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  • Roma – Lazio, un derby da Champions

    Roma – Lazio, un derby da Champions

    Roma e Lazio ancora una volta l’una contro l’altra nella gara che da sempre infiamma la capitale. Se i fasti di un tempo quando le due squadre si giocavano lo Scudetto oggi non ci sono più, la sfida anche in questa stagione non deciderà soltanto la supremazia cittadina ma quale tra le due cugine ha le carte in regola per aspirare al terzo posto che vuol dire Champions League.

    SPONDA ROMA. I  giallorossi arrivano al match decisivo dopo una settimana a dir poco burrascosa. La brutta sconfitta per 4-1 in casa dell’Atalanta col caso De Rossi escluso contro i bergamaschi per un discutibile provvedimento disciplinare (causa un lieve ritardo alla riunione tecnica pre.partita in albergo) che ha tenuto banco sui media romani e nazionali e che ha spaccato in due tifosi e opinionisti, i derossiani e gli enriquiani per così dire. Sta di fatto che la decisione di tener fuori il n.16 ha innervosito ambiente e squadra ed ha ottenuto il sostegno un pò goffo della società. Vedere i rossi presi stupidamente da Osvaldo e Cassetti per credere. Ma non basta, durante la settimana si sono susseguite dichiarazioni come quella di Gabriel Heinze che pur adottando un diplomatico politichese ha fatto capire di essere sconcertato per l’accaduto, ponendosi sulla sponda derossiana per l’appunto. Comunque stavolta De Rossi ci sarà con tutta la sua grinta e determinazione per vendicare la sfida-beffa dell’andata. Recuperato a pieno titolo anche capitan Totti che è al suo Derby numero 30 e punta Delvecchio e Da Costa a quota 9 gol nella speciale classifica della stracittadina.

    Hernanes e De Rossi, Roma Lazio © Giuseppe Bellini7Getty Images

    Osservato speciale poi è Fabio Borini, il calciatore in forma Nazionale e il più temuto dai laziali di questi tempi.  La sensazione è che i quattro romani e romanisti (Totti, De Rossi, Rosi, Greco) vivranno la partita in modo convulso e sarà importante che trasformino la tensione in energie positive. Dunque il Derby si preannuncia come una partita spacca stagione per una Roma sesta a 38 puntiche deve assolutamente vincere lo scontro diretto. Luis Enrique si  gioca stagione e onore dato che la vittoria contro i biancocelesti potrebbe far sorridere l’ambiente romanista anche in assenza di grandi traguardi raggiunti e contare nelle valutazione di fine stagione. In attesa della continutà la Roma americana aspira almeno alla gloria di breve termine.

    SPONDA LAZIO. In casa biancazzurra la situazione non si può certo definire pacifica. La Lazio viene da una deludente eliminazione dalla Europa League e soprattutto dalla vicenda delle dimissioni poi ritirate di mister Edi Reja. Il nome di Gianfranco Zola ha serpeggiato per una intera settimana considerando anche il black out di Palermo, poi però la magia dei risultati ha rimesso tutto nel verso giusto. La vittoria contro la Fiorentina ha riportato in sella Reja, rilanciato le ambizioni laziali e sedato le ire del presidente Claudio Lotito. La Lazio che divide il terzo posto con l’Udinese a quota 45 è una squadra che vuole arrivare fino in fondo.

    Nonostante il gioco non sempre brillante la squadra di Reja si è rivelata tra le più solide e concrete del campionato. Soprattutto grazie al suo bomber, leader e vero fuoriclasse Miroslav Klose che decise la gara d’andata con un gran gol in zona cesarini. Importante il feeling con la stracittadina del recuperato Stefano Mauri mentre il mattatore di tante sfide Tommaso Rocchi è infortunato. Altro simbolo nell’eterna sfida è Cristian Ledesma che dovrà fare lavoro doppio per schermare una difesa in piena emergenza ma col solito Dias a far da padrone. Il Profeta Hernanes ha già promesso una grande prestazione e rinnoverà la sfida tra sudamericani col romanista Lamela.

    La Lazio dunque arriva favorita, ma il Derby è una partita speciale e spesso i pronostici non possono considerare le variabili incalcolabili di una partita ad altissimo tasso emotivo.

