Tag: kobe bryant

  • Bargnani verso Siena, Bologna tenta Kobe Bryant

    Bargnani verso Siena, Bologna tenta Kobe Bryant

    La firma, nella giornata di ieri, di Danilo Gallinari con l’Olimpia Milano potrebbe presto portare ulteriori sviluppi nel marcato delle nostre squadre di basket. L’ala dei Denver Nuggets giocherà nel campionato italiano fino a quando il lockout NBA non avrà fine. Ma questa operazione “Ritorno” potrebbe proseguire ed arrivare a compimento nei prossimi giorni dato che la Montepaschi Siena ha intenzione di ingaggiare Andrea Bargnani, prima scelta assoluta dei Toronto Raptors al Draft del 2006. La trattativa non è facile, ma tra qualche giorno si potrebbe aprire qualche spiraglio per Siena dato che un accordo per porre fine al lockout NBA pare veramente fantascienza in questo momento. Da qui Bargnani, per tenersi in forma, allenato e disputare partite di livello per mantenere il suo standard di rendimento, potrebbe prendere la strada che porta in Toscana dove la squadra Campione d’Italia e terza classificata nell’ultima Eurolega (battuta in semifinale solo dal Panathinaikos poi trionfatore nella Finalissima) lo accoglierebbe a braccia aperte. Ma non c’è solo Bargnani ad entusiasmare il pubblico ed i tifosi del grande basket italiano: la Virtus bologna sarebbe pronta ad offrire un ricco contratto alla Star NBA Kobe Bryant, asso dei Los Angeles Lakers. Il patron Sabatini sta cercando sostegno fra le istituzioni cittadine , finora la proposta è ferma ad un totale di 3 partite casalinghe (contro Roma, Milano e Cremona) con un compenso di 600mila euro per partita di cui il patron delle V-Nere è disposto a pagare la metà (con il compenso assicurativo già coperto). Queste le parole del Presidente:

    • Abbiamo cominciato a trattare con l’agente di Kobe lunedì scorso per fargli giocare con la nostra maglia 3 gare in casa. Ho fatto questa proposta e allo stesso tempo ho chiesto di convocare un tavolo istituzionale a Bologna per avere un sussidio, io mi accollo il 50% del costo imprenditoriale. Quanto siamo disposti ad aspettare? Con le belle donne bisogna avere pazienza e per una star come lui siamo disposti ad attendere, anche perché il lockout sembra che si prolunghi. L’idea sarebbe di avere Bryant fino al 13 novembre, ma se anche Ginobili volesse venire a Bologna sarebbe ben accetto. Il progetto gioverebbe molto all’immagine del nostro campionato e del nostro Paese“.

    Una ricchissima avventura a gettone consentirebbe a Bryant, cresciuto in Italia negli anni in cui il padre Joe calcava i parquet nostrani, di tornare nella sua “seconda patria”, cosa di cui non ha fatto mai mistero in numerose interviste dato che ha sempre dichiarato di voler chiudere la sua strepitosa carriera in Italia. In attesa di avere sviluppi su queste trattative i tifosi di basket del nostro campionato possono continuare a sognare…

  • Puzzle Sport Di tutto un po’. Kobe Bryant lontano dall’Italia

    Puzzle Sport Di tutto un po’. Kobe Bryant lontano dall’Italia

    BASKET. Non trovano conferme le voci, comunque insistenti per la verità, che vogliono Kobe Bryant possibile stella del campionato italiano in caso di prolungata ed indefinita serrata NBA. Virtus Bologna ed Olimpia Milano, date sulle sue tracce, dovrebbero infatti esporsi ad un’operazione ingentissima che male si coniuga con la crisi economica mondiale che riverbera fisiologicamente i suoi nefasti riflessi sul mondo dello sport e su quello del basket in particolare. Più plausibili sembrano le piste che porterebbero il campionissimo statunitense in Grecia o in Russia o addirittura in Cina.

    CICLISMO. Pippo Pozzato, campione italiano del pedale, nella prossima stagione agonistica difenderà i colori della Farnese Vini – Neri Sottoli, squadra che nel 2011 ha avuto nelle sua fila Giovanni Visconti. L’ex Re della Milano-Sanremo 2006,intende alle dipendenze del D.S. Luca Scinto rilanciarsi dopo una stagione avara di successi e soddisfazioni.

    CALCIO A 5. Partirà nel prossimo weekend il massimo campionato nazionale di fusa. Nell’ideale griglia di partenza, sono 5 le squadre candidate alla vittoria finale: i campioni in carica della Marca, i Campioni d’Europa del Montesilvano, i vice campioni tricolori della Ponzio Pescara, i detentori della Coppa Italia della Lazio ed i funamboli della Luparense. Possibili le sorprese in chiave playoff con gli abruzzesi dell’Acqua&Sapone Fiderma che puntano a divenire gli ousiders di lusso puntando soprattutto sulla vena realizzativa di Hector e sulla sagacia tattica del nuovo trainer Bellarte.

