Tag: Lance Armstrong

  • Bufera al Giro d’Italia, tappa e Di Luca cancellati

    Bufera al Giro d’Italia, tappa e Di Luca cancellati

    Giornata nera, anzi nerissima per tutta la carovana del Giro d’Italia che in un giorno solo ha visto saltare una delle tappe più belle dell’edizione 2013 con le salite del Gavia e dello Stelvio per il maltempo e la neve e che deve fare i conti con l’ennesimo scandalo doping riguardante uno dei ciclisti italiani più rappresentativi e che stava ben figurando in questa edizione. Danilo Di Luca, vincitore della corsa rosa nel 2007 e secondo nel 2009, è stato trovato positivo all’Epo in un controllo a sorpresa effettuato a Pescara il 29 aprile scorso. Il corridore abruzzese era stato già squalificato due anni per la positività al Cera riscontrata proprio durante quel Giro del 2009 chiuso dietro al russo Denis Menchov e con questa sua nuova positività rischia la radiazione anche se, con ogni probabilità, la cronoscalata di ieri è di fatto la sua ultima gara in carriera.

    Di Luca in maglia rosa al Giro 2009 ©DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images
    Di Luca in maglia rosa al Giro 2009 ©DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images

    Durissime le parole di Luca Scinto, D.S. della Fantini Vini la squadra che ingaggiò Di Luca prima dell’inizio della corsa rosa contro il parere proprio di Scinto ma per volere personale dello sponsor nella persona di Valentino Sciotti, amico personale dell’ex “Killer di Spoltore“. Queste le dichiarazioni di Scinto dopo aver appreso la notizia della positività di Di Luca: “Di Luca è un cretino, non l’avevo mai voluto e deve farsi curare perchè ha compiuto un gesto folle mettendo a rischio il lavoro di una quarantina di persone, quelle che lavorano per la squadra. Curioso e per certi versi anche imbarazzante il twitter di Lance Armstrong sulla vicenda di Di Luca, il texano che ha visto la sua carriera cancellata dall’uso maniacale e sistematico dell’Epo ha così commentato: “So di non avere alcun credito quando si parla di doping, ma non riesco a pensare come si possa essere così stupidi come Danilo Di Luca”.

    La notizia della positività all’Epo di Di Luca era arrivata subito dopo la resa degli organizzatori per la disputa della tappa numero 19, la neve ha impedito di fatto la scalata sulle salite storiche del Gavia e dello Stelvio facendo saltare anche il piano B che prevedeva il passaggio della carovana rosa sul Passo del Tonale, anch’esso reso impraticabile dalle condizioni meteo avverse che hanno accompagnato la corsa rosa sin dalla prima tappa. Si spera adesso che non salti anche la tappa di domani con l’arrivo spettacolare sulle Tre Cime di Lavaredo.

     

  • Alex Schwazer, il dramma della fragilità

    Alex Schwazer, il dramma della fragilità

    Il doping è antisportività, è slealtà con gli altri e con se stessi, è la morte dei valori sani, ma può essere in alcuni casi anche il baratro profondo di chi si sente fragile e impreparato ad affrontare le pressioni e le aspettative, di chi è forte nel fisico e nelle prestazioni atletiche ma è troppo debole mentalmente per reggere il gap tra i propri muscoli e la propria razionalità e, in un grido soffocato dalla paura di ammetterlo a sè stesso, ricorre alle scorciatoie più dannose, senza pensare alle conseguenze ancor più devastanti dei problemi iniziali. Alex Schwazer risponde perfettamente a questo identikit, come lui stesso ha raccontato nella prima intervista televisiva rilasciata dopo lo scandalo doping, alla trasmissione televisiva “Le Invasioni Barbariche” condotta da Daria Bignardi su La 7.

    Ed è strano guardare dallo schermo il viso di questo ragazzo che, nel suo italiano inconfondibilmente indurito dall’accento altoatesino, prova a spiegare in maniera schietta e sincera quello che è stato il suo dramma interiore, il suo percorso a ostacoli che lo ha portato dalla gloria dell’oro olimpico di Pechino 2008 al fango del mese di Agosto scorso, in quella conferenza stampa in cui, tra le lacrime, i singhiozzi e le mani nei capelli, ha ammesso la sua verità che, però, per molti sembra difficile da credere.

