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  • Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    I Bucks espugnano il parquet dei Pacers e ringraziano la coppia Salmons-Jennings (rispettivamente 22 e 18 punti). Da segnalare anche la doppia doppia di Mbah a Moute da 10 punti e 15 rimbalzi. Ad Indiana non bastano i 19 punti a testa di Granger e Collison ed i 14 punti con 12 rimbalzi e 6 stoppate del centro Roy Hibbert.

    30 punti e 16 rimbalzi di Dwight Howard lanciano i Magic contro i Nets che si dimostrano ancora una volta troppo giovani e forse ingenui per approfittare delle debolezze dell’avversario. Vince Carter, ex di giornata, piazza 19 punti.

    Un grande Varejao da 23 punti e 12 rimbalzi ben coadiuvato da Mo Williams e Daniel Gibson (22 punti a testa) permette ai Cavs di espugnare Philadelphia. Ai Sixers non bastano le ottime prestazioni di Jrue Holiday al suo massimo in carriera con 29 punti e di Elton Brand con 20 punti.

    Prima vittoria stagionale per i Detroit Pistons guidati da un Ben Gordon da 20 punti. A farne le spese i Charlotte Bobcats, lontani parenti della bella squadra che lo scorso campionato raggiunse i playoff. Non servono i 28 punti di un infuocato Stephen Jackson.

    Secondo successo consecutivo per i Knicks che ritornano al Garden dopo i lavori per le perdite di amianto nell’impianto. Al Madison ancora protagonista Toney Douglas, che dopo i 30 punti di ieri a Chicago ne infila 19 con 10 rimbalzi. Bene Gallinari con 16 punti (4/9 da 3). I Wizards che ritrovavano proprio ieri sera, dopo la lunga sospensione inflittagli della lega, Gilbert Arenas (18 punti i soli 26 minuti sul parquet) hanno in Blatche il miglior marcatore con 22 punti. Leggermente in ombra la prima scelta assoluta John Wall con soli 13 punti (e 9 palle perse).

    Amaro ritorno al Garden di Boston per il coach dei Bulls Tom Thibodeau (assistente di Doc Rivers per 3 anni ed un titolo NBA) che viene battuto in overtime (l’ennesimo tra Bulls e Celtics degli ultimi anni) per 110-105. Allen segna 25 punti, Garnett 16 con 10 rimbalzi e Rondo guida la squadra con 10 punti ed 11 assist, mentre per i Bulls sono inutili i 26 punti di un ottimo Noah (anche 12 rimbalzi per lui). Bene anche Deng (20 punti) e Rose che chiude quasi in doppia doppia (18 punti e 9 assist) ma l’esperienza biancoverde è stata superiore.

    Atlanta vince anche a Minneapolis ed infila la sesta “W” consecutiva restando l’unica squadra imbattuta nella Eastern Conference. 22 punti di Jamal Crawford ma soprattutto la superba prestazione di Josh Smith da 20 punti (9/13 al tiro) con 8 rimbalzi, 6 assist 2 steal e 5 stoppate (specialità nella quale continua ad essere leader con oltre 4 a partita) a fronte di nessuna palla persa permettono ai “Falchi” di continuare a volare alto e stare davanti ai tanto osannati Miami Heat in classifica. Per Minnesota 18 punti a testa per 3 giocatori: il rookie Wes Johnson, Love e Brewer.

    I New Orleans Hornets di Marco Belinelli danno una lezione ai Miami Heat di Wade e James e restano imbattuti in stagione con 5 successi e nessuna sconfitta. Okafor devastante per i “Calabroni” con 26 punti e 13 rimbalzi, Paul segna solo 13 punti ma distribuisce ben 19 assist e mette a referto ben 5 recuperi. Solo 8 punti per Belinelli che nei 31 minuti in campo ha fornito un’ottima prova contro avversari di livello sicuramente superiore. Per gli Heat ci sono i 28 punti e 10 rimbalzi per Wade e i 20 punti e 10 assist per James.

    I tiri liberi condannano i Memphis Grizzlies ad una bruciante sconfitta dopo 2 overtime a Phoenix. Troppi i liberi sbagliati nei momenti decisivi, sul finire dei tempi regolamentari: Gay fa 1/2 per il 97-99 che permette poi a Richardson di mandare il match al prolungamento e nel primo supplementare un nuovo 1/2, questa volta di Conley, nega la possibilità del possibile vantaggio a 5 secondi dalla fine con Nash che sbaglia l’ultimo tiro. Nel secondo overtime poi la maggior esperienza dei Suns ha fatto la differenza. Richardson strepitoso con 38 punti, 25 sono di Nash. Per Memphis ritorno sul parquet per una pedina molto importante, Zach Randolph che chiude con 12 punti e 14 rimbalzi, Gay e Gasol ne mettono 26 a testa mentre sono 23 quelli di Mayo. Nonostante la sconfitta a Memphis si può sorridere visto il recupero di Randolph ed una squadra che cresce comunque di partita in partita. I playoff sono alla portata.

    Dopo la vittoria contro Oklahoma City i Clippers tornano sulla terra. Carmelo Anthony con 30 punti si prende il palcoscenico, a poco servono i 26 punti e 10 rimbalzi del sempre più convincente rookie Blake Griffin che se continua su questi ritmi e livelli non farà certo fatica a portarsi a casa il premio di matricola dell’anno.

    Continua la marcia inarrestabile dei campioni in carica dei Los Angeles Lakers che battono allo Staples Center i Toronto Raptors di Andrea Bargnani (14 punti ma prova incolore per l’italiano): Gasol con 30 punti e Bryant con 23 guidano i gialloviola al sesto successo in stagione. Barbosa ne mette 17 per i Raptors ma la squadra sembra veramente molto debole, sarà un anno molto difficile in Canada.

    I Warriors si confermano la sorpresa di questo inizio di stagione e battono i Jazz di un Deron Williams da 23 punti. Doppia doppia per Jefferson da 16 punti e 15 rimbalzi. Per Golden State 23 punti per il numero 1 tra i marcatori, Monta Ellis, 20 per Curry (al rientro dopo l’infortunio), 14 e 15 rimbalzi per Lee ed infine solo 8 punti ma conditi da ben 20 rimbalzi per un Andris Biedrins in netta crescita. Stupisce il punteggio molto basso (85-78) tra 2 delle formazioni più offensive della Lega e che molte volte vanno sopra (abbondantemente) i 100 punti segnati per partita.

    Risultati NBA del 5 novembre 2010

    Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 90-94

    • Ind: Granger 19, Collison 19, Hibbert 14; Mil: Salmons 22, Jennings 18, Mbah a Moute 10, Maggette 10

    Orlando Magic-New Jersey Nets 105-90

    • Orl: Howard 30, Nelson 20, Carter 19; N.J.: Outlaw 17, williams 15, Harris 14

    Philadelphia 76ers-Cleveland Cavaliers 116-123

    • Phi: Holiday 29, Brand 20, Louis Williams 16; Cle: Varejao 23, Mo Williams 22, Gibson 22

    Detroit Pistons-Charlotte Bobcats 97-90

    • Det: Gordon 20, Hamilton 16, Prince 14; Cha: Jackson 28, Wallace 13, Augustin 12

    New York Knicks-Washington Wizards 112-91

    • N.Y.: Douglas 19, Stoudemire 18, Gallinari 16; Was: Blatche 22, Arenas 18, Wall 13

    Boston Celtics-Chicago Bulls 110-105 (overtime)

    • Bos: Allen 25, Garnett 16, Davis 15; Chi: Noah 26, Deng 20, Rose 18, Gibson 18

    Minnesota Timberwolves-Atlanta Hawks 103-113

    • Min: Wes Johnson 18, Love 18, Brewer 18; Atl: Jamal Crawford 22, Smith 20, Bibby 15