  • Zeman non si espone su Roma – Lazio

    Zeman non si espone su Roma – Lazio

    E’ prepotentemente tornato alla ribalta grazie al suo Pescara Spettacolo dopo essere ripartito nella scorsa stagione addirittura in Lega Pro con il Foggia, ma la sua fama è legata anche ai suoi trascorsi romani su entrambe le sponde del Tevere: Zdenek Zeman sarà spettatore particolare del Derby della Capitale in imminente programmazione nel Film della Serie A italiana.

    In conferenza stampa è stato solleticato dai giornalisti sulla sfida tra Luis Enrique e Reja, tra Totti e Klose, ma il boemo è concentratissimo sul big match di serie B tra il suo team ed il Sassuolo di Pea che rappresenta una sorta di spareggio anticipato dal sapore dolce di Serie A. “Il Derby di Roma? No, non parlo. Tutte le volte che dico una cosa ci rimane male qualcuno”, dice con il suo modo di fare sornione e simpatico.

    Zdenek Zeman | ©Getty Images

    Tuttavia, dopo aver sviscerato tutti i temi inerenti Pescara-Sassuolo, parla anche di calcio a livello generale prendendo spunto dalla considerazione che qualche cronista vede la sua sfida con Pea come quella tra Guardiola e Mourinho a livello di concezioni calcistiche. Alcuni critici sostengono che i tifosi preferiscono il calcio di Zeman mentre gli addetti ai lavori quello di Pea, concorda? “ragionamento giusto, il pubblico viene al campo per divertirsi. Ognuno fa il calcio secondo la sua mentalità, Pea ha questa. In Italia il Milan e la Roma, anche se questa non è ancora una vera squadra, cercano di proporre sempre calcio. All’estero si cerca di più di giocare, in Italia si cerca di non far giocare. Il calcio italiano in passato ha avuto successi proprio su questo”.

    Una prima risposta all’annoso quesito del ‘meglio il calcio spettacolo non sempre con profitto o meglio un calcio brutto ma redditizio?’ Si avrà sul campo proprio nella sfida tra il Pescara ed il Sassuolo vale a dire tra l’attacco atomico dei biancazzurri, di gran lunga il miglior reparto offensivo della cadetteria, e la difesa neroverde, la migliore del torneo. L’organizzazione tattica difensiva al limite dell’ostracismo di Pea versus gli schemi offensivi ed i tagli di matrice prettamente zemaniana? Al campo la risposta anche se entrambi i tecnici, ne siamo convinti, vorranno avere ragione a Giugno…

  • Roma – Lazio, Totti recupera per il derby

    Roma – Lazio, Totti recupera per il derby

    I simboli di una città storicamente sono croce e delizia della stracittadina capitolina e così ancora una volta Francesco Totti riempie le pagine del pre-Derby. Stavolta per un piccolo infortunio, un pestone all’alluce ricevuto da Cicinho nell’allenamento di ieri. Comunque il n.10 giallorosso oggi si è allenato regolarmente e sta facendo un lavoro specifico di fisioterapia, il tutto fa pensare che la Roma non debba rinunciare al suo leader nella delicatissima sfida contro i cugini biancocelesti.

    I NUMERI DI TOTTI NEL DERBY. La presenza del Capitano potrebbe essere una grossa leva psicologica per i compagni oltre che tecnica considerando anche le statistiche. Totti ha disputato 29 Derby di Campionato (4 in Coppa Italia) collezionando 8 reti appena dietro a Marco Delvecchio e Da Costa nella speciale classifica. Dieci volte ha conquistato i tre punti e altrettante dieci è uscito sconfitto, 9 sono invece i pareggi. Importante considerare che tutte le volte che il Capitano ha griffato con un gol la sfida contro i biancocelesti la Roma non ha mai perso. E infatti l’ultima vittoria giallorossa vide la sua doppietta con un gol su punizione e uno su rigore. In occasione dell’ultima sconfitta nel girone d’andata della stagione in corso, invece, fatalmente il Capitano non era in campo per un infortunio muscolare.

    Francesco Totti | ©ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Stavolta invece ha fatto di tutto per essere presente compreso il giallo preso di proposito contro il Parma per saltare la trasferta in casa dell’Atalanta e non rischiare di saltare l’eterna sfida, Cicinho permettendo. Anche perchè le tre giornate di squalifica per Osvaldo, nonostante il ricorso da presentare, rischiano di creare una carenza di peso nell’attacco romanista. Comunque con il Borini in forma ottimale visto negli ultimi tempi e nella gara di ieri della Nazionale, la Roma potrà contare su un fase offensiva di grande livello con motivazioni importanti ed una grande voglia di far felici i tifosi e di avvicinare i cugini più avanti in classifica.