    CALCIO. Un piccolo centro abruzzese sale alla ribalta delle cronache sportive nazionali. Capita infatti che Miglianico, paese in provincia di Chieti, grazie alla sua squadra di calcio ed al suo Sindaco, Dino De Marco, finisca sotto i riflettori della più longeva trasmissione televisiva dedicata al mondo dello sport, la ‘Domenica Sportiva’ della Rai. Nella puntata di domenica 18 Settembre, infatti, all’interno della rubrica ‘Storie dell’altro calcio’, un servizio del giornalista Ciro Venerato è stato interamente dedicato alla squadra gialloblu e al primo cittadino nella sua veste di medico sociale del team cittadino. De Marco, nella sconfitta per 2-0 contro l’Agnonese è stato espulso e successivamente squalificato per sei turni dal Giudice Sportivo calamitando la curiosità del mondo sportivo e del prestigioso programma. All’interno del servizio, oltre a raccontare brevemente la vicenda, il Sindaco De Marco ha annunciato l’intenzione di proseguire nel mondo del calcio ma solo come appassionato lasciando la collaborazione con la società la cui squadra è stata protagonista di un avvio di campionato non ottimale.

  • NBA: Anche Kevin Durant al Besiktas, in Turchia approdano le “Stelle” del basket

    NBA: Anche Kevin Durant al Besiktas, in Turchia approdano le “Stelle” del basket

    L’offerta è stata presa in considerazione, è allettante e, secondo le parole di Aaron Goodwin manager di Kevin Durant, stella NBA degli Oklahoma City Thunder, sarebbe anche importante. Il Besiktas sta cercando di costruire uno squadra imbattibile e dopo l’acquisizione di Deron Williams passa all’attacco per portare in Turchia anche Durant per formare una coppia da sogno che farebbe spavento anche NBA.

    © Ronald Martinez/Getty Images
    Il Besiktas nei giorni scorsi aveva provato anche a trattare Kobe Bryant ma probabilmente l’asso dei Lakers non ha intenzione di trasferirsi nel “Vecchio Continente”, ecco che quindi la dirigenza bianconera ha puntato la propria attenzione verso il fenomenale numero 35 dei Thunder. L’ostacolo maggiore al trasferimento non verrebbe neanche dall’inserimento di altre squadre ma dalla Nike che spinge per far giocare gli atleti che hanno un contratto di sponsorizzazione con il colosso dell’abbigliamento sportivo, in Cina, per promuovere i propri prodotti in un mercato in espansione come quello asiatico. Come già detto in precedenza le altre squadre europee potenzialmente interessate a Durant al momento sembrano non poter offrire un contratto migliore rispetto ai turchi: i team spagnoli al momento sono fermi e devono valutare attentamente la situazione, quelli greci sembrano tagliati fuori per via della profonda crisi economica che attanaglia lo Stato ellenico e che ha portato diversi top player di Panathinaikos ed Olympiacos ad emigrare verso altri lidi (anche in Italia). Nei prossimi giorni si attendono sviluppi ma al momento le premesse sono buone ed anche Durant si è detto favorevole ad un eventuale passaggio al Besiktas. In attesa che sui campi della NBA torni lo spettacolo del basket più bello del Mondo.

  • NBA: Kobe Bryant show davanti ai suoi fan [Video]

    NBA: Kobe Bryant show davanti ai suoi fan [Video]

    La NBA è ferma ormai da un mese, dopo la vittoria dei Dallas Mavericks nella finalissima contro i Miami Heat, e chissà quando gli appassionati di basket potranno vedere nuovamente in campo le 30 franchigie con le loro “Stelle” dato che con il lockout dichiarato dalla Lega, la prossima stagione è seriamente e fortemente a rischio.

    © JAY DIRECTO/AFP/Getty Images
    Kobe Bryant, in attesa che si apra qualche spiraglio nella vicenda, si mantiene in forma con la sua personalissima Academy. Il campionissimo dei Lakers, con 5 titoli vinti in carriera, pochi giorni fa ha dato spettacolo a Santa Monica, estasiando i suoi fan (accorsi come sempre numerosissimi) con una bellissima schiacciata, segno che il suo livello atletico è ancora buono nonostante l’età che avanza (il 23 agosto il numero 24 gialloviola compirà 33 anni). Questo è il video della schiacciata: [jwplayer config=”60s” mediaid=”87849″]

  • NBA: Ufficializzati i migliori quintetti della stagione

    NBA: Ufficializzati i migliori quintetti della stagione

    La NBA ha comunicato i 3 migliori quintetti stagionali. Questi i risultati dopo le votazioni dei 119 aventi diritto (tra parentesi squadra di appartenenza e punti totalizzati nelle votazioni)