    New Orleans Hornets-Miami Heat 96-93

    • N.O.: Okafor 26, West 15, Paul 13, Ariza 13; Mia: Wade 28, James 20, Bosh 15

    Phoenix Suns-Memphis Grizzlies 123-118 (2 overtime)

    • Pho: Richardson 38, Nash 25, Turkoglu 18; Mem: Gay 26, Gasol 26, Mayo 23

    Denver Nuggets-Los Angeles Clippers 111-104

    • Den: Anthony 30, Harrington 18, Afflalo 16; Cli: Griffin 26, Gordon 21, Craig Smith 18

    Los Angeles Lakers-Toronto Raptors 108-103

    • Lak: Gasol 30, Bryant 23, Blake 14; Tor: Barbosa 17, DeRozan 15, Bargnani 14, Calderon 14

    Golden State Warriors-Utah Jazz 85-78

    • G.S.: Ellis 23, Curry 20, Lee 14; Uta: Deron Williams 23, Jefferson 16, Miles 12, Millsap 12

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  • Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    7 le partite in programma nella notte NBA, ma ne sono state disputate 6 visto il rinvio, a data da destinarsi, della sfida tra New York Knicks ed Orlando Magic per motivi di sicurezza all’interno del Madison Square Garden. Secondo quanto riportato da alcuni siti specializzati NBA il problema sarebbe relativo all’amianto. Tutto dovrebbe risolversi entro oggi o al massimo domani, ma se ciò non dovesse accadere i Knicks hanno già contattato i gestori del Prudential Center (che da quest’anno ospita le partite casalinghe dei New Jersey Nets) per poter disputare eventualmente nell’impianto di Newark la partita contro i Washington Wizards di venerdì. Ecco comunque in dettaglio le altre partite giocate:

    Gli Atlanta Hawks si dimostrano ancora una volta una grande squadra con un collettivo fantastico ed espugnano il parquet dei Cavaliers per 100-88. 22 punti per Marvin Williams, 16 per Jamal Crawford ed Horford che aggiunge anche 12 rimbalzi, 15 punti a testa per Johnson e Bibby mentre chi non ha brillato nei punti segnati come Josh Smith (solo 6) ha catturato 11 rimbalzi ed ha messo a referto altre 5 stoppate che sommate alle 13 precedenti continuano a renderlo il migliore in questa specialità in tutta la Lega. Per Cleveland, arrivata al terzo KO di fila, ci sono solo i 31 punti di Hickson (massimo in carriera).

    Nella sfida tra le prime 2 scelte assolute di quest’anno al Draft, John Wall dei Wizards ed Evan Turner dei Sixers, la spunta il playmaker di Washington che infila 29 punti e 13 assist e 9 palle rubate (record di franchigia). Per Turner invece solo 9 punti. Importantissimo Cartier Martin che a 3 secondi dal termine infila la tripla del pareggio a quota 106 lasciando un solo decimo alla sirena finale. In overtime poi arriverà la vittoria per i padroni di casa, la prima in stagione, mentre Phila incassa la quarta sconfitta in 4 incontri.

    Boston sbanca Detroit in scioltezza grazie alla prova dei suoi “Big Four”: top scorer Garnett con 22 punti, segue a ruota Pierce con 21, mentre Allen segna 16 punti. Ancora straordinario in regia Rajon Rondo che oltre ai 9 punti piazza 17 assist mantenendo così la sua media stagionale. Detroit è poca roba, squadra molto probabilmente condannata alle prime posizioni del prossimo Draft.

    Alla vittoria dei Celtics risponde Miami che distrugge letteralmente i malcapitati Minnesota Timberwolves per 129-97. Wade 26 punti, James 20 (e 12 assist), Bosh 13 guidano la franchigia della Florida ad un facile successo. Da segnalare i 17 punti di James Jones, ottimo in questo inizio di regular season con le sue bombe e che anche nella partita contro i Wolves ha collezionato un lusinghiero 5/9. Per Minnesota in evidenza il solo Love con 20 punti. Delude invece l’ex col dente avvelenato Michael Beasley (solo 11 punti per lui).

    Portland passa in Wisconsin sul parquet dei Bucks per 90-76 grazie a 6 uomini in doppia cifra: Matthews 18 è il top scorer, poi 17 Roy, 14 Aldridge, 12 a testa per Miller e Cunningham e 10 per Armon Johnson. Milwaukee paga le pessime percentuali nel tiro da 3 e nel tiro da 2 dovute alla grande difesa dei Blazers.

    Ai Celtics ed agli Heat, sul finire di serata americana rispondono i Lakers che strapazzano i pur sempre insidiosi Memphis Grizzlies. Primo tempo perfetto per gli uomini di coach Phil Jackson che chiudono con un eloquentissimo +27 (73-46) e partita già in ghiacciaia. Nel secondo tempo i Grizzlies provano a dare una scossa all’incontro ma riescono solo a contenere l’ampio distacco chiudendo sul -19 (124-105). Il solito trio Bryant (23 punti), Gasol (21 e 13 rimbalzi) ed Odom (17) guida i gialloviola, per Memphis si salva Gay con 30 punti, mentre non riesce ad incidere il fratello minore di Pau Gasol, Marc che chiude con 11 punti. Grizzlies distrutti da L.A. praticamente in ogni aspetto, percentuale da 2, da 3, rimbalzi, tiri liberi, una vera macchina perfetta. Anche gli Heat sono avvertiti.

    Risultati NBA del 2 novembre 2010

    Cleveland Cavaliers-Atlanta Hawks 88-100

    • Cle: Hickson 31, Mo Williams 12, Parker 10; Atl: Marvin Williams 22, Horford 16, Jamal Crawford 16

    Washington Wizards-Philadelphia 76ers 116-115 (overtime)

    • Was: Wall 29, Blatche 23, Young 20; Phi: Williams 30, Brand 21, Holiday 14

    Detroit Pistons-Boston Celtics 109-86

    • Det: Villanueva 17, Daye 16, Stuckey 15; Bos: Garnett 22, Pierce 21, Allen 16

    Miami Heat-Minnesota Timberwolves 129-97

    • Mia: Wade 26, James 20, Jones 17; Min: Love 20, Telfair 13, Johnson 13

    Milwaukee Bucks-Portland Trail Blazers 76-90

    • Mil: Maggette 16, Delfino 14, Bogut 12; Por: Matthews 18, Roy 17, Aldridge 14

    Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 124-105

    • Lak: Bryant 23, Pau Gasol 21, Odom 17; Mem: Gay 30, Conley 16, Marc Gasol 11

    New York Knicks-Orlando Magic rinviata a data da destinarsi

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  • Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    E’ Arrivata finalmente l’estensione di Al Horford (24 anni) con gli Atlanta Hawks.
    Il centro ha siglato un contratto che lo legherà alla franchigia della Georgia per altri 5 anni per un totale di 60 milioni di dollari:

    • Ho voluto questa estensione per rendere facile il lavoro di tutti senza distrarre la squadra, adesso che è tutto sistemato non ho preoccupazioni per la stagione

    Ha dichiarato Horford subito dopo la firma. Adesso tutte le attenzioni degli Hawks si spostano su Jamal Crawford, con il quale vi sono stati ripetuti screzi in Estate in merito dell’estensione del contratto.
    Inoltre nelle ultime ore vi sono parecchie voci in merito a Josh Smith, il quale potrebbe lasciare gli Hawks a febbraio ma non per volontà sua, ma per necessità di bilancio. Smith è appetito da moltissime squadre vista la sua versatilità ed il suo atletismo (al momento è anche il miglior stoppatore in NBA con 4,3 di media a partita. Il numero 5 dei “Falchi” si trova bene ad Atlanta ed il progetto vincente messo sù dalla squadra gli piace molto, ma nell’NBA la volontà di un giocatore non conta quasi nulla quando si è sotto contratto con una franchigia: ci si può ritrovare da un giorno all’altro dalla migliore squadra NBA alla peggiore senza dover battere ciglio per impedirlo.

