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  • Jack Taylor 138 punti in una partita. Nuovo record in NCAA. Video

    Jack Taylor 138 punti in una partita. Nuovo record in NCAA. Video

    Fenomeno o fuoco di paglia? Parliamo dello sconosciuto Jack Taylor, cestista militante nei Grinnell College nella Divisione III della NCAA, la terza divisione del campionato collegiale statunitense. Per lui una notte indimenticabile a Iowa contro i Faith Baptist Bible, autore di una gara fantastica, conclusa con il record assoluto di punti segnati in una partita. Ben 138! Superato il precedente record di 113 punti realizzato da Bevo Francis nel 1954. Certo, non sarà stato difficile come i 100 punti realizzati da Chamberlain (quarant’anni fa circa in un Philadelphia-New York) o gli 81 messi a segno da Bryant contro i Toronto Raptors (esattamente il 22 gennaio 2006) ma per Taylor, la notte appena conclusa sarà per sempre nei suoi ricordi.

    Nato in California, 22 anni ancora da compiere (il 10 dicembre) e già con record da difendere. Giocatore brevilineo che sfrutta al meglio lo schema di gioco imposto dal suo attuale allenatore Dave Arsenault, fatto di pressing ossessivo e ricerca del tiro perimetrale, anche se nella notte magica ha messo a segno ben 27 centri con tiri da tre.

    Jack Taylor
    Jack Taylor, 138 punti realizzati in una sola partita

    Per la cronaca, il risultato finale della sfida Grinnell College-Faith Baptist Bible è stato di 179-104. Il 21enne a fine partita ha dichiarato “mi sentivo come se tutto potesse entrare“, ma guardando le statistiche non è tutto oro quel che luccica.  Infatti se andiamo ad analizzare bene il tutto, troviamo 27 triple su 71 tiri realizzati. Non solo, i tiri totali provati da Jack Taylor sono stati 108, di cui solo 52 finiti positivamente, con una percentuale di realizzazione sotto il 50%. Nonostante ciò, i 138 punti sono stati messi a segno in 36 minuti, con il 100esimo punto realizzato a otto minuti dalla fine.

    Un futuro in Nba è molto improbabile per il ragazzino californiano che al momento ha attirato su di se tutte le attenzioni. E’ bene ricordare infatti, che i 138 punti in una sola partita sono arrivati dopo aver messo a segno solamente 47 punti nei precedenti due match. Poca roba per un giocatore già etichettato come nuovo fenomeno del Basket Americano.

    Ecco alcuni punti messi a segno da Jack Taylor
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  • Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Otto le gare disputate nella notte in Nba nelle quali spiccano le vittorie convincenti di Lakers e Thunder trascinati dai rispettivi leader, Kobe Bryant e Kevin Durant, che hanno realizzato un tripla doppia decisiva ai fini del risultato rispettivamente contro Houston e Golden State.

    Allo Staples Center i Los Angeles Lakers hanno liquidato i giovani Rockets con un secco 119-108. Grande protagonista del match il solito Kobe Bryant, sebbene non al meglio della forma fisica, il quale è stato autore di una prova super condita da una tripla doppia da 22 punti, 11 rimbalzi e 11 assist. Ottima la prova di tutto il quintetto gialloviola finito in doppia cifra guidati dal top scorer di serata Dwight Howard autore di 28 punti e 13 rimblazi, ma importante è stato anche l’apporto di Pau Gasol (17 punti), World Peace (15) e della giovane guardia Darius Morris, chiamata a sostituire l’infortunato Steve Nash, autore di 12 punti e 5 assist.
    Nei Rockets non bastano le buone prestazioni della stella James Harden, 20 punti per lui ma 7/18 dal campo, e di Chandler Parsons, che ha messo a segno 24 punti. Sottotono Jeremy Lin che ha chiuso la serata con 5 punti e 10 assist; Houston è così in calo dopo un positivo avvio di stagione trascinata da un sontuoso Harden ma sta dimostrando di avere inesperienza nel roster che potrebbe compromettere l’accesso ai playoff della squadra texana.

    Per la prima volta in carriera Kevin Durant mette a segno una tripla doppia, fermando il tabellino personale a 25 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. La stella degli Oklahoma City Thunder continua a macinare prestazioni superlative contribuendo a segnare ma soprattutto a far segnare anche i suoi compagni, tra questi Westbrook (miglior realizzatore della serata con 30 punti) e Martin (23 punti per l’ex Rockets), che hanno beneficiato degli assist messi a referto dal numero 35. Nelle file dei Warriors si salvano solo Stephen Curry con 22 punti all’attivo e il merito di aver tenuto in gara gli ospiti fino a metà dell’ultimo quarto prima che Martin e Ibaka chiudessero i giochi, e David Lee autore di una doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi.

    Rajon Rondo – Boston Celtics | © Jared Wickerham/Getty Images

    Brutta caduta invece dei Boston Celtics sul parquet dei Detroit Pistons guidati da un ottimo Greg Monroe, autore di 20 punti. Ai Celtics non basta Rajon Rondo, autore di 12 punti e 10 assist, per avere la meglio al Palace of Auburn Hills, poichè i Pistons hanno concesso un misero 4/17 da tre alla squadra biancoverde, ottenendo una schiacciante vittoria dopo che la partita è stata in costante equilibrio per tre quarti di gara. Unica nota positiva della serata dei Celtics la striscia di Rondo che è alla 34esima gara in cui realizza almeno 10 assist e che potrebbe raggiungere il record di Magic Johnson fermo a 46 doppie consecutive.

    Vincono i Portland Trail Blazers contro i Chicago Bulls ancora orfani di Derrick Rose, grazie al solito Nicholas Batum che ha messo a segno 21 punti così come Wes Matthews, e all’importante apporto in fase realizzativa e difensiva di LaMarcus Aldridge, il quale ha chiuso la serata con 18 punti e 13 rimbalzi. Nei Bulls 5 giocatori in doppia cifra e un ottimo Nate Robinson con 18 punti che ha tentato invano di invertire la rotta del match a favore di Chicago dopo il +12 messo a segno da Batum a metà del quarto quarto, ma è arrivata la seconda sconfitta consecutiva dopo il ko in casa dei Clippers. Per Belinelli soltanto 2 punti messi a segno dalla lunetta in 19 minuti di gioco.

    Vittoria anche per i Toronto Raptors di Andrea Bargani che con i suoi 17 punti ha contribuito alla vittoria dei canadesi sugli Orlando Magic. Il Mago è stato protagonista di una buona prestazione nella quale ha messo a referto anche 5 rimbalzi e 2 stoppate, ma il migliore è stato senza dubbio DeRozan autore di 20 punti e 9 rimblazi. Da segnalare la grande prestazione di Calderon, autore di ben 18 assist ieri al Air Canada Center. Ai Magic non è bastata la doppia doppia di Glen Davis con 16 punti e 12 rimbalzi.