    Migliore quintetto NBA:

    PG: Derrick Rose (Chicago Bulls-593 punti)
    SG: Kobe Bryant (Los Angeles Lakers-551 punti)
    SF: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder-492 punti)
    PF: LeBron James (Miami Heat-595 punti)
    C: Dwight Howard (Orlando Magic-593 punti)

    Secondo quintetto NBA:

    PG: Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder-184 punti)
    SG: Dwyane Wade (Miami Heat-392 punti)
    SF: Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks-437 punti)
    PF: Pau Gasol (Los Angeles Lakers-259 punti)
    C: Amar’è Stoudemire (New York Knicks-258 punti)

    Terzo quintetto NBA:

    PG: Chris Paul (New Orleans Hornets-157 punti)
    SG: Manu Ginobili (San Antonio Spurs-106 punti)
    SF: Zach Randolph (Memphis Grizzlies-67 punti)
    PF: LaMarcus Aldridge (Portland Trail Blazers-135 punti)
    C: Al Horford (Atlanta Hawks-62 punti)

    Da notare che solo Lebron James ha ottenuto l’unanimità dei voti da primo quintetto.

  • NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    La NBA ha reso noti i 2 migliori quintetti difensivi della stagione.

    Il voto era riservato ai 30 allenatori della Lega. Ogni coach aveva l’obbligo di votare 2 guardie (un playmaker ed una guardia tiratrice), 2 ali (ala piccola ed ala grande) ed un centro per il primo quintetto ed altrettanti giocatori per il secondo quintetto. Non c’era facoltà, però, di assegnare il voto per i giocatori della propria squadra.
    Ecco i risultati (tra parentesi i punti ottenuti dai giocatori e la squadra di appartenenza):

    PRIMO QUINTETTO DIFENSIVO

    Rajon Rondo (Boston Celtics – 39)
    Kobe Bryant (Los Angeles Lakers – 33)
    LeBron James (Miami Heat – 38)
    Kevin Garnett (Boston Celtics – 33)
    Dwight Howard (Orlando Magic – 56)

    SECONDO QUINTETTO DIFENSIVO

    Chris Paul (New Orleans Hornets – 18)
    Tony Allen (Memphis Grizzlies – 23)
    Andre Iguodala (Philadelphia 76ers – 15)
    Joakim Noah (Chicago Bulls – 15)
    Tyson Chandler (Dallas Mavericks – 17)

    Da notare che per Kobe Bryant e Kevin Garnett si tratta della nona elezione nel miglior quintetto difensivo, risultato che li porta ad eguagliare i record fissati da Michael Jordan (Chicago Bulls) e Gary Payton (Seattle Sonics).
    Non poche polemiche si sono scatenate alla notizia, dato che secondo molti addetti ai lavori il ruolo di guardia difensiva dato a Bryant non sarebbe meritato. In effetti da qualche stagione (e soprattutto nell’ultima regular season) il numero 24 gialloviola non brilla per intensità ed efficacia difensiva, cosa che invece è stata notata in altri pariruolo, ad esempio Tony Allen, finito nel secondo quintetto. Come al solito le polemiche non sono mancate e non mancheranno, ma la NBA resta bella anche per questo

  • NBA: Dallas manda i Lakers fuori dai playoff, è la fine di un’era

    NBA: Dallas manda i Lakers fuori dai playoff, è la fine di un’era

    Clamorosa eliminazione dei campioni NBA in carica dei Los Angeles Lakers ad opera degli strepitosi Dallsa Mavericks del tedesco Dirk Nowitzki: un secco quanto roboante e sorprendente 4-0 nella serie, è la fine di un’era, di un ciclo che ha portato a Los Angeles 2 titoli e 3 finali negli ultimi 3 anni. E il dominio gialloviola nella Lega termina come peggio non poteva, con un -36 dagli avversari che lascia intendere che per quanto riguarda il match c’è poco da commentare. Probabilmente esce di scena anche il coach più vincente della storia del basket americano dato che Phil Jackson ha lasciato intendere di essere prossimo al ritiro, ed uscire in questo modo dal mondo che lo ha reso famoso in tutto il pianeta non gli rende certamente giustizia, per tutto quello che ha fatto in tanti anni di carriera, per tutti i successi conquistati e per tutto quello che la persona, prima che l’allenatore, ha dato al movimento del basket mondiale.
    Vane le parole di Kobe Bryant, leader tecnico e carismatico dei gialloviola, che prima della gara aveva detto di credere alla rimonta per scrivere la storia della NBA (mai nessuna squadra è riuscita a capovolgere uno 0-3 in 4-3 in tutte le 98 occasioni fin qui capitate).

