stagione da quando gioca in NBA, non solo per le cifre ma per il gioco espresso, testimoniato dal fatto di aver letteralmente vinto le partite per i Cavs con favolosi ultimi periodi.

    Queste le cifre stagionali:

    76 partite disputate, 76 partendo in quintetto base, 39.0 minuti di impiego per partita, 0.503 la percentuale dal campo (la più alta in carriera), 0.333 dall’arco dei 3 punti, 0.767 ai liberi, 0.9 i rimbalzi offensivi per partita, 6.4 quelli in difesa per 7.3 rimbalzi complessivi, 8.6 assist (media più alta in carriera), 1.6 palle rubate a match, 1 stoppata ad incontro con 29.7 punti di media.

  • NBA: Tyreke Evans nominato rookie dell’anno

    Tyreke Evans, dei Sacramento Kings, è stato nominato “rookie of the year” ovvero matricola dell’anno della NBA.
    Succede a Derrick Rose dei Chicago Bulls e i 2 hanno qualcosa in comune: infatti i 2 atleti sono entrati nella Lega provenienti dall’Università di Memphis.

    Evans, quarta scelta assoluta dell’ultimo draft, entra anche in un club molto esclusivo, quello dei giocatori che al primo anno nella Lega hanno avuto almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media a partita, accostandosi a vere leggende del basket professionistico americano come Oscar Robertson, Michael Jordan e LeBron James.
    La guardia dei Kings ha infatti avuto 20.1 punti, 5.8 assist e 5.3 rimbalzi di media ad incontro e questo ha fatto la differenza rispetto ai suoi avversari che erano Stephen Curry dei Golden State Warriors e Brandon Jennings dei Milwaukee Bucks (unico tra i 3 però a disputare i playoff dove sta giocando in modo meraviglioso trascinando i suoi Bucks al momentaneo vantaggio su Atlanta per 3-2 e la possibilità stanotte di mandare a casa i favoriti Hawks nella gara 6 sul parquet amico).

    Evans ha ottenuto 67 voti da primo posto per un punteggio totale di 491 punti, secondo si è piazzato Curry con 43 voti da primo posto e 391 punti complessivi, terzo Jennings con 12 preferenze e 204 punti totali.

    I complimenti sono arrivati, al numero 13 di Sacramento, innannzitutto dagli sconfitti che hanno espresso grandi apprezzamenti per la stagione disputata dal loro collega.

    Queste le parole del vincitore all’annuncio della sua vittoria:

    Sono fiero che il mio nome venga accostato a nomi di giocatori che hanno fatto la storia di questo gioco. Quando sono arrivato in NBA il mio obiettivo era di vincere questo trofeo e aiutare la mia squadra; uno l’ho portato a termine adesso bisogna lavorare sul secondo e siamo decisamente sulla buona strada“.

    Per completezza riportiamo i suoi massimi stagionali in ogni singola categoria:

    Punti: 34 vs CHA 18/1/2010)
    Rimbalzi: 11 (per 4 volte)
    Assist: 13 (per 2 volte)
    Recuperi: 4 (per 2 volte)
    Stoppate: 3 (per 3 volte)

  • Kobe Bryant regna nel merchandising NBA

    Kobe Bryant per il secondo anno consecutivo è in testa per quanto riguarda la vendita di magliette nel mondo NBA.
    La maglia numero 24 gialloviola è ancora la più venduta stando alle stime ricevute dalla Lega.

    LeBron James anche per questa stagione si è dovuto accontentare del secondo posto e della “medaglia d’argento”, sebbene oramai sia lui il dominatore riconosciuto dell’NBA. Il numero 23 di Cleveland paga il fatto di non giocare in un mercato imponente dal punto di vista economico come Los Angeles o New york o ancora Boston o Chicago.

    Gradino più basso del podio per la maglia numero 5 di Kevin Garnett dei Boston Celtics, anche se a livello diprestazioni ormai l’ex T-wolves pare avviato sul viale del tramonto.