  • Dino Zoff, 70 anni e non sentirli

    Dino Zoff, 70 anni e non sentirli

    Settant’anni e non sentirli, o meglio, non dimostrarli: per uno sportivo del suo livello, probabilmente, è più semplice mantenere la forma fisica e celare l’età anagrafica, ma nel caso di Dino Zoff, è proprio il caso di sottolinearlo. Proprio quest’ oggi, 28 febbraio, il portierone della Juventus e della Nazionale campione del mondo del 1982 compie i settanta, e li festeggerà in perfetto stile “Zoffiano”, all’insegna del low profile e della sobrietà, con una cena con gli amici più stretti e gli affetti più cari.

    Un compleanno che, però, in molti vogliono comunque ricordare, perchè Dino Zoff nell’immaginario collettivo italiano è stato e rimane un’ “istituzione”, un “monumento”, la fotografia dell’Italia vittoriosa del 1982, con la Coppa del Mondo alzata al cielo di Madrid, prima che la Nazione intera iniziasse i festeggiamenti che attendeva da troppi anni. Allora, Zoff aveva già 40 anni, ma disputò un mondiale perfetto, da capitano orgoglioso di vestire quella maglia qual’era: anche allora, l’età anagrafica era solo un dato superfluo.

    Nel giorno del suo compleanno auguri a parte, Dino Zoff non tralascia di analizzare il momento attuale del nostro calcio: naturale per uno come lui sempre “sul pezzo”, anche dall’esterno. Inevitabile, dunque, un riferimento alle furibonde polemiche del post Milan-Juventus, che hanno coinvolto, in particolar modo, il “pupillo” di Zoff, il suo erede, sia nella Juventus che in maglia Azzurra, il portierone Gigi Buffon, che lui stesso – a cavallo fra il 1998 ed il 2000 – ha allenato in Nazionale. Zoff, dunque, non può che schierarsi al fianco di Gigi Buffon sulla questione delle dichiarazioni da lui rilasciate nel post gara, finite poi nell’occhio del ciclone, soprattutto a causa della grande ipocrisia che pervade gli ambienti “ben pensanti” della nostra Italia.

    Dino Zoff | © Grazia Neri/Getty Images

    L’ex numero uno della Juventus e della nazionale, con il suo solito e consueto pragmatismo, invece, sostiene che Gigi abbia fatto bene a esprimersi con sincerità e, soprattutto, che non sarebbe stato tenuto – anche se avesse visto che la palla avesse varcato la linea di porta – a “denunciare” l’accaduto al direttore di gara: “Sarebbe stato grave se l’arbitro gliel’avesse chiesto e lui avesse negato; ma nessuno lo ha interpellato“.

    Per quanto riguarda, poi, gli aspetti prettamente calcistici, Zoff ha le idee chiare sulla lotta al vertice fra bianconeri e rossoneri, soprattutto dopo il pareggio di San Siro: “Hanno entrambi il 5o % di possibilità di conquistare il tricolore“.

    Oltre alle questioni legate alla lotta al vertice, Zoff non si esime dal commentare la situazione in casa Lazio, un club che gli sta molto a cuore, dopo averlo allenato per cinque stagioni: sulla situazione-panchina, legata alle note vicende delle incomprensioni Reja-Lotito, Dino Zoff rivela di non aver mai dubitato che Reja restasse in biancoceleste: “Era prevedibile, per quanto mi riguarda non mi sono mai preoccupato“.

    Infine, una battuta conclusiva sul caso De Rossi, escluso dalla formazione titolare da Luis Enrique perchè presentatosi in ritardo alla riunione tecnica del pre-partita: Zoff, in tal caso, non commenta direttamente l’episodio, ma con una battuta lascia intendere quale sia il suo pensiero in proposito: “Con me nessuno arrivava mai in ritardo, è una cosa che mi fa piacere perchè singifica che ho lavorato bene ed ho fatto la persona seria“.