    I Brooklyn Nets, alla loro quinta vittoria di fila, hanno superato Sacramento nella trasferta californiana della quale è stato protagonista Blatche che con i suoi 22 punti ha permesso agli ex New Jersey Nets di avere la meglio sui Kings. Decisivo come sempre anche l’apporto di Deron Williams, autore di 14 punti e 10 assist, oltre che di 5 rimbalzi. Ancora una sconfitta per Sacaramento al quale non è bastata la grande prestazione di DeMarcus Cousins, autore di 29 punti e 7 rimbalzi.

    Netta vittoria, seppur non brillante, per i New York Knicks sugli Indiana Pacers. La franchigia blu-arancio voleva riscattare la sconfitta di Memphis, la prima in stagione, e ci è riuscita grazie al solito Carmelo Anthony, 26 punti per lui e al contributo difensivo di Tyson Chandler e di tutta la squadra, che ha costretto i Pacers ad un pessimo 3/16 dal campo. Per i gialloblu si salvano soltanto Paul George con 20 punti all’attivo e David West, autore di 14 punti.

    A Philadelphia i Sixers hanno battuto i Cleveland Cavaliers 86-79. Una vittoria ottenuto soltanto nelle battute conclusive del match grazie al parziale di 13-8 che ha permesso a Philadelphia di gestire un vantaggio di 9 punti ottenuto a pochi minuti dal termine. Ottimo l’apporto nella gara di Holiday, Young e Turner, con quest’ultimo che ha spezzato l’equilibrio e ha condannato i Cavs alla sesta sconfitta di fila, nonostante le buone prestazioni di Anderson Varejao (alla quinta doppia doppia in stagione) e di Tristan Thompson (14 punti per lui).

     

    RISULTATI NBA 18 nov 2012

    New York Knicks – Indiana Pacers 88-76
    NY: Anthony 26, Smith 13, Felton 11
    Ind: George 20, West 14, Hill 7

    Toronto Raptors – Orlando Magic 97-86
    Tor: DeRozan 20, Bargnani 17, Johnson 15
    Orl: Davis 16, Moore 16, Afflalo 15

    Philadelphia 76ers – Cleveland Cavaliers 86-79
    Phi: Turner 19, Holiday 14, Hawes 14
    Cle: Gee 17, Thompson 14, Varejao 14

    Sacramento Kings – Brooklyn Nets 90-99
    Sac: Cousins 29, Evans 21, Thornton 12
    Bro: Blatche 22, Williams 14, Brooks 14

    Oklahoma City Thunder – Golden State Warriors 119-109
    Okc:  Westbrook 30, Durant 25, Martin 23
    Gsw: Curry 22, Lee 19, Landry 14

    Detroit Pistons – Boston Celtics 103-83
    Det: Monroe 20, Maxiell 15, Stuckey 14
    Bos: Sullinger 16, Garnett 15, Pierce 13

    Portland Trail Blazers – Chicago Bulls 102-94
    Por: Batum 21, Matthews 21, Aldridge 18
    Chi: Robinson 18, Noah 16, Hamilton 15

    Los Angeles Lakers – Houston Rockets 119-108
    Lak: Howard 28, Bryant 22, Gasol 17
    Hou: Parsons 24, Harden 20, Patterson 14

     

  • NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    Dopo aver esaminato la Eastern Conference, passiamo in rassegna i team della Western Conference che da molti anni ormai si rivela molto più competitiva ed equilibrata rispetto a quella delle squadre poste ad Est della NBA. Questa l’analisi delle Division e delle franchigie che si apprestano a giocare nel campionato 2012/2013.

    SOUTHWEST DIVISION

    Dallas Mavericks: Gli ex campioni NBA si apprestano a disputare una stagione completamente (o quasi) rinnovati. Squadra più giovane ed inserimenti mirati come Darren Collison in regia, Kaman al centro dell’area, Elton Brand lungo di lusso dalla panchina e O.J. Mayo nel ruolo di guardia sperando che possa esplodere. L’avvio non sarà facile visto che i Mavs dovranno fare a meno per un pò di tempo del leader tedesco Nowitzki per alcuni problemi al ginocchio. Tuttavia Dallas può essere tranquillamente annoverata tra le squadre che parteciperanno ai playoff.

    Houston Rockets: Chi farà più fatica a conquistare un posto per la post season è Houston che al momento pare meno attrezzata per raggiungere questo obiettivo. Le fortune dei Rockets passeranno dalle mani di Jeremy Lin, fantastico nella scorsa annata ai Knicks fino a quando non si è infortunato. Ma il resto del team è troppo giovane ed inesperto per poter puntare in alto. Forse sarebbe meglio perdere qualche partita in più e puntare ai primi posti della Draft Lottery per poter continuare il processo di costruzione.

    Memphis Grizzlies: Squadra come al solito molto interessante e completa, che però potrebbe pagare la cessione di Mayo che dalla panchina portava sempre il suo discreto contributo (un pò come Harden ai Thunder). Memphis ha un grande settore lunghi e un back court completo e con la giusta dose di fortuna nessun traguardo pare vietato preventivamente. Rudy Gay è chiamato alla stagione della sua definitiva consacrazione.

    New Orleans Hornets: Gli Hornets sono in piena ricostruzione e tutto pare andare a gonfie vele visto che in un Draft ricco di talenti come quello del 2012 il team della Louisiana ha scelto davvero bene: Anthony Davis (il giocatore più simile a Dwight Howard) come prima scelta assoluta, a completare l’opera è arrivato Austin Rivers, figlio di Doc (coach di Boston) che ha già fatto intravedere lampi del suo talento. Anche il resto della squadra non è male e già in questo primo anno di rilancio si potranno avere buoni risultati. Ovviamente i playoff appaiono lontani ma gli Hornets, mattone dopo mattone, cercheranno di rientrare nei piani alti del basket NBA.

    San Antonio Spurs: Ultima grande occasione per i texani che proveranno ancora una volta l’assalto al titolo. Le potenzialità per vincere ci sono tutte ma vista l’alta età media dei giocatori chiave ci sarà bisogno del contributo di tutti per dare modo a Ginobili, Duncan e Parker di poter riposare ed essere più freschi al momento della post season. La squadra è molto competitiva e possiede una panchina profonda e lunga, vedremo molto presto cosa riusciranno a fare i neroargento.

    PACIFIC DIVISION

    Golden State Warriors: Team molto interessante questi Warriors, il quintetto titolare è di gran livello con Curry in regia, Thompson guardia tiratrice (atteso a progressi notevoli), il rookie Barnes come ala piccola (che se trova la mano dalla distanza diventa inarrestabile) e la coppia di lunghi David Lee-Andrew Bogut che potenzialmente appare devastante. Non c’è molto talento in panchina (a parte 2/3 cambi) e per questo Golden State probabilmente non potrà ambire ai playoff. Ma il futuro sorride a questa squadra dopo qualche anno al di sotto delle previsioni.