    Come già detto non c’è molto da dire sulla gara, a parte i primi minuti dove Bryant prova a tenere a galla i suoi compagni che già annaspano di fronte alla freschezza atletica ed alla convinzione psicologica degli avversari: il numero 24 segna 13 dei suoi 17 punti finali nel primo quarto, ma ben presto si perde anche lui nella mediocrità generale della sua squadra. Dallas inizia a spingere sull’acceleratore e per Los Angeles è la fine: la circolazione di palla dei Mavericks è sublime, si pesca sempre l’uomo libero che riesce ad infilare sistematicamente il canestro avversario. A beneficiare di questo gioco spumeggiante sono soprattutto Terry e Stojakovic che riscrivono (loro si) i record NBA: Terry a fine partita mette a referto 9 triple con soli 10 tentativi (eguagliato il record playoff di Vince Carter e Ray Allen), il serbo arriva ad un perfetto 6/6, nel primo tempo le 11 bombe dei Mavs rappresentano il record di tiri da 3 segnati in un tempo in una sfida playoff, lo stesso dicasi per il 20/32 finale (altro record riscritto per quanto riguarda i tiri da oltre l’arco) e per finire le 49 triple totali infilate dai Mavs nelle 4 sfide giocate nella serie contro i Lakers segnano un altro record nella storia delle sfide playoff. Tutte queste cifre per far capire il massacro a cui sono andati incontro i californiani, apparsi impotenti e fuori contesto, il massimo è stato riuscire a contenere il margine sotto i 40 punti di scarto, il miglior risultato raggiungibile in questo incontro che sicuramente resterà nella storia della NBA.
    4 giocatori su tutti per Dallas, in primis uno scatenato Terry autore di 32 punti, cecchino infallibile dalla lunga distanza, al pari di Stojakovic, perfetto nelle sue esecuzioni che chiude con 21 punti, strepitoso Barea con 22 punti mentre il vero leader della squadra texana, Nowitzki, si mette al servizio dei compagni, ben più ispirati, ma contribuisce con 17 punti. La panchina dei padroni di casa arriva a segnare la cifra irreale di ben 86 punti (contro i soli 37 degli ospiti). Nei Lakers segnaliamo i 17 punti di Bryant, più per dovere di cronaca che per la prestazione, nessun Laker è degno di nota, a parte Odom ed il solito, sciocco Andrew Bynum, espulsi dagli arbitri visti i colpi proibiti ai danni degli avversari (quello di Bynum su Barea è anche piuttosto violento e censurabile, da squalifica esemplare). Los Angeles viene dominata in ogni aspetto del gioco, dai rimbalzi agli assist passando per la difesa. Ineccepibile la vittoria Mavericks.
    Dallas ora aspetta in finale di Conference la vincente della sfida tra Grizzlies e Thunder (serie sul 2-1 Memphis), per i Lakers parte la rifondazione, ad iniziare dal coach. Voci di corridoio dicono che siano partiti anche i contatti con gli Orlando Magic per avere in cambio Dwight Howard, centro numero 1 della Lega, e con i New Orleans Hornets per Chris Paul, playmaker numero 1 della NBA. Intoccabile sarà il solo Kobe Bryant, tutti gli altri saranno messi sul mercato e si cercherà di ripartire, se possibile e fattibile, dall’asse Paul-Bryant-Howard. Impresa non facile riuscire ad assemblare un trio del genere ma il richiamo della città e la storia della franchigia potrebbero agevolare le trattative. Quel che è certo è che sarà una lunga Estate caldissima a Los Angeles.

    Playoff NBA, 8 maggio 2011

    Dallas Mavericks-Los Angeles Lakers 122-86
    Dal Terry 32, Barea 22, Stojakovic 21
    Lak Bryant 17, Brown 15, Artest 11

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Miami Heat (2)-Boston Celtics (3) serie 2-1 Heat
    Chicago Bulls (1)-Atlanta Hawks (5) serie 2-1 Bulls

    WESTERN CONFERENCE:

    Los Angeles Lakers (2)- Dallas Mavericks (3) serie 0-4 Mavericks (Mavericks qualificati)
    Oklahoma City Thunder (4)-Memphis Grizzlies (8) serie 2-1 Grizzlies

  • Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Il viaggio nei playoff NBA inizia con l’analisi delle 4 sfide della Western Conference.