    Sorprende Derrick Rose di Chicago che si piazza al quarto posto assoluto, davanti persino ad un fenomeno quale Dwyane Wade dei Miami Heate ad una stella in divenire come Dwight Howard degli Orlando Magic. Settimo posto per Chris Paul dei New Orleans Hornets, a lungo infortunato quest’anno, ottavo per Paul Pierce sempre dei Celtics.
    New entry alla nona posizione con Kevin Durant, nuovo fenomeno degli Oklahoma City Thunder, laureatosi quest’anno miglior marcatore della Lega e più giovane atleta a riuscire nell’impresa nella storia del basket americano.
    Chiude la top ten la divisa numero 15 di Carmelo Anthony dei Denver Nuggets dopo che lo scorso anno era sprofondato in 15esima posizione

    Per quanto riguarda i team il merchandising premia i Lakers, seguiti da Celtics, Cavs, Bulls e New York Knicks.

    Ecco la classifica delle maglie:

    1) Kobe Bryant (LAL)
    2) LeBron James (CLE)
    3) Kevn Garnett (BOS)
    4) Derrick Rose (CHI)
    5) Dwight Howard (ORL)
    6) Dwyane Wade (MIA)
    7) Chris Paul (NOH)
    8 ) Paul Pierce (BOS)
    9) Kevin Durant (OKC)
    10) Carmelo Anthony (DEN)

    Ecco la classifica per team:

    1) Los Angeles Lakers
    2) Boston Celtics
    3) Cleveland Cavaliers
    4) Chicago Bulls
    5) New York Knicks

  • James tiene in ansia i Cavs per un infortunio al gomito

    LeBron James tiene in apprensione un’intera città!
    Durante la partita vinta ieri notte dai suoi Cavs contro i Bulls che è valsa il passaggio del turno per le Semifinali di Conference contro i Boston Celtics, il numero 23 ha accusato dei dolori al gomito.
    Dolori che preoccupano, anche se non in modo rilevante, ma sempre meglio prevenire che curare! il dolore al braccio destro di LeBron James deve essere valutato il più approfonditamente possibile vista l’importanza di “The King” nell’economia della squadra. Anche perchè il livello di gioco raggiunto permette a Cleveland di prendersi di diritto il ruolo di favorita per il titolo. Nella conferenza stampa dopo il successo in Gara 5 (96-94) su Chicago, LeBron ha dichiarato che sente ancora dolore e, cosa ancor più curiosa, non sa neanche lui il perché e come sia riuscito ad infortunarsi:

    “Continua a darmi fastidio (il gomito e il braccio destro, ndr) e non so come ho fatto a farmi male. Spero che il dolore mi lasci stare nei prossimi giorni per giocare al massimo nella prossima sfida playoff. Comunque anche così posso giocare tranquillamente!”

    Il dolore al braccio si è fatto notare in Gara 5 quando James ha fatto una smorfia di dolore dopo aver provato a contrastare un tiro e il tiro libero nel finale di match tirato con la sinistra è un altro indizio.
    James è stato anche sottoposto a radiografie che in ogni caso non hanno rivelato niente di grave e quindi i tifosi dei Cavaliers possono dormire alquanto sereni.
    Sull’infortunio ha parlato anche Shaquille O’Neal:

    “Per fortuna non è grave! abbiamo avuto un pò di apprensione, ma non sembra nulla di grave!”

  • Cleveland non sbaglia, Boozer trascina i Jazz, Wade stratosferico

    Cleveland sbaglia una partita, non 2 di fila: battuti i Bulls a Chicago con la quinta tripla doppia nei playoff di un sensazionale LeBron James da 37 punti, 12 rimbalzi e 11 assist. La svolta sul finire del secondo quarto quando l’ultimo tiro di LeBron sulla sirena dà la doppia cifra di vantaggio (72-62) che i Cavs non molleranno più ma che addirittura dilateranno nei 2 quarti successivi. James si rende protagonista anche di un favoloso canestro da metà campo sulla sirena del terzo periodo che annienta le flebili speranza di Chicago di portare la serie sul 2-2 (99-76). Ultimo quarto chiuso in scioltezza e ora si torna in Ohio per chiudere la serie. Jamison ottimo chiude con 24 punti e Williams ne aggiunge 19. Cleveland domina nel tiro da 3 (12/25), chiude con il 53% abbondante dal campo e limita i rossoneri dell’Illinois ad un misero 37%. Bulls che vincono la lotta a rimbalzo (49-41) ma non può bastare se non si segna. Noah chiude con 21 punti e 20 rimbalzi, Rose ne piazza 21 e Deng 16, ma non serve contro lo strapotere di questi Cavaliers. Gara 5 per chiudere la serie è in programma martedì 27 aprile a Cleveland.

