Il Derby Roma – Lazio rappresenta una novità assoluta nella storia delle finali della Coppa Italia. Mai le formazioni capitoline in precedenza si erano affrontate nell’atto finale della manifestazione tricolore. In verità soltanto in due occasioni la Coppa Italia nella sua storia è stata assegnata dopo la disputa di un derby. Nel 1938 la Juventus si aggiudicò la coppa nazionale, battendo per due volte in finale i cugini del Torino con Gabetto grande protagonista. Entrambe le partite si giocarono nel capoluogo piemontese ed i bianconeri prevalsero per 3-1 e per 2-1. Nel 1977, invece, la Coppa Italia fu vinta dal Milan, che prevalse nel Derby della Madonnina. La finale si giocò a San Siro e arbitrata da Gussoni di Tradate. I rossoneri di Nereo Rocco prevalsero con due reti nella ripresa siglate da Aldo Maldera e Giorgio Braglia.
Non pochi, invece, sono i precedenti Roma – Lazio in Coppa Italia, con sfide spesso affascinanti e ricche di aneddoti. Il primo precedente risale alla stagione del 1935/36 e la Roma si impose per 2-1. Nel 1957/58 i laziali ottennero la loro rivincita, vincendo per 3-2. Nell’estate del ’69, invece, un derby fu sospeso a tre minuti dal termine per interruzione all’impianto d’illuminazione dell’Olimpico e la Roma vinse a tavolino per 2-0, in quanto la Lazio era la società ospitante.
Nel ’71 il derby fu risolto da Chinaglia, mentre nel ’74 da Pierino Prati. Più avvincenti senza dubbio furono quelli della stagione del 1997/98 e vinti entrambi dalla Lazio nei quarti di finale per 4-1 e per 2-1. Il computo complessivo dei derby di coppa vede comunque in vantaggio la Roma con 9 successi, di fronte ai 5 della Lazio e 3 pareggi. L’ultimo nel 2011 è stato vinto per 2-1 dalla Roma. La finale è prevista per il prossimo 26 maggio all’Olimpico e più che per l’attesa per lo spettacolo che le squadre potranno offrire in campo, l’attenzione è concentrata soprattutto per gli eventuali problemi di ordine pubblico. Nell’ultimo derby di campionato non sono mancati incidenti ed il Prefetto e le forze dell’ordine sono chiamate ad un grande lavoro organizzativo e preventivo.
Alla vigilia di Lazio-Juventus Antonio Conte predicava attenzione e concentrazione considerando la forza dell’avversaria e, in particolare, il momento topico del campionato juventino che, nonostante il cospicuo vantaggio sulle inseguitrici, costringeva la Signora a dimostrare di aver smaltito la delusione Champions (altro…)
Dopo l’eliminazione dalla Champions League con la sconfitta casalinga contro il Bayern Monaco, la Juventus è chiamata a rituffarsi nella sua dimensione maggiormente congeniale, ossia il campionato, ed è attesa da una sfida impegnativa quanto stimolante contro la Lazio di Vladimir Petkovic. Lazio-Juventus all’Olimpico di Roma chiuderà, così, questa sera la 32.ma giornata di serie A, e potrà fornire importanti indicazioni in ottica classifica, anche in virtù del pareggio di ieri tra Milan e Napoli, le due più dirette “inseguitrici” dei bianconeri di mister Conte, rimaste ancor di più a debita distanza dalla vetta. Tuttavia, alla vigilia di Lazio-Juventus mister Conte predica attenzione e concentrazione anche perchè il suo principale timore è il calo di tensione connesso all’uscita dalla Champions ed al finale di campionato che si avvicina sempre di più con il consistente vantaggio in termini di punti. Uno scenario che lui stesso visse in prima persona da calciatore, nel lontano 2000, quando nell’acquitrino di Perugia la sua Juventus allenata da Carlo Ancelotti riuscì nell’impresa (negativa, ovviamente) di farsi rimontare nove punti di vantaggio dalla Lazio che, poi, vinse il secondo scudetto della sua storia.