    Persona seria, dunque, ma anche uomo di gran classe, non solo tecnica; una persona vecchio stile, e mai personaggio al contrario di molti calciatori d’oggi, con un forte senso della dignità, dell’orgoglio e del senso del rispetto verso sè stessi e verso gli altri. Un rispetto che tutti gli hanno sempre tributato per ciò che ha sempre e impeccabilmente rappresentato, e che, nei rari casi in cui è venuto a mancare, (in occasione delle critiche da parte di Berlusconi dopo la sconfitta in finale ad Euro 2000 contro la Francia, ndr) non ha esitato a reclamare, in maniera discreta ma decisa, dimettendosi dall’incarico di cittì.

    La dignità prima di tutto: l’esempio di un uomo come lui serve molto ancora oggi al nostro Paese. Auguri grande Dino Zoff.

  • Lazio – Fiorentina, parte il Reja-bis per rafforzare il terzo posto

    Lazio – Fiorentina, parte il Reja-bis per rafforzare il terzo posto

    Potremmo dire che stasera contro la Fiorentina si apre il Reja-bis dopo che il tecnico, in seguito ad un acceso diverbio con il presidente Lotito alla vigilia della trasferta europea a Madrid, aveva rassegnato le sue dimissioni da allenatore della Lazio, respinte dal numero uno del club biancocelete e quindi “congelate” per poi annunciare ieri nella tradizionale conferenza stampa la pace con Lotito e la sua permanenza sulla panchina laziale nonostante le voci insistenti su Gianfranco Zola.

    Lazio – Fiorentina stasera all’Olimpico è un test fondamentale per i padroni di casa per rafforzare il terzo posto in campionato che vuol dire preliminari di Champions League e per testare la condizione psico-fisica della squadra in vista del derby di domenica prossima contro i cugini giallorossi che oggi hanno rimediato una batosta a Bergamo. Proprio la sconfitta della Roma potrebbe dare qualcosa in più a livello morale ai biancocelesti che se stasera dovessero battere i viola potrebbe salire a quota 45 e presentarsi al derby con 7 punti di vantaggio in classifica, situazione ideale per tenere a debita distanza i giallorossi nella corsa al terzo posto.

    La Fiorentina però non vuole che la trasferta nella capitale sia soltanto una escursione domenicale, la squadra di Delio Rossi ha tanta voglia di riscattare le due sconfitte consecutive maturate con Napoli e Bologna. La zona retrocessione è tornata a farsi vicina alla luce dei risultati di oggi pomeriggio, con la vittoria di Siena e Lecce nelle rispettive gare. Servono necessariamente i 3 punti per allontanare lo spettro di una nuova crisi.

    Edoardo Reja © Paolo Bruno

    Per quanto riguarda le formazioni non ci sono variazioni rispetto alla vigilia, la Lazio si presenterà con il solito 4-2-3-1 con bomber Klose unica punta supportato da Hernanes, Lulic e Gonzalez che stazioneranno sulla trequarti, in mediana al fianco di capitan Ledesma giocherà dal primo minuto il rientrante Mauri. Emergenza difesa per Reja che dovrà fare a meno dello squalificato Dias, davanti a Marchetti ci saranno Scaloni e Stankevicius sulle fasce e Biava e Diakitè al centro. L’ex Delio Rossi risponde con il 3-5-2 che in questo momento “paga” di più rispetto agli altri moduli con il giovane Camporese a prendere il posto dello squalificato Gamebrini al fianco di Natali e Nastasic, a centrocampo De Silvestri sostituisce sulla corsia di destra Cassani fermato dal giudice sportivo, a sinistra agirà Pasqual con Montolivo in cabina di regia e Behrami e Lazzari a fare il lavoro sporco. Amauri e Jovetic di punta, il tecnico viola punta molto sul talento montenegrino in grado di fare la differenza. Vargas partirà dalla panchina.

    PROBABILI FORMAZIONI LAZIO FIORENTINA

    LAZIO (4-2-3-1): Marchetti, Scaloni, Biava, Diakitè, Stankevicius, Ledesma, Mauri, Gonzalez, Hernanes, Lulic, Klose.
    Panchina: Bizzarri, Radu, Konko, Garrido, Candreva, Alfaro, Kozak.
    Allenatore: Reja.