    Miami batte Boston e spera nel colpaccio in trasferta in gara 5 per riaprire la serie che comunque sembra già scritta. Ottima partenza per gli Heat che chiudono il primo quarto sul 31-18. Celtics che però iniziano a macinare gioco dopo il massimo vantaggio per i padroni di casa (+18 sul 42-24) e che recuperano punto su punto fino a passare in vantaggio con 2 liberi di Rondo (66-64) a 3 minuti dalla fine del terzo periodo. Il pericolo dell’eliminazione con un sonoro “cappotto” da 4-0 sveglia i rossoneri della Florida, che trascinati da Wade iniziano a distruggere il canestro avversario da 3 punti nell’ultimo quarto. Wade ne infila 4 su 4 tentativi (5/7 in totale) e piazza 19 punti dei suoi 46 risultando pressochè immarcabile. Il numero 3 è assistito da Quentin Richardson con 20 punti e Beasley con 15. Ai Celtics quindi non bastano i 23 di Rondo, visto che negli ultimi 2 minuti i biancoverdi sbagliano 5 tiri liberi sui 5 tentati (incredibili gli errori di Ray Allen che in carriera viaggia ad oltre il 90% dalla linea della carità!). Da segnalare il record in negativo per Jermaine O’Neal che con il suo 6/34 complessivo (in 4 partite) eguaglia 2 record per percentuali più basse dal campo degli anni ’60! Gara 5 è in programma a Boston martedì 27 aprile. Celtics che proveranno a chiudere il discorso.

    Ancora una battaglia a San antonio e ancora una volta dalla lotta senza esclusione di colpi emergono gli Spurs: neroargento che ringraziano il trio Hill-Ginobili-Jefferson che segna 61 dei 92 punti totali. Spurs che riemergono in un sensazionale terzo quarto dopo essere stati sotto di 15 lunghezze. Fondamentale per la vittoria la tripla dall’angolo di Ginobili sull’86-84 ad 1 minuto e 50 secondi dalla fine del match. +5 (89-84) e partita che scorre via sul 3-1 Spurs che ora si trovano 3 match point. Nowitzki limitato a soli 17 punti, non brilla neanche Duncan (4 punti e 11 rimbalzi in 37 minuti di impiego). Da segnalare alcuni falli al limite del regolamento, in particolare quello che costa l’espulsione a Najera ad inizio quarto periodo che fa insorgere la panchina di San Antonio (coach Popovich in testa) visto il pericolo per Ginobili che già gioca con una vistosa fasciatura al naso per la botta subita da Nowitzki in gara 3. Martedì 27 si torna tutti a Dallas, probabilmente in un clima infuocato dove i Mavs cercheranno di rimanere ancora in vita e gli Spurs vorranno ridare ai padroni di casa la stessa delusione subita da loro nella serie playoff dello scorso anno.

    Utah non si cura degli infortuni e batte ancora una volta i Nuggets. L’accoppiata Deron Williams-Carlos Boozer va a meraviglia (24 punti e 13 assist per il playmaker, 31 punti e 13 rimbalzi per l’ala grande) e Denver non riesce atrovare le adeguate contromisure. Buoni i contributi di Miles e Matthews (rispettivamente 21 e 18 punti) più in ombra il protagonista di gara 3 Paul Millsap (12 punti) che lascia il palcoscenico al compagno Boozer. I Nuggets dopo un piccolo vantaggio iniziale sono stati costretti ad inseguire per tutto l’incontro, stando sempre sulla doppia cifra di ritardo. Nell’ultimo periodo si sono trovati 2 volte sul -7 ma avere un regista come Williams permette alla squadra di gestire non solo i vantaggi ma anche le rimonte degli avversari. Anthony mette a referto 39 punti (4/4 da 3) con 11 rimbalzi ma non è bastato a fare la differenza anche perchè Billups gioca alquanto male in questom periodo. Solo 14 punti per il numero 1 biancoceleste e uscita per raggiunto limite di falli a 4 minuti dalla fine, segno del nervosismo di non riuscire ad arginare il suo dirimpettaio Williams che sta letteralmente dominando la serie. Si ritorna in Colorado con Denver che deve necessariamente riaprire i giochi mercoledì 28. Sarebbe un’ eliminazione clamorosa dopo che lo scorso anno fecero sudare i Lakers poi campioni NBA nella finale della Western Conference. L’assenza di coach George Karl sta pesando come un macigno, anche se Denver è al completo con tutti i suoi giocatori: quando si dice “l’importanza di un coach!”