    1 San Antonio Spurs (61-21) vs 8 Memphis Grizzlies (46-36)

    La serie si prospetta molto più interessante di quanto dicano i numeri. Di solito il confronto tra la numero 1 della Conference e l’ultima, la numero 8, pende realisticamente dalla parte del team con il miglior record. Qui invece la situazione è leggermente diversa dato che Memphis possiede tutte le armi per dare piena battaglia agli avversari, e sarebbe stata molto più insidiosa se avesse potuto contare anche sull’apporto del suo uomo franchigia, Rudy Gay, stella della squadra e prima opzione offensiva ma fuori per il resto della stagione per un infortunio alla spalla. 2-2 il confronto fino ad ora in stagione con 2 vittorie neroargento in casa e 2 vittorie per i Grizzlies sul proprio parquet.
    Gli Spurs hanno chiuso la stagione al secondo posto nella NBA: dopo aver tenuto la testa della classifica della Lega dalla prima fino all’81esima giornata, hanno ceduto lo scettro di squadra regina ai Bulls proprio nell’ultimo turno di regular season, dato che coach Popovich ha preferito tenere a riposo i suoi “Big” non più giovanissimi a discapito del record (che comunque resta il primo della Western Conference). Memphis invece ha chiaramente preferito evitare i campioni in carica dei Lakers, regalando le ultime partite agli avversari per chiudere ottava, forte del fatto che forse contro San Antonio c’è qualche possibilità in più di fare il colpaccio. Questa fiducia proviene dal fatto che la front line dei Grizzlies, se innescata a dovere, è superiore a quella degli Spurs che può contare su un Duncan ed un McDyess ormai in avanti con gli anni. Memphis invece grazie a Randolph e Gasol (finalmente il fratello minore del ben più noto Pau dei Lakers è salito di colpi) ha il talento per mettere in crisi le “torri” neroargento, in più anche negli altri ruoli il confronto è molto equilibrato, con una gran bella sfida tra playmaker (Parker per i texani, Conley per Memphis), tra ali piccole (Jefferson per gli “Speroni” contro Mayo per gli “Orsi”) e tra le guardie (Ginobili vs Tony Allen che difensivamente è uno dei primi 3 giocatori del campionato). Incognita sulle condizioni proprio di Ginobili che accusa un infortunio al braccio, nel complesso ciò che potrebbe far pendere la sfida in favore degli Spurs è la panchina, che pare qualitativamente e quantitativamente migliore, ma i giovani del Tennessee sono pronti a dare battaglia per portare a casa, per la prima volta da quando sono stati fondati, una sfida playoff.

    2 Los Angeles Lakers (57-25) vs 7 New Orleans Hornets (46-36)

    La serie più scontata non solo in questa Conference ma forse dell’intera Lega (più di Chicago-Indiana ad Est) ed il motivo è semplice ed ha un nome ed un cognome, ovvero David West: non che con lui in campo la formazione della Louisiana avrebbe passato il turno, ma sicuramente avrebbe reso la vita molto più difficile ai campioni NBA. Il brutto infortunio ai legamenti del ginocchio, arrivato sul finire di stagione, però, mette del tutto fuori causa gli Hornets, ridotti ai minimi termini nelle rotazioni e molto probabilmente non in grado di affrontare una serie di più partite contro un avversario così ostico ed ancora favorito numero 1 nella corsa al titolo anche di quest’anno..
    A detta di molti, infatti, New Orleans è la migliore squadra possibile da affrontare per i gialloviola, dato che sono stati già surclassati in stagione da un netto quanto eloquente 4-0 negli scontri diretti.
    Esaminando ogni singolo reparto ed ogni singolo ruolo i Lakers sono superiori e più profondi in tutto, solo il ruolo di playmaker vede soccombere Los Angeles, dato che Fisher verrà molto probabilmente portato a spasso da Chris Paul (probabile anche una marcatura di Bryant per mettere la museruola al numero 3), per il resto, apparentemente e per quanto dicono i numeri, il confronto non esiste.
    L’assenza di David West, assieme a Paul il faro della squadra ed asse portante dell’attacco della squadra di coach Monty Williams, è compensata da Carl Landry, arrivato fortunatamente da Sacramento prima dell’infortunio del numero 30, ma i ricambi Jason Smith e Gray non offrono nessuna garanzia.
    Anche i losangelini hanno qualche problema da risolvere con Bynum e Barnes leggermente infortunati (ma arruolabili per la sfida contro gli Hornets) e Blake, play di riserva, che ha contratto la varicella, ma la classe di Gasol e il dinamismo di Bynum sono sufficienti per poter guardare con ottimismo al confronto con i pari ruolo Landry ed Okafor.
    Artest, vista la poca produzione offensiva degli avversari, è atteso più nelle statistiche di attacco che di difesa (suo punto forte), mentre il solito Kobe Bryant sarà il giocatore designato a rompere gli equilibri nelle varie partite con la sua immensa classe.
    A New Orleans serve un miracolo: sperando tra l’altro che i californiani non escano immediatamente dal brutto periodo delle ultime 7 partite (5 perse e 2 vinte a stento contro le riserve delle riserve degli Spurs e dopo una partita soffertissima contro i non trascendentali Kings chiusa solo dopo un overtime) servono un Chris Paul in forma strepitosa, un Trevor Ariza capace di arginare Bryant come mai nessuno è riuscito a fare nei playoff, un Okafor monumentale a centro area ed un Marco Belinelli al top della forma per punire le disattenzioni dei più quotati avversari, senza tralasciare una difesa così perfetta ed asfissiante da sfiorare la perfezione: possibile in una o 2 partite ma non in una serie al meglio di 7 gare. Tuttavia la speranza per i tifosi Hornets è l’ultima a morire!