    FIORENTINA (3-5-2): Boruc, Camporese, Natali, Nastasic, De Silvestri, Behrami, Montolivo, Lazzari, Pasqual, Amauri, Jovetic.
    Panchina: Neto, Romulo, Felipe, Salifu, Vargas, Cerci, Ljajic.
    Allenatore: Rossi.

  • Lazio, Lotito chiama Zola. De Canio resta in pole

    Lazio, Lotito chiama Zola. De Canio resta in pole

    Si infittisce il giallo sul futuro della panchina biancoceleste, una corsa a tre per Reja, De Canio e Zola. Chi sceglierà Lotito? Il tecnico goriziano ha diretto l’allenamento di ieri pomeriggio e anche quest’oggi si trova a Formello dove alle 15 è in programma la seduta di rifinitura in vista della partita di domani sera contro la Fiorentina all’Olimpico. Ma non vi sono certezze su chi presenzierà la consueta conferenza stampa prevista per le 17.30. Il caos in casa Lazio regna sovrano, e non è escluso che il finale riservi il classico colpo di scena. Fra i tre contendenti spunta il nome di Alberto Bollini, il tecnico della Primavera.

    L’ULTIMO ARRIVATO – Il nome nuovo delle ultime ore è quello di Gianfranco Zola. Il presidente Lotito sta pressando l’ex allenatore del West Ham e ct dell’Under 21 italiana per convincerlo riguardo il progetto Lazio. Il sardo, ribattezzato “the magic box” dai tifosi inglesi ai tempi della sua avventura con la maglia del Chelsea, dovrebbe atterrare a Roma in queste ore per avere un colloquio con il numero uno della società biancoceleste. L’arrivo di Zola alla Lazio rimane comunque difficile, sopratutto perché l’ex calciatore di Napoli, Parma e Cagliari ha espresso più volte la propria volontà di rimanere a Londra e di volere accettare soltanto eventuali offerte provenienti dalla Premier.

    gianfranco zola | © Christopher Lee/Getty Images

    DE CANIO – L’ex tecnico di Udinese e Napoli rimane in pole position per sostituire il dimissionario Reja. L’incontro con Lotito di ieri sera ha dato esito positivo, confermando un’intesa di massima fra il presidente e De Canio, reduce dalla brillante salvezza ottenuta con il Lecce lo scorso campionato, quando rivestiva anche il ruolo di manager (l’anno precedente era stato alla guida del Qpr nella Serie B inglese, ottenendo un deludente 14° posto).

    CONFUSIONE REJA – Desta perplessità il comportamento della società e dello stesso Reja, le cui dimissioni sono state rassegnate martedì scorso. Sono passati quattro giorni, la sfida contro l’Atletico Madrid e tre allenamenti con la prima squadra. Appena arrivato ai cancelli di Formello ha dichiarato un eloquente “è tutto a posto”, non facendo altro che rendere ancora più difficile il rebus intorno alla guida tecnica della Lazio. Fra meno di tre ore ci sarà con ogni probabilità la parola fine, con l’inizio della conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina. Solo allora sapremo chi si siederà sulla panchina biancoceleste nel posticipo di domani sera.

  • Lazio – Reja, prima l’Atletico poi il divorzio?

    Lazio – Reja, prima l’Atletico poi il divorzio?

    In casa Lazio, nel giorno del delicato quanto complesso match contro l’Atletico Madrid in Europa League, in cui i biancocelesti devono provare a capovolgere l’ 1-3 subìto all’andata in casa all’Olimpico, regna il caos dopo le dimissioni avanzate da Edy Reja e poi respinte dalla dirigenza.

    Il tecnico friulano, infatti, nella giornata di ieri aveva deciso di non partire insieme alla squadra alla volta di Madrid, rassegnando di fatto le dimissioni, a seguito della discussione accesa con il presidente Lotito e con Igli Tare, che si erano recati presso il centro sportivo di Formello per verificare le condizioni della squadra dopo le ultime sconfitte contro Atletico Madrid, in Europa appunto, e Palermo in campionato che hanno evidenziato una squadra appannata e confusa, che ha subito ben otto gol in sole due partite.