    Los Angeles Clippers: La squadra meno blasonata di Los Angeles dovrà provare ad alzare l’asticella degli obiettivi. Lo scorso anno fu semifinale di Conference ad Ovest con conseguente sconfitta pesante contro gli Spurs. Ora Chris Paul, Blake Griffin e compagni dovranno cercare di ottenere un risultato migliore ma non sarà facile nell’agguerrita Western Conference. Il talento c’è per poter puntare in alto, esperienza e gioventù si fondono in un bel mix ma servirà anche avere i nervi saldi nei momenti di difficoltà. Solo così si potrà arrivare in alto.

    Los Angeles Lakers: I gialloviola dopo la grande campagna acquisti del mercato estivo sono la più seria candidata della Western Conference (assieme ai Thunder ovviamente) alla Finale NBA: sono arrivati in rapida sequenza uno dei migliori playmaker del momento e della storia NBA come Steve Nash, un grande ricambio in panchina come Jamison ed il centro più forte della lega, ovvero Dwight Howard. Questi giocatori vanno a rinforzare un gruppo che già può contare sul fenomeno indiscusso Kobe Bryant, su Pau Gasol (una delle ali grandi più forti della NBA) e su World Peace (alias Ron Artest) rendendo il roster dei Lakers uno dei miglior e più competitivi. Non sarà facile battere Oklahoma City nel testa a testa che si svilupperà nella stagione ma Los Angeles ha dato un segnale forte alla NBA, chi vorrà vincere dovrà fare i conti (necessariamente) con questi Lakers che puntano decisamente al titolo dopo un paio di stagioni non all’altezza del loro blasone.

    Phoenix Suns: Restyling in casa Suns con i viola-arancio che si presentano ai nastri di partenza come una delle possibili sorprese della stagione. La squadra non ha delle vere e proprie “Stelle” considerando l’addio di Nash, ma un gruppo solido e valido in ogni reparto che potrà dare molto fastidio a tutti. L’obiettivo è quello di arrivare ai playoff, cosa non così sicura ma neanche impossibile. Beasley dovrà far vedere il suo vero potenziale, finora molto nascosto. Attenzione al rookie Marshall, playmaker che potrà diventare uno dei migliori della Lega.

    Sacramento Kings: La mina vagante della Western Conference. Finalmente, dopo una decina di anni di Draft Lottery, a Sacramento ci sono le basi per far bene.  La squadra è molto interessante ma soprattutto giovane e futuribile. A dare man forte sotto canestro ad un potenziale fenomeno come Cousins è arrivato Thomas Robinson dal Draft. In cabina di regia gran colpo con l’acquisto di Aaron Brooks che assieme ad Evans e Thornton promette scintille. Fredette dovrà elevare il suo rendimento, per completare questa squadra e renderla perfetta per l’approdo ai playoff serve un’ala piccola di livello, capace di segnare e difendere al tempo stesso. Ma a Sacramento possono guardare con fiducia al futuro, anche se il rischio di perdere la franchigia incombe sempre, dato che i Maloof (i proprietari dei Kings) non vogliono sborsare molti soldi per i rinnovi dei giocatori e per la costruzione della nuova Arena e da Seattle premono forte per acquistare una squadra talentuosa ed in rampa di lancio per ricreare i tanto rimpianti SuperSonics.

    Nba | foto tratta dal web

    NORTHWEST DIVISION

    Denver Nuggets: Il team di Danilo Gallinari punta deciso ai traguardi più alti ed in effetti nulla pare precluso a priori. Il “Gallo” ha attorno a sè compagni di alto livello come il play Ty Lawson, l’ala grande Faried (la vera sorpresa della scorsa stagione), il centro McGee (dal potenziale enorme ma dalla testa deficitaria), in più dai Sixers è arrivato un top player come Andre Iguodala (sacrificando un onesto comprimario come Afflalo ora ad Orlando). Chiaro dunque che le potenzialità dei Nuggets appaiono illimitate, considerando anche la panchina lunga, da sempre punto di forza della franchigia del Colorado. Per Denver sarebbe possibile anche l’approdo alla Finale di Conference se tutto procederà nel verso giusto.

    Minnesota Timberwolves: Reduci da una buona stagione nello scorso torneo, i Timberwolves sono chiamati a migliorarsi ed a centrare (dopo molti anni) la post season. L’obiettivo non pare poi così irraggiungibile anche se a Minneapolis la partenza sarà ad handicap visto l’infortunio alla mano di Kevin Love (che salterà sicuramente il primo mese di regular season) e la degenza di Rubio (che sta recuperando dall’infortunio al ginocchio che lo ha messo KO nello scorso campionato con i Timberwolves in lotta per un posto playoff). I loro recuperi saranno fondamentali per le fortune di Minnesota che in Estate ha completato il roster con le acquisizioni di Kirilenko e Brandon Roy, tornato nel grande basket dopo aver annunciato solo 12 mesi fa il suo ritiro dalla scena a soli 27 anni.

    Oklahoma City Thunder: Assieme ai Lakers la grande favorita dell’Ovest. Squadra giovanissima ma già vincente, assetto collaudato, talento a bizzeffe, a questi Thunder non manca proprio nulla per aggiudicarsi il titolo di campioni NBA. E’ cambiato poco rispetto all’ultima (quasi) trionfale annata (vista la sconfitta in Finale contro i Miami Heat di LeBron James), è arrivato Perry Jones III dal Draft, giocatore molto simile a Jeff Green, l’unico pezzo importante perso per strada del progetto vincente partito da Seattle nel 2007. Il gruppo è rimasto intatto e si sente unito e pronto a togliersi finalmente grandi soddisfazioni. Con un asso come Kevin Durant, al momento il secondo giocatore più forte della lega dopo James, nulla è precluso. Ibaka ha rinnovato il contratto ed a centro area dispenserà ancora una volta le sue stoppate, l’incognita è Harden che invece ha il contratto in scadenza e per esigenze di salary cap potrebbe essere piazzato a qualche altra squadra anche in corso di campionato per non perderlo a zero a luglio. Ma per il resto la corazzata Thunder è pronta a (ri)scrivere la storia.

    Portland Trail Blazers: Portland è in una fase delicata, di ricostruzione, e per questo non ci si potrà aspettare molto dai giovani Blazers. Tutto ciò che arriverà in questo campionato sarà solo un guadagno, in attesa di vedere una squadra vincente nell’immediato futuro. Attenzione al rookie Damian Lillard, un playmaker moderno dalle capacità illimitate.

    Utah Jazz: I progressi dei Jazz sono evidenti, la forza della squadra è indubbiamente il settore lunghi, con Jefferson, Millsap, Kanter e Favors che rappresentano quasi il meglio che si può trovare sotto canestro. Meno completo il back court. Ma le fortune della squadra dello Utah dovranno essere costruite nelle gare in trasferta, da sempre punto debole di questa franchigia, vista invece la difficoltà degli altri team a giocare a Salt Lake City, parquet quasi inespugnabile. Lotteranno per aggiudicarsi l’ultimo posto playoff.

