La Lazio conquista la Supercoppa Italiana con un finale thrilling con una rete al 93° del giovane Murgia che riconsegna il trofeo nelle mani della Lazio dopo che Paulo Dybala con una punizione ed un rigore negli ultimi minuti aveva pareggiato la doppietta di Immobile.
Una sfida piena di emozioni come detto, gli uomini di Inzaghi dopo un approccio sbagliato, con un paio di super interventi di Strakosha, ha preso in mano la sfida approfittando anche di una Juve palesemente meno in condizione.
Tanto merito va anche ad Inzaghi che ha stravinto la sfida tattica con un Luis Alberto davvero in palla.
Nella Juventus il sereno, in una serata grigia, arriva da un Dybala degno portatore della Numero 10 e da un Douglas Costa apparso frizzante.
Veniamo al racconto della gara.
Nella prima sfida ufficiale della stagione Massimiliano Allegri non apporta grandi novità, i nuovi acquisti partono inizialmente dalla panchina, in difesa Benatia prende il posto del partente Bonucci.
Inzaghi invece schiera i biancocelesti con un 3-5-2 con Lucas Leiva al centro del campo e Milinkovic-Savic, al posto del non convocato Keita, in attacco a fianco di Immobile.
Passano solo 3 minuti e Strakosha è costretto a sfoderare un miracolo sulla deviazione da due passi di Cuadrado servito dal cross rasoterra di Alex Sandro. Nei primi 5 minuti il portiere della Lazio è costretto ad un altro paio di buoni interventi per mantenere la porta inviolata. I biancocelesti provano ad interrompere la supremazia bianconera ma la conclusione di Luis Alberto al 11° finisce altissima. La Lazio prova a prendere il pallino del gioco con i ritmi che si abbassano. La squadra di Inzaghi però cresce e, se pur senza costruire grosse chance, cerca di mettere in difficoltà la retroguardia della Juventus. Al 32° la gara si sblocca, Immobile si presenta in area e viene messo giù da Buffon, rigore e giallo per il portiere, dal dischetto l’attaccante della Lazio non sbaglia. Il gol carica la Lazio e Basta spreca, bravo Buffon a respingere, la palla del possibile 2-0. La Juve non trova una reazione vera e propria ed il primo tempo si chiude sullo 0-1.
Ci si aspetterebbe qualche cambio da parte di Allegri ed invece si riparte con gli stessi 22 in campo. La Juventus prova a rendersi pericolosa ma al 54° è ancora Immobile a lasciare il segno con un colpo di testa preciso nell’angolo. Allegri butta dentro De Sciglio e Douglas Costa ma è ancora Immobile a rendersi pericoloso ma Buffon è bravo in uscita. La Juventus con i cambi pare più briosa ma la Lazio è solida e non cede. Al 76° gran conclusione di Luis Alberto ma Buffon c’è e devia in corner. La partita sembra scivolare via ma al 85° Dybala si conquista un punizione e poi con una pennellata il 10 bianconero batte Strakosha. Lo Show di Dybala prosegue, l’argentino infatti in pieno recupero si trova a battere un calcio di rigore, procurato da Alex Sandro toccato in area da Marusic, e anche questa volta Dybala non sbaglia ed è 2-2. Le emozioni non finiscono perchè al 93° Murgia gira in rete un perfetto cross di Lukaku. Finisce così, trionfa la Lazio anche grazie al gol del giovane Murgia.
La Juve di Allegri fa la storia anche nella Coppa Italia, nessuna squadra in Italia era riuscita nell’impresa di conquistare per tre volte la coppa nazionale.
Un successo tutto costruito e maturato nel primo tempo grazie ai gol di Dani Alves e Bonucci che già al 24° avevano indirizzato la gara sui binari bianconeri.
La Lazio dal canto suo ha colpito un palo con Keita dopo pochi minuti, poi ci ha messo tanto cuore, tanta grinta ma non è bastato per bucare la porta di un Neto piuttosto concentrato.
Da segnalare anche una buona prova di Strakosha che ha subito due gol ma ne ha evitati almeno altri 3 grazie ad alcuni ottimi interventi.
Veniamo al racconto della gara.
I due allenatori scelgono la migliore formazione possibile, Allegri si affida al 3-4-2-1 che ha fatto molto bene a Montecarlo con 2 soli cambi, Neto, portiere di coppa, per Buffon e Rincon al posto dello squalificato Miralem Pjanic. In difesa Barzagli con Dani Alves spostato in avanti.
Inzaghi schiera i suoi con il 3-5-2, Wallace e Bastos scelti in difesa, classico centrocampo, Parolo, Biglia e Milinkovic-Savic con Immobile e Keita coppia d’attacco.