    3 Dallas Mavericks (57-25) vs 6 Portland Trail Blazers (48-34)

    La sfida si presenta molto equilibrata e probabilmente non si risolverà in poche partite. In stagione regolare si è assistito ad una perfetta parità tra le 2 squadre, con 2 vittorie per i Mavericks a Dallas e 2 successi per i Blazers a Portland, segno che il fattore campo potrebbe risultare decisivo ai fini dell’esito finale.
    Molti sono i fattori da analizzare, innanzitutto bisogna dire che si affrontano 2 squadre molto simili nello stile di gioco, segno che a decidere la serie potrebbero essere i vari episodi nell’arco dei match.
    Abbastanza equivalenti le front line, identica situazione nel back court, l’equilibrio tra le 2 franchigie è rotto dalle panchine che se per qualità sono similari, tuttavia quella dei Mavs pare più lunga e pronta a sopperire ad eventuali assenze. A far pendere la bilancia dalla parte di Dallas potrebbe essere il ritorno di Caron Butler, assente ormai da mesi per un brutto infortunio: se l’ala piccola dovesse presentarsi ai nastri di partenza dei playoff le speranze dei Blazers di passare il turno si ridurrebbero dato che Butler è anche un eccezionale difensore sugli esterni, cosa che attualmente manca nel roster dei texani, dando una dimensione migliore al gioco di squadra. Portland si affiderà ad Aldridge che sembra l’unico a poter limitare lo strapotere del tedesco Dirk Nowitzki e dovrà avere in Andre Miller l’uomo pronto ad approfittare dei cali di rendimento di Jason Kidd (vista l’età avanzata). Nota di merito per Wallace e Batum che con la loro difesa dovranno portare un valido contributo alla causa, limitando i pericolsi esterni degli avversari. Roy, al rientro dopo un infortunio dal quale non si è del tutto ripreso è al 50% (se non di meno) della forma fisica, ma sarà importante nell’economia offensiva dei Trail Blazers. Anche da lui passano le chance di avanzare al turno successivo per la formazione dell’Oregon.

    4 Oklahoma City Thunder (55-27) vs 5 Denver Nuggets (50-32)

    In stagione regolare i Thunder hanno vinto 3 sfide su 4 dimostrando di poter sbancare il parquet avversario (il Pepsi Center), cosa che invece non è successa per Denver. Oklahoma City in stagione regolare è stata una delle poche squadre capaci di limitare i Nuggets a meno di 100 punti segnati, impresa notevole visto che la formazione del Colorado ha il migliore attacco della NBA con oltre 110 punti di media per partita.
    Da valutare l’infortunio subito da Ty Lawson nell’ultima partita di stagione: il playmaker di Denver sembra essere l’unico nel roster che potrebbe cercare di limitare il pari ruolo avversario Russell Westbrook, una sua eventuale assenza spalancherebbe le porte della semifinale di Conference agli avversari. Sicuramente dopo la trade di Carmelo Anthony e Chauncey Billups ai Knicks in cambio di Chandler, Mozgov, Felton e del nostro Danilo Gallinari i Nuggets sono diventati una formazione molto particolare, con 10-12 giocatori (in pratica 2 quintetti) tutti sullo stesso livello, nessuna superstar (come lo era ‘Melo) ma tanti ottimi e validi giocatori intercambiabili tra di loro. Questa è diventata in breve tempo la forza di Denver, il fatto di poter buttare nella mischia sempre un giocatore di ottimo potenziale che non fa rimpiangere le prestazioni del giocatore assente o richiamato in panchina.
    Oklahoma City invece è una squadra che basa le sue fortune in primis su 2 giocatori, ovvero Westbrook (da molti definito un LeBron James in miniatura) e Kevin Durant, il giocatore che sarà destinato a diventare il numero 1 della Lega in breve tempo. Il 2 volte capocannoniere della Lega (a soli 22 anni!) ha un talento offensivo fuori dal normale, è una macchina da punti poche volte vista in NBA, riesce a bucare il canestro avversario da qualsiasi posizione sfruttando un’altezza anomala per un’ala piccola (quasi 210 centimetri, molti in più rispetto ai pari ruolo avversari) con un’apertura di braccia assurda che permette al numero 35 di tirare “in testa” agli avversari risultando virtualmente instoppabile!
    Sarà lui la chiave della serie e di conseguenza lo sarà anche Gallinari che probabilmente sarà destinato alla sua marcatura avendo un’altezza grosso modo similare (per cercare di contrastarlo) e medesimo ruolo. Danilo però ha saltato le ultime partite di regular season per un infortunio e le sue condizioni sono valutate giorno per giorno. Inutile dire che una sua eventuale assenza (unita a quella di Lawson) peserebbe oltremodo nell’economia della serie facendo pendere inevitabilmente l’ago della bilancia in favore di Oklahoma City. Interessante anche lo scontro in area pitturata con i Thunder leggermente favoriti vista la profondità di uomini in panchina. E poi i titolari Perkins (gran colpo quello di strapparlo a Boston da parte del G.M. Sam Presti) ed Ibaka, a livello difensivo, sembrano avere una marcia in più rispetto a Nenè e Martin. Da vedere anche lo scontro tra J.R. Smith (Denver) e James Harden (Thunder) che dalla panchina non dovranno far mancare il loro contributo.