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  • NBA, Boston Celtics travolgenti a Milano. Sconfitti Heat e Lakers

    NBA, Boston Celtics travolgenti a Milano. Sconfitti Heat e Lakers

    Nella seconda amichevole europea i Boston Celtics travolgono a Milano l’Emporio Armani per 105-75 in quella che sarà ricordata a lungo come una festa per il nostro basket con la visita nel capoluogo lombardo della squadra più titolata in NBA.

    Dopo la sconfitta subìta in Turchia appena 2 giorni fa al cospetto del super Fenerbahce di coach Simone Pianigiani i Celtics riprendono il loro cammino e schiantano la candidata numero 1 alla vittoria del campionato italiano, che dopo un buon primo quarto deve arrendersi alla superiorità degli americani.

    Doc Rivers, coach di Boston, vuole evitare altre figuracce, e parte con Rondo, Terry, Pierce, Garnett e Sullinger mentre Scariolo, che fu il primo italiano a vincere contro una squadra NBA guidando nel 2007 Malaga al successo su Memphis, risponde con Cook, Hairston Gentile, Fotsis ed Hendrix. I primi sorrisi del match sono biancorossi con una stoppata di Hairston su Terry e il primo canestro targato Gentile.

    Dopo il primo quarto i Celtics sono avanti 34-31 guidati da un grande Rondo che in 8 minuti piazza ben 15 punti senza errori al tiro, mentre Garnett pare in giornata no. Un parziale di 18-2 manda all’inferno Milano e porta il risultato sul 52-35 dopo 21 minuti di gioco. Al riposo lungo si va sul 55-42 ma nella ripresa non c’è la reazione dell’Olimpia che anzi affonda sempre di più a causa delle triple di Terry.

    L’ultimo quarto serve solo per testare le seconde linee ed alla fine il divario è di ben 30 punti, ma il pubblico sugli spalti è felice ed entusiasta lo stesso nonostante il KO. Per Boston ci sono 17 punti a testa di un grande Rondo e di un ottimo Green, 14 quelli di capitan Paul Pierce mentre per Bass, Terry e Lee ci sono 11 punti ciascuno, chiude a quota 0 invece l’altra “star” Kevin Garnett. Per Milano sontuosa doppia doppia di Bourousis (15 punti e 14 rimbalzi) mentre Gentile ed Hairston arrivano a quota 11.

    Boston Celtics vs EA7 Emporio Armani Milano | © Roberto Serra/Iguana Press/Getty Images

    Nelle altre partite della notte sorprendono i KO di Heat e Lakers: i campioni in carica di Miami cadono ad Atlanta (92-79) sotto i colpi di uno scatenato Josh Smith (21 punti). LeBron James gioca solo 23 minuti e colleziona 10 punti, 6 rimbalzi e 6 assist mentre il top scorer del team della Florida è Chris Bosh con 22 punti, 10 quelli messi a segno dal neo arrivato Ray Allen. I Californiani perdono il derby contro i Golden State Warriors, probabile mina vagante della nuova stagione NBA. A decidere il match è un mega parziale del team di Oakland in apertura di ripresa, un 35-0 che porta i Warriors dal -7 (56-49) al +28 (56-84) e consente ai gialloblu di chiudere il terzo quarto con un punteggio complessivo di 37-10. Nel 110-83 finale brillano David Lee (19 punti) e Thompson (18), il rookie Harrison Barnes ne segna 13 (assenti invece i degenti Bogut e Curry), tra i gialloviola 10 punti per Bryant (in campo 18 minuti), 5 punti e 3 assist per Nash (sul parquet per 14 minuti), assente invece l’altro nuovo acquisto Howard che sta recuperando dall’operazione alla schiena.

    Nelle rimanenti 2 partite ottime prove delle prime 2 scelte all’ultimo Draft: Michael Kidd-Gilchrist guida i Bobcats al successo su Washington con 12 punti, 6 rimbalzi e 3 recuperi, mentre Anthony Davis (la prima scelta assoluta) conduce gli Hornets al successo sui Magic con una prova da 8 punti, 8 rimbalzi e 2 stoppate.

  • Stati Uniti travolgono Repubblica Dominicana, Griffin salta i Giochi

    Stati Uniti travolgono Repubblica Dominicana, Griffin salta i Giochi

    E’ stato un vero e proprio massacro quello che ieri gli Stati Uniti hanno inflitto alla Repubblica Dominicana nella prima gara amichevole in preparazione delle Olimpiadi di Londra 2012. A Las Vegas il punteggio finale è impietoso, 113-59 in favore della Nazionale a “Stelle e Strisce” che mette sin da subito in chiaro chi siano i veri favoriti in vista della competizione che inizierà a fine luglio.

    Coach Mike Krzyzewski ha schierato un quintetto titolare formato da Tyson Chandler, LeBron James, Kobe Bryant, Carmelo Anthony e Chris Paul con Kevin Durant a fare il sesto uomo di lusso che a fine match è risultato anche il top scorer della partita con 24 punti ai quali ha aggiunto anche 10 rimbalzi. Notizie positive anche dal resto della panchina apparsa molto tonica mentre sono stati tenuti a regime ridotto LeBron James e Kobe Bryant, rimasti in campo rispettivamente 17 e 14 minuti: 7 punti il bottino personale per il neo campione NBA dei Miami Heat, 4 invece i punti racimolati dalla stella dei Los Angeles Lakers.

    Gara senza storia con la Repubblica Dominicana subito in balìa delle giocate dei fenomeni avversari, ai quali non riesce ad opporsi neanche il giocatore degli Atlanta Hawks Al Horford che chiuderà con percentuali pessime al tiro. L’ingresso di Durant segna il primo grande gap dell’incontro con l’asso dei Thunder che manda a bersaglio tutte le 5 conclusioni del primo quarto. Già alla pausa lunga il punteggio è di 50-27. Nella ripresa ampie rotazioni per coach Krzyzewski e gli U.S.A. quasi doppiano nel punteggio i malcapitati dominicani.

    Meccanismi già funzionanti in casa americana, a Kobe Bryant, che aveva dichiarato che questa Nazionale potrebbe benissimo battere il Dream Team del 1992, ha risposto un certo signor Michael Jordan che di quella squadra fu il leader dicendo che la star dei Lakers avrebbe fatto meglio a stare zitto visto che la dichiarazione non sembra proprio molto intelligente.

    Blake Griffin, Los Angeles Clippers | © Jeff Gross/Getty Images

    Ma non ci sono solo notizie positive in casa Stati Uniti perchè Blake Griffin, ala grande dei Los Angeles Clippers, è tornato a casa per farsi operare al menisco del ginocchio sinistro e salterà le Olimpiadi a causa dell’aggravarsi dell’infortunio subito durante i playoff NBA. Il giocatore ha avuto una ricaduta nella giornata di mercoledì e giovedì è tornato a Los Angeles per sottoporsi a una risonanza magnetica che ha rivelato la lesione al menisco. Griffin così verrà operato in California la prossima settimana: sarà rimpiazzato nel roster per i Giochi 2012 dalla prima scelta assoluta all’ultimo Draft Anthony Davis, chiamato dai New Orleans Hornets.