    Oltre ad Horford (terza scelta assoluta del Draft 2007 dietro solo a Greg Oden e Kevin Durant) sono da menzionare anche i rinnovi di Mike Conley (quarta scelta assoluta sempre del 2007) con Memphis (45 milioni di dollari in 5 anni) e di Jared Dudley con i Phoenix Suns (22,5 milioni di dollari in 5 anni).

    Ancora nessuna novità invece in merito ad Aaron Brooks, playmaker degli Houston Rockets, che ha fatto sapere di non gradire la situazione creatasi in merito al suo rinnovo contrattuale.

    Anderson Varejao intanto (28 anni) ha fatto sapere che vorrebbe lasciare Cleveland. E non è il solo visto che anche Mo Williams ed Antawn Jamison hanno la medesima idea. Se tutto ciò accadesse, Cleveland in pochi mesi avrebbe perso quattro quinti (ci sarebbe da aggiungere anche LeBron James) del quintetto titolare che la scorsa stagione raggiunse il miglior record della Lega.

  • Parker rinnova con gli Spurs per 4 anni. E intanto cresce il rischio lockout

    Parker rinnova con gli Spurs per 4 anni. E intanto cresce il rischio lockout

    Tony Parker, stella francese di San Antonio, ha prolungato il contratto di 4 anni con la squadra texana.

    Arrivato agli Spurs all’età di 19 anni, ha vinto 3 titoli NBA, nel 2003, nel 2005 e nel 2007 (qui nominato M.V.P. delle finali contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James), tutti con i neroargento che finora sono stati l’unica squadra del playmaker nato a Bruges, in Belgio, con i quali ha collezionato 668 presenze.

    Parker ha firmato fino al 2015 (il contratto attuale scadrà a giugno 2011, rinnovo quadriennale per lui) e guadagnerà complessivamente 50 milioni di dollari, circa 36 milioni di euro.

    Una decisione, quella degli Spurs, che va controcorrente rispetto a quella di altre squadre della Lega che non stanno rinnovando i contratti in scadenza nel giugno 2011: infatti in Estate sarà ridiscusso il contratto collettivo dei giocatori che scadrà proprio al termine di questa stagione agonistica. Ma il Commissioner NBA David Stern ha promesso un taglio drastico alle cifre spropositate che oggi percepiscono le superstar della Lega, anche perchè la crisi economica del Paese va avanti e non accenna ad arrestarsi. Se i giocatori non cederanno alle richieste di Stern (che vorrebbe tagliare del 50% circa lo stipendio massimo da dare ai giocatori, ovvero dal massimo dei 30 milioni di dollari attuali, come percepito da Kobe Bryant ad esempio, si passerebbe a poco più di 15 milioni all’anno) potrebbe esserci il rischio lockout. Una decina di anni fa accadde già la stessa situazione e la serrata costrinse la Lega a tagliare la stagione di ben 32 partite (invece delle 82 previste se ne disputarono 50).
    Da quel blocco furono introdotte, per esempio, misure innovative come la luxury tax. Chissà cosa salterà fuori questa volta. Secondo David Stern i margini per giungere ad un accordo senza conseguenze ci sono, ma di sicuro non sarà facile.

    Proprio per questi tagli agli stipendi molte franchigie hanno interrotto le trattative con i giocatori che andranno in scadenza nel giugno 2011, visto che i proprietari potrebbero sfruttare migliori condizioni contrattuali a discapito dei giocatori. E’ per questo che giocatori come Jeff Green, stella degli Oklahoma City Thunder (assieme a Kevin Durant) ancora non ha ricevuto nessuna proposta, lo stesso dicasi per Brandan Wright dei Warriors ad esempio, di Greg Oden dei Blazers (anche se in molti dicono che sia la prima scelta assoluta del Draft 2007 a non voler rifirmare per andare via), di Wilson Chandler dei Knicks (che in questo avvio di stagione è il migliore della squadra di D’antoni), di Rodney Stuckey dei Detroit Pistons, playmaker che potrebbe fare gola a molte squadre. Unici ad aver ricevuto proposte di rinnovo sono stati proprio Durant e Joakim Noah dei Chicago Bulls, dato le franchigie che ne possiedono i diritti, per il talento mostrato sul parquet, non si sono voluti lasciare sfuggire. Soprattutto per quanto riguarda Durant dei Thunder, che pare destinato a dominare la Lega nei prossimi anni.

    Insomma una situazione che è in evoluzione ma la necessità di arrivare ad un accordo in tempo utile è auspicata da tutti, proprietari, dirigenti, tifosi ed ovviamente i giocatori.

  • Miami piega facilmente i Nets

    Miami piega facilmente i Nets

    Tutto facile per i Miami Heat sul campo dei New Jersey Nets: gli uomini di coach Spoelstra hanno avuto vita più facile del previsto sommergendo i rivali di giornata sotto 23 punti di scarto. Alla fine il punteggio è stato di 101-78, con James e compagni che hanno tenuto fede alla loro media di punti subiti in regular season che si aggira sugli 80 punti circa (la migliore della Lega finora). E la difesa è sempre la prima garanzia di successo per una squadra.

    La gara è iniziata con i primi 2 punti segnati da Brook Lopez, unico vantaggio Nets di tutta la gara, visto che per ben 4 minuti i padroni di casa non solo non sono poi riusciti a segnare, ma hanno dovuto subire le giocate in campo aperto di Wade e James che hanno scavato il primo importante solco. Addirittura dopo 6 minuti e mezzo di gioco i Nets avevano segnato la miseria di 7 punti, quasi tutti firmati Lopez (ben 6 su 7) e dei primi 10 punti messi a referto da New Jersey il centro ne aveva segnati 9. Il resto della squadra letteralmente invisibile. Miami è riuscita a doppiare gli avversari sul 36-18, ha mantenuto sempre il distacco sull’ordine dei 20 punti ed ha controllato agevolmente la gara, anche nel secondo tempo non c’è  stata reazione da parte dei Nets. Niente di più facile per gli Heat che inanellano così il terzo successo consecutivo dopo il KO al debutto contro Boston.

    6 uomini in doppia cifra per Miami: James 20 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, Bosh 18 punti, Wade 17 punti, 6 rimbalzi e 7 assist, 12 punti per Arroyo, 11 per House e 10 Illgauskas, la “macchina” inizia ad ingranare, adesso bisognerà stare allerta.
    Per i Nets si salvano Lopez con 20 punti, Harris con 13 e sorprende il rookie Favors che al confronto con avversari quotatissimi mette a referto una doppia doppia da 13 punti e 13 rimbalzi (di cui ben 10 in attacco). Avery Johnson però ha ancora tanto da lavorare.

    New Jersey Nets-Miami Heat 78-101

    • N.J.: Lopez 20, Harris 13, Favors 13; Mia: James 20, Bosh 18, Wade 17

    GUARDA GLI HIGHLIGHTS DI NEW JERSEY NETS-MIAMI HEAT

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  • NBA: Nel match d’esordio i Boston Celtics piegano i Miami Heat

    NBA: Nel match d’esordio i Boston Celtics piegano i Miami Heat

    Nella prima partita stagionale che ha dato il via alla nuova stagione NBA, i Boston Celtics hanno battuto i nuovi Miami Heat.
    Pochi mesi fa il “Garden” di Boston segnò l’ultima apparizione stagionale di LeBron James, che alla fine risultò l’ultima partita anche con i Cleveland Cavaliers, quando in gara 6 delle semifinali di Eastern Conference uscì dal parquet a capo chino battuto da Pierce e soci.
    La nuova avventura del “Re” in quel di Miami inizia ora allo stesso modo, con una sconfitta, e sempre sul medesimo parquet.
    Gara non bellissima ma molto appassionante fino alla fine che è riuscita a suscitare molte emozioni in diversi momenti di gioco.
    Nonostante la sconfitta James è stato il meno peggio dei suoi mettendo a referto ben 31 punti ma la nota stonata sono le 8 bruttissime palle perse che devono essere drasticamente diminuite fin dal prossimo incontro. Orrendo invece Chris Bosh , irriconoscibile per lunghi tratti del match Wade, se questo è l’inizio a South Beach non c’è da stare allegri.
    Per i padroni di casa biancoverdi invece decisivi ai fini del risultato il capitano di 1000 battaglie e dal cuore immenso Paul Pierce, e Ray Allen che con i loro tiri da 3 hanno affossato le speranze Heat di rimonta nell’ultimo quarto.