La prima palla gol della partita capita alla Lazio che dopo una ripartenza si presenta con Keita davanti a Neto, il suo tiro però, deviato da Barzagli, colpisce il palo. La risposta bianconera è affidata ad un gran tiro di Higuain che però trova pronto Strakosha. La Lazio pare insidiosa ma al 12° Alex Sandro pennella un cross perfetto per Dani Alves che colpisce al volo, schiacciando la conclusione con la palla che s’infila in gol. Il gol carica la Juve che al 14° si presenta al tiro con Dybala, respinge il portiere della Lazio. Al 18° Strakosha è strepitoso prima su La Joya e poi su Higuain che a due passi a colpo sicuro pensava di aver già infilato il 2-0.
Al 20° brutto colpo per Inzaghi che deve sostituire Parolo, già in dubbio alla vigilia, per Radu. I biancocelesti provano a premere ma in ripartenza Dybala, al minuto 24, costringe Milinkovic-Savic alla scivolata miracolosa. Sul successivo corner inserimento vincente di Bonucci che, dopo una spizzata di Alex Sandro, deposita in gol il 2-0. Al 32° la Lazio si riaffaccia verso l’area di Neto ed Immobile in tuffo sfiora il gol del 1-2.
Il primo tempo si chiude con un’insidioso colpo di testa di Milinkovic-Savic bloccato senza grossi problemi da Neto.
La ripresa riparte senza sostituzioni, con gli stessi 22 che avevano concluso la prima frazione.
I primi minuti del secondo tempo si giocano a ritmi bassi senza grandi occasioni da ambo le parti. Al 54° Felipe Anderson, appena entrato, con un gran tiro costringe Neto alla deviazione in angolo. Al 57° ancora protagonista il portiere della Juve che con un super riflesso caccia via il colpo di testa da due passi di Immobile. L’ingresso del brasiliano della Lazio dà decisamente uno sprint in più alla squadra di Inzaghi ma la Juve sembra in gestione. Al 66° Basta si trova una palla ghiotta sul limite dell’area ma il serbo calcia alto.
Altri problemi per Inzaghi, al 69° il tecnico biancoceleste esaurisce i cambi dovendo mandare dentro Luis Alberto per un acciaccato De Vrij. Quando i bianconeri si accendono però fanno paura e per due volte Higuain va vicino al 3-0. La Lazio risponde con alcune conclusioni da fuori ma Neto è sempre pronto.
I biancocelesti ci provano, ci mettono grinta e cuore ma la palla gol ce l’ha Higuain, ancora una volta però Strakosha è super e salva in corner.
Non accade molto altro, la Juventus porta a casa il 2-0 e solleva al cielo dell’Olimpico il primo trofeo dell’anno, la terza Coppa Italia consecutiva.
La Lazio ha sconfitto l’Inter, a San Siro, nel posticipo della diciassettesima giornata, facendo un grande favore alle dirette concorrenti. Protagonista della serata Antonio Candreva, autore della doppietta decisiva, intervallata dalla rete di Icardi. Le due squadre hanno dovuto giocare gli ultimi minuti in dieci uomini per le espulsioni inflitte a Felipe Melo e Milinkovic.
Il Napoli ha vinto, con sofferenza, a Bergamo contro l’Atalanta, dopo un primo tempo vivace ed equilibrato, la gara si è sbloccata in avvio di ripresa quando Hamsik ha trasformato un rigore; due minuti dopo la risposta della squadra di Reja che ha pareggiato con Gomez. Di nuovo avanti la squadra di Sarri con Higuain che, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Jorginho, trova la sua personale doppietta e e la terza rete per il Napoli. A pari punti c’è la Fiorentina a cui è bastato un tempo per stendere il Chievo: Kalinic e Ilicic i marcatori della sfida.
A ridosso, oramai della prime, c’è la Juventus alla sua settima vittoria di fila: è partita male la squadra di Allegri, ha segnato Borriello per il Carpi, ma poi la doppietta di Mandzukic e la rete di Pogba ha consentito di vincere in casa del Carpi, la seconda rete della formazione di Castori è un autogol di Bonucci.
A quota 32 punti ecco la Roma tornata a vincere dopo sette gare ufficiali, tra i fischi dei pochi tifosi presenti sugli spalti, gol iniziale di Florenzi, poi a chiudere i conti ci ha pensato Sadiq, alla prima rete in Serie A.
Per la prima volta in questo Campionato il Milan è riuscito a non perdere dopo essere andato in svantaggio: il gol di Ciofani, ha sbloccato la sfida, ma nella ripresa la squadra di Mihailovic ha ribaltato il punteggio, pareggiando con Abate e poi mettendo la freccia con Bacca e Alex. A sei minuti dalla fine del match è stato Dionisi a accorciare le distanze, prima della definitiva rete di Bonaventura.
E’ successo tutto nel primo tempo tra Verona e Udinese: botta e risposta realizzati da Floccari e Toni.
Ora la Serie A si ferma per la consueta sosta natalizia, per poi riprendere le gare nel giorno della Epifania.