    Sull’entità dell’infortunio di Griffin si erano sparse voci incontrollate nella giornata di giovedì e molte di queste avevano fatto venire i brividi ai tifosi dei Clippers. Alla fine però coach Vinny del Negro può tirare un sospiro di sollievo, visto che il giocatore dovrebbe tornare a pieno regime in tempo per il camp di preparazione alla prossima stagione NBA.

    Per quanto riguarda la Nazionale Statunitense il prossimo impegno sarà lunedì a Washington dove affronterà il Brasile nella seconda amichevole pre-olimpica. Poi la suadra raggiungerà Manchester il 19 luglio per la prima amichevole europea contro la Gran Bretagna, per poi trasferirsi a Barcellona dove sono in programma gli ultimi due test contro Argentina e Spagna, prima del via ufficiale al torneo.

  • Olimpiadi Londra 2012, i magnifici 12 del Dream Team USA

    Olimpiadi Londra 2012, i magnifici 12 del Dream Team USA

    Manca oramai poco al grande appuntamento delle Olimpiadi di Londra 2012. Nel basket la corsa all’oro olimpico vede gli Stati Uniti nettamente favoriti rispetto alle altre squadre, solo la Spagna di coach Sergio Scariolo potrebbe dare qualche grattacapo alla Nazionale a stelle e strisce, con un roster infarcito di stelle (Kobe Bryant, LeBron James e Kevin Durant su tutti) nonostante qualche assenza di troppo (Dwight Howard, Derrick Rose, Chris Bosh e Dwyane Wade). Gli U.S.A. sono campioni in carica (da Barcellona 1992, con l’apertura al professionismo, non hanno conquistato l’oro solo nel 2004 e in 17 edizioni totali hanno mancato il primo posto solo 3 volte). Gli Stati Uniti esordiranno il 29 luglio contro la Francia e chiuderanno il 6 agosto contro l’Argentina (per quanto riguarda il loro girone). Le prime 4 di ogni gruppo si guadagneranno un pass per i quarti, poi ci saranno semifinali e finale. Team U.S.A. ha un solo obiettivo, quello di vincere e tornare a casa con la medaglia d’oro. Per tutte le altre arrivare anche solo a impensierire la corazzata di coach Mike Krzyzewski sarebbe un successo.

    Gli ultimi qualificati sono stati i Nigeriani che battendo la Repubblica Dominicana (trascinati da Ike Diogu, ex NBA) hanno ottenuto il pass per la competizione chiudendo la cerchia delle magnifiche 12. Da domenica 29 luglio il via del torneo che si chiuderà il 12 agosto con la finalissima. In corsa U.S.A., Francia, Argentina, Tunisia, Lituania e Nigeria (Gruppo A), Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Australia, Cina e Russia (Gruppo B).

    Ma passiamo ai convocati degli Stati Uniti: già detto delle defezioni per gli infortuni che hanno colpito i vari Wade, Bosh, Howard e Rose, a farla da padrona sono gli Oklahoma City Thunder che possono contare su ben 3 giocatori, il talentuosissimo Kevin Durant, la guardia Russell Westbrook ed infine James Harden. I campioni in carica NBA dei Miami Heat portano solo un giocatore, LeBron James visto che Bosh e Wade hanno dovuto dare forfait. Scorrendo la lista dei convocati si nota come la Nazionale statunitense probabilmente si affiderà a quintetti piccoli, dato che è stato convocato un solo centro di ruolo, Tyson Chandler. Gli ultimi 3 giocatori ad essere stati tagliati sono stati la fresca prima scelta assoluta all’ultimo Draft Anthony Davis, Rudy Gay ed Eric Gordon, fino a ieri nel gruppo di 15 giocatori che hanno partecipato al training camp di Las Vegas.

    Mike Krzyzewski, coach team U.S.A. | © Streeter Lecka/Getty Images

    I magnifici 12 per le Olimpiadi sono LeBron James, Kobe Bryant, Kevin Durant, Carmelo Anthony, Chris Paul, Deron Williams, Tyson Chandler, Kevin Love, Russell Westbrook, Andre Iguodala ed i debuttanti in nazionale Blake Griffin e James Harden. Nella lista ci sono 5 giocatori (James, Bryant, Anthony, Paul e Williams) che hanno vinto l’oro a Pechino 2008. E altri 5 (Durant, Westbrook, Iguodala, Love e Chandler) che erano nel gruppo che ha vinto l’oro al Mondiale 2010 in Turchia.

    I punti di forza della squadra saranno James, Durant, Bryant ed Anthony, 4 giocatori molto versatili e dotati di un talento fuori dal comune. Coach Krzyzewski si affiderà a loro per puntare all’oro. La fiducia non manca nella Nazionale U.S.A., come si evince dalle parole di Chris Paul: “Nel 2008 eravamo veramente forti. Ma come me, LeBron e Deron, tutti ci concentriamo su quanto siamo migliorati rispetto al 2008. Tutti tiriamo meglio. Siamo più atletici e più fiduciosi nei nostri mezzi. Non ci sono dubbi che siamo più profondi di quanto eravamo nel 2008“.

  • LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James, fenomeno dei Miami Heat (che pochi giorni fa ha ricevuto il premio di M.V.P. della stagione NBA 2011/2012 ed è diventato così vincitore di tre delle ultime 4 edizioni), è stato il giocatore che ha raccolto più punti nella votazione per stabilire il migliore quintetto NBA della stagione. James ha ricevuto 118 voti per la prima squadra su un massimo di 120 voti disponibili. Oltre al numero 6 di Miami nel migliore starting five sono stati inseriti Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers, Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder (finito ad una manciata di punti da James con 591 in totale e 117 voti da primo quintetto), Dwight Howard degli Orlando Magic e Chris Paul dei Los Angeles Clippers.

    Nonostante la media di minuti giocati più bassa in carriera (37.5 a gara), James (convocato otto volte per l’All Star Game) ha guidato la Lega nella categoria del plus-minus (differenziale di punti quando un giocatore è sul parquet) con un ottimo +7,6 ed ha concluso al terzo posto nella classifica marcatori (27,1 punti  a partita), è stato il leader dei Miami Heat negli assist (6.2 ad incontro) e nei rimbalzi (7.9 gli stessi del compagno Chris Bosh). Inoltre James ha stabilito i record in carriera per la percentuale dal campo (0,531) e nel tiro da tre punti (0,362). James guadagna gli onori della prima squadra NBA per la quinta stagione di fila e per la sesta volta in carriera.