    Alex Schwazer, il dramma della fragilità | © Stefania/Getty Images
    Alex Schwazer, il dramma della fragilità | © Stefania/Getty Images

    Alex Schwazer ha ribadito anche ieri la medesima versione, raccontando di come il suo ego da campione osannato e invincibile, dopo il 2008 abbia iniziato una paurosa discesa, fra insicurezze e stanchezza, bisogno di staccare la spina represso dalla propria voglia di vincere e di migliorarsi ancora, che lo spinse a pretendere troppo, a logorarsi mentalmente. Arrivò, così, la ricerca su internet, il viaggio in Turchia, e l’Epo, con le iniezioni quotidiane (fatte da solo) che lo fecero star male, fino a dover rinunciare alla 20 km, e poi a giorni alterni, ma sempre con la consapevolezza di “fare la cosa sbagliata, ma non riuscivo a fermarmi”.

    La sua marcia si interrompe con la confessione del 7 Agosto, nella suddetta conferenza stampa, e da allora dismette i panni di sportivo per provare a ricominciare la propria vita, lontano dalla strada e dagli allenamenti sfiancanti, dai 50 chilometri da macinare quotidianamente. Diventa uno studente di Economia o, almeno, “ci provo”, rimane vicino alla fidanzata Carolina Kostner, cerca di rimettere insieme i pezzi del proprio essere, di ricercare se stesso e ricostruire la propria autostima frantumata dagli eventi, provocati dalla sua stessa ingenua fragilità: “sono stato un idiota”.

    Fino ad ammettere, ancora una volta, il vero “perchè” di tutto questo: “uno si dopa se non va d’accordo con se stesso e cerchi qualche scorciatoia”. Alex Schwazer, però, non ha l’indole di chi riesce a vincere in maniera sporca, e questo si nota dalla sua commozione nel rivivere i momenti dei suoi successi “puliti”, nella consapevolezza che la sua reputazione è, ormai, molto incrinata nonostante la sua colpa sia andata avanti per due settimane, al contrario di chi – come Lance Armstrong – ha ingannato tutti ed ha vinto, dopandosi, per sette anni.

    Per questo motivo, l’intervista di Alex Schwazer termina con la sua unica speranza, ossia che la giustizia sportiva possa alleggerire la squalifica di quattro anni attribuitagli. Ma, probabilmente, anche se ciò dovesse accadere, Alex Schwazer non tornerebbe a gareggiare.

  • “Mi sono dopato” Lance Armstrong confessa e minaccia

    “Mi sono dopato” Lance Armstrong confessa e minaccia

    E confessione fu: il quarantunenne ex ciclista texano Lance Armstrong, in un’intervista della durata di novanta minuti rilasciata a Oprah Winfrey e registrata nella casa di Austin di Armstrong, che andrà in onda giovedì, ha ammesso di aver fatto uso di doping nel corso della sua carriera per poter vincere la più ambita competizione ciclistica, ossia il Tour de France. Per ora, dunque, si tratta di indiscrezioni circa le sue ammissioni ma ben fondate anche se rimaste anonime, ed avrebbero riportato tali indiscrezioni ad Usa Today; Oprah Winfrey, invece, non ha voluto confermare nello specifico quanto trapelato – probabilmente per mantenere l’alone di curiosità attorno alla sua trasmissione – ma ha Twittato “appena concluso con Lance Armstrong, due ore e mezza, è arrivato pronto”.

    Lo stesso Lance Armostrong, nella giornata di lunedì, si è scusato con i membri della sua Fondazione per la lotta al cancro, Livestrong, per averne offeso ed incrinato l’immagine con la sua condotta certamente non consona. Inoltre, nella giornata di sabato, in vista dell’intervista, l’ex ciclista si dichiarava pronto a rispondere “direttamente, onestamente e candidamente” alle domande della nota giornalista.