    Il match inizia con i primi 2 punti di James, è lui il primo marcatore stagionale, ma sin dalle prime battute si riesce a notare una squadra più in palla ed una più contratta: chi crea gioco sono i Celtics, mentre gli Heat sono costretti sulla difensiva e le pessime percentuali in attacco scavano il primo solco (importante, già in doppia cifra) a cavallo tra fine primo quarto ed inizio del secondo.
    Le 2 squadre si alternano nel segnare ed il punteggio rimane sempre tra i 9 e gli 11 punti a favore di Boston che nonostante un piccolo periodo di appannamento riesce a riprendersi ed a chiudere il primo tempo in vantaggio di ben 15 punti (45-30): non male tenere una delle formazioni più talentuose offensivamente (se non la più talentuosa) a soli 30 punti in 2 quarti di gioco.
    Allen e James sono i leader delle 2 squadre con 11 punti a testa.

    Nel secondo tempo la musica cambia, forse anche per via di qualche sfuriata, negli spogliatoi, di coach Spoelstra. E gli Heat, punticino su punticino iniziano a recuperare lo svantaggio che li divide dai Celtics: James sale in cattedra e trascina la sua squadra ed i suoi compagni, il parziale del terzo quarto parla chiaro, 27-18 e Miami arriva fino al -6 (63-57).
    Boston inizia ad avere paura del ritorno bianco-rosso-nero ed incomincia a sbagliare ,nel quarto parziale, anche le cose più semplici ed elementari, sia in attacco che in difesa. Dopo aver segnato un paio di canestri con Glen Davis, coach Spoelstra, che pesca fino al fondo della sua panchina, manda in campo James Jones che con un canestro da 3 porta i suoi a -4. Pierce risponde da gran campione sempre da oltre l’arco, il tempo stringe e Jones prova a piazzare un’altra tripla che buca il canestro (nuovo -4).
    La risposta, nemmeno a farlo apposta, è del solito capitano che ristabilisce il +7. Miami a questo punto, con pochi minuti da giocare, sembra in ginocchio, soprattutto dopo un fallo che da 3 liberi a Pierce che dalla lunetta realizza il momentaneo +11 (81-70), ma Eddie House e LeBron James pescano ancora 2 bombe che ricuciono lo strappo e un appoggio del solito LeBron fa calare improvvisamente il silenzio sul Garden: parziale spaventoso e punteggio che recita 83-80.
    Miami ci crede ma a tagliarle le gambe è un’altra bomba da 3 punti, questa volta di Ray Allen (la quinta della sua partita) che regala il +6 a Boston a pochi secondi dalla fine (86-80).
    Dopo l’errore di Wade, dalla lunetta Pierce fissa il risultato finale sull’88-80 Celtics che regala il primo sorriso ai biancoverdi e segna indelebilmente l’esordio dei nuovi “Big Three” di Miami con una sconfitta.

    Celtics, a parte qualche momento di sbandamento (più che comprensibile) molto ordinati e compatti. Grande dimostrazione da parte della squadra di Doc Rivers che fa vedere a tutti di che pasta è fatta: Allen 20 punti (5/8 da 3) e Pierce 19 (3/4 da 3 e 9 rimbalzi) mattatori per i padroni di casa, le 8 bombe Celtics sono tutte appannaggio loro. Bene anche Garnett (10 punti +10 rimbalzi e solido in difesa su Bosh), 13 punti per uno strabiliante Glen Davis, solo 4 punti ma con 5 rimbalzi e ben 17 assist per Rondo, autore di una grande regia.
    Per Miami, già detto della prova molto buona di James, da sottolineare poi i soli 13 punti di Wade (che però ha latitato molto in partita con ben 6 palle perse, 14 totali tra lui e James), bruttissima invece la prova di Bosh, il resto della squadra ha cercato di tappare i buchi ma alla fine non è bastato. Heat che devono crescere in fretta per non perdere il passo dei migliori.

    Risultato NBA 26 Ottobre 2010

    Miami Heat-Boston Celtics 80-88

    • Mia: James 31, Wade 13, House, Haslem, Bosh 8; Bos: Allen 20, Pierce 19, Davis 13

    Guarda il video degli Highlights di Boston Celtics-Miami Heat

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  • NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    Mancano poche ore al via della nuova stagione NBA che si aprirà alle ore 19.30 locali (l’1.30 circa in Italia) con l’attesissima sfida tra i nuovissimi e scintillanti Miami Heat del trio delle meraviglie LeBron James-Dwyane Wade-Chris Bosh che faranno visita ai “vecchi Big Three” di Boston ovvero Paul Pierce-Kevin Garnett-Ray Allen (aiutati ormai in pianta stabile dal playmaker Rajon Rondo). Alle ore 10.00 locali (le 4.00 italiane) invece seconda partita che vedrà impegnati i Suns a Portland. Mentre chiusura con il botto poco più tardi, alle 10.30 (le 4.30 in Italia), con l’esordio dei bicampioni dei Los Angeles Lakers, in casa contro i Rockets, dove ci sarà anche la consegna, tramite una piccola cerimonia, degli anelli ai gialloviola per il trionfo dello scorso campionato.

    Tutti gli occhi sono puntati su queste 2 franchigie: degli Heat già abbiamo accennato, l’altra, i Lakers di Kobe Bryant e Phil Jackson, sono probabilmente ancora la squadra da battere anche quest’anno ma potrebbero essere arrivati al “canto del cigno” alla fine di questa stagione vista l’età media non più verdissima. In molti dicono che lasceranno strada proprio agli Heat, che è opinione comune, hanno acquisito tantissimo in termini di talento, forza fisica, tecnica, e chi più ne ha più ne metta. E ciò pare lampante visto che nel basket moderno mai nessuna squadra era riuscita ad ammassare così tanto talento nel giro di poche ore, riuscendo a rifirmare l’uomo franchigia Dwyane Wade (dopo Kobe Bryant la migliore guardia nel panorama NBA) e ad affiancargli in un lasso di tempo ridottissimo Chris Bosh dai Toronto Raptors (forse la migliore ala grande per talento puro nella Lega, peccato che alcune volte la tenuta mentale non sia altrettanto eccellente) e LeBron James dai Cleveland Cavaliers, il più forte giocatore di pallacanestro sulla faccia della Terra secondo il giudizio di moltissimi esperti NBA. Messi assieme questi 3 giocatori e reperiti sul mercato altri onesti comprimari, gli Heat si presentano ai nastri di partenza allo stesso livello dei Lakers (anzi, qualche agenzia di scommessa li dà anche per favoriti) e se non già da quest’anno, saranno la squadra da battere nei prossimi campionati. L’atmosfera sui parquet d’oltreoceano sarà particolarmente “calda” per gli Heat (che tradotto in italiano signica letteralmente “caldo”!): LeBron James infatti in pochi mesi ha visto il suo indice di gradimento pubblico calare più velocemente di quello di Obama e, dopo il fiasco dello show televisivo nel quale ha annunciato la sua “decisione” di andare a Miami, è diventato decisamente impopolare. Gli Heat così dovranno convivere con l’etichetta di squadra antipatica per la maggior parte dei tifosi a stelle e strisce. Nessun problema, sostengono i “Big Three”, le sentenze comunque le darà soltanto il campo da gioco come al solito.