    Kevin Durant è alla sua terza selezione nel miglior quintetto dell’anno. Ha guidato la NBA in punti segnati (28,0 a partita) per il terzo anno consecutivo, ed ha stabilito il suo massimo in carriera nei rimbalzi catturati (8.0 ad incontro) e negli assist (3.5). Durant ha segnato almeno 40 punti in stagione per quattro volte tra cui si deve registrare il career-high di ben 51 punti stabilito il 19 febbraio contro i Denver Nuggets di Danilo Gallinari. E’ stato eletto anche M.V.P. dell’All Star Game di Orlando dopo aver segnato 36 punti per la squadra della Western Conference nella vittoria per 152-149 contro la selezione dell’Est.

    Kobe Bryant è alla settima selezione consecutiva nel miglior quinetto della stagione, e diventa il giocatore in attività con più selezioni nel miglior quinetto dell’anno a quota 10. Bryant è arrivato secondo in campionato nei punti segnati (27,9 contro i 28 di Durant). Il 6 febbraio, nella sua città natale, Philadelphia, Bryant ha superato l’ex compagno di squadra ai Lakers Shaquille O’Neal al quinto posto in NBA per quanto riguarda i migliori realizzatori di tutti i tempi, e il 9 marzo, a Minnesota, è diventato il più giovane giocatore a toccare quota 29.000 punti in carriera (a 33 anni e 199 giorni). Con la sua decima selezione nella migliore squadra della stagione NBA, Bryant raggiunge mostri sacri come Kareem Abdul-Jabbar, Elgin Baylor, Bob Cousy, Michael Jordan, Bob Pettit, e Jerry West (anche loro a quota 10). Karl Malone è il leader di tutti i tempi con 11 selezioni totali e Kobe il prossimo anno proverà a raggiungerlo in testa a questa graduatoria.

    LeBron James & Kevin Durant | © Joe Murphy/NBAE via Getty Images

    Dwight Howard è stato selezionato nel miglior team NBA per la quinta stagione consecutiva, ha guidato la Lega nei rimbalzi con un 14,5 a gara e ha ottenuto il suo career high nella percentuale di realizzazione dal campo (0,573). E’ arrivato secondo nella statistica delle doppie doppie realizzate (con 43) e terzo nella classifica delle stoppate (2.15 a match). Howard inoltre ha avuto una media di 20,6 punti ed è stato uno degli unici tre giocatori in NBA con la media di almeno 20 punti e 10 rimbalzi a partita (gli altri sono stati Kevin Love e Blake Griffin).

    Chris Paul, alla seconda chiamata nel migliore quintetto dell’anno, è stato il leader NBA nei recuperi (2.53) ed ha concluso al terzo posto negli assist (9.1), aggiungendo anche 19,8 punti a partita con 3.5 rimbalzi. Ha realizzato 23 doppie doppie (16esimo assoluto). Paul in questa stagione è diventato il secondo giocatore (dopo Tim Hardaway nel 1990/1991) nella storia della NBA ad avere una media di almeno 19,0 punti, 9,0 assist, 3,5 rimbalzi e 2.0 recuperi.

    La seconda migliore squadra NBA è composta invece dalle guardie Tony Parker dei San Antonio Spurs e Russell Westbrook degli Oklahoma City Thunder, dalle ali Blake Griffin dei Los Angeles Clippers e Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, e dal centro Andrew Bynum dei Los Angeles Lakers.

    Nel terzo migliore starting five della Lega sono finiti Dwyane Wade dei Miami Heat e Rajon Rondo dei Boston Celtics come guardie, Carmelo Anthony dei New York Knicks e Dirk Nowitzki dei Dallas Mavericks come ali, e Tyson Chandler dei New York Knicks come centro.

    I migliori team della stagione NBA sono stati scelti da una giuria di 120 giornalisti sportivi  degli Stati Uniti e del CanadaI giornalisti hanno votato per i giocatori e per la selezione nella migliore squadra sono stati assegnati 5 punti, per l’inserimento nel secondo miglior team sono stati dati 3 punti ed infine per la chiamata nella terza squadra è stato fornito solo 1 punto.

    2011-12 All-NBA First Team:

    G: Chris Paul (Los Angeles Clippers) 484 punti
    G: Kobe Bryant (Los Angeles Lakers) 568 punti
    C: Dwight Howard (Orlando Magic) 476 punti
    F: LeBron James (Miami Heat) 596 punti
    F: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder) 591 punti

    2011-12 All-NBA Second Team:

    G: Tony Parker (San Antonio Spurs) 367 punti
    G: Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder) 239 punti
    C: Andrew Bynum (Los Angeles Lakers) 400 punti
    F: Blake Griffin (Los Angeles Lakers) 170 punti
    F: Kevin Love (Minnesota Timberwolves) 365 punti

    2011-12 All-NBA Third Team:

    G: Rajon Rondo (Boston Celtics) 142 punti
    G: Dwyane Wade (Miami Heat) 235 punti
    C: Tyson Chandler (New York Knicks) 60 punti
    F: Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks) 136 punti
    F: Carmelo Anthony (New York Knicks) 154 punti

    Questi gli altri giocatori che hanno ricevuto voti dalla giuria (ordinati secondo i punti totali ottenuti): LaMarcus Aldridge, Portland, 55; Marc Gasol, Memphis, 52; Derrick Rose, Chicago, 44; Josh Smith, Atlanta, 33; Paul Pierce, Boston, 31; Al Jefferson, Utah, 30; Pau Gasol, Los Angeles Lakers, 27; Steve Nash, Phoenix, 24; Kevin Garnett, Boston, 22; Tim Duncan, San Antonio, 18; Joe Johnson, Atlanta, 16; Deron Williams, New Jersey, 14; Rudy Gay, Memphis, 10; James Harden, Oklahoma City, 8; Luol Deng, Chicago, 5; Roy Hibbert, Indiana, 5; Manu Ginobili, San Antonio, 3; Danny Granger, Indiana, 3; Joakim Noah, Chicago, 3; Monta Ellis, Milwaukee, 2; Chris Bosh, Miami, 2; Luis Scola, Houston, 2; Marcin Gortat, Phoenix, 2; Paul Millsap, Utah, 2; Serge Ibaka, Oklahoma City, 2; David Lee, Golden State, 1; DeMarcus Cousins, Sacramento, 1.