CLASSIFICA: Inter p.36; Fiorentina, Napoli 35; Juventus 33; Roma 32; Milan 28; Sassuolo, Empoli 27; Atalanta 24; Lazio 23; Torino, Chievo 22; Udinese 21; Sampdoria 20; Bologna 19; Palermo 18; Genoa 16; Frosinone 14; Carpi 10; Verona 8
E’ stata una setttimana rovente quella che, alla dodicesima giornata, ha consegnato al campionato i primi verdetti. L’A1 va in letargo, la pallanuoto no, visto che nella pausa sarà tempo di Nazionale e le formazioni, alcune rimaneggiate, si prepareranno al meglio per essere in forma alla ripresa dela stagione prevista per la fine di gennaio. Sulla base degli ultimi risultati, sia quelli degli anticipi di Recco e Brescia, che avevano già fatto il loro dovere in settimana, passando per il derby romano e per le sfide del sabato, con un ” caso ” accaduto nel match tra Bogliasco e Savona, abbiamo voluto fare delle valutazioni sul cammino fatto dalle squadre finora.
In testa alla classifica c’è il Brescia, ma il ritardo di tre punti dei Campioni di tutto della Pro Recco è dovuto solo alla gara contro il Vis Nova che i biancocelesti di Pomilio dovranno recuperare a marzo. Sbanca Napoli la formazione lombarda, punteggio forse anche troppo severo per i padroni di casa, ma la gestione è stata quella della grande squadra, difesa bunker, ripartenze, solidità in fase offensiva ma soprattutto dodici vittorie su dodici per i ragazzi di Bovo.
En plein per i ” leoni “, Recco avvertito, perchè questo Brescia, con i suoi due nuovi stranieri, un Molina super e un collettivo amalgamato dal suo tecnico, proverà a fare il massimo per sovvertire i pronostici e defraudare i liguri del titolo che ormai è diventato un’abitudine per questa serie A1. Una parola da spendere per la Canottieri Napoli, diventata una squadra vera e propria, un gruppo di amici fuori dall’acqua, laddove dentro ognuno si sacrifica per il compagno e tutti remano in un’unica direzione. Se i giallorossi di Zizza sono lì in alto il merito è anche del tecnico, ma anche di un settore giovanile che negli anni ha lavorato con serietà. I frutti si stanno vedendo.
I Campioni di tutto, e non è una novità, hanno annichilito anche l’Acquachiara, in un match dove il punteggio, 11 a 5 in favore della banda di Pomilio, dice tutto. Ogni avversario sembra impotente di fronte a questa squadra, non ci sono termini per descrivere chi, quando vuole accelerare, è in grado di cambiare il volto di qualsiasi partita con così tanto effetto. Non era questa la gara da vincere per i napoletani, il cui inizio di campionato è stato un pò di basso profilo, ma che sono riusciti a rialzarsi e, se non avessero gettato via punti di qua e di là, starebbero lottando per il terzo posto. Una formazione quella di De Crescenzo che ha pagato eccessivamente un gioco che latitava, perdere una bocca da fuoco come Petkovic non è semplice, ma chi è arrivato è riuscito comunque a non sfigurare, anche se ci si aspetta di più.
La terza piazza è di nuovo della Bpm Sport Management.
Sono tre punti d’oro quelli conquistati davanti al proprio pubblico dai mastini che, in virtù della sconfitta della Canottieri Napoli, proiettano la squadra di Baldineti a ridosso delle prime della classe. Tanti cambi all’interno della rosa, l’arrivo del portiere nuovo a stagione in corso, altre disavventure, ma i gol di Petkovic sono stati accompagnati anche dalla consapevolezza acquisita da ognuno, chi più chi meno, che magari nelle passate stagioni, in altre squadre, non era abituato a giocare da protagonista e che, alla corte diel tecnico ligure, ha dovuto tirare fuori gli attributi responsabilizzandosi molto. Un grande lavoro ripagato al massimo. Veniamo all’Ortigia, formazione coriacea con tante bocche da fuoco, una su tutte tevie Camilleri. I siciliani di Gino Leone hanno 7 punti il che adesso vorrebbe dire play out. Il 12 a 7 subito dai biancoverdi dimostra come la squadra sia viva e viaggi sulle accelerazioni dei suoi giocatori di spicco, ma che le disattenzioni, i rilassamenti durante gli incontri, troppi in questa stagione, siano costati caro a una formazione che ha le carte in regola per poter lottare fino in fondo.
Quante emozioni del derby di Roma. La Lazio è tornata, e il merito non è solo del suo tecnico Formiconi, ma della fiducia ritrovata da un gruppo che aveva perso un pò di serenità a causa dei risultati. Un cerchio che si chiude, aveva iniziato bene la squadra capitolina, poi qualcosa si era rotto, il cambio allenatore e il ritorno alla vittoria nella partita più importante, il derby contro il Vis Nova.
La rovesciata di Federico Lapenna è da antologia, così come la valenza del suo gol, è venuta fuori l’anima di un gruppo più vivo che mai. Troppi errori per il Vis Nova, in fase offensiva ma anche dietro, poteva essere un’occasione per scappare e allontanaresi dalla zona play out, invece nelle zone basse è sempre grande bagarre ma la notizia è che la parte biancoceleste di Roma può tornare a sorridere.