    Poi dopo i 2 “dream team” tutte le altre outsider, in primis gli Orlando Magic del centro più forte della Lega, Dwight Howard, ruolo che più di ogni altro riesce a spostare gli equilibri di una franchigia. Magic molto equilibrati e compatti, che dovranno guardarsi dai soliti Celtics, sempre più vecchietti con l’aggiunta di Shaq O’Neal, ma sempre pericolosi.
    A seguire, tutte le altre squadre con gli Oklahoma City Thunder pronti ad esplodere, dopo l’ultima ottima stagione, sotto la guida del fenomenale Kevin Durant che il mondo intero ha potuto ammirare negli ultimi Mondiali di Turchia a Settembre (premiato come M.V.P. del torneo). E vista l’età di Kobe Bryant (32 anni ma si va per i 33) ecco che il numero 35 nativo di Washington è incredibilmente diventato l’anti-LeBron: il pubblico ed i tifosi americani lo amano immensamente, la faccia da ragazzino (e lo sarebbe anche visti i 22 anni compiuti il 29 settembre), un viso”pulito” e tante buone azioni che la gente non fa fatica a leggere ed interpretare, lo hanno portato incredibilmente alla ribalta ponendolo in contrasto con il “nuovo nemico pubblico James”. Gli applausi per Durant sono arrivati anche la settimana scorsa quando il giocatore, scelto dalla famosissima rivista “Sports Illustrated” come uomo copertina, ha voluto dividere la cover del settimanale con 2 suoi compagni di squadra, l’ex Biella Thabo Sefolosha ed il serbo Nenad Kristic. Questa la dichiarazione del numero 35 Thunder:

    • Mi sembrava giusto, di loro si parla troppo poco e meritano un po’ di pubblicità, i successi della squadra non sono solo merito mio ma soprattutto loro”.

    Kevin Durant può seriamente puntare al premio di M.V.P. stagionale e facendo ciò potrebbe anche trascinare i Thunder dove nessuno osa immaginare: tanto talento abbonda tra le file degli ex Seattle Sonics (ed inoltre sono la squadra più giovane della Lega!) pronti già ora ad essere i vice Lakers ad Ovest, in attesa di prenderne il posto tra un anno ed iniziare a sfidare gli Heat per il predominio nella Lega.

    Tutte le altre squadre sembrano avere un qualcosa in meno rispetto a questi 5 top-team, ma le sorprese in NBA sono sempre dietro l’angolo: d’altra parte basta un’operazione di mercato per proiettare una squadra mediocre tra le possibili contender al titolo (come potrebbe diventarlo New York se riuscisse ad acquisire Carmelo Anthony dai Nuggets).

    Tra i nuovi giocatori che si affacciano al palcoscenico della NBA da tenere d’occhio la prima scelta assoluta del Draft 2010 di Washington, John Wall. E la prima scelta assoluta del Draft 2009 Blake Griffin (L.A. Clippers) che è considerato rookie a tutti gli effetti visto che lo scorso anno poco prima di debuttare in regualr season un brutto infortunio lo ha tolto di mezzo per tutto l’anno. Sono loro 2 a giocarsi il titolo di debuttante dell’anno e succedere così a Tyreke Evans dei Kings, ma attenzione ad un’altro debuttante proprio di Sacramento, DeMarcus Cousins, centro dalle enormi potenzialità, quinta scelta assoluta dei californiani che però in ordine di gradimento dopo una buona preseason ha già scavalcato nelle gerarchie dei critici sia la seconda scelta assoluta Evan Turner, la terza, Derrick Favors e la quarta Wes Johnson.

    Un in bocca al lupo speciale va ai nostri 3 connazionali della NBA: a Marco Belinelli, che nella sua nuova casa di New Orleans dovrà dimostrare di poter restare nella Lega dopo anni in cui non ha mostrato la sua classe (nè ai Warriors, nè ai Raptors); a Danilo Gallinari che spera di poter proseguire la sua avventura ai Knicks e non essere mandato a Denver come contropartita di Melo Anthony; ad Andrea Bargnani, che si è trovato catapultato all’improvviso come uomo franchigia dei Toronto Raptors dopo il tradimento di Chris Bosh e dovrà essere il vero leader ed uomo squadra di un gruppo in ricostruzione.

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  • NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    Una super prestazione di Marco Belinelli, da 25 punti (6/10 da 3 punti) conditi da 2 assist e 2 steal in 33 minuti di impiego sul parquet, non basta ai New Orleans Hornets per battere i Charlotte Bobcats. La formazione del North Carolina si impone dopo un supplementare grazie al solito Stephen Jackson che mette a segno 25 punti.

    Cadono anche i Toronto Raptors di Andrea Bargnani: nonostante i 19 punti del “Mago” i Chicago Bulls hanno la meglio sui canadesi per 110-103, grazie ai 22 punti di Luol Deng ed ai 20 di Derrick Rose (quasi in tripla doppia con anche 8 rimbalzi e 9 assist in soli 31 minuti sul campo).

    In campo anche i Knicks che però lasciano a riposo tutti i “Big” dopo la partita disputata solo 24 ore fa: Stoudemire, Gallinari e Chandler assistono al match solo come semplici spettatori. Knicks che cadono contro Philadelphia per 118-91 (20 punti a testa per Kapono ed Iguodala, doppia-doppia da 16 punti e 11 rimbalzi per Elton Brand).

    Nelle ultime 2 partite di questa notte di preseason, vincono i Boston Celtics con i 17 punti del capitano Paul Pierce contro i New Jersey Nets (benissimo il rookie Derrick Favors con 16 punti, 4 rimbalzi e 2 stoppate in 24 minuti di gioco), e gli Orlando Magic, che restano imbattuti in questa preseason (7-0 il record): asfaltati anche i Dallas Mavericks (non proprio gli ultimi arrivati) con un perentorio 101-76, grazie ai 20 punti a testa di Vince Carter e Dwight Howard (che aggiunge però anche 13 rimbalzi e 4 stoppate in 28 minuti di gioco). Magic in formissima in vista della regular season, i cugini dei Miami Heat di Wade, Bosh e James sono avvisati, per il primato della Southeast Division ci sarà ancora da battagliare contro di loro.

    Risultati preseason NBA 20 ottobre 2010

    New Orleans Hornets-Charlotte Bobcats 98-105 (overtime)

    • (N.O.: Belinelli 25 punti; Cha: Jackson 25 punti)

    Toronto Raptors-Chicago Bulls 110-103

    • (Tor: Barbosa 22 punti, Bargnani 19; Chi: Deng 22 punti)

    New York Knicks-Philadelphia 76ers 118-91

    • (N.Y.: Felton 16 punti; Phi: Kapono, Iguodala 20 punti)

    Dallas Mavericks-Orlando Magic 76-101

    • (Dal: Butler 15 punti; Orl: Carter, Howard 20 punti)

    New Jersey Nets-Boston Celtics 92-107

    • (N.J.: Favors 16 punti; Bos: Pierce 17)
  • NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    La stagione NBA è alle porte (inizio fissato per il 26 ottobre) e da oggi inizia l’analisi delle squadre NBA che si apprestano a disputare la stagione 2010/2011.
    Il viaggio nel mondo del basket U.S.A. inizia dalla Atlantic Division (Eastern Conference) e dalle sue 5 squadre.
    Da molti questa divisione viene considerata la più facile e la più scontata, con una franchigia che vincerà il titolo divisionale a mani basse (Boston Celtics), ma più che per meriti propri per demeriti altrui, e le altre che hanno molto più interesse alla ricostruzione della squadra in vista del futuro. Philadelphia, New Jersey e Toronto si presantano ai nastri di partenza con obiettivi minimi, e saranno molto probabilmente destinate ad un’annata al disotto del 50% di vittorie e quindi con un record perdente, mentre i soli New York Knicks, visto l’arrivo del fortissimo Amar’è Stoudemire dai Phoenix Suns, sembrano poter avere un record vincente. Alle spalle dei soliti Celtics, che comunque non sono più la squadra tritasassi del 2007-2008 che vinse il titolo a mani basse per ovvi motivi anagrafici ma che comunque restano insidiosi per chiunque viste le qualità tecniche che possiedono i giocatori all’interno del suo roster.