    Risultati NBA del 25 aprile 2010

    Chicago Bulls – Cleveland Cavaliers 98-121
    –> Chi: Rose 21, Noah 21, Deng 16 – Cle: James 37, Jamison 24, Williams 19
    Miami Heat – Boston Celtics 101-92
    –> Mia: Wade 46, Richardson 20, Beasley 15 – Bos: Rondo 23, Garnett 18, Pierce 16
    San Antonio Spurs – Dallas Mavericks 92-89
    –> SA: Hill 29, Ginobili 17, Jefferson 15 – Dal: Nowitzki 17, Butler 17, Marion 14
    Utah Jazz – Denver Nuggets 117-106
    –> Uta: Boozer 31, Williams 24, Miles 21 – Den: Anthony 39, Martin 14, Billups 14

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 3-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-1
    Nuggets – Jazz 1-3
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-3

    Suns – Trail Blazers 2-2

  • NBA playoff 2010, primo turno: Impresa Thunder, sorpresa Bulls

    La straordinaria prestazione di Jason Richardson da 42 punti (8/12 da 3) con 8 rimbalzi permette a Phoenix di riappropiarsi del vantaggio del fattore campo nella serie contro Portland. Suns subito in palla che mettono le cose in chiaro fin dai primi minuti di gioco. Batum, in dubbio fino all’ultimo per guai alla spalla che hanno costretto il francese a saltare le prime 45 gare di stagione regolare, è in campo ma deve arrendersi dopo 9 minuti di gioco e abbandonare il campo per nuovi problemi. Il primo quarto porta Phoenix a +18, il secondo è sulla stessa falsariga del primo e si chiude con un eloquente 66-37 che fa capire chi vincerà l’incontro. Richardson 21 punti è solo a metà del suo fatturato. I Blazers sfoderano l’orgoglio e riescono a portarsi sul -11 a 5 minuti dal termine dell’incontro grazie ad una serie di triple di Fernandez (ben 3 in 58 secondi!) ma i Suns piazzano un parziale di 12-0 che chiude la pratica e dà la tranquillità necessaria per giocare gara 4 in programma sempre a Portland sabato 24 aprile.

    Sorpresa da Chicago dove i Bulls, pur con una fatica immane, riescono a battere i Cavs di LeBron James. Chicago gioca bene per 3 quarti di gara toccando il +21, ma da quel momento in poi arriva la riscossa di Cleveland che riesce ad arrivare a soli 2 punti di svantaggio quando sul cronometro mancano 4 minuti alla fine del match. Rose (31 punti) si prende in mano la squadra ma l’ultimo minuto è vietato ai deboli di cuore: sul 102-96 Bulls James compie un fallo in attacco e perde un pallone nell’azione successiva, Chicago segna e va sul 104-96. Con 30 secondi da giocare Williams mette la tripla del 104-99. Fallo sistematico su Hinrich che sbaglia tutti e 2 i liberi. James accorcia ulteriormente con un’altra bomba per il 104-102, fallo su Rose che mette solo uno dei 2 liberi: 105-102 e partita incredibilmente riaperta a 10 secondi dalla fine. Coach Del Negro ordina il fallo per non far tirare Cleveland da 3 e Varejao sbaglia un libero di importanza capitale. A quel punto Brad Miller mette la partita in cassaforte con 2 bersagli dalla lunetta per il 107-103. Finisce però 108-106, una partita molto vibrante che Chicago porta a casa, ma LeBron (quasi tripla doppia per lui con 39 punti, 10 rimbalzi e 8 assist) e compagni hanno fatto capire che possono riemergere da situazioni impossibili. Gara 4 è in programma sempre a Chicago domenica 25 aprile. I Bulls sono avvertiti.