In coda rimane fermo a tre punti il Sori, sconfitto in casa dal Trieste, che dimostra la sua maggiore indole ad affrontare incontri da dentro o fuori come questi. Non sono riusciti ancora a vincere i granata sotto la guida del nuovo tecnico, anche con il Trieste non è andata male, però quello che manca è quel qualcosa in più che i ragazzi in acqua dovrebbero dare per portare a casa il risultato.
Rabbia, solidità, fiducia nei propri mezzi, quella che gli alabardati , dopo un inizio di stagione triller in A1 hanno saputo coltivare gara dopo gara, con gli attributi che, in un finale al cardiopalma, sono emersi per portare a casa i tre punti. I 12 punti conquistati solo il giusto premio per gli uomini di Piccardo, le possibilità per salvarsi senza passare dai play out ci sono, dipenderà tutto dalla capacità di continuare sui livelli mostrati finora, anche se i margini di miglioramento sono tanti. Sori dovrà fare quadrato e vincere gli scontri diretti che avrà nel girone di ritorno, sperando di poter terminare la stagione con la permanenza nella serie riconquistata con le unghie solo pchi mesi fa.
A pochi chilometri è furioso il Bogliasco. Pesa il doppio la sconfitta arrivata per mano del Savona, davanti al proprio pubblico. Tre punti persi, ma il modo ha fatto arrabbiare la società bogliaschina. Biancoblù sotto di uno quasi allo scadere, superiorità numerica, gol di Gambacorta.
Il giudice di linea assegna la rete, l’arbitro annulla e lì iniziano le polemiche. Ricorso e lamentele per il classico gol fantasma, poco frequente nell’ambiente pallanuotistico. Vince il Savona, cui non si può riconoscere la determinazione messa, con un Milakovic sugli scudi e la terza vittoria consecutiva conquistata. Dopo una fase un pò altalenante i biancorossi di Angelini hanno iniziato a carburare, vincendo sempre con il minimo scarto ma dimostrando carattere. Rimane altamente positiva la prima parte di stagione del Bogliasco di Bettini, qualche punto in più avrebbe fatto comodo, ma per come qualcuno considerava questa squadra prima dell’inizio.
Concludiamo con Posillipo e Florentia; i napoletani portano a casa il risultato ma i toscani di Vannini, e non è la prima volta quest’anno, si dimostrano un osso duro. Contava fare bottino pieno per i rossoverdi di Occhiello, che in alcune partite, anche per le assenze, hanno dovuto complicare il loro cammino, perfetto fino a un certo punto quando i posillipini sembravano non sbagliare un colpo, ma che hanno saputo rialzarsi da alcune delusioni. Percorso duro quello della Florentia, in fondo alla classifica, la lotta con Sori e Ortigia per evitate la retrocessione diretta durerà fino alla fine, saranno fondamentali gli scontri diretti, laddove le candidate dovranno farsi trovare pronte e darsi battaglia.
L’urna di Nyon, già assolutamente perfida nei confronti delle due compagini italiane di Champions, non è stata certamente benevola nemmeno nei sorteggi Europa League.
Le tre italiane qualificatesi per i sedicesimi della seconda competizione per club europea, Fiorentina, Lazio e Napoli, non hanno avuto in sorte avversari semplici: i viola di Paulo Sousa ritrovano il Tottenham un anno dopo, la Lazio ha pescato il sempre temibile Galatasaray mentre gli azzurri di Sarri se la vedranno con il Villarreal, squadra capace di battere ieri in campionato il Real Madrid.
Veniamo ad analizzare le tre sfidanti, partendo dal Tottenham.
Gli Spurs possono vantare una rosa competitiva nella quale spiccano il portiere francese Lloris, i difensori del Belgio Vertonghen e Alderweireld, il talento del CocoLamela e del coreano Heung-Min Son ma sopratutto il sempre temibile Harry Kane. Il Tottenham è giunto a questi sedicesimi di Europa League dopo aver vinto un girone piuttosto insidioso, nel quale erano presenti Anderlecht e Monaco, ottenendo 13 punti, frutto di 4 vittorie un pari ed una sconfitta, segnando 12 gol e subendone 6. I precedenti sorridono alla viola, nella scorsa Europa League infatti le due squadre si sono affrontate sempre nei sedicesimi ed a spuntarla fu la Fiorentina con un 1-1 in trasferta ed un 2-0 in casa.
Passiamo a conoscere la sfidante della Lazio, ovvero il Galatasaray.
La squadra si Istanbul ha nella propria rosa diverse vecchie conoscenze del campionato italiano, a partire dal portiere quel Fernando Muslera che in Serie A ha vestito proprio la maglia della Lazio. I biancocelesti dovranno fare molta attenzione a Sneijder e Podolski, duo ex Inter, ma anche al bomber turco Burak Yilmaz. Il Galatasaray non ha avuto un gran inizio di stagione, ha dovuto salutare la Champions, agganciando il salvagente Europa League proprio all’ultimo contro l’Astana. Per quanto riguarda i precedenti, risalgono a diversi anni fa, era la fase a gironi della Champions League 2001/02 ed entrambe le squadre vinsero la propria gara casalinga per 1-0.