  • NBA: Bryant insulta arbitro e viene multato [Video]

    NBA: Bryant insulta arbitro e viene multato [Video]

    La NBA ha inflitto 100 mila dollari di multa (circa 70mila euro) a Kobe Bryant, stella dei Los Angeles Lakers, per aver rivolto insulti omofobi ad un arbitro durante la partita vinta ieri dai gialloviola contro i San Antonio Spurs.

    Bryant aveva anche cercato di scusarsi per l’accaduto spiegando che quello che aveva detto non andava preso alla lettera. Il comissioner della Lega, David Stern, che ha deciso il provvedimento contro la guardia dei Lakers, ha spiegato che il basket e’ uno sport ricco di emozioni e adrenalina, ma certe parole non possono essere proprio tollerate.

    Queste le parole del cestista subito dopo essere stato “pizzicato” dalle telecamere che mostravano i gravi insulti all’arbitro del match dopo che gli aveva fischiato un fallo tecnico:

    • Ciò che ho detto non va preso alla lettera. E’ stato solo un momento di frustrazione durante una fase di gioco di una partita intensa. Le parole che ho detto in quella circostanza non riflettono i miei sentimenti verso gay e lesbiche: non volevo offendere nessuno”.

    Ma le comunità gay americane non hanno preso bene la cosa, nè accettato le scuse, esigendo anche una punizione esemplare per Bryant, cosa che è successa poche ore dopo, quando è stata resa nota la multa.

    Un altro episodio poco edificante per il numero 24 gialloviola che nella sua luminosa carriera è incappato talvolta in episodi molto controversi che segneranno per sempre, come una macchia indelebile, il ricordo che lascerà ai tifosi di tutto il mondo.

    QUESTO IL VIDEO DELL’INSULTO:

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  • NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    La NBA osserva un turno di riposo, il programma riprenderà regolarmente questa notte con le partite che daranno il via all’ultima settimana di regular season (termine fissato al 13 di aprile).

    Sono finora 12 le squadre qualificate per la post season (alla fine dovranno essere 16) e la lotta per accaparrarsi un posto utile entra nel vivo.

    Tra le partite da tenere d’occhio segnaliamo la trasferta di San Antonio ad Atlanta, gara da vincere per gli Spurs che con il filotto di 6 sconfitte consecutive (non accadeva dal 1997 e Tim Duncan ancora non era stato scelto dagli “Speroni” al Draft di giugno di quello stesso anno) hanno rimesso in gioco il primo posto della Lega permettendo ai Bulls di Rose (probabile M.V.P. della stagione) ed ai Lakers di farsi nuovamente sotto in vista dello sprint finale. Chicago (che è ad un passo dal seed numero 1 in Eastern Conference) sarà impegnata contro Phoenix, che con la sconfitta di domenica proprio contro i neroargento è stata esclusa matematicamente dalla corsa playoff e quindi potrebbe essere scarica di motivazioni. I Lakers ricevono i Jazz che dopo la chiusura degli scambi, a febbraio, e la cessione di Deron Williams ai Nets sono diventati una delle peggiori franchigie della Lega. Bryant e compagni con un record di 18 vinte e 2 perse guidano la classifica dopo l’All Star Game e sembrano in formissima, fermati domenica solo da Gallinari e dai suoi Nuggets. Il calendario è leggermente favorevole ai Lakers e poi ai Bulls, più complicato quello di San Antonio anche in considerazione dello scontro diretto all’81esima e penultima giornata in casa dei gialloviola campioni che potrebbe sancire il vero ordine di arrivo per la post season.