     Lance Armstrong confessa il doping | © Tom Pennington/Getty images
    Lance Armstrong confessa il doping | © Tom Pennington/Getty images

    Tutti segnali che, dunque, qualcosa “di grosso” è stato detto e che, comunque, entro due giorni sarà reso noto dalla messa in onda dell’intervista, portando sicuramente ad un grande scalpore in virtù della portata della confessione, della tematica scottante e della dimensione mediatica dell’ex ciclista, uno dei più vincenti della storia recente della bicicletta.

    A questo si aggiunge, poi, un ulteriore possibile risvolto clamoroso considerando che, secondo fonti vicine al New York Times, Lance Armstrong avrebbe intenzione di testimoniare contro alcune importanti figure del ciclismo mondiale che sarebbero state a conoscenza del suo uso di sostanze dopanti e che non avrebbero fatto nulla per contrastarlo nè farlo emergere ed, anzi, avrebbero favorito ed agevolato in qualche modo. In tal senso, Lance Armstrong dovrebbe riferire le sue eventuali accuse al Dipartimento di Giustizia ed i nomi “caldi” in questione vi sarebbero il noto banchiere Thom Weisel, insieme ad altri esponenti del suo team, l’Us Postal Service.

     

    A questo punto, dunque, è lecito chiedersi “perchè” tali rivelazioni giungano proprio in questo momento, e cosa lo abbia spinto a confessare qualcosa di così pesante: probabilmente, in questo modo, Armstrong spera di potersi in qualche modo riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica, considerando che sulla sua immagine pesa come un macigno il bando a vita dagli sport olimpici, oltre al fatto di essere stato privato da parte dell’Unione Ciclistica internazionale dei suoi sette titoli di campione del Tour de France a seguito del dossier pubblicato dall’Agenzia anti-doping in cui emergeva la partecipazione diretta di Armstrong a contribuire alla creazione di un sistema estremamente sofisticato di doping, “mai visto prima nella storia dello sport”, così come dichiarato da Travis Tygart, il numero uno dell’Agenzia anti-doping.

    In tale dossier, inoltre, non è presente soltanto il nome di Lance Armsotrong, che è però considerato “la mente” del programma doping fatto di steroidi, stimolatori e farmaci che avevano effetto sulla circolazione sanguigna, ma anche altri undici componenti della squadra Us Postal Service a partire dagli anni Novanta.

  • L’UCI cancella Armstrong dal ciclismo, revocati i 7 Tour

    L’UCI cancella Armstrong dal ciclismo, revocati i 7 Tour

    È arrivata veramente la fine sportiva di uno degli atleti che ad oggi, ha segnato in maniera indelebile ed in modo negativo, la storia del proprio sport. L’Unione Ciclistica Internazionale ha deciso di togliere i sette Tour de France all’americano Lance Armstrong depennandolo conseguentemente dal ciclismo mondiale.

    Infatti l’ex numero uno del ciclismo mondiale è stato definitivamente radiato dall’UCI che ha accolto in pieno le richieste dell’USADA, l’agenzia antidoping americana, che ha fatto luce su una delle frodi sportive più grandi di tutti i tempi.

    Pat McQuaid, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale ha così seguito alla lettera le indicazioni fornite dall’agenzia antidoping americana che è riuscita a smascherare il texano con l’aiuto importantissimo dei suoi ex compagni di squadra che hanno lasciato dichiarazioni incredibili sul metodo corruttivo di Armstrong nell’ambito del ciclismo e sul fatto che in quel periodo, doparsi era l’unico metodo per rimanere competitivi.

    Seguono a ruota le parole sconcertanti, ma purtroppo vere, del capo dell’ agenzia antidoping mondiale (WADA)  John Fahey, che ha affermato che nell’era di Lance Armstrongnel ciclismo «si dopavano tutti» e questa «debacle» di credibilità può essere superata sono destituendo i dirigenti che avrebbero dovuto controllare.