Concludiamo con il Villarreal, avversario del Napoli.
Il Sottomarino Giallo, ha in rosa elementi molto interessanti e che i partenopei non dovranno sottovalutare come ad esempio il difensore Musacchio, il centrocampista Jonathan Dos Santos, l’attaccante Bakambu e l’esperto Bomber Soldado. Tra gli uomini di Marcelino anche l’ex Milan Bonera. Il Villarreal ha raggiunto i sedicesimi dopo esser arrivato secondo nel proprio girone con 13 punti, 4 vittorie 1 pareggio ed una sconfitta, alle spalle del Rapid Vienna. Relativamente ai precedenti le due squadre si sono affrontate nei sedicesimi di Europa League 2010/11, passarono gli spagnoli con un pari ed un successo, e nella fase a gironi della Champions League 2011/12 quando a spuntarla fu il Napoli in entrambe le occasioni con un doppio 2-0.
Nelle altre gare dei sedicesimi il sorteggio ha regalato anche sfide interessanti come Borussia Dortmund-Porto, Olympique Marsiglia-Atletich Bilbao e Sporting Lisbona-Bayer Leverkusen.
Sorteggio fortunato, ma attenzione a sottovalutare gli avversari, per il Siviglia campione in carica che se la vedrà con il Molde e per il Manchester United che affronterà il Midtjyalland, già avversario del Napoli nella fase a gironi.
All’Olimpico, nell’inconsueto anticipo del venerdì sera, brilla la stella di Paulo Dybala.
Il giovane talento della Juventus, propizia l’autogol di Gentiletti, dopo solo 7 minuti, e poi con una conclusione precisa da fuori, poco dopo la mezz’ora, realizza il gol del definitivo 2-0 in casa della Lazio.
Gli uomini di Allegri infilano così la quinta vittoria consecutiva in campionato portandosi momentaneamente, a pari della Roma e a soli quattro punti dal Napoli capolista.
La Lazio di Pioli invece, nonostante un secondo tempo di grande impegno, prosegue nel suo momento nerissimo con un solo punto conquistato nelle ultime 6 partite disputate.
Veniamo al racconto della sfida.
Pioli schiera il 4-2-3-1 con Klose al centro dell’attacco, supportato da Candreva, Milinkovic-Savic e Kishna. Panchina, almeno inizialmente, per Felipe Anderson.
Allegri non cambia, sempre 3-5-2 con l’innesto di Asamoah a metà campo per lo squalificato Pogba. Conferma in avanti per il duo Dybala-Mandzukic.
Pronti via e la Lazio sembra grintosa, vogliosa di mettere in difficoltà la Juventus. Alla prima occasione però i bianconeri passano, Mauricio allontana male il pallone, Dybala controlla e mette forte il pallone in mezzo, Gentiletti si trova sulla traiettoria e la palla si insacca. I biancocelesti accusano il colpo, cercano di riorganizzarsi ma vengono nuovamente puniti al 32° quando Dybala, servito da Mandzukic, si alza il pallone e lascia partire il tiro che s’infila nell’angolo dove Marchetti non può arrivare. Si va al riposo sul 2-0 per gli uomini di Allegri.
Si riparte con l’innesto di Felipe Anderson e Keita. Si nota una Lazio più fresca ma Buffon non corre praticamente nessun rischio, se non su una conclusione mancata da Milinkovic-Savic ed un paio di tiri da fuori ben controllati dal portiere della nazionale. Negli ultimi minuti Klose avrebbe la chance per accorciare le distanze ma la difesa della Juve tiene e devia in corner. Finisce così, un 2-0 che mantiene aperta la rincorsa della Juventus e mette ancora più in difficoltà una Lazio che sembra non riuscire a rialzarsi.
In questa giornata la Pro Recco può riagganciare il Brescia, che avrà nell’Acquachiara una brutta gatta da pelare. Per i campioni d’Italia l’ostacolo Trieste non sembrerebbe proibitivo, nonostante la testa sia già proitettata alla gara di Coppa del 12 dicembre. La Canottieri sfida la Bpm Sport Management in una gara dove un exploit dei napoletani significherebbe sorpasso. Il Posillipo, alla ricerca dei tre punti dopo alcune prestazioni altalenanti, troverà nell’Ortigia un avversario ostico mentre il Bogliasco, a Firenze, in una vasca complicata, proverà a rosicchiare punti alle altre. La Lazio potrà contare di nuovo sul carisma di Formiconi in panchina nella trasferta di Savona mentre il Sori a Roma se la vedrà con il Vis Nova.