    Edy Reja, dunque, nella giornata di ieri ha inviato una lettera a mezzo fax in cui comunicava alla società la decisione di volersi dimettere: il presidente Lotito, però, fermamente convinto della necessità di non destabilizzare la squadra e lo spogliatoio in un momento cruciale della stagione (considerando anche il fatto che la Lazio è comunque in ottima posizione di classifica in campionato, ossia terza al pari dell’Udinese, ndr) ha deciso di respingere le dimissioni di Reja e di convincerlo a partire insieme alla squadra per la capitale spagnola, per non abbandonare i suoi in una serata Europea che si preannuncia molto difficile da affrontare.

    Pertanto, prima di partire alla volta di Madrid, il tecnico non è parso eccessivamente loquace, e si è limitato a rilasciare poche parole, in cui ha fotografato con il solito pragmatismo quali sono le imminenti necessità della sua Lazio: concentrazione per affrontare al meglio la gara con l’Atletico al Vicente Calderòn, onorare l’impegno e fare una bella figura.

    edi reja | © getty images

    Sul suo futuro, invece, Reja non si è pronunciato non rispondendo alle domande di coloro che gli chiedevano se quella di Madrid fosse la sua ultima panchina biancoceleste, dichiarando di voler parlare solo della gara, anche se in merito alla discussione con il presidente ed il direttore sportivo Tare, si è lasciato sfuggire un commento molto netto: “C’è stata una divergenza di opinioni“, riferendosi – molto probabilmente – agli screzi avuti con la dirigenza in merito alle questioni legate alla conduzione del mercato di Gennaio e, di contro, ai rimproveri ricevuti dal presidente Lotito per i continui cambi di formazione.

    Dopo le dimissioni presentate formalmente da Reja alle ore 14 di ieri, mercoledi 22 Febbraio, e poi respinte dalla società, la Lazio si riserva ora la possibilità di valutare, a partire dalla giornata di Venerdì, quale debba essere il da farsi, sempre nell’ottica del bene della squadra, vagliando diverse opzioni: dal tecnico della Primavera Bollini, a Simone Inzaghi, a De Canio. Per oggi, però il bene della squadra coincide esclusivamente con la necessità di affrontare nel miglior  modo possibile la trasferta europea, cercando di ovviare alle problematiche evidenziate dalla squadra nelle ultime uscite; è lo stesso Reja ad ammettere che la squadra non sta attraversando un grande momento di forma, con molti giocatori non al meglio della condizione ma il tecnico friulano non cerca alibi e pone l’obiettivo di rendere la vita difficile all’Atletico, fermo restando che gli avversari – guidati  dall’ex laziale Diego Simeone – sono un’ottima formazione che esprime ottimi valori in campo.

    In merito alla gara di questa sera, inoltre, viene naturale chiedersi quale sarà l’atteggiamento dei giocatori biancocelesti in campo ed, in particolare, se “giocheranno per il loro tecnico”: a tale interrogativo, nella conferenza stampa di presentazione, ha risposto Kozak, che ha voluto sottolineare come nello spogliatoio non ci sia stato alcun problema fra i giocatori ed il tecnico, e che pertanto i giocatori vorrebbero andare avanti insieme ad Edy Reja.

    Per quanto concerne le questioni di campo, la Lazio questa sera scenderà in campo con il seguente undici, privo del bomber Miroslav Klose: Marchetti, Diakitè, Dias, Biava e Zauri, Ledesma, Matuzalem, Candreva, Hernanes Lulic, Kozak.

  • Futuro Zeman, sirene da Lazio e Inter

    Futuro Zeman, sirene da Lazio e Inter

    Vigilia gara di Pescara-Reggina in Serie B, recupero del match rinviato ad inizio mese causa neve, ma nella conferenza stampa del tecnico pescarese Zdenek Zeman tiene banco anche il suo futuro. La scorsa settimana aveva definito prematuri questi discorsi e che la sua permanenza è legata al progetto; in questa settimana le problematiche in seno alla società hanno costretto la squadra a girovagare tra i campi cittadini e il tecnico non ha celato il suo malumore. Queste querelle ai vertici, da alcuni definiti in chiave rinnovo ‘destabilizzanti’, possono incidere sulla sua scelta? “Finora la società ha fatto sempre quello che doveva fare, non ci sono problemi”. Intanto a Roma c’è il caso Reja e qualcuno vede in Zeman il futuro allenatore della Lazio. “Cosa penso del caso Reja? Che un allenatore non si può dimettere per il mercato di Gennaio, penso ci siano altri motivi che non conosco. Io alla Lazio? Io sto a Pescara”. Intanto, i tifosi dell’Inter hanno dato vita ad una petizione per portare il boemo l’anno prossimo sulla panchina nerazzurra: un provocazione? “sono provocazioni che sento da 20 anni…”