Pertanto, la parola d’ordine è concentrazione in casa Juventus, ed il condottiero Conte non ammette alcuna distrazione: “perchè solo chi vince può scrivere la storia, mentre agli altri resta solo da leggere e fare chiacchiere”, focalizzando l’attenzione sul futuro, ossia sui prossimi match contro Lazio, Milan e Torino, un trittico sicuramente ostico. La sua Juventus, però, non ha perso le certezze, nè tantomeno gli obiettivi stagionali che – come spesso ripetuto – erano il tentativo di ripetere il successo in campionato e di qualificarsi in Champions e che, pertanto, hanno una buona probabilità di realizzazione. La Juventus, dunque, non è stata dimensionata dall’eliminazione europea ma deve fare tesoro dell’esperienza accumulata per “provare a migliorarsi in futuro e per crescere alla grande”.
Il banco di prova di questa sera assume i connotati della Lazio di Petkovic che la Juventus di Conte non ha mai battuto e dalla quale è stata eliminata dalla Coppa Italia di quest’anno e, pertanto, Conte si augura possa esserci “una prima volta” facendo affidamento sui rientri di uomini importanti come Lichtsteiner e Vidal – squalificati in Champions – e dando spazio a Pogba, oltre che a Peluso per sostituire l’acciaccato Chiellini, e con la riproposizione di Marchisio tra le linee e Vucinic punta unica, nel modulo 3-5-1-1 già visto nella gara di Coppa Italia e, in tal senso, è lo stesso Conte a dare – insolitamente – qualche indicazione: “Dite che i miei centrocampisti sono stanchi? Magari domani li faccio giocare tutti e quattro, tolgo una punta e facciamo una grandissima partita”.
Per il mister biancoceleste Vladimir Petkovic la Juventus “non è imbattibile” e, a suo avviso, il fattore campo e il tifo del pubblico potranno fornire un importante contributo ai suoi uomini, se non altro per tentare di compensare in questo modo i problemi di formazione molto importanti, che riguardano soprattutto il reparto arretrato, con una serie di squalifiche e infortuni in difesa. Mancheranno, infatti, Lulic, Radu e Biava oltre agli infortunati Konko ed Andre Dias, ma anche Stefano Mauri non sembra essere nelle migliori condizioni di forma, anche se sarà comunque del match pur non avendo autonomia sufficiente per disputare novanta minuti, mentre in avanti vi sarà Miroslav Klose che, secondo Petkovic, “sta bene ma deve motivarsi e dimostrare di poter fare la differenza”.
Dopo il termine dei quarti di finale di Champions ed Europa League giunge puntuale il Ranking Uefa che, ovviamente, anche alla luce del risultato non certamente positivo da parte della Juventus eliminata dal Bayern Monaco, riflette il momento negativo per il calcio italiano, rendendo vani i progressi dello scorso mese di Marzo quando l’Italia aveva addirittura sopravanzato l’Inghilterra nel rendimento stagionale. L’Italia resta al quarto posto, con 64.157 punti complessivi (in riferimento agli ultimi cinque anni) alle spalle di Spagna, Inghilterra e Germania e, per il momento, davanti alla Francia ed al Portogallo, rispettivamente in quinta e sesta posizione. Pertanto, sembrano allontanarsi sempre più le possibilità che l’Italia possa riappropriarsi nei prossimi anni del “podio” che determinerebbe la riconquista della quarta squadra qualificata in Champions League ed, anzi, occorre prestare attenzione al Portogallo che, con il Benfica qualificato alle semifinali e, dunque, ancora in corsa per l’Europa League, potrebbe rappresentare un pericolo per l’Italia perlomeno per la prossima stagione e, ancor di più, tra due anni.
In contrapposizione alla situazione tutt’altro che rosea per il calcio azzurro, emerge di contraltare l’ascesa della Germania che, attualmente in terza posizione, possiede ben due squadre qualificate alle semifinali di Champions League (Bayern Monaco e Borussia Dortmund) ed, in prospettiva, potrebbe scavalcare l’Inghilterra che, attualmente, si trova in seconda posizione ma che, nella presente edizione di Champions League, non possiede nessuna squadra ancora in corsa.