Pro Recco con la testa alla Coppa? Certamente, ma la professionalità della squadra di Pomilio, tornata con i tre punti dalla trasferta ungherese, non sottovaluterà il Trieste, dimostratosi avversario ostico per chiunque, si chieda al Brescia per conferme. I liguri giocheranno nel prossimo week end la loro gara più importante, quella contro lo Jug, che varrà il primo posto nel girone di Champions, ma adesso la testa è alla partita che andrà in scena alla Bruno Bianchi. La formazione di Piccardo ha mostrato compattezza, la forza del gruppo è una delle qualità migliori degli alabardati, che proveranno contro la corazzata recchelina a ridurre al minimo il divario finale. Un test importante per entrambe, laddove i liguri vincendo potrebbero agganciare il Brescia, impegnato in una trasferta insidiosa a Napoli, attendendo il recupero della gara non disputata sabato contro la Roma Vis Nova, fissato per marzo.
Non sarà una battaglia semplice quella che dovrà affrontare il Brescia. La squadra di Bovo dovrà vedersela con una delle formazioni più in forma del momento, ovvero l’Acquachiara. De Crescenzo ha messo a posto qualcosina e la fiducia, aumentata con il passare del tempo, ha fatto sì che la compagine campana facesse un filotto di risultati consecutivi tali da farla balzare al quarto posto in coabitazione con la Canottieri. I lombardi sono riusciti con una vera prova di carattere e di forza a sbarazzarsi della Bpm nell’ultima giornata in una settimana che ha restituito alla Nazionale un Presciutti in gran spolvero. Una sfida che regalerà emozioni perchè i 10 punti di differenza in classifica non rispecchiano lo stato di forma delle formazioni, entrambe in salute. Ecco perchè vincerà chi avrà più pazienza, forzerà di meno in attacco e si difenderà meglio.
Canottieri Napoli e Bpm Sport Management si giocano il terzo posto. Dopo aver superato l’esame Posillipo e perso con onore contro il Brescia terminerà sabato il trittico di gare complicate per la banda di Baldineti. Vincere a Napoli sarebbe un’ulteriore prova di forza per blindare, a una giornata dalla pausa lunga, il terzo posto e confermarsi con merito ai piani alti della classifica. Petkovic e compagni troveranno di fronte una formazione che però, nemmeno a dirlo, si trova lì non per caso. L’organizzazione e l’unione d’intenti sono gli ingredienti principali della Canottieri di Zizza, a prescindere dalle defezioni che hanno colpito a turno qualche giocatore. In forse la presenza di Brguljan, ma la vittoria nel derby ha fatto ritrovare quella consapevolezza che era andata un pò persa contro il Bogliasco. Tre punti che valgono come oro per entrambe le formazioni ma che per i giallorossi significherebbero sorpasso proprio sui mastini.
Non sorride l’altra parte di Napoli, rappresentata dal Robertozeno Posillipo. I ragazzi di Occhiello hanno perso le ultime partite, rimanendo attardati in classifica dopo un inizio ottimo. L’assenza di Gallo e la non perfetta condizione di Klikovac hanno pesato sulle spalle dei rossoverdi come un macigno. Dovranno essere più forti di questo i napoletani, pensando che la gara che li vedrà protagonisti a Siracusa non sarà una passeggiata se non affrontata con la massima concentrazione. L’Ortigia ha sempre dimostrato in casa di fare prestazioni di livello, ma la sua crescita è passata anche da quelle mostrate in trasferta, dove anche nell’ultima gara persa a Bogliasco è comunque uscito il carattere di una squadra che vuole salvarsi. Risultato che non è già scritto in partenza, per tornare a gioire il Posillipo dovrà sudare contro i siciliani, che a loro volta proveranno a prendere il massimo contro un avversario sulla carta superiore.
Il Bogliasco sta avendo un cammino al di sopra delle aspettative. La trasferta di Firenze, qualora porti i tre punti sperati, avvicinerà ulteriormente la formazione di Bettini alle squadre di vertice, consolidando una posizione che al momento vedrebbe i liguri a pochi passi dalla final six. Dall’altra parte ci sarà una Florentia galvanizzata dal pareggio conquistato all’ultimo secondo contro la Lazio. Come un risultato può cambiare il morale di una squadra, ecco che la compagine di Vannini affronterà la sfida di sabato con un altro piglio, consapevole di poter fare bene con una prestazione accorta dove dovrà uscire fuori il vero orgoglio toscano.
Serviva una scossa, quella è arrivata in settimana. Sulla panchina della Lazio, dopo una prima fase complicatissima a livello di risultati e prestazioni, è tornato Formiconi, che già da sabato proverà a ridare carattere a una squadra parsa sfiduciata, senza nulla togliere a Vittorioso, alla sua prima esperienza, non fortunata, da allenatore. Ripartirà da Savona l’avventura del tecnico romano, da una gara dove non sarà impossibile tornare con i punti se la Lazio ritroverà il suo spirito combattivo. E’ stata importante l’ultima vittoria a Sori per il gruppo allenato da Angelini, perchè conquistati nei minuti finali, ma sono troppi sempre i gol regalati e i momenti in cui i liguri staccano la spina all’interno dei quattro tempi.