    Zeman nel mirino di Lazio e Pescara? | ©Getty Images
    Situazione Pescara. Si torna alla normalità. Prima la neve, che ha determinato due rinvii e problemi logistici per gli allenamenti, poi la querelle sui campi di allenamento: non sono state settimane tranquille in casa Pescara con il team guidato da Zeman in lotta per la promozione in serie A. L’ultima settimana, in particolare, che precede il recupero di campionato contro la Reggina di Gregucci, è stata abbastanza travagliata con i traslochi prima a Zanni e poi all’Antistadio per le sedute di allenamento dopo che al Poggio degli Ulivi, sede ufficiale per le sedute quotidiane, non era stato possibile allenarsi poichè era stata tagliata la luce. Si scatenano le polemiche con protagonisti da una parte l’ex Presidente De Cecco, proprietario anche del Poggio, e dall’altra la compagine societaria attuale. Dopo lo strappo con il Delfino deciso a trovare una soluzione alternativa, la pace sancita con questo comunicato:

    Nel pomeriggio di oggi si è tenuta una riunione tra alcuni rappresentanti della Delfino Pescara 1936 Srl e l’ex presidente Giuseppe De Cecco che era assistito dal suo commercialista dott. Nunzio Paternò.

    Le parti presenti, dopo aver concordato su quanto nei giorni scorsi già emerso in ordine alla sussistenza di crediti vantati dalla Delfino Pescara 1936 Srl nei confronti della Prosport Srl hanno proceduto, di comune accordo tra loro, alla compensazione di una parte di questi crediti con i canoni di locazione rimasti sin qui sospesi per tale ragione.

    Tutta l’attività della Pescara Calcio tornerà a svolgersi, sin da domani, nel centro sportivo del Poggio degli Ulivi.

  • Caos Lazio, Reja si dimette dopo lite con Lotito ma parte per Madrid

    Caos Lazio, Reja si dimette dopo lite con Lotito ma parte per Madrid

    Tensione crescente in casa Lazio, dopo i non brillanti risultati della squadra contro l’Atletico Madrid in Europa League e contro il Palermo in campionato, con un diverbio molto acceso che nella giornata di ieri ha coinvolto il patron biancoceleste Claudio Lotito, Igli Tare, ed il mister friulano Edy Reja, solitamente pacato ed equilibrato nelle sue esternazioni, sfociato, oggi, nella decisione del tecnico friulano di rassegnare di fatto le dimissioni dalla panchina Laziale.

    Il “misfatto” è accaduto ieri al termine dell’allenamento a Formello, dove il presidente ha voluto incontrare la squadra per tastare il polso dello spogliatoio, soprattutto da un punto di vista psicologico, e comprendere le reali motivazioni alla base delle difficoltà riscontrate in quest’ultimo periodo, che fanno da contraltare ad una prima parte della stagione disputata ad altissimi livelli. La presenza di Lotito e le critiche mosse dal presidente al tecnico, però, devono avere indispettito Edy Reja, che già contestava al presidente una gestione non appropriata della sessione del mercato di riparazione di Gennaio.

    Lo scontro verbale, dunque, sarebbe stato “condito” anche da parole grosse, almeno stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Italpress, che hanno costituito un preludio all’inatteso quanto clamoroso divorzio, annunciato in queste ore, a breve distanza dalla gara di ritorno dei sedicesimi di Europa League contro l’Atletico Madrid, in programma giovedì sera nella capitale spagnola.

    Nell’aria, infatti, si respirava la possibile rottura fra Reja e la Lazio al termine della stagione, a causa di alcuni dissapori legati proprio alla gestione del calciomercato, ma era difficile prevedere che ci potessero essere degli sviluppi tanto rapidi e repentini nella questione da indurre il tecnico a dimettersi quest’oggi.