    Tutto esaurito (18.342 presenti al Ford Center di Oklahoma) per la prima partita in casa nella storia dei playoff per i Thunder. Festeggiamenti nel prepartita per Scott Brooks, neo allenatore dell’anno in NBA, con i suoi giocatori ad omaggiarlo per la grande stagione disputata. L’inizio però non è dei migliori per i padroni di casa con i Lakers che vanno subito sul 10-0, Oklahoma cerca di restare in partita ma non riesce mai a mettere il naso avanti. Primo tempo che finisce 50-43 per i campioni. Il secondo tempo però presenta un altro registro con i giovani Thunder in crescita netta e continua che approfittano della situazione quando Kobe Bryant va in panchina ed il finale del terzo periodo è tutto di marca arancioblu con un fulmineo 8-0 di parziale che regala la parità ai padroni di casa dopo una poderosa schiacciata di Westbrook in faccia ad uno stralunato Odom e con le triple di Harden e Durant. A questo punto Brooks pesca il jolly che permetterà di vincere la partita: dirotta il fenomeno Kevin Durant sulle tracce di Bryant e il numero 24 sbaglierà 7 conclusioni di fila per la marcatura asfissiante del talento in maglia 35, beccandosi anche una super stoppata che farà molta fatica a digerire e dimenticare. Durant si prende la squadra sulle spalle nel quarto quarto e segna 11 punti ben assistito da Westbrook (Fisher ridicolizzato per la terza gara di fila) e Green che mettono i titoli di coda per un’impresa poco pronosticabile da molti addetti ai lavori. Kevin Durant incredibile con 29 punti e 19 rimbalzi, Westbrook ne aggiunge 27, Harden ne piazza 18 con un ottimo 3/4 da 3 punti, Green glaciale ai tiri liberi ne segna 10 e Air Congo, ovvero Serge Ibaka, produce 6 punti e 6 rimbalzi annullando in difesa i lunghi di L.A.
    Bryant, partito bene, si è eclissato con la marcatura di Durant (24 punti con 29 tiri!), a dargli man forte il solito Gasol con 17 punti e 15 rimbalzi ma oggi non sono bastati per espugnare un campo dove sabato 24 i campioni in carica dovranno dimostrare di non esserlo diventati, lo scorso anno, per caso.

    Risultati NBA del 22 aprile 2010

    Portland Trail Blazers – Phoenix Suns 89-108
    -> Por: Aldridge 17, Webster 14, Bayless 14 – Pho: Richardson 42, Stoudemire 20, Nash 13
    Chicago Bulls – Cleveland Cavaliers 108-106
    –> Chi: Rose 31, Hinrich 27, Deng 20 – Cle: James 39, Williams 21, Jamison 19
    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 101-96
    –> Okl: Durant 29, Westbrook 27, Harden 18 – Lak: Bryant 24, Gasol 17, Fisher 17

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-0
    Celtics – Heat 2-0
    Nuggets – Jazz 1-1
    Lakers – Thunder 2-1
    Magic – Bobcats 2-0
    Mavs – Spurs 1-1
    Suns – Trail Blazers 2-1

  • NBA, playoff 2010, primo turno: James fa 40, i Jazz sbancano Denver

    Cleveland si porta 2-0 nella serie contro Chicago grazie ad una prova superba del suo fenomeno LeBron James. Il nativo di Akron scrive a referto ben 40 punti conditi da 8 assist e 8 rimbalzi e aggiunge anche 2 spettacolari stoppate che trascinano i Cavs e spezzano via la resistenza dei Bulls che fino a pochi minuti dalla fine speravano nel colpaccio.
    Partita equilibrata fino alla fine del terzo quarto (77-77), poi breve allungo di Chicago che viene annullato da LeBron. A quel punto si scatena Jamario Moon con 3 tiri da 3 punti, Chicago non ha più la forza di reagire e partita che scorre via senza patemi. L’impatto di Moon è stato determinante soprattutto se si considera che il tiro dalla lunga distanza non è proprio la sua specialità. Alla fine per l’ex Toronto Raptors e Miami Heat ben 12 punti (tutti da oltre l’arco con un notevole 4/5). E proprio qui si è giocata la partita visto che i Cavs hanno messo assieme un 10/20 da 3 mentre Chicago si è fermata a 4/13. Buono il contributo delle altre 2 stelle dei rossooro con Jamison che chiude con 14 punti e Mo Williams con 12. Un pò in ombra rispetto a gara1 Shaq O’Neal che colleziona solo 8 punti e 7 rimbalzi in 15 minuti di gioco a causa di problemi di falli. Derrick Rose infila 23 punti aggiungendo 8 assist, Noah è il top scorer dei Bulls con la doppia doppia da 25 punti e 13 rimbalzi, Luol Deng non si tira indietro e porta alla causa 20 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. Ma è il resto della squadra che manca e che lascia isolati i 3 fenomeni della franchigia dell’Illinois. Ora ci si trasferisce tutti a Chicago per gara3 in programma giovedì 22.