Il Sori ha assaporato la possibilità di far punti anche contro il Savona, ma alla fine l’inesperienza è costata cara alla squadra di Temellini. Primo esame lontano dalle mura amiche per il nuovo tecnico, ma è proprio in trasferta che i granata hanno trovato gli unici punti fonora raccolti. Il Vis Nova sarà più riposato, Ciocchetti in queste due settimane avrà potuto concentrare l’attenzione solo su questa sfida, ma i sei punti di differenza inviteranno i capitolini a non sottovalutare l’avversario, insieme a loro candidato a giocarsi fino in fondo la salvezza.
La Serie A si sa, non è come la Bundesliga, la Ligao la Ligue 1, è un campionato nervoso che soprattutto non riesce a vivere solo di luce riflessa dettata dalle big o dalla squadra di riferimento. La Serie A produce ogni anno piccoli miracoli sportivi, sforna volti che fanno esaltare temporaneamente il pubblico e soprattutto non certifica mai o quasi mai l’assoluta verità delineata soltanto pochi mesi prima alla fine di un campionato e l’inizio del nuovo.
E’ come un rigenerarsi di opportunità e di sogni che si apre e si chiude nell’arco di dodici mesi e nella frenetica sessione di un mercato può “terremotarsi“. Prendiamo i dati del campionato chiuso a maggio e le aspettative che c’erano le troviamo dissolte nella Serie A di quest’anno. In tutto questo ci sono passaggi che sono la storia del nostro campionato, che restano una costante nel tempo, e che lo certificano come sempre uno dei più equilibrati. Livellato verso il basso o verso l’alto, questo lo decide il confronto poi con i riferimenti europei (Barcellona, Bayern etc. etc.).
Un terzo del campionato di Serie A è andato e i primi segnali della stagione sono stati lanciati, tra questi si registrano come detto le variabili che girano aprendo scenari e chiudendone altri. Ci si aspettava, con il suicidio di mercato della Juventus, una Roma dominante ed invece viene confermata una squadra che vive in un contesto mai contento, di alti e bassi spaventosi e un rapporto con l’Europa che conta decisamente di soggezione. Come l’anno scorso dopo le sette reti subite con il Bayern Monaco anche quest’anno, dopo i sei gol presi al Camp Nou, i giallorossi sembrano avviati verso un declino con rumors sull’allenatore e ambiente sul piede di guerra.
La Lazio è in una situazione simile, ma dalla nuova stagione aveva aspettative diverse, pertanto si può dire che la crisi di nervi è meno forte sul morale e più pesante sui risultati, non vince in Serie A dal 25 ottobre contro il Torino, mentre in coppa fa il suo dovere. L’esito di questa stagione, per ora, conferma quanto alcuni sostenevano l’anno scorso, ovvero che i biancocelesti e Pioli avevano concluso un’annata straordinaria sopra le potenzialità della squadra e forse oggi si ha una dimensione più veritiera dei capitolini.
A metà classifica in settimana abbiamo assistito allo sfogo di Di Natale in casa Udinese, una delle piazze più tranquille della Serie A, sfogo dettato dalle voci che lo vedrebbero ritirarsi a gennaio dal calcio non confermate e dalle stesse voci che metterebbero il suo malumore in relazione alle scelte di Colantuono. Si tratta di una reazione complicata e umorale del giocatore, che produce una piccola sveglia alla squadra, vincente contro il Chievo, ma che al tempo stesso mette ombre sull’ambiente pronto a inaugurare il nuovo stadio finito nel match contro la Juventus nel nuovo anno, ma forse proprio senza il campione più rappresentativo.
A Genova è derby tutto l’anno, se al sabato la Sampdoria va male con il rinato Milan a San Siro, alla domenica al Ferraris il tifo genoano si aspetta il sorpasso in classifica sui cugini del resto di fronte c’è il battibile Carpi. Dopo pochi minuti una gomitata inspiegabile di Pavoletti mette il Grifone in una pericolosa salita che non riuscirà a superare seppur in vantaggio per primo. Il Carpi che tutti danno per già retrocesso ottiene la sua seconda vittoria stagionale e rimette il Genoa a ridosso della zona retrocessione. Morale della favola, Gasperini contestato nelle scelte post espulsione di Pavoletti e il viatico del derby del 6 gennaio mantenuto nervosamente sempre ad alti livelli. La Sampdoria dopo l’esonero di Zenga è letteralmente sprofondata, sia con i risultati che con il morale, l’aeroplanino Montella non riesce a far decollare i blucerchiati e se c’è ancora aria di attesa per vedere i primi passi della nuova Sampcon l’avvicinarsi della stracittadina aumenta la preoccupazione di aver preso una topica con il cambio del tecnico, forse nel momento sbagliato della stagione.
Proprio su questo filo immaginario, dettato dal sistema nervoso, soprattutto queste ultime due e l’Udinese devono stare attente perché il rischio è quello di ritrovarsi invischiati in lotte pericolose dove proprio il nervoso può giocare brutti scherzi, soprattutto quando i tuoi avversari sono in Serie A con nulla da perdere e mostrano lievi progressi ogni settimana, Hellas esclusa perché pare già rassegnata.