    BOSTON CELTICS: Squadra un pò anziana, dicevamo, ma con indubbie qualità tecniche come dimostrato ampiamente nello scorso anno (finale NBA contro i Lakers che hanno avuto la meglio solo in gara 7 pur avendo il vantaggio del fattore campo). Il nucleo portante sarà formato dai soliti 4 giocatori: il capitano Paul Pierce, la guardia tiratrice più prolifica in NBA per quanto riguarda il tiro da 3 punti ovvero Ray Allen, un all-star come Kevin Garnett nel ruolo di ala grande che dovrà dimostrare che l’infortunio al ginocchio non lo condiziona oramai più ed infine Rajon Rondo, che sarà chiamato alla definitiva consacrazione visti i progressi mostrati in questi ultimi 2 anni tra regular season e playoff. Proprio Rondo sarà la chiave dei biancoverdi, il vero ago della bilancia e coach Doc Rivers punta tutto sulle qualità del suo playmaker per riuscire ad arrivare ai traguardi più alti in questa stagione (ci si aspetta un netto miglioramento nel tiro da fuori, soprattutto da 3, e nel jumper del numero 9 Celtics, forse unica vera lacuna del giocatore). Nel ruolo di centro visto l’infortunio di Kendrick Perkins ai legamenti del ginocchio, sono arrivati Shaquille O’Neal e Jermaine O’Neal che a rotazione dovranno mostrarsi degni sostituti del centro titolare. Sempre nel reparto lunghi sembra grave la perdita di Rasheed Wallace che alla fine dello scorso campionato ha optato per il ritiro. Per questo motivo è stato messo sotto contratto (dopo 2 anni di attesa dalla sua scelta al Draft del 2008) il turco Semih Erden, ex Fenerbahce. A dargli man forte per sostituire “Sheed” ci sarà Glen Davis e l’ancora acerbo Luke Harangody, rookie da Notre Dame che in pre-season non ha sfigurato.
    Nel reparto dei “piccoli” pesa invece la perdita di Tony Allen, migrato verso i lidi di Memphis, che causa un buco soprattutto per quanto riguarda la difesa. Per sostituirlo sono arrivati l’ex Delonte West, ma soprattutto Von Wafer di ritorno nella Lega dopo la sfortunata parentesi in Europa all’Olympiacos. Nate Robinson dovrà far rifiatare invece il play Rondo e Rivers dovrà lavorare soprattutto sulla testa del ragazzo per evitare i suoi proverbiali “colpi di testa”. Completano il roster Marquis Daniels (che dovrà specializzarsi nel gioco difensivo se vorrà trovare qualche minuto sul parquet) e la 19esima scelta assoluta Avery Bradley forse ancora troppo giovane (non ha ancora 20 anni) per trovare spazio nelle rotazioni.
    Ultima annotazione su Doc Rivers, che è rimasto sulla panchina più prestigiosa della Lega dopo le voci di un suo addio (anno sabbatico), ma che perde il suo più valido collaboratore, quel Tom Thibodeau, per molti il vero artefice del successo dei Celtics in questi anni grazie alla sua organizzazione difensiva. Thibodeau ha infatti accettato il posto offertogli dai Chicago Bulls, raccogliendo quindi la ben più difficile sfida di capo allenatore NBA. Per sostituirlo è arrivato Lawrence Frank, licenziato lo scorso anno dal ruolo di head coach dei Nets dopo un avvio disastroso ma che potrebbe dare una buona impronta difensiva alla squadra.
    Obiettivo vincere il titolo NBA 2011, ma contro Lakers e Miami Heat si prospetta veramente dura!

    Arrivi: Shaquille O’Neal e Delonte West(Cleveland Cavs), Jermaine O’Neal(Miami Heat), Von Wafer(Olympiacos).
    Partenze: Rasheed Wallace(Retired), Tony Allen(Memphis Grizzlies), Shelden Williams(Denver Nuggets), Michael Finley e Brian Scalabrine (FA)
    Scelte al draft: Avery Bradley (19th pick), Luke Harangody (52nd pick).
    Probabile quintetto base:Rajon Rondo (PG), Ray Allen (SG), Paul Pierce (SF), Kevin Garnett (PF), Kendrick Perkins (C)

    ROSTER

    Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Delonte West, Nate Robinson, Von Wafer, Marquis Daniels, Avery Bradley
    Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody
    Centri: Kendrick Perkins, Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden.
    HEAD COACH: Doc Rivers

    NEW JERSEY NETS: sicuramente i Nets miglioreranno il pessimo record della stagione passata: quel 12-70 che ha rischiato seriamente di far diventare i Nets la peggior franchigia della storia della NBA, ma il peggio sembra ormai alle spalle. Il problema dei Nets è che ci si aspettava un’Estate fragorosa, visto che potevano partire in pole per aggiudicarsi il rookie-meraviglia John Wall che la Draft Lottery ha invece impacchettato e spedito a Washington, e visto che i Nets erano la franchigia con più spazio salariale per potersi accaparrare sul mercato i tanti fortissimi free agent sul mercato: ed invece niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors (come terza scelta assoluta del draft), quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.
    Ma le notizie non sono tutte negative perchè il talento accumulato negli ultimi anni dai derelitti Nets potrebbe portarli a diventare (fra qualche stagione, a meno di clamorose svolte) come una delle franchigie più forti del panorama NBA. Sotto la nuova guida di coach Avery Johnson, in queste ultime ore si sta tentando di arrivare al solito obiettivo di mercato, quel Carmelo Anthony che potrebbe cambiare le sorti della franchigia, ma le speranze sono ridotte al lumicino viste le esose richieste dei Denver Nuggets. La squadra sembra però ben quadrata (per quanto probabilmente non possa riuscire ad avere, almeno per questa stagione, un record vincente): Devin Harris è un playmaker di sicuro affidamento e Jordan farmar, bicampione a Los Angeles, potrebbe essere un valido cambio.
    Nel ruolo di guardia tiratrice, Terrence Williams (favorito visti gli strabilianti progressi degli ultimi mesi) ed Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, si divideranno minuti e palloni. Travis Outlaw occuperà il ruolo di ala piccola e sembra pronto al definitivo salto di qualità che gli è mancato a Portland ed ai Clippers con Stephen Graham come sostituto.
    Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere. L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets le sue doti a rimbalzo (10.2 a sera nel 2009/2010) e la sua capacità nel tiro da fuori con oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene fermo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.
    Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Un atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.
    Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale di Team U.S.A. (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza della competizione) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.
    Il suo ruolo dopo due anni nella Lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.
    Kris Humpries sarà chiamato a tappare i buchi nel reparto lunghi. Il tempo ci dirà dove possono arrivare questi Nets, dato che l’obiettivo stagionale è perlomeno quello di non sfigurare e levarsi qualche piccola soddisfazione contro squadre più quotate.