    Utah compie una vera e propria impresa ed espugna il parquet dei Denver Nuggets poche ore dopo aver saputo che il suo centro titolare Okur dovrà operarsi al tendine d’achille rotto in gara1 contro i Nuggets e starà fuori fino alla prossima stagione. Partita equilibrata fin dalle prime battute basti pensare che per ben 15 volte le 2 squadre sono state in parità e i controsorpassi ben 17. La svolta è il tiro di Kyle Korver ad 1 minuto e 28 secondi dal termine che da dietro l’arco punisce la difesa dei Nuggets e regala il vantaggio che non sarà più recuperato. A 3 secondi dalla fine tiro della disperazione di Billups da 3 punti ma questa non è stata certamente la sua serata e così Denver si inchina alla squadra più forte. Protagonisti della vittoria i soliti Deron Williams e Carlos Boozer: 33 punti e 14 assist per il primo, 20 punti e 15 rimbalzi per il secondo, ben coadiuvati dai 18 punti di Paul Millsap e dai 17 di Miles. Ottimo anche il tiratore specialista Korver con 13 punti e l’enorme merito del tiro già citato che ha spaccato in 2 la partita a favore dei Jazz. Denver ha visto la solita prova di Melo Anthony da 32 punti (ma con 25 tiri tentati), Billups ne ha aggiunti 17 con 11 assist, Nenè e Martin, i 2 lunghi, rispettivamente 18 e 15 ma è stato insufficiente per bloccare i motivatissimi Jazz che sperano di battere anche la sfortuna visto che Kirilenko (altra pedina fondamentale nello scacchiere di coach Jerry Sloan) non potrà disputare neanche una partita di questa serie ma casomai lo si rivedrà al prossimo turno se i Jazz andranno avanti. Denver ha un grosso vantaggio, quello di essere al completo per quanto riguarda i giocatori, anche se l’assenza momentanea di coach George Karl in panchina si fa sentire. Prossima gara a Salt Lake City, nello Utah, venerdì 23 aprile. Chi vincerà avrà un grande vantaggio per le successive gare!

    Risultati NBA del 19 aprile 2010

    Cleveland Cavaliers – Chicago Bulls 112-100
    (Cle: James 40, Jamison 14, Moon 12, Williams 12 – Chi: Noah 25, Rose 23, Deng 20)
    Denver Nuggets – Utah Jazz 111-114
    (Den: Anthony 32, Nenè 18, Billups 17 – Uta: Williams 33, Boozer 20, Millsap 18)

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    PRIMO TURNO:

    Cavs-Bulls 2-0
    Hawks-Bucks 1-0
    Celtics-Heat 1-0
    Nuggets-Jazz 1-1

    Lakers-Thunder 1-0
    Magic-Bobcats 1-0
    Mavs-Spurs 1-0
    Suns-Trail Blazers 0-1

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Anthony distrugge i Jazz

    Tutte vittorie casalinghe nella prima notte dei playoff NBA 2010.
    I Cleveland Cavaliers battono i Chicago Bulls al termine di una gara dominata in lungo e in largo. Dopo una buona partenza per Chicago, i Cavs prendono le redini della situazione grazie ad un parziale di 22-6 griffato Shaq O’Neal e Mo Williams. Le Bron James, anche se un pò sottotono rispetto alle medie della regular season (24 punti, 6 rimbalzi 5 assist ma ben 4 stoppate) provvede a mantenere il vantaggio dei suoi sui 20 punti. Nel quarto quarto i Bulls provano a riportarsi in partita e arrivano fino al -7 ma con LeBron in panchina, poi pagano lo sforzo e devono cedere le armi di gara1. O’Neal (12 punti) e Williams (19 punti e 10 assist) hanno ben supportato il “Prescelto” dando a Cleveland la spinta necessaria alla fuga. Per i Bulls Rose segna 28 punti con 10 assist e 7 rimbalzi ma con 7 palle perse. Appuntamento per gara2 lunedì 19 aprile.