La Lazio si scrolla di dosso il periodo negativo in Campionato, un solo punto conquistato in quattro gare disputate, battendo per 3-1 il Dnipro nel quinto turno di Europa League; successo che permette alla formazione di Pioli di ottenere il pass per i sedicesimi di finale ed anche il primo posto nel girone. Vantaggio dopo appena 4’minuti per la Lazio grazie alla rete di Candreva, lanciato da Parolo; al 65′ il pareggio del Dnipro con BrunoGomes, ottimo il suo destro incrociato. Al 68′ è Parolo a riportare la Lazio in vantaggio e, definitivo tris, di Djordjevic al 92′. Nell’altro match del girone 1-1 tra Rosenborg e Saint Etienne, i francesi sono qualificati come secondi, entrambe sono a quota 5 punti.
La Fiorentina conquista un prezioso pareggio nel match contro il Basilea, in Svizzera, la squadra di Sousa ha giocato per oltre un’ora in dieci uomini a causa della espulsione di Roncaglia al 26′: reo di aver inflitto una gomitata inflitta a Embolo; le due reti realizzate dalla viola portano, entrambe, la firma di Bernardeschi, al 23′ imbeccato da Borja Valero e al 36′, su servizio di Kalinic. A cinque minuti dal termine del primo tempo è Suchy ad accorciare le distanze, il definitivo 2-2 è al 74′ grazie a Elneny. Nell’altro match del girone Belenenses – Lech Poznan è terminata 0-0.
Nello stadio di Bruges, chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza, in Belgio l’allerta terrorismo è ancora molto alta, il Napoli, già al primo posto nel gruppo D e imbottito di riserve, mister Sarri pensa all’impegno molto importante di lunedì sera contro l’Inter, ha vinto agevolmente per 0-1 con la rete di Chiriches al 41′. Il ritmo per tutta la gara è stato compassato e la superiorità del Napoli è apparsa netta, anche in virtù del successo 5-0 maturato all’andata. Il gol è stato siglato da Chiriches grazie ad una punizione laterale eseguita da Valdifiori. Nell’altro match del girone il Legia Varsavia ha sconfitto per 1-0 il Midtjylland per 1-0; discorso qualificazione, Napoli a parte, rimandato all’ultimo turno con il Midtjylland che ha 6 punti, contro i 4 di Legia Varsavia e Bruges.
Serata perfetta per le tre italiane in Europa League.
Le danze sono state aperte dal devastante Napoli di Sarri che ha battuto per 5-0 il Midtjyalland. Nelle gare delle 21 vittorie importantissime in trasferta per Lazio, in Norvegia contro il Rosenborg, e della Fiorentina sul campo del Lech Poznan.
Veniamo al racconto delle gare partendo da quella delle 19, giocata al San Paolo.
NAPOLI – MIDTJYALLAND
Tutto facile per gli uomini di Sarri che, se pur con un ampio turnover, sconfiggono nettamente i danesi del Midtjyalland. La gara si mette subito bene per il Napoli, dopo un paio di buone occasioni non concretizzate, al 13° El Kaddouri, imbeccato da Insigne, batte Andersen per l’uno a zero. Passano 10 minuti e Gabbiadini è rapido a girare in gol una respinta del portiere sul tiro del solito Insigne. Gabbiadini è in gran serata e al 38° realizza anche la doppietta personale. Nella ripresa il copione non cambia, anzi prima Maggio con l’inserimento e poi Callejon, con un colpo di testa, completano la manita azzurra.
NAPOLI – MIDTJYALLAND 5-0 (13° El Kaddouri, 23°, 38° Gabbiadini, 55° Maggio, 77° Callejón)
Napoli (4-3-3): Reina; Maggio, Chiricheș, Koulibaly, Strinić (68° Hysaj); López, Valdifiori, Hamšík (53° Allan); El Kaddouri, Gabbiadini, Insigne (57° Callejón).
Vittoria importante per la Fiorentina che ringrazia Ilicic e ritorna in corsa per la qualificazione al turno successivo di Europa League. Il primo tempo si dimostra equilibrato con una viola che fa possesso palla senza però rendersi pericolosa. Dopo qualche rischio la Fiorentina passa in vantaggio con una splendida punizione di Ilicic al 41°. Nella ripresa il Lech ci prova, gli ospiti rischiano ma poi chiudono il match con un tocco sotto del solito Ilicic che scavalca il portiere e si deposita in gol.
Djordjevic trascina la Lazio al successo sul campo del Rosenborg. Biancocelesti praticamente subito avanti con il gol di Djordjevic al 9°. I padroni di casa cercano di trovare il pari ma capitolano nuovamente al 29°, ancora per merito di Djordjevic. Nel primo tempo ci sarebbe anche il gol di Hoedt, annullato però per fuorigioco. Nel secondo tempo ci si attende un Rosenborg d’assalto ma la Lazio non rischia praticamente niente. Nel finale gli uomini di Pioli rimangono in 10 per il rosso diretto a Keita. Al triplice fischio la Lazio può festeggiare il primo posto del girone.