  • Lakers eliminati dai Thunder, i Celtics travolgono Philadelphia

    Lakers eliminati dai Thunder, i Celtics travolgono Philadelphia

    Non basta un grande Kobe Bryant da 42 punti ai Los Angeles Lakers per evitare l’eliminazione nelle Semifinali di Conference dei playoff NBA 2012. I californiani si inchinano per la quarta volta in 5 partite agli Oklahoma City Thunder (106-90 il risultato finale) che così conquistano il pass per la Finale della Western Conference dove affronteranno i San Antonio Spurs che ieri hanno ottenuto il punto qualificazione in gara 4 contro i Los Angeles Clippers. I Lakers restano in corsa per 3 quarti, giocando con grinta e tenacia ed un Bryant immenso lascia ben sperare. Ma nell’ultimo periodo i Thunder mettono il turbo e per i gialloviola svaniscono le speranze di allungare la serie. Grande partita per Bryant che chiude a quota 42 punti e 5 assist (13esima gara in carriera nei playoff con oltre 40 punti), Gasol aggiunge 14 punti e 16 rimbalzi ma i californiani vengono traditi dall’esiguo contributo in primis di Bynum (solo 10 punti) e poi della panchina che riesce a segnare solo 5 miseri punti al cospetto di quella di Oklahoma City che ne porta invece ben 35. A guidare i padroni di casa ci pensa il solito duo Russell Westbrook-Kevin Durant che infilano rispettivamente 28 e 25 punti (per Durant anche 10 rimbalzi che gli valgono la doppia doppia) ed Harden porta alla causa 17 punti. Thunder in Finale di Western Conference, per i Lakers invece altro mesto addio alla post season così come lo scorso anno quando in Semifinale di Conference vennero sbattuti fuori dai Dallas Mavericks poi campioni NBA con un secco 4-0.

    Los Angeles Lakers v Oklahoma City Thunder &copy Ronald Martinez/Getty Images

    Nell’altra gara della notte successo fondamentale dei Boston Celtics che battono i Philadelphia 76ers e si prendono nuovamente il vantaggio nella serie guidata ora per 3-2 dopo gara 5. Dopo un primo tempo equilibrato in cui i Sixers chiudono avanti di una manciata di punti, nel secondo tempo la partita svolta decisamente in favore dei biancoverdi che ringraziano la super prestazione di Brandon Bass che piazza 27 punti (di cui ben 18 nel solo terzo quarto) per il suo massimo in carriera nei playoff. A dare man forte al lungo dei Celtics ci pensano il capitano Paul Pierce con 16 punti, Kevin Garnett con 20 punti e Rajon Rondo con la doppia doppia da 13 punti e 14 assist mentre un infallibile Stiemsma (5/5 dal campo) aggiunge 10 punti. Agli ospiti non servono quindi i 19 punti di Brand, la doppia doppia di Evan Turner (11 punti e 10 rimbalzi), i 12 punti del sempre positivo Lavoy Allen ed i 10 a testa della coppia Hawes-Holiday. Per gara 6 si ritorna a Philadelphia con Boston che ha in mano il punto potenziale per chiudere il discorso mentre i giovani Sixers dovranno provare a vincere per tenere aperta la sfida.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 21 maggio:

    Boston Celtics-Philadelphia 76ers 101-85
    Bos: Bass 27, Garnett 20, Pierce 16
    Phi: Brand 19, Lavoy Allen 12, Turner 11

    Oklahoma City Thunder-Los Angeles Clippers 106-90
    Okl: Westbrook 28, Durant 25, Harden 17
    Lak: Bryant 42, Gasol 14, World Peace 11

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 2-2 
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 3-2 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alla Finale di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 4-1 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale di Conference)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • NBA playoff: Bryant stende i Thunder, Boston KO a Philadelphia

    NBA playoff: Bryant stende i Thunder, Boston KO a Philadelphia

    I Philadelphia 76ers battono in gara 4 i Boston Celtics e pareggiano nuovamente la serie di Semifinale di Eastern Conference dei playoff NBA 2012, questa volta sul 2-2. Partono forte gli ospiti che in poco tempo arrivano sulla doppia cifra di vantaggio e sembrano poter mettere una seria ipoteca sulla partita. Ma i Sixers nella seconda parte di gara rimontano i 15 punti di vantaggio degli avversari, complice un ritorno in campo dei Celtics molto difficoltoso al tiro ed a rimbalzo. Non basta la buona prova del capitano Paul Pierce che infila 24 punti (4/6 da 3 punti) i 15 punti di Bass e la doppia doppia di Rajon Rondo da 15 punti e 15 assist, delude invece il trascinatore di Boston finora in questi playoff, ovvero Kevin Garnett, tenuto a soli 9 punti dal campo (con 11 rimbalzi e ben 7 palle perse). Poco produttiva la panchina ospite con soli 12 punti segnati, distrutta da quella dei Sixers che ne porta invece ben 44 (quasi la metà rispetto ai punti segnati dai titolari). Sono Iguodala e Turner (con 16 punti ciascuno) a guidare la rimonta di Philadelphia, 15 punti sono di Louis Williams, 12 di Young ed 11 di Holiday, importanti anche gli 8 punti e 10 rimbalzi di Lavoy Allen. Ora per gara 5 si torna a Boston, partita cruciale per lo sviluppo della serie: in NBA infatti molto spesso quando si arriva al quinto incontro della serie in situazione di pareggio chi vince questo match alla fine passa la serie.

    Kobe Bryant, Los Angeles Lakers | © Stephen Dunn/Getty Images

    Nell’altra gara della notte fondamentale successo dei Los Angeles Lakers sugli Oklahoma City Thunder, ora la serie è sul 2-1 per i giovani dell’Oklahoma. Come al solito nervi tesi tra le 2 squadre, i Thunder arrivano all’ultima frazione di gioco con un punto di vantaggio ma i gialloviola rispondono con un quarto periodo da 30 punti in cui Kobe Bryant ammalia gli spettatori piazzando 14 dei suoi 36 punti totali (il “Black Mamba” è chirurgico e glaciale dalla lunetta con un perfetto 18/18). Per avere la meglio i californiani si affidano alla coppia di lunghi Andrew Bynum (15 punti, 11 rimbalzi e 3 stoppate) e Pau Gasol (12 punti, 11 rimbalzi e 2 stoppate) e la mossa questa volta (a differenze della seconda partita della sfida) regala i suoi frutti. Fondamentale anche l’apporto di Steve Blake dalla panchina (12 punti ed 8 rimbalzi), Metta World Peace non ripete la grande prestazione in marcatura su Durant che piazza 31 punti ma sbaglia il tiro del possibile pareggio nel finale. 21 punti ciascuno per Harden e Westbrook, poi nessun’altro giocatore dei Thunder raggiunge la doppia cifra. Si torna immediatamente in campo per gara 4 già nella notte, partita cruciale per i Lakers, mentre Oklahoma City può giocare con la consapevolezza di poter chiudere al 90% questa serie di Semifinale di Western Conference.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 18 maggio:

    Philadelphia 76ers-Boston Celtics 92-83
    Phi
    : Iguodala 16, Turner 16, Williams 15
    Bos: Pierce 24, Rondo 15, Bass 15

    Los Angeles Lakers-Oklahoma City Thunder 99-96
    Lak: Bryant 36, Bynum 15, Blake 12, Gasol 12, Sessions 12
    Okl: Durant 31, Westbrook 21, Harden 21

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 1-2 Pacers
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 2-2