    Atlanta non perde il vantaggio campo domando i mai arrendevoli Bucks di uno scatenato Brandon Jennings da 34 punti (a soli 2 punti dal record di Jabbar e Rose come esordio nei playoff!). Milwaukee paga i primi 2 quarti in cui concede tantissimo agli Hawks (62% dal campo) e tenta il disperato recupero solo nella parte finale di gara. Senza il centrone croato-australiano Andrew Bogut sarà dura strappare qualche vittoria ai “Falchi” che grazie a Joe Johnson (22 punti) e altri 6 giocatori in doppia cifra dimostrano di poter segnare in ogni modo. Molto bene in difesa la coppia Josh Smith-Al Horford che mette assieme ben 9 stoppate. Gara 2 martedì 20 aprile.

    Una grande prova difensiva permette a Boston di battere gli Heat che negli ultimi 12 minuti non vanno oltre i 10 punti realizzati (32 totali nel secondo tempo). Boston vince ma gli Heat escono dal “Garden” con il grande rimpianto di aver dissipato i 14 punti di vantaggio del terzo quarto messi assieme (9 punti in 5 minuti) da Dwyane Wade che da quel momento in poi deve sudarsi e costruirsi ogni singolo tiro. Brutto episodio da parte di Kevin Garnett che rifila una gomitata a Quentin Richardson per un parapiglia che coinvolge le 2 squadre e il numero 5 dei Celtics che viene espulso con l’ausilio della TV a bordo campo (salterà per squalifica la prossima gara). Wade chiude a 26 punti, per Boston doppia doppia di Rondo con 10 punti e 10 assist e 15 punti del nervoso Garnett. Gara 2 martedì 20 aprile.

    Uno strepitoso Melo Anthony da 42 punti distrugge quasi da solo i Jazz e permette a Denver di partire col piede giusto nella serie. Grande aiuto al numero 15 dei Nuggets arriva da J.R. Smith che segna tutti i suoi 20 punti nell’ultimo periodo e ricaccia indietro i tentativi di rientrare in partita di Utah.
    Grandi problemi per la formazione di Salt Lake City visto l’infortunio di Okur dopo soli 11 minuti (tendine d’achille) e di Miles che ha accusato un attacco di nausea dopo uno scontro di gioco. Pesa l’assenza di Kirilenko che pare l’unico a poter fermare Anthony. Gara 2 lunedì 19 aprile.

    Risultati NBA del 17 aprile 2010

    Cleveland Cavaliers – Chicago Bulls 96-83
    (Cle: James 24, Williams 19, Jamison 15 – Chi: Rose 28, Deng 12, Noah 10)
    Atlanta Hawks – Milwaukee Bucks 102-92
    (Atl: Johnson 22, Bibby 19, Crawford 17 – Mil: Jennings 34, Salmons 16, Ilyasova 11)
    Boston Celtics – Miami Heat 85-76
    (Bos: Pierce 16, Garnett 15, T. Allen 14 – Mia: Wade 26, Richardson 15, O’Neal 8)
    Denver Nuggets – Utah Jazz 126-113
    (Den: Anthony 42, Smith 20, Nenè 19 – Uta: Williams 26, Boozer 19, Miles 17)

    PRIMO TURNO:

    Cavs-Bulls 1-0
    Hawks-Bucks 1-0
    Celtics-Heat 1-0
    Nuggets-Jazz 1-0

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Cleveland Cavaliers – Chicago Bulls

    La sfida del primo turno dei playoff NBA 2010 tra Cleveland Cavaliers e Chicago Bulls sembrerebbe non avere storia visto che si scontrano la migliore squadra della Lega (almeno attenendosi propriamente al record) contro la peggiore tra le qualificate alla post season: i Cavs hanno ottenuto ben 20 vittorie in più rispetto agli avversari (61 W-21 L contro 41 W-41 L) anche se in stagione regolare la serie parla di un pareggio sul 2-2. C’è da dire però che le 2 vittorie dei Bulls sono arrivate in momenti poco esaltanti per i Cavaliers in quanto la prima vittoria ottenuta dai rossoneri dell’Illinois, ad inizio anno, vedeva la franchigia dell’Ohio in difficoltà per via dell’inserimento al centro dell’attacco di Shaquille O’Neal, mentre nella seconda sul finire della stagione regolare Cleveland ha rinunciato volutamente in vista dei playoff ai suoi uomini migliori, primo fra tutti LeBron James. E le sfide si sono sempre decise per un solo punto quasi sulla sirena finale. Le 2 vittorie dei rossooro invece sono state più larghe e hanno fatto intravedere il vero divario tecnico tra le 2 squadre.