    edi reja | © getty images

    Edy Reja, infatti, negli ultimi periodi, aveva criticato apertamente i mancati rinforzi da parte della società, sottolineado ironicamente come stesse aspettando “rinforzi per il mercato di Marzo” e, di conseguenza, il presidente Lotito (noto per il suo carattere fumantino, ndr) ha deciso di non rivolgere la parola al suo tecnico durante il viaggio di ritorno dalla Sicilia, dopo la sconfitta di Palermo. Il presidente, dunque, aveva scelto la via del silenzio, mentre Reja covava il risentimento nei suoi confronti, esploso poi nel litigio della giornata di ieri ed, oggi, nella decisione di dimettersi e di non partire per Madrid con la squadra. Le dimissioni però sono state respinte dal presidente del club biancoceleste, ragion per il tecnico ha deciso di partire ugualmente con la squadra alla volta di Madrid rimandando di fatto l’addio alla panchina laziale di qualche ora, dopo la trasferta nella capitale spagnola di Europa League per una questione di responsabilità verso la squadra.

    Intanto, per quanto concerne le questioni propriamente di campo, domani sera per la gara contro l’Atletico Miroslav Klose non è stato convocato per la sfida europea, poichè fermato ancora da un fastidioso mal di schiena che lo tormenta già da domenica scorsa, quando fu costretto ad uscire nell’intervallo della gara contro il Palermo, e l’assenza del bomber tedesco potrebbe rendere ancora più complesso il compito già molto arduo dei biancocelesti che hanno l’obbligo di provare a ribaltare il pesante 3-1 subìto all’andata allo stadio Olimpico.

    Subito dopo la gara di Europa League, però, per la Lazio sarà tempo di rituffarsi in campionato probabilmente con una nuova guida tecnica nel tentativo di non render vano il cammino comunque positivo realizzato finora, che vede la Lazio comunque al terzo posto in classifica, con 42 punti all’attivo, al pari dell’Udinese.

  • Palermo Lazio, rientra Miccoli, Reja in piena emergenza

    Palermo Lazio, rientra Miccoli, Reja in piena emergenza

    Reduce da una brutta batosta in Europa League e con una difesa totalmente da inventare, la Lazio di Edy Reja affronta questa trasferta con la volontà di mantenersi sempre nelle posizioni più nobili della classifica, magari con un orecchio ad Udine dove, i friulani affrontano il Cagliari nel secondo posticipo di questa giornata.

    Il tecnico biancoceleste, dovrà fare a meno degli squalificati Konko e Diakitè, e degli infortunati Biava, Radu, Stankevicius, che si vanno ad aggiungere alla già lunga lista d’indisponibili. La scelta appare quindi obbligata con una difesa a 3, al centro della quale dovrebbe inserirsi Ledesma, con Zauri e Dias a completare il reparto. A centrocampo Garrido e Gonzalez dovrebbe agire sugli esterni, mentre la coppia interna della mediana sarà composta da Candreva e Matuzalem. In attacco certa la presenza di Klose con alle spalle Hernanes, l’unico dubbio sarà legato al recupero o meno di Lulic, che qualora dovesse farcela sarà titolare, mentre in caso contrario a far coppia con il bomber tedesco sarà Kozak.

    Fabrizio Miccoli | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    In casa Palermo, rientrata l’emergenza infortuni e finalmente, recuperato anche capitan Miccoli, che sarà regolarmente in campo con al fianco Budan, favorito su Hernandez non ancora al top della forma, la voglia di ricominciare a dettare legge al Barbera è tanta. Mutti potrà contare su quasi tutti gli uomini e giocare con il classico 4-3-1-2, detto delle due punte ad agire alle spalle della coppia d’attacco dovrebbe essere Ilicic, favorito su Zahavi, mentre a centrocampo Migliaccio favorito su Bertolo, affiancherà Donati e Barreto. In difesa tutti presenti con Pisano e Balzaretti sugli esterni e Silvestre e Pisano a completare il reparto.

    PROBABILI FORMAZIONI PALERMO LAZIO

    Palermo (4-3-1-2): Viviano; Pisano, Silvestre, Mantovani, Balzaretti; Migliaccio, Donati, Barreto; Ilicic; Budan, Miccoli
    A disp.: Tzorvas, Munoz, Aguirregaray, Bertolo, Vazquez, Zahavi, Hernandez.
    Lazio (3-4-1-2): Marchetti; Zauri, Ledesma, Dias; Garrido, Candreva, Matuzalem, Gonzalez; Hernanes, Lulic; Klose.
    A disp.: Bizzarri, Scaloni, Zampa, Mauri, Barreto, Kozac, Alfaro.