Oltre al Ranking Uefa per Nazione, dopo i quarti di Champions ed Europa League si registra anche il Ranking Uefa per club: nella graduatoria stagionale resta primo il Borussia Dortmund, mentre il Bayern Monaco è secondo, davanti al Real Madrid terzo ed al Barcellona quarto, il Psg è quinto mentre la Juventus è sesta, mentre la Lazio, invece, è diciassettesima. Nel ranking generale per club, invece, guida ancora stabilmente il Barcellona, davanti – rispettivamente – a Bayern Monaco, Real Madrid e Chelsea, mentre l’unica italiana nella “top ten” è l’Inter che occupa la settima posizione.
Nel silenzio irreale dell’Olimpico, la Lazio di Petkovic ha concluso all’altezza dei quarti di finale la propria comunque entusiasmante campagna europea. Anzi molti rimpianti accompagnano la squadra romana insieme a questa eliminazione. Il Fenerbahce non è apparso un ostacolo insormontabile, ma il passivo racimolato all’andata ad Istanbul e l’assenza di pubblico sugli spalti dell’impianto capitolino hanno indirizzato una qualificazione senza dubbio più agevole verso la compagine turca. Tra le altre cose il Fenerbahce per la prima volta nella sua storia con questo risultato raggiunge le semifinali di una competizione europea.
I biancocelesti hanno provato a sgretolare lo svantaggio in cui erano incappati dopo la partita di andata nell’inferno del Sukru Saracoglu, ma gli uomini di Petkovic non hanno goduto delle migliori fortune, neanche nello sfruttare al meglio le incertezze dell’estremo difensore avversario Volkan. Il gol di Lulic ha ridato fiato a concrete speranze per la Lazio, vicina poi successivamente anche al raddoppio, ma la squadra di Istanbul ha praticamente impattato alla prima vera occasione da gol imbastita, grazie ad un tiro imparabile di Caner Erkin. Il gol turco ha ovviamente spento le effimere speranze di una Lazio in ogni caso volenterosa.
Petkovic ha, ad ogni modo, dimostrato che si può competere su uno o più fronti nel corso della stagione. Il tecnico serbo ha rivelato coraggio ed idee. In questo ultimo scorcio di stagione gli rimane, comunque, la possibilità di inseguire un buon piazzamento in campionato e soprattutto di provare a vincere la Coppa Italia nella finale di Roma. L’Europa League è una competizione che non va snobbata. Anche perché il Fenerbahce non è sembrato un avversario irresistibile, che in semifinale troverà la compagnia prestigiosa del Chelsea e del Benfica e quella della rivelazione Basilea, squadra che gioca un calcio di grande ritmo.
Le italiane, dunque, sono già fuori da entrambe le competizioni europee. Un dato che fa riflettere ancora di più sul delicato momento del calcio italiano, di cui peraltro già si sapeva. Questa debacle non è niente altro che una conferma del momento negativo italiano nelle manifestazioni per club.
Il Campionato Primavera sta per emettere i suoi primi verdetti. Mancano infatti soltanto due partite alla fine della Fase a Gironi e nelle posizioni di vertice è tempo di far conti per tentare di qualificarsi alla Final Eight nella migliore posizione possibile o per tentare una disperata rimonta. La formula ormai consolidata prevede la qualificazione diretta delle prime due di ogni girone (le prime più la migliore seconda saranno teste di serie nel sorteggio della Final Eight) mentre costringerà ad un doppio turno Play-Off alla terze, quarte e alle due migliori quinte classificate. Analizziamo adesso la situazione nei tre gironi che quest’anno hanno decisamente sconvolto le attese della vigilia costringendo le favorite a rincorrere per raggiungere l’agognato traguardo.
La Juventus già alle Fase Finali
Grazie alla roboante vittoria sul campo dell’Empoli nel recupero di ieri pomeriggio la Juventus ha strappato un posto per la Final Eight portandosi a più 4 dalla Fiorentina, seconda, e a +7 dal Torino che sabato prossimo tenterà nello scontro diretto con i viola l’ultimo disperato tentativo per la qualificazione diretta. Per il quarto posto il Genoa ha adesso ufficialmente due punti di vantaggio sull’Empoli che però potrà contare nello scontro diretto tra le mura amiche nell’ultima giornata per operare il sorpasso in classifica.