    Arrivi: Quinton Ross (Washington); Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro (Denver); Stephen Graham(FA); Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith(Atlanta); Damion Jones (Atlanta, via draft)
    Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston); Jordan Crawford (Atlanta, via draft), Tibor Pleiss (Oklahoma City, via draft)
    Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech, 3rd pick); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke); Tibor Pleiss (31 pick); Jordan Crawford (27 pick)
    Probabile quintetto base: Devin Harris (PG), Terrence Williams (SG), Travis Outlaw (SF), Troy Murphy (o Derrick Favors) (PF), Brook Lopez (C)

    ROSTER

    Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Anthony Morrow; Ben Uzoh
    Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
    Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.
    HEAD COACH: Avery Johnson

    NEW YORK KNICKS: La scorsa Estate il paventato arrivo a New York di LeBron James, avrebbe dovuto sancire la rinascita dei Knicks, troppo lontani dai palcoscenici che contano nel basket da molto, molto tempo. Ed invece James ha declinato la corte degli arancioblu lasciando i Knicks con un palmo di naso e costringendoli a ripiegare su seconde scelte che comunque permettono alla franchigia un netto miglioramento rispetto al passato. Probabilmente la stagione dovrebbe essere positiva, con un record finalmente vincente ma l’ambiente di New York (giornali, televisione ecc…) sono pur sempre una polveriera pronta ad esplodere e a farne subire le conseguenze alle squadre cittadine professionistiche.
    L’acquisto di Amar’è Stoudemire è un colpo ottimo, ma forse la power forward ex Phoenix Suns è stata pagata un pò troppo cara visto l’incedere della crisi dell’economia americana e l’inesorabile assottigliamento di anno in anno del salary cap: 100 milioni in 5 anni sono una grossa cifra che potrebbe poi portare all’immobilità nelle prossime sessioni di mercato, anche se il valore del giocatore resta ed è indiscutibile.
    Perso James, dicevamo, si è cercato di costruire la migliore ed equilibrata squadra possibile: in cabina di regia è arrivato Raymond Felton da Charlotte, non un fuoriclasse, ma un giocatore solido e dal rendimento costante su cui però in molti nella “Grande Mela” non sono pienamente convinti. Da Golden State, seppur sacrificando il miglior giocatore degli ultimi 3 anni, ovvero David Lee, sono arrivati 3 ottimi atleti: Ronny Turiaf come lungo, Kelenna Azubuike come guardia e Anthony Randolph, tra i 3 sicuramente il più interessante. Randolph infatti ha margini di miglioramento molto elevati, curioso il fatto che era proprio lui che i tifosi Knicks avrebbero voluto veder scelto dalla dirigenza arancioblu nel Draft in cui è stato scelto Danilo Gallinari con la sesta chiamata assoluta. Ed ora i 2 si ritrovano nella stessa squadra e rendono i Knicks una squadra molto interessante visto che se il nuovo numero 4 di New York manterrà le promesse che c’erano su di lui all’inizio della sua carriera NBA (e limitate in questi 2 anni dal “genio” di Don Nelson ai Warriors) il salto di qualità sarà garantito. A questo pacchetto di giocatori, sempre in entrata si devono aggiungere Roger Mason (tiratore sempre pericolosissimo) ed il centro Timofey Mozgov (visto all’opera negli ultimi mondiali). Dal Draft sono arrivate solo 2 scelte da secondo giro visto che negli anni passati la prima scelta dei Knicks era stata ceduta a Utah per uno scambio di giocatori scriteriato. Andy Rautins da Syracuse University da molti è stato etichettato come il miglior tiratore dell’intero Draft di quest’anno, Landry Fields abbina buone qualità di punti e rimbalzi e potrebbe essere il sostituto del nostro Danilo Gallinari.
    Completano il roster Wilson Chandler (che se non riesce a mettere in repertorio un tiro da 3 degno di questo nome sarà sicuramente mandato via da coach Mike D’Antoni) Eddy Curry (centro mal sopportato dall’allenatore newyorchese che sicuramente sarà mandato via visto il poderoso contratto in scadenza appetito da molte squadre che vogliono scaricare milioni di dollari di cap), il sophomore Toney Douglas, atteso alla riconferma dopo il buon anno da rookie, Bill Walker (che è stato una vera sorpresa lo scorso anno quando arrivò a metà stagione dai Celtics) ed il nostro Danilo Gallinari, con Stoudemire colonne basilari della prossima stagione agonistica. Gallinari sarà chiamato a continui miglioramenti che dovranno portarlo ad essere uno dei giocatori migliori della Lega: questo si augura D’Antoni ed altrettanto i tifosi del Madison Square Garden che sono legati da un filo invisibile alle prestazioni del numero 8 per poter avere di che esultare dopo tanti anni di buio. Le qualità dell’italiano ci sono tutte per sfondare definitivamente in U.S.A. ma serve attitudine al lavoro e tanto sacrificio per poter migliorare di giorno in giorno ed arrivare a diventare un All-Star.
    Obiettivo stagionale dei Knicks è sicuramente una stagione con record vincente (cosa ampiamente alla portata) e la riconquista dei playoff dopo anni da comprimari nella Lega.

    Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
    Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Miami Heat).
    Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
    Probabile quintetto base: Raymond Felton (PG), Wilson Chandler (SG), Danilo Gallinari (SF), Anthony Randolph (PF), Amar’è Stoudemire (C)

    ROSTER

    Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
    Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar’e Stoudemire, Ronny Turiaf.
    Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
    HEAD COACH: Mike D’Antoni

    PHILADELPHIA 76ERS: I Sixers ripartono da 2 nomi: Doug Collins come head coach ed Evan Turner (seconda scelta assoluta all’ultimo Draft). Sono queste le basi da cui ricostruire una franchigia che ha deluso più del dovuto nell’ultimo campionato.
    Baciati dalla fortuna nella notte della Draft Lottery che ha portato a Phila la scelta numero 2 utilizzata poi per accaparrarsi Turner, i Sixers hanno dovuto operare con oculatezza sul mercato dei free agent visto il poco spazio salariale a disposizione. Sono arrivati da Sacramento i lunghi Hawes e Nocioni (che tuttavia a dispetto di una buona altezza ricopre il ruolo di ala piccola e tira molto bene dal perimetro) acquisiti in cambio di Dalembert. Poi Da New Orleans sono arrivati Songaila e l’ala grande, rookie, Craig Brakins, alla sua terza squadra NBA senza avere neanche una presenza ufficiale nella Lega (scelto quest’anno da Oklahoma City, girato agli Hornets per Cole Aldrich ed ora a Philadelphia). E’ stato firnmato anche Tony battie, lungo con buona esperienza in regular season. L’ex Orlando Magic potrà dare un cambio all’intero reparto lunghi, potendo essere utilizzato sia da ala forte che da centro. Ma grazie alla sua esperienza sarà utilissimo nel ruolo di guida per i due giovani Marreese Speights e Spencer Hawes.
    Il nucleo portante sarà formato da Louis Williams, Jrue Holiday (probabile starter in regia), Thaddeus Young (chiamato a far vedere il suo vero talento e giocatore dal quale potrebbero dipendere le sorti della squadra a seconda della sua esplosione tecnica o meno), Elton Brand, che deve dimostrare il suo vero valore da quando si è trasferito in Pennsylvania dai Clippers, ed infine Andre Iguodala che potrebbe beneficiare dell’arrivo di Turner avendo meno pressione offensiva addosso. Il miglior giocatore dei Sixers paga a caro prezzo il fatto che le difese si chiudano interamente su di lui e l’arrivo di un compagno dotato offensivamente potrebbero portarlo ad avere più spazi e più pericolosità.
    Obiettivo far crescere i propri giovani ed amalgamare la squadra per il futuro, visto che difficilmente i Sixers quest’anno raggiungeranno un record vincente e di conseguenza si ritroveranno fuori dalla post season.