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 2-0 Spurs
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 2-1 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Colpo Gallinari contro i Lakers. Pacers avanti, speranze per Hawks e Bulls

    Colpo Gallinari contro i Lakers. Pacers avanti, speranze per Hawks e Bulls

    La terza squadra ad accedere alle Semifinali di Conference (dopo Thunder e Spurs) è Indiana che batte anche in gara 5 gli Orlando Magic chiudendo la serie sul 4-1. E’ il primo passaggio del turno per i Pacers dal lontano 2005 quando si sbarazzarono (sempre nel primo turno playoff) dei Boston Celtics. Successo meritato per i giovani di Indianapolis, sempre più in crescita, un team che potrà dare parecchio fastidio in futuro a tutte le squadre in lotta per il titolo e i risultati lo dimostrano ampiamente. Ultimo quarto devastante dei gialloblu (36-16 il parziale) con Collison che infila 15 dei suoi 19 punti proprio nei 12 minuti finali. Granger firma 25 punti, i lunghi West ed Hibbert segnano 23 punti e prendono 15 rimbalzi in combinata mentre sono 15 i punti di Hill. Orlando, al capolinea della sua difficile stagione, ha il top scorer in Nelson (27 punti) ma non trova risposte a centro area contro la batteria dei lunghi dei Pacers accusando pesantemente l’assenza del centro Dwight Howard. Ora per il team della Florida ci sarà il momento delle scelte e si preannuncia un’Estate caldissima, per Indiana probabilmente la prossima sfida playoff sarà contro Miami (in vantaggio per 3-1 sui Knicks) e l’obiettivo è mettere in difficoltà i vicecampioni NBA.

    Restano vivi i Chicago Bulls che pur privi di Rose (stagione finita) e di Noah (da valutare il suo recupero in vista di gara 6) battono i Sixers ed accorciano le distanze sul 3-2. Chiave del match la grande difesa di Chicago che limita a soli 69 punti segnati gli avversari con un 32% complessivo dal campo (addirittura 28% nel primo tempo) peggiore percentuale per Philadelphia in stagione. Sono solo 2 i giocatori in doppia cifra per i padroni di casa (importantissimo però il contributo dei tifosi accorsi allo United Center per spingere i propri beniamini) con un Deng ritrovato (24 punti) ed un Boozer ad alti livelli (19 punti, 13 rimbalzi e 6 assist). Ai Sixers invece non bastano i 16 punti di Holiday, i 13 di Williams e la doppia doppia di Hawes di gran lunga il migliore dei suoi (11 punti e 14 rimbalzi). Per gara 6 si torna in Pennsylvania ed i Bulls sperano di ritrovare almeno Noah per dare sostanza a centro area.

    Restano in corsa anche gli Hawks che dopo tanto tempo possono contare su tutti gli effettivi (recuperati dagli infortuni sia Horford assente dall’inizio della regular season che Josh Smith) e con il quintetto al completo per Boston sono dolori (almeno in questa gara 5). Horford è decisivo con i 2 canestri nel finale dopo che Boston era rientrata prepotentemente dal -12 con le triple di Allen e Pierce. Per i Celtics ci sarebbe anche la palla della vittoria ma la difesa pressante ed asfissiante su Rondo produce i suoi effetti e la palla muore in mano al play biancoverde. Tutto lo starting five di Atlanta raggiunge la doppia cifra (16 punti per Teague, 15 a testa per Joe Johnson e Williams e doppie doppie rispettivamente da 13 punti e 16 rimbalzi e 19 punti ed 11 rimbalzi per Josh Smith ed Al Horford). Per gli ospiti doppia doppia di Rondo (13 punti e 12 assist), 16 punti ciascuno di Pierce e Garnett e 15 di Ray Allen in uscita dalla panchina. Gara 6 si giocherà a Boston e sarà un match da non perdere assolutamente con queste premesse.

    Danilo Gallinari, Denver Nuggets | © Jeff Gross Getty Images

    Sorride anche il nostro Danilo Gallinari che con i suoi Nuggets sbanca il parquet dei Lakers rimandando il verdetto dell’eliminazione. Gara sempre in controllo di Denver che si accende nel finale, a 6 minuti dal termine sono 15 i punti di vantaggio per il team del Colorado, a 2 minuti e mezzo dalla sirena il vantaggio è di 7 punti (94-87) ma i gialloviola iniziano a bombardare il canestro avversario dalla distanza: prima ci sono 3 triple di un Kobe Bryant immarcabile che portano il risultato sul 100-96, Sessions esplode la quarta per il 100-99. Dopo 2 tiri liberi di Miller (102-99) i Lakers hanno la possibilità di pareggiare nei secondi conclusivi ma prima Bryant e poi Sessions non hanno fortuna ed il ferro sputa fuori le 2 conclusioni consecutive dei californiani per la disperazione del pubblico. Bryant firma ben 43 punti, Bynum aggiunge una doppia doppia da 16 punti ed 11 rimbalzi ma Denver strappa il successo grazie a Miller (24 punti dalla panchina), McGee (21 punti e 14 rimbalzi sempre dalla panchina), Afflalo (19 punti) e Gallinari (14 punti). Ora la serie torna in Colorado per la sesta partita ma le speranze dei Nuggets si sono improvvisamnete riaccese anche se la situazione resta sempre complicata.

    RISULTATI PRIMO TURNO NBA PLAYOFF 2012, 8 maggio

    Indiana Pacers-Orlando Magic 105-87
    Ind: Granger 25, Collison 19, Hill 15
    Orl: Nelson 27, Davis 15, Anderson 14

    Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 77-69
    Chi: Deng 24, Boozer 19, Gibson 8
    Phi: Holiday 16, Williams 13, Hawes 11, Iguodala 11

    Atlanta Hawks-Boston Celtics 87-86
    Atl: Horford 19, Teague 16, Joe Johnson 15, Williams 15
    Bos: Pierce 16, Garnett 16, Allen 15

    Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 99-102
    Lak: Bryant 43, Bynum 16, Barnes 11
    Den: Miller 24, McGee 21, Afflalo 19

    LE SFIDE DEL PRIMO TURNO PLAYOFF:

    Eastern Conference:

    1) Chicago Bulls vs 8) Philadelphia 76ers serie 2-3 Sixers
    2) Miami Heat vs 7) New York Knicks serie 3-1 Heat
    3) Indiana Pacers vs 6) Orlando Magic serie 4-1 Pacers (Indiana accede alle Semifinali di Conference)
    4) Boston Celtics vs 5) Atlanta Hawks serie 3-2 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 8) Utah Jazz serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alle Semifinali di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 7) Dallas M avericks serie 4-0 Thunder (Oklahoma City accede alle Semifinali di Conference)
    3) Los Angeles Lakers vs 6) Denver Nuggets serie 3-2 Lakers
    4) Memphis Grizzlies vs 5) Los Angeles Clippers serie 1-3 Clippers

    GLI HIGHLIGHTS:

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