Super Atalanta, Ganz regala il sorpasso al Milan sull’Inter
L’Atalanta è stata la lepre del girone B del Campionato Primavera costringendo alle più quotate squadre di Milano a rincorrere e giocare solo per la seconda piazza. I rossoneri proprio sabato scorso grazie ad un rete del capitano e figlio d’arte Simonandrea Ganz hanno superato l’Inter sul campo e in classifica conquistando al momento la seconda posizione in classifica, posizione valida per l’accesso diretto alla FInal Eight. Al Chievo basta un punto per ipotecare la quarta posizione mentre il Varese dovrà fare più punti possibili per garantirsi l’accesso come una delle migliori quinte.
Nel girone meridionale del Campionato Primavera ci sono due notizie fondamentali. La prima è la posizione della Roma costretta a un misero quinto posto dopo anni di dominio assoluto, l’altra è la straordinaria stagione del Catania che si attesta in prima posizione al pari della Lazio. In terza posizione il Palermo spera in un passo falso delle due battistrada per conquistare l’accesso diretto mentre il Napoli seppur ancora matematicamente in corsa è oramai proiettata verso il turno aggiuntivo di play-off.
Classifica girone C: Catania 53, Lazio 53, Palermo 51, Napoli 48, Roma 43, Ascoli 33, Reggina 31,
Juve Stabia 30, Vicenza 29, Pescara 26, Bari 25, Crotone 23, Ternana 9, Lanciano 8
La Lazio ha visto interrompere bruscamente la sua imbattibilità stagionale in Europa League nella trasferta di Istanbul, tramortita dal Fenerbahce e dal tifo incessante nel catino del Sukru Saracoglu. In verità la squadra di Petkovic ha pagato in termini di risultato oltre i suoi reali demeriti, perdendo il controllo della partita dopo l’ingenua, ma probabilmente giusta espulsione del nigeriano Onazi, reo di un doppio fallo di ammonizione effettivamente evitabile. I turchi hanno poi approfittato della superiorità numerica per infliggere nel finale un brusco doppio colpo alla formazione capitolina. Il passivo di 2-0 rischia in qualche modo di risultare pesante in vista del retour-match dell’Olimpico, che peraltro si disputerà a porte chiuse per la nota squalifica comminata alla UEFA alla società romana per cori razzisti.
Oltretutto la Lazio ha anche da recriminare sul modo in cui sono giunti i due gol dei turchi. Il primo arrivato su un calcio di rigore decretato dallo scozzese Collum per un fallo di mano apparso ai più involontario di Radu, con relativa trasformazione impeccabile del camerunense Webò. Mentre il raddoppio è giunto allo scadere ad opera dell’olandese Kuyt, abile a ribadire in rete una difettosa e corta respinta di Marchetti su punizione di Caner. Il Fenerbahce ha risolto la contesa, approfittando come era logico che fosse della superiorità numerica, anche se prima del vantaggio sia Sow che Raul Meireles avevano colpito i legni della porta dei romani.
Petkovic rimane, comunque, fiducioso per la gara di ritorno a Roma. Il punteggio in effetti condanna la Lazio oltre quelli che sono i reali valori espressi in campo. Il pubblico del Sukru Saracoglu con il suo tifo incessante ed assordante ha fatto lievitare senza dubbio lo stesso valore della squadra di Aykut Kocaman, peraltro e comunque rinforzatasi con calciatori di indubbio spessore. Anche se nel suo ruolino di marcia europeo il Fenerbahce riesce a registrare anche in trasferta un rendimento di assoluta importanza. La gara dell’Olimpico senza l’apporto del pubblico rimane in ogni caso un’incognita.
Del resto in tutte le gare dell’andata dei quarti di finale si è registrato un netto predominio del fattore campo. Il Chelsea ed il Benfica hanno battuto con il medesimo punteggio di 3-1 rispettivamente il Rubin Kazan ed il Newcastle, mentre il Tottenham Hotspur ha faticato enormemente per rincorrere e pareggiare a domicilio per 2-2 contro il Basilea.