    Cleveland molto probabilmente partirà con questo quintetto: Mo Williams ed Anthony Parker come guardie, LeBron James e Antawn Jamison come ali e Shaquille O’Neal nel ruolo di centro.
    Chicago risponderà con ogni probabilità in questo modo: Derrick Rose e Kirk Hinrich come guardie, Luol Deng e Taj gibson come ali e Joakim Noah come centro.
    Dalla panchina potrebbero risultare decisivi alcuni giocatori, in primis Anderson Varejao, J.J. Hickson e Delonte West per i Cavs, mentre Hakim Warrick, Brad Miller e Ronald “Flip” Murray saranno chiamati da coach Vinny Del Negro per contrastare il talento fisico e tecnico dei rivali.

    La chiave della serie (con Cleveland che ha il vantaggio del fattore campo sulle 7 partite) è indubbiamente LeBron James, sia per i Cavs che per i Bulls: se il fenomeno in maglia 23 sarà devastante e decisivo come al solito per Chicago ci sarà molto poco da fare. Se invece Coach Del Negro riuscirà almeno a limitare (annullare totalmente James in una partita potrebbe essere realtà solo se lo si legasse ad una sedia!) il giocatore più forte dell’intera NBA, allora si potrebbe intravedere qualche speranza per i “Tori”. Ma stiamo parlando veramente di possibilità minime anche se negli anni precedenti, nei playoff, abbiamo assistito a veri e propri “miracoli” sportivi (Denver che elimina Seattle, qualificatasi con il miglior record e Golden State che sbatte fuori allo stesso modo i Dallas Mavericks qualche campionato fa).

    La serie partirà sabato 17 aprile alle 21 italiane, la parola spetterà solo al campo.

    Questo il calendario della serie:
    Gara 1: Chicago Bulls @ Cleveland Cavaliers sabato 17 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Chicago Bulls @ Cleveland Cavaliers lunedi 19 aprile 8.00 pm (02.00)
    Gara 3: Cleveland Cavaliers @ Chicago Bulls giovedì 22 aprile 7.00 pm (01.00)
    Gara 4: Cleveland Cavaliers @ Chicago Bulls domenica 25 aprile 3.30 pm (21.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Cleveland martedi 27 aprile
    Gara 6: @ Chicago giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Cleveland sabato 1 maggio

  • NBA: LeBron James resta a Cleveland

    Secondo fonti vicine a LeBron James, stella NBA dei Cleveland Cavaliers e secondo quanto riportato da alcuni quotidiani di Cleveland, il fenomeno dovrebbe restare in maglia Cavs e prolungare l’attuale contratto in scadenza a luglio.

    I Cleveland Cavaliers anche per questa stagione hanno dominato la regular season restando la migliore squadra NBA e (molto probabilmente) il loro leader si assicurerà il titolo di MVP; tra poco iniziano i Playoff dove sono attesi al riscatto della passata stagione ma il futuro di LeBron James (che ricordiamo ha soli 25 anni) dovrebbe essere legato ancora a lungo a quello della franchigia dell’Ohio.
    Secondo il “Cleveland Plain Dealer” il nativo di Akron resterà nell’Ohio con i Cavs ed è pronto a rinnovare il contratto.
    Fonti vivine al giocatore confermano queste voci mentre lui, come promesso ad inizio regular season, non apre bocca a riguardo. Svanisce quasi sicuramente il tentativo dei New York Knicks di portare nella Grande Mela il giocatore più forte del mondo e probabilmente ora vireranno le proprie attenzioni su qualche altro free agent. In prospettiva futura ha giocato un enorme ruolo il fatto che non vi siano team che possono garantire a LeBron di vincere il titolo NBA come a tutt’oggi lo può garantire Cleveland.