    Pat McQuaid
    Pat McQuaid presidente dell’UCI ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    Armstrong adesso dovrà affrontare una vera e propria tempesta, la Nike lo ha abbandonato, la sua fondazione denominata Livestrong che svolgeva attività benefiche per la ricerca e la cura contro il cancro subirà dei notevoli danni d’immagine e per finire, una compagnia di assicurazioni del Texas ha avviato un’azione legale per recuperare 7,5 milioni di dollari di bonus da Armstrong. La SCA Promotions ha pagato un premio di rendimento al corridore dopo il suo sesto successo al Tour de France nel 2004, titolo che gli è stato revocato per doping insieme agli altri sei successi al Tour. L’avvocato della SCA, Jeffrey M. Tillotson, ha detto alla BBC Sport: «Faremo una richiesta formale di restituzione dei fondi. Se questo non avrà successo, si avvierà un procedimento legale formale nei confronti del signor Armstrong».

  • Dopo il doping accuse di corruzione per Lance Armstrong

    Dopo il doping accuse di corruzione per Lance Armstrong

    La caduta di un mito, la discesa all’inferno di uno degli eroi del nuovo millennio nel Mondo dello sport e della vita reale. Lance Armstrong dopo il ciclone doping che lo ha investito negli scorsi giorni mettendolo davanti alla gogna mediatica e sociale di tutto il Mondo sportivo e non, deve far fronte ad una nuova gravissima accusa.

    L’ex vincitore di sette Tour de France consecutivi, che per voce dell’ Unione Ciclistica Internazionale non verranno assegnati, viene accusato da un suo ex compagno di squadra di aver corrotto dei corridori per truccare l’esito di alcune competizioni ciclistiche molto remunerative negli Stati Uniti.

    L’accusatore ha il nome di Stephen Swart, compagno del texano nel 1994 e nel 1995 alla Motorola. Swart rivolge ad Armstrong accuse ben precise ed inequivocabili: “Ci promise quei soldi perché non fossimo aggressivi e non cercassimo di vincere”.Questa la dichiarazione a dir poco scioccante che mette delle nuove ombre sulla carriera ma soprattutto sulla vita di un uomo che ad oggi fatichiamo a considerarlo ancora tale e di cui ci si attende nei prossimi giorni una difesa agguerrita da parte dei suoi avvocati.

    Lance Armstrong
    Lance Armstrong ©ROGERIO BARBOSA/AFP/GettyImages

    Lance Armstrong avrebbe offerto  la bellezza di 50 mila dollari per combinare il risultato di alcune prove ciclistiche svoltesi negli Stati Uniti che valevano complessivamente un milione di dollari. La competizione incriminata è il “Thrift Drug Triple Crown of Cycling“,  un trittico di gare vinto proprio da Lance Armstrong nel 1993. Oltre alla corruzione Armstrong dovrà anche rispondere nei prossimi giorni dell’accusa di spergiuro, un accusa molto grave soprattutto per la ferrea giustizia americana che si basa molto sulle dichiarazione effettuate dai teste e degli imputati, infatti Armstrong ha dichiarato in più occasioni sotto giuramento in tribunale di non essersi mai dopato e dopo le vicende della scorsa settimana si attendono nuovi guai per l’ex stella del ciclismo mondiale.

  • Doping, Lance Armstrong vuole sottoporsi alla macchina della verità

    Doping, Lance Armstrong vuole sottoporsi alla macchina della verità

    In queste ore Lance Armstrong ha dichiarato di essere disponibile a sottoporsi alla macchina della verità pur di arrivare a ripulire le vittorie durante la sua carriera dalle accuse di doping che l’Usada, l’agenzia antidoping americana, ha presentato contro di lui. Il tutto è infatti raccolto in un dossier di 1000 pagine dove, oltre che del ciclista, si parla anche della US Postal: l’accusa che ricade sui due è di aver usato sostanze assolutamente proibite e in più di frode sportiva.