Non sono mancati i colpi di scena e le sorprese, così come era ampiamente preventivabile, nel sorteggio per gli abbinamenti dei quarti di finale delle coppe europee. L’urna di Nyon ha stabilito gli accoppiamenti per il prosieguo dei tornei sia di Champions League che di Europa League e consegnando alle due squadre italiane superstiti le rispettive euroavversarie. Il bilancio delle italiane in tal caso è soddisfacente soltanto a metà. Infatti, la Juventus ha incrociato le ambizioni riconosciute del Bayern Monaco, squadra che sta dominando la Bundesliga e sconfitta lo scorso anno in finale, mentre la Lazio ha pescato i turchi del Fenerbahce, non tra le grandissime del calcio europeo, ma formazione senza dubbio di tutto rispetto.
La Juventus ritrova sulla propria strada la squadra che per l’ultima volta l’ha eliminata in Champions nel 2009. I bianconeri subirono un pesante passivo, 4-1 al Delle Alpi. Jupp Heynckes sa già di andare via per lasciare il posto a Guardiola, ma non per questo gli mancheranno gli stimoli giusti. La Juve dovrà arginare l’attacco a mitraglia dei bavaresi, ma sulla carta ai bianconeri conviene affrontare più tedeschi che il Barca o il Real Madrid. La sfida probabilmente più spettacolare dei quarti potrebbe, però, essere PSG-Barcellona, anche se i parigini ancora non godono dell’esperienza internazionale giusta. Anzi Ancelotti fa fatica anche in patria e al cospetto del Barca avrà il compito meno agevole di tutti i quarti. Ibra oltretutto non giocherà al Parco dei Principi per squalifica e ritroverà i suoi ex-compagni catalani soltanto al Camp Nou. Meglio è andata al Real Madrid, che sornione può approdare in semifinale, affrontando un Galatasaray senza dubbio quotato, ma forse non all’altezza dei madri disti. Mourinho ritroverà i suoi ex-pupilli Drogba e Snejider. Nel 2000 i turchi batterono 2-1 il Real e conquistarono la Supercoppa Europea. L’ultimo quarto di Champions, invece, propone la sfida inedita tra il Borussia Dortmund ed il Malaga, con i tedeschi al momento leggermente favoriti, ma potrebbero non mancare le sorprese.
In Europa League, come detto, la Lazio incrocia il Fenerbahce. Anche nei quarti di Coppa UEFA del 2002/2003 i romani eliminarono una turca, in quel caso il Besiktas di Istanbul. Il Chelsea, invece, dovrà domare l’ostico Rubin Kazan, formazione russa scorbutica che in Europa riesce a compiere spesso e volentieri l’impresa. Qualche anno fa in Champions espugnò addirittura il Camp Nou. Il Tottenham Hotspur, ridimensionato dalla grande paura patita a San Siro, prova a frenare la corsa del sorprendente Basilea. Anche qui il pronostico è in favore dei londinesi, ma gli elvetici in Europa hanno palesato tanti e convincenti progressi. Il Benfica in versione brillante e spumeggiante, invece, deve contenere gli ardori di un’altra inglese, il Newcastle, che stenta molto in campionato ma che rivendica importanti ambizioni europee. I bianconeri nel lontano ’69 vinsero la Coppa delle Fiere.
La Lazio europea non conosce ostacoli ed archivia la pratica tedesca dello Stoccarda con un perentorio doppio successo. Dopo la vittoria corsara in Germania, i biancocelesti liquidano con un netto 3-1 la formazione di Bruno Lababdia anche all’Olimpico di Roma, in una partita giocata purtroppo a porte chiuse. Il mattatore della serata è il centravanti ceko Libor Kozak, che realizza una sontuosa tripletta e con 8 reti guadagna al momento il titolo di capocannoniere dell’Europa League. Oltretutto Kozak si porta in dote anche altri 2 gol realizzati nel turno preliminare della stessa manifestazione, che lo fanno salire complessivamente a quota 10. La Lazio approda ai quarti di una manifestazione europea a distanza di 10 anni, l’ultima volta era accaduto nella stagione di Coppa UEFA del 2002/2003.