    ARRIVI: Tony Battie (FA), Craig Brackins (trade da New Orleans), Spencer Hawes (trade da Sacramento), Andres Nocioni (trade da Sacramento), Darius Songaila (trade da New Orleans).
    PARTENZE: Royal Ivey (FA), Willie Green (trade con New Orleans), Rodney Carney (FA), Jason Smith (trade con New Orleans), Samuel Dalembert (trade con Sacramento), Primoz Brezec (FA)
    DRAFT: Evan Turner (2a scelta)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Holiday (PG), E. Turner (SG), A. Iguodala (SF), E. Brand (PF) S. Hawes (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Jrue Holiday, Lou Williams, Evan Turner, Jodie Meeks, Chris Quinn
    ALI: Andre Iguodala, Thaddeus Young, Jason Kapono, Andres Nocioni, Craig Brackins, Elton Brand, Darius Songaila
    CENTRI: Spencer Hawes, Marreese Speights, Tony Battie
    HEAD COACH: Doug Collins

    TORONTO RAPTORS: Perso Chris Bosh, uomo franchigia degli ultimi anni, che si è unito a Wade e James agli Heat, c’è aria di rinnovamento a Toronto: o meglio a prima vista non sembrerebbe visto che il roster non è mutato tantissimo ma la situazione dei Raptors è sempre in evoluzione. Molti pensano che la squadra in Estate più che rinforzarsi abbia perso qualcosa. Sicuramente c’era più attesa lo scorso anno con lo stesso Bosh e l’arrivo di Turkoglu che avevano dato illusorie speranze di trionfo ai Canadesi che non in questi primi mesi di ripresa dell’attività agonistica. Bargnani quindi avrà molte più responsabilità e le ottime prestazioni offerte con la nazionale italiana fanno ben sperare i tifosi canadesi. Andrea dovrà ergersi a leader assoluto e smentire gli scettici NBA sul suo conto (che a quanto pare non sono solo i giornalisti ma anche gli stessi colleghi viste le ultime dichiarazioni di Shaquille O’Neal che esaltavano il talento di Gallinari ma che troncavano le potenzialità di Bargnani). Colangelo ha poi aggiunto il suo pallino Barbosa dei Suns e ha fallito nel portare anche Stoudemire, andato da Phoenix a New York. Il play titolare dovrebbe comunque essere Calderon (ma Jarrett Jack pare in rimonta straordinaria). Come guardia sarà chiamato ad esplodere un certo DeMar DeRozan che non potrà più solo concentrarsi sulle schiacciate spettacolari che esaltano il pubblico dell’Air Canada Centre. Andato via Turkoglu, il ruolo di ala piccola verrà occupato da Linas Kleiza che dopo una stagione in Grecia ed un ottimo mondiale, vorrà dimostrare che anche in NBA sa dire la sua. Amir Johnson dovrà invece dimostrare che i soldi che sono stati spesi per rinnovargli il contratto siano ben spesi. Molti dicono che Stoudemire non sia arrivato proprio per dare spazio ad Amir e permettergli di fare quel salto di qualità che ci si aspetta. Verrà affiancato da Bargnani che finalmente potrà avere le redini della squadra in mano, ma basteranno per portare la franchigia verso i migliori traguardi? Quest’anno sarà indicativo e ci darà sicuramente la risposta. In panchina a dare una mano al nostro centro ci saranno un uomo di esperienza (David Andersen arrivato da Houston) e d un rookie (Solomon Alabi, che ha nella stoppata il suo pezzo forte). Ci si aspetta un buon impatto dall’altro rookie scelto dai Raptors, la scelta del primo giro ovvero Ed Davis da North Carolina. Sonny Weems darà il cambio a Barbosa nel ruolo di guardia mentre Julian Wright è arrivato all’ultima chiamata della sua carriera dopo che è arrivato in Canada in cambio di Belinelli, visto che questi primi 3 anni di NBA sono stai una delusione a New Orleans: sarà il cambio di Kleiza ed avrà spazio necessario per mostrare il suo potenziale.

    ARRIVI: David Andersen (Houston Rockets), Leandro Barbosa (Phoenix Suns), Linas Kleiza (Olympiacos, via Denver), Julian Wright (New Orleans Hornets)
    PARTENZE: Hedo Turkoglu (Phoenix Suns), Marco Belinelli (New Orleans Hornets), Chris Bosh (Miami Heat), Antoine Wright (FA)
    DRAFT: Ed Davis (North Carolina, 13 pick), Solomon Alabi (50 pick)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Jack (PG), L. Barbosa (SG), L. Kleiza (SF), A. Johnson (o Ed Davis) (PF), A. Bargnani (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Marcus Banks, Jarrett Jack, Josè Calderon, DeMar DeRozan, Leandro barbosa, Sonny Weems
    ALI: Linas Kleiza, Julian Wright, Ed Davis, Amir Johnson, Reggie Evans, Joey Dorsey
    CENTRI: Andrea Bargnani, Solomon Alabi, Chris Andersen
    HEAD COACH: Jay Triano

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  • NBA: Presentate le nuove maglie per la stagione 2010-2011

    NBA: Presentate le nuove maglie per la stagione 2010-2011

    Sono state presentate le nuove maglie per la stagione agonistica 2010-2011.
    La principale novità dello sponsor tecnico, l’Adidas, consiste nella leggerezza del tessuto che, a quanto riportano molti esperti dell’azienda tedesca, aprirà una nuova era per quanto riguarda lo sviluppo dei tessuti che si utilizzeranno nella progettazione delle future maglie.
    La nuova tecnica realizzativa è stata chiamata “Revolution 30”.

    Per quanto riguarda più propriamente le divise delle 30 franchigie del basket d’oltreoceano sono da riportare alcune novità: alcune squadre hanno cambiato logo in Estate e quindi l’Adidas ha preso la palla al balzo per disegnare delle nuove maglie da gioco. E’ il caso dei Golden State Warriors e degli Utah Jazz, con un ritorno al vintage molto gradito dai tifosi delle squadre. I Warriors passano al blu (molto più tenue rispetto a quello degli ultimi anni) e visto che il nuovo logo prevede la raffigurazione del ponte che attraversa la baia di San Francisco, (lo spettacolare Golden Gate), anche sulle maglie è stato impresso il segno distintivo della baia! L’effetto non è da disprezzare!

    Ritorno al passato, come già detto, anche per i Jazz, che rispolverano sia nel logo, che nelle divise, la famosa nota musicale e sanciscono il ritorno al classico colore viola che fu tanto famoso ai tempi del duo Stockton-Malone.

    Cambio di maglia anche per i Cavaliers che orfani di James, probabilmente hanno deciso di tagliare tutti i ponti con il recente passato: il color vinaccia ha lasciato posto ad un bordeaux con rifiniture in giallo ed il nome della città e della franchigia (a seconda dell’uso della maglia da trasferta o di casa) ha assunto contorni più sobri.

    Piccoli aggiustamenti ma neanche troppo evidenti per i Los Angeles Clippers e per i Minnesota Timberwolves (dove dalle maglie sono scomparsi gli alberelli in verde quasi fluorescente che facevano le rifiniture dei bordi) per lasciare spazio ad un colore molto più scuro che ora definisce i contorni.

    Ci si attendeva qualche novità nel logo e nelle divise da gioco degli Oklahoma City Thunder del nuovo fenomeno Kevin Durant, visto che nella tormentata e movimentata Estate del 2008, quando i Sonics di Seattle furono rilocati dalla Lega ad Oklahoma City, i colori sociali ed il design del logo furono introdotti in fretta e furia visto che l’avvio della stagione regolare incombeva sulla squadra. Invece tutto è rimasto fermo, magari l’anno prossimo sarà quello giusto per vedere qualcosa di nuovo sulle maglie della piccola città del “Mid-West” degli Stati Uniti.

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