    Di certo anche se l’atleta arriverà a sottoporsi alla macchina della verità sarà difficile che le accuse vengano ritirate anzi, anche il suo avvocato Tim Herman, ha dichiarato che con questa mossa il suo cliente non otterrà risultati incoraggianti. Dopo aver rinunciato di difendersi dalle accuse Armstrong sembra quindi aver scelto di procedere su questa via, forse prendendo esempio dallo spagnolo Alberto Contador, il quale pochi mesi fa dopo esser risultato positivo al clenbuterolo, ha utilizzato la macchina della verità per cercare di dimostrare di essere innocente. Il tutto però è stato inutile in quanto il Tas lo ha sanzionato con due anni di squalifica ed è per questo che Herman ha spiegato che questa mossa non gioverà al ciclista. La volontà del texano è però quella di far sottoporre al test anche tutte e 26 le persone che hanno testimoniato contro di lui all’Usada:

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    Lance Armstrong © ROGERIO BARBOSA/AFP/GettyImages

    “Vi posso assicurare che molti testimoni hanno versioni contraddittorie e Lance ha avuto nel corso della sua di carriera in Europa più di 600 ciclisti, dirigenti e tecnici. Vedo inoltre che undici di loro hanno detto cose, ma molti altri hanno confutato queste accuse. Per questo sottoponendoli a questo test farà emergere alcune verità nascoste”.

    Nonostante questa decisione la macchina della verità potrebbe essere un’idea che lo penalizzerebbe ulteriormente: oltre a perdere le vittorie dei sette Tour de France, Lance Armstrong inciamperebbe nella falsa testimonianza che lo condannerebbe al carcere. Il passato su questo insegna in quanto atleti come Marion Jones, beccata con le mani nel sacco del doping, la quale ha dichiarato di non aver mai utilizzato sostanze vietate, ha dovuto scontare alcuni mesi di prigione.

  • Doping Lance Armstrong, da invincibile ad imbroglione

    Doping Lance Armstrong, da invincibile ad imbroglione

    Un doping di squadra più sofisticato e mai riuscito della storia dello Sport”, ecco la clamorosa rivelazione dell’Usada, l’agenzia antidoping americana, dopo la consegna del dossier di 200 pagine con cui incastra Lance Armstrong e la US Postal , con l’ accusa di uso di sostanze proibite e della condotta reiterata individuata nella frode sportiva.

    Viene messa così fine ad una delle truffe più grandi di tutta la storia dello sport con protagonista un uomo che si era reso portatore, con la sua storia da ex malato di cancro, di grande speranze ed esempio per tutti noi.

    Ed invece eccoci a guardarci di nuovo allo specchio e ridere della nostra immagine e soprattutto della nostra ingenuità in un mondo in cui gli uomini sembrano oramai essere davvero disposti a tutto per raggiungere fama, prestigio e soprattutto soldi. Un dossier di oltre 200 pagine viene quindi finalmente consegnato all’Unione Ciclistica Internazionale che dovrà cancellare dalla storia sportiva del ciclismo Lance Armstrong e tutti i suoi compagni. Infatti le prove risultano essere schiaccianti contro l’ex dominatore del Tour de France: Ventisei testimonianze giurate comprese undici di ex corridori della US Postal, per svelare “il doping di squadra più sofisticato, professionale e riuscito mai visto nella storia dello sport”.

    Lance Armstrong
    Lance Armstrong ©Riccardo S. Savi/Getty Images

    Ecco i nomi dei testimoni presenti nel comunicato stampa con cui l’Usada ha reso pubblica la sua decisione: sei ancora in attività nel 2012, Levi Leipheimer (Omega Pharma-QuickStep), Christian Vande Velde (Garmin-Sharp), David Zabriskie (Garmin-Sharp), Tom Danielson (Garmin-Sharp), Michael Barry (Sky) e George Hincapie (Bmc) sono stati sospesi. Barry e Hincapie hanno già annunciato il ritiro, mentre gli altri potrebbero tornare in gruppo già in primavera, visto che la squalifica di 2 anni dovrebbe essere ridotta a 6 mesi grazie alla collaborazione data alle indagini. Altri 5 ex US Postal hanno testimoniato contro Armstrong: Frankie Andreu, Tyler Hamilton, Floyd Landis, Stephen Swart e Jonathan Vaughters. Il medico italiano Michele Ferrari e lo spagnolo Garcia del Moral sono stati squalificati a vita per il loro ruolo nel doping di squadra della US Postal. L’ex direttore sportivo Johan Bruyneel, uno dei medici della squadra Pedro Celaya e il team trainer “Pepe” Marti hanno scelto di rispondere alle accuse davanti a un arbitrato composto da tre giudici indipendenti.