Ad ogni modo, la squadra romana sfata finalmente anche il tabù dei club italiani in Europa League, in quanto dalla sua istituzione nessuna formazione del nostro calcio si era spinta fino ai quarti della competizione. Un dato statistico che lascia in ogni caso delle riflessioni importanti. Il passaggio ai turni successivi in Europa League assegna dei punti importanti nel ranking UEFA, ma purtroppo la competizione viene spesso e volentieri snobbata dalle nostre squadre. Onori e meriti, dunque, maggiori per la squadra di Petkovic che sta credendo nella manifestazione per spingersi il più lontano possibile nel tabellone per il prestigio del club e dello stesso calcio italiano. Gli introiti garantiti dall’Europa League purtroppo sono di gran lunga minori rispetto a quelli elargiti dalla Champions League. Basti pensare che la Dinamo Zagabria, che in Champions ha perso tutte le partite disputate, ha guadagnato più euro della Lazio, che è arrivata ai quarti di Europa League senza mai perdere.
L’Europa League ha consegnato, comunque, alle luci della ribalta il centravanti Kozak, che dopo i gol continentali reclama uno spazio maggiore anche in campionato. La Lazio pescò Kozak nel 2008 nelle file dell’Opava, piccolo club ceko, dopo che lo stesso giocatore aveva fallito un provino con il Portsmouth. Dopo una breve parentesi al Brescia in prestito, Kozak è ritornato nella Capitale ed al momento i suoi gol stanno spingendo i biancoceelsti nel loro sogno europeo, in attesa del prossimo avversario.
Risollevatasi dai torpori e dai torti arbitrali subiti a San Siro al cospetto di un Milan travolgente ed arrogante, la Lazio si riprende la sua dimensione europea e sbanca senza diritto di replica per gli avvaersari il Mercedes Benz Arena di Stoccarda. Nonostante il turnover imposto da Vlado Petkovic e dalla circostanze, i biancocelesti hanno avuto ragione di un avversario in evdiente difficoltà in Bundesliga, ma decisamente competitivo in ambito internazionale. Lo stesso allenatore serbo ci ha tenuto a sottolineare la grande prova dei suoi e non la presunta o pressochè inconsistenza degli avversari. Nessun timore riverenziale per una Lazio che a Stoccarda ha imposto le proprie idee di gioco e dato una volta di più credito ad un organico importante, costruito senza fare follie sul mercato, ma estremamente ricco di spunti di talento, un serbatoio quasi inesauribile di validi uomini di scorta.
Non è un caso, dunque, che il successo esterno in terra teutonica sia stato propriziato da due gregari di lusso della formazione di Petkovic, entrambi un po’ ai margini della buona stagione dei biancocelesti, ma poi trovati pronti al momento opportuno. Dopo la solita magnifica parata di Marchetti, infatti, il confronto è stato sblooccato da un’intuizione di Ederson, il brasiliano di grandi doti tecniche, che però ha trovato poco spazio fino a questo punto della stagione dei capitolini. Ancora più strabiliante e significativo il secondo sigillo dei laziali che porta lafirma del giovane nigeriano classe ’92 Oygeni Onazi, che all’inizio della ripresa cavalca dal centrocampo fino alla’area di rigore avversaria con una falcata esuberante ed inarrestabile, che piega definitivamente le velleità dei padroni di casa. Onazi, centrocampista di indubbie prospettive e dalla muscolatura devastante, ha debutato nella scorsa stagione in Serie A quasi in punta di piedi, ma vanta già dei numeri importanti come la recente affermazione nella Coppa d’Africa alla guida della sua Nigeria. Crediamo che anche in questo caso Claudio Lotito ci abbia visto giusto e consapevole di lanciare in orbita un altro giovane dalle enormi qualità.
La Lazio dunque ipoteca il passaggio ai quarti, anche se ci sarà ancora da soffrire nel retour-match che si giocherà peraltro dinanzi a splati vuoti per la squalifica impostagli dall’UEFA dopo i saluti poco romani rivolti da uno sparuto gruppo di suoi sotenitori a quelli del Borussia Moenchengladbach. Rimane questa purtroppo l’unica nota negativa di una Lazio europea, che stupisce e che sogna legittimi quarti di nobiltà in un’Europa Legaue da non disprezzare e sottovalutare.