    Parlando di Western Conference potrebbe esserci uno spiraglio (ma non ci crede quasi nessuno) per i giovani Thunder di Kevin Durant di acciuffare il terzo posto ai danni dei Mavericks di Nowitzki: le 2 formazioni non attraversano però un buon momento di forma, Dallas ha una striscia aperta di 3 sconfitte di fila, Oklahoma City invece è reduce da 2 sconfitte consecutive, le 2 gare di vantaggio dei Mavs però sembrano essere un’ottima dote per portare a termine la stagione con il terzo posto ad Ovest. I Thunder nel prossimo impegno se la vedranno contro Gallinari a Denver (partita che sa di antipasto playoff!) mentre i texani affronteranno la squadra del Colorado dopodomani (e Danilo sarà quindi un pò l’ago della bilancia).
    Parlando proprio di Denver bisogna dire che la squadra è sicura del suo quinto posto e le partite che resteranno da giocare saranno dei test utili per crescere di condizione ed affiatamento in vista dei playoff.

    Da decidere invece gli ultimi 3 posti con 4 squadre rimaste in gioco: Portland è sesta e dovrebbe riuscire ad ottenere il pass senza problemi (gioca contro Golden State, nella notte), stesso discorso per Memphis (calendario più agevole rispetto alle avversarie, incontrano i modesti Clippers), chi rischia di più sono gli Hornets di Marco Belinelli che privi della “stella” West (fuori 6 mesi per i legamenti del ginocchio rotti) incontrano squadre difficili e tra queste proprio i Rockets con i quali si giocano l’ultimo posto utile di post season: Houston in 2 giorni si gioca la stagione con l’incontro di stanotte contro i Kings (insidiosi dopo i progressi dell’ultimo periodo) e poi domani notte con la sfida a New Orleans gara da “dentro o fuori” da vedere assolutamente per i veri appassionati!

    Nella Eastern Conference (già detto dei Bulls) Miami e Boston si contendono secondo e terzo posto con la squadra di James-Wade e Bosh leggermente favorita (per via del calendario) su quella di Pierce-Allen-Garnett e Rondo. Gli Heat riposeranno, Celtics impeganti invece con i pericolosi Sixers.
    Alle loro spalle l’unico team con la posizione già designata, i Magic, che non possono nè migliorare, nè peggiorare il loro quarto posto (sono impegnati contro i Bucks), Atlanta è quasi sicura del seed successivo, mentre Philadelphia e New York gareggiano per la sesta e la settima piazza: favoriti i 76ers vista la discontinuità dei Knicks (giocano contro i Raptors di Andrea Bargnani) che però se possono contare sulla vena realizzativa di Stoudemire, Anthony e Billups sono un cliente scomodo per tutti i top team. Queste sono le squadre sicure di disputare i playoff ad Est.
    L’ultimo posto sarà occupato da una franchigia tra Indiana (che riposa e parte in vantaggio rispetto alle avversarie), Charlotte (che va a giocare a Cleveland contro la squadra fanalino di coda della Lega per tenere vive le speranze) e Milwaukee (come già detto giocano ad Orlando). I Pacers vincendo le ultime 4 gare sarebbero sicuri della qualificazione (tra l’altro hanno 3 partite in casa ed 1 sola in trasferta!) alle avversarie invece non basterebbe vincerle tutte essendo dietro in classifica.
    Insomma uno sprint finale tutto da vedere, sarà un’ultima settimana elettrizzante.

    Una breve e concisa analisi anche sulle posizioni di fondo: ricordiamo che in NBA non ci sono retrocessioni, sembra che i Cavs avranno il peggior record che permetterà loro di essere posizionati come squadra numero 1 alla Draft Lottery (evento che assegna le posizioni di scelta in vista del Draft), a ruota Minnesota. Le altre squadre invece si stanno dando un pò più da fare, soprattuto i Sacramento Kings (che quasi sicuramente dal prossimo anno saranno gli Anaheim Royals, ma di questo parleremo ampiamente a parte) ed ora anche i Washington Wizards. Qualche vittoria anche per Toronto pur non potendo schierare Bargnani, segno che quest’anno le squadre di coda non ci tengono a farsi battere e a fare da sparring-partner come in passato succedeva abbondantemente, forse considerato anche che nelle ultime “Lotterie” la squadra ultima classificata (e quindi in pole alla Draft Lottery) mai ha ottenuto la prima scelta assoluta: nel 2007 Memphis e Boston ultima e penultima in regular season furono scavalcate rispettivamente da Portland e Seattle (sest’ultima e quint’ultima arrivate con i Sonics che si presero quel fenomeno di Kevin Durant), nel 2008 toccò ai Bulls che dalla nona posizione peggiore salirono fino in cima, clamorosamente e davanti allo stupore degli addetti ai lavori, per scegliere Derrick Rose (a discapito di Miami), nel 2009 fu il turno dei Clippers che scalarono fino al primo posto e scelsero poi Blake Griffin e lo scorso anno, (più o meno dalla stesa posizione dei Clippers) i Wizards scalzarono i Nets e si aggiudicarono una grande promessa del basket come John Wall.