    Oltre all’indicazione precisa dei testimoni e del contenuto delle loro testimonianze, il dossier contiene anche le prove inconfutabili del doping di squadra alla Us Postal, e-mail, analisi e risultati di laboratorio che dimostrano come Armstrong era dopato durante le vittorie dei suoi sette Tour de France e che era al centro della cospirazione del doping di squadra.

  • Lance Armstrong radiato a vita, addio ai 7 Tour de France

    Lance Armstrong radiato a vita, addio ai 7 Tour de France

    Lance Armstrong, uno dei simboli dello sport mondiale ed uno dei ciclisti più forti di tutti i tempi, ha deciso di rinunciare a difendersi dalle accuse di doping rivoltegli dall’ Usada, l’Agenzia Anti-Doping americana convinta della condotta illecita del ciclista texano nel corso delle sue cavalcate vincenti alla Grande Boucle.

    La notizia ha subito fatto il giro del Mondo considerato che adesso Armstrong rischia di perdere definitivamente tutti i sette Tour de France conquistati in carriera qualora l’UCI, decidesse di dare fondamento alle accuse dell’USADA.

    L’agenzia Mondiale Antidoping (WADA) per bocca del presidente John Fahey elogia l’operato della Usada: “Se Armstrong rinuncia a difendersi significa che le accuse della Usada hanno un fondamento”. Ricordiamo che Lance Armstrong è accusato di aver fatto l’uso di EPO durante la sua carriera post cancro, la collaborazione strettissima con il tanto discusso Dott. Ferrari e le innumerevoli accuse piovute sul texano anche dai suoi ex compagni come Tyler Hamilton (squalificato per doping) e Foyd Landis, vincitore del Tour de France nel 2006, ma privato del titolo dopo essere risultato positivo al testosterone in seguito ad un controllo antidoping e principale accusatore di Armstrong nel corso di questi anni, hanno alimentato dei sospetti sulla condotta poco pulita del ciclista americano.

    Queste le parole di Armstrong, che continua comunque a professarsi innocente, attraverso il suo sito internet: “È l’ora di dire basta, quando è troppo è troppo. Ho dovuto sentire di aver barato e aver tratto illeciti vantaggi nelle mie 7 vittorie al Tour de France“.

    Lance Armstrong ©Bryn Lennon/Getty Images

    Vengono quindi confermate le indiscrezioni che volevano i principali accusatori di Armstrong ancora in attività ed interrogati dall’Usada prima dell’inizio dell’ultimo Tour de France, e lì sarebbe nata una vera e propria trattativa. Noi “cantiamo”, in cambio voi ci “aiutate”. I cinque (quattro corridori ancora in attività ed uno ritiratosi) avrebbero così spiegato come funzionava il sistema e avrebbero ammesso di avere fatto uso di sostanze e metodi proibiti ottenendo in cambio una riduzione della pena. Per onor di cronaca, quattro ex compagni di Armstrong, Levy Leipheimer, David Zabriskie, Christian Vandevelde e George Hincapie, avevano comunicato di non voler essere presi in considerazione per la partecipazione ai giochi di Londra 2012, forse un primo segnale di una nuova bufera doping pronta ad abbattersi nel mondo del ciclismo.

     

  • L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    Non è ancora finita, anzi, si preannuncia una vera e propria guerra mediatica – legale fra l’ex ciclista e plurivincitore del Tour de France Lance Armstrong e l’agenzia americana antidoping (USADA) che accusa l’americano di aver fatto uso di Epo e di trasfusioni illegali.

    Questa volta l’agenzia americana sembra fare sul serio dichiarando di avere le prove che condannerebbero Armstrong all’eventuale perdita di alcuni o addirittura tutti i sui sette Tour de France accusandolo appunto, di aver fatto uso di Epo, testosterone, corticosteroidi e trasfusioni oltre che di agenti mascheranti, fornendo gli stessi prodotti ad altri.

    È il giornale americano Washington Post che fa da tramite alle accuse vere e proprie dell’Usada che sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, “perfettamente compatibili con manipolazioni sanguigne, incluso l’uso di Epo o di trasfusioni”.  Inoltre, ancora l’agenzia, afferma di essere in possesso di preziose testimonianze di ex corridori e di persone coinvolte direttamente nel mondo del ciclismo, che incastrerebbero in maniera inequivocabile il campione americano.

    Armstrong dal canto suo non è rimasto certamente a guardare dichiarando testualmente: “Non mi sono mai dopato e, a differenza dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test – la replica in una nota di Amstrong -. L’Usada ignora questa fondamentale distinzione e accusa me anzichè coloro che hanno ammesso di aver fatto uso di doping e questo la dice lunga sulla sua mancanza di correttezza e su questa vendetta“.

    Lance Armstrong ©Mario Tama/Getty Images

    L’agenzia americana, che si ricorda non ha giurisdizione penale ma solamente sportiva, è fermamente convinta della colpevolezza di Armstrong tanto da dichiarare che il texano, assieme ad altri cinque ex tesserati, tre dottori tra cui Michele Ferrari, un preparatore e il team manager Johan Bruyneel, abbia messo in piede un sistema basato sul doping dal ’98 al 2011. A far capire che questa volta si fa sul serio, l’agenzia americana antidoping ha escluso il texano dalla partecipazione alle gare di triathlon competizione amata da Armstrong sin dai tempi del suo approdo nel panorama ciclistico internazionale.

    Continuano quindi le ombre del doping su Lance Armstrong, ombre che con il passare del tempo diventano sempre più numerose e che rischiano di macchiare in maniera indelebile una delle storie sportive ed umane più significative di tutto lo sport mondiale.

  • Addio a Steve Jobs, da Del Piero a Lance Amstrong. Il saluto del mondo dello Sport

    Addio a Steve Jobs, da Del Piero a Lance Amstrong. Il saluto del mondo dello Sport

    Tutti noi questa mattina abbiamo avuto un risveglio più triste. Chiunque quest’oggi ha avuto un pensiero per Steve Jobs il padre delle più grandi scoperte del nostro secolo, l’uomo che con le sue idee e la caparbietà ha stravolto le normali concezioni del mondo cambiandone i paradigmi e inoltrandolo in nuovi confini.

    Steve Jobs ©Justin Sullivan/Getty Images
    E’ per questo che non ci stupiamo se anche il mondo dello sport apparentemente distante da quello di Steve Jobs ha avuto per lui quest’oggi un pensiero. Alessandro Del Piero, ad esempio, attraverso il suo sito ha scritto questa mattina “Come credo molti di voi, questa mattina mi sono svegliato con la brutta notizia della morte di Steve Jobs, uno che con la forza delle idee e della creatività ha provato a cambiare il mondo, almeno un po’. Di sicuro verrà ricordato come un grande del nostro tempo, a lui rivolgo il mio pensiero“. . Robinho e Sneijder invece attraverso i propri canali Twitter si sono limitati ad un conciso ma eloquente “Rip, Steve Jobs”. Andreas Iniesta ha riportato invece uno stralcio del significativo discorso che Jobs fece ai neolaureati dell’Università di Stanford che vi consigliamo di riascoltare. Serena Williams “Steve Jobs è il Thomas Edison dei giorni nostri. Ci mancherai ma la tua leggenda vivrà per sempre”. Eloquente anche il messaggio di Lance Amstrong che si dice fortunato di averlo potuto conoscere e passar del